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John F. M.

Samson

Ma quel versetto
non dice forse che...
Risposta alle dodici
pi ricorrenti obiezioni
riguardo alla sovranit di Dio
nellElezione

Edizioni
Tempo di Riforma
2015

ISBN 978-1-326-27181-7

Titolo originale:
TWELVE WHAT ABOUTS
Answering Common Objections Concerning God's
Sovereignty in Election, by John Samson, Foreword by
John Hendryx
Solid Ground Christian Books, 2012.
http://www.heritagebooks.org/twelve-what-aboutsanswering-common-objections-concerning-godssovereignty-in-election/
Traduzione e adattamento di Paolo E. Castellina,
revisione di Giovanni Brandi
maggio 2015
http://www.riforma.net
Se non altrimenti specificato, tutte le citazioni
bibliche sono tratte dalla versione "La Nuova riveduta
sui testi originali" (1994, edizione del 2006), a cura
della Societ Biblica di Ginevra.
Quest'opera stata rilasciata con licenza Creative
Commons Attribuzione - Non opere derivate 4.0
Internazionale. Per leggere una copia della licenza
visita il sito web
http://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/.

Prefazione
di John Hendryx
Desidero raccomandare, a tutti i lettori che cerchino
onestamente di considerare queste questioni, questo
bel trattato in cui il past. Samson risponde
attentamente alla maggior parte delle obiezioni pi
comuni che vengono fatte alla dottrina biblica
dell'Elezione divina.
Conosco John da molti anni ora, ed ho avuto l'onore di
lavorare accanto a lui nel nostro Blog
http://www.reformationtheology.com/ dall'ottobre del
2005. Sebbene noi non ci siamo mai incontrati di
persona, io lo conosco come un uomo integro che
prende cura particolare che ogni affermazione
teologica sia radicata nelle Scritture e nel suo
contesto appropriato. Per quanto persino John creda
che le tradizioni possano essere buone, io sono stato
testimone diretto dell'umilt di John e la sua
disponibilit a verificare le sue stesse persuasioni alla
luce del testo della Scrittura.
Insieme ad ogni vero credente di ogni epoca, il past.
Samson afferma che Dio comanda a tutti e dovunque
di ravvedersi e di credere all'Evangelo, e che ogni
persona che lo faccia sar salvata. Cristo non fallisce
mai di mantenere le Sue promesse e di accogliere
tutti coloro che vengono a Lui. Egli pure afferma che
tutti coloro che rispondono all'appello dell'Evangelo
lo fanno perch lo desiderano. Per essere salvati
dobbiamo tutti personalmente e volentieri confidare
in Lui. Tutte queste affermazioni possono essere
trovate fra le promesse della Bibbia.
La stessa Bibbia, per, che afferma che tutti devono
ravvedersi e credere in Ges al fine di essere salvati,
pure inequivocabilmente dichiara che tutti, proprio

perch nascono asserviti al peccato, sono del tutto


incapaci da s stessi di ravvedersi e di credere.
Respingere o ricevere Ges Cristo come Signore e
Salvatore non un atto passivo e non-morale, ma una
scelta morale fatta con la nostra volont. Noi
scegliamo ci che amiamo. Colui o colei che respinge
Cristo deliberatamente, sceglie di dire "no" a Cristo, e
"s" al proprio io ed al peccato.
Allo stesso modo, chi accoglie Cristo dice di "s" a
Cristo e "no" al peccato ed al proprio io.
Giovanni 3:19-20 afferma che l'uomo naturale non
viene alla luce perch ama le tenebre. Lasciati a s
stessi uomini e donne sempre sceglierebbero di
rimanere nelle tenebre. Se uno crede a Cristo o lo
respinge, dipende completamente dalla
disposizione del suo cuore. Indipendentemente
dall'opera sovrannaturale dello Spirito Santo, la
Bibbia dice che la nostra disposizione naturale
ostile a Dio e non possiamo comprendere la
verit spirituale (Romani 8:7; 1 Corinzi 2:14). Grazie
a Dio, per, la nuova nascita o rigenerazione, il
modo in cui Dio lo Spirito Santo applica le benedizioni
redentrici di Cristo, che ci impartiscono la vita
spirituale atta e metterci in grado di fare ci che
dobbiamo fare (ravvederci e credere all'Evangelo) ma
che non siamo in grado di fare (mentre siamo nella
carne), a causa del nostro asservimento al peccato
(Giovanni 6:63,65).
Chiare e semplici come ora ci appaiono le parole di
Cristo a riguardo della Sua identit, importante
considerare come vi fosse un tempo quando persino i
discepoli di Ges (che pure avevano passato tre anni
con Lui) non le comprendevano. Guardavano ma non
vedevano, tendevano orecchi ma non udivano (Matteo
13:13). Essi non potevano comprendere che il Messia
dovesse essere "strappato dalla terra dei viventi"
4

