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Lesteta
La vita di Dannunzio pu essere considerata una delle sue opere pi interessanti, in quanto egli tent di
perseguire lobbiettivo di fare della propria vita unopera darte. Nel 1863 nacque a Pescara da una famiglia
borghese e studi in una delle scuole pi importanti. Ottenuto lodierno diploma, a 18 anni si trasfer a Roma per
frequentare luniversit, abbandonando per presto gli studi. Divenne subito famoso grazie alla pubblicazione di
numerose opere narrative, articoli di giornale, ecc. In questo periodo DAnnunzio si cuce addosso la maschera
dellesteta, dellindividuo superiore, che rifiuta la mediocrit borghese, rifugiandosi in un modo di pura arte.
Il superuomo
Tale fase estetizzante per incombette in una crisi negli anni 90, che port DAnnunzio alla formazione del nuovo
mito del superuomo. Stravolgendo la filosofia di Nietzsche, Dannunzio crea la nuova figura del superuomo che
per il momento non vive, ma fa vivere nella sua letteratura. Nella vita reale egli tentava di farne della sua una
inimitabile, unica. Tutto ci fu dato dal grande lusso in cui egli visse e dalle sue storie damore tormentate. In tal
modo il poeta tentava di mettersi in primo piano nellattenzione pubblica (come oggi tutti fanno in tv) per vendere
meglio la sua immagine e le sue opere. Il culto della bellezza e il superomismo risultavano cos finalizzati a ci
contro cui si poneva sia la vita che la produzione letteraria dannunziana. Proprio lo scrittore che pi disprezzava la
massa, era costretto a solleticarla e a lusingarla.
La ricerca dellazione: la politica e il teatro
Nel 1897 egli decise di rendere pi attiva la sua vita, entrando in politica come deputato dellestrema destra, in
quanto contro ai principi democratici ed egualitari e a favore di una restaurazione dellItalia imperiale. Tuttavia ci
non gli imped in certi momenti di spostarsi a sinistra. Al fine di pubblicizzare ancor di pi la sua immagine, le
sue idee e le sue opere decise anche di buttarsi nel mondo del teatro. Costretto dai debiti, si rifugi in Francia.
La guerra e lavventura fiumana
Lazione tanto attesa per lazione eroica gli fu offerta dalla Prima guerra mondiale. Allo scoppio del conflitto
DAnnunzio torn in Italia ed inizio unintensa campagna interventista, che spinse lItalia in guerra. Fu arruolato
nonostante la sua et avanzata, e anche la sua guerra fu eccezionale, combattuta nei cieli, attraverso la
nuovissima arma: laereo. Rivendicando la vittoria mutilata capeggi una marcia di volontari su Fiume, dove
instaur un dominio personale sfidando lo Stato italiano. Nel 20 fu scacciato con la forza, e tent di diventare il
duce di una rivoluzione reazionaria ma fu scalzato da Mussolini.
Lestetismo
Nella fase dellestetismo dannunziano, larte assume valore supremo e ad essa devono essere subordinati tutti gli
altri valori. Le cose si sottraggono alla categorizzazione nel bene o nel male, ma soggiacciono solo alla categoria
del bello. Sul piano letterario questo sfocia nella ricerca continua della bellezza, delleleganza, della piacevolezza,
della musicalit ecc. Nasce cos una poesia non figlia della realt sensibile ma della precedente letteratura. Il
ruolo dellesteta, che si isola dalla realt borghese e che mira ad un mondo di arte pura, il ruolo assunto
dallintellettuale che non trova pi spazio nella nuova societ industriale, privandolo della posizione privilegiata e
prestigiosa di cui aveva goduto precedentemente, e che doveva assistere al processo inarrestabile della
mercificazione dellarte. Sentimento gi vissuto dagli scapigliati e da Verga. Il personaggio dellesteta
dannunziano una forma di risarcimento immaginario da una condizione reale di degradazione dellartista.
Obbiettivo di DAnnunzio riuscire a far diventare realt questo sogno: sfruttando abilmente i nuovi meccanismi
della produzione capitalistica, propone unimmagine nuova di intellettuale che si pone fuori dalla societ borghese
e fa rivivere in una condizione prestigiosa lartista.
