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2
Savino tra mito classico e moderno, la forza della parola 5
1.1
Savinio e il teatro...........................................................14
2.1 La macchina dellAvventura colorata................................14
2.2 Il tema del doppio, Savinio come in Pirandello..................17
Ulisse e Orfeo................................................................20
3.1
Capitan Ulisse..............................................................20
3.2 Orfeo.............................................................................25
Conclusione...................................................................36
Bibliografia....................................................................37
Periodici........................................................................37
Sitografia......................................................................37
Conclusione...................................................................38
Introduzione
Adelphi, 1989, p. 5.
Orfeo protagonista dellatto unico Orfeo Vedovo, da sempre considerato il padre della
musica e della poesia, attraverso la macchina del teatro ridotto ad uno scrittore,
un semplice poeta doccasione. Savinio s'identifica nel protagonista dellopera e si
pensa che in questa identificazione lautore voglia ricordare al lettore di non aver mai
rinunciato a una delle sue pi grandi passioni, la musica.
In Alcesti di Samuele, la storia di Alcesti ambientata nel periodo della persecuzione
ebraica da parte dei tedeschi. Lopera rispetto al mito classico presenta un finale
capovolto, dato che la novella Alcesti torna nel regno dei vivi solo per disprezzare e
rinnegare suo marito. Il rifiuto del tragico da parte del mondo borghese in questa
rappresentazione espresso in maniera nitida dallevento che ha segnato
profondamente la nostra storia, la persecuzione raziale degli ebrei che fa da sfondo
allintera vicenda.
Ultimo personaggio preso in analisi Giocasta, nellopera teatrale Emma B. vedova
Giocasta. In questo lungo monologo prima dellarrivo del figlio, la protagonista
ripercorre sul filo della memoria il cammino della sua autocoscienza di madre 6. La
protagonista nutre un amore incestuoso nei riguardi del figlio, trasgredendo il suo
status di madre per far rivalere quello di donna.
Il critico Ugo Piscopo sostiene che questopera saviniana sia uno tra i documenti
pi indicativi delle lettere italiane degli anni quaranta per profondit [] che
consente allautore di tastare il polso della vita sociale del suo tempo7.
Capitolo 1
Savino tra mito classico e moderno, la forza della parola
1.1 Leterna lotta tra Tradizione e Avanguardia
8 http:// cartescoperterecensionetesti.blogspot.com.
98.
questo dimostrato dal suo credere alla storia fasulla dellultimo viaggio.
Secondo Alberto Savinio, Ulisse visto da tutti con una briciola di piet, in
quanto ha comandato guerre, servito divinit cercando di accontentare tutti meno
se stesso, non riuscendo purtroppo a vivere la sua vita.
Ulisse non pi luomo combattivo con un enorme spirito patriottico, bens un
individuo vagante; lo stesso autore nelle prime pagine dellopera tramite il
personaggio Euriloco fa affermare che costringere Ulisse a tornare a casa non
aiuterebbe il personaggio a trovar la pace e la felicit da tempo ricercata.
Anche il suo grande amore nei confronti di Penelope, sentimento che gli dona
forza e coraggio per affrontare tutte le difficolt che gli si presentavano e
superare brillantemente mille peripezie pur di tornare a casa a riabbracciare suo
figlio e sua moglie, in Capitan Ulisse scompare, poich egli vede in sua moglie
la copia perfetta di Circe e Calipso.
Ulisse arriva addirittura a rinnegare il legame con sua moglie, vedendo nella
donna un ostacolo alla sua felicit, questa convinzione lo porta ad abbandonare
la sua Penelope che per anni laveva aspettato con amore e devozione.
Anche le figure femminili di Penelope, Circe e Calipso, descritte nellopera di
Omero, sono stravolte nellopera di Savino.
Penelope, donna affettuosa e innamorata del marito, lo aspetta per dieci lunghi
anni e rifiuta tanti matrimoni pur non essendo convinta che il suo uomo sia vivo
e stia tornando a riabbracciarla; celebre linvenzione della tela, utilizzata per
temporeggiare e allontanare i suoi pretendenti, poich il suo cuore appartiene
sempre e solo ad Ulisse, ella probabilmente nella storia della letteratura
l'emblema della fedelt e devozione verso il marito.
Circe, descritta come donna solare e seduttrice, con una schiera di ancelle devote
al suo servizio, una donna dotata di poteri magici che utilizza anche nelle sue
relazioni amorose ed per questo definita lincantatrice della mitologia greca.
