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In un mondo pieno di teorici di tecniche del canto nuove o arcaiche sarebbe forse il caso
di fermarsi a riflettere e iniziare a dare ascolto sia a grandi artisti del passato che ad
artisti capaci di dimostrare di saper oggi veramente cantare.
Andreste mai a lezione di violino o pianoforte da gente che non capace di suonare
veramente bene il proprio strumento? Certamente no. E allora perch chi non capace
di cantare, o piccoli o grandi teorici dovrebbero chiamarsi "maestro"? Se la risposta
NO, leggete dunque nellappendice allarticolo alcune interessantissime testimonianze
di grandi cantanti, il cui valore testimoniato, tra laltro da registrazioni immortali.
E qui sorge un altro contrasto: quello delle opinioni, tra loro avverse, degli scienziati
della voce. Ma il cantore deve prescindere da elucubrazioni analitiche e applicare
lopinione che nasce dallesperienza viva del canto e dalle urgenze di problemi che
talvolta si presentano improvvisi alla ribalta, nel pieno svolgimento dellazione scenica
e del canto. - (Giacomo Lauri - Volpi, Misteri della voce umana Ed. DallOglio - pag
77- 78)
Appendice:
TESTIMONIANZE
RESPIRAZIONE
DI
GRANDI
CANTANTI
SULLA
basato unicamente sul respiro, e il respiro bisogna farlo sul diaframma; il diaframma ha
una grande importanza."
Masterclass di Beniamino Gigli a Vienna nel 1955
Carlo Bergonzi sullimportanza della padronanza del fiato, fondamento della
tecnica vocale:
..ho potuto cantare a fianco di grandi tenori come Gigli, Schipa e Pertile. Ai quali
chiedevo consigli tecnici negli intervalli: Commendatore, come respira Lei per fare
quegli attacchi sul passaggio?. E Gigli rispondeva: Caro, mettiti la mano qua sopra il
diaframma mentre respiro. E per darmi un esempio attaccava la prima frase di Mi par
dudir ancor. Ci sono tanti che dicono oggi: S, ma una tecnica vecchia!.
Sbagliano: la tecnica una ed basata sulla padronanza del fiato; linterpretazione
semmai a mutare con gli anni.
( da un'intervista a Carlo Bergonzi, pubblicata sulla rivista "MUSICA" nel febbraio
2009 )
Conversazione tra Arturo Toscanini e Giuseppe Valdengo:
"Soltanto il fiato deve essere sempre in colonna col suono, naturalmente perch, se
manca il fiato, addio linea di bel canto!"
(Tratto da "Scusi, conosce Toscanini?" Musumeci Editore 1984, p. 77)
Intervista a Lauri - Volpi a Busseto, il 12 giugno 1976:
Dissi a Toscanini Maestro sono dieci volte che esco e il pubblico la chiama, venga
allora siamo usciti altre cinque volte. Quando si chiuso il sipario mi disse Senta Lauri
Volpi, io il tempo lo sento come lei, ma non credevo che un essere umano avesse la
forza di ricuperare i fiati, di prender fiato e arrivare con questo impeto fino alla fine: io
credevo che lei crepasse
Intervista a Giuseppe Valdengo, a Parma il 9/4/1977 in casa di amici:
Lei insegna canto. Qual la cosa che insegna per prima?
Il fiato: si canta col fiato. Poi i vocalizzi. Ci vuole del tempo e tanta pazienza prima di
arrivare
alla romanza. Insegno quello che so.
Intervista a Mariella Devia, 28 settembre 2010:
"La base tecnica del canto sicuramente il fiato; io ho fatto molto lavoro su di me,
ascoltandomi, facendomi ascoltare."
Intervista al Tenore Ugo Benelli:
"Ha qualche consiglio per i giovani che stanno studiando su cosa auspicabile fare
durante lo studio e cosa, invece, assolutamente da non fare dal punto di vista tecnico?
