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RICERCHE
IL CONCETTO DELL'ANIMA
PRESSO _GLI INDOEUROPEI
ATTRAVERSO LA TERMINOLOGIA GRECA
Se ii concetto assume la sua forma attraverso la parola,
che lo esprime, la storia del significato della parola rispecchia la
storia del concetto, o meglio si identifica con essa, illuminando la
infinita vicenda di elaborazioni soggettive e di influssi storici, attra.
verso 131 quale il concetto si formato ed evoluto. Di qui l'importanza, anche dal punto di vista della storia della cultura" di quell&i
indagine semantica cui i glottologi si sno dedicati con novit di
metodi e di intenti negli ultimi decenni (l).
Assai vaste e vario il campo di tal genere di ricerche, diversi
i punti di vista dai quali si pu operare e gli--scopi che si possono
perseguire: la testimonianza della lingua, in se stessa mcerta per un~
serie di motivi che non qui il caso di analizzare - primo fra tutti
il valore prettamente soggettivo del linguaggio - , si accompagna! e
siI integra con considerazioni di vario genere che, coordinate e organizzate, permettono di ricostruire con attendibile rigore metodico,
insieme con la storia dei 'termini che esprimono una idea, la storia
dell'idea stessa (2).
1. -
216
(5) U.
v.
WIL,'MOWITZ.MoLLENDORF,
Berlin, 1927,
p. 189 seg.
".
(6) . BOISACQ, Dictiomuzire tymol. de la" langue grecque, Parls, 1923', s. .,
BENVENISTE, Op.
w.
217
sii"
VV.
(9) Farse una sOla volta troviamo lo .&u(J.6 nell' Ade, in analogia n ljIuxi).
218
4ux"',
-i
(IO) lit. dUmai (umo , n. a. t. toum cc vapore, lat. furmr.s, sI. dyrrw (umo ,
gr. &tI(J.6~, 3cr. dhuma (C fumo .
(11) ERNOUT-MEILLET V. fUlRUS; CHANTBAINE, Op. Cit., pago 134.
(12) Trattandosi per il greco, oome per le altre lingue, cii. parole derivate eoD
lo stesso suffisso mo da una stessa radice.
(13) Nello atndio della strati grafia i.e., mi SODO basata contemporaneamllntq
6ui criteri morfologid del Meillet e della ma 8no18 (v. particolarmente A. MEIL'
LET, lntroduction ftude comparative de, lItm.gues inJlo.europetUJ!!S, VII ed.,
Parigi. 1934; E. BENVENISTE, Originesde la formoticm dea rwrm eri. indoeu!o,
pen, Parigi, 1935) e IIU queN:i areali del BUTOLI (ripresi ultimamente in Paleon
,~logia. li1iguUtica nello luce deUe rwrme spt:8wi, Atti deIae R. Ace. deBet Scienze
id" Tonno, voI. 80, 1944-45, ~. 3 segg.), del PISANI (Geolingu.istica e lndoeuropeo,
Roma, 1940; Le linpe indoeuropee, Milano, 1944 ecc.) del BoNFANTm.
219
;:
materiale e spirituale che le parole del tipo )(.cXmJ~ avevano assunto. Con allargamenti e suffissi varii, si trovano poi in tutte le
lingue i. e. altre forme della steSSa radice di .9'u!L0; quella allargata in -s presenta una grande variet di significati, che il caso di
esaminare particolareggiatamente. II gallico, forse il latino, il gotico (14), hanno concordemente un sostantivo nel significato di ({ hestia feroce l). demone l), vicino al quale nel gotico ' conservato un
vocabolo nel senso materiale di polvere l); le lingue baltiche presentano varie forme della radice con il significato materiale di respirare , essere ansimante ., sospiro , nel gruppo germ'anico vicino a un verbo che significa spegnere nell'anglo-Mssone, e a un
m.a.t. distruggere (15), si trova un nome con il significato di bestia feroce , affine a quelli gallici e latini gi citati. Infine si riconnettono allo stesso gruppo il lat. luro agitarsi, particolarmente
detto dell'uomo, in senso materiale e spirituale (v. Prop. III, 5, 40
Tisiphones atro si furit angue caput) e solo poeticamente (v. Virg.,
En. VIII. 404) dell'acqua c del vento, e il greco .9-u(r) (16) infurio 11.