Ultima figura femminile, non per ordine d'importanza, Calipso, la donna che,
come narra lOdissea, si occup di Ulisse naufrago per ben 10 anni amandolo
con devozione. Lei cerc di sedurlo con il suo grande fascino, offrendogli anche
limmortalit.
In teatro, definito da Savinio la macchina dellavventura colorata, queste tre
figure mitiche sono descritte come tre donne piene damore per Odisseo che si
struggono e si lamentano pur di tenerlo accanto. Calipso e Circe passano da
Inferi non descritto come un luogo tetro dove i poveri peccatori devono espiare
la propria pena costretti a sopportare il peso dei loro peccati ma uno sfarzoso
albergo moderno con tanto di direttore, poltrone lussuose, dove gli ospiti
vengono trattati in maniera eccellente e con il massimo riguardo.
Savino, oltre a capovolgere il finale, facendo tornare in vita Teresa solo per
ripudiare il marito, introduce uninnovazione, vale a dire, modifica il
protagonista. Secondo il suo pensiero il vero protagonista dellopera non la
nuova Alcesti bens Eracle in quanto un individuo che compie una buona azione,
senza tornaconto personale, merita il ruolo di protagonista.
Unulteriore figura mitica analizzata da Alberto Savinio Giocasta,
rappresentata a teatro sotto forma di monologo intitolato Emma B. Vedova
Giocasta.
Nel mito classico la figura femminile di Giocasta, dopo aver ascoltato la
predizione delloracolo di Delfi, il quale affermava che suo marito Laio sarebbe
morto per mano del figlio che poi lei avrebbe sposato, decide di abbandonare il
piccolo Edipo su un monte. Linfante, per, viene salvato da un pastore e
condotto a Tebe.
Edipo, cresciuto, dopo aver sconfitto la sfinge, entra nella capitale della Beozia
vittorioso. Giocasta ospita il vincitore per riconoscenza, i due si innamorano e si
sposano. Dopo essere venuta a conoscenza che la predizione delloracolo si era
avverata, Giocasta si uccide e suo figlio Edipo si acceca.
Il personaggio descritto come una donna piena di sensi di colpa che per
vergogna, non riuscendo ad affrontare la situazione, decide di togliersi la vita.
In Savinio la protagonista, Emma, una donna accecata dallamore verso il
figlio Millo nel quale rivede il marito, o meglio il suo uomo, la sua met, luomo
che cercava da una vita.
In questo lungo monologo che precede larrivo del giovane a casa dopo molti
anni di lontananza, nel quale i toni tragici convivono con il grottesco, Emma
esamina il suo percorso di madre che inizia il giorno in cui il figlio viene al
mondo. La nascita di Millo segna il momento di svolta nella vita della donna che
mette al mondo non suo figlio, ma la sua creatura, lessere che completa la sua
vita incompleta. Pensando al rapporto con il marito da poco scomparso, Emma
fermamente convinta di aver perso molti anni della sua vita dietro ad un uomo
che non meritava la sua attenzione; il suo amore era un sentimento rivolto solo
ed esclusivamente al figlio.
Capitolo 2
Savinio e il teatro
2.1 La macchina dellAvventura colorata
L attivit teatrale di Alberto Savino mossa dagli interessi verso lesistenzialismo e
freudismo, motivi rivissuti nella una realt sociale del suo tempo; i personaggi
presenti nelle sue opere sono tormentati profondamente da una intima angoscia
esistenziale, che tende ad essere accettata come progetto liberatorio, attraverso
lepifania del vero volto di se stessi alla fine di una lunga sofferenza 14
Il teatro amato da Savinio il teatro dove sopravviveva ancora il gusto per il
travestimento, per una realt ricca di ironia e leggerezza, il macchiettismo
lultima oasi del teatro in cui sono raffigurati pazzie ed eccessi[]
macchiettizzate il teatro in tutte le sue parti, se dal nulla volete che risalga
larte 15.
Il modello di teatro voluto da Savinio quello dellAvventura Colorata
16
che
17 Ivi, p.125.
Egli nella sua produzione narrativa e di opere teatrali non si leg mai ad alcun
gruppo specifico. Il grande dilettante, come egli stesso amava definirsi,
ovunque un fuori gruppo un eccentrico della cultura italiana20.
Addentrandosi con particolare attenzione nel mondo teatrale dellautore si pu
affermare che il teatro sognato da Savinio un teatro capace di abolire il confine tra
fantasia e realt, un teatro pronto a varcare la soglia del mondo nuovo.
