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Lemigrazione intellettuale dallEuropa centro-orientale.

Il caso di Panait Istrati


Nuova Cultura, Roma 2012
Elena Dumitru
Il volume Lemigrazione intellettuale dallEuropa centro-orientale. Il caso di Panait
Istrati esprime il desiderio di sviluppare uno studio interdisciplinare sul ruolo e le
dinamiche connesse allemigrazione intellettuale, allinterno del quale venga
approfondita la ricerca su personaggi meno noti come nel caso di Panait Istrati,
scrittore greco-romeno di espressione francese ma che hanno segnato in maniera
significativa attraverso la loro opera e il loro impegno lo sviluppo della societ.
Per argomentare limportanza di tale ricerca, la tesi propone un approccio graduale,
partendo inevitabilmente dallampia sfera del contesto storico per arrivare alla
cronologia biografica e ai concetti chiave che caratterizzano il pensiero dellautore
romeno: giustizia sociale, libert di espressione, libert di critica, morale sociale,
infine, diritti umani.
Il lavoro segue dunque una struttura che attraverso la tessitura storiografica porta alla
parte centrale della ricerca, dedicata allapprofondimento delle esperienze di Istrati,
che lo vedono prendere parte al dibattito culturale e politico europeo nel periodo
interbellico, quando si trasferisce in Occidente, in Svizzera e poi in Francia. I capitoli
principali della tesi dunque scandiscono i momenti essenziali della cronologia
biografica e forniscono unulteriore chiave di lettura che si concretizza su un punto
specifico: come lideologia si pu insinuare nella letteratura e soprattutto come lo
scrittore decide di rispondere a fattori esterni derivanti dal contesto storico-politico.
La Grande Romania e lEuropa di Versailles. Tracciare un quadro dello sviluppo
della societ romena nel periodo tra le due guerre sarebbe impossibile senza una
preventiva analisi del contesto geopolitico allinterno del quale il paese viene a
trovarsi alla fine del primo conflitto mondiale. Al tempo stesso, i grandi
sconvolgimenti politici che seguono alla guerra, soprattutto nello spazio russo
segnano profondamente la successiva storia della Romania.

La Grande Guerra sul fronte orientale assume delle caratteristiche notevolmente


differenti rispetto a quanto sperimentato in Francia. Lo stallo della guerra di trincea
infatti qui un qualcosa di limitato, mentre il movimento rimane a lungo la
caratteristica principale dei combattimenti ad est. Secondo i piani del comando
supremo tedesco sarebbe stato necessario concludere rapidamente una campagna
vittoriosa sul fronte occidentale per poter impiegare, solo in un secondo momento, il
grosso delle forze contro i russi, confidando sulla lentezza e la inefficienze della
macchina organizzativa zarista.
Lamministrazione e lapparato economico russi, meno sviluppati, si dimostrano non
a caso inadeguati a sostenere lo sforzo bellico. Dopo essere stati arrestati in Prussia
orientale, i russi vengono infatti respinti nella primavera del 1915 in Galizia mentre
in maggio, gli Imperi Centrali riescono a sfondare le linee nemiche nel sud della
Polonia, espugnando Varsavia il 5 agosto e costringendo le truppe zariste a una
grande ritirata che le obbliga a cedere gran parte della Galizia a sud e Lituania e
Lettonia a nord.i
Linsoddisfazione nei confronti della condotta della guerra cresce, cos come aumenta
il risentimento nei confronti del governo. Neanche i buoni risultati delloffensiva
voluta dal generale Brusilov nel giugno del 1916 e lingresso in guerra della Romania
riescono a migliorare la situazione.
Allinizio del 1917 la Russia stremata da anni di combattimenti. Linstabilit
politica intanto cresce incontrollabile e il 23 febbraio 1917ii dimostrazioni nella
capitale Pietrogrado portano a una definitiva crisi ministeriale e allabdicazione dello
zar Nicola II. Un debole governo provvisorio, sostenuto da centristi e sinistra
moderata assume quindi il potere, mentre un nuovo elemento politico rappresentato
dalla formazione dei Soviet, con cui ben presto il governo deve fare i conti, cedendo
parte del suo potere reale. La confusione che ne segue non facilita certo il
ristabilimento della situazione che sul piano economico e militare rimane disastrosa.iii
La prosecuzione della guerra e i singoli membri del governo divengono sempre pi
impopolari mentre il malcontento viene abilmente cavalcato dallestrema sinistra,

