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Capitolo 1 Il Padiglione Nazionale: indagine storica

Capitolo 1

Il Padiglione Nazionale: indagine storica

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Analisi storica e territoriale

La struttura oggetto di studio, il Padiglione Nazionale di Cisanello, propriet dell'Azienda


Ospedaliero Universitaria Pisana; ad oggi ospita il reparto di Ortopedia 1; al catasto
identificata dal foglio n35, particella n 7. Il complesso ospedaliero si colloca allinterno del
distretto urbano di Cisanello: esso comprende unarea piuttosto vasta che attualmente
parte integrante della periferia di Pisa.
Nellambito urbano il quartiere Cisanello solcato da tre grandi arterie viarie (via Cisanello,
via Monsignor A.Manghi e via Padre Pio da Pietralcina) che lo suddividono in altrettante zone
con diversa caratterizzazione sia dellassetto morfologico che di qualit degli spazi: il
complesso ospedaliero che comprende in s il Padiglione si trova nella zona 3 (figura 1.1).

Figura 1.1 - Suddivisione in Zone del quartiere Cisanello


Larea si trova lambita dal fiume Arno che ne costituisce un confine naturale circondandola
ad anello su tre lati: da questo fatto deriva con ogni probabilit letimologia del nome latino
Cis-anellum.
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Nel secolo XIX, fino a tutta la prima met del secolo XX, larea di Cisanello era connotata da
un carattere fortemente rurale. Solo

successivamente, e in particolare dal secondo

dopoguerra, stata interessata da un progressivo fenomeno di urbanizzazione, pi


consistente e disomogeneo negli ultimi decenni.
La nascita dell'edificio oggi denominato Padiglione Nazionale e ospitante il reparto di
Ortopedia 1, da collocarsi intorno agli anni '30 ed era destinato ad accogliere il Dispensario
Antitubercolare Provinciale. In questo periodo infatti era diffusa in Italia una malattia delle
vie respiratorie, la Tubercolosi. Per affrontare in maniera sistematica un problema sociosanitario allepoca molto grave furono emanate nel 1927 la Legge n. 1276 (Provvedimenti per
la lotta contro la tubercolosi) e il Regio Decreto Legge n. 2055 (Assicurazione obbligatoria
contro la tubercolosi).
La prima legge istitu obbligatoriamente, in tutti i capoluoghi di provincia, i Consorzi
Provinciali Antitubercolari, la cui azione preventiva, diagnostica e divulgativa doveva attuarsi
attraverso strutture quali i Dispensari Antitubercolari Provinciali costruiti nei capoluoghi di
provincia e le Sezioni Dispensariali realizzate in alcuni quartieri delle grandi citt e nei centri
minori di una stessa provincia, chiamati anchessi, comunemente, dispensari antitubercolari.
Queste istituzioni, oltre a svolgere la loro funzione, dovevano coordinare anche gli Ospedali
Sanatoriali, i Reparti Ospedalieri, le Case di Cura e le Colonie Permanenti per la cura della
malattia.
La seconda legge permise di predeterminare i mezzi finanziari per la cura dei malati. I
Consorzi ebbero lo scopo sia di promuovere e agevolare listituzione delle opere necessarie
per la lotta contro la tubercolosi , sia di coordinare e disciplinare il funzionamento di tutte le
opere esistenti nella provincia. Di conseguenza essi si trovarono ad essere il fulcro
organizzativo e amministrativo della lotta contro il bacillo di Koch e a dare impulso alla
costruzione, in tutta lItalia, di strutture adibite a questo scopo. I dispensari antitubercolari
divennero, soprattutto durante il periodo tra le due guerre, un importante punto di
riferimento per la divulgazione, la conoscenza e la prevenzione della tubercolosi su tutto il
territorio nazionale: in essi non si veniva curati, ma veniva diagnosticata la malattia da curare
in una sede pi opportuna. Per questo motivo i dispensari, non possedendo ambienti di
degenza, furono generalmente piccoli padiglioni ad uno o due piani, realizzati, talvolta, vicino
agli ospedali .
Per individuare zone adatte per ospitare tali centri si teneva conto che per combattere tale
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malattia era indispensabile scegliere dei luoghi con una buona qualit dellaria. Vengono cos
scelte come zone adatte ad ospitare le strutture Sanatoriali quelle di montagna o a ridosso di
queste, oppure zone arieggiate lontane dai centri abitati.
In un primo istante a Pisa, i malati di tubercolosi, vengono ospitati in due strutture, il
Convento di Santa Croce in Fossabanda e la Chiesa di San Jacopo in Orticaria, che rimarranno
poi sempre un punto di riferimento anche durante la prima guerra mondiale e soprattutto
per la pandemia del 1918. Ma questa decisione provoc una vera e propria sommossa
popolare degli abitanti della zona, che non volevano quei malati vicini alle loro case. Venne
cos individuata verso i monti una localit, gi di per s salutare, Cisanello e qui costruito,
intorno agli anni '30 un tubercolosario.