Secondo Savinio il teatro un progetto di vita, un universo pulito privo di corruzioni,
dove i problemi e le questioni pi complicate hanno una soluzione semplice in scena,
sotto gli occhi degli spettatori.
Il teatro non deve far vedere il mondo com, ci spetta alla storia, la macchina del
teatro deve dare una visione del mondo come dovrebbe essere.
I colori sono la forza del teatro, una scena colorata mette il palcoscenico in bella
luce. Quella incolore, invece, dice Savinio, non risolve il dramma e, anzi, lo
complica maggiormente .
Nell Avventura colorata, il teatro definito da Savinio, lattore assume coscienza di se
stesso e delle sue capacit, da personaggio cattivo diventa buono, da uomo passa
agevolmente a ricoprire un ruolo femminile e cos via. A tale riguardo, lattitudine
dellattore a ricoprire ruoli sia maschili che femminili, importante ricordare la
tematica della sessualit, il contrasto tra sessi, che ricorre spesso nelle opere
saviniane. Con lattore sul palcoscenico lautore cercava di istaurare un rapporto
ravvicinato: Perla nostra edificazione e mortificazione, noi usiamo sedere in platea,
al fine di sorprendere lattore nella sua intimit, nelle sue debolezze, nei suoi
abbandoni21
Lautore afferma che: il teatro il luogo che corregge quello che sbagliato,
completa quello che incompleto; il teatro come i sogni, i sogni attuano quello che
da svegli non possiamo attuare22.
20 F. Montorfano, corriere della sera, pp. 52-53
21 Alessandro Tinterri, Savinio e lo spettacolo, Bologna, 1993, p. 124.
22 Alberto Savino, Alcesti di Samuele e Atti unici, Adelphi, Milano, 1991,
p. 78.
Savino vede il palcoscenico come uno specchio in cui luniverso si riflette, un luogo
dove gli uomini e persino le cose hanno voce: un teatro nel quale la poltrona
rievocher i suoi ricordi di infanzia e ci riveler i suoi rapporti tra uomini e cose; un
luogo dove lo specchio ci dir che cosa pensa di noi23.
Il teatro ancora a parere dellautore, un invito al godimento collettivo, alla
liberazione dellintroversione e dalle inibizioni[] questa un po la funzione di
tutti gli spettacoli di massa; ma il teatro, come il cinema e forse pi del cinema, ha
una forte carica di erotismo, che consiste nel focalizzare lattenzione di tutti gli
spettatori intorno allattore evidenziato a tutto tondo sulla scena24, Savinio del resto
cosciente che godere e sorridere in compagnia fa bene, calma il timore che nel
godimento si nasconda il germe del male25
Per quanto riguarda la tragedia, lautore fa riferimento allepoca greca. Nonostante
Savinio agisca allinterno della scena drammaturgica non si dichiara amante delle
tragedie posteriori a tale epoca, considera ad esempio le opere shakespeariane delle
creazioni letterarie.
Nella produzione teatrale saviniana, al centro dei suoi testi, c il mito classico
scomposto e privato di peso, confrontato a sua volta con la realt moderna.
25 Ibidem
Lindividuo si maschera per sottrarsi ai clich della societ, dell uomo che non ;
c ancora chi non sa che larte mascherata 26, scriveva Savinio, il quale a sua
volta ben conosceva laffermazione di Nietzsche secondo cui tutto ci che
profondo ama mascherarsi27. Ecco qui apparire il tema del doppio presente nella
Commedia dellArte, che trover ampio riscontro nelle opere di Pirandello.
Pirandello fond il Teatro dellarte nel 1925 a Roma, con molti autori di rilievo,
questo fu un progetto che aveva come obiettivo quello di dotare la capitale di un
teatro deccezione sia per gli interpreti sia per le novit di repertorio.
Lautore vedeva in Pirandello lultimo creatore di drammi di inferni chiusi nel loro
buio28. Laccento drammatico presente nella produzione teatrale matura di Savino
viene dalla riflessione sulla morte, tema costante nelle sue opere letterarie.
Il tema del doppio costantemente presente nella vita come nellarte di Savinio.
Tutto in Savinio rimanda a ci che bifronte : il nome, il teatro, la stessa critica
letteraria che inizialmente lo sottovaluta per poi rivalutarlo e apprezzarlo
successivamente. Il destino inoltre ha voluto che lautore collaborasse a stretto
contatto con Luigi Pirandello definito il maestro della doppiezza, per il quale
Savinio scrisse Capitano Ulisse.
