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Hegel
ZANDONAI
w w w .z a n d o n a ie d ito re .it
Indice
ix
d Giampiero Moretti
Nota alla traduzione
xvii
di Chiara Gianni
Parte prima
La negativit
I. La negativit. Il nulla - labisso senza fondo - lEssere
1. Su Hegel
2. Colpo docchio
3. Il divenire
4. Negativit e il nulla
5. Negativit ed esser-altro
6. Negativit e alterit
7. Negativit - differenza della coscienza relazione soggetto-oggetto ed essenza della verit
8. Il concetto hegeliano di essere
9. La negativit assoluta di Hegel, interrogata direttamente
sulla sua origine
10. La negativit di Hegel
11. Sguardo retrospettivo
12. Negativit
13. La differenziazione (il separare)
14. Il negativo
5
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20
20
21
21
24
24
27
28
30
30
Hegel
7.11 nulla
V Hegel
1. Qualcosa di essenziale in riferimento al linguaggio
concettuale
2. Hegel
3. Divenire
4. Il puro pensiero del pensiero
5. 11 punto di vista superiore
VI
Indice
6. LefFetto di Hegel
7. Metafisica
8. A proposito di Hegel
9. Linizio logico (il puro essere)
Appendice
Aggiunta al frontespizio
Aggiunta a 1 ,1
56
57
57
58
60
60
Parte seconda
Commento zVlIntroduzione della Fenomenologia dello Spirito
di Hegel
Osservazione preliminare
Sui diversi ruoli e le diverse posizioni della Fenomenologia
dello spirito aHinterno della metafisica di Hegel
65
80
85
96
102
107
133
VII
92
Hegel
V.
La metafisica assoluta
\. Essenziale. Oggettualit e la scienza
2. Colpo docchio I
3. Il raggio dellassoluto. Colpo docchio II
4. La fenomenologia dello spirito
5. Il movimento
6. Lo stare-al-gioco
7. Lesaminare
8. Il carattere onto-teologico
9. Il rovesciamento
10.1 tedeschi e la metafisica
11. Lassoluto e luomo
12. La riflessione - il contraccolpo - il rovesciamento
13. Progetto e rovesciamento
14. Le esperienze come trascendentali
15. La metafsica di Schelling e Hegel
16. Fenomenologia e assolutezza
17. Confronto con Hegel
18. Hegel (conclusione)
138
139
140
140
141
141
142
142
142
143
143
144
144
145
145
146
146
147
Appendice
1. Dialettica
2. Nostra ag-giunta
3. Il rovesciamento - propriamente quattro momenti
essenziali
4. Lesperienza come met essenziale della coscienza
148
149
151
Vili
148
148
IX
Hegel
premessa
XI
ii\ nu il .iiiu.ilc KiiiK' opera del tlcnionio e che non ci lecito distrugger
lo, aiiiiiii'sso chc non lo taccia da s. Ancor meno per dobbiamo abbantlonarci airopiiiione che il moderno mondo tecnico sia tale da impedire
in assoluto un saltare via da esso.^
In quel si mutato incontriamo il segreto di Heidegger: Hlderlin.^ E infatti il poeta del poeta, come lo chiama signi
ficativamente Heidegger, a fornire al pensatore gli strumenti
non per far deragliare la tradizione filosofica nella fumosit
della poesia, ma per sperimentare fino in fondo il carattere
di Ereignis della coappartenenza Da-Sein, cos che, in tale
esperienza, il mutamento avvenga. N on peraltro assolutamente detto che leliminazione dellestraneit tra Da e Seyn
coincida con una loro vicinanza, magari artefatta: intim it
pu significare anche lontananza estrema, purch patita in
modo tale da essere autentica. La poesia: energia che bru
cia, consuma pensiero. Energia sacrificale. Heidegger compie
tale esperienza tram ite la sua interpretazione della poesia o,
meglio, di alcuni luoghi della poesia hlderliniana. L'interpre
tazione come esperimento d esperienza, perci. Linterpretazione
come insistenza: non affinch lautore interpretato arrivi a dire
qualcosa che egli in realt non dice, bens un insistere come
in-trattenere il proprio Da nel suo coappartenere al Seyn in
cui si situa anche il Da dellautore interpretato. Interpretazione
come altissimo 'm-trattenimento.
In un passaggio del primo scritto sulla negativit qui tra
dotto, risalente forse al 1941, Heidegger scrive: Insistente
\Instndlich\ nella radura - lessere umano nel fondamento
AcWEsser-ci. Insistenza, ma originariamente: tonalit emotiva-.
M. 1
r h'
^ I p riinctu.in ici (Il lim .iiu liu r ;i (|ucsro p ro p o sito a G . AortXXi, I l poeta ferito. Hlderlin,
II. td rvy y , /,/
'/./ .rH'rsu-n-", 1,;i M aiu lrag o ra, Im o la 1999.
\ll
Premessa
XIII
Hegel
XIV
Premessa
XV
XVTT
Hegel
XVIll
X IX
Hegel
XX
Hegel
Parte prima
La negativit
U n confronto con H eg el a p artire
d airim p o stazio n e della negativit
(1938-39,1941)
I.
La negativit.
Il nulla - l abisso senza fondo - l Essere \Seyn
1. Su H egel
l^e riflessioni che proviamo a esporre sotto forma di discussio
ne non debbono interferire sul corso del Loro lavoro allinter
pretazione della Logica di Hegel. Le questioni verso cui ci diri
giamo non vogliono d altronde neanche incidere dallesterno
sulla filosofia di Hegel con quellimpazienza della riflessione
incidentale/ che non produttiva, in quanto totalmente
contraria a un pensiero sistematico, soprattutto se della natura
di quello hegeliano.
Tuttavia, Hegel non costituisce per noi una mera occasione
o un pretesto qualsiasi per un confronto filosofico. La sua fi
losofia si staglia \steht\ definitivamente nella storia del pensiero
- o diciamo pure: dellEssere [Seyn] - come lunica e ancora
in-compresa richiesta di un confronto con essa - per qualsiasi
pensiero che venga dopo di lei, ovvero che voglia innanzitutto e forse deve - tornare a preparare la filosofia.
Nietzsche, che si liber molto lentamente e piuttosto tardi
dalla miserabile tendenza, ereditata da Schopenhauer, a diffa
mare e disprezzare Hegel, disse una volta: Noi tedeschi siamo
hegeliani, anche se un Hegel non fosse mai esistito.^
' G.W.F. Hegel, Wissenschaft derLogik, a cura di Georg Lasson, Leipzig 1923, Vorrede zur
zweitenAusgabe,^. 21. [N.d.A.\, trad. it. di A. y io m . L a scienza della logica, a cura di C. Cesa,
Laterza, Bari 1981, p. 22.
- Cfr. F. Nietzsche, Dz>frhliche Wissenschaft.V^JV^ {Grofioktavausgabe),vo\. V, n. 357, p. 230
\^N.dA.}\ trad. it. di F. M asini, g a i a scienza e Idilli di Messina^ a cura di G . Colli, Adelphi,
Milano 2003, p. 279.
/%./
Lunicit della filosofia di Hegel consiste primariamente nel
fatto che al di l di essa non si d pi un punto di vista \Standpunkt] dellautocoscienza dello spirito che le sia superiore. Per
questo affatto impossibile che in futuro, nei confronti della
sistematica hegeliana, si pervenga a un punto di vista che le sia
superiore e che quindi sia capace, come aveva fatto la filosofia
hegeliana, di subordinare preventivamente a s secondo il cri
terio del punto di vista ogni filosofia precedente.
Se dunque il punto di vista per un confronto necessario con
la filosofia di Hegel deve inevitabilmente esserle allaltezza, per
poterla poi per essenzialmente superare, e se al contempo non
lo si pu imporre n introdurre dallesterno, ne consegue che
esso deve certamente trovarsi celato nella filosofia hegeliana,
pur tuttavia in qualit di quel fondamento \Grund\ che le
sostanzialmente inaccessibile e indifferente. Il motivo per cui
d altro canto la prospettiva \Standpunkt] della tarda filosofia
di Schelling non possa assolutamente essere presa in conside
razione, come un punto di vista superiore a Hegel, non da
trattarsi in questa sede.^
Anche il confronto con Hegel, in virt della peculiarit del
punto di vista della sua filosofia, si trova dunque sotto condi
zioni particolari. Innanzitutto, non ha nulla in comune con una
critica qualsiasi, ossia con un elenco di inesattezze basato su
criteri stabiliti da punti di vista precedenti - come il kantismo,
la scolastica medievale o il cartesianesimo , nel frattempo rei
terati di continuo.