primi fra tutti i bolscevichi guidati Lenin, i quali mirano a provocare il collasso del
regime democratico moderato e ad assumere direttamente il potere. Nelle citt
mancano viveri e combustibile mentre nelle campagne linquietudine aumenta. Nella
confusa situazione seguita alla rivoluzione di febbraio, la Russia si trova quindi nelle
condizioni favorevoli per un tentativo rivoluzionario, messo poi in atto dai
bolscevichi. Per raggiungere questo obbiettivo, si sarebbe dimostrato vitale il
sostegno da parte del Consiglio Militare Rivoluzionario, della guarnigione di
Pietrogrado e dei marinai della flotta del Baltico, che permettono di rovesciare con
uno sforzo relativamente modesto il governo provvisorio.
Brest-Litovsk salva la Russia bolscevica dalla distruzione e rende possibile
organizzare la lotta allinterno contro quanti si oppongono alla Rivoluzione. La
situazione in tutto il paese non per ancora tranquilla e la progressiva
organizzazione delle diverse formazioni di bianchi, sostenute dalle potenze
occidentali, rischia di provocare la prematura fine dellesperimento bolscevico.
Proprio il trattato di pace infatti, insieme allo scioglimento dellAssemblea
Costituente regolarmente eletta nel 1918, ha leffetto di galvanizzare gli oppositori al
nuovo regime.
La guerra civile vede schierati da una parte i bolscevichi, che presto organizzano le
proprie forze nellArmata Rossa, dallaltra numerose formazioni controrivoluzionarie
monarchici, reazionari, democratici e conservatori che si oppongono al regime
socialista.iv Tutte queste forze, nonostante il sostegno delle altre potenze non riescono
per ad organizzare ununica strategia che riesca quindi a isolare i rivoluzionari, che
basano il proprio potere soprattutto sui due grandi centri urbani ed industriali di
Pietrogrado e Mosca. Altre fazioni scendono poi in campo, oscillando tra
lopposizione ai bolscevichi e una resistenza generalizzata a tutte le altre fazioni in
guerra. Si tratta di un insieme di socialisti rivoluzionari, nazionalisti delle diverse
minoranze etniche dellex-impero e anarchici. Il panorama russo allinizio degli anni
Venti dunque particolarmente complesso e per quanto riguarda i rapporti con il
mondo esterno, la Russia bolscevica vive letteralmente accerchiata. Questa situazione

le porta comunque numerose simpatie presso gli ambienti socialisti europei. Molti
sono infatti i sostenitori del nuovo Stato comunista e altrettante le aspettative sui
successi che attendono il paese dei Soviet.
Ma il nuovo equilibrio europeo definito con i trattati di pace di Versailles conferma
tra le altre cose lisolamento della Russia sovietica. Falliti i tentativi di esportare la
rivoluzione, il comunismo rimane per una seria minaccia per tutti i paesi europei e
questa paura giustifica lidea di creare quello che viene presto conosciuto come
cordon sanitaire, costituito da una catena di Stati cui affidato il compito di
contenere la minaccia sovietica. Finlandia, Paesi baltici, Polonia e Romania
assumono quindi un ruolo significativo nel garantire il nuovo ordine europeo di
Versailles. I trattati di Versailles sanciscono tra laltro la nascita della Societ delle
Nazioni, cui viene attribuito il compito di mediare i conflitti tra le nazioni e prevenire
lo scoppio di nuovi conflitti.
Il cordon sanitaire in realt una vera e propria linea di quarantena, fortemente
voluto dal primo ministro francese Georges Clemenceau, il quale ritiene che nella
difficile fase post-bellica che lEuropa sta affrontando, sia necessario organizzare un
concreto apparato di contenimento ai danni della minaccia ideologica e militare
rappresentata dal bolscevismo. Nel marzo del 1919 infatti, proprio Clemenceau si fa
sostenitore della costituzione di nuovi Stati nazionali nellEuropa orientale e del
rafforzamento di altri, come la Romania e la Polonia, cui affidare la difesa del
continente. Questo sistema di contenimento si basa su alcuni pilastri fondamentali, il
primo dei quali costituito proprio dalla forza dei singoli paesi che compongono la
barriera orientale.
La Polonia ha infatti gi dimostrato la sua importanza nel corso del conflitto che la
oppone ai russi fino al 1921, mentre la Romania, ingrandita grazie alle acquisizioni
garantitele con i trattati di pace, diviene anchessa un valido strumento di
contenimento.
Le sorti della Romania nel XX secolo sono state in effetti segnate dalle scelte
compiute dai suoi governanti nei cruciali anni della Grande Guerra. Non solo infatti il