(Isaia 53:8). Essi rifiutavano di ricevere


l'insegnamento che il loro Rabbi avrebbe dovuto
morire. Quando alla fine fu crocifisso, quindi, essi
erano rimasti confusi e Lo avevano abbandonato
disperdendosi. Sebbene Ges avesse detto loro
questo molte volte, non l'avevano mai interiorizzato
come un fatto. Rispetto ad esso erano ciechi.
Vegliamo e preghiamo Dio contro un tale pregiudizio
nel nostro proprio cuore. Facciamo attenzione ed
evitiamo che tradizioni, nozioni preconcette e logica
non assistita, prenda radice nel nostro cuore e ci
renda ciechi rispetto a Ges. Vi solo un test per la
verit: ci che dice la Scrittura. Di fronte ad essa
devono cadere tutti i pregiudizi che abbiamo in cuore.
Anche i discepoli che leggevano le Scritture, per,
ancora non comprendevano. Quando finalmente
comprendono, che cos' che aveva fatto in loro tutta
la differenza? In che modo finalmente erano giunti a
comprendere chi era Ges? In Matteo 16:13-17 Ges
fa ai Suoi discepoli la domanda pi importante che
avrebbe potuto essere loro posta: "Chi dice la gente
che sia il Figlio dell'uomo? Essi risposero: Alcuni
dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o
uno dei profeti. Ed egli disse loro: E voi, chi dite
che io sia? Simon Pietro rispose: Tu sei il Cristo, il
Figlio del Dio vivente. Ges, replicando, disse: Tu
sei beato, Simone, figlio di Giona, perch non la carne
e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio
che nei cieli".
Notate quale sia la prima cosa che Ges vuole che
Pietro capisca quando fa la sua dichiarazione: si
tratta di un mistero che non pu essere veramente
conosciuto dalla ragione umana, ma solo per
rivelazione da parte di Dio attraverso l'opera dello
Spirito Santo (1 Corinzi 12:3; Matteo 11:25-27).
"Carne e sangue" si riferiscono semplicemente alle

risorse naturali umane senza l'intervento dello Spirito


Santo.
Lasciato a s stesso con la sua depravazione naturale
che lo acceca, Pietro non avrebbe mai compreso la
verit, la bellezza e l'eccellenza di Cristo e la Sua
vera identit. Lasciato a s stesso, Simone non
sarebbe stato affascinato da Ges, il Figlio di Dio e
Salvatore del mondo. Ma Dio stesso gli aveva rivelato
questa verit dandogli "un nuovo cuore" (Ezechiele
36:26) attraverso il quale lo Spirito lo aveva sospinto
a chiamare Dio ABBA, PADRE (Romani 8:14-17).
cos che i suoi occhi si aprono per la prima volta e
riconosce chi veramente Ges.
Indipendentemente dallo Spirito di Dio non c'
comprensione delle verit spirituali (1 Corinzi
2:10-14), persino quando Lui stesso ti sta guardando
in faccia. Potresti comprendere intellettualmente ci
che significano le parole, ma il cuore cos
naturalmente pieno di pregiudizi contro Cristo che lo
Spirito deve prima disarmare questa ostilit per poter
vedere la verit che c' in esse.
Indipendentemente da "un nuovo cuore", il problema
della nostra condizione naturale che siamo tutti
spiritualmente ciechi (non semplicemente miopi). 2
Corinzi 4:3-4 dice: "Se il nostro vangelo ancora
velato, velato per quelli che sono sulla via della
perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo
mondo ha accecato le menti, affinch non risplenda
loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che
l'immagine di Dio". cos che se Dio prima non apre i
nostri occhi spirituali, noi non saremo mai in grado di
riconoscere Ges. Fintanto che Dio non interviene a
sostituire i nostri occhi, noi siamo, come i discepoli,
incapaci di riconoscere Cristo come realmente Egli .
Nella carne noi andiamo ad ascoltare un predicatore,
possiamo leggere la Bibbia, eppure, fintanto che Dio

non rivela S stesso direttamente a noi, noi siamo


morti rispetto alle verit spirituali (Efesini 2:1).
Sebbene noi si possa leggere il testo non Lo
riconosciamo, proprio come i discepoli sulla via di
Emmaus, fintanto che Ges stesso non apre i loro
occhi. Ecco perch abbiamo bisogno che Dio
intervenga per rimuovere la nostra cecit spirituale
affinch possiamo vedere chiaramente ci che
altrimenti andrebbe oltre le nostre risorse naturali
per comprendere.
Sembra che Ges ritenga essenziale rammentare a
Pietro questa verit come una verit della maggior
importanza per continuare a seguire Pietro nel suo
cammino spirituale. Sono molti nel nostro tempo,
quelli che sono riluttanti a parlare ad un nuovo
cristiano sulla sovranit di Dio nella salvezza per
paura che la vedano come una cosa "troppo dura" da
accettare. Eppure, quando Pietro fa la sua prima
confessione di fede in Cristo, Ges la pone come
prima di fronte ad ogni altra verit.
Questo avviene proprio perch Egli non vuole lasciare
alcuno spazio a che Pietro attribuisca questa
comprensione alla sua propria sapienza, prudenza,
sano giudizio, o buon senso, non lasciando spazio
alcuno ad un possibile vanto. Egli vuole, al contrario,
rivolgere gli occhi di Pietro verso Dio come Autore
della sua salvezza dall'eternit in Cristo (Efesini 1:35). La salvezza dal principio alla fine appartiene al
Signore. Ges non solo ci dona la Giustificazione
quando veniamo a Lui con fede, ma ci vivifica quando,
morti nel peccato, possiamo con certezza avere fede.
Posso gi a questo punto udire qualcuno che esclama:
"...ma non giusto!".
Beh, possiamo tutti essere riconoscenti che Dio sia
tanto "ingiusto". Se Dio operasse solo sulla base di ci
che giusto, non vi sarebbe una sola persona viva che
7

leggerebbe oggi queste parole, perch tutti ben


avremmo meritato solo la Sua ira.
proposito dell'autore rispondere a questo tipo di
obiezioni alla dottrina biblica dell'Elezione. Come
vedrete, le sue risposte sono tratte dal testo della
Scrittura, non sono le sue idee o teorie. Egli ci
rammenta che la Grazia ci data gratuitamente e che
essa non dipende da condizione alcuna che noi si
debba assolvere. La Grazia non la ricompensa della
nostra fede, ma la sua stessa causa.
Ancora, io voglio raccomandarvi quest'eccellente
opera del past. Samson sull'argomento della sovrana
grazia di Dio. John uno dei cristiani pi appassionati
che io conosca il cui primo obiettivo quello di far
conoscere Cristo. Quest'opera sulla dottrina
dell'Elezione non ne eccezione. In essa troverete
che lo scopo dell'Elezione quello di portare ogni
gloria a Ges Cristo nella nostra salvezza.
http://www.monergism.com, Gennaio 2012.