~U\cX, .9-utllt baccante, .9-ua.9-~ tirsi . Sempre nel latino infine si
connette forse a questo gruppo (17) l'aggettivo feralis, che d nome
alle feste dei morti Feralia (18); nelle lingue slave troviamo molti
derivati (19) nel senso di soffio, respiro , poi spirito: la presenza costante del significato materiale accanto a quello spirituale fa
pensare che quest'ultimo si sia sviluppato\ tardi, probabilmente per
influsso del gr~co. Anche le forme allargate in - s della radice di .9-u1L6
si trovand dunque diffuse su tutta l'area indo-europea, ma a differenza del gruppo di .9'uII-6, che solo il greco ha innovato nel significato, hanno valori molto varii e disparate forme morfologichc (20).
-,--
_i
(14) G.al.l. dwios demone; lat. bestia Feralia, furo; goto dius bestia feroce , dust polve~ D .. La appartenenza a ~esto gruppo del lat. bestia,
di;cUsso, spiegata foneticamente dal WALDE (100. Forsch. XIX, pago 106) e con
ermata, mii pare, semanticamente da derivazioni pamllele, oome quella dti /uriae da
Iuro, MCXLVMI~ da (.till<J, arUrrl(Jl da anirrI(J.
(15) Ags.
spegnere D, m. a. t. tossen, flCl'. dwtm1S6ti rovina , a.
a. t. tior, ags. deor bestia feroce D.
(16) Da dhus .io .come &UL~, &utor; da dhusia attestato in Es.
A ' (l?) V. SCHRADER.NEHRING, cit., I, 37; WALDE, Lat. et. Wb.; MULLEa !zN.
ltltalisches Wb., ~ttinga, 1926, 513.
(18) Con lo stesso suffisso di animal da 4nrrI(J.
(19) Dalila radlice a grado zero dhus.
(20) Dalla stessa radice troviamo, pre regolannente diffusi eu tutta l'area
~e .. allargamenti in .1, con il senso prevalente di polvere, filmo D e una innowiZlO~ dd medio irlandese nel 8eOSO di desiderio (Iit. dlilis fiaccola , m
. duil desiderio , lat. luligo, gl'. &uio(.tcu, ser. tlhuU, polvere.D) e in -n,
(~"fi
h Slgnl cato odore, fumo (a. isl. daum odore; goto dauns odore , sf
ulg.) duno soffiare , albo (tosk.) den purificare oo~ fumo , gr. &UllCa) in
mvae.toon
r'" .
lU'io
&CI'.
dlmnott si muove .
220
Se mettiamo ora a confronto i varii gruppi di vocaboli che abbiamo finora passato in rassegna, notiamo subito come le innovazioni
tipo .9-u,.,.6<; e animus 'siano isolate nelle singole lingue, mentre le
parole derivate rispettivamente dJllla stessa loro radice hanno, nel
senso materiale, una diffusione regolare ed uniforme; pi complesso
il caso dell'allargamento in -s della radice di .9-ul-'o<; che pre<;enta,
su tutta l'area i.e. occidentale (gallico-latino, gotico e probabilmente
greco (21 una innovazione comune nel senso di demone (( essere
agitato , che appare dunque anteriore alle innovazioni isolate gi
citate, anzi. come vedremo, ne uno dei presupposti.
Nel senso di (( fumo , il greco ,9-uI-'6<; stato sostituito ds
XClt'lrV 0<; , parola che si connette a un XcX1tu<; attestato in una glossa di
Esichio col significato soffio, anima (22), certamente antico e per
la sua forma (23) e perch la sua esistenza presupposta dal deno
minale cX1tOXClt'lrUW, usato da Omero nel senso di esalare , non lon
tano da un valore spirituale: X 467 . &'7t' 3 4u:x.~v ixcX7tUa'Il'E. Nelle
altre lingue i.e., troviamo, con modifiche varie e significati a prima
vista molto disparati; numerosi vocaboli contenenti la stessa radice.
