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PROPULSIONE A REAZIONE

Sulla Terra, un veicolo per muoversi esercita una forza su un corpo esterno, sia esso il terreno
solido, lacqua del mare o anche laria. Come le ruote di unautomobile esercitano una spinta
contro la superficie stradale, cos fanno i remi di una barca contro lacqua e lelica di un
aeroplano contro laria. Ma un veicolo nello spazio vuoto non ha nulla intorno a s contro cui
esercitare una spinta e per muoversi deve utilizzare un altro metodo: deve disfarsi di una
parte della propria massa lanciandola alla massima velocit possibile in direzione opposta a
quella verso cui intende muoversi. quella che si chiama comunemente propulsione a
reazione: il veicolo espelle massa ad alta velocit dietro di s e per reazione si muove nella
direzione opposta. (terza legge della dinamica)
Un aereo a reazione funziona proprio in questo modo, solo che una gran parte della massa
che emette ad alta velocit, laria, laereo la prende dallambiente esterno: ci che gli
consente s una grande autonomia, ma anche la sua principale limitazione perch, a meno
di portarsi dietro una grande scorta di aria, nello spazio il motore di un aereo a reazione non
funzionerebbe. Nello spazio infatti non c la possibilit di approvvigionarsi di massa da
emettere e tutta quella che serve per muoversi bisogna gi averla con s.
C da dire che se nello spazio non c aria da prendere e da utilizzare per muoversi, in
compenso non c neppure attrito e cos nello spazio si pu sperimentare facilmente la prima
legge della dinamica:
un corpo in quiete o in moto continua nel suo stato di quiete o di moto fintantoch una forza
esterna non intervenga a modificarlo
Un veicolo nello spazio, una volta raggiunta la velocit richiesta, la mantiene senza bisogno di
ulteriori spinte; gliene serviranno invece se vorr rallentare, accelerare o cambiare direzione.
E ben noto infatti che i satelliti artificiali, una volta lanciati, continuano a ruotare intorno a noi
senza bisogno di motori, e solo quelli pi vicini alla Terra (appena frenati dagli strati alti
dellatmosfera) richiedono ogni tanto un po di spinta per mantenersi in quota. Ma oltre alle
piccole spinte di cui sopra, i veicoli spaziali hanno spesso necessit di cambiare assetto o
modificare la propria rotta, per eseguire i compiti per i quali sono stati costruiti
(telecomunicazioni, sorveglianza del territorio, spionaggio, meteorologia, astrometria,
assistenza alla navigazione, esplorazione del Sistema Solare, ecc.). Ecco dunque la necessit
di motori in grado di generare le spinte necessarie, in grado cio di emettere nella direzione
voluta quantit ben determinate di massa alla massima velocit possibile.
E questo il modo di funzionare dei razzi che lanciano dietro di s ad altissima velocit i gas
prodotti dalla reazione fra il comburente e il combustibile che portano nei propri serbatoi,

generalmente ossigeno e idrogeno liquidi.

Figura1: Principali
componenti del
sistema di
propulsione.

A parit di massa emessa, pi alta la velocit di emissione, maggiore sar limpulso della
spinta che risulta pari alla quantit di moto della massa emessa:

Fm t=m v

Dove:

Fm t

: massa emessa

: velocit della massa emessa

: impulso della forza ricevuto dal veicolo (spinta)

Per poter descrivere matematicamente questa reazione possiamo ricorrere al teorema della
quantit di moto e alla sua conservazione nei sistemi isolati. Il gas espulso acquista una
quantit di moto in una direzione e contemporaneamente il sistema composto dal razzo e dal
gas non ancora espulso acquista una quantit di moto in verso opposto. Per analizzare il
processo consideriamo un razzo che si muove rispetto a un sistema di riferimento inerziale in

assenza di forze esterne (es. spazio). Indichiamo con m la sua massa e con

la sua

velocit in un istante t dopo il decollo. La quantit di moto del sistema composto dal razzo e
dal gas contenuto nella camera di combustione perci:

Q=m u
Chiamiamo

allistante t. Se

la massa del gas espulso in un intervallo di tempo

v '

successivo

la velocit del gas espulso rispetto al razzo (velocit relativa) e

la velocit dello stesso gas rispetto al sistema inerziale, per la legge di composizione della
velocit, :

v =v ' +u
La quantit di moto del gas espulso perci:

m v = m(v ' +u )
Contemporaneamente, nellintervallo di tempo
gas non ancora espulso perde una quantit

considerato, il sistema del razzo e del

di massa e incrementa di

la propria

velocit. La corrispondente quantit di moto :

( m m) ( u + u )
Pertanto la quantit di moto totale del sistema diventa:

Q' = m ( v ' + u ) + ( m m )( u + u )

Per la conservazione della quantit di moto totale del sistema razzo-gas, non essendoci forze
esterne, deve valere:
'

Q =
Q

m ( v ' +u ) + ( m m )( u + u )=m u
Semplificando e trascurando il termine

u , che per

tendente a zero molto

pi piccolo degli altri termini, segue:

m u + m v ' =0
Dividendo ambi i membri per

t , questa relazione pu scriversi nella forma:

u m '
=
v
t
t

Il primo membro di questa relazione, prodotto della massa del razzo per la sua accelerazione

u / t , la spinta agente sul razzo stesso. Tale spinta, in base al secondo membro, ha
verso opposto alla velocit relativa

'

del gas espulso e modulo direttamente proporzionale

alla massa di gas espulsa per unit di tempo e al modulo di

v ' .

Laccelerazione del razzo :

a =

1 m '
v
m t

Da questa relazione segue che laccelerazione del razzo aumenta con il trascorrere del
tempo, in quanto la massa m dellinsieme del razzo e del gas non ancora espulso diminuisce.
Mentre la velocit del razzo rispetto al sistema inerziale aumenta, anche la sua energia
cinetica aumenta. Di conseguenza diminuisce lenergia cinetica dei gas espulsi rispetto al
sistema inerziale. Dalla legge di composizione della velocit segue inoltre che, nellistante in
cui si giunge a soddisfare la condizione

u=v ' , la velocit

del gas espulso rispetto al

sistema inerziale diventa zero, per cui, rispetto a tale sistema di riferimento, il gas espulso
annulla anche la propria energia cinetica. A questo punto tutta lenergia cinetica prodotta
dalla combustione si ritrova come energia cinetica del razzo.
Attualmente i gas utilizzati per i motori a combustione interna sono lidrogeno e lossigeno.
Sono comunque allo studio altri tipi di miscele di gas costituite sempre da un combustibile e
un comburente, le quali sono: il gas Metano (

C H 4 ) e il gas Ossigeno ( O2 ). Tale studio

noto come progetto Hyprob di cui il centro CIRA di Capua partecipe attivamente. E infatti
in fase di realizzazione unambiente di prova in cui viene testato una camera di combustione
(denominata Test Article) in un apposito telaio (denominato Test Bench) a cui afferiscono i
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circuiti fluidici, che dosando gli afflussi di gas verso la camera in test capace di analizzare la
spinta prodotta con una strumentazione specificamente dimensionata.

Pierpaolo Della Villa


IIIM

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