Capitolo 1: Il luogo da cui iniziare.


Sorpreso dalla grazia comune
La grazia comune. Si tratta di un termine usato in
teologia per descrivere quella grazia che Dio si
compiace di dare ad ogni persona vivente del pianeta
Terra. chiamata "comune" non perch sia di poco
prezzo, a buon mercato, da prendersi per scontata,
ma perch tutti i viventi in comune la ricevono.
Per definizione la grazia non pu mai essere qualcosa
che si possa esigere o che si meriti. Dio d la Sua
grazia non perch debba darla, ma perch Egli decide
di impartirla. La Scrittura dice che Dio "fa levare il
suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere
sui giusti e sugli ingiusti" (Matteo 5:45).
Dio davvero molto generoso. Egli non discrimina il
non-cristiano nel non mandargli la pioggia di cui ha
bisogno, ma la d gratuitamente sia a santi che a
peccatori. Quello ci che dovrebbe stupirci. Anzi, la
grandezza di questo fatto tale da farci davvero stare
a bocca aperta. Eppure, il concetto di grazia comune
di solito non suscita in noi questi sentimenti, forse
perch ci siamo tanto abituati, perch cos comune.
Dobbiamo, per, ricordarci sempre che Dio si
dimostra estremamente generoso nel concedere
questo tipo di grazia, perch il punto che Egli non
sarebbe tenuto a farlo.
Attraverso l'uso di un breve racconto, vorrei farvi
dare un'occhiata nel perch la grazia comune
dovrebbe stupirci a questo modo.
Il racconto riguarda una giovane donna di 18 anni di
York, in Inghilterra. Nata a Malta da genitori
irlandesi, era fidanzata ad un brillante giovanotto
dell'esercito britannico. Avevano progettato che, non
appena la guerra fosse finita, entrambi avrebbero
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servito il Signore come missionari, dovunque Egli li


avrebbe condotti.
Mandato in Francia durante il famoso D-Day del 6
giugno 1944, il giovane gettato nel pi bel mezzo
della battaglia per la conquista della citt di Caen, in
Normandia. Tragicamente, poche settimane dopo, il
10 luglio 1944, egli ucciso dalle pallottole nemiche.
Nell'udire la notizia della morte del suo fidanzato, la
giovane donna ne rimane devastata, con il cuore
affranto. Mentre partecipa a dei culti a York, nei mesi
che seguono, avrebbe udito di drammatiche
testimonianze di protezione divina, allorch i militari
ritornavano a casa e narravano le loro esperienze.
Tutti questi soldati che ritornavano erano stati
protetti da pericoli imminenti. Molti di questi soldati
erano estremamente consapevoli del diretto
intervento del Signore nel conservarli in vita.
Ciononostante, la giovane donna doveva vivere
sapendo che l'uomo che amava non sarebbe pi
tornato a casa.
Quante domande tormentavano la mente di questa
giovane donna. Nulla che le si potesse dire avrebbe
potuto consolarla e calmare il suo dolore e cordoglio.
E quelle domande ostili e persistenti continuavano ad
affliggerla.
Un giorno, era corsa in camera sua, gettandosi sul
letto a piangere con grande dolore, come spesso
faceva. Poi, qualcosa di molto forte le avvenne,
un'esperienza che le cambia la vita. Il Signore stesso
appare a questa giovane donna. Il bagliore della Sua
gloria riempie la sua stanza. Non dice una parola. In
quel momento, per, il Signore le aveva teso la mano.
Era stata totalmente rapita dallo sguardo dei Suoi
occhi. Le sorrideva e tutte le sue domande in un
attimo erano scomparse. Il grido del suo cuore aveva

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trovato una risposta da quell'unico Suo sguardo,


pieno di indicibile amore.
Quella giovane donna parla raramente oggi di quanto
le era accaduto. Per, quando lo fa, di solito solo a
suoi stretti familiari ed amici, ancora una volta le
scendono le lacrime solo a pensare alla grazia che
aveva trovato nel volto di Cristo.
Il racconto continua. Nello stesso tempo, un giovane
militare gallese era di stanza nella stessa citt di York
in Inghilterra. Cresciuto cattolico-romano, questo
giovane aveva avuto una forte conversione a Cristo
mentre serviva nell'esercito britannico a Gibilterra.
Nel comprendere l'Evangelo di Cristo, questo giovane
era uscito dal sistema della Chiesa cattolica-romana,
affrontandone per l'ostilit della sua famiglia. In
seguito segue un corso di addestramento per servire
come cappellano militare presso le forze armate
britanniche.
Avendo la vocazione di evangelista, questo giovane
aveva visto innumerevoli uomini venire a Cristo
mentre serviva in Francia ed in Belgio. Per un periodo
di 18 mesi, il numero dei soldati che aveva visto
giungere alla fede in Cristo erano arrivati ad essere
ogni settimana delle centinaia.
Un giorno, questo giovane uomo stava predicando
nella citt di York, ed i suoi occhi cadono su una certa
giovane donna - quella della nostra storia. I due
cominciano ben presto a vedersi e, dopo un po' si
sposano.
Passano anni di vita coniugale, e la speranza di avere
un figlio cresceva sempre pi forte. Quanto avrebbero
voluto avere un figlio! Eppure il tempo passava senza
che questo mai avvenisse.
Trascorrono 17 anni di matrimonio e ancora nessun
figlio. Proprio quando sembrava che ogni speranza
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fosse perduta, la giovane donna rimane incinta. Che


