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I.

ABTEILUNG
LA TRASMISSIONE DEI,MODERN!' TRA ANTICHIT TARDA
E MEDIOEVO BIZANTINO*
G. CAVALLO/ROMA
Non v'e dubbio- ne offre implicita testimonianza Cassiodoro 1 - ehe l'antichit tarda
ebbe netta coscienza di una distinzione tra ,classici' e ,moderni'; fu il medioevo, occidentale o bizantino, ehe fini con l'appiattire sulla nozione di ,antico c o ,classicoc autori
ch'erano di epoche distanti e ehe tali erano stati sentiti fino all'et di Giustiniano. Di tutto
questo si e finora tenuto conto scarso (o nessuno) in relazione a meccanismi di conservazione, perdita, recupero di testi tra antichit tarda e secoli del medioevo. Si impone invece
una riflessione ehe consideri quei meccanismi proprio partendo dal ruolo distinto dei
,moderni' nel contesto tardoantico: il ehe si far limitatamente agli autori greci nelPintento di giustificare fenomeni di storia della tradizione di non scarso interesse.
Ed invero gli autori ehe serissero e pubblicarono le loro opere nel corso della tarda
antichit furono trasmessi dai jContemporanei' e non da un pubblico diacronico per pura
convenzione estranea al sistema letterario; furono legati piu degli antichi a realt eccentriche, e percio la produzione letterana finl talora con il riflettere tematiche locali e tradizioni orali e folkloriche; in quanto ,moderni' non fecero ,scattare c meccanismi immediati
di conservazione. Erano questi (ma ve ne sorio anche altri) tutti fattori atti ad incidere, in
senso positivo o negative, sugli stadi ulteriori della trasmissione di quegli autori; la qule,
ove se ne possano verificare in qualche modo i processi, si mostra legata di volta in volta a
fatti, circostanze, mteressi, miheux, figure particolari e diversi.
V a detto, innanzi tutto, ehe la storia dei testi prodotti nella tarda antichit medesima e
piuttosto una storia di ,assenze* o di ,vuoti': testi nautragati senza ritorno e documentazione medio- e tardobizantina del riemerso sono termini ehe impongono tutta una serie
di riflessiom. Innanzi tutto, le testimonianze greco-egizie (le sole, in sostanza, a noi
rimaste, a parte qualche raro pezzo d'altra origine) non rivestono per i testi contemporanei lo stesso significato ehe per quelli classici: raffermarsi di culture locali, richiami etnici,
movimenti letterari ,regionali', fa si ehe determinate opere si conservassero in certi ambiti
e non in ahn. Non e un easo ehe la chora egizia, pur tanto avara nel documentare testi
tardoantichi di altra indole, abbia invece restituito frammenti di quella poesia epica o
encomiastica nata nelFultimo Egitto romano-bizantino 2 tra le cerchie di un'aristocrazia
nella qule ,,la culture intellectuelle et le savoir-faire administratif sont des qualites assez
:;
~ Si pubblica- in redazione specifica una serie di riflessioni contenuta nel mio lavoro di carattere
generale Conservazione e perdita dei testi greci: fattori materiali, sociali, culturali, in Tradizione dei
classici, trasformazioni della cultura, a cura di A. Giardina, Roma-Bari 1986, pp. 142-160. Nel corso del
lavoro saranno adoperate le seguenti abbreviazioni: Pack' = R. A. Pack, The Greek and Latin Literary
Texts from Greco-Roman Egypt, Ann Arbor 1965"; Uebel = F. Uebel, Literarische Texte unter
Ausschlu der christlichen. Archiv fr Papyrusforschung 21 (1971) 22-23, ( I 974) e 2 4~ 2 5 (I97fy> rlsP PP
167-206, 321-366 e 191-251. Le tipologie, conservate o ricostruite, dei superstiti codici tardoantichi presi
in considerazione sono desunte da E. G. Turner, The Typology of the Early Codex (University of
Pennsylvania 1977) spec. pp 102-115.
1
Vd., per es., Variae, III, 5, 3, e IV, 51, 12 (MGH Auctores Antiquissimi, XII, 81 e 139).
" A. Cameron, Wandering Poets: A Literary Movement in Byzantine Egypt. Historia 14 (1965) 470
509; R. A. Kaster, The ,Wandering Poet' and Governor. Phoenix 37 (1983) 152-158.

2i

ty/ant. Zeitschrift (80) 1987

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repandues" 3 ; s'incontrano, infatti, reperti di Trifiodoro, Nonno, Pamprepio4, tutti di


Panopoli, di Olimpiodoro di Tebe (se alla sua Blemyomachia sono da attribuire alcuni
frustuli di Berlino) 5 , e persino di un poeta, Dioscoro di Afrodito6, del qule si hanno gli
stessi autografi. Si trattava di una letteratura talora di corto respiro, legata a tematiche e
figure locali, diffusa e conservata, percio, soprattutto l dove era insorta, ma della qule nonostante talune di quelle tematiche e figure abbiano interessato la corte di Teodosio II e
di Eudocia 7 - dovevano circolare assai scarsi esemplari altrove; una letteratura destinata a
perdersi ove non insorgessero fatti di conservazione o di recupero del tutto particolari, a
quanto si vedr. In questa prospettiva si puo ritenere ehe testi tardoantichi non restituiti
dalPEgitto abbiano avuto una qualche circolazione soprattutto in quegli ambiti geografici, largamente intesi, ove erano sentiti come proprio patrimonio culturale, tanto da
determinare talora, a posteriori, la stessa nazionalit dell'autore (sembra essere stato il
caso di Senofonte Efesio, d'altra origine ma ritenuto di Efeso giacche ivi e ambientato il
suo romanzo) 8 . Autori, dunque, quali Pamprepio o Olimpiodoro o altri di cui si conosce
solo il nome finirono con il perdersi giacche trascritti in rari e non diffusi esemplari;
mentre ne furono recuperati altri, quali Trifiodoro, Nonno, e, non documentati tra i
ritrovamenti d'Egitto ma anch'essi usciti dalle cerchie dotte greco-egizie, Cristodoro di
Copto e Colluto di Licopoli. E la stessa chora ha restituito un testo di tutt'altra indole, il
popolare manuale detto Sortes Astrampsychi9 y composto nel III secolo nello stesso
Egitto10 ad uso di chi volesse interrogare il fato. ^,4a, significativamente, le forme di
tradizione e di recupero di tale letteratura hanno, di volta in volta, una valenza tutta
particolare. Trifiodoro e Nonno riemergono molto tardi, intorno al 1280, ad opera di
Massimo Planude; fatto significativo, giacche, si s, il dotto monaco fu figura centrale
della rinascenza dell'epoca dei Paleologi, riportando alla luce tutta una serie di tradizioni
fino ad allora rimaste sconosciute o sotterranee, ma ehe il pi marcato decentramento
culturale seguito all'et di Nicea (12041261) consentiva di recuperare anche attraverso
esemplari di origine e conservazione periferica o magari ancora in maiuscola, suscettibili
percio di nuove traslitterazioni o collazioni 11 ; in tal senso di qualche interesse e la circostanza ehe nella raccolta planudea Laur. 32.16, mentre Nonno fa parte del nucleo originario del manoscritto, Trifiodoro appare essere stato aggiunto piu tardi 12 : determinati testi
erano inseriti, evidentemente, man mano ehe venivano ritrovati e trascritti (Trifiodoro in
particolare ebbe, oltre ehe un testo ,Orientale' rimesso in circolazione da Planude, anche
5
J. Gascou, Les grands domaines, la cite et l'etat en Egypte byzantine. Travaux et Memoires 9 (1985)
71-73, parole citate p. 72.
4
P. Oxy. 2946; Pack 2 1329 e 1334.
5
Pack2 1852; vd. Anonymi fortasse Olympiodori Thebani Blemyomachia (P. Berol. 5003), ed. H. Livrea (Meisenheim am Glan 1978) spec. pp. 23-31.
6
Pack 2 348-356; vd. J. Maspero, Un dernier poete grec d'Egypte: Dioscore, fils d'Apollos. Rev. Et. Gr.
24 (1911) pp. 427-481; B. Baldwin, Dioscorus of Aphrodito: The Worst Poet of Antiquity? In: Atti del
XVII Congr. intern, di Papirologia, II (Napoli 1984) 327-331.
7
A. Cameron, The Empress and the Poet: Paganism and Politics at the Court of Theodosius II. Yale
Class. Stud. 27 (1982) 217-289.
8
B. Lavagnini, La patria di Senofonte Efesio, in: B. Lavagnini, Studi sul romanzo greco (Firenze 1050)
145-156; B. E. Perry, The Ancient Romances. A Literary-Historical Account of their Origins (BerkeleyLos Angeles 1967) 170 s.
9
G. M. Browne, The Papyri of the Sortes Astrampsychi (Meisenheim am Glan 1974) spec. pp. 3-14, e
A New Papyrus Codex of the Sortes Astrampsychi, in: Arktouros. Hellenic Studies Presented to B. M. W.
Knox . . . ed. by G. W. Bowersock, W. Burkert, M. C. J. Putman (Berlin-New York 1979) 434-439.
10
G. M. Browne, The Origin and Date of the Sortes Astrampsychi. Illin. Class. Stud. i (1974) 53-58.
" R. Browning, Recentiores non deteriores. Bull. Inst. Class. Stud. Univ. of London 7 (1960) 11-21.
12
C. Gallavotti, Planudea. Bollettino Comit. per la prepar. delPediz. nazion. dei classici, greci e la:ini,
n. s. 7 (1959) 37-39; A. Turyn, Dated Greek Manuscripts of the Thirteenth and Fourteenth Centimes in
the Libraries of Italy, I (Urbana-Chicago-London 1972) 30.