Il resto, a cui un confronto sostanziale con la filosofia he
geliana d da pensare, ha il suo fondamento in ci che Hegel
ha preso in considerazione sin dallinizio, e sempre di nuovo,
come contrassegno per s e per il proprio sistema, ovvero, il
Cfr. bungen WS 1937-38 [Esercitazioni del semestre invernale 1937-38], DV Grundstellungen der ahendlndischen Metaphysik [N.d.A.^. Le annotazioni relative alle esercitazioni
saranno pubblicate nei volumi sui seminari della IV sezione della Gesamtausgabe, ledizione
integrale delle opere heideggeriane [N.d.C.\. Il volume stato pubblicato di recente: M .
Heidegger, Gesamtausgahe, IV. Abteilung: Hinweise und Aufzeichnungen, voi. LXXXVIII:
Seminare (Ubungen) 1937-38 und 1941-42, a cura di A. Denker, Klostermann, Frankfurt
a.M. 2008.
La negativit
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La negativit
h g d
10
IA i
. l/il
1 nonostante ci: anche questa realt della sua filosofia, inii sa come la sua conseguenza propriam ente storica, non deter
mina ci che questa filosofia , ancora e sar. C on questo non
|u iisiamo affatto a una validit sovratem porale di eventuali
l'i ojiosizioni corrette, da ricercarsi allinterno di essa a fianco
lidie tante inesattezze, im perfezioni e sviste. Noi, piuttosto,
I H-nsiamo soltanto questo: che questa filosofia - che qui tu tto
I IO che una filosofia ha da pensare pensato in m aniera eccelInifc; che qui accade qualcosa che non si svolge al di fuori del
'tempo, sebbene abbia un tem po proprio, poich esso stesso
,1 fondarlo sempre di nuovo originariam ente. G iam m ai pos
siamo m isurare l essere storico di una filosofia in base ai criteri
lidia storiografia', effetto ed efficacia sulla cosiddetta vita non
I (istituiscono assolutam ente la prospettiva per giudicare una fi
losofia, pertanto neanche per stim are il valore di un confronto
lon essa; poich ogni vita, e tu tto ci che si chiam a cos,
<'vive soltanto grazie al disconoscim ento e allallontanam ento
dalla filosofia - e con questo si vuol solo dire che necessita della
llosofia e che ne ha bisogno in m aniera assai im barazzante.
1uttavia, la filosofia non pu assolutam ente ritenere questo di
stacco della vita da essa come una m ancanza, deve invece essere
consapevole di tale necessit. Che cosa sia la filosofia occidentale
c come essa si presenti storicamente non lo si pu decidere attra
verso considerazioni e ripensam enti storiografici, ma lo si pu
sperim entare sempre e soltanto nel pensiero filosofico.
11
breve - ma pur sempre in maniera indeterminata perch plurivoca - il domandare della questione dell'essere \das Fragen der
Seinsfrage\.
Essere la parola fondamentale della filosofia. Ci che noi
chiamiamo essere, in questo senso essenziale e quindi anche
storico-originario, Hegel lo chiama realt (si veda sotto). Per
quale motivo in Hegel si arrivi proprio a questa denominazione
qualcosa che ha il suo fondamento nella
intima essenza
della storia della filosofia occidentale; il motivo di ci emerger
dalle nostre successive riflessioni.
D altra parte, a ci che Hegel chiama essere noi diamo il
nome di oggettualit; una denominazione che coglie senzal
tro quel che anche Hegel intende. Tuttavia, il motivo per cui
egli chiami tale oggettualit lessere, non dipende ancora
una volta da una denominazione arbitraria. Deriva dalle neces
sit di un punto di vista filosofico, che Hegel stesso deve per
correre e comporre \mitsetxeri\ per poter fondare la sua filosofia.
Sul concetto hegeliano di realt
(Secondo la Prefazione ai Lineamenti difilosofa del diritto. Nella
Logica: idea assoluta', nella Fenomenologia dello Spirito', sapere as
soluto, ma anche essere.)
Realt: enticit come rappresentativit della ragione assolu
ta. Ragione come sapere assoluto - rap-presentare che si rap
presenta incondizionatamente e sua rappresentativit.
Solo su questa base si pu decidere cosa razionale e cosa
pu essere definito reale. E a partire da qui che deve essere
compresa la massima hegeliana spesso citata e altrettanto spes
so fraintesa:
Ci che razionale reale',
e ci che reale razionale^
^ G.W.F. H egel, Grundlinien der Philosophie des Rechts, Vorrede [Prefazione], W W , p. XIX
(ed. Hoffmeister, p. 14) [N .d .A .\ trad. it. Lineamenti di filosofia del diritto: diritto naturale e
scienza dello Stato in compendio^ a cura di G. Marini, Laterza, Roma-Bari 1996, p. 14.
12
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13
Hegel
14
La negativit
2. C olpo d occhio'^
1) La determinazione del punto di vista e del princi
pio della filosofia hegeliana; concetto di punto di vista e di
principio. Punto di vista-, lidealismo assoluto, concetto di absolutus [Ab-soluten\, incondizionatezza \Unbedingtheit\ dell<?^o
cogito certum. Principio: la sostanzialit la soggettivit. Essere
come divenire del sapere assoluto.
2) La caratterizzazione della negativit hegeliana come
differenza della coscienza. La prima domanda : questa diffe
renza tratta dalla coscienza come essenza oppure la caratte
rizzazione a essere utilizzata come differenza per la determi
nazione della coscienza (relazione-soggetto-oggetto), oppure
ancora le due cose sono la medesima e perch?
Cfr. 2.ustze [Aggiunte] e Anhang [Appendice] a IVas ist Metaphysik [Che cos e la metaf
sica] \N.d.A.}. [Verr pubbUcato in un volume della IV sezione deUedizione integrale (GA):
Hinweise zu veroffentlichen Schriften, N.d.C.} Si tratta di un volume non ancora pubblicato:
M . Heidegger, Gesamtausgahe, IVAbteilung: Hinweise und Aufzeichnungen,m\. LXXXII: Zu
eigenen Veroffentlichungen.
Cii.Beitrge [N.d.A.]. [M. We.tgge'[,Beitrge zu r Philosophie (Vom Ereignis), 1936-38, GA,
voi. LXV, a cura di F.-W. von Hermann, Klostermann, Frankfurt a.M. 1989;A^i/.C.]; trad.
it. di A. ladicicco, Contributi alla filosofia (D allevento), a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano
2007.
Cfr. Das Seyn [GA, scz. Ili]; Philosophie alsAuseinander-setzung[Fiosoi^ come con-fronto]
[GA, sez. Ili]; Hegelmrlesung [Lezione su Hegel] [G A, voi. XXXII] e le esercitazioni sulla
Fenomenologia dello Spirito, Logica e filosofia del diritto [G A, sez. IV ]. Si veda linterpre
tazione aggiornata del saggio suUa libert di Schelling, 1941 [N.dJl.} [Aggiunta scritta a
mano in occasione della revisione del 1941. Cfr. G A , voi. IL, p. 105 ss.,N .d.C .\, trad. it. di
S. Caianiello, L a fenomenologia dello spirito di Hegel, a cura di E. Mazzarella, Guida, Napoli
1988; trad. it. di E. Mazzarella, Schelling. I l trattato del 1809 sullessenza della libert umana, a
cura di C. Tatasciore, Guida, Napoh 1994.
15
//. 1'.,
16
L a negativit
17
Hegel
3. Il divenire
1) Come instabilit - rinnegamento della stabilit. Cos, ma
plurivoco: d) assenza di stabilit - mero fluire e scorrere; B) Il
continuo trapassare; c) Lirrequietezza come continuit (!) delle
origini.
2) Il venire-a-sestesso - il sapere assoluto come divenire
(libert!). Questo deve venir pensato, poich esso (il negati
vo dellimmediatezza) sapere e la realt pensatezza e sol
tanto nel pensar-si esso capace di essere. M a per pensare
OT-condizionatamente Se-stesso esso deve alienare se stesso da
lui stesso fino allestremo (fino al mero essere). Questa aliena
zione di s serve solo a conquistarsi in modo autentico e unico
e avere nella conquista ed essere nellavere; vale a dire avere
effetto secondo la sua essenza. La prima cosa che diviene
il divenire stesso. Divenire limmediato indeterminato del
venire-a-se-stesso.