paese beneficiava di cospicui ingrandimenti territoriali, ma anche tutte le sue


debolezze interne derivavano direttamente dalle favorevoli condizioni di pace
ottenute nel 1918. Bucarest aveva deciso di prendere parte al conflitto solamente nel
1916. Si trattava di una scelta difficile, poich entrambi gli schieramenti sembravano
poter offrire al paese delle interessanti contropartite: la Bessarabia da una parte, la
Transilvania dallaltra. La Romania non aveva certo dimenticato il modo in cui i russi
le avevano sottratto la Bessarabia, mentre lorigine tedesca del sovrano e i
momentanei successi militari degli Imperi centrali, contribuivano a rendere difficile
una scelta che in un modo o nellaltro avrebbe condizionato il futuro del paese. Alla
fine per, la speranza di ottenere i vasti e ricchi territori transilvani e la convinzione
della superiorit strategica dellIntesa finiscono per prevalere. Il governo liberale di
Ion Brtianu si impegna dunque nel tentativo di convincere anche il sovrano
dellopportunit di schierarsi con gli Alleati. Nel 1916, il miglioramento della
situazione militare per lIntesa rende finalmente possibile vincere le ultime resistenze
e la Romania decide quindi di entrare in guerra contro Austria-Ungheria e Germania
in seguito allaccordo siglato con gli alleati occidentali il 17 agosto, con il quale si
garantivano alla Romania un sostegno militare diretto e soprattutto ampi guadagni
territoriali alla fine del conflitto. Il 27 agosto Bucarest consegna quindi la propria
dichiarazione di guerra.v Dopo i successi iniziali per, la controffensiva nemica
costringe i romeni a una rapida ritirata. Bucarest viene quindi occupata dal nemico
mentre fallisce il tentativo di offensiva lanciato nel 1917 con un debole sostegno
russo. La rivoluzione bolscevica segna infatti anche la fine di ogni speranza per i
romeni, ormai privi di aiuti e costretti alla resa. Un armistizio viene infatti firmato il 9
dicembre del 1917 e seguito, nel marzo del 1918, da un trattato di pace estremamente
duro, che impone la cessione della Dobrugia alla Bulgaria e alcune rettifiche dei
confini carpatici. Al tempo stesso per, la Romania era costretta a cedere al nemico
immense quantit di materiali di ogni tipo, subendo anche loccupazione militare
della Valacchia.