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G. Cavallo, La trasmissione dei ,moernic

$1$

un testo ,occidentale' ancora una volta noto in Italia forse dalla tarda antichit, comunque
riemerso nel tardo medioevo in Terra d'Otranto) 13 . '
di Cristodoro di Copto
costituisce, si s, il II libro delPantologia Palatina, sieche non si puo escludere- date le
complesse vicende di composizione di quest'ultima- ehe si sia tramandata nelPambito di
compilazioni antologiche piu antiche; e quanto a Colluto, questi si conservo solo nelPltalia meridionale di cultura bizantina, segno ehe fin dalla tarda antichit ne circolo il testo in
Occidente (ma in un modello ehe dal testimone piu antico, il Paris, suppl. gr. 388 del
secolo X, pare potersi ricostruire scritto in maiuscola alessandrina, e quindi di origine
greco-egizia)14. Sempre in Occidente inoltre, in Terra dOtranto, riemergono tra XII e
XIII secolo le Lettere erotiche di Aristeneto e nel XV i Posthomerica di Quinto Smirneo,
opere Puna e Paltra andate perdute nella tradizione Orientale e conservatesi soltanto in
quel territorio di frontiera di culture eccentriche ehe fu PItalia meridionale bizantina 15
(ma il nome Quintus Calaber, sotto il qule i Posthomerica compaiono nell'editio princeps, PAldina del 1504-1505, non potrebbe risalire ad epoca assai piu antica- Parea
salentina era detta un tempo Calabria - ed indicare ch'essi solo qui si conservarono perche
ritenuti d'autore locale?). E sar ancora in Terra d'Otranto ehe- testimone un manoscritto salentino del secolo XII, PAmbros. A 45 sup. - ritorner alla luce a distanza di
secoli Pedizione piu antica delle Sortes Astrampsychi16, attestata, prima di quelPepoca,
soltanto in qualche papiro greco-egizio di et tardoantica.
A determinare silenzi e naufragi tella letteratura contemporanea nella tarda antichit
furono anche Pindole di certi testi e i vettori materiali attraverso i quali questi sovente
circolarono. Va sottolineato ehe la produzione letteraria tra il I e il III secolo d. C. (fino,
grosso modo, alPepoca delPanarchia militare) fu il diretto riflesso di un'et di rivitalizzazione culturale, di espansione delPalfabetismo, di nuove fasce di lettori/consumatori di
letteratura. Questa quindi fu trascritta meno per esser sistemata, tramandata, conservata,
ma piuttosto - talora ad opera degli stessi lettori/consumatori e su materiali di riutilizzo per essere semplicemente letta: il ehe ne implicava una sopravvivenza talora del tutto
occasionale. Un poeta di et adriariea come Pancrates, testimoniato in papiri del II
secolo17, cade, dopo quest'epoca, nel piu totale oblio. Il largo frammento SuWesilio di
Favorino di Arelate, P. Vat. n, si e conservato unicamente sul verso di un rotolo documentario 18 ; si tratta dunque di un libro di indole tutta privata, scritto con ogni verisimiglianza dal suo stesso possessore, a quanto indica la grafia informale in cui e vergato. Ed
ugualmente su un rotolo gi adoperato sul recto risultano scritti alPinizio del III secolo gli
Halieutica di Oppiano, P. Cair. inv. 45623' 9 , opera altrimenti fortunata giacche tramandatasi in modi sotterranei fino al medioevo bizantino, nel corso del qule, tuttavia,
riaffiora tardi, fondamentalmente - al pari di Trifiodoro da una parte nelPltalia meridionale (nel Laur. 31.39 dello scorcio del secolo XI), dalPaltra ad opera di Massimo Planude
(nel Laur. 32.16 gi ricordato), segno di conservazione rara fino al XIII secolo20. Libri del
1}

E. Livrea, Verso una nuova edizione di Triofiodoro. Stud. class. Orient. 28 (1978) 49-68 (spec. p. 59,
nota 9) e introd. all'ed. Triphiodorus Ilii excidium (Leipzig 1982) V-XXI.
14
J. Irigoin, La culture grecque dans lOccident latin du VIF au XI e siecle, in: La cultura antica
nell'Occidente latino dal VII alPXI secolo [Settimane di Studio del Centro italiano di studi sull'alto
medioevo, 22] (Spoleto 1975) 437 (con relativa discussione, p. 450).
15
Vd. il mio lavoro Libri greci e resistenza etnica in Terra d'Otranto, in: G. Cavallo (ed.), Libri e lettori
nel mondo bizantino (Roma-Bari 1982) 166, 169 e 175.
16
Sortes Astrampsychi, ed. G. M. Browne, I (Leipzig 1983) pp. VVIII.
17
Pack 2 1335 e 1336; vd. A. Garzya, Pankrates, in: Atti del XVII Congr. intern, di papirologia, II
(Napoli 1984) 319-325.
18
Pack 4 5 5 19
Pack 2 1330.
20
F. Fayen, berlieferungsgeschichtliche Untersuchungen zu den Halieutika des Oppian (Meisenheim
am Glan 1969) spec. pp. 5-19 e 34-72.

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genere (o meglio um-Bcher), scritti su materiali di riutilizzo, una volta assolta la loro
funzione di lettura immediata, erano destinati a perdersi; e molte volte fu in esemplari
siffatti ehe la letteratura dei primi secoli delPimpero circolo. Ne di quest'ultima risulta
documentata pi tardi una tradizione diretta di qualche contmuit, giacche essa con
l'eccezione di casi particolari- non rientro in processi o canali di salvaguardia (per es.
adozioni di scuola, conservazione bibliotecaria di Stato): tracce ulteriori e tutt'altro ehe
casuali- come quelle lasciate dallo stesso Oppiano 21 (Halieutica), Dione di Prusa 2 -, Filostrato (solo Eikones)2\ Aristide 24 , Eliodoro 25 , Caritone26 in veri e propri codici-libri
posteriori alla crisi del III secolo, restano assai scarse, per lo piu limitate ad un unico
esemplare e in spazi cronologici corti (Oppiano, Dione, Filostrato, s'incontrano solo nel
secolo IV, Eliodoro e Caritone tra il VI e il VII, mentre di Aristide si hanno un testimone
del IV e due del VI-VII); di regola, invece, tra Pepoca delPanarchia militare e l',,ge
heroique" di Bisanzio vi e il silenzio. Gli e ehe nel III secolo, ma gi dagli ultimi anni del
II, vennero man mano a mancare le condizioni storico-culturali stesse perche quella
letteratura, tutta legata ad una fragile rinascita, potesse continuare a circolare, se non in
determinati casi (per es. un Elio Aristide o un Dione di Prusa erano modelli di Stile e di
tirocinio retorico, e percio si conservarono grazie alla loro eccellenza", cosi come per
vari motivi si salvarono altri autori gravitanti nella sfera della produzione alta; o ancora,
due orazioni, ehe saldi fondamenti consentono di attribuire a Favorino 27 , De Fortuna e
Corintbiaca - risp. n. ri LXIV e XXXVII del corpus Dioneum - si sono conservate soltanto perche ritenute di Dione di Prusa e percio aggregate agli scritti autentici di quest'ultimo). Quando tale letteratura per la prima volta riemerger pienamente, sar soprattutto
ad opera di quello ehe puo essere considerato l'unica figura autentica di ,umanista c nella
Bisanzio di et macedone: Areta 28 . AI qule fatto mai nlevato nonostante ne sia assai e
da tempo nota la biblioteca- si deve se molta produzione letteraria dell'et degli Antonini
largamente intesa, ma anche piu tarda, fu rimessa, dopo secoli di silenzio o quasi, in
circolazione. Anche se nella Biblioteca di Fozio molte e talora circostanziate risultano le
notizie su autori e opere di et antoniniana o dei suoi dintorni, e comunque Areta ehe fa
trascrivere, in pratica traslitterare, l'opera di Marco Aurelio 29 ; e Areta ehe commissiona le
orazioni di Elio Aristide }0 e forse i Deipnosofisti di Ateneo a Giovanni Calligrafo 3 ' e
l'opera di Luciano a Baanes 32 ; e ancora Areta ehe ha giocato un ruolo nella trasmissione di
21

22

Pack 2 1331.

Pack2 341.
Pack2 1347.
24
Uebel 1529 (vd. Chronique d'Egypte 50 [1975] 197-201); Uebel 1486 e 1487.
25
Pack 2 ex 2797 (vd. Zeitschr. Papyrol. Epigr. 34 [1979] 19-21).
26
Pack 2 244.
27
Favorino di Arelate, Opere . . ., a cura di A. Barigazzi (Firenze 1966) 245-346.
28
Su libri e testi passati per le mani di Areta vd., in generale, P. Lemerle, Le premier humanisme
byzantin. Notes et remarques sur enseignement et culture Byzance des origines au Xe siecle (Paris 1971)
204237; N. G. Wilson, Scholars in Byzantium (London 1983) 120135; B L. Fonkic, Scriptoria bizantini. Risultati e prospettive della ricerca. Riv. stud. biz. neoell. 17-19 (19801982) 99-108.
29
A. Sonny, Zur berlieferungsgeschichte von Marcus Aurelius
. Philologus 54 (1895) 181183; Arethae archiepiscopi Caesariensis Scripta minora, I, rec. L. G. Westerink (Leipzig 1968) 305 (num.
44, u.2-6).
30
E. Maas, Observationes paleographicae, in: Melanges Graux (Paris 1884) 758; B. Keil, introd. a Aelii
Aristidis Smyrnei quae supersunt omnia, II (Berlin 1898) pp. VII-IX; J. Bidez, Arethas de Cesaree editeur
et scholiaste. Byzantion 9 (1934) 395 s.
31
N. G. Wilson, Did Arethas read Athenaeus? Journ. Hellen. Stud. 82 (1962) 147 s. (ma vd. le riserve di
Fonkic, Scriptoria cit.y pp. 104-108).
32
Maas, Observationes dt. p. 759 s.; H.Rabe, Scholia in Lucianum (Leipzig 1906) p. III; Bidez,
Arethas dt., pp. 396-399.
23

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G. Cavallo, La trasmissione dei ,modernic