Il significato spirituale che, nei casi di .9-ul-'o<; e animus, isolato
in lingue singole, e nei derivati da dhves limitato ad una parte del
l'area i.e., qui coesiste ovunque con quello materiale, mentre le steSo
se irregolarit fonetiche e morfologiche che questi vocaboli pres en
tano, sembrano attestare il lavoro che su essi stato compiuto nel
lungo volgere dei tempi (24). Vicino al significato concreto di nebbia, vapore . antico perch conservato in aree laterali dal sanscrito
e dal lit., troviamo, come nel caso di .9- UII), un verbo con il senso
di (( ondeggiare, essere agitato , che assume nel sanscr., nel lat. I
nel greco, un significato spirituale (25): in sanscrito il significato
4. -
ljIux~,
nveuILcx.
da
221
adirarsi , ancora pi vicino a quello materiale di essere agitato , attestato nell'aggettivo irrequieto: uno sviluppo parallela
troviamo nel greco qua,ndo .9-ulJ.6 assume il senso specifico di ira.
Pi radicale l'innovazione del greco, che dal nome de~ soffio crea
una parola che indica l'anima; in latino, essendo il verho cupio danominale e' presentando esso uno sviluppo semantico ricalcato su quel.
lo di ?'L.9-U!Le da .9-ufL6/;, potrebbe essere esistito un sostantivo sopraffatto poi dall'innovazione animus - analogo al gr. xci1t'u~: tro.
veremmo cos in questi due termini il precedente comune al greco e
al latino, delle innovazioni posteriori del1e due lingue, che creano
COn lo stesso suffisso da due parole diverse di significato analogo, i termini per indicare l'anima, .9-u1l-6~ e ammuso Il suffisso - E-t0~' molto
frequente in greco, poco diffuso in latino (26); il gruppo di .9-u/L6
pi antico che non quello di animus, in epoca storica e preistorica
(v. il caso di 1t'L.9-U lJ.l!) ClI'pio) assai forte l'inflUBSO del greco sul
latino: tutto fa ritenere che il valore spirituale si sia affermato nel
greco .9-u!J.o e quindi analogicamente si sia trasformato il significatodi animus: altra traccia della fase pi arcaica dell'irraggiare della
grecit sul Lazio (27).
5. - In greco, oltre a quelli che abbiamo studiato particolareggiatamente, esistono pure altri termini che indicarono prima il soffio,
iI respiro, poi l'anima (28), e cos nelle altre lingue i.e. (29): si tratta
m{1glio comprensibile lo sviluppo del significato: avremmo cos qui un'ailtra traccia
dei molti legami che debbono aver unito le paro~e dei gruppi di xot'lt'll6; e .&0. v.6; in epoca preistoriea.
(26) V. MEILLET-VENDRYES, Trait de grammaire compare des langues classiques, Paris, 1924, pago 354.
(27) v. G. PASQUALI, Preistoria del~ poesia rQma1UJ, Firenza, 1936. Satumio
e sostTato, Studi ital. dij fil. cl. , N. S. XIV, I.f137 , G. DEVOTO, l primi grecismi
nella lingua latina, Mlanges E. Boisacq, Bruxelles, 1937, p. 32732.
(28) Lo sviluppo di 1NeufLot al significato epirituale recente e ci pu servr&
tutt'al pi analogicamente di conferma a fatti preistorici; altri vocaOOli sono molto
pooo diffusi, come ~o~ . 'ltWU ILot attestato in una glossa di Esidlio, d.erivato dal
tema di &'1/ILI, e &n'/L6'11 T 'It'lleu!J.OC, & n'ILot' !p).6~. Il sostantivo 'lt(J.cpt~ (v.
NEIIRING,
Die Seele als Wasserblaoo, IF 40), usato due voIlte da Licofrone (Al.,
1106 e 686) e spiegato da Es. 'It~!L !pt~ 1N6'1/, tjloX+', xcd o[ TO\) 'ij(oo &XT(W~
si connette con 'ltO fL 'P(~ soffio; le spiegazioni etimologiche che sono state tentate,
non appaiooo soddisfacenti: il suffisso, prettamente mediterraneo, fa pensare no~
si tratti di voce indo.europea.
(29) V. l'amumo anjn anima cui corrisponde in svedese la parola che si
gnifica nebbia, hog, opP'. ogi fumo ll, sunc fumo ( respiro anima ll,
connesso a un gruppo Le. col significato Il respirare II ~re affannato ll: lit. sv
tznksti respirare , a. isl. hvoesa essere affannato , Ber. vOsiti respira: v.