Il tema del doppio compare spiccatamente in due opere, in Hermaphrodito, dove
Ermafrodito il protagonista un tempo maschio, un tempo donna, rappresentando
perfettamente la sintesi dei due opposti. Laltra opera Capitano ulisse, Ulisse il
mentitore per antonomasia, lingua doppia, attore di se stesso, hipocrits presso i greci
colui che finge la vita di altri. Savinio il massimo dei mentitori, il pi grande
degli hipocrits, ossia il pi grande attore di se stesso, perch finge la vita di un altro:
la vita di Albert Savine, morto nel 192729.
26 F. Bonazzoli, Con gli uomini-gallo e le donne-pellicano. Lironia nata da
un libro per linfanzia, http://www.corriere.it.
27 Ibidem.
28 Alessandro Tinterri, Savinio e lo spettacolo, Bologna, 1993, p. 180.
29 http://www.lankclot.eu.
30 http://www.finazzerflory.it/schede/istituzionale/savinio.html.
31 Alberto Savino, Alcesti di Samuele e Atti Unici , Adelphi, Milano, 1991,
p. 306.
Capitolo 3
Ulisse e Orfeo
3.1
Capitan Ulisse
Capitano Ulisse una delle prime opere di Alberto Savinio: scritta nel 1925 per il
Teatro d'Arte di Pirandello, fu rappresentata solo nel 1938 con scarso successo e da
allora fino ad oggi essa caduta nelloblio.
Pur appartenendo alla stagione giovanile dell'autore, questo testo delinea con nitida
precisione i tratti di una figura, quella di Ulisse, nella quale possiamo riconoscere il
volto stesso dell'autore e l'insieme di coordinate che hanno guidato la sua esperienza
letteraria per molti decenni.
Savino si sente particolarmente legato al personaggio di Ulisse. Savinio (il suo vero
nome Alberto de Chirico) come Ulisse il Greco, nasce in Grecia, ad Atene, e
l'esperienza infantile della sua terra natale resta in lui come un segno incancellabile;
Ulisse il senza patria, cos come l'apolide Savinio, diviso tra la Grecia, Monaco,
Parigi e l'Italia; Ulisse, l'uomo della curiosit e della scoperta, e Savinio l'autore di
memorabili prose di viaggio e di osservazione.
Ma Ulisse ancora di pi, luomo che non trova riposo, il commendatore 32,
leroe instancabile, proprio con Capitano Ulisse lautore dice di voler dare una mano
a colui che non riesce a morire, alluomo dalle molte vite33.
Capitano Ulisse venne rappresentata a teatro tredici anni dopo la sua nascita, qui
troviamo linnovazione di Savinio, ovvero il rapporto diretto tra lattore e lo
34 Ivi, p. 43.
35 Ivi, p.110.
In questo secondo atto compaiono anzich uno, come nel primo, due spettatori che
dialogano e commentano quello che appare in scena.
Troviamo il personaggio di Telemaco, un giovanotto di circa 16 anni in veste da
collegiale che suona svogliatamente il pianoforte e, un po timoroso, segue alla
lettera ci che il mentore gli raccomanda di fare.
Nel terzo ed ultimo atto, Ulisse, giunto finalmente a Itaca, incontra
Penelope
oggetto del suo desiderio ma, inizialmente, non la riconosce. la donna che dopo
aver avuto a che fare con tanti impostori che fingevano di essere suo marito, molto
dubbiosa sulla vera identit delluomo ed convinta, lo ripete continuamente al figlio
Telemaco, che suo marito fosse ormai morto.
Dopo aver osservato bene luomo, Penelope riconosce il suo Ulisse, il quale nel
vedersi Penelope improvvisamente davanti, si scuote come destandosi da un
sogno36, indietreggia e respinge la donna accusandola di averlo perseguitato anche
in sogno in tutti gli anni in cui sono stati lontani. La donna, che allinizio dellatto
descritta come una figura diffidente in seguito a tante delusioni, una volta
riconosciuto suo marito, diventa una moglie premurosa ed affranta, in particolare
verso la fine dellatto, dopo essersi resa conto che il suo Ulisse non pi lo stesso,
che non laveva riconosciuta e aveva rinnegato in un certo senso il loro matrimonio
e il loro amore.
In questa Penelope, replica fedelissima di Circe e di Calipso, Ulisse scopre
improvvisamente un impedimento, un ostacolo al suo cammino, e decide cos di
lasciarla, diventando addirittura incapace di udire l'ultimo lamento della moglie.