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Dione di Prusa 33 e Pausania 54 , e iors'anche di Epitteto 35 e Filostrato36. Si puo aggiungere


ehe egli ebbe, pi in generale, conoscenza di autori tardi: lesse, a quanto tutto lascia
creciere, Plutarco37, Eunapio 38 e persino im testo qule il Ditti Cretese greco39. Quello di
Areta, dunque, si configura in certo modo come im ,intervento c , il qule s'iscrive nel
contesto di una personalit ehe nell'ambito del recupero di testi fu rilevante quanto (o piu
di?) quella di Fozio, pur se su altro piano. Fozio ha cercato, letto, ripensato, riassunto,
rivisitato libri numerosissimi (,,tutti i libri accorrevano verso di lui ci e Pespressione sarcastica di Niceta Davide) 40 , ma non sembra aver promosso- come invece Areta- una
tradizione diretta di testi; accumula codici su codici per quello ehe sar il suo Myriobiblos,
ma non v'e indizio ehe ne faccia traslitterare o trascrivere; scorre le righe ,,la plume a la
main" 41 , ma non si individuano manoscritti ehe rechino sue tracce.
Prodotti, in sostanza, esclusivamente per soddisfare le esigenze immediate d'ordine pratico o di intrattenimento possono essere considerati numerosi libri/testi di consumo, i
quali risultano assai diffusi in et imperiale proprio in grazia di quelPespansione delPalfabetismo di cui s'e detto, ma ch'erano destinati a scomparire con il restringersi di quest'ultimo o a conservarsi solo in casi individuabili (per es. qualit di scrittura pi elevata,
trasmissione nell'ambito di altri testi, penetrazione nella cultura cristiana). Si trattava di
testi/libri indotti dal bisogno di lettura di fasce ehe, pur rimaste escluse dai livelli di
istruzione grammaticale e retorica, erano comunque pienamente alfabetizzate ed acquisite
alla cultura scritta (tecnici, funzionari e militari di qualche rango, liberti non incolti,
uomini di affari, donne di condizione agiata: in sostanza i ceti medi urbani). Ad uso,
dunque, di un pubblico piu largo risultano in circolazione testi astrologici e magici,
prontuari di varia indole, oracoli, manuali di culinaria e di sport (le Sortes Astrampsychi
sono tipica letteratura del genere, e gli stessi Halieutica di Oppiano non altro vanno
considerati ehe un trattato sulla pesca di certo livello letterario), ma soprattutto narrativa
di carattere assai composito, epico-popolare, fantastico, licenzioso, misterico, awenturoso, folklorico 42 . Ed e su alcuni aspetti di quest'ultima ehe e il caso di soffermarsi per
cogliere ulteriori processi di conservazione/perdita della letteratura ,moderna*. V'e da
fare, innanzi tutto, una premessa: il fatto ehe nessun frammento di narrativa possa essere
attribmro a data anteriore u II secolo d. C. ca. non e certo casuale (Pesemphrc piu antico
??

Maas, Observationes cit., p. 758 s.; A. Sonny, Zur handschriftlichen berlieferung des Dion Chrysostomos. Jahrb. Class. Philol. 32 (1886) 95; A. Brancacci, Rhetorike Philosophousa. Dione Crisostomo
nella cultura antica e bizantina (Napoli 1986) 229-235.
3
" F. Spiro, Ein Leser des Pausanias, in: Festschrift]. Vahlen (Berlin 1900) 135-138, e introd. a Pausaniae Greciae descriptio, I (Leipzig 1903) pp. VIII e XV; A. Diller, Pausanias in the Middle Ages. Trans.
Proceed. Amer. Philol. Assoc. 88 (1957) 86 e 97.
3
' A. Sonny, Ad Dionem Chrysostomum analecta (Kioviae 1896) 93 n. 2; H. Schenkl, introd. a Epicteti
Dissertationes (Leipzig I 9 i 6 ) p p . LXXIX-LXXXII; ma vd., di contro, L. G. Westerink, introd. aArethae
archiepiscopi Caesariensis Scripta minora, II (Leipzig 1972) p. XIV.
3
' Sonny, Zur handschriftlichen berlieferung dt., p. 95 n. 2; Westerink, introd. a Arethae . . . Scripta
mirora cit., II, p. XIII; si mostra invece scettico Wilson, Scholars cit... p. 127.
r
M. Manfredini, Gli scoli a Plutarco cli Areta di Cesarea. Siculorum Gymnasium, n. s. 28 (1975) 337
C
35
31
Th. M. Banchich, Eunapius und Arethas. Gr. Rom. Byz. Stud. 24 (1983) 181-184.
3:
A. Sonny, Dictys bei Arethas. B. Z. i (1892) 590.
4:
PG 105, col. 509.
4
Lemerle, Le premier humanisme cit., p. 193.
4
' Una classificazione della narrativa antica e stata recentemente tentata da A. Scobie, More Essays on
Ancient Romance and its Heritage (Meisenheim am Glan 1973) 85, ma essa risulta troppo schematica
risjretto alla complessita e variet del fenomcno letterario. Per quanto concerne origini c cronologia della
letteratura narratologica vd. la messa a punto di B. P. Reardon, Courants litteraires grecs des IIe et IIP
siec.es apres J.-C. (Paris 1971) }11339.

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conosciuto par essere il cosiddetto Romanzo di Nino, P. Berol. 6926 del tardo I secolo o
dell'inizio del II) 43 ; e solo in tale epoca, infatti, ehe vennero a determinarsi le condizioni
socioculturali, vale a dire im certo tipo di pubblico di lettori44, perche fossero composti e
circolassero scritti del genere, sieche la controversa datazione attribuita a testi narratologici e im falso problema. E' sempre da scandagliare la possibilit di un'epoca compresa tra
il tardo I e il II secolo d. C.; ne mi sembra ehe certi livelli linguistici invocati per attribuire
al I secolo a. C. Caritone o il , romanzo di Antioco e Partenope'45 (di cui si dir) si
possono ritenere cogenti: l'et antoniniana, si s, fu epoca di civilt linguistica assai
composita. In et pi antica si deve parlare piuttosto di ,storiac pur se di im certo tipo fabularis e paradossografico - sulla qule la narrativa stessa venne ad innestarsi46.
Un congruo numero di frammenti ehe tramandano narrativa proviene da quelli ehe qui
si son voluti chiamare um-Bcher, scritti come sono su materiali di riutilizzo: tra gli
ultimi anni del I secolo d. C. e i primi del III si incontrano testi ehe pi tardi non risultano
riemersi direttamente (e talora neanche indirettamente) quali, per es., Ditti Cretese
greco47, Antonio Diogene48, i Phoinikik di Lolliano49, forse la Historia Apollonii regis
Tyri in greco50, i cosiddetti ,romanzo di Erpillide' 51 e ,romanzo di Antioco e Partenope'52, nonche- e sono i pi- testi sicuramente narratologici ma di contenuto non
precisamente identificato; ne manca anche un testo ehe la tradizione bizantina medievale
ha conservato, il romanzo di Achille Tazio53. Ma alcuni di questi testi e altri nel medesimo
torno di tempo si trovano pure in libri veri e propri (rotoli o anche codici): si hanno
esemplari su rotolo degli stessi Ditti Cretese54, Antonio Diogene55, Achille Tazio56, resti
da due codici di quest' ultimo 57 , ed inoltre il gi ricordato volumen del Romanzo di Nino,
tre rotoli di Caritone58, un codice dei Phoinikik di Lolliano59 e frammenti da testi di
narrativa di vario genere, tra i quali spicca un cosiddetto ,Satyricon( greco60. Altre voltefatto anch'esso significativo - ci si trova di fronte a copie ehe, pur se non trascritte su
materiali di riutilizzo, si mostrano tuttavia esse stesse riutilizzate dopo breve tempo per
scrivervi altro sul verso, segno ehe si trattava di libri scritti solo per interesse immediato,
non per essere conservati, anche perche in circolazione entro milieux sociali cui doveva
43
44

Pack2 i6\6 e Zeitschr Papyrol. Fpigr 6 (1970) 40-41.

T. Hgg, The Novel in Antiquity (Oxford 1983) 81-108. Si noti ehe Hgg, pur ricostruendo un tipo
di pubblico qul e testimoniato in piena et imperiale, tenta di retrodatarne Pimmagine per non rinunciare
ad ammettere la circolazione di certi scritti di narrativa gi in epoca ellenistica.
45
A. Dihle, Zur Datierung des Metiochos-Romans. Wrzburger Jahrb. Altertumswiss., NF 4 (1978)
47-5546
Vd. sulPargomento alcune lucide pagine di E. Gabba, True History and False History in Classical
Antiquity. Journ. Rom. Stud. 71 (1981) spec. pp. 52-55.
47
Pack2 338.
48
Pack2 95.
49
P. Col. inv. 3328 (ed. A. Henrichs, Die Phoinikik des Lollianus, Bonn 1972).
50
Pack2 2624 e P. Mil. Vogl. VI 260. Sulla problematica inerente all'attribuzione del testo vd. le
osservazioni di M. Mazza, Le avventure del romanzo nell'Occidente latino. La ,Historia Apollonii regis
Tyri', in: Le trasformazioni della cultura nella tarda antichit (Roma 1985) 610-615.
51
Pack2 2621.
52
Pack2 2622 e P. Berol. 21179 (ed. H. Maehler. Zeitschr. Papyrol. Epigr. 23 [1976] 1-20). Vd. da
ultimo, T. Hgg, The Parthenope Romance decapitated? Symbolae Osloenses 59 (1984) 61-91.
53
Pack2 ex 2258 (vd. Zeitschr. Papyrol. Epigr. 22 [1976] 14-17).
54
P. Oxy. 2539.
55
P. Oxy. 3012 (vd. anche Zeitschr. Papyrol. Epigr. 22 [1976] 17 s.).
56
Pack2 2 e Uebel 1511.
57
Pack2 1 6 3 .
58
Pack2 241 e P. Oxy. 2948, Pack" 242 e 243.
59
Uebel 1513.
60
P. Oxy. 3010.