Nellautunno del 1918 per gli Imperi centrali sono ormai sullorlo del collasso e
mentre in Francia, Italia e nei Balcani le forze dellIntesa passavano alloffensiva, il
governo romeno, ora di nuovo in mano ai liberali, riusciva a compiere unennesima
inversione di rotta e il 9 novembre rientrava in guerra.vi Questa sicuramente
unabile manovra politica che permette a Bucarest di eliminare le conseguenze della
sconfitta militare e della pace siglata alcuni mesi prima, tornando cos al fianco dei
vincitori.
Alla fine della guerra, Bessarabia, Bucovina, Banato e Transilvania si uniscono al
Regno di Romania, formando quella che sar poi nota con il nome di Grande
Romania. Questa unione, ratificata con il Trattato del Trianon del 1920,vii che
sancisce le condizioni di pace con lUngheria, rappresenta un momento fondamentale
nella storia romena ed al tempo stesso il punto dinizio di una nuova fase politica
che attraverser il paese danubiano fino alla seconda guerra mondiale.viii Entro il
1920 viene infatti portato a termine un intenso lavoro di adeguamento sul piano
normativo, legale e istituzionale per armonizzare i nuovi territori con il resto del
regno, bench ovviamente la situazione delle nuove provincie sia spesso
estremamente eterogenea.
La Romania, che solo nel 1913 aveva annesso la Dobrugia meridionale, con i nuovi
territori ottenuti dopo il 1918 in pratica raddoppia la propria superficie, ma al tempo
stesso si trova ad essere uno Stato con una forte presenza di altre comunit nazionali,
che nel tempo avrebbero dato non pochi problemi al governo di Bucarest.ix
La Bessarabia, che fino al 1918 era stata parte dellImpero russo, continuava inoltre a
essere rivendicata dal governo sovietico, che nel 1917 vi aveva anche insediato
uneffimera amministrazione bolscevica, poi eliminata in seguito alla proclamazione
dellannessione della provincia alla Romania nellaprile del 1918.
Laltra grande regione annessa, la Transilvania, si era unita alla Romania in seguito
allunione proclamata ad Alba Iulia il 1 dicembre 1918. Si tratta di un evento dalle
gravi ripercussioni a causa dellostilit della componente magiara, che avrebbe

contributo ad acuire le distanze tra Romania e Ungheria, rappresentando al tempo


stesso un grave elemento di fragilit per Bucarest.
Nonostante queste difficolt, la Romania esce sicuramente trasformata dal conflitto,
anche se molte sarebbero state le difficolt da superare.
I primi anni del dopoguerra sono comunque un periodo particolarmente dinamico per
la Romania. A partire dal 1919 si assiste infatti al predominio dei liberali e della
famiglia Brtianu, che ha egemonizzato il partito. Si tratta di un numero
relativamente

ristretto

di

grandi

famiglie,

funzionari

uomini

daffari,

particolarmente interessati a un rapido sviluppo industriale del paese. Altro


importante elemento della politica romena il gruppo nazional-contadino, risultato
dallunione tra il partito contadino del Vecchio Regno con il partito nazionale di
Transilvania guidato da Iuliu Maniu.
Nel novembre del 1919 si tengono le prime elezioni a suffragio universale, che
assicurano una chiara maggioranza a una coalizione composta dai nazional-contadini
che ottiene dunque una vittoria senza precedenti sul partito liberale. Il nuovo
governo, presieduto da Alexandru Vaida Voevod, avvia quindi immediatamente un
progetto di riforma agraria, cui si intende affiancare una politica di investimenti nelle
aree rurali.x Il primo ministro prepara inoltre la bozza di unimportante riforma
amministrativa intesa a recuperare una parte delle specificit delle diverse regioni del
paese, cosa questa che si dimostrer alla lunga inapplicabile a causa delle numerose
resistenze interne e della brevit del governo Vaida Voevod. Un aspetto
particolarmente interessante poi lintenzione del primo ministro di trovare una
soluzione pacifica ai difficili rapporti con la Russia bolscevica, pur rifiutando
qualsiasi restituzione della Bessarabia, cui invece il regime di Mosca attribuiva un
valore prioritario.
Negli anni che seguono la fine della guerra, il dibattito sul futuro sviluppo
delleconomia e della societ romena si amplia grazie al rafforzamento delle
principali correnti politiche e di pensiero. Llite del paese si divide infatti ben presto
in alcuni gruppi di aprticolare rilievo, tra cui figurano i neo-liberali spesso definiti