3) Lessere come immutabilit; anticamente, cristiana
mente: Agostino, De sermone Domini in monte, II, 7, 27;^^ De
trinitate V, 2, 3 , 1,
De morbus Eccles. Cath. II, 1,1.^
Patrologiae Cursus completus Series Latina, accurante J.-P. Migne. Tomus XXXIV. Sancii
Aurelii Augustini Opera omnia^ Paris 1861. Tomus III, 1. De sermone D om ini in monte, liber
II, cap. 7, n. 27 \N.d.A.\, trad. it. Agostino, I l discorso del Signore sulla montagna^ in Opere di
santAgostino, a cura di D. Gentili e V. Tarulli, Citt nuova, Roma 1997, voi. X, t. 2, libro 2,
cap. 7, n. 27, p. 213.
Ivi, Tomus V ili (Patrologia XLII). De trinitate, liber I, cap. VI ss.; liber V, cap. II, n.
3. \^N.d.A.\, trad. it. Agostino, La Trinit, in: Opere di sant'Agostino, a cura della Cattedra
Agostiniana, Citt nuova, Roma 1973, voi. IV, libro I, cap. 6, nn. 9-13, pp. 19-26.; libro II,
cap. 2, n. 3, p. 237: Perci solo ci che, non soltanto non muta, ma soprattutto non pu
assolutamente mutare, merita senza riserve e alla lettera il nome di essere.
Ivi,Tomus I {yA tvo\o^v\'K XX i\).D e morbus Ecclesiae Catholicae et de morbus Manicheorum,
18
L a negativit
4. N egativit e il nulla^"*
1) Il non-essere (inizio della Logica)', totalmente astratto,
aconcettuale (privo-di-pensiero, il formale). Il puro nulla
totalmente astratto, vale a dire persino tratto ancora dalla prima
astrazione, posto ancora dal rappresentare immediato, indeter
minato, dal suo rappresentato, nella rappresentativit, ossia nel
non-negato [Un-negiert\.
2) La negativit astratta: d) prima negazione (condizionata),
/;) la seconda negazione - rimanere reciprocamente irretiti
nella relazione-soggetto-oggetto. La prima distingue gi
luno dallaltra soggetto e oggetto ed condizionata sotto tutti
gli aspetti.
3) La negativit concreta Xincondizionata. La negazione
della negazione come d) e B).
Il nulla - come non dellente. Il nulla - come non delles
sere.
La negativit, cos pare, devessere rinvenuta presso il nul
la nella sua forma pi. pura e decisa', ed pure cos, sebbene
resti in sospeso la questione di come in questo modo si possa
comprendere il nulla.
Nulla hegeliano', il primo vero, vale a dire essente [Seiende] nel senso pi ampio, il divenire; esso la differenza di
essere e nulla come differenza, che non . Il nulla non distin
to dallessere, non altro da esso, bens il medesimo. Perch,
in che senso? Sul fondamento dellinterpretazione dellessere.
Siccome il nulla non un differente, negazione ma differenza,
per questo proprio presso il nulla non pu essere rischiarata
la negativit. E presso lessere? Questo, ma anche il medesi
mo, perci allinverso: e quindi dalla negativit lessere, di cui
il nulla il medesimo. E d qui che, forse, lessenza della
negativit viene alla luce.
liber II, cap. I,n. 1. [N.d.A.\, trad. it. di L. Alici e A.'PeKtXi,Polemica con i manichei: I costumi
della Chiesa cattolica e i costumi dei manichei, in Opere di santA gostino, a cura di D. Gentili e V.
Tarulli, Citt nuova, Roma 1997, voi. XIII, 1. 1. libro II, cap. 1, n. 1, p. 115.
Si veda il concetto hegeliano di essere. [N.dA.] [Vedi sotto %,ultra 15,16 e l%-,N.d.C.]
19
5. N egativit ed esser-altro
Qualcosa e altw. cos il qualcosa diventa luno dellaltro e laltro
laltro delluno. La differenza condizionata unilateralmente da
ogni lato.
Solo quando luno diventa laltro per laltro dellaltro - quan
do luno diventa laltro - le differenze non vengono contrapposte
unilateralmente e al contempo ridotte, bens vengono elevate
reciprocamente nella coappartenenza, come loro fondamento-,
perdono la possibilit della condizione \Bedingnis\ e divengono
esse stesse condizionate.
La negativit incondizionata quella che non condiziona
ta n dalluno n dallaltro delluno, n tanto meno dallaltro
dellaltro, bens avulsa da entrambi, li lega innanzitutto nella
loro relazione reciproca.
Le tre, o meglio quattro, negazioni; coscienza - S - sapere
assoluto.
La negativit assoluta-. 1) Accrescimento \Aufsteigerung[ della
negativit prima e astratta oppure fondamento di essa? 2) Se
fondamento allora da dovei
Perch la negativit assoluta daUuno e dalValtro (esser-altro)
e non, semplicemente, dal nulla, nonostante sia l che appa
iano evidentemente ci che nullo e il negativo, per cos dire,
in persona:,>15
20
l.a negativiti
21
Hcgd
22
Lm negativit
23
U rge!
10. L a negativit di H eg el
Se la negativit autentica - ossia quella assoluta - non un
mero accrescere e arricchire da una negativit astratta allal
tra, ma la negativit essenziale in quanto lenergia del rea
le assoluto stesso, allora allopposto la negativit astratta deve
scaturire da quella incondizionata. D a dove per questa?
Certamente non pu darsi alcun da dove che stia al di fuori del
sapere assoluto; di conseguenza devessere interrogato ancora
pi necessariamente il da dove interno allidea assoluta. Poich
allinterno dellidea assoluta non ancora stato deciso che cosa
vada considerato il primo: la coscienza (semplificando) come
Io rappresento qualcosa - oppure la differenziazione, che carat
terizza tale relazione rappresentativa come differenza.
24
Li! negativit
l^osto per che coscienza e differenziazione siano cooriginaI C si deve poi domandare in che senso esse lo siano e come
sia dunque da intendersi originariamente la negazione: come
\'<^opposto a da cui il non pu essere tratto come qualcosa
ili formale - oppure come differenziazioneformale, che rende
innanzitutto possibile la relazione dellopposto \des Entgegen\.
Per quanto la negativit sia correntemente essenziale e de
cisiva, per quanto indiscutibile essa sia insieme alla stessa idea
assoluta, altrettanto oscura resta ci nonostante la sua origine.
Oppure per Hegel coscienza e differenza sarebbero dovute gi
pervenire alla totale identificazione \Gleichsetzunii E cosa si
gnifica questo?
Coscienza come relazione-di-soggetto-oggetto (differenza
come differenziar-si \Sichunterscheiden\ del soggetto di contro
alloggetto). Il rappresentare qualcosa in quanto qualcosa. Lin
c]uanto \als\ nel senso di una differenza^ D i che natura questa?
Progetto sullessere! Progetto e differenziazione.
Q ui si solleva da ogni parte il problema dellorigine del
non formale e del no e del suo rango. Kant?
Il nonformale e il no\ il no e il diniego. Quale dire - giudica
re - pensare? Il non scaturisce dal pensiero? E che cos questo?
Oppure il pensiero coglie solo il non}
Dov l origine della negativit} Dove pu cogliersi nel suo
stadio pili puro} N ellinizio? N eireiiiri e nulla} Eppure questa
non una differenza. Ovviamente no; lessere non qui nei
confronti del nulla luno come laltro, anche se vero che les
sere ci che maggiormente incondizionato, e per eccellenza
quanto di pi altro dalla realt assoluta. Q uindi lessere stesso
il differenziare massimamente incondizionato-, non rispetto al
nulla, bens rispetto alla realt assoluta.
1)
Esso poggia nella piena negazione (vale a dire?) della
negazione assoluta - la deposizione di ogni determinazione e
mediazione. Da dove dunque questa totale negazione della ne
gazione assoluta? Che cosa sta a significare? I l totale venir-meno
[Ent-werden\ di ci che pu incondizionatamente venir meno e
di ci che venuto meno.
25
Hegel
2)
Con essere, e innanzitutto con la realt assoluta, si inol
tre ancora e gi differenziato dall'ente l essere nel senso pii ampio
(Categorie).^^ Lessere scaturisce innanzitutto dalla totale nega
zione della negativit assoluta e dallaltrettanto totale differenza
rispetto allente in generale. Da dove queste negazioni} Come
mai proprio dalla e con la negativit assoluta?
L essere:
1) dalla decostruzione (negazione) della negativit assoluta;
essa viene portata alla sua esposizione (lin - di ogni determina
zione e mediazione, vale a dire di ogni differenziazione);
2) la realt assoluta, la cui energia la negativit assoluta,
deriva dal rifiuto dellente, o meglio: della differenza tra essere
ed ente.