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G. Cavallo, La trasmissione aei ,modernic

319

essere estranea la stessa idea di conservazione. Non e senza Interesse notare ehe sul verso
di P. Michael, i, recante il romanzo di Caritone, v'e scritto un testo astrologico61. Tutti
tali fattori finirono con il provocare il naufragio della narrativa e, pi in generale, della
letteratura di consumo; tanto pi ove questa fosse legata a tradizioni locali e motivi
folklorici, quali si ritrovano in certi materiali d'Egitto sicuramente diffusi solo in quell'area o solo poco oltre i suoi confini: il romanzo di Sesostri62, la stona di Tefnut 63 , gli stessi
Phoinikik di Lolliano.
Alcuni testi, tuttavia, risultano riemersi ed impongono di ricercarne, ove possibile, i
meccanismi di conservazione o di ripresa. Molti degli esemplari ricordati si dimostrano
essere, s'e detto, um-Bcher o anche risultano vergati in forme grafiche ora fluide, di tipo
burocratico o magari semicorsive, ora piuttosto rozze, dovuti come sembrano a trascrizione privata, agli stessi consumatori/lettori (tali, p. es., i rotoli di Ditti Cretese, o il
Caritone P. Oxy. 1019 + 2948, o ancora i probabili frammenti della Historia Apollonii
regis Tyrii). Ma vi sono anche esemplari, tra quelli di prima mano, di buona fattura
tecnica e vergati in scritture professionali. In tali casi e da chiedersi se la pi alta qualit
libraria possa riflettere una struttura letteraria del romanzo pi complessa, funzionale alle
esigenze di un pubblico pi colto. In verit narrativa come quella di Achille Tazio,
Eliodoro, Longo Sofista aveva, dato il suo carattere, pi probabilit di conservarsi; ed
infatti non solo si e conservata, ma anche in una tradizione pi o meno ampia, a quanto
mostrano i riverberi nel corso del medioevo bizantino (ai romanzi di Achille Tazio e di
Eliodoro un impulso alla sopravvivenza dove venire anche dal fatto ch'essi risultano
legittimati dal cristianesimo)64. D'altra parte va detto, pure, ehe la letteratura di consumo
e sempre fenomeno ,trasversale', interessante dunque un pubblico socialmente stratificato: il ehe significa ehe certi testi potevano entrare- al di la della loro stessa qualit nella sfera della produzione libraria alta e percio stesso fruire di modi di conservazione ad
essa inerenti. In ogni caso, di tutti quegli autori di narrativa ehe, direttamente o indirettarnente, sono documentati come letti in et medio- e tardobizantina e assai probabile siano
esistiti manoscritti tardoantichi di livello tecnico piuttosto elevato, pur se forse in circolazione in un qualche ambito (geografico o bibliotecario) ristretto e in un numero di
esemplari assai limitato, magari talora unico. A noi sono rirnasti frammenti di sicuro
impegno editoriale sia da rotoli (Satyricon greco, Achille Tazio, Caritone) sia da codici
(Eliodoro, lo stesso Caritone, Lucio di Patre). Di un autore come Caritone, percio, risulta
conservata una diversa gamma di tipologie librarie per forrna e qualit, indice proprio di
quella circolazione ,trasversale c di cui s'e detto. Riguardo al racconto Ludo o l'asino, e da
aggiungere ehe quest'ultimo risulta conservato nelPambito della tradizione di Luciano, in
pratica, dunque, perche entrato a far parte del corpus degli scritti lucianei 65 (e da un corpus
o corpusculum del genere ehe proviene P. Lit. Lond. 194 del IV secolo a noi giunto? I
caratteri grafici e codicologici puntano in favore di un manoscritto non limitato ad un
solo testo)66. In altri casi ove siano mancati fatti specifici a promuoverne la circolazione/
conservazione - la storia ulteriore dei testi narratologici mostra una tradizione rarefatta.
Nel VI secolo il cosiddetto ,,romanzo di Chione" risulta ancora trdito: se ne conserva la
sequenza iniziale nello stesso frammento di codice ehe ha trasmesso per quelPepoca passi
61

E' Pack 2 242.

62

Pack2 2259 e P. Oxy. 3319 (vd. W. Luppe, in Zeitschr. Papyrol. Epigr. 41 [1981] pp. 63-66) e Pack 2
2619.
63
Pack 2 2618.
64
Sui meccanismi di conservazione/perdita di certi testi di narrativa tra antichit tarda e medioevo
bizantino vd. H.-G. Beck, Byzantinisches Erotikon (Mnchen 1986) spec. pp. 79-135.
t5
Slle motivazioni ehe sono a monte dell'aggregazione di Lucio o l'asmo al corpus lucianeo vd. Perry,
The Ancient Romances ., pp. 211-235.
co
Pack 2 2637 (vd. J. Lenaerts, Chromque d'Egypte 49 [19741 115-120).

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320

L Abteilung

di Caritone e ehe forse costituiva im corpus pi ampio di testi di narrativa; ma tal


romanzo di Chione", evidentemente sopravvissuto solo in qualche esemplare, ando pi
tardi perduto. Ed ancora, libri di evasione come Le meraviglie al di la di Thule di
Antonio Diogene e Le storie babilonesi di Giamblico, sicuramente letti da Fozio (codd.
94 e 166), risultano perduti, segno di una disponibilit di quei testi assai limitata. Infine,
per quanto concerne Caritone e Senofonte Efesio, capostipite di tutta la tradizione medievale e un manoscritto, il Laur. Conv. soppr. 627 ehe, prodotto alla fine del secolo XIII,
nel suo nucleo fondamentale forse riverbera un corpus di narrativa antica organizzato
nelPet dei Comneni (e quanto sembra potersi desumere da un componimento a f. 21 v
del Laurenziano indirizzato ad Alessio II, Pimperatore-fanciullo figlio di Manuele Comneno e di Maria d'Antiochia) 67 . Quel ehe qui conta sottolineare comunque e il carattere di
recupero tutto particolare della tradizione di quegli autori, dovuto alla temperie culturale
di un'epoca, quella del XII secolo bizantino, ehe riscopre il romanzo e ne riporta quindi
alla luce certi autori, conservatisi, come tutto lascia credere, non solo in esemplari assai
scarsi ma fors'anche solo in localit eccentriche.
Vicende del tutto diverse segnarono, invece, il percorso di certa produzione letteraria
altrimenti elitaria- ci si vuol riferire in particolare a retori e storici ,moderni c - la qule,
nel corso stesso della tarda antichit, godette di canali privilegiati di circolazione atti ad
assicurarne una sopravvivenza ulteriore; non a caso certe perdite, ove vi furono, si determinarono sovente non prima delPet mediobizantina. E' da dire immediatamente ehe
quanto della tarda antichit si e conservato di prodotti librari del genere rivela codici di
tipologia pi o meno ampia, uso di scritture formal!, correttezza di testi: tutti elenienti
indicativi, considerati nel loro complesso, di una sfera di circolazione alta. Si e accennato
a manoscritti di Dione di Prusa e di Elio Aristide, autori sulla tradizione dei quali e il caso
di dire di pi; inoltre, si possono qui aggiungere alcune figure di retori del IV secolo,
Libanio ed Imerio, anch'essi direttamente attestati nella tarda antichit pur se in esemplari
rarissimi. Quali indicazioni dnno i frammenti superstiti? E come si lascia interpretare la
tradizione bizantina medievale? L/unico testimone di Dione di Prusa, orazioni XIV e XV
(ma in successione XV. XIV), viene da un codice di papiro del V secolo ridotto in
frammenti P. Lond. inv. 2813 di formato medio, cm [29 x 16] ca., scritto a 43 righc
per pagina68, nel qule la compresenza di due orazioni indica almeno un corpusculum.
Quel ehe va sottolineato e ehe il gruppo di orazioni XIVXXX - pur se in posizione
instabile all'interno dell'ordinamento generale del corpus dioneo- risulta compatto sia in
Fozio (cod. 209) e nei testirnoni ehe pi si avvicinano alPesemplare noto a quest'ultimo 69
(cosiddetti ,meliores c : seconda classe Sonny), sia nel ramo di tradizione ehe fa capo ad
Areta, riverberato dal Vat. Urb. gr. 124 e dai manoscritti ehe ne derivano o ehe comunque
rientrano nella stessa famiglia (cosiddetti ,deteriores': prima classe Sonny) 70 ; ed e dunque
da credere ehe il codice di Londra, integro, contenesse tali orazioni in una misura di
pagine ehe si puo calcolare intorno ad un centinaio (la successione XV. XIV puo essere
spia di un'inversione gi su rotolo, supporto librario sul qule i discorsi dionei originariamente di sicuro circolarono). Si s ehe Dione, senza mai curarne un'edizione totale e
complessiva, si preoccupo dei modi di pubblicazione e diffusione dei suoi testi 71 , i quali,
67
Rimando al mio contributo, II libro come oggetto d'uso nel mondo bizantino. Jahrb. sterr. Byz. 3 i
(1981)415.
68
E'Pack 2 341.
69
T. Hgg, Photios als Vermittler antiker Literatur. Untersuchungen zur Technik des Referierens und
Exzerpierens in der Bibliothek. Uppsala 1975.
70
H. von Arnim, proleg, a Dionis Prusaensis quem vocant Chrysostomum quae exstant omnia. l
(Berlin 1893) pp. III-XXXX; Sonny, Ad Dionem Chrysostomum ' .,
. 1-28.
71
D. Chr. XLV i (Arnim II, p. 70 s.).