europeisti per i quali la Romania deve essere inserit a pieno titolo nel concerto
europeo e procedere dunque con coraggio a una piena e consapevole evoluzione
economica e sociale. I principali sostenitori di questa visione sono personaggi quali
Eugen Lovinescu e tefan Zeletin, ma anche intellettuali vicini alla rivista Viaa
romneasc (La vita romena), come Ralea, Ibrileanu e Manoilescu.xi Vi sono poi i
tradizionalisti, tendenzialmente nazionalisti di diverse tendenze cui si aggiungono
anche gli rniti. Questi hanno una visione statica della societ romena
tradizionale appunto allinterno della quale la societ contadina rappresenta
lelemento determinante. Nellambito di queste correnti, particolarmente significativo
il ruolo della rivista Gndirea (Il Pensiero). Determinante anche il contributo di
personalit quali Nichifor Crainic e il filosofo Lucian Blaga, schierati tuttavia su
posizioni differenti su molti temi di rilievo. Balga in particolare si mette in luce per la
sua ostilit nei confronti della modernit e della meccanizzazione della societ. Il suo
obbiettivo, che condivide con molti altri intellettuali romeni, il recupero e la difesa
della societ contadina.xii Il rappresentante pi importante di questi ambienti per
sicuramente Nae Ionescu, il cui pensiero e le cui lezioni di filosofia alluniversit di
Bucarest ispireranno tanti giovani intellettuali.
Ultimi, in questo breve quadro della realt politica e culturale romena, sono i
marxisti. Si tratta in verit di una forza assolutamente minoritaria che spesso tende a
sfumare nellagrarismo, una corrente vicina alla visione sociale dei marxisti ma
concentrata sulla realt contadina e sui problemi propri delle campagne.xiii Anche in
Romania troviamo comunque sostenitori della Terza Internazionale e dei successi
dellUnione Sovietica.
Nel caso di Panait Istrati, che ha sempre sorpreso e irritato per la sua natura
contraddittoria, si pu notare questa disposizione dellautore romeno di aver evitato a
tutti i costi di essere addomesticato dalle varie ideologie e anche se associato a un
sindacato o un partito, rimane sempre un indipendente dellazione e non un
collaboratore fissoxiv . Ci nonostante, le sue profonde convinzioni rimangono
costanti: il culto della fratellanza umana, dellamicizia sincera e la grande speranza

per un futuro migliore, pi giusto. In questo senso, rappresentativa per il destino


istratiano diventa lesperienza vissuta in Unione Sovietica, a partire dallottobre 1927
(la permanenza sar fino a febbraio 1929) quando viene invitato a Mosca per le
celebrazioni del decimo anniversario della Rivoluzione dottobre.
Per Istrati, che aveva da sempre simpatizzato con il socialismo, questa rappresenta
una buono opportunit di interagire con questo mondo ideale a cui sognava prima di
conoscerlo. Pi tardi, nelle sue confessioni, lo scrittore affermer con rammarico:
non sapendo cosa fare con la forza che avevo e che cresceva costantemente ho
cercato una salvezza nella Russia sovietica, le cui azioni approvavo da tempo, senza
controllarle.xv
Tale visita avviene in un momento in cui Istrati era in Francia uno dei due vicepresidenti dellAssociazione Amici dellURSS.xvi Partito quindi come bolscevico
convinto su invito della famosa VOKS, Istrati rimarr in Unione Sovietica per quasi
due anni. Il III capitolo segue proprio la cronologia del viaggio dello scrittore
attraverso le vaste aree dellURSS che disegna le tappe di un percorso in cui
lintellettuale romeno, una volta liberatosi dalla vicinanza sgradevole dei
rappresentanti ufficiali incaricati dalla propaganda, prende confidenza ed entra in
contatto diretto con la gente semplice che conduce una vita segnata da difficolt
materiali e soprattutto morali.
Istrati raccoglie tutte le informazioni nel volume intitolato Vers lautre flammexvii che
pubblicher nel 1929 al suo ritorno a Parigi, nonostante la forte opposizione dei suoi
amici letterati e nonostante le intimidazioni e la campagna diffamatoria messa in
moto dalla propaganda comunista.
La pubblicazione del suo libro tra i primissimi a svelare la realt dellUnione
Sovietica alla fine degli anni Venti fa di Istrati uno dei pochi intellettuali a criticare
apertamente il sistema totalitario bolscevico mettendo in luce i suoi crimini, i processi
farsa, i lavori forzati, la privazione della liberta in qualsiasi forma. Lultimo capitolo
analizza appunto la confessione di Istrati e limpatto che il volume ha negli ambienti
comunisti di Parigi, Bucarest o Mosca mettendo in luce le dinamiche delle campagna

