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Song on the radio: https://www.youtube.com/watch?

v=vx2u5uUu3DE
Per oggi tutto, gente. La Roundhouse Radio lascia la citt di Vancouver con lultima canzone
della mattinata, sulle note di It's My Life dei Bon Jovi. Buon pranzo e buona fortuna per la
giornata.
Fortuna? Tsk. Ho per caso un quadrifoglio stampato in fronte? La fortuna te la devi creare, non la si
pu soltanto augurare e credere che simultaneamente un interruttore si apra ad un processo di
fortuna che accompagner per il resto della giornata lindividuo a cui la si ha augurata. E, credete a
me, neppure per met della giornata. Dopotutto tale termine deriva dal latino fors, che vuol dire
"sorte" e con ci ci si riferisce a un insieme d'inevitabili eventi che accadono secondo una linea
temporale soggetta alla necessit e che portano ad una conseguenza finale prestabilita, ma non per
potere delluomo (come questo caso vuol far sembrare), bens di unentit superiore a noi ancora
non ben nota. Che sia il tanto acclamato Dio o il Grande Puffo, poco m'importa. Che siamo
marionette mosse da un burattinaio pazzo chiaro a tutti, l'unica cosa che mi basta sapere che
costui non quella creatura infima chiamata uomo. Provate a immaginare un essere umano che
detta le leggi del cosmo. A dir poco assurdo. E posso dirlo con certezza, perch se fin dalla
creazione fossimo stati nelle mani delluomo, saremmo andati tutti alla rovina da molto tempo; un
mondo per noi non esisterebbe, poich abbiamo la capacit di disintegrarci autonomamente e cos
anche ci che ci sta intorno.
Siamo bombe nucleari innescate. Siamo vulcani addormentati. Noi siamo Lucifero.
Quel 4 aprile 2015 lo ricordo come fosse ieri. Rimane vivido nella mia mente per fatti che render
presto noti.
Era possibile che alle prime luci dellalba il mio cervello dovesse inculcarmi tanti affollati pensieri?
Ma mi resi conto che erano le due passate e che il mio corpo stava ancora dormendo, mentre il mio
cervello faceva a pugni con me per farmi alzare. Mal volentieri mi issai dal letto e mi incamminai
verso la cucina.
La baita in prossimit del mare nella quale vivevo era intrappolata in un perpetuo silenzio, amavo
questa sua caratteristica anche se non era stata la ragione per cui lavevo fatta costruire in quel
preciso luogo. Le ragioni erano ben altre. L ero stato trovato in fin di vita, l avevo preso coscienza
di me e di esistere, l iniziavano i miei primi ricordi. Degli eventi avvenuti prima non preservavo
nulla. Quel luogo era il mio passato, il mio presente e il mio futuro.
Mi infilai sotto la doccia, dove mi sembr di stare uninfinit di tempo quando invece era trascorsa
una qualche decina di minuti. Stavo per versarmi una goccia di whiskey quando il campanello
suon. Dannato campanello, pensai, da dove mi venuta la malsana idea di farlo istallare?.
Prima di andare ad aprire, mi infilai il mio fedele guanto nella mano segnata da cicatrici dallorigine
a me ignota. Che buffo, proprio come un guanto in cui il male infila la mano. Male, perch ci
che rappresentano quelle bruciature, causate da un male nevrotico, spietato, perverso, insanabile.
Indossando nientatro che un asciugamano alla vita e il guanto nella mano destra, andai ad aprire la
porta ancora bagnato. Chiss come, non fui sorpreso di trovarmi davanti una ragazza di bell'aspetto.
Ad una prima occhiata per me non rappresentava altro che una sconosciuta, magari cera stato
qualcosa tra noi ma di sicuro quel giorno ero stato troppo sbronzo per imprimerla nella mente. Cos
mi grattai il capo, alla ricerca del modo pi cortese per spiegarle come mai non l'avevo richiamata.
Presi parola prima di darle il tempo di aprire bocca, come indicato nelle mie personali regole del
manuale della tresca:
Senti, c stato un malinteso. Quella sera stato bellissimo, dico davvero, una delle notti pi
eccitanti della mia vita, non potr mai ringraziarti abbastanza per questo, ma devi sapere che sono
un tipo fottutamente strano. Senza volerlo potrei renderti la vita un inferno, cosa che una donna
meravigliosa come te non merita affatto. Figurati che di lavoro faccio lo spacciatore! Tu meriti di
meglio, non uno come me. Ecco perch non mi sono pi fatto sentire.

Le poggiai una mano sulla spalla, fingendomi sinceramente dispiaciuto. Avevo provato quella scena
centinaia di volte e allinizio era addirittura credibile, ma lavevo fatta cos tante volte che ormai
iniziava a perdere credibilit.
Intanto la canzone alla radio risuonava ancora in tutta la casa.

P.s. Ciao, facce di cazzo. (B&A)

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