~idn Huschardzau 885, Meillet MSL X 278, PedeI1sen KZ XXXVIII, 158; Wa'derokorny I, 474.
222
A.
MEILLET,
pago 132.
.
.
(31) V. GRIMM, Worterbuch 8. v.: nel nord, nella lingua dei marinai sign~fica
vento violento ; nella Bibbia di Lutero traduce spiritus anche in senso materiale.
(33)
tJeDdice.
(34)
ScHRADER-NEHRING,
Reallex , I, 640.
223
Ahura-Muzda.
6. ---' Esaminato cos il inateriale di cui disponiamo, vediamo quali conclusioni se ne possano ricavare: le parole pi antiche
che indicano l'anima, sono connesse con un'idea di movimento veloce,
agitato e passano facilmente o al senso di ira furore , o a quello
di fumo , nebbia vapore: lo spirito vitale, cio, non concepito come una entit astratta. sepa-rata dal corpo, ma come un
fluido dotato di grande mobilit che lo agita dall'interno ed d!
natura m'ateriale, bench pi leggera del corpo: ce lo dimostrano'
i gruppi di l(b~ e di ,o.,sCa), i pi antichi ai quali possiamo risalire,
nei quali il senso di soffiare, esalare.D appare in un secondo tempo
e del tedesco Geist, scr. hinoti si muove D. Agitandosi nelle cose,
dunque, lo spirito vitale d loro vita e movimento: nelle cose, dico,
perch lo spirito vitale - non ancora. il caso di parlare di anima.
- non esclusivamente proprio dell'uomo, ma comune a tutti glJ
esseri e personificato in demoni: linguisticamente questo attestato
dal nome sanscrito dei demoni, gli Asurah, derivato da asu, dal Gal.
lico DUlSius, citato da S. Agostino (De civ. dei, XV, 23: quosdam
daemones quos dusios Galli nuncupant ... ), connesso col tema di &~Ca).
(35) L'etimologia del ted. SeeZe, ingl. soul, soVl'appostisi, con pieno valore
mand {( Die &ele M.S.L. XVI: il significato materiale sarebbe attestato in Ulfila
nei verbi gtJS-seljan animare , un.Yeli inanimato; una nuova etimologia proPone J. WEISWEILER, Indi. Foischl., LVII, 1939, p. 25 segg.
(36) v. OLDEMBERG, La Religion du Veda, trad. Hoory, Paris, 1903, p. 447 es.;
iMAssoN OURSEL, Esqui3se d'une histoire de la Philosophie lmJ.enne, Pari s, 1923,
p. 56 segg.; BOHME, citJ.
(37) Apiina l'ispirazione, Vriina il mantenimento d,elb vita durante le
momentanee intemIzioni delila respirazione.
(38) Uhlemheok voce asu.
224
(39)
V. WACKERNAGEL,
aul Irr&a,
CI:
225
Compiuta l'identificazione dello spirito vitale con il respiro, dello spirito dei morti con l'anmla dei vivi, si giunge infine, almeno nelllll
lingua pi elevata, al concetto dell'anima come principio astratto e
spirituale, che la filosofia greca ha trasmesso al cristianesimo e il
cristianesimo ha diffuso nel mondo. Quest'ultimo stadio, in atto nella
storia, frutto della pi progredita speculazione filosofica e si veri
fica attraverso una serie di trasformazioni che (anno perdere ai termini che indicano l'anin$ il loro valore etimologico materiale; lo rispecchia fedelmente in greco e in sanscrito ~ le lingue delle civilt
pi progredite - la storia delle parole che indicano l'anima nei varo
autori; nelle altre lingue la trasformazione del significato dei varii vocaboli attestata nei suoi risultati, pi che nei suoi sviluppi, e per
mancanza di documenti e sopra tutto perch avvenne in seguito a prestiti e a costruzioni analogiche. pi che per svilu.ppi graduali e spontanei. Cos in latino il 8010 termine animus, si pu dire. Ca riscontro
alla ricca sinonimia del greco, e lingue come il gallico, il germanico,
lo' slavo, piuttosto che testimoniare i nuovi bisogni delle concezioni
filosofiche astratte, ci conservano pi fedelmente di altre che presentano testimonianze di gran lunga pi antiche, l'attestazione di concezioni preistoriche.
.