Il finale in linea con quell'atteggiamento misogino che caratterizza spesso l'opera di
Savinio: la donna, meta del desiderio, appare infatti talvolta come un ostacolo, una
catena, come ci che impedisce il libero sviluppo dell'iniziativa umana.
Ulisse afferma che una sola la meta, la conclusione del viaggio; la Penelope che
ritrova tornando a casa non esiste nella realt ma solo nel sogno e nel desiderio,
prigione da cui davvero difficile fuggire: La mia vita tutta chiusa, serrata in
questo desiderio, unico desiderio37.
36 Ivi, p. 120.
Savinio mette in scena ripetutamente la figura di Minerva che Ulisse invoca come la
matrice del suo destino. Nel rapporto di Ulisse con la dea, Savinio legge il modello
stesso del rapporto con la donna attraverso il legame del Desiderio.
Alla fine della tragedia, dunque, liberarsi dalla prigione del desiderio significa anche
affrancarsi dal legame con la divinit.
C un drastico cambiamento rispetto al mito classico, dove vediamo Ulisse tornare a
casa con la speranza di poter ricostruire i rapporti con suo figlio Telemaco e sua
moglie Penelope ormai interrotti da anni. In Capitan Ulisse, il protagonista decide di
non affidare pi la sua vita nelle mani di qualcuno, lascia i suoi familiari ed esce di
scena assieme allo spettatore, libero e fiero del suo gesto.
Capitano Ulisse racconta la metamorfosi di Ulisse, uomo caratterizzato dallostinata
ricerca dappagamento, con un cuore dolorante ma consapevole di essere libero dalle
passioni; Ulisse uomo che abbandona la dimensione umana per diventare
unimmortale icona solitaria.
Capitano Ulisse un dramma che vuole essere una beffa al concetto di eroismo tanto
sostenuto dallideologia fascista dellepoca. Secondo Savinio eroismo sinonimo di
beotismo e di insensibilit coronati da successo e celebrati dallopinione comune 38;
in parole povere il processo di direroicizzazione di Ulisse un pretesto volto a
svelare gli errori e le ipocrisie della societ dove viveva; lo scrittore si accinge a
togliere ad Ulisse il naso di cartone e labito di carnevale per colpire superficialit
morale ed intellettuale della societ che lo circonda39
In conclusione, possiamo dire che Ulisse secondo Alberto Savino, lintelligente
puro, luomo liberato dalla necessit e dal desiderio, individuo isolato e
autosufficiente, artefice di un destino segnato da una scelta radicale, da una
impossibile lontananza dal mondo e dalla storia.
39 Ivi, p. 233.
3.2 Orfeo
Con questopera in un atto, Savino segna il suo ritorno alla musica. Orfeo Vedovo
unopera ambientata nellepoca contemporanea dove lautore descrive un ironico
ambiente borghese nel quale tutto a lutto, dal cestino nero al divano scuro.
Questatto unico fu ultimato nel 1950, Savino fece tutto da s: soggetto, musica e
costumi, mettendo a disposizione tutte le sue conoscenze artistiche per ottenere uno
spettacolo completo.
Lopera Orfeo Vedovo tutta ambientata in un salotto borghese interamente a lutto.
La scena si apre su Orfeo che, con una rivoltella in mano, si dispera per la perdita di
Euridice. Intanto bussa alla porta lAgente dellIRD, Istituto Ricostituzione Defunti,
ma Orfeo, tutto preso com dalla sua vedovanza, non se ne accorge nemmeno.
LAgente si presenta e spiega che il compito dellIRD quello di restituire i defunti
ai loro cari dopo lufficio delle pompe funebri. Orfeo, sulle prime, crede ad uno
scherzo di pessimo gusto. Orfeo si lascia convincere e lAgente entra in scena con il
macchinario dellIRD.
Naturalmente, spiega lAgente, si tratta di un prototipo ancora in fase di
sperimentazione e potrebbero verificarsi inconvenienti ma nonostante ci, Orfeo
decide di fare un tentativo e si passa cos al momento della ricostituzione di Euridice.
Ad operazione ultimata, Orfeo si accorge che Euridice sta parlando con qualcuno che
lui non riesce a vedere. La scena diventa, cos, surreale: Orfeo vede Euridice ma non
visto da lei, ed Euridice vede un Orfeo a noi invisibile ed entrambi si disperano.