calunniosa da parte del Cremlino che compromette profondamente lautore romeno,


ma non riuscir a distruggere completamente la sua eredit.
Ma la sua eredit, limpetuosit dei suoi sentimenti manifestati nelle pagine della sua
letteratura si ritrovano facilmente anche nel suo impegno di pubblicista che intende,
di

fronte

allingiustizia

sociale,

implicarsi

volontariamente,

mantenendo

lindipendenza e lonest, nella lotta per una vita migliore liberata da egoismo e
sfruttamento. Sono queste le idee che fanno nascere il giornalista militante Panait
Istrati che, nei suoi articoli, gi dai primi inizi, si rivela sempre attirato dalla giustizia
e dalla verit. Istrati dimostra di avere una vera e propria vocazione per la scrittura e
la sua presenza nelle pagine dei giornali supera le frontiere nazionali con
pubblicazioni di numerose confessioni, lettere aperte, interviste e prese di posizione
nella stampa internazionale, soprattutto quella svizzera e francese, in giornali e riviste
come La Feuille, Paris-Soir, Le Quotidien, Europe, Les Nouvelles Littraires, La
Nouvelle Revue Franaise, Clart, Monde, La Voix. La capacit singolare di pensare
in prospettiva, di formulare valutazioni per il futuro rappresenta una delle qualit
della scrittura istratiana. Non sono stati molti a capire le passioni, la fiamma dello
scrittore che, nonostante un percorso di studi che registra solo le quattro classi
primarie nel lontano villaggio di Baldovineti, appare come un autentico intellettuale.
La sua attivit continua, talvolta fanatica ma sempre coraggiosa, costituisce la ragione
per cui Istrati merita di essere collocato nella tradizione delle grandi figure non solo
della letteratura, ma anche della pubblicistica. In questo senso, specialmente la
produzione del periodo 1927-1935 rappresenta lapogeo della maestria artistica
dellautore. La presenza di tali testi permette al lettore di apprezzare meglio lonest e
la sincerit appassionate di un Istrati che ha sempre aspirato alla credibilit come
frutto del desiderio di esprimere la verit e i principi essenziali da condividere con gli
altri. Sono questi punti di riferimento che diventano essenziali per comprendere
lindividualit di uno scrittore che potrebbe essere considerato il simbolo della
franchezza in un mondo condizionato da compromessi che lascia poco spazio al
messaggio umanista attraverso il quale Istrati riesce a fare arrivare un contributo

nuovo, una voce diversa, unopinione ferma che, nonostante le critiche e le


controversie, si dimostrata lucida e, attraverso il tempo, ben fondata. Gli articoli
firmati da Istrati dimostrano non solo la sua capacit di capire le problematiche della
societ, di rivelare la condizione umana, ma mettono in risalto anche il talento innato
dellautore, padrone dei mezzi espressivi coltivati attraverso letture continue e
approfondite che si manifestano in una variet di sfumature compositive e
stilistiche, dalla evocazione lirica e struggente al tono serio e sarcastico. I suoi articoli
sono caratterizzati da una vibrazione interiore che attira permanentemente linteresse
e la partecipazione affettiva del lettore. Sono questi motivi sufficienti per includere
nel presente lavoro una serie di traduzioni, inedite in italiano, di alcuni scritti scelti
dalla vasta produzione in romeno e in francese - dellautore e pubblicista romeno e
considerati significativi per il destino istratiano. Articoli come Regina Hotel,
Tolstoismo o bolscevismo, Lettere a Gerson, Luomo che non aderisce a niente,
Aderire o non aderire, rappresentano testimonianze che, attraverso la traduzione,
offrono la possibilit anche ai lettori italiani di seguire in maniera graduale
levoluzione della sua scrittura, del suo stile, che si trasformano da una iniziale
semplicit giovanile ad una forma estremamente complessa e ben strutturata.
Nellopzione di un segmento cronologico il cui fascino risiede anche nello sviluppo
dello stile, si scelto innanzitutto larticolo Regina Hotel del 1906 che segna il
debutto pubblicistico di Istrati nella stampa romena, con unattenzione particolare alle
vicende dei lavoratori e ai rapporti tra questi e disonesti datori di lavoro. Segue poi
Tolstoismo o bolscevismo pubblicato nel 1919 a Ginevra. Per conoscere meglio
latteggiamento e gli intenti di Istrati subito dopo la visita in Unione Sovietica, si
ritenuto opportuno inserire le lettere mandate nel 1928 a Gerson, allora alto esponente
della GPU, la polizia segreta del regime sovietico.
Gli articoli Luomo che non aderisce a niente e Aderire o non aderire del 1933 si
aggiungono al percorso di Istrati e mettono in evidenza le sue prese di posizioni negli
ultimi anni di vita. Inoltre, larticolo postumo Fra comunismo e fascismo. Testamento
politico di un testimone del nostro tempo del 1935 chiude il quadro complessivo