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G. Cavallo, La trasmissione dei ,moderm

321

alPinizio del loro percorso, conobbero forme di circolazione differenziata, vuoi orale
() vuoi scritta (), in relazione a caratteri interni o a circostanze esterne; e
fu proprio questo il motivo ehe spiega l'incertezza editoriale delPopera dionea. Tra i
discorsi, solo pochi godettero di una forma redazionale definitiva da parte delPautore,
mentre altri si diffusero in una precaria fisionomia testuale, suscettibile di interventi di
varia indole 72 ; ne d'altra parte Dione, autore ,moderno c e peraltro non compreso in
curricula scolastici, fu sottoposto ad un lavoro critico al pari di classici letti nella scuola;
ne ancora- considerata la perdita degh scritti ,sofistici c - dovette mai esservi una iniziativa editoriale precisa per organizzare un corpus di tutto quello ehe di lui nella tarda
antichit si conosceva (iniziative del genere, e piu di una volta, toccarono a certi classici,
Demostene o Isocrate). A tal proposito va rilevato un altro fatto. I testi dionei, prima
ancora di sfociare in un qualche corpus sia pure non comprensivo di tutta quanta Popera 73 ,
circolarono - sembrano darne prova parimenti il codice di Londra e la tradizione bizantina medievale- in corpuscula ehe risultano abbastanza stabili: I-VI, VIII-XIII, XIVXXX, XXXI-LXXX, mentre il discorso VII, YEuboico, doveva circolare in unit libraria
a se stante, suscettibile, percio, di mutare di posto da solo nelPordinamento dei testi
dionei, come di fatto avvenne, giacche si trova dopo VIII-XIII nei ,meliores c , dopo I-VI
nei ,deteriores c , o anche in una posizione ancora diversa, a quanto Sinesio testimonia 74 .
Ed e proprio tale circolazione isolata del discorso ehe puo costituire conferma alla tesi,
sostenuta da Hans von Arnim, ehe atlYEuboico siano andate perdute le parti iniziale e
finale 75 : Pestensione attuale, piuttosto esigua, del testo giustifica a stento un'unit libraria
autonoma (nonostante si voglia tener conto ehe v'erano a quelPepoca libri di contenuto
assai limitato), mentre, se si postula im testo piu ampio, viene a cadere qualsiasi perplessit . Che le perdite possano essersi prodotte per la caduta da un rotolo opistografo della
sezione in cui le colonne finali delPopera erano scritte sul retro di quelle imziali, e ipotesi
macchinosa dello stesso von Arnim, laddove invece e agevole ritenere ehe le perdite si
siano prodotte in un codice, ove fogh (o fascicoh) alPinizio e alla fine del manufatto
tendono a cadere o ad andare distrutti: molti esempi si potrebbero addurre a tal riguardo.
E' significativo, altresi, ehe i segmenti del corpus dioneo attestati nella tradizione bizan tina medievale corrispondono- almeno ove rapportate alPunica testimonianza diretta
conservatasi della tarda antichit , il ricostruito manoscritto londmese- ad entit librarie
non omogenee, ma sempre di consistenza tecnicamente in uso nelPepoca. Ne possono
essere esclusi altri tipi di corpuscula, pur se alcuni segmenti diversi - proposti da un terzo
ramo di tradizione 76 rispetto a quelli di Fozio e di Areta, rappresentato nei suo testimone
piu autorevole dal Vat. gr. 91 del secolo XI/XII - sembrano dovuti ad interventi tardi
piuttosto ehe riflettere una realt libraria tardoantica. L'espressione di Sinesio ,, " indicante quanti curavano Pordinamento dei testi dionei 77 (ma non necessariamente in un unico cod'ice-corpus) e Pesplicito riferimento alla pluralit dei modi in cui
questi ultirni potevano essere disposti secondo ,logiche c o ,criten' diversi, d nno Pesatta
percezione della gamma di possibilit di trasmissione delPopera di Dione. La tradizione
piu tarda, con le sue diverse articolazioni tra testi singoli e corpuscula nei vari rami,
~: Sonny, Ad Dionem Chrysostomum di., p. 163 s.
"; Su tutta la problematica inerente alla formazionc del corpus dioneo vd. Brancacci, Rhetorike di., pp.
137-197; ma vd. anche H. von Arnim, Entstehung und Anordnung der Schriftensammlung Dios von
Prusa. Hermes 26 (1891) 366-407, ed E. Wenkebach, Die berlieferung der Schriften des Dion von Prusa.
Hermes 79 (1944) spec. pp. 43~4S~ l Vd. nota 77.
"' Arnim, Entstehung di., pp. 397-407.
"3 Sonny, Ad Dionem Chrysostomum di., pp. u.
"" Syn. Dio II, 38 D-}9 A (Terzaghi II, p. 2 ^ 9 s . ) . i..; ,,
-One del passo in Brancacci, Rhetorike di., pp.
19. s.

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322

I. Abteilung

testimonia solo alcune di quelle possibilit. Ma il nome di Sinesio e importante anche per
altro verso: con il suo ,culto c , per cosi dire, di Dione, indica il successo - anche altrimenti
documentato di un autore ,moderno c , ehe viene a conservarsi proprio in grazia del
favore incontrato nel corso della tarda antichit stessa; ed anzi e altamente probabile ehe il
rapporto conservazione/perdita tra scritti ,filosofici' e scritti ,sofistici c di Dione (a parte
qualche eccezione) sia dovuto al fatto ehe i primi risultano privilegiati nel giudizio di
Sinesio78, il qule non si puo escludere abbia contribuito a determinare verso Popera
dionea un atteggiamento di portata pi ampia. Si puo osservare, infine, ehe al vertice del
ramo di tradizione risalente ad Areta v'e il codice Vat. Urb. gr. 124, il qule risulta scritto
a 32 righe: almeno per i manoscritti degli storici tal ,mise en page indica libri/testi in
circolazione a Costantinopoli nelPmbito di corte79, ma per altri autori non si puo escludere ehe ,,la meme mise en page a pu etre utilisee dans des ateliers differents pour
transcrire des modeles d'une autre origine"; ed e quest'ultimo, con ogni verisimiglianza,
il caso del manoscritto Vaticano, giacche non sembra ehe ia biblioteca imperiale abbia
giocato un qualche ruolo nella trasmissione di Dione.
Vicende di tradizione sostanzialmente analoghe a quelle ehe si son potute osservare per
Dione, sono da postulare per Elio Aristide. I testimoni diretti ehe ne restano della tarda
antichit risultano limitati a frammenti da tre codici di papiro. II piu antico, P. Ant. 144, si
puo ricostruire in un formato di cm [25 X 15], con scrittura a due colonne di 39 righe ca.
ciascuna80; ma, se e vero ehe il manoscritto originario doveva con ogni probabilit contenere piu della sola orazione I, il Panatenaico, dalla qule provengono i frustuli superstiti e
ehe occupava una trentina di fogli, e altrettanto vero ehe resta del tutto escluso si trattasse
di un esemplare tecnicamente atto a contenere opera quae exstant omnia di Aristide. Era
forse un codice limitato alle orazioni I-IV? vale a dire al Panatenaico t ai discorsi
platonici? E' l'ipotesi ehe ha piu possibilit di essere quella giusta. Di contenuto ampio
dovevano essere i piu tardi- secolo VI-VII - P. Ant. 182 e P. Mich. inv. 665i 81 , quest'ultimo contenente sempre il Panatenaico e vergato a due colonne di 36-40 righe ciascuna,
ma troppo frammentario perche se ne possa desumere formato; Paltro invece, scritto a
piena pagina (ma resta incerto il numero delle righe), si puo ricostruire nelle misure di crn
[34 X 24] ca., tipologia ragguardevole ed atta ad un contenuto non certo limitato alla
orazione III attestatavi, ma anzi assai largo: tutto Aristide? La risposta e destinata a
restare problematica, ma i dati tecnici fanno credere vi fossero stati trascritti almeno I-XV
(Panatenaico, discorsi platonici e declamazioni, senza escludere la orazione XVI, datone
il carattere particolare nella storia della tradizione). Quel ehe comunque si rileva, soprattutto grazie al ricostruito P. Ant. 144, e ehe dovevano circolare su codice corpuscula
limitati a gruppi di orazioni (e forse talora ad orazioni singole), non diversamente di quel
ehe si e potuto constatare nei modi di trasmissione di Dione: ne costituisce conferma, del
resto, la tradizione di et mediobizantina, nel corso della qule si trova, da una parte, un
corpus- riverberato dal Laur. 60.8, il cosiddetto T, dell'avanzato secolo XIII - connotato
da forte organizzazione interna dei discorsi, tanto ehe le edizioni moderne ne prendono a
base l'ordinamento 82 ; mentre, d'altro canto, sono documentate, in tutta una serie di
testimoni, aggregazioni di discorsi variamente combinati, ehe sembrano riflettere ricommettiture di originari corpuscula di varia indole e talora di orazioni singole. Non e un
78

Ivi, p. 227 s.
J. Irigoin, Pour une etude des centres de copie byzantins, II, i: Un groupe de manuscrits du scriptorium imperial. Scriptorium 13 (1959) 177-181, e Les manuscrits d'historiens grecs et byzantins 32 lignes,
in: Studia codicologica, ed. K. Treu (Berlin 1977) 237-245 (parole citate pi sotto, p. 245).
80
E' Uebel 1529 (vd. anche Chronique d'Egypte 50 [1975] 197-201).
81
Sono Uebel 1486 e 1487; vd. F. W. Lenz, Zu den neuen Aristeidespapyri. Philologus 113 (1969) 301306.
82
Keil, introd. a Aelii Aristidis Smyrnei at., II, p. IV.
79

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G. Cavallo, La trasmissione dei ,moderm'