Il piacere e la crisi dellestetismo
DAnnunzio per si accorge della debolezza della figura dellesteta. Esso non ha la forza di opporsi realmente alla
classe borghese in ascesa. Il suo isolamento, la sua sterilit, la sua impotenza, e il culto della bellezza che si
trasforma in menzogna (passioni) minano la stabilit dellesteta. Il principio di fare della propria vita unopera
darte diventa una forza distruttrice che priva il protagonista del Il piacere, Andrea Sperelli (che rispecchia
Gabriele), di ogni energia morale e creativa, isterilendolo. La crisi sfocia nellindecisione delluomo tra due donne:
Elena Muti (erotica e lussuriosa) e Maria Ferres (pura e casta). Andrea per mente a se stesso: la figura della
donna angelo solo oggetto di un gioco perverso, fungendo dal sostituito di Elena, che egli desidera ma che lo
rifiuta. Mediante il narratore per si tradisce il non completo abbandono dellestetismo da parte di DAnnunzio,
che continua a nutrire della stime verso Andrea.
DAnnunzio e Nietzsche
Dannunzio fa alloltreuomo di Nietzsche unestremizzazione, caricandolo di un atteggiamento fortemente
antiborghese, aristocratico, reazionario e imperialistico. Il motivo nietzscheano del superuomo quindi
interpretato da DAnnunzio nel senso del diritto di pochi esseri eccezionali ad affermare se stessi, sprezzando le
leggi comuni del bene e del male. Il dominio di questi esseri privilegiati al di sopra della massa deve tendere ad
una nuova politica aggressiva dello Stato italiano, che strappi la nazione alla sua mediocrit e la avvii verso
destini imperiali, di dominio sul mondo, come lantica Roma.
Il superuomo e lesteta
La nuova figura del superuomo ingloba in se la figura dellesteta, conferendole una diversa funzione. Leroe
dannunziano non si accontenta pi di vagheggiare la bellezza in una dimensione appartata, rifuggendo dalla vita
sociale, ma si adopera per imporre, attraverso di essa, il dominio di unlite, violenta e raffinata insieme, su un
mondo meschine e vile come quello borghese. Contrariamente allesteta, il superuomo non si crogiola nella
solitudine, ma mira ad avere il controllo delle masse, quindi assume in un certo senso una missione politica.
realistico, che amava rappresentare eventi della vita quotidiana e della sfera familiare e coniugale. D'Annunzio
aspirava ad un teatro "di poesia", che trasfiguri e sublimi la relt per mezzo anche di complesse trame
simboliche, molte delle quali attingono ad argomenti di storia e del mito classico, ma con il costante impegno di
creare climi "poetici" lontani dalla quotidianit borghese. Alcuni drammi sono incentrati sulla politica come
"Gloria" (1899) che si basa sul conflitto di un vecchio dittatore ed un giovane che vuole prendere il suo posto, la "
Nave" (1908) che esalta la conquista imperialistica sul mare. Anche nel teatro per, l'eroe "superuomo" si scontra
con forze opposte che corrodono la sua volont e la sua energia; come sempre l'eroe si imbatte in un ostacolo che
intralcia la sua missione: la "Nemica" o la meschina realt borghese. In una posizione a parte deve essere
collocata "La figlia di Iorio" nel 1904 che egli definisce "tragedia pastorale". La vicenda incentrata in un Abruzzo
mitico e fantastico, fuori dal tempo, dove al suo interno per si pu scorgere il gusto tutto decadente per il
barbarico e l'irrazionale.
Le laudi
Il progetto inizialmente era composto di sette Laudi del cielo del mare e degli eroi, ma in realt ne sono state
scritte cinque: Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope.
Per quanto riguarda il primo libro, Maia, di circa ottomila versi, non viene pi seguito uno schema metrico bens
il verso libero, senza schema fisso, inoltre il carme profetico e vitalistico, spinge luomo allattivismo, a una vita
dionisiaca, raccogliendo tutte le forme della vita e del mondo secondo la sua ambizione panica. Il poema la
trasfigurazione mitica di un viaggio reale dellautore in Grecia. Il viaggio nellEllade limmersione in un passato
mitico, sublime che pu riscattare dallo squallore le terribili citt moderne, i cui mostri divengono luminose
entit mitiche, cos il poeta arriva ad esaltare, inneggiare aspetti industriali come il capitale, le macchine ecc. che
possono essere indirizzare a fini eroici.