7. - Passer ora breve~nte' in rassegna i termini appartenenti
al secondo dei gruppi in cui lo Schrader ha distinto i nomi dell'anima, quelli che designavano in origine un organo corporeo. In greco il
pi diffUISo fra questi termini fpiv~, che gi nella lingua omenca
si trova usato per lo pi con il valore del tutto spirituale di mente ,
ragione , prevalente nel denomina.]e !pt)ovl(a) e nei suoi derivati. La:
funzione sintattica pi frequente del vocaholo per, --' usato per lo
pi al plurale e 8pe8sissimo in determinazioni locative: al dativo con
o senza la preposizione 'tl, all'accusativo retto da XI.It'rti, o in accusativi di relazione, - e il suo Uso quale soggetto di verbi come 'rpol'6>
(v. Kl0 'rpo!loov1'O 3 01 <pp'l, i'l'ro e in espressioni come N 394
226
~ )
't-'
t-'.
. d'
. eycx o IPpove:~v, ma che, e8E{;ndo connesso con una serie di vocaboli I.e.
lO Icanh anche ,Parti .del ~corpo, potrebbe rientrare nel gruppo in esame.
(48) gr. O'T7)VLOV O'T7)&~ Es., armo stin; av. 'stana cc petto femminile; ser.
lltanah c( petto .
cit.:
227
_._--
-I
(49) a. a. t. stirna fronte; lat. sterno; albo strin allargo; gr. " .. 6p'olutL~
allargo , a-r pvov; 8V. star sternere ; scr. s!rnati spal'gn .
(50) v. SCHRADERNEHRING, S. v. Kiirperteile.
(51) v. ERNOUT.MEILLET, s. v.
(52) v. Es. repotre(8e:c;' cppve:C; ~ o -r6reoc; I$reou rxl tppvtt;
(53) v. Pind., Pyth, V, 90; 01., XI, lO; Esch., Ag., 380, 802.
(54) M.S.L. VI, 18; foneticamente e morf&logicamente l~ connessione possi:
bile, rieultando il vocabolo formato col suf!. . id che proprio del gr. e S1
trova in altri nomi indicanti part d:el corpo (v. CHANTRAINE, cit., p. 337) dallo
stesso tema del lat. corpus, SCI'. krpa bellezza, a gEI. mid-/(h)riff, a. friso midref
{( diaframma, a,. pruss. kermens corpo .
228
(55) L'ilJDQvazione trov:a confenna nel fatto che proprio & elesse due Hngue
.'Presentano tennini isolati, quindi recenti, nel senso di corpO, gr. O'c, ","cc, geJ1ll
Leib.
(56) Ace. di relazione, percb gi in Om. ~TOp ha solo i casj retti.
,
(57) E. BENVENJSTE OriginN de la lormntion dea 11,01118 evi indo.europffi.
Paris, 1935, pago 1.22; i84.187.
.
. .
(58) a,. irl. inathar intestini; a. a. t. lId'ara vena; inn-adiri inteSum l''
'8. bulg. jadra seno ; sI. jUdro ventre; gr. ~TOp. ~'rpov o: ventre D.
(59) Necessaria per la mancanza di un tennine antico per esprimere tale cw.Jl'
cetto; il pa.ssaggio di significato non isolato, ma 8i. trova per es. nel! i&tt. hll'a
~
vena D,
gl'.
229
do pi spesso usato in senso proprio, ma destinato a seguire assai facilmente, per analogia, lo stesso sviluppo di xijj) - f.a parte invece
di un gruppo di Le. molto antico che, in forme diverse, si mantenuto in tutte le lingue (60); anche in lat. il senso translato molto
diffuso, anzi pi frequente presso gli scrittori pi antichi; in scr. comel
in gr.ia forma non. allargata hrd, indica il cuore pi particolarmente
come sede di sentimenti, o anche i sentimenti s-tes.si, mentre hrdaya
mantiene a preferenza il significato fisico di cuore ,, o tutt'al pi
fissa in questo la sede di sentim'enti. Dei vari i allargamenti che la parola ha subito e dei derivati (diminutivi ecc.) che si sono formati numerosi, si pu ricostruire, almeno a l'arghissime linee, una successione cronologica con l'aiuto della grammatica comparata, ma impossibile individuare o attribuire a forme particblari i sin,goli significati che la parola ha assunto.