- La cosa principale cantare sul fiato, ma spiegarlo assai difficile. Montarsolo
diceva che il corpo dovrebbe essere come nel sonno, eccetto il diaframma e la colonna
del fiato. Bruscantini consigliava di far mettere agli allievi una larga cintura sotto il
diaframma (e lui lha fatto tutta la vita) per abituarli e ricordar loro dove si deve
appoggiare il fiato che si inspirato. Io parlo di morbidezza, di onde del mare che si
infrangono dolcemente sulla scogliera. Trovo che quando si parla di legare o di
appoggiare si debba pensare come ad una scavatrice o ad una vanga che deve
raccogliere qualcosa. e trovo che una posizione con il corpo che tende leggermente in
avanti pu facilmente aiutare per trovare il giusto supporto. Quello che non si deve
assolutamente fare cantare con le spalle che si alzano ad ogni presa di fiato, con la
rigidit del corpo e tenendo la testa troppo alzata, perch si va facilmente a finire in
gola. La Simionato durante la registrazione di Cenerentola mi diceva: Piccinella, gi la
testa. Un consiglio che fu assai prezioso.-"
(tratto dal sito "operaclick")
Intervista a Luciana Serra
...La voce sempre proiettata fuori con bocca ovale dando molta importanza alla parola.
La respirazione uguale per tutti (soprani, baritoni, tenori, ecc.), le agilit devono averle
tutti (tratto dal sito "operaclick")
Intervista a Jose Carreras
"La mia impostazione tecnica quella di sostenere sempre il suono sul fiato e non
chiudere mai la gola"
A proposito di Luciano Pavarotti:
Nel modo di cantare di Pavarotti non tutto era allo stesso livello (per esempio le
mezzevoci), ma le fondamenta erano solidissime: respirazione da manuale, appoggiata
sul diaframma, voce in maschera, passaggio di registro corretto e, di conseguenza,
acuti facili e squillanti."
(Alberto Mattioli su Luciano Pavarotti nel libro "Big Luciano"Mondadori, 2007)
Intervista a Gabriella Tucci:
"Attualmente un'altra attivit importante nella sua vita professionale l'insegnamento.
Su cosa basa essenzialmente la sua didattica?
In genere il mio insegnamento subito a 360, nel senso che si affronta il canto nei suoi
aspetti tecnici, in particolare insisto sulla respirazione (poco e malamente insegnata
oggigiorno)"
(tratto dal sito "operaclick")
Intervista a Bruno De Simone:
Sesto Bruscantini (...) mi aveva ben presto ammonito : sappi che con le tue
caratteristiche interpretative sicuramente ti affideranno quanto prima i ruoli del Buffo
ma aggiungeva dovrai essere ben preparato per eseguirli, mantenendo la tua vocalit
salda e ben tornita, non solo agile e spedita nel sillabato, e per questo devi prima
imparare bene il Canto legato sul fiato, che la base per una corretta emissione vocale;
altrimenti puoi rischiare di divenire solo un buffo parlante!"
(tratto dal sito "operaclick")
Parole di Sonia Ganassi mezzosoprano belcantista d'agilit (anche soprattutto
rossiniano) : <<ho sempre fatto e faccio agilit sempre usando un grande controllo del
fiato...con tanta tecnica...nulla si fa, neanche un suono si fa senza tecnica, il canto
tecnica, il canto lavoro sul proprio strumento continuo e serio>>!!!
(Click qui per il video)
Luisa Tetrazzini:
"Bisogna capire il funzionamento di polmoni e diaframma e dell'intero apparato
respiratorio, poich il fondamento del canto la respirazione e il controllo del fiato.
Io respiro basso gi nel diaframma, non, come fanno alcuni, in alto nella parte superiore
del petto. Tengo sempre un po' di fiato di riserva per i crescendo, impiegando solo ci
che assolutamente necessario, e riprendo fiato ovunque sia il punto pi comodo per
farlo.
Un cantante deve essere in grado di fare affidamento sul proprio fiato, proprio come egli
fa affidamento sulla solidit del terreno sotto i suoi piedi. Un respiro traballante, senza
controllo come un fondamento malsicuro sul quale non si pu costruire nulla, e finch
quel fondamento non stato sviluppato e rafforzato l'aspirante cantante non deve
aspettarsi alcun risultato soddisfacente.
Non ci deve essere mai alcuna pressione della gola. Il suono vocale deve essere prodotto
dal continuo flusso dell'aria. Dovete imparare a controllare questo flusso d'aria, cosicch
nessuna azione muscolare della gola possa interromperlo. La quantit di suono viene
controllata per mezzo del respiro."
(tratto da: "Caruso and Tetrazzini on the Art of Singing" - Metropolitan Company,
Publishers, New York, 1909)
Ed ora un video che vale pi di mille parole, in cui la divina Montserrat Caball fa
compiere un esercizio pratico a qualcuno dei suoi Allievi. Lo stesso che propongo
sempre anch'io ai miei (ma quanti di essi lo praticheranno regolarmente? ;) )
Buona
M Astrea Amaduzzi
respirazione
tutti!