De-costruzione e rinuncia - che cosa sono alla luce della meta
fisica hegeliana? Laverlo indicato un incidenza} Oppure il pi
intimo posizionamento del sistema (non confutazione) in ci e
attraverso ci che esso autenticamente?
La negativit come la lacerazione e separazione la morte
- la sovrana assoluta-}"^ e vita dello spirito assoluto non vuol
dire altro che sopportare e decidere \austragen\ la morte. (Tutta
via, con questa morte c poco da fare; nessuna xaTa(rTpoc|)V]
possibile, nessuna caduta e rovesciamento; tutto fermo e
bilanciato. Tutto gi fissato e sistemato incondizionatamente)
La filosofia in quanto /z.y-soluta, in quanto zVz-condizionata
deve racchiudere in s la negativit in un modo peculiare, il che
per vuol dire non prenderla fondamentalmente sul serio. Il
lasciar-andare in quanto trattenere, la compensazione totale nel
tutto. - Il nulla non esiste affatto. Eppure ci sembra anche
essere nel migliore ordinamento. Il nulla nulla e non .
26
I.a negativit
27
Hegel
12. N egativit
Hegel pone la differenza (vXuo'i(;/(7-v0ffi(;) come negativit;
oppure viceversa?
Differenza per il differenziare dellio dalloggetto. Anzi,
questo differenziarsi solo uno il prossimo, immediato ver
so e via da...
La differenza il triplice differenziarsi essenziale del sapere
assoluto, il che vuol dire il relazionare-se--ii-i/50 in quanto
inclusione del differente.
Questa differenza negativit assoluta, poich essa appun
to dice s al differente in quanto laltro nella sua appartenen
za alluno e cos fa delluno stesso innanzitutto laltro. Il non
dellappropriazione autentica, vale a dire appunto incondizio
natamente rap-presentante, di ci che si pu sapere nel suo po
ter sapere compiuto del sapere-se-i/mo incondizionato.
Cos si solleva la questionefondamentale'.
1) La negativit, nel senso di ci che nullo, qui solo un
espedienteformale per la caratterizzazione della triplice distinzio
ne essenziale del sapere assoluto? Se s, allora z dove
prese,
In latino nel testo.
28
La negativit
29
Hegel
14. Il negativo
Il negativo per Hegel la differenza io penso qualcosa pen
siero dellintelletto - il separare - la potenza assoluta. Questo
negativo - il movente per Io e oggetto.^^
Questo negativo, il che vuol dire la coscienza in quanto tale
Cfr. G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes, Vorrede, p. 29 [7V./.X]; trad. it. Lafenome
nologia dello spirito, cit., p. 24.
Ivi, p. 148 [N.d.A.\, trad. it. cit., p. 134.
G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes, Vorrede (cd. Hoftineister, 1927), pp. 25 ss. c 2
[N.d.A.\\ trad. it. cit., pp. 19 ss. e 24.
30
L a ncgafiri/ii
31
Hegel
L a negativit
33
Hegel
,34
L a negativit
zione, dalla quale lassoluto non riesce a liberarsi; lessere; decostruzione e n-fiuto.
j La costante alienazione nellassenza di pensiero la condi
zione del divenire incondizionato {venir-meno \Ent-werdung\
verso il mero essere come de-costruzione).
] Il ri-fiuto dellente, vale a dire della differenziazione di
i ente ed essere, la condizione del determinare incondizionato
dellessere come idea assoluta -pensatezza.
Q ui il ri-fiuto totale di fondare la differenza di essere ed ente
condizionante.
Questo ri-fiuto appositamente non attuato, bens reso sol
tanto definitivo nel modo della trascuratezza tramandata.
Il pre-suppostopensoso \denkerisch\.
35
Hegc-I
36
La Uigativil
37
Hegel
IL
Lambito interrogativo della negativit
2. L a negativit
1)
Negativit non per Hegel un problema; lorigine, e
c|uesto vuol dire al contempo: la consistenza essenziale di ci
che questo nome racchiude non diviene degna di domanda n
interrogabile, poich la negativit gi posta con lambito pre
supposto del suo domandare nel suo concetto, nella sua pensatezza in quanto pensamento - gi posta con il pensiero, che
39
Hegel
40
La nc^athnia
41
Hegel
42
L a negativit
43
Hegel
3. S guardo retrospettivo
La volta scorsa abbiamo chiarito nuovamente l assenza-didomanda della negativit hegeliana nel suo radicamento
allinterno della concezione corrente del pensiero. D a ultimo
abbiamo poi cercato di vedere unitariam ente lessenza del pen
siero, e quindi di districare gi tale assenza-di-domanda in
un qualcosa di degno di essere interrogato. Q uanto ci siamo
sentiti subito posti in un ambito riguardante ci che degno
di domanda si mostrato nel fatto che la domanda sulles
senziale fondamento unitario di ci che noi abbiamo indica
to come contrassegno del pensiero rimasta senza risposta e
senza indicazione sulla direzione da prendere per ottenere una
risposta, il che vuol dire: in cui si possa domandare pi origi
nariamente.
E probabilmente eravamo gi in un punto dove soltanto un
salto porta a ci che pi ampio e libero e in cui ogni scom
porre o vedere insieme, che apparentemente ci fa avanzare, re
sta sempre e soltanto qualcosa di aggiunto \Nachtrgliches\.
Tuttavia, innanzitutto e forse sulla lunga durata, noi ope
riamo pensando ancor sempre pi autenticamente quando
non saltiamo e quando teniamo in primo piano la riflessione.
Certamente questo non il primo piano di un mero sfondo
(qualcosa a cui si potrebbe pervenire su una stessa superficie),
bens primo piano di un a-bisso senzafondo. Laddove poi questa
parola, abisso, che non dovrebbe affatto essere detta, pensa
a qualcosa di molto sobrio e unico, e non pu essere usata im
propriamente al fine di far passare per seriet del pensiero, in
qualit di vuoto titolo, una commozione e unillusoria profon
dit solo sentimentali, e per pi vaghe, appunto ancora pi
accidentali delle mezze intuizioni.
44
III.
La differenziazione di essere ed ente^^
45
Hegel
L Essere - il frammezzo
e lente??
(nessun platonismo; nessun
rovesciamento del medesi
mo, nessun rovesciamento
della metafsica, bens an
nientamento.)
Differenziare:
1) ilportare uno via dallaltro \auseinander tragen\? Oppure de
finire solo successivamente, ovvero al di sopra del passar oltre e
del passar sopra? Ilfra-,
2) il livellare
3) il non guardare e il guardar via (assenza di riflessione)
46
IV.
Radura - abisso senza fondo - nulla
1. L a radura (lEssere)
A partire daUente e dallatteggiamento rappresentativo che
ii,li si rivolge e che apparentemente soltanto disgiungente, noi
ihciamo, per esempio - e questo secondo prospettive e inter
pretazioni gi abituali - che: rap-presentare rappresentazione
I Vorstelleri] di una cosa (qualcosa) in quanto qualcosa alla
luce dellenticit (per esempio: cosa utilizzabile, ovvero ani
male, essere vivente, strumento, opera).
Questa rappresentazione di qualcosa in quanto qualcosa alla
luce d i... gi una disposizione di ci che, in s unitario, rende
associabili il di, lin quanto e lo alla luce; la radura
cU ci che 'e diradato in cui si staglia \stehi[ colui che rappresenta
(lessere umano), in modo tale che questo .stagliarsi determini
gi preventivamente lessenza delluomo in generale e che abbia
da condurre e portare la caratterizzazione essenziale. Non pi:
lessere umano e in aggiunta a esso e con esso questo stagliar
si, bens questo e lessenza dellessere umano come domanda!
I nsistente \Instndlicfj\ nella radura - lessere umano nel fon
damento tWEsser-ci?"^ Insistenza, ma originariamente: tonalit
emotiva.
Tuttavia, questa radura non pu essere spiegata a partire
dallente, piuttosto essa il fra eframmezzo (nel senso spaziotemporale dello spazio-tempo originario). Il di, in quanto,
lo
alla luce non sono un ente, sono nulla eppure non qualCfr. Esser-ci \N.d.A.]\ [cfr. supra, 1,2',N.d.C.]. Nella presente edizione p. 17.
47
Hegel
48
m negativitii
49
Hegel
50
L a ncgativitii
(). La negativit
KKssere come abisso senza fondo il nulla. Il nulla la pi
estrema contrapposizione a tutto ci che vano. Il nulla annull.i c rende possibile il progetto del non - questo concepibile
lome negatezza e questa, a sua volta, ci che rappresentabile
lidia negazione, e questultima?
Cos ora lessere umano? - Esser-ci.