323

caso, per es., ehe il discorso LIII- di cui, in quanto l'unico manoscritto ehe ne tramanda
il testo si presenta mutilo alla fine, risulta superstite solo un frammento si trovi testimoniato in un codice di Areta, il Paris, gr. 2951 + Laur. 60.3, evidentemente perche soltanto
il dotto umanista era riuscito a ritrovarlo in un corpusculum o singolo libro, nel qule esso
si conservava ancora. La tesi avanzata da Charles Allison Behr, ehe- eccezion fatta per il
Laur. 60.8 the other manuscripts descend from one exemplar, which at some time
began to break apart, and that in certain cases these smaller sections suffered further
dissolution"83, e tesi ehe va respinta: non si tratta, infatti, della dissoluzione di quello ehe
Behr chiama hyparchetype" in sections" o segments", ma- ove si abbia come punto
di riferimento la realt tecnico-libraria ed editoriale tardoantica - di una serie di corpuscula o singole orazioni ehe si aggregano variamente. Soscrizioni-fossili in coda ad alcuni
discorsi (relative a luoghi, date, circostanze in cui questi si inquadrano) 84 testimoniate
solo in certi manoscritti mostrano a monte edizioni diverse. Del resto gi Friedrich
Walter Lenz aveva sviluppato la teoria di una trasmissione del corpus di Aristide in
tomoi", pur se non ne aveva riferito la formazione a fatti concreti di tecnica e circolazione del libro tardoantico, ne, peraltro, ne aveva tratto tutte le implicazioni sul piano
storico-testuale85. Quanto al Laur. 60.8, questo riverbera s'e detto, un vero e proprio
corpus organicamente articolato alPinterno; e tuttavia difficile dire se tale edizione risalga
alla tarda antichit o sia, piuttosto, opera recente della filologia bizantina. Escluso
comunque ehe il manoscritto conservi - come s'e ritenuto - l'ordinamento di un corpusarchetipo di Aristide a monte di tutta la tradizione86, la seconda alternativa sembra la piu
verosimile: dietro la costruzione sapientemente ,editoriale' testimoniata nel codice
Laurenziano si intravvede l'opera di un dotto bizantino, tipica della rinascita culturale ehe
s'ebbe a partire dalPinoltrato secolo XIII, data di trascrizione del manufatto; ed a ragione
e stato scritto, percio, ehe les bonnes legons de T risquent toujours d'etre des conjectures, souvent seduisantes, mais dont il faut apprecier la validite"87. Rinunciare ad un
cor/?5-archetipo nella tradizione di Elio Aristide sernbra d'obbligo; la strada da tentare
puo essere piuttosto quella- ove ci si riesca a districare nella selva delle soluzioni editoriali e delle contaminazioni - di rintracciare gli antenati di corpuscula o di singole orazioni 88 . E' assai probabile, piu in generale, ehe per Aristide, autore ,moderno', pur se
assurto al rango di ,classico' di stile - e proprio per questo conservatosi - siano mancate
iniziative tali da ricompattarne fin dalla tarda antichit gli scritti in una o piu edizionicorpora di tutta l'opera, come invece avvenne per autori antichi quali Demostene o
Isocrate. Di qui l'ordinamento assai fluido, quasi incontrollabile, di discorsi e gruppi di
discorsi nella tradizione bizantina medievale, a parte la dotta costruzione del Laur. 60.8
da ritenere tarda.
Altrettanto, e forse piu, intricata si presenta la tradizione degli scritti di Libanio, la
qule si spiega, innanzi tutto, con i meccanismi inerenti alla loro primitiva pubblicazione
e diffusione 89 ; ed anzi tali meccanismi meglio chiariscono, di riverbero, quel ehe s'e finora
detto sullo stato della tradizione di Dione di Prusa e di Elio Aristide. A quanto e stato
S;

C. A. Behr, introd. a Aelii Aristidis opera quae exstant omnia, I, ed. F. W. Lenz - C. A. Behr (Leiden
1976) spec. pp. LXXXII-XCVII, parole citate p. LXXXII.
8
* Vd. i discorsi XVII, XXII, XXX, XXXIV, XXXVII, XL.
* F. W. Lenz, Aristeidesstudien (Berlin 1964) 100-124.
8
' E' quanto ritiene Behr, introd. a Aelii Aristidis dt., I, p. LXVII, e introd. a Aristides, I (LondonCambridge/Mass. 1973) p. XIX; ma vd., di contro, Keil, introd. a Aelii Aristidis Smyrnei dt., II, p. VI.
J
" L. Pernot, Les discours siciliens d'Aelius Aristide (Or. 5-6): e'tude litteraire et paleographique (New
York 1981) 250.
S!
Iviy pp. 203-252, limitatamente ai discorsi siciliani.
"" P. Petit, Recherches sur la publication et la diffusion des discours de Libanius. Historia 5 (1956) 479-

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324

I.Abteilung

rilevato attraverso uno Studio interno alPopera stessa del sofista-retore, ,,donner le manuscrit (a des amis) c'est positivement le publier" 90 ; e pubblicare uno scritto vuol dire, in
pratica, ,,lui assurer une diffusion indefinie et incontrolable, puisque les copies, une fois
sortie de la bibliotheque de Pauteur, lui echappent completement",91 con una serie,
peraltro, di variabili dipendenti dalla volont delPautore su modi e tempi di pubblicazione, dalPindole del testo, dalla presa di quest'ultimo sul pubblico: tutti fattori gravidi di
conseguenze sulPulteriore cammino del testo. Non e forse casuale ehe di Libanio sono
superstiti due testimoni tardoantichi, Puno del V e Paltro del VI secolo92, ma contenenti
lo stesso scritto, il discorso XVIIIF, l'Epitafio per Giuliano imperatore, opera di propaganda politica, divulgata sotto Valente, alla qule una circolazione, da credere larga, dove
assicurare maggiore continuit nel tempo. Dei ricordati testimoni si puo ricostruire il solo
P. Vindob. G 293n 93 : il formato di cm [27 X 17] ca. e Pimpaginazione a [3235] righe
mdicano una consistenza di una buona cinquantina di fogli per il solo discorso XVIIIF;
ed e probabile ehe non vi fossero contenuti altri testi. In et mediobizantina la tradizione
di Libanio riverbera modi di ordinamento dell'opera ehe certo non risalgono alPautore
stesso, ma a segretari o esecutori testamentari. Quando si prenda in considerazione la
raccolta dei Discorsi, cosi come si ritrova in quel ehe resta delle parti originali nei due
testimoni-cardine della tradizione, il Monac. gr. 483 (= A) del tardo secolo X e il Vat.
Chis. R VI 43 (= C) della met del medesimo secolo94, i quali ne documentano uno stesso
ordinamento interno, ,,
peut penser que c'est Pordre primitif du corpus"; ma, di
contro, e difficile credere ehe plus tard on a tire de ce corpus des choix divers, et les
copistes qui ont voulu reconstituer ensuite des ensembles complets en regroupant ces
differents choix ont abouti a des ordres de succession tres varies"95: si tratta dello stesso
equivoco in cui si e caduti per la tradizione di Aristide. Il problema delicato e, piuttosto,
distinguere tra eventuali mterventi, ehe pur non dovettero mancare in et mediobizantina,
e quanto, invece, riverberi fatti librari ed editoriali gi della tarda antichit, nel corso della
qule dovettero circolare- tanto pi ove si pensi a quella diffusione degli scritti di
Libanio ,,indefinie et incontrolable" a cura di segretari, amici, o ammiratori coevi o pi
tardi- codici di singole orazioni o scelte di queste. Ugual discorso si potrebbe fare, con
opportuni aggiustamenti, anche par altri scritti di Libanio, Declamationes e Progymnasmata o Epistulae. E' in questa dimensione problematica ehe va considerata la distinzione- dovuta a Richard Foerster- tra manoscritti corporales e manoscritti eglogarii.
Resta da dire qualcosa sulla formazione della raccolta almeno dei Discorsi: ancora una
volta, la mancanza di un corpus organizzato sotto il diretto controllo delPautore stesso
dovette dar luogo ad ordinamenti diversi. Da questa intersezione tra circolazione libraria
di varia indole e interventi tardi nella formazione di corpora deriva la complessa fisionomia della tradizione di Libanio, la qule trova, non a caso, suggestive analogie con quella
di Temistio. A proposito di quest'ultimo, tuttavia, v'e da osservare ehe nessun contributo
per ricostruirne la sistemazione tecnico-libraria in et tardoantica puo venire da P. Lit.
Len. 12 del IV-V secolo, contenente, oltre ad una sequenza aaYOratio III, un frammento
da altro testo non identificato 96 : dello stesso Temistio? di altro autore? Si puo solo dire
90
91
92

M, p. 488.
M p. 485.

Pack 2 ex 2261 (vd. Hommages C. Preaux [Bruxelles 1975] 549-554) e 1284.


E'Pack 2 ex 2261.
94
Accurata descrizione di ambedue i manoscritti in J. Martin, notice a Libanios, Discours, I (Paris
1979)41-59.
95
M p- 40.
96
Pack 2 ex 2530. Sulla tradizione di Temistio vd. almeno H. Schenkl, Beitrge zur Textgeschichte der
Reden des Themistios, Wien 1919 (Sitzungsberichte d. Akad. der Wissensch. in Wien, Philos.-hist. Kl.,
192,1), spec. pp. 70-75.
93

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G. Cavallo, La trasmissione dei ^moderni1