gioia aveva dovuto riempire quella casa a questa
magnifica notizia!
Due settimane prima del tempo, il bambino sta per
nascere. Ne subentrano delle complicazioni e la
madre perde molto sangue. La madre non stava
affatto bene mentre il bambino lottava per la sua
stessa vita. Una volta nato, il bambino subito messo
nell'incubatrice, dove ogni suo respiro affannoso
diventa una dura lotta.
Anni pi tardi, il padre scrive queste parole: "Mi
ricordo di essere stato chiamato in ospedale dove mio
figlio giaceva fra la vita e la morte. Quando mi
vedeva, si protendeva disperatamente verso di me.
Non potevo fare nulla. Egli era in una tenda ad
ossigeno. Il dottore mi diede una triste occhiata di
solidariet scuotendo la testa. Il bambino stava
morendo".
E continua: "Trovo cos un angolo dove mi sono messo
a pregare. Ho ringraziato Dio per la gioia che quel
bambino aveva portato nella mia vita, per il privilegio
di avere la responsabilit del suo benessere, anche se
per poco tempo. Ho detto a Dio quanto significasse
quel bambino per me ed aggiungo: 'di fatto egli
appartiene a Te, ieri, ora e sempre. Signore, io lo
affido alla Tua protezione. Egli per me vale pi della
mia vita, ma se lo vuoi prendere, io continuer ad
amarti e ti loder per tutti i miei giorni. Quello, come
avevo imparato anni pi tardi, era un sacrificio di
lode".
La madre e il bambino sopravvivono e, di fatto, il
bambino cresce robusto, in piena salute, fase dopo
fase della sua prima infanzia. Poi, all'et di 13 mesi
comincia a sviluppare una tosse, che diventa
persistente. Il medico la diagnostica come una
laringo-tracheo-bronchite.
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Ogni sera dalle 8 alle 9, dalle 11 a mezzanotte, e poi


di notte, dalle 4 alle 5, il bambino avrebbe tossito ad
respiro che prendeva. La madre cercava ogni volta
delle medicine e delle bevande calde, sperando di
dargli un po' di sollievo, mentre l'intera famiglia
cercava di dormire un po', almeno fino alla prossima
sua crisi di tosse. Come potete immaginare, i genitori
avrebbero avuto una ben difficile giornata di lavoro,
dopo una tale disturbata notte.
Il problema diventa sempre pi pronunciato, tanto
che ogni notte era punteggiata almeno da tre ore di
tosse costante, con permanente disturbo del sonno.
Questo va avanti cos per quattro anni.
Ogni autunno, il bambino era portato in ospedale in
una tenda ad ossigeno per ristabilirsi un po' da queste
severe crisi di respiro e di tosse. Al suo ritorno a casa,
i genitori dovevano tenere un bollitore elettrico nella
sua stanza per aiutarlo durante i suoi attacchi di
bronchite.
Dal settembre fino a maggio (dall'et di tre fino a
sette anni) al ragazzo non era permesso di giocare
fuori casa e sua madre doveva inventarsi giochi con
carta e matite per intrattenerlo. All'et di 4 anni
sottoposto ad un'operazione di estrazione delle
tonsille per vedere se questo avesse aiutato nella
situazione, ma non vi sar riposo fino all'et di sette
anni quando le continue preghiere ricevono risposta e
gli attacchi di tosse si fermano.
I ragazzi del vicinato erano tutti pi vecchi di lui, e
cos, quando aveva 8 anni, gli permesso di correre e
giocare un po' a calcio. Questo deve avere ispirato il
ragazzo, perch, pi tardi, nella squadra di calcio
degli studenti di Chester, egli ne diventa il maggiore
capocannoniere all'et di 14 e 15 anni. Una volta
aveva segnato ben 9 goal in una singola partita ed i

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suoi allenatori cercavano di aiutarlo a diventare un


giocatore di calcio professionista.
Il Signore, per, per lui, aveva progetti molto diversi.
Oggi serve il Signore come ministro dell'Evangelo.
Sono sicuro che ne converrete che egli sia un trofeo
della grazia di Dio.
Perch vi ho raccontato tutto questo?
Beh, lasciate che vi dica i nomi dei due genitori della
storia. Il nome della donna Muriel Grace
Macnamara, e il nome dell'uomo il rev. Redvers
Joseph Samson. Quella signora mia madre e
quell'uomo mio padre. Quindi, quella storia in
realt, pure la mia storia.
Io ero quel bambino che lottava fra la vita e la morte.
Io ero quel bambino con gravi problemi di salute che
solo a cercare di aiutare mio padre a spalare la neve
di fronte a casa avrebbe significato correre
all'ospedale con una doppia polmonite; e io sono
quello stesso giovanotto che voleva diventare un
grande calciatore, prima che il Signore intervenisse
ad inviarlo in una direzione diversa. Ogni respiro che
io faccio un dono della Grazia divina.
Io sono strabiliato quando penso a Dio, alla Sua
grazia, che permette a tanti Suoi nemici di continuare
a respirare la Sua aria e vedere gli splendori della
Sua creazione, ogni giorno che Egli manda, ed essi
godono della luce e del calore del sole come pure dei
benefici della Sua pioggia. Davvero il Signore
straordinariamente generoso.
Il Signore buono verso tutti. Egli il Datore di ogni
vita e sostiene la vita sia dei predicatori dell'Evangelo
che dei terroristi. La Scrittura dice: "...e non servito
dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di
qualcosa; lui, che d a tutti la vita, il respiro e ogni
cosa. Difatti, in lui viviamo, ci muoviamo, e siamo,
14