Secondo quanto detto, nessun rovesciamento di ci che veniva
iTma \Frheren\, poich lessere viene investito dalla domanda
ili modo totalmente altro, non pi in quanto enticit.
7. Il nulla
// nulla, in ogni metafisica per la quale lessere in quanto entici
t gi l aggiunta allente, ancora soltanto unaggiunta alles
sere. Questo vorrebbe dire che: il nulla si determina sulla base
di come viene compresa lenticit. (Si veda la tavola del nulla in
Kant, Kritik der reinen Vernunft, A 290if., B 346if.)^^
51
V.
Hegel
52
La negativit
H egel
1) Tesi - antitesi - sin-tesi: giudizio - io collego.
2) Coscienza - autocoscienza - ragione {oggettivit-, il cate' oriale - oggettualit); unit ed enticit - Ci.
,1) Immediatezza - mediazione - superamento; (collegare?).
\hbinamento di 1) e 2) {Cartesio) e assolutezza.
Origine del non dallassoluto, questultimo come coscien/ .I (pensiero). Unit come raccolta nel presente di ci che som
mamente stabile.
Pensiero come reciproco riferimento incondizionato di soggetI() c oggetto. Categorie principalmente oggettive e soggettive.
La contemplazione della storia - triplice: a) Il pensiero asM)luto. b) \lesser-presso-se~stesso come libert-, sapere cosa esso sia
( [iresentarselo come tale, c) Essere {come liberta) sapere
incondizionato (non sapere appartenente allessere!)
Concetto assoluto = libert.
V.'i'.ex-cosciente / Esser-.
53
Hegel
3. D ivenire
Divenire (il che vuol dire che qualcosa diviene ci che
torna in s, nel suo fondamento = andare a fondo) pervenire a se
stesso, alla propria essenza-, mediazione determinante.
Hegel inizia con il divenire del diveniente, il che vuol dire as
soluto; allinterno di questo inizio egli comincia con {'essere
che, in quanto enticit, il nulla eW'ente, ossia dellassolutamente reale e della sua realt.
Inizio - ci a partire da cui qualcosa proviene, come luogo in
cui esso rimane ed entro cui, proveniendo, si fonda.
Cominciamento - ci con cui l incominciare aumenta e che
come tale sparisce, posposto e riposto, viene dimenticato, il che
vuol dire che allo stesso tempo viene superato.
Hegel inizia con {'inizio, il quale inizio la formulazione
assoluta dellego cogito - uninterpretazione propriamente
moderna dellv e^v] f)v loyog. Essere (realt) come essercosciente, il che vuol dire essere cosciente di qualcosa, di un
oggetto come aver per s qualcosa di saputo.
5. Il p u n to di vista superiore
Il pi. alto punto di vista che lautocoscienza dello spirito ha
conseguito [...] rispetto a s, [.. .]* (a partire dalla Critica della
G.W.F. Hegel, Wmenschaft derLogik, a cura di G. Lasson, Leipzig 1923, Vorrede zur ersten
54
La negativit
Ausgahe [Prefazione alla prima edizione], p. 3 \ N . d . A \ trad. it. Scienza della logica, dt., p. 1
(con modifiche).
' Ibicl
" Ivi, Vorrede z u r zw e ite n Ausgabe [Prefazione alla seconda edizione], p. 21 \N .d A .\, trad.
cit.,p. 21
II.
55
Hegel
6. LefFetto di Hegel
Hegel, e in generale lidealismo tedesco, rimasto inefficace
nella sua sistematica vera e propria, poich non stato com
preso e oltre a ci ha posto se stesso come compimento; quindi
soltanto una stranezza storiografica della quale la cosiddetta
vita non si mai occupata e mai si occuper. Senza effetto.
Cosa significa per effetto? Come ha effetto una filoso
fia? E questo poi in senso essenziale?
1) Leffetto tram ite provocazione \Auslsun^ deUopposizione,
il che vuol dire della negazione della filosofia, dellappellarsi
allopposto: cos anche Schopenhauer vita Nietzsche. Il
dato di fiitto, il progresso, l afferrabile, immediatamente persi
stente.
2) Il fatto che oltre a ci vengano accettati e modificati con
cetti e modi di rappresentare, in un primo momento una con
seguenza.
3) D are vita alla scuola, filologia, erudizione sulla filosofia
in questione ci che indifferente. Hegelismo e simili.
Linsolita fecondit del punto di vista e principio di Hegel e
allo stesso tempo la noia totale dello stesso - che non accade e
non pu accadere pi nulla.
Hegel nel giusto quando spiega con astratto {Vunilaterale, sradicato, non vero) lente e reale del rappresentare e
del creare immediato (aderente alla vita). Tuttavia il suo vero,
onnilaterale \Allseitiges\, tram andato, pur sempre soltanto la
giustificazione (apparentemente) incondizionata dellastratto ci che sommamente astratto, poich la verit dellEssere
[resta] ci che non interrogato e che non interrogabile.
Dove ha la propria origine la negativit di Hegel? Hegel
mostra questa origine e come? La negativit e il pensiero
come filo conduttore dellinterpretazione metafisica dellesse
re. Il 1
^
- la privazione - la contraddizione - il non.
'' It uv] v di Pliitonc; in che senso viene vista la negativit e come tale visione sia connessa
aHi^a. Li! scoperta^ del privativo - del [/i] v in quanto v. Storicamente: Eraclito e Parme
nide. .SVPlatone riconosce il non-ente come ente, cogliendo in tal modo lessere pi estesa-
56
La negativit
7. M etafisica
Lessere come enticit (rap-presentativit).
Lenticit come esser-asserito \_Ausgesagtsein\ (il categoriale);
si veda l essere - circondato nel consenso (il categoriale).
Le categorie - tanto oggettive quanto anche soggettive
- come oggettive oppure soggettive - assolute.
Il
soggettivo come pensatezza delli?g-o finito oppure dello
spirito assoluto (soggettivo-oggettivo).
La pensatezza nel senso del pensiero al servizio della
vitay> (Nietzsche).
Pensiero come forma d attuazione - pensiero come filo con
duttore; si veda Essere e Tempo. Lunitariet dei due.
Il primo inizio e la sua fine. Hegel - Nietzsche.
8. A proposito di H egel
1) N on un punto di vista ancora superiore a Hegel, il che
significherebbe dello spirito e quindi della metafisica moderna.
2) In generale nessun punto di vista dello spirito, bens
dellEsser-ci - e questo vuol dire:
3) Assolutamente non metafisico, o meglio non enticit
dellente, bens dellEssere; metafisica nel senso pi ampio e
insieme autentico.
mente, allora resta ancora la domanda decisiva su come egli intenda lessere tutto i3a; se
CI )s, nonostante tutta la conoscenza del privativo, non venga misconosciuto 1essere e a magj,i()r ragione il negativo. [N.dyl.] [Aggiunta scritta a mano nella revisione del \9A \\N .d.C .}
57
Hegel
58
La negativit
59
Appendice
A g g iu n ta al frontespizio^^
-
Cfr.
Cfr.
Cfr.
Cfr.
A g g iu n ta a I, 1
Le esercitazioni - nel loro corso autonomo - non disturbano e
non distraggono, non costringono a domandare della filosofia
di Hegel neanche dallesterno, bens a partire dal suo stesso
punto di vista e dal suo principio.
Se a tal fine vi sia una necessariet e necessit, se Hegel sia
ancora qualcosa di reale, se Hegel sia mai stato qualcosa di
efficace. Distante - ogni filosofia.
I rimandi che seguono sono una nota scritta a mano da Heidegger sul frontespizio della
copia di Fritz Heidegger. Si veda a questo proposito la Postfazione al presente volume.
* Saggio inedito della III sezione deUe dizione integrale. [N.d.C.]
M . Heidegger,Mcizjf/ii II, Gnther Neske, PftiUingen 1961, pp. 399-454 [N.d. C.]; trad.
it. Nietzsche, a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 1994, pp. 863-910.
Saggio inedito della III sezione delle dizione integrale [A/.C.].Trattasi presumibilmen
te del voi. LXVII delledizione integrale: M . WAt'g^e.'i,Metaphysik undNihilism us, 1. Die
berwindung der Metaphysik (1938-39), 2. Das Wesen des Nihilismus (1946-1948), a cura di
H.-J. Friedrich, Klostermann, Frankfurt a.M. 1999.
Saggio inedito della III sezione delle dizione integrale [N.d.C.] Trattasi presumibilmente
del voi. I ,XIX delledizione integrale: M . Heidegger,D!> Geschichtc des Seyns, 1. Die Geschichte
des Seyns (1938-40), 2. Koinn. Atis der Geschichte des Seyns (1939), a cura di P. Trawny, Klo
stermann, Frankfurt a.M. 1998.