325

ehe- dato il formato piuttosto ampio della pagina, ricostruita in cm [33 X 23] ca.doveva trattarsi di im libro di largo contenuto.
Infine, del retore Imerio, autore di declamazioni ed orazioni, sono rimasti frammenti
delPOr. XLVI da un unico manoscritto di papiro riferibile al tardo V secolo, P. Oslo inv.
I4/8 97 : formato, cm [35,5 2 > $ ] ca ? e numero delle righe, [59] ca., ehe se ne possono
ricostruire, indicano un codice atto a contenere un largo numero di ,piecesc, ma difficilmente tutte quelle almeno note a Fozio (codd. 243 e i6$) 98 , le quali dovevano costituire
una raccolta parziale ma ampia 99 ; nella tradizione medio- e tardobizantina del retore, del
resto, si ritrovano conservati o risultano perduti gruppi di orazioni secondo una certa
,logicac nella successione, segno, ancora una volta, di una trasmissione in corpuscula. In
particolare il codice R (= Paris, suppl. gr. 352 del tardo secolo XII) par riverberare una
raccolta ampia, qule poteva esser contenuta in un codice tardoantico del tipo ehe si
ricava dal papiro di Oslo.
In ultima analisi il favore ehe oratori e retori jinoderni' - grazie alla loro ,,eccellenza" incontrarono nel corso dei secoli tardoantichi valse a conservarne gli scritti o almeno i piu
degli scritti, ma il fatto stesso ch'essi, proprio in quanto ,moderni' non conobbero forme
editoriali ,critiche c per cosi dire, o irrigidimenti istituzionali, ne lascio fluido (e talora
confuso) lo stato della tradizione.
E' il caso di passare a trattare della tradizione degli storici di et imperiale, i quali - da
considerare dunque ,moderni' rispetto agli storici dei secoli VIV a. C. o di et ellenistica si conservarono soprattutto grazie ai fondi bibliotecari di Palazzo, quelli, in
sostanza, cui attinse Constantino Porfirogenito per i suoi estratti. Stando alla sconcertante carenza di documentazione diretta tardoantica (della storiografia di et imperiale si
ha qualche raro frammento del II-III secolo, di Appiano da Dura Europos100 e di Plutarco dalPEgitto 101 , e una manciata di fogli da un codice della seconda met del V secolo
di Cassio Dione, Vat. gr, 1288, recante sequenze dai libri LXXVIII e LXXIX e prodotto
forse a Cesarea di Palestina 102 ), v'e da credere ad una scarsa circolazione delle opere degli
storici ^noderni'. Ed anzi, a questo ultimo proposito, il problema e di carattere piu vasto
e riguarda gli storici ,tout court' in rapporto ad una societ, corne quella antica, in cui ,,la
storia non faeeva parte della normale eduea^ione, e nella qule la religione, la filosofia e i
costumi determinavano la condotta senza dover passare attraverso i libri storici"103; i
quali, del resto, se letti nella scuola, lo furono piuttosto per ragiom stilistiche o d'altra
indole. Datane, dunque, la circolazione molto ridotta, per gli storici ,moderni c dovette
,scattare' un meccanismo di conservazione particolare e circoscritto ehe tutto lascia credere risalga all'ambito di corte. Tracce significative in tal senso sono tutt'altro ehe scarse.
E' merito di Jean Irigoin, in una serie di lavori magistrali, l'aver mdividuato una caratteristica ,fisica'- la gi ricordata impaginazione a 32 righe-- nei manoscritti di contenuto
stonografico restituiti dal medioevo bizantino, la qule, originale o ripresa in trascrizioni
piu tarde, riporta comunque ad una manifattura libraria direttamente legata alla biblioteca
e agli ambienti di Palazzo 104 ; ma, anche ove manchi un tal indizio, soccorrono altri fatti. Il
Patm. 50, un manoscritto del secolo X contenente i libri XI-XVI di Diodoro Siculo,
mostra una ,mise en page' a 32 righe ed un testo tipologicamente diverso da quello dato
- 7 Pack'' 537.
** Himerii declamationes et orationes . . . rec. A. Colonna (Roma 1951) .
.
^ E. Berti, L'esemplare di Imerio letto da Fozio. Studi class. Orient. 22 (1973) 111-114.
'c Pack" 113.
31
Pack 2 1430 e 1431 + P. Col. 47.
J2
C. M. Mazzucchi, Alcune vicende della tradizione di Cassio Dione in epoca bizantina. Aevum 53
(1979)spec. pp. 108-112.
: * A. Momigliano, La storiografia greca (Torino 1982) 124.
:4
Irigoin, Pour une etude at., pp. 177-181, e Les manuscrits d'historicns dt., pp. 237-245.

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326

L Abteilung

dalla restante tradizione ma ehe si accorda con gli escerti di Costantino VII. Forme di
trasmissione ehe riconducono alle raccolte librarie di corte rivelano, pure, le opere di
Dionigi di Alicarnasso e di Cassio Dione. Del primo, la parte originaria del Vat. Urb. gr.
105, libri IX, del secolo X mostra la solita impaginazione a 32 righe; per quanto concerne il secondo105, il Ven. Marc. gr. 395, recante i libri XLIV-LVIII, e alcuni frammenti
dei libri XVII e XVIII utilizzati a quanto tutto lascia credere da Massimo Planude106
per restaurare lo Strabone Paris, gr. 1397 (i frammenti di Cassio Dione sono segnati Paris,
gr. 1397A) risultano usciti da uno stesso centro di copia nella prima met dello stesso
secolo X; e sempre dal medesimo centro, per motivi storico-testuali e storico-bibliotecari,
si deve ritenere uscito il Laur. 70.8, riferibile ad una data di un mezzo secolo piu tarda,
ehe e valido testimone dei libri XXXVI-L di Cassio Dione. Ma, almeno i frustuli Paris,
gr. 1397A si conservavano, se la mano del restauratore e quella di Planude, in quella
ehe, si voglia o no identificarla nel monastero di Chora a Costantinopoli107, era comurique una biblioteca di fondaziorie irnperiale, legata, percio, a grandi
figure di funzionari, nella qu le non potevano mancare testi (fors'anche numerosi) ehe
risalivano ai fondi librari di corte. Sia Dionigi di Alicarnasso sia Cassio Dione risultano
utilizzati negli Excerpta Constantiniana. Ed ancora e il caso di accennare ad unOpera
biografica, le Vite parallele di Plutarco, scomparse dalla tradizione diretta dopo il III
secolo (e peraltro, piu o meno di quest'epoca, si incontrano frammenti solo da due rotoli,
contenenti, risp., la Vita di Pelopi da e la Vita di Cesare)108 e rimaste a lungo sommerse. In
et mediobizantina la cosiddetta recensione in tre tomi e testimoniata, tra Paltro, in
esemplari di cronologia leggermente sfasata ma complementari 109 Vat. gr. 138, Ath.
Lavra 84 e Laur. 69.6, i primi due dell'inizio del secolo XI, il terzo del 997- i quali, nel
mostrare una impaginazione a 32 righe, orientano, ancora una volta, verso una tradizione
uscita dalle cerchie di corte; e si tratta della stessa recensione testimoniata negli Excerpta
Constantiniana. E' da chiedersi, a questo punto, se tutti tali testi rappresentavano un'acquisizione recente, stimolata da certi interessi ehe caratterizzarono la cultura bizantina a
partire dalPet di Fozio, o se quegli interessi richiamarono in vita (o furono a loro volta
indotti da?) un patrimonio di libri/testi gi da secoli conservato nella biblioteca irnperiale.
Per quanto concerne le Vite parallele di Plutarco, s'e ritenuto ehe la recensione in tre tomi
risalga a corpora allestiti alla fine del IX secolo110; e possibile, non senza dubbi, ehe sia
cosi. Ma per le grandi collezioni storiografiche e da fare altro discorso: ove si consideri,
infatti, ehe la conservazione stessa di quei testi implica un itinerario ehe non puo essere ne
privato (si trattava talora di opere di mole immensa, ed in Oriente non si ha notizia di
iniziative pari a quella intrapresa in Occidente da Simmachi e Nicomachi per Livio) 111 ne
scolastico (non si trattava di autori adottati o compresi nei curricula}^ e da credere alla
seconda alternativa. Si deve risalire, con tutta verisimiglianza, al IV secolo - al momento
in cui la coscienza della scomparsa in atto del patrimonio culturale induceva meccanismi
105
Su tutta la problematica vd. J. Irigoin, Centri di copia e trasmissione di testi nel mondo bizantino, in:
G. Cavallo (ed.), Libri e lettori dt., pp. 93-96.
106
F. Sbordone, in: W. Aly, De Strabonis codice rescripto. Corollarium adiecit F. Sbordone (Citt del
Vaticano 1956) 274 e nota i.
107
La questione e stata ultimamente discussa da C. N. Constantinides, Higher Education in Byzantium
in the Thirteenth and Early Fourteenth Centuries (Nicosia 1982) 68-71.
IcS
Sono i gi ricordati Pack2 1430 e 1431 e P. Col. 47.
109
J. Irigoin, La formation d'un corpus. Un probleme d'histoire des textes dans la tradition des Vies
paralleles de Plutarque. Rev. bist, des textes 12-13 (1982-1983) 1-12.
110
Ivi, p. u.
111
J. E. G. Zetzel, The Subscriptions in the Manuscripts of Livy and Fronto and the Meaning of
,emendatio'. Class. Philol. 75 (1985) 38-59; O. Pecere, La tradizione dei testi latini tra IV e V secolo
attraverso i libri sottoscritti, in: Tradizione dei classici, transformazioni della cultura, a cura di A. Giardina
(Roma/Bari 1986) 59-69.

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G. Cavallo, La trasmissione dei .moderni'

327

atti a salvaguardarne la continuit e all'impresa di Costanzo II di far trascrivere una serie


di testi assai larga per la biblioteca imperiale di nuova fondazione 112 . Tutto lascia credere
ehe fu nell'ambito di corte gi a quelPepoca ehe gli storici , moderni', legati agli antichi e
tra loro da quella ehe e stata chiamata una ,,catena narrativa" 113 furono trascntti e si
conservarono fino al medioevo bizantino. E' assai verosimile, considerando certe perdite
successive in misura di pentadi 114 , ehe la trascrizione stessa delle grandi collezioni storiche
awenisse trasferendo in ciascim codice il contenuto di cinque rotoli (o comunque di
cinque unit, non potendosi escludere ehe certi libri si trovassero trascritti gi su codici di
varia misura); doveva infatti trattarsi pur se accanto ad altre della convenzione piu
diffusa nella tarda antichit nel trasferire opere storiche da rotoli a codici. E quanto a
quella ehe doveva essere la struttura fisica delle pentadi (o eventualmente anche decadi)
destinate alla conservazione, il Cassio Dione Vat. gr. 1288 - con il suo originario, ampio
formato di cm 31 X [29,5] ca., Pimpaginazione a tre colonne e a 42 righe, l'uso di una
scrittura ad alto quoziente di leggibilit ne puo offrire l'idea piu concreta. In questa
salvaguardia della storiografia, rnoderna ma anche antica, dovettero agire, ancor piu ehe
in altri casi, motivazioni di carattere ideologico. Si trattava, da parte dello Stato, del
recupero di un passato nel qule dovevano trovarsi le ragioni di una rifondazione del
preserite. Sotto il piu specifico aspetto storico-testuale, la tradizione, tra gli storici antichi,
di Tucidide costituisce il caso piu esemplare: esplicitamente citato da Temistio tra gli
autori fatti trascrivere da Costanzo II a spese dello Stato 115 , nel X secolo riaffiora in un
ramo ehe mostra le connotazioni tipiche del percorso imperiale 116 ; ed anche storici meno
letti, antichi o moderni, trovarono un canale privilegiato (e talora unico) di salvaguardia
nel Palazzo. Ma, di contro, fu questo stesso tipo di conservazione, in definitiva chiuso ed
isolato, ehe paradossalmente pote determinare certe perdite. Non va dimenticato ehe la
raccolta di libri di corte costituiva una di quelle biblioteche ,,nelle quali (allora come oggi)
si custodiva molta roba ehe nessuno leggeva per secoli"117: opere o sezioni di opere ehe,
interessando soltanto ristrettissime cerchie o non interessando affatto, non vennero piu o
meno largamente cercate, trascritte, diffuse, rischiavano, a motivo del loro stesso isolarnento, di perdersi nel corso delle vicende politico-istituzionali ehe travagliarono la corte
bizantina. Si spiegano cosi certe ^lunghe' conservazioni e successive perdite di testi storici
sia antichi sia ,moderni 1 : si poterono salvare Teopompo t'ino al IX secolo (letto da Fozio,
cod. 176) e Ctesia fino al XII (noto non solo allo stesso Fozio, cod. z1 e 722, ma anche a
Giovanni Tzetze)"8; i libri XIX-XL di Polibio andarono perduti dopo l'epoca di Costantino VII (e del resto la loro utilizzazione negli Excerpta di quest'ultimo e un forte indizio
ch'essi si conservavano nella biblioteca imperiale), e quanto ai libri VIXVIII, gli
Excerpta antiqua, contenuti nel cod. Vat. Urb. gr. 102 dell'inizio del secolo XI, mostrano
di risalire insieme all'altro testimone antico, il Vat. gr. 124, scritto nel 962 da Efrem a
Costantinopoli119 e limitato ai libri I-V- ad un modello ,,qui parait issu du prototype
utilise pour les Excerpta Constantiniana"120: in ultima analisi tutto converge nel far
1IZ

Them., Or. IV; 59<i-6oc.