Entra in scena Maurizio, amico di Orfeo, e la donna, seduta su un divano, si lamenta
per la noia ed inizia ad avere atteggiamenti particolari con luomo, ignorando del
tutto il suo amato. Orfeo resta attonito quando vede che i due, ad un certo punto, si
Lautore si identifica con Orfeo ma, si pensa, che Savinio voglia dirci di non aver
affatto rinunciato alla prerogativa principale di Orfeo, il suo canto. Inoltre laspetto
della vedovanza presente in questopera mette in luce una nuova prospettiva: Orfeo
vedovo di Euridice metafora dellartista vedovo della sua ispirazione, della
Poesia42.
42 Corriere dinformazione.
Capitolo 4
Alcesti ed Emma B.
4.1 Alcesti di Samuele
LAlcesti di Samuele si colloca nel periodo in cui lautore torna ad interessarsi del
teatro, periodo che caratterizz gli ultimi anni della sua vita.
Alberto Savino immerge il mito di Alcesti durante il periodo della persecuzione
ebraica da parte dei tedeschi; nella trama infatti la donna ebrea, e scende negli
inferi per amore del marito.
Questo atto unico fu scritto nel 1949 e rappresentato una sola volta al Piccolo nel
1950 con la regia di Strehler. In sintesi, l'Alcesti di Savinio la storia di una donna
ebrea che si uccide per non intralciare la carriera del marito.
Savinio, racconta cos la genesi dell' opera: Ero critico musicale in un quotidiano a
Roma. Tenevo dietro ai concerti e alle prime. Nell'ottobre and in scena l'opera di un
tedesco. Un dodecafonista, allievo di Schoenberg. Per studiarmela meglio seguii
alcune prove. Una mattina arrivo in teatro alle undici. L' atto fin e in sala fecero un
po' di luce. Il direttore depose la bacchetta, si volt, si mise a parlare da sopra la
balaustra con un tale in platea. Uno col cappello in testa e la sciarpa al collo. Si
capiva che non era italiano. Il tragico della sua faccia mi affascin. Domandai a un
collega se conosceva quel tale. Mi rispose che era l'editore dell'opera in prova,
venuto apposta dalla Germania. E io chiesi di nuovo: "Perch ha quella faccia
stravolta?". E il collega: "Aveva per moglie un'ebrea. Pochi mesi fa, inasprite le leggi
di Norimberga fino a colpire il coniuge di un ebreo o di un'ebrea, gli fu ingiunto di
divorziare o di abbandonare la direzione della casa editrice. Quello che rispose
l'editore non lo so e qui non importa. Sua moglie, per liberare lui, si uccise. A me,
balen subito l'analogia tra la morte volontaria di quella moglie ebrea e la morte
p. 1.
principale nellAlcesti, non la donna come tutti affermano, bens Ercole, in quanto
individuo che compie una buona azione, senza tornaconto personale, merita il ruolo
di protagonista. Ascoltata tutta la spiegazione data da Savinio Roosevelt accetta
entusiasta il ruolo assegnatogli.
Nellultima parte dell opera, vediamo la discesa agli inferi del presidente degli Stati
Uniti pronto a salvare Teresa; qui vi un colloquio con il direttore del Kursaal dei
Morti, un Ade moderno con tanto di registri e scrivania! I due uomini hanno un
colloquio, dove il moderno Eracle racconta al direttore la storia di Alcesti cercando
di convincere luomo a portar via dal regno dei morti Teresa Goerz.
Roosevelt riesce nel suo intento e riporta in vita la signora. Dove prima cera il
ritratto ora c un buco ovvero la porta dove apparir la signora Goerz, dentro la
cornice vuota. La donna si presenta dinanzi al marito, c un dialogo tra i due, dove
ella spiega che si trova benissimo nellaldil non percependo minimamente la
mancanza del coniuge.
Rispetto all' opera euripidea, lAlcesti di Samuele ha un finale 'capovolto', in quanto
la donna ritorna nel mondo dei vivi non al fine di amare il suo uomo ma al contrario,
per rinnegare e disprezzare il suo Admeto, preferendo a questo regno quello dei
morti. Oltre a questa innovazione un altro cambiamento si ha per quanto riguarda il
regno dei morti, che non piu il purgatorio dantesco dove ogni anima espiava i
peccati; il Kursaal dei Morti un hotel a tutti gli effetti, con tanto di direttore,
poltrone eleganti, e pieno di gentiluomini. Fa parte di questa cerchia solo chi ha
dentro di s un grosso peso, che pu essere un suicidio, una vendetta damore e altro.