60
L a m g a h v il
Cfr. G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes (ed. Hoffmeister), Vorrede [Prefazione], p.
20 \N .d.A .\, trad. it. La fenomenologia dello spirito, cit., p. 19.
61
Parte seconda
Osservazione preliminare
Sui diversi ruoli e le diverse posizioni
della Fenomenologia dello Spirito airinterno
della metafsica di Hegel
Ivi, voi. \1, Phnomenologie des Geistes, a cura di Johannes Schulze, Berlin 1832,2' ed. 1845
[ N .d .A \. La traduzione italiana basata sulledizione critica del testo originario quella curata
ila Vincenzo Cicero e si riferisce nello specifico alla seguente edizione: G W .F. Hegel,
nomenologie des Geistes, in Id., Gesammelte Werke, voi. IX, a cura di W. Bonsiepen e R. Heede,
Meiner, Hamburg 1980 (cfr. G.W.F. W.ft^f\,Fenom enologia dello Spirito, a cura di V. Cicero,
l^ompiani, Milano 2001).
( j.W .F Hegel, System der Wissenschaft, prima parte, D e Phnomenologie des Geistes, a cura
di J.A. Gocbhardt, Bamberg und Wurzburg 1807 [N .d.A \\ trad. it. L a fenomenologia dello
sprito. Sistema, della scienza. Parte p rim a, a cura di G. Garelli, Einaudi, Torino 2008.
65
Hegel
voli., 1812-13 e 1816 { N .d J l\, trad. it. L a scienza della logica, cit., p. 29.
' G.W.F. H egel, Phnomenologie des Geistes, secondo il testo delledizione originale curata
da Johannes HofFmeister, Leipzig 1937, editore Felix Meiner, E in le itu n g des Herausgehers
[Introduzione del Curatore], p. XXXVIII \N .d .A .\, trad. it. L a fenom enologia dello spirito,
cit., p. 555. In questa edizione italiana viene riportato in appendice lannuncio bibliografico
hegeliano della Fenomenologia dello Spirito. Tale annuncio fii pubblicato pi volte da Hegel
nel 1807, rispettivamente suUa Bamberger Zeitung, 28 giugno, n. 179 e 9 luglio, n. 190;
quindi saW Intelligenzblatt della Jenaische AUgemeine Literatur-Zeitung, 28 ottobre,
n. 82; infine ivAYIntelligenzblatt della Jenaische Allgemeine Literatur-Zeitung, HalleLeipzig, 25 novembre, n. 94.
66
67
Hegel
68
Opere di G.W.F. Hegel, edizione completa a cura d unassociazione di amici del defun
to, voi. XVIII: Philosophische Propedeutik, a cura di Karl Rosenkranz, Berlin 1840 \N.d.A.\y
trad. it. Propedeutica filosofica^ a cura di G. Radetti, La Nuova Italia, Firenze 1977 [1951].
I .a traduzione effettuata sulla base dei Nrnberger Schriften. Textc, Reden, Berichten und
Cjitachten zum Nrnberger Gymnasialunterricht 1808-1816, a cura di J. HofiFmeister, Meiner,
I,eipzig 1938.
69
Hegel
70
:. snngen, di Dr. Georg W ilhelm Friedrich Hegel, seconda edizione, Verlag August Oftwald,
I Ifidclberg, 1827. Il discorso inaugurale sopracitato stato inserito nel volume XVIII
Ji Hcdizione curata dallassociazione di amici del defunto (cfr. ivi, voi. XVIII, Vorlesungen
uhi-r die Geschichte der Philosophie, voi. I, a cura di K.L. M ichelet, Berlin 1833, p. 6). \N .d .A .\,
I rad. it. L e zio n i sulla storia della filosofia, a cura di E. Codignola e G. Sanna, La Nuova Italia,
71
Hegel
Il
Sistema deHEnciclopedia mostra nella sua struttura una
forte tendenza a ritornare alla disposizione fondamentale della
metafisica, durata fino a oggi. Alla metaphysica generalis corri
sponde la posizione di preminenza della Scienza della Logica.
Alla conclusione della metaphysica specialis (della metafisica vera
e propria nel senso di Kant), vale a dire la theologia rationalis,
corrisponde la filosofia dello spirito assoluto. Alla kosmologia
rationalis corrisponde la filosofia della natura e alla psychologia
rationalis la filosofia dello spirito soggettivo e oggettivo. Q ue
sta tradizionale disposizione di fondo s gi fissata anche per
il Sistema della Fenomenologia, tuttavia soltanto per la seconda
parte dello stesso.
C on simili indicazioni, tuttavia, la trasformazione del Sistema
della Fenomenologia in Sistema dellEnciclopedia viene caratte
rizzata soltanto esteriormente. La questione della necessariet
interiore di tale trasformazione e del suo significato metafisico;
la questione della celata parit di diritti e della coappartenenza
dei due sistemi aUinterno della metafisica di Hegel; le que
stioni circa lessenza e lo sviluppo del carattere del sistema,
che in generale contrassegna la metafisica moderna in quanto
tale; tutte le presenti questioni richiedono una riflessione che
si situa al di fuori dellorizzonte storiografico della ricerca su
Hegel. Il commento alla Fenomenologia dello Spirito tentato ora
vorrebbe per muoversi nellambito di tali riflessioni, e di con
seguenza dimostrare che questa metafisica ci riguarda, oggi e
in futuro, in modo tanto immediato quanto il pi antico detto
del pensiero occidentale.
Q uando Hegel, alla fine del discorso sopracitato, dice
deiruniverso - e per lui questo significa al contempo lasso
luto - che esso non ha in s la forza per resistere, per affermaFirenze 1967, voi. I, p. 3 (con modifiche). In questa traduzione italiana, basata sulla seconda
edizione curata da M ichelet del 1840-44, la frase compare allinterno del discorso inaugu
rale tenuto da H egel a Heidelberg il 28 ottobre 1816. La traduzione italiana del Discorso
inaugurale dell'insegnamento presso la cattedra d i filosofia delVU niversit d i Berlino (22 Ottobre
1818), si trova invece in G .W .F H egel, S critti storici e politici, a cura di D. Losurdo, Laterza,
Roma-Bari 1997, p. 225. Cfr. anche \A .,L e z io n i sullafilosofia dello spirito 1 827-28, a cura di
72
Commento i2//ln tro d u zio n e della Fenom enologia dello Spirito di Hegel
73
Hegel
75
Hegel
76
77
Hegel
cura di W . Kranz, voi. I, Berlin 1934, p. 173 \N .d .A \, trad. it. I Presocratici, cit., p. 365. La
traduzione letterale del frammento 101 riportata da Giovanni Reale in italiano : Ho in
vestigato me stesso.
'* Il corsivo di Heidegger e compare soltanto nella presente citazione.
G.W.F. Hegel, Vorlesungen ber die Geschichte der Philosophie, W W , XVI, a cura di K.L.
M ichelet, Berlin 1936, p. 328 [N .d .A .\, trad. it. L e zio n i sulla storia della filosofia, cit., p. 66.
Per la presente traduzione abbiamo fatto riferimento alla versione di Pietro Chiodi, che
tiene conto delle modifiche apportate da Heidegger al testo hegeliano (cfr. M . Heidegger,
I l concetto hegeliano d i esperienza, in Id., S entieri interrotti. La Nuova Italia, Firenze 1984
[1968], p. 116).
78
I.
La motivazione per il compimento
della presentazione del sapere apparente
Introduzione)
(capoversi 1-4
80
81
82
83
Hegel
84
II.
11 presentarsi del sapere apparente come percorso
nella verit della sua propria essenza
(capoversi 5-8 tWIntroduzione)
Se per ora intendiamo, secondo il modo di rappresentare quoIuliano, il conoscere come percorso - e l veniamo a sapere del
|K'trorso della coscienza verso la sua verit essenziale, vale a
(lire: verso lo spirito - allora possiamo di fatto comprendere
Iulto ci a partire dal punto di vista della coscienza naturale
I ome un cammino dellanima verso lo spirito assoluto. Il perI tirso si configura dunque come un itinerarium mentis in Deum
I Bonaventura). In effetti, anche tu tti i tentativi finora fatti
>li interpretare la Fenomenologia dello Spirito di Hegel lhan1
1
1
) recepita nel senso di questo percorso, che viene compiuto
il.il la coscienza naturale. Tuttavia Hegel dice esplicitamente
( a|-(overso 5) che, dal punto di vista della coscienza naturale,
\ ale a dire non-filosofica, la Fenomenologia dello Spirito pu
1ssere recepita cos. In questo modo, per, si afferma allo stes.<) tempo che, filosoficamente, una tale recezione non vera.