L. Canfora, Conservazione e perdita dei classici (Padova 1974) 30.
1:4
Ivi, pp. 25-28.
1:5
Vd. nota 112.
:;6
Irigoin, Les manuscrits d'historiens cit., pp. 242-244.
i: 7
C. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo (Firenze 1962*) 488.
i:S
FGrHist, nr. 688.
:i9
Per la data del Vat. gr. 124 vd. G. Prato, II monaco Efrem e la sua scrittura. Scrittura e Civilt 6
(19^2) 99-115, precis. p. 109 s.
1:0
J. M. Moore, The Manuscripts Tradition of Polybius Cambridge 1965 spec. pp. 171-177 (ma vd.
anche le precisazioni di J. Irigoin, in: Annuaire de l'Ecole pratique des Hautes Etudes, IVe Sect., 1969, p.
135. s., da cui sono tratte le parole qui citate).
j:>

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328

I. Abteilung

credere ehe Polibio attestato in epoca antica in un solo frammento del II secolo d. C. 121 si fosse conservato solo nell'ambito di corte e ehe se ne fosse diffusa al di fuori solo una
parte; Diodoro Siculo era ancora letto interamente da Fozio (codd. 70 e 244) e dallo
stesso Costantino VII; ed ugualmente fu solo dopo Pepoca di quest'ultimo ehe andarono
perduti gli ultimi dieci libri- anch'essi utilizzati negli escerti delPimperatore- di Dionigi
di Alicarnasso; fino agli stessi Fozio (cod. 71) e Costantino VII (Excerpta), inoltre,
s'erano interamente conservati gli ottanta libri di Cassio Dione (a noi restano XXXVILX), pi tardi, alla fine del secolo XI, Xifilino componeva un'epitome dei libri XXXVILXXX (con ogni verisimiglianza non tanto perche non disponeva dei primi, ma soltanto
perche nel libro XXXVI egli trovava un inizio soddisfacente cc ) 122 , e nel secolo XII
Zonara utilizzava ancora i libri IXXI e riteneva - pur se non vi riusci forse perche andati
ultimamente perduti, come egli stesso annota 123 di potersi procurare i libri XXII
XXXV. Infine, per quanto concerne Erodiano, Appiano, Arriano, l'assenza di adeguati
studi su manoscritti e tradizione rnanoscritta di tali autori impedisce di avere certezze o di
formulare fondate ipotesi sui meccanismi ehe ne hanno scandito i percorsi testuali; e
tuttavia- oltre ehe costatarne, ancora una volta, la presenza tra gli autori utilizzati da
Costantino VII - e lecita qualche osservazione. Di Erodiano, il cod. Ambros. 6119 sup.,
prodotto nella cerchia di corte ai tempi di Basilio parakoimomenos 124 (il potente funzionario imperiale ehe gioco un ruolo di spicco nella Bisanzio del terzo venticinquennio del
X secolo), reca estratti, i quali costituiscono testimonianza ehe in tale cerchia si disponeva
del testo dello storico; ne si puo escludere ehe il canale di corte sia stato Punico attraverso
il qule se ne trasmise Popera 125 , giacche Paltro solo testimone antico, il cod. Leid.
Gronov. 88 del secolo XI, ehe reca il testo integrale, mostra una tipologia testuale fortemente legata a quella degli escerti ambrosiani 126 (mentre da verificare meglio nonostante
sforzi recenti 127 - resta la posizione di un secondo ramo di tradizione affiorante in manoscritti molto tardi). Appiano risulta integralmente noto a Fozio (cod. 57), e tale certo si
conservava ancora all'epoca di Costantino VII: le perdite, dunque, furono con ogni
verisimiglianza deterrninate dal fatto ehe per la pi parte Popera rimase cireoscritta entro
cerchie dotte assai ristrette; e del resto- segno di trascrizione isolata- la tradizione dei
libri VI-VIII risale al solo Vat. gr. 141, dal qule diseendono tutti i manoscritti pi
recenti 128 , e si puo ritenere percio ehe anche la tradizione di libri non contenuti nel
Vaticano, ma conservatisi in quegli stessi manoscritti tardi, risalga ad una medesima (ed
unica) edizione in diversi tomi, della qule il Vat. gr. 141 par costituire il pi antico
testimone superstite. Infine Arriano: Fozio leggeva- oltre alPAnabasi di Alessandro
(cod. 9l 1 ) e agli Indica (cod. 9i 2 ) integralmente conservatisi- anche i Bithynika (cod. 93),
i Parthika (cod. 58) e la Storia dei diadochi (cod. 92); ma non puo essere un caso ehe

121

122

Pack 2 1433.

Mazzucchi, Alcune vicende dt., p. 134 s.


Zon. 9, 31, ed. Bonn, II, 297; vd. M.J. Moscovich, Historical Compression in Cassius Dio's
Account of the Second Century B. C. The Ancient World 8 (1983) 143.
124
C. M. Mazzucchi, Dagli anni di Basilio parakimomenos (cod. Ambros. B 119 sup.). Aevum 52
(1978) 267-316.
125
Va notato, tuttavia, ehe Erodiano ,,
rientra nell'elenco aggiunto alla prefazione di ogni serie degli
E(xcerpta) C(ostantiniana), ne compare nelle parti conservate della grande compilazione' c (Mazzucchi,
Dagli anni at., p. 292).
126
W. N. Nichipor, The Text of Herodian's History. (Diss.) Harvard Univ. (Cambridge, Mass. 1975)
77 s127
II punto sulla tradizione rnanoscritta di Erodiano e stato fatto da J. J. Torres Esbarranch, introd. a
Herodiano, Historia del imperio romano despues de Marco Aurelio (Madrid 1985) 73-80.
I2S
P. Vierek- A. G. Roos, introd. a Appiani Historia Romana, I (Leipzig 1962) pp. XII-XVII.
123

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G. Cavallo, La trasmissione dei ,modermc

329

l'intera tradizione dei due testi giunti fino a noi risalga al solo codice Vindob. hist. gr. 4129,
vergato alla fine dei secolo XI in una scrittura di segno particolare, ehe squilibri modulari
e vezzi cancellereschi rivelano uscita, in quest'epoca, dai milieux dei funzionari di corte.
Della Storia dei diadochi resta di et antica un frammento quasi coevo delPautore, PSI
1284, scritto in forme grafiche scarsamente accurate e riutilizzato sul retro130; di et
mediobizantina risultano superstiti solo alcuni fogli palinsesti dei secolo X, Vat. gr. 495
(attuali ff. 231 e 236) + G teborg, Stadsbibliothek, gr. i (ff. /z-/})131: nonostante Pesiguit di quest'ultima testimonianza, va rilevato ehe, se non i dati codicologici, almeno la
scrittura di quei fogli mostra forti analogie con quella di manoscritti messi in relazione
con Constantino Porfirogenito.
In ogni caso, qualunque sia il valore ehe si vuol dare a queste ultime osservazioni, resta
il fatto ehe la storiografia di lingua greca si conservo- tra antichit tarda e medioevo
bizantino - soprattutto grazie alla biblioteca di Palazzo (rami di tradizione paralleli risultano rari e per lo piu limitati ad opere, come quelle di alcuni storici antichi, ehe trovarono
anche altri canali di trasmissione); di qui anche non solo la seriorit delle perdite, segno di
tradizioni lungamente ,protette c , ma anche la tipologia ehe ne emerge. Ed invero e stato
osservato ehe si sono conservate soprattutto sezioni piu lette giacche interessant! la storia
recente 132 : furono, infatti, tali sezioni ehe, costituendo materiali di piu frequente uso da
parte dei bizantini, finirono in qualche modo con il sopravvivere, mentre altre, ignorate o
quasi per secoli, andarono perdute.
129

A. G. Roos, introd. a Flavii Arriani quae exstant omnia, I (Leipzig 1967) pp. V-XXXVI, e II
(Leipzig 1968) p. V s.
130
Pack 2 2202; vd. K. Latte, Ein neues Arrianfragment, in: K. Latte, Kleine Schriften zu Religion,
Recht, Literatur und Sprache der Griechen und R mer, hrsg. v. O. Gigon, W. Buchwald, W. Kunkel
(M nchen 1968) 595-599.
131
Vd. sui fogli vaticarii R. Reitzenstein, Arriani * libri septimi fragmenta e codice
Vaticano rescripto . . . (Vratislaviae 1888) [Breslauer Philologische Abhandlungen, 3. B., 3. H.]; e sui fogli
di G teborg, J. Noret, Un fragment du dixieme livre de la Succession d'Alexandre par Arrien retrouve
dans un palinsest de Gothebourg. Antiquite classique 52 (1983) 235-242, e S. Schr der, Zum g teborger
Arrian-Palimpsest. Zeitschr. PapvroL Fpigr. (1988) -r^-gn
132
Canfora, Conservazione dt., p. 32 s.

Byzant. Zeitschrift (80) 1987

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