Figura 1.2 - Ansa dellArno

1.2 Evoluzione cronologica della struttura.


La data in cui part la costruzione dell'edificio si aggira intorno ai primi anni '30. La struttura
presentava, al momento della realizzazione, due piani fuori terra ed una pianta a forma di
E. La composizione del fronte principale era basata su rigidi criteri di ordine e simmetria
che caratterizzavano anche la distribuzione interna delledificio.
La parte centrale dingresso sporgeva rispetto alle due ali laterali ed era impreziosita da un
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frontone di forma triangolare di stampo neoclassico. Le ali, ancora oggi, sono perfettamente
simmetriche tra loro; il loro ritmo compositivo dato, nella facciata sud, dalla ripetizione di
setti ad interasse costante, mentre la parte terminale delle ali formata da blocchi
dall'aspetto compatto caratterizzati da aperture perfettamente allineate.

Figura 1.3 - Foto storica Padiglione Nazionale in fase di costruzione

Durante la II Guerra Mondiale l'edificio ha subito dei lievi danneggiamenti a seguito dei
bombardamenti e a causa degli atti vandalici dei soldati ospitati. Per questo motivo negli
anni '50 furono effettuati degli interventi di restauro che riguardarono il rifacimento della
copertura, delle pavimentazioni del piano terra e primo, degli impianti e degli infissi.
Tra la fine degli anni 70 e linizio degli '80 stata effettuata una sopraelevazione delledificio:
ne prova evidente il fatto che oggi esso presenta non pi due bens tre piani fuori terra. Da
un punto di vista tecnico la sopraelevazione stata realizzata in alcune parti creando telai in
c.a. poggiati sulla muratura portante del piano primo, in altre proseguendo lestrusione delle
pareti in muratura del piano inferiore. Tale sopraelevazione interess l'intera superficie di
copertura del vecchio fabbricato.
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Recentemente, nellanno 2000, il Padiglione ha subito un intervento di ristrutturazione


ampliamento e messa a norma nel quale non sono state apportate grosse modifiche
all'apparato strutturale (a parte il riordinamento degli spazi interni e la chiusura/apertura di
poche porte e finestre). L'ampliamento stato realizzato in adiacenza alla facciata Nord
dell'edificio e si sviluppato lungo tutta la sua lunghezza e per un altezza pari a quella del
piano primo della struttura esistente.
La nuova costruzione indipendente strutturalmente dalla vecchia per la presenza di un
giunto sismico.

Figura 1.4 - Pianta del Padiglione: la parte tratteggiata rappresenta lunit strutturale
preesistente mentre la rimanente parte le unit strutturali dellampliamento.

Figura 1.5 - foto prospetto SUD Padiglione Nazionale (nucleo centrale)


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Figura 1.6 - Foto prospetto NORD (ampliamento)

Figura 1.7 - foto prospetto EST (parte vecchia a sinistra, ampliamento a destra)
Allo stato attuale quindi, a seguito della sopraelevazione, lunit strutturale storica
composta da tre piani fuori terra mentre in pianta ha conservato la forma originaria.
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Figura 1.8 facciata angolo SUD/EST: foto e rilevamento termografico

Figura 1.9 - Foto aera del Padiglione Nazionale

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