Infatti non si tratta di un sentiero [ffeg] che esiste prima della
l i scienza naturale e che essa, come un viandante, dovrebbe
compiere in direzione dellassoluto. Piuttosto, il percorso che
HItende Hegel il percorso che lassoluto stesso percorre afnI he esso compia il proprio cammino e la propria meta, la verit
ilei suo apparire completo. La coscienza naturale si mostra in
lai modo come un sapere che non ha ancora attualizzato in
se stesso la verit del sapere e che deve quindi rinunciare alla
propria autonomia [Eigensinn], Q ui, per, si fa nuovamente
avanti lopinare quotidiano che intende tale cammino della co
scienza verso la sua verit e certezza alla maniera di Cartesio
eome un cammino del dubbio. Tuttavia, il cammino del dubbio
85
Hegel
86
87
Hegel
88
89
Hegel
D altra parte, per, vale anche questo: se noi pensiamo pre\ c ntivamente a partire dallelevazione e sintesi originaria della
coscienza, allora gi dato il fondamento determinante per il
modo dello sviluppo e di conseguenza per la completezza delle
I l i g u r e da transitare. La coscienza viene costretta dalla violenza
lidia sua essenza assoluta allo sviluppo, fintanto che non sa
se stessa incondizionatamente nella propria verit ed in tal
modo se stessa in s e per s. Nel fissare questa meta del per
corso vengono determinate anche tutte le figure dello sviluppo
( il passaggio delluna allaltra: esse sono le figure e gli stadi
ilcllautocoscienza che si determinano a partire dallo sguardo
Ulteriore rivolto allautocoscienza assoluta. La negazione della
figura precedente che si attua nello sviluppo non un vuoto
negare. N essa viene semplicemente messa in disparte e abIv.mdonata in conseguenza della direzione presa dallo stadio
I he stato superato, n la negazione prende la direzione dello
sviluppo nel vuoto indeterminato. Nello sviluppo, la negazione
r con essa la sua essenza negazione determinata. Questo
rio che afferma Hegel nel capoverso 7 &VIntroduzione.
O ra per, poich il percorso portato e condotto dallele\ azione, nello sviluppo si trova un salire-in-alto da uno sta
dio sempre pi basso a uno sempre pi alto. E siccome questo
sviluppo crescente in s un passaggio differenziante da uno
stadio allaltro, diventa chiaro che il percorso del presentarsi
del sapere apparente, che separa e differenzia il pi basso dal
pi alto, ha il carattere eWesame.
Esame - allepoca di Kant, suona come osservazione critiro-conoscitiva del conoscere, il quale, per questo fine, viene
isolato per s come un mezzo. Il pensiero comune pone per
prima di tutto la domanda sul da dove venga presa la misura per
t|uesto esaminare. Hegel, riferendosi nuovamente allopinare
abituale circa il prendere-le-misure ed esaminare, illustra nel
capoverso successivo X'Introduzione qualcosa di essenziale a
proposito del percorso del presentarsi del sapere assoluto.
III.
La misura e lessenza dellesam e nel percorso del
sapere apparente
(capoversi 9-13 &WIntroduzione)
92
1(11 oggettualit delloggetto della coscienza. Tuttavia, logget1II.ile delloggetto si fonda nelle funzioni originariamente unitu .Ulti (sintetiche) dellautocoscienza e si determina a partire
>1,1esse. Tali funzioni costituiscono loggettualit delloggetto,
1
1
1modo che ogni oggetto in quanto tale, vale a dire in consii( razione della propria oggettualit, deve misurarsi nellauto. I>scienza, ossia nellessenza della coscienza. Questo luni. I) significato del pensiero - spesso citato e altrettanto spesso
li .iinteso o citato soltanto frammentariamente - enunciato da
Kiint nella Prefazione alla seconda edizione della Critica della
uii^ionpura (B 26), quando paragona la propria posizione della
ilmnanda \Fragestellun^ trascendentale al domandare di C o
pernico. Le proposizioni dicono:
Sinora si ammesso che ogni nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli
oggetti; ma tutti i tentativi di stabilire intorno a essi qualche cosa a
priori, per mezzo dei concetti, con i quali si sarebbe potuta allargare
la nostra conoscenza, assumendo un tal presupposto, non ebbero alcun
risultato. Si faccia, dunque, finalmente la prova di vedere se saremo pi
fortunati nei problemi della metafisica, facendo l ipotesi che gli oggetti
debbano regolarsi sul nostro conoscere: ci che si accorda meglio con la
desiderata possibilit di una conoscenza a priori, che stabilisca qualcosa
relativamente agli oggetti, prima che essi ci siano dati. Qui proprio
come la prima idea di Copernico; il quale, vedendo che non poteva spie
gare i movimenti celesti ammettendo che tutto lesercito degli astri ro
tasse intorno allo spettatore, cerc se non potesse riuscir meglio facendo
girare losservatore, e lasciando invece in riposo gli astri.
93
Hegel
94
MI s la misura per il suo oggetto. Essa, rapportandosi a quelo, loggetto, come a ci che da-misurare \Zu-messenden\ e al
Iontempo per a se stessa come misurando, compie in se stessa,
Io n questo duplice atteggiamento, la comparazione di ci che
(da-misurare con la propria misura. Per essa valgono come il
medesimo al contempo ci che da-misurare e il misurando.
I .a coscienza in se stessa essenzialmente tale comparazione.
I'. fintanto che essa in s questa comparazione, essa essen. 'almente esame. La coscienza non compie Vesarne della propria
essenza occasionalmente, solo in condizioni critiche, ma in
IIgni momento, poich essa, in qualit di autocoscienza, pensa
alla sua essenza e ci vuol dire alloggettualit delloggetto. Per
i|uesto Hegel dice: la coscienza esamina se stessa (cfr. W W , II,
ii9, capoverso 13).^^ Q uanto poco la misura dellesame viene
portata da chiss dove nella coscienza, altrettanto poco lesa
minare viene compiuto in essa soltanto a partire da noi e occa
sionalmente. Il percorso della coscienza nella sua stessa essenza
ijiparente in s, contemporaneamente, ci che forma e che
esamina la misura. Pertanto la coscienza in s un confronto
IAuseinandersetzung\ con se stessa.
Tuttavia, il percorso della coscienza ha il tratto fondamenlale del superamento, in cui la coscienza pone se stessa nella
\'crit della propria essenza e porta le proprie figure essenziali a
manifestarsi unitariamente come storia essenziale. La coscien
za confronto, e in un senso duplice. Innanzitutto essa uno
scompor-si conflittuale che esamina, diatriba con se stessa. In
virt di tale scomposizione, essa e si rivela e si estrinseca ed
esposizione di s \Sichdarlegen\ nellunit di ci che in s rac
colto. Lessenza del raccoglimento che esibisce rendendo mani
festo , in termini greci, il \z-^zvj. Lessenza del lyoi; Srjlov,
TTOcpaivscrGai, Q[xr]Viv. Per questo il trattato di Aristotele sul
lyoi; intitolato LIsq g[xr]V[a(; (il che vuol dire: Del lasciarapparire che scompone), [Il riferimento interno a iSa e iSsiv
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in ?
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IV.
Lessenza dellesperienza della coscienza
e la sua presentazione
(capoversi 14-15
Introduzione)
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Cosa sia la
viene determinato da Aristotele nel pri
mo capitolo del Libro I della Metafisica, che comincia con la
seguente proposizione; YlvTSi; vOgconoi rov eiSvai Qyovrai
Tutti gli uomini hanno la pre-disposizione [For-/iebe],
proveniente dal fondamento della loro essenza, a portarsi din
nanzi alla vista (tutto ci per cui si comportano) per poterlo
avere presente nel suo aspetto (eiSvai - Seii'). (A fondamento
di questa proposizione si trova, inespresso e pure impensato,
il fatto che luomo ha la propria essenza nel tenere presente a
se stesso lente come ci che presente [Anwesende].) I modi
in cui luomo ha davanti agli occhi ci che vien presentandosi
sono molteplici. Uno di questi la |^7riQa. Se, per esempio,
acquisiamo la nozione che ogni volta che qualcuno si amma
la di questa o quella malattia, bisogna usare di volta in volta
questa o quella medicina, allora laver-dinnanzi-a-s preventi
vamente tale stato di cose, ossia se questo... allora questo...,
una ^ n e iQ a . La sua essenza consiste nel t
7r).y]A|/iv - il
disporre della pre-disponibilit del se questo... allora que
sto.... E per caratteristico della (^7riQa il restare solamente
notizia della costanza del se questo... allora di volta in volta
quello. Lempirico [^undige] scorge c>e ci cos; ma egli non
spinge lo sguardo allinterno di ci che procura 'Aperch esso
cos come . o jjiiv yctQ /7riQ0i t o o t i ^v iraai, SiTi Sox tracriv.'*^
Coloro che esperiscono hanno davanti agli occhi il Che, non
per (il) Perch (manca la visuale). Laver-davanti-agli-occhi il
Perch relativo a uno stato di cose caratterizza invece la x^vv],
che lessenza della TricTTrjfir] la scienza.