Anche la figura di Eracle molto particolare; lautore, spiegando il ruolo di questo
personaggio mitico al presidente statunitense, gli fornisce la sua personale
concezione riguardante questa figura mitica; partendo dall Ercole classico, uomo
forte e soprattutto ottuso, che calza a pennello gli abiti del benefattore che supera
mille fatiche riportando lordine tra gli uomini, arriva allErcole dei nostri tempi, o
meglio allercolismo dell800 , a cui sono strettamente connessi i principi liberali e
democratici. Savino dice che la medesima ragione che muove Ercole ad abbattere
lIdra di Lerna, muove lErcole del nostro tempo ad abbattere questultima versione
dellIdra di Lerna che il totalitarismo44. Nel trentaduesimo presidente degli Stati
44 Ivi, p. 96.
Uniti dAmerica, lautore vede lultimo Ercole, in ordine di tempo della ininterrotta
serie di ercoli; avendo luomo affrontato le grandi fatiche che la storia gli pose
dinanzi quando ricopriva tale carica nel suo Paese, non potr di certo rifiutare le
fatiche minori, tra le quali appunto far tornare nel regno dei vivi Teresa Goerz, la
nuova Alcesti. Il direttore dellalbergo, altra novit, non pi il perfido Ade re
degli inferi, bens un uomo cordiale e disponibile; qui subentra nuovamente il tema
della sessualit ricorrente in tutte le opere saviniane: il direttore un uomo, ma
alloccorrenza, per rendere il soggiorno pi piacevole ai suoi ospiti, diventa anche
donna, e cerca di ricoprire tutte le mansioni che a questo nome competono: stare
vicino nei momenti difficili alle anime, dare loro limpressione che una donna, una
mamma, esiste anche nel regno dei morti nel caso questi necessitino di un aiuto.
citato anche Omero nel discorso che il direttore ha col presidente. Il nome del poeta
compare perch Roosevelt dice di intravedere da lontano un vecchio cieco e,
incuriosito, chiede al suo interlocutore chi sia quellindividuo. Il direttore risponde
che quel vecchio non vedente era il poeta Omero, accecato perch cantasse meglio
dei canarini. Il responsabile dellalbergo, nonostante avesse letto negli occhi del
presidente l emozione nellincontrare il Principe dei Poeti, parla del grande
scrittore quasi con aria annoiata, affermando che sarebbe meglio non nominarlo
affatto, potrebbe togliersi finalmente da quella poltrona che sta scaldando da tremila
anni45. Sarebbe meglio afferma ancora luomo, che il poeta fosse dimenticato e non
pi citato in alcun paese del mondo, tanto da poter avere anche lui la liberazione che
tanto merita, e svincolarsi dalla fama di principe dei poeti che nel corso dei secoli
tutti i paesi gli hanno attribuito.
Nellopera di Savinio si pu affermare che la tragedia appare tecnicamente un po
improbabile in quanto il ricorrere alle forme del teatro surrealista ovvero ridurre il
mito ad una semplice allusione, dimostra che impossibile riscrivere la tragedia nella
forma classica anche se si riprendono i temi e le strutture.
Nell Alcesti di Samuele il rifiuto del tragico da parte del mondo borghese espresso
chiaramente con levento pi brutto che ha caratterizzato la nostra storia; la
persecuzione razziale degli ebrei che fa da sfondo alla vicenda. Qui lesempio del
45 Ivi, p.132
47 Ivi, p. 278.
il suo ritorno una vittoria, la mia vittoria. Angelina ho vinto. Sento che ho
vinto48. Una volta riuscita a mandar via la domestica, Emma narra lepisodio del
1945, quando i tedeschi bussarono alla porta di casa sua cercando il figlio Millo.
Emma dice che, per salvare il ragazzo, si chiusero entrambi nel bagno, lui nascosto
dietro la porta e lei sulla tazza del bagno. Una situazione molto intima dove la donna
mise da parte il suo pudore di mamma: alla verit della nostra pelle, alla verit della
nostra carne, alla verit dei nostri visceri49. Quel linguaggio pi vero e pi profondo
di tutto leg in maniera ancora pi morbosa la donna al ragazzo che a seguito di
questo avvenimento lasci la casa paterna e part, non facendo avere pi sue notizie
per parecchi anni, nel tentativo di costruirsi una vita lontano da Emma.
Questo episodio, momento centrale del monologo, simboleggia la rivelazione da
parte della donna della sua sessualit: rievocazione da un lato di unintimit
prenatale, preludio dallaltro dellinconfessabile incesto.50 La donna, diversa di
aspetto e di animo, in scena, riprende a parlare del suo uomo. Sostenendo che se su
tre donne che Millo spos non gline rimase accanto nessuna, cera un motivo,
formul un ragionamento, secondo il quale tutte erano donne, lei era donna, e
facendo intuire al figlio che poteva trovar altro esclam che vai cercando figlio
mio51.