Con Maia si ha una svolta poich lintellettuale non deve fuggire dalla realt bens riscopre una segreta bellezza in
questultima e tende ad esaltarne alcuni aspetti anche se si intravede comunque la paura e lorrore del letterato
umanista che viene emarginato. Loriginalit di DAnnunzio consiste nel fatto che egli non si chiude nel suo
mondo letterario a contemplare la propria impotenza bens si rifugia in un sogno di onnipotenza, non fugge da ci
che lo aggredisce ma esalta e canta la realt che lo minaccia, per esorcizzare la paura. Cos facendo per lautore
assume la figura del propagatore di miti oscurantisti come il disprezzo per i deboli e oggi queste sue opere
appaiono insopportabili poich sono false, il DAnnunzio autentico quello decadente che parla dellambiguit,
del tormento interiore.
Il secondo libro Elettra, anche qui come in Maia vi un polo positivo rappresentato dal passato e da un futuro
di gloria e bellezza, e uno negativo, il presente da riscattare. Una parte del libro caratterizzata dalle liriche sulle
Citt del silenzio, le antiche citt italiane che hanno il ricordo di un passato di grandezza guerriera. Dunque vi
una rievocazione del glorioso passato italiano, Medio Evo e Rinascimento.
In Alcyone il tema non celebrativo, profetico bens lirico della fusione io-natura, questo terzo libro come il
diario ideale di una vacanza estiva, in cui le liriche si organizzano seguendo le stagioni, e la stagione estiva
vista come la pi adatta a consentire la pienatezza vitalistica. La critica lha definita una poesia pura, senza
intenti finalistici, senza lideologia superomistica, ma in realt essa presente, in quanto lesperienza panica
cantata dal poeta una manifestazione del superuomo poich solo pochi eletti possono essere a contatto con la
natura, e inoltre non manca neanche lesaltazione di una violenta vitalit dionisiaca.
Analisi poesia La pioggia nel pineto
Appartiene allAlcyone, comporta di quattro strofe di 32 versi liberi con rime irregolari. Questa poesia un
esempio del virtuosismo musicale di DAnnunzio. Egli inizialmente invita a tacere la donna che con lui sulle
soglie del pineto, la chiama Ermione, figura mitologica figlia di Elena e Menelao. La invita a tacere per ascoltare
lorchestra musicale composta dalla pioggia che cade sulle foglie, pi o meno rade, sui pini, sui mirti, il canto delle
cicale che si attenua per dar spazio a quello delle rane. Al centro del discorso si pone il tema panico,
lidentificazione tra uomo e natura, infatti Ermione a un certo punto viene descritta dal viso molle di pioggia, ossia
bagnato dalla pioggia come fosse una foglia, ella terrestre, ossia scaturita dalla terra come la vegetazione, e
sembra di essere uscita da una corteccia di un albero, la vegetazione fitta si intreccia con le caviglia e le
ginocchia dei due, quasi come fossero una sola cosa. La metrica libera, ci sono una variet di versi, anche
composti da una sola parola, lo schema delle rime libero anchesso.
Periodo notturno
DAnnunzio defin questopera Il commentario della tenebra.Lultimo periodo della vita di DAnnunzio
chiamato dai critici notturno, dal titolo della prosa lirica che il poeta compose nel 1916 e che costituita da pi
di 2000 capitoli, nei quali il poeta, costretto per mesi a restare a letto a causa della sua cecit, (a Venezia
accudito dalla figlia Renata) scrisse tutte le sue sensazioni e le sue percezioni.
Linsieme di sensazioni, di pensieri o di allucinazioni (causate dal dolore allocchio) con il suo ingegno vengono
tanto sintetizzate da diventare un capolavoro di prosa lirica moderna.
I critici hanno visto in questa sua forma di scrittura il DAnnunzio pi vero, completamente contrapposto al
DAnnunzio solare, vitalistico, superomistico presente nel resto della sua produzione.