come anche alcuni vostri poeti hanno detto: 'Poich


siamo anche sua discendenza'" (Atti 17:25,28).
Il fatto stesso che voi stiate ora leggendo queste
parole testimonia del fatto che Dio sia indicibilmente
buono verso di voi. Un vecchio inno dice: "Contate le
vostre benedizioni, nominatele una per una, e sarete
sorpresi di ci che il Signore ha fatto per voi".
Mentre vi prendete del tempo per riflettere sulle
benedizioni che Dio vi ha elargito durante la vostra
vita, confido che voi, come me, rimaniate stupefatti
della grazia comune. Voi ed io stiamo vivendo,
respirando e muovendoci, grazie alla misericordia che
Dio ci elargisce. Non qualcosa da prendere alla
leggera. Grazia comune la designazione fatta dai
teologi e parla di quanto la grazia ci accomuni solo in
contrasto a quella grazia che speciale. Nella grazia
comune, Dio d vita e salute, sole e pioggia, a quelli
che non la meritano. Nella speciale grazia elettiva,
Dio sceglie di intervenire nella vita di alcuni (ma
non di tutti) quelli che gi fanno esperienza
della grazia comune, e impartisce vita nella
morte di cuori umani affinch risorgano dalla
morte spirituale (per nascere di nuovo).
Ed a questo tema - la speciale grazia elettiva di Dio che ora si rivolger il resto di questo volume, sia nel
proclamarla che nel difenderla.

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Capitolo 2: Il vento soffia dove vuole


Nei primi versetti di Giovanni capitolo 3, Ges parla a
Nicodemo, in termini inequivocabili, dell'assoluta
necessit di nascere di nuovo (o di nascere
"dall'alto"). Fintanto che un uomo non nasce di nuovo
(non viene rigenerato, vivificato spiritualmente) non
pu entrare (e nemmeno vedere) il regno di Dio. Ges
mette in evidenza il fatto che questa nuova nascita
non un extra opzionale. imperativo. Ges dice:
"Bisogna che nasciate di nuovo" (3:7).
Ges non dice a Nicodemo che cosa egli debba fare
per nascere di nuovo perch non in potere di
Nicodemo operare egli stesso questo miracolo.
"Quello che nato dalla carne, carne; e quello che
nato dallo Spirito, spirito" (Giovanni 3:6). Carne pu
solo produrre carne. necessario lo Spirito per
rigenerare lo spirito umano. Questo miracolo della
rigenerazione non cosa che possa conseguire lo
sforzo umano, oppure ...un'operazione chirurgica
fatta da soli.
Questa nuova nascita non un miglioramento della
vecchia natura, ma una creazione del tutto nuova. Si
tratta di una nascita, una nuova nascita, e come la
prima di cui abbiamo fatto esperienza, non avvenuta
tramite la nostra propria decisione di nascere. La
nostra volont in questo non ha avuto ruolo alcuno.
Siamo nati come risultato della volont di altri quella dei nostri genitori e, naturalmente, quella di
Dio, che si avvalso dei rapporti intimi di un uomo e
di una donna.
In contrasto con la nostra prima nascita, questa
nuova nascita non avviene attraverso mezzi umani.
Solo Dio realizza questa nuova creazione in Cristo
Ges. Come afferma Giovanni, l'autore del vangelo,
nel capitolo 1:12-13 "...a tutti quelli che l'hanno
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ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio,


a quelli cio che credono nel suo nome, i quali non
sono nati da sangue, n da volont di carne, n da
volont d'uomo, ma sono nati da Dio".
Ges rende chiaro che carne umana pu solo
produrre carne. lo Spirito Santo che solo pu
ricreare lo spirito umano. Lo Spirito Santo il solo
possibile Agente che operi la rigenerazione dello
spirito umano.
Quando spiega questo fenomeno della nuova nascita,
Ges poi parla di qualcosa di molto misterioso - il
vento. Il vento misterioso, non perch non sia reale,
ma perch non qualcosa che noi si possa vedere.
Sebbene ben sappiamo quand' presente a causa dei
suoi effetti, non abbiamo di fatto osservato il vento
con i nostri occhi. Certo, abbiamo visto gli alberi
ondeggiare, le foglie cadere, carte che girano per
aria. Talvolta gli effetti del vento sono cos potenti che
l'unica parola che talvolta possiamo usare per i suoi
effetti "devastazione". Il vento pu causare
scompiglio su larga scala, come possono testimoniare
le vittime di uragani. Il vento misterioso, per,
perch non lo possiamo vedere, n sappiamo da dove
venga o dove vada. Sembra avere una mente propria.
Al riguardo di questo, Ges dice: "Il vento soffia dove
vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai n da dove
viene n dove va; cos di chiunque nato dallo
Spirito" (Giovanni 3:8).
La parola "pneuma" in Greco, come "ruach" in
ebraico, significa "respiro, vento o spirito". Qui Ges
fa un ovvio gioco di parole, descrivendo l'attivit dello
Spirito Santo nell'ambito della rigenerazione.
Naturalmente, vi sarebbe molto di pi da dire su
questi versetti d'apertura in Giovanni capitolo 3.
Fermiamoci per per un momento per apprezzare
tutto l'impatto del verso 8. Qui Ges ci insegna che
18