Dal momento in cui Emma seppe che anche lultima storia amorosa del figlio era
fallita, vide tutto sotto unaltra prospettiva, spinta anche da una frase che il figlio le
aveva scritto nella lettera: Mamma, per me ci sei tu sola. Forte e motivata dalle
parole di Millo, apre larmadio dove cera la storia di suo figlio, dove era
conservato tutto labbigliamento del ragazzo: da una camicina che il figlio indossava
quando era piccolo, fino allabito da uomo che il giovane indossava in et adulta;
48 Ivi, p. 279.
49 Ivi, p. 285.
50 Alessandro Tinterri, Savino e lo spettacolo, Il Mulino,1993 p.152
51 Alberto Savino, Alcesti di Samuele e Atti unici, Adelphi, Milano, 1991,p.
288
52 Ivi, p. 290.
53 Ivi, p. 291.
54 Ivi, p.294.
allamore incestuoso nei riguardi del figlio e del suo trasgredire lo status di madre
per far rivalere quello da donna.
Il vero eroismo della protagonista sta nellaccettare la condizione di madre, il suo
egoismo sta nel aver usato il figlio per avere il suo riscatto di donna.
Alberto Savinio a proposito della figura di Emma, mamma che farebbe di tutto per
suo figlio, ha una visione ben precisa della figura della madre.
La madre secondo lautore colei che apre le porte alla natura, ma anche lunica
vera presenza per il bambino al quale le altre figure appaiono e scompaiono con
discontinuit. Invece per Savinio la madre e il bambino, sono colti in un rapporto di
interrelazione, per cos dire, metastorico. Sono gli elementi invarianti di una struttura
di fondo. [] Fra loro c come un ininterrotto flusso di stati danimo, di attesa, di
gioia, di disperazione 55.
Secondo alcuni critici come Piscopo , il mondo di Emma pare una messa in scena, un
rituale dellattesa materna al fine di evadere da una mortifera solitudine.
Questo spettacolo fu il primo segnale che fece interessare la critica al teatro di
Savino, fino ad allora non considerato in maniera positiva, rivalutato poi sempre pi
nel corso degli anni.
Ugo Piscopo considera il dramma di Emma B. Vedova Giocasta
uno tra i
56 Ivi, 242.
Conclusione
Con questo elaborato ho tentato di fornire unidea dettagliata sulle opere di
Savino la sua concezione del teatro e la rivisitazione dei miti in chiave moderna.
I quattro personaggi che ho affrontato sono emblematici del pensiero di Alberto
Savinio e dotati di un notevole spessore psicologico, che rende indubbiamente
lautore un personaggio di spicco del 900.
A mio parere la rivisitazione dei miti in chiave ironica non offusca n riduce
limportanza dei miti classici. Al contrario li rende pi fruibili e interessanti.
interessante, ad esempio, vedere leventuale comportamento di un Ulisse dei
giorni nostri, non pi eroe ma giramondo contemporaneo.
Oggi si compreso a pieno il genio moderno di Savinio e sicuramente le sue
rappresentazioni, oggi, si porgono come uno degli esempi pi interessanti e
Bibliografia
Cirillo, S., Itinerario guidato nel mondo letterario di Savino e delle avanguardie,
Roma, Euroma La Goliardica, 1994.
Piscopo, U., Alberto Savinio- civilt letteraria del novecento, Milano, Mursia, 1973..
Savinio, A., Alcesti di Samuele e Atti Unici, Milano, Adelphi, 1991.
Savinio, A., Capitano Ulisse, Milano, Adelphi, 1989.
Savinio, A., Nuova Enciclopedia, Milano, Adelphi, 1977.
Savinio, A., Palchetti romani, Milano, Adelphi, 1982.
Tinterri, A., Savinio e lo spettacolo, Bologna, 1993.
Tordi, R., Mistero per lo sguardo- studio per un profilo di Alberto Savinio, Milano, Il
Mulino, 1992 .
Periodici
Brignone, M., Mito tradizione e avanguardia in Alberto Savinio, in Atti e
memorie dellAccademia Clementina, n18, 1985.
Sitografia
http://www.corriere.it.
http://www.cartescoperterecensionetesti.com
http://www.finazzerflory.it/schede/istituzionale/savinio.html.
http://www.teatrorecensioni.it
Conclusione
Con questo elaborato ho tentato di fornire unidea dettagliata sulle opere di