Comune a tutte le lingue il primo stadio dello sviluppo del
significato, quello nel quale cuore indica la sede della forza e del
coraggio, tanto che nel ser. il vocabolo pu indicare astrattamente il
coraggio stesso, con la confusione, caratteristica della mentalit primitiva, fra soggetto e oggetto, fra chi prova una sensazione e la sensazione stessa, fra ente pensante e cosa pensata. Particolarmente avanzato nel greco e nel latino lo sviluppo verso il significato metaforico,
ma con la tendenza a indicare piuttos,to la forza vitale, l'individuo in
genere, che non una sua sin go l,a passione.
Il termine X6ol,;, infine, significa in Om. ira) e fiele e non
esiste, come presso gli scrittori posteriori, la distinzione fra' x6oc; e
XQ),~. Mentre per sono pochissimi i casi nei quaIi X6oc; indica il fiele
(n 203), si pu notare come il X6oc; non sia sempre proprio degli
stessi organi (J 646 ot3livt~CXL xpcx8lTj x6Cj):, 1436 X6oc; !(L1t'tae: &U!L(ji)
e eOIDe il sostantivo che lo indica si trovi unito a verbi di significato
generico che, mentre ben si adattano ad essere associati a un termine
indicante una passione violenta, ,che agisce sugli organi, ma da.
essi indipendente, non indicano, soprattu.tto usati con una certa variet, l'azione diretta di un organo: A 387 'A~pe:lw'VCX 8' hEL~CX X6oC;
~&~EV; 6. 23 x6ot; 8~ (LW 4ypLOC; ~peL; 1436 cito ecc. Il valore ira
e Inoltre presu.pposto dalla formazione, gi antica, del denominale
XO6(,)
jo.-
l!rztd'(~O) a. irt cride; 'lat. cor; rito sirdis; a. a. t. herza; ~r. x'iiP, XlXp a,cx; a. si.
ICI; anno sin; itt. kardi cuore; SCf. ht-d eocaggio . hardi- hrdaya {( cuore.
11
(61) TI preso che eausativo, ed l'uni~a Canna che potrebbe far pensare a
senso bilem movere, posteri()l'e all'aor. Ixo6l&'r)v e al perlo XEXOW\UXL
e hanno ilaignificato rin_ivo adlirarsi: v. MEILLET-Vli:NDRYES, op. cit., p. 233.
d:
230
~ fpl~
(62) . . isl. gali!. <efiele ; gulr cc gialFo ; l8t. feI, bilis, helvus; lit. zeli
verdegglare; tulzis fiele; a. sI. :z:lici fiele , zliti c( giallo; gr. X6o~
X6lp6~; avo zra fiele , zaray gi.al~) ; scr. hari c( giallo . . f.
(64) La trasformazione del significato, otlre che da1l!'inllu8S0 del greCO e a.
vorita dal valore di cc amaro cc velerw (!he un sostantivo indicante il fiele P"?
facihnente aSoSumere, e dall'opposizione a mel che iruli(!a inveoce tulto quanto e
dolce e piacevole: v. Pl. Caso 223 ecc.
279
(65) Per 1'alternanza iniziale f /b. v. TERRACINI, C( Studi etruschi , III, l
~g.; BARTOLl, Silloge Ascoli, Torino, 1929, p. 63 segg., Riv. di fil. e ietr. c. ,
LVI, p. lll.
(66) v. Grimm, IV, l, A 1184; Falk Torp., I. 2005.
.
(67) Tac. vsar o S(!r. asrk, itt. eshar, armo ar.iwn, lat. assaratum, )'it. asJTI5.
231
232
233
(0) La differenza fra .&u",6c; e (.t~ si rispecchia in quella fra i dine deriVati &u(.toijO'&cx~ e !Uveoetve~v, dei quali il primo, medio, indica, come gi abhiamo .veduto, ragita,rsi intimo dell'anima in preda lill'i'ra O' la passioni violente,
!J,eveoetvew,
attivo, detto piuttosto dell'ira in quanto spinge all'azione, o a
stento oontenuta o simili. v. O 60.