quando una persona nata dallo Spirito, come il


soffiare del vento l'invisibile e sovrano Spirito di Dio
si mosso con potenza. A differenza, per, dai
disastri che un tornado pu causare ad una citt,
questo "vento" non affatto negativo. Sebbene sia
estremamente potente, l'opera dello Spirito di
stupefacente precisione.
Quando qualcuno nasce di nuovo, quello evidenza
del fatto che Dio, lo Spirito Santo, ha compiuto una
sorta di grande operazione chirurgica. Egli ha
estratto "un cuore di pietra" e l'ha sostituito con "un
cuore di carne".
Ezechiele 36:26-27 dice: "Vi dar un cuore nuovo e
metter dentro di voi uno spirito nuovo; toglier dal
vostro corpo il cuore di pietra, e vi dar un cuore di
carne. Metter dentro di voi il mio Spirito e far in
modo che camminerete secondo le mie leggi, e
osserverete e metterete in pratica le mie
prescrizioni".
Si tratta davvero di un miracolo straordinario!
Mi ricordo che, all'et di quattordici anni, mi ero
recato ad un culto in chiesa. Proprio non avevo voglia
di andarci e speravo che finisse presto (anche se era
appena iniziato). Ci ero andato solo perch mio padre
me l'aveva chiesto. Non avevo interesse alcuno per
Cristo, n per ci che la comunit cantava, e tanto
meno avevo interesse per ci che il predicatore aveva
da dire. Durante il suo messaggio, per, successo
qualcosa. Il mio atteggiamento cambia
completamente. Stavo cominciando ad avere
interesse per le sue parole. Di fatto mi stava
incuriosendo non poco. Ne ero rimasto affascinato e
sono stato colpito dalla realt del cielo e dell'inferno,
e del bisogno che avevo del Salvatore. Per la prima
volta nella mia vita ero attratto da un Tesoro di cui
non mi ero mai reso conto prima.
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Allora non lo sapevo, ma lo so ora, che quello che era


accaduto in quella chiesa, quella domenica sera del
10 maggio 1980 a Chester, in Inghilterra era questo:
lo Spirito Santo di Dio, invisibilmente aveva "soffiato"
durante quel culto, e mentre stavo udendo l'Evangelo,
con una potenza sovrana e colossale, eppure con
l'abilit di un esperto chirurgo, Egli aveva operato
nella mia anima. In un istante ero "nato dall'Alto", mi
era stato rimosso il vecchio "cuore di pietra" e mi era
stato messo, al posto, "un cuore di carne". Quando ha
cominciato a battere, io desideravo conoscere il
Maestro (posso dire davvero "di tutto cuore"), il
Signore Ges Cristo. Questo Ges, per cos dire,
uscito dalle vecchie pagine polverose della Bibbia ed
diventato ai miei occhi una Persona vivente. Tutto
ad un tratto, ho voluto veramente conoscerlo,
veramente ho desiderato che mi salvasse, e
veramente ho voluto che la Sua volont si realizzasse
nella mia vita. E quando il predicatore ha fatto il suo
appello evangelistico, io volentieri sono venuto a
Cristo nel ravvedimento e nella fede.
Se siete nati dallo Spirito, Dio ha fatto esattamente lo
stesso con voi. Quel "sola" proclamato dalla Riforma,
il "sola gratia" (solo per Grazia) semplicemente
esprime la dottrina di ci che Dio ha fatto per il Suo
popolo nell'esperienza concreta. Dio e Dio
soltanto che ci salva. Tutto il merito, il credito, per
quello, va a Lui perch questa nascita non ha nulla a
che fare con la nostra intelligenza (come se avessimo
stabilito noi, da noi stessi, chi sia Ges), o con la
nostra umilt (come se noi stessi avessimo vinto il
nostro orgoglio e ci fossimo umiliati per rispondere
con fede all'Evangelo). No, mille volte no! Siamo
cristiani, uomini e donne di fede, a causa della
vittoriosa potenza dello Spirito di Dio che, per la Sua
grazia misericordiosa, ha "preso d'assalto" il nostro
cuore ostile e vi ha operato secondo la Sua sovrana
20

volont. Egli ci ha rigenerato attraverso la Sua parola


di verit, facendo in modo di farci trovare ora e per
l'eternit, la nostra gioia ultima nella presenza di Dio.
In Giovanni, capitolo 11, abbiamo il racconto di
quando Ges ha fatto risorgere Lazzaro dai morti.
interessante notare che dopo aver fatto l'esperienza
di quella potente risurrezione, Lazzaro non sia andato
a cercare un avvocato per poter denunciare Ges di
aver violato il suo diritto di rimanere morto! E
nemmeno la gente di quella cittadina ha tentato di far
causa a Ges per non aver fatto risuscitare dalle loro
tombe i loro parenti morti. No, tutti sono rimasti
stupefatti dell'onnipotente appello di Ges. Solo per
la potenza della Sua Parola, Egli ha restituito alla vita
un corpo che gi stava corrompendosi. Naturalmente
nessuno era stato maggiormente stupefatto della
misericordia divina che lo stesso Lazzaro.
Perch parliamo cos tanto della Grazia di
Dio? Perch, con Lazzaro, possiamo dire che grazie
alla chiamata efficace di Dio, la Grazia ha conquistato
il nostro cuore e ci ha riportato alla vita.
Quand'eravamo spiritualmente morti nei nostri
peccati e nelle nostre trasgressioni (in Efesini 2:1,5 la
parola greca per "morto" "nekros" vale a dire
"morto come un cadavere"), Dio ci ha vivificato
(Efesini 2:5).
In Efesini 2:1-6 leggiamo le seguenti parole scritte da
Paolo ai cristiani di Efeso:
"Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate
morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai
quali un tempo vi abbandonaste seguendo
l'andazzo di questo mondo, seguendo il
principe della potenza dell'aria, di quello
spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel
numero dei quali anche noi tutti vivevamo un
tempo, secondo i desideri della nostra carne,
21

ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri


pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira,
come gli altri. Ma Dio, che ricco in
misericordia, per il grande amore con cui ci ha
amati, anche quando eravamo morti nei
peccati, ci ha vivificati con Cristo ( per grazia
che siete stati salvati), ci ha risuscitati con lui e
con lui ci ha fatti sedere nel cielo in Cristo
Ges".
Per citare ora "il principe dei predicatori", C. H.
Spurgeon, egli ha detto:
"Il grande Re, immortale, invisibile, la divina Persona,
chiamata lo Spirito Santo: Lui che stimola l'anima,
altrimenti rimarrebbe morta per sempre. lui che la
rende soffice e malleabile, altrimenti non sarebbe mai
sensibile. Lui che impartisce potenza alla Parola
predicata, altrimenti non potrebbe raggiungere di pi
che le orecchie. Lui che spezza il cuore, Lui che lo
rende integro; Egli, dal principio alla fine, in noi il
grande Operatore di salvezza, proprio come per noi
Ges stato il grande Autore della Salvezza"
(Sermone "Cose che accompagnano la salvezza"
(http://www.spurgeon.org/sermons/0152.htm).
Stupenda grazia
Stupenda grazia del Signor
L'amor che mi salv
Dalla mia morte mi chiam
Io vivo del Suo amor
Le mie paure cancell
Per darmi il Suo timor
Prezioso giorno in cui trovai
La mia fiducia in Lui
Le mie catene l spezz
Il sangue Suo mi riscatt
E come pioggia su di noi
22

Stupenda grazia, eterno amor.


Sicura la promessa Sua
La mia speranza in Lui
Lo scudo in cui confider
Fin quando vita avr.
Le mie catene l spezz
Il sangue Suo mi riscatt
E come pioggia su di noi
Stupenda grazia, eterno amor.
Se la tempesta arriver
Se il mondo mi odier
In Dio che a vita mi chiam
Riposo trover
Per sempre in Lui star
Per sempre eterno amor.
Preghiera. "Padre celeste, Sovrano Re, ascolta il
nostro grido. Mentre l'Evangelo annunciato in tutto
il mondo, possa il Tuo Spirito Santo, come un vento
potente e trionfante, conquistare oggi morti cuori
umani! l'unica speranza per le creature umane! Per
l'onore del Tuo grande Nome e per la Tua gloria
soltanto. Amen".

23

24

Capitolo 3: Un viaggio sorprendente


Sono nato e cresciuto a Chester in Inghilterra. Mio
padre era un evangelista battista e forse potreste
trovare sorprendente apprendere che io non sia mai
veramente cresciuto in un ambiente di chiesa. Certo,
la nostra famiglia poteva essere considerata "un
ambiente cristiano", ma mio padre era
frequentemente in viaggio per predicare e mia madre
ed io andavamo raramente con lui a culti domenicali.
Questo fintanto che mio padre non diventa pastore di
una chiesa locale.
Quand'ero bambino consideravo gli incontri di chiesa
estremamente noiosi ed ero molto pi interessato al
gioco del calcio. Volevo diventare un calciatore
professionista. La mia parte favorita del culto
domenicale era la benedizione finale - ero cos
contento che tutto fosse finalmente concluso!
Rammento di avere visto mio padre che leggeva e
studiava la sua Bibbia (allora probabilmente avevo
nove anni) e pensavo tra me e me: "Mi sembra un
esercizio cos noioso - passare ore ed ore a leggere un
libro che difficile da leggere, in una lingua che non
comprendo - potete stare tranquilli che non mi
sorprenderete mai a fare una cosa simile!".
Come ho menzionato nel capitolo precedente, una
domenica sera, quando avevo circa 14 anni, mio
padre mi chiede di andare con lui ad udire predicare
un evangelista. Il suo sermone aveva per argomento il
ritorno di Cristo. Mi ricordo che, bench il
predicatore guardasse la folla, il suo sguardo
sembrava concentrarsi su di me quando ad un certo
punto dice: 'Tutti hanno peccato e sono privi della
gloria di Dio'. Il mio primo pensiero era: 'Come fa
quel predicatore a conoscere il mio peccato? Come fa
a sapere che io sono un peccatore?". Come una
25

folgore dal cielo mi rendo cos improvvisamente della


mia condizione di perduto e che, in quella condizione,
sarei stato molto imbarazzato se avessi dovuto stare
di fronte a Dio.
L'evangelista fa un appello alla salvezza ed io vi
rispondo sollevando la mano, andando avanti fino al
pulpito e firmando la cartolina che avevano
provveduto... ma molto pi di quello ero
particolarmente consapevole del mio bisogno che
Cristo fosse il mio Salvatore e che mi nascondesse dal
giudizio di Dio. Quando pi tardi sono tornato al mio
posto (dopo 15 minuti nell'area destinata alla
consulenza di chi aveva risposto all'appello), mi
ricordo che mio padre aveva le lacrime che gli
scendevano dal volto. Penso che fosse la prima volta
che avessi visto mio padre piangere. Tempo dopo mi
ha detto che lui e mia madre per molti anni avevano
intensamente pregato per la mia salvezza.
Poi ho cominciato a frequentare la chiesa su base
regolare ma, guardando ora a quel tempo, uno dei pi
grossi cambiamenti nella mia vita era evidente per il
mio nuovo amore per gli studi biblici. Spendevo molto
denaro acquistando cassette (lo so, nel menzionare
questi pezzi da museo rivelo la mia et) di
insegnamento biblico. Non ne avevo mai abbastanza
della Bibbia. Passavo 3-4 ore ogni sera per imparare
testi biblici ed ascoltare insegnamenti biblici. Lo
stesso appassionato desiderio per la Parola di Dio
ancora presente nella mia vita a tutt'oggi.
Dopo vent'anni
Facciamo ora un salto fino al novembre dell'anno
2000 (pi di vent'anni dopo che ero stato convertito
da adolescente). Ero stato nel ministero cristiano a
pieno tempo sin da quando avevo terminato i miei
anni di istruzione teologica nel giugno del 1987, ed