delleredit istratiana che ci mette di fronte a un ribelle affascinante, un militante


costante, un idealista con il culto dellamicizia, della libert, della bellezza, della
verit, un intellettuale moderno, il primo dei prosatori romeni ad aver avuto fama
internazionale. Grazie alla sua opera, ma anche attraverso lampia pubblicistica,
Istrati dimostra di essere rimasto uno dei pochi intellettuali del tempo a non fare
compromessi con la propria coscienza, capace di mettere in evidenza una visione
moderna e attuale del mondo e della storia.
i

A tal proposito vedi, B.H. Liddell Hart, La prima Guerra mondiale, BUR, Milano 1999.

ii

L8 marzo in base al calendario gregoriano.

iii

Cfr. R.P. Browder - A. Kerenskij, The Russian Provisional Government 1917. Documents,
Standford University Press, Standford 1961; A. Biagini, In Russia tra guerra e rivoluzione, Nuova
Cultura, Roma 2011.

iv

Molte sono le opere dedicate alla guerra civile, per comodit di sintesi ci limitiamo a citare, W.H.
Chamberlin, Storia della Rivoluzione russa, Il saggiatore, Milano 1967; E. Mawdsley, The Russian
civil war, Allen & Unwin, London-Boston 1987. Sui complessi rapporti tra forze bolsceviche,
bianchi e potenze occidentali, J.M. Thompson, Russia, Bolshevism and the Versailles Peace,
Princeton University Press, Princeton 1966; R.H. Ullman, Britain and the Russian Civil War,
Princeton University Press, Princeton 1968; P.S. Wandycz, Soviet-Polish Relations, 1917-1920,
Cambridge University Press, Cambridge 1969.

A. Biagini, Storia della Romania contemporanea, Bompiani, Milano 2005, p. 70.

vi

Da tenere in considerazione il fatto che larmistizio con lAustria-Ungheria, firmato a Villa


Giusti, era entrato in vigore il 4 novembre.

vii

Cfr. C.A. Macartney, Hungary and Her successor. The Treaty of Trianon and its consequenses
1919-1937, Oxford University Press, London - New York - Toronto 1937; L. Valiani, La
dissoluzione dellAustria-Ungheria, Il Saggiatore, Milano 1985.

viii

Per un quadro generale della Romania in questi anni, J.M. Le Breton, Una storia infausta.
LEuropa centrale orientale dal 1917 al 1990, il Mulino, Bologna 1994; A. Biagini, Istoria
Romniei contemporane, traducerea Elena Dumitru, Editura Universitii Petru Maior, TrguMure 2012; I.A. Pop - I. Bolovan (edited by), History of Romania. Compendium, Romanian
Cultural Institute, Bucharest 2006.

ix

In seguito allUnione, la Romania viene infatti ad avere una superficie di oltre 295mila kmq. La
popolazione aumenta dai 7,9 milioni del 1915 ai 14,7 del 1919. Inoltre, tra i nuovi sudditi molti
appartengono a minoranze nazionali, tanto che a fronte di un 71,9% di romeni, troviamo 7,9% di
magiari, 4,4% di tedeschi, 3,2% ebrei e numerosi slavi di varia origine a cui si aggiunge anche la
componente zingara.