(Allevento essenziale, per cui aUinizio della metafisica
occidentale con Platone e Aristotele lessenza della scienza
(7ri(TTr][zv) si dispiega dallessenza della Tp7ry, corrisponde in
una corrispondenza celata e necessaria - laltro evento per cui,
Aristotele, Metafisica, a cura di G. Reale, Bompiani, Milano 2000, p. 3: Tutti gli uomini
per natura tendono al sapere.
Aristotelis, Metaphyska, recognovit W. Christ. Lipsia in aedibus B.G. Teubneri, 1886,
981 a 28 ss. [N.d.A.\, trad. it. cit., p. 5:Gli empirici sanno il puro dato di fatto, ma non il
perch di esso; invece gli altri [coloro che posseggono larte] conoscono il perch e la causa.
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noi-, momento che non si presenta per essa, la quale essa medesima
immersa nellesperienza; il contenuto di ci che emerge ai nostri occhi
per per la coscienza-, e noi non ne afferriamo che il lato formale, ovvero
il puro emergere; per essa ci che emerso solo come oggetto; per noi
esso in pari tempo come movimento e divenire {ibid)}'^
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h g r!
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131
" G.W.F. tgei, Jenenser Realphilosophie, voi. I, dal manoscritto a cura di Johannes Hoftmeister, Leipzig 1932; Filosofia dello spirito di Hegel del 1803-04; cfr. p. 235; ivi, ultra, voi,
l i {\97t\)\Jenenser Philosophie des Geisles, p. 183 [N.d.A.\, trad. it. Filosofia dello spirito jenese,
cit., p. 31; ivi, p, 81.
1,32
13.3
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135
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e sapere, o la filosofia della riflessione della soggettivit nella completezza delle sue forme
come filosofia kantiana, jacobiana e fichtiana], pubblicato nel 1802 dal Kritisches Journal
der Philosophie [N.d.A.]\ trad. it. Credere e sapere, in G.W.F. H egel, P r im i scritti critici, a
cura di R. Bodei, Mursia, Milano 1981 [1971], p. 252: Ma il puro concetto, ossia linfini
tezza come abisso del nulla, in cui ogni essere sprofonda, deve designare il dolore infinito
- dolore che esisteva in precedenza nella cultura solo storicamente e come quel sentimento:
Dio morto [...] - come mero momento dellidea assoluta, ma anche niente di pi che
momento.
1,36
,/ / /. i'.
137
V.
La metafisica assoluta
(A ppunti sul capoverso 16 eW'Introduzion)
138
---
4.
2. C olpo d occhio I
La certezza sensibile stessa solo questa storia tic-ll.i pm
pria esperienza.
La sua verit, vale a dire la sua certezza, il che vuol dli c
lautocertezza della coscienza che le corrisponde, consiste nel
movimento
del far-scaturire il nuovo vero oggetto
{Introduzione, capoverso 14).^^
(Movimento qui rappresentativamente rap-presentativo,
vale a dire un rivolgimento [ix - zq] rappresentante del rappre
sentare come un aisegnar-si \Sich-zu-stellen]. - Movimento
non mutamento di luogo.)
Oggetto L il nuovo, 2. il vero.
Esperienza - non in un altro oggetto, bens nello stesso,
e precisamente in modo tale che nellesperienza esso si riveli
come un altro.
La verit della certezza sensibile come del sapere immediato
mediazione.
Loggettualit del nuovo vero oggetto mediatezza (nega
zione della negazione).
Loggettualit (incondizionatamente trascendentale) la
negativit. Come si comporta la negativit con Voggettualit, determinata innanzitutto da Kant:
oggettualit e
riflessione
pensiero
negativit e negazione
pensiero
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Per ledizione si veda supra, n. 4. - N elledizione curata da G. Lasson (Leipzig 1923), voi.
1, p. 29 [N .d .A .\ trad. it. La scienza della logica, cit., p. 29.
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CoOTOTOT/0 //I n tro d u z io n e F e n o m c iii> li> n i.i ilcll.i S |'n ih i,/; //. r..
duzione sua per opera della coscienza, le cui proprie toniu- '.i n aiKoin,
tutte in quel concetto come nella verit/'
5. Il m ovim ento
Im portante il chiarimento del concetto di movimento.
1) a partire da ^Ta(iolr];
2) in considerazione di: rap-presentare, stare-a-vedere-aggiunta, ri-volgimento;
3) con inclusione del su-peramento;
4) in considerazione del conoscere come cammino, lo spi
rito - percorso;
5) come determinazione del divenire;
141
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del diritto dicono entrambe a modo loro che essere realt oggettualit, che verit - certezza.
7. Lesam inare
Lesaminare - dellesperienza - il rovesciamento trascenden
tale incondizionato.
Hegel non nega il precedere di un esame del conoscere asso
luto prima della compiuta conoscenza assoluta dellassoluto. La
sua essenza per di altro tipo, ovvero il lasciarsi toccare dal
raggio - seguire il raggio.
Quindi, al contrario: andare dietro a esso, colpiti e guidati
da esso: il rovesciamento.
8. Il carattere onto-teologico
In che cosa si fonda il carattere onto-teologico della metafisica
(il raggio). Come una provenienza da t yQ kt vosv crrlv T
xal sivai.
La metafisica assoluta dellidealismo tedesco: non un affrettato
superamento dei limiti, bens la seriet del far-sul-serio con ci
a cui si rinunciato. Non un qualcosa di affrettato, ma la pi alta
riflessivit, che per prima e con decisione tiene ferma la rifles
sione in tutto ci che qui si d (lincondizionato).
E, riflessivo in tu ttaltro senso, il pensiero della storia
dellEssere \seyngeschichtliches Denken\, a partire dal quale sol
tanto risplende lessenza della metafisica assoluta.
9. Il rovesciam ento
Il pensatore (essere umano) toccato dal raggio e a partire da
questo contatto, e solo conformemente a esso, egli pu pensare
lassoluto.
142
Commento //In troduzioni' </<//,; l i'm iniriH ih ii-u Ji lli . Spu iti . ,/) / /, [-, /
1 0 .1 tedeschi e la m etafisica
Per i tedeschi potrebbe giungere il momento storico in cui t'ssi
devono prestare attenzione a ci che li attende come il loro
Proprio \Eigen^. Questo Proprio pu essere fatto proprio sol
tanto nel confronto essenziale, che fa essere degno di domanda
lessenziale. Fino a oggi il rapporto dei tedeschi con la me
tafisica dellidealismo tedesco rimasto irretito in un aut-aut
YEntweder-oder\, le cui motivazioni storiche possono essere qui
sorvolate. O cieco = irrazionale rifiuto della metafisica assolu
ta, oppure un altrettanto cieco ripetere nella forma scadente
delladattamento alle esigenze del tempo.
Lo sprofondare in questo aut-aut racchiude il pericolo del tra
monto \JJntergan^.
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Parentesi dellAutore.
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18. H eg el (conclusione)
Metafisica assoluta, speculazione incondizionata ed esperienza.
Esperienza (si veda Enciclopedia, 7-8)^** come il principio
della modernit. Lesser-vi [Dabei-sein] dellessere umano; non
soltanto anche l, ma istanza essenziale della legittimazione
[Ausweisun^^. Davanti alla vista - evidenza. Si veda 37 ss.
Empirismo.^
Soggettivit. La metafisica assoluta come moderna. Espe
rienza, non positivismo e cieca sensibilit e dato di fatto,
bens nel senso essenziale della certezza.
Lessere umano - antropomorfismo, si veda Schelling.
L essere umano e l'ente.
147
Appendice
A ggiunte a I-IV (capoversi 1-15 eWlntroduzion)
1. D ialettica
Dialettica (si veda, come esempio, h a certezza sensibile, capo
verso 20) come nome per Voggettualit (vale a dire verit) della
coscienza nel proprio apparire, la dialogicit che vien esprimendo
si, \byoc, - Si. Dialettica in senso trascendentale-^/fl/owfco, non
trascendentale kantiano.
2. N o stra ag-giunta
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Postazione
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