(71) Il carattere prettamente spirituale d!e1J significato del vocabolo, del re6to
chiaramente rneSISo in rilievo dalla glossa di Es. (.tvoc; tcsxul,;, 8uvIX (.t~. py~ 1:).!J,cc, ~tcx, .s-u!J.~, ..'j(.toe. vo~, ljIux~, appare in Orn. dal faUo .che (LtVOC; si trova
lPiI spesso in 4:ornplementi diretti oche oomunque specifichino la qualit, la misura
dell'energia, la sua presenza o la sua mancanza" mai, per es., in determinazioni
locadve, o precisate da preposizioni; cos (Ltvoc; entra in oomposizione con avverbi o particeHe che indicano un suo mono di essere
(8\l0'!J.e:v~,
e(LEV~,
1tSP!Le:v~t;) non con Il'"eposizioni 4:orne iv, XIX'I'!X ecc. (i(.t(j)pov~(j) eoe.) e iD
nomi propri (Mv'l', MeveMot; ecc.).
(72) v. Grassman 993.
(73) v. OLDEMBERG, cit., p. 447 e segg.; MASSON OURSEL,
BELLONI.FILIPPI, cit., p. 5.
234
vole quello in -tei, antico perch diffuso su tutta l'area i.e. (76), con
il significato d anima pensiero, sviluppato in lat. a quello di:
mente (77), e una innovazione nella zona centrale nel senso d~
(( ricordo; pure le altre forme di questa radice presentano per lo pi
il significato pensare (78), ma le lingue che conservano le attesta
zioni pi antiche, il greco e il san.scrito, hanno entrambe, nei derivati,
oltre al senso intellettivo, quello di anima (gr. V-voC; V-tv-v~(j(6lj
scr. manah e matih). TI significato di V-voC;, e manah, insieme alla!
esistenza in gr. del verbo V-v-o'.IiY. sono agitato, desidero e al senso
di moto, di attivit costantemente implicito in P.vo, aVVlCllla que
sti vocaboli a quelli del gruppo thw- con allargamento in -s, connessi con un 'Senso di movimento e permette, mi pare, di conc~u'dere
che il significato anima conservato nel gr. f.tvo e nel scr. manah,
sia il pi antico al quale si po!ssa' risalire per i termini con radice
"'men: da esso, in et m'olto antica, si sviluppato il senso pensare che, nelle lingue nelle quali rimane an~he il significato anima , si conserva pi vicino a questo (scr. munih personaggio ispirato; gr. MvT(p), nelle altre passa tanto pi facilmente ad indicare
il pensiero e la mente, perch pare mancaSsero nell'Le. antichissimo
termini di questo significato (v. VOUC;; l,at. mens ec~. isolati nelle
singole lingue almeno nel significato).
lO. - Il termine p.vo fornisce, mi pare, uba attestazione importante per ricostruire forse il momento pi antico al qua,le possiamo
risalire nella storia del concetto dell'anima presso i popoli i.e.; siJ
tratta di un termine arcaico, in quanto diffuso su tuiUa l'area ind.euro (79), il cui significato per lo pi trasformato, ma nel quale,
come suole accadere, non sono perdu:te del tutto le tracce dello s,tadio
precedente, attestato in qU'esto caso dal g~eco in un termine poetico
e in sanscrito: anche qui non si tratta dell'anima nel seniso completo
della parola, ma di una forza attiVa ancora, distinta dallo spirito de~
(76) Lit. mintis. ricordo; goto minds ricordo ; ~at. mens; a. sI. meti ri
eordo, scr. matm.
(77) Pare non esistesse, nelile lingue i.e. pi antiche, ii ooncetto della me~te
oom" centro attivo, sede e principio delle facolt intellettive, poicoo ie varie lingue si erano create indipendentemente per indicado, voci che l'~solamento geografico chiaramente dimostra recenti: ( gr. voi) t;;, lat. ratio ecc.).
(78) acro mantar per!satore; gr.MbJ"t'CI>p, lat. mentor; scr. matah pn.siero ll,
avo mato, Ht. mintas, lat. mantus, forse gr. cx't'o.lLcx't'o~ ser.
personaggio ispirato, goto muns pensiero ecc.
(79) Forse la sua fonna grammaticale la regola,rizzazione di un'alltra ancora
pi antica: V. CHANTBAINE, Grec /.f.evecx!vCl>. Melanges JOOe11seIl, Kopenaghen, 1937,
pagg. 205 segg.
mun"
235
--(80)
V. PASQUALI
DEVOTO, app.
citt.
236