J.M. Le Breton, Una storia infausta... cit., p. 244.

xi

I.A. Pop - I. Bolovan (edited by), History of Romania cit., p. 586.

xii

I.A. Pop - I. Bolovan (edited by), History of Romania cit., p. 586-587.

xiii

Cfr. K. Hichins, Rumania 1866-1947, Oxford University Press, Oxford 1994.

xiv

G. Barthouil, Humanisme et politique dans loeuvre narrative de Panat Istrati, in Panat Istrati
notre contemporain Le livre du Centenaire 1884-1984, disud, Aix-en-Provence 1986, p. 111.

xv

P. Istrati, Le plerin du coeur, Gallimard, Paris 1984, p. 229.


P. Istrati, Opere alese, Editura pentru literatur, Bucuresti 1966, p. XLVI.
xvii
La trilogia appare nel 1929 con la casa editrice Rieder sotto il solo nome di Panait Istrati. Infatti,
lo scrittore romeno lautore del primo volume, Aprs seize mois dans lU.R.S.S. Gli altri due
volumi, Les soviets e La Russie nue appartengono a Victor Serge e Boris Souvarine che, per ragioni
di sicurezza, mantengono per lanonimato.
xvi

Bibliographie
A. Biagini, In Russia tra guerra e rivoluzione, Nuova Cultura, Roma 2011; id. Storia della
Romania contemporanea, Bompiani, Milano 2005; Istoria Romniei contemporane, traducerea
Elena Dumitru, Editura Universitii Petru Maior, Trgu-Mure 2012; A. Peregalli, Stalinismo.
Nascita e affermazione di un regime, Graphos, Genova 1993; B.H. Liddell Hart, La prima Guerra
mondiale, BUR, Milano 1999; C.A. Macartney, Hungary and Her successor. The Treaty of Trianon
and its consequenses 1919-1937, Oxford University Press, London - New York - Toronto 1937; E.
Mawdsley, The Russian civil war, Allen & Unwin, London-Boston 1987; E. ,
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E . , , 1977; I.A. Pop - I. Bolovan (edited by), History of
Romania. Compendium, Romanian Cultural Institute, Bucharest 2006; I. Livizeanu, Cultural
Politics in Greater Romania: Regionalism, Nation Building and Ethnic Struggle, 1918-1930,
Cornell University Press, New York 1995; J.M. Le Breton, Una storia infausta. LEuropa centrale
orientale dal 1917 al 1990, il Mulino, Bologna 1994; J.M. Thompson, Russia, Bolshevism and the
Versailles Peace, Princeton University Press, Princeton 1966; K. Hichins, Rumania 1866-1947,
Oxford University Press, Oxford 1994; L. Boia, Istorie i mit n contiina romneasc, Humanitas,
Bucharest, 1997; L. Valiani, La dissoluzione dellAustria-Ungheria, Il Saggiatore, Milano 1985; M.
dm, The Little Entente and Europe (1920-1929), Akademiai Kiad, Budapest 1993; M.
Coglniceanu, Panait Istrati: tentaia i ghimpii libertii, Editura Ex Libris, Brila 2005; M.
Iorgulescu, Spre alt Istrati, Editura Minerva, Bucureti 1986; id. Cellalt Istrati, Editura Polirom,
Iai 2004; P. Istrati, Le plerin du coeur, Gallimard, Paris 1984; id. Opere alese, Editura pentru
literatur, Bucuresti 1966; Amintiri, evocri, confesiuni, Editura Minerva, Bucureti 1985; Vers
lautre flamme, aprs seize mois dans lU.R.S.S., ditions Rieder, MCMXXIX, Paris; P.S.
Wandycz, Soviet-Polish Relations, 1917-1920, Cambridge University Press, Cambridge 1969; R.H.
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