26

avevo abbastanza fiducia che la mia conoscenza della


Parola fosse sana. Ero pastore di una chiesa a
Phoenix in Arizona (USA).
Un giorno ho ricevuto un volantino attraverso la posta
dal Ligonier Ministries che mi informavano che il
dott. R. C. Sproul stava per venire a Scottsdale un
venerd sera ed un sabato mattina per delle lezioni.
Era a breve distanza da casa mia a Phoenix. Fino ad
allora non avevo mai udito di persona il dott. Sproul,
ma i suoi video di insegnamento sulla Santit di Dio
avevano fatto un grande impatto su di me qualche
anno prima.
Nel leggere meglio il contenuto di quel volantino, ho
fatto un sobbalzo quando ho visto l'argomento sul
quale si sarebbe concentrato - "Scelto da Dio - le
dottrine bibliche sull'elezione e la predestinazione".
Onestamente, pensavo, "Com' sciocco che un uomo
di quel calibro usi le sue energie per articolare
un'idea cos antiquata e ormai superata". Ero indeciso
se andarlo ad ascoltare oppure no. Volevo ascoltare R.
C. Sproul, ma non su quell'argomento. Un qualsiasi
altro argomento sarebbe stato meglio, per quanto mi
riguardava.
Beh, finalmente ho deciso di andarci, ma mi sono
seduto sull'ultima fila di sedie, cos, se sarebbe
diventato ovvio che il dott. Sproul stesse solo facendo
un'esposizione sulle sue tradizioni teologiche, io avrei
potuto andarmene quietamente senza disturbare la
gente attorno a me. In ogni caso, mi aspettavo che la
partecipazione a quell'incontro sarebbe durata poco.
Sono rimasto per la prima sessione, e poi ho pensato:
"S, mi sembra interessante. Non posso trovare delle
obiezioni su quel che dice. Credo per che molti testi
biblici potrebbero confutare le sue conclusioni". Ero
per intrigato da quel che diceva, perch nulla di quel

27

che udivo avrebbe potuto essere facilmente


contestato.
Poi la conferenza includeva una sessione per le
domande dell'uditorio su quell'argomento. Mi
sembrava davvero una buona opportunit perch
molte delle questioni che la gente l sollevava erano le
stesse che avrei potuto fare io e, devo ammetterlo, la
Scrittura era in grado di rispondervi, nel loro contesto
biblico appropriato.
La cosa stava cominciando ad allarmarmi e sono
giunto a comprendere che l'intera questione
richiedeva molta pi ricerca di quello che io prima
avessi pensato. Ho lasciato la conferenza senza essere
stato convinto, ma mi disturbava enormemente che
non avessi ascoltato nessun testo biblico che fosse
stato preso fuori dal contesto, il tutto non faceva una
grinza. Essendo assolutamente onesto con me stesso,
ho dovuto ammettere che quello che prima davo per
scontato su certi testi, di fatto era molto discutibile ed
io stesso avrei potuto essere colpevole della stessa
accusa che facevo a lui.
Sapendo che fosse mio dovere credere ci che la
Scrittura dice su quell'argomento, ho ordinato molto
materiale ed ho cominciato le mie ricerche. Non mai
piacevole esaminare tradizioni sostenute con tanta
fermezza, e sentivo che quello era particolarmente
vero nella mia posizione, proprio perch avevo
insegnato cose diverse da quelle durante il mio
ministero. Nessuno vuole ammettere la possibilit di
essersi sbagliato.
Devo dire che mi ci voluto pi di un anno di
profonde ricerche su quell'argomento prima di
rendermi conto che di fatto vi nella Bibbia una
chiara e coerente dottrina sull'elezione e sulla
predestinazione. Pure sono giunto a vedere che per
poter credere a ci che la Bibbia insegna in
28

quest'area, io dovevo liberarmi dalle concezioni


tradizionali che avevo ereditato prendendole per
scontate.
Sono stato io stesso stupefatto nel rendermi conto di
uscire come da un bozzolo da questo studio che mi
ero imposto come un cristiano pienamente riformato
al riguardo delle dottrine della salvezza. Eppure,
questo ci che successo.
Le Dottrine della Grazia
Queste dottrine possono essere riassunte come segue:
CORRUZIONE RADICALE - "Il cuore ingannevole
pi di ogni altra cosa e insanabilmente malato; chi lo
pu conoscere?" (Geremia 17:9 ND).
I peccatori sono del tutto impotenti a redimere s
stessi come pure a dare un qualsiasi contributo di
meriti personali in vista della loro salvezza. A causa
della Caduta dell'uomo, il peccatore non
moralmente neutrale, ma di fatto ostile verso Dio. Egli
a tutti gli effetti un nemico giurato di Dio. Egli
spiritualmente morto e quindi cieco e sordo rispetto
alle cose di Dio. La sua volont non libera,
asservita alla sua natura malvagia; quindi non vuole e
non pu scegliere il bene e non il male. Ha quindi
bisogno di molto di pi che l'assistenza dello Spirito e
di un'opera di persuasione per portare un peccatore a
Cristo - gli necessaria una radicale rigenerazione,
attraverso la quale lo Spirito vivifica il peccatore e gli
impartisce una nuova natura - un cuore di carne al
posto di un cuore di pietra. La fede l'evidenza della
nuova nascita, non la causa di essa. Dato che sia il
ravvedimento che la fede sono possibili solo grazie
all'opera rigenerante di Dio, entrambe sono doni di
Dio (Genesi 2:15-17; Salmi 51:5; Geremia 17:9;
Giovanni 6:44; 8:34,47; 10:26; Romani 3:10-18, 5:12,

29

8:7-8; 1 Corinzi 2:14; Efesini 2:1-9; Filippesi 1:29; 2


Timoteo 2:25; Ebrei 12:2; 1 Giovanni 5:1).
ELEZIONE INCONDIZIONATA - "poich, prima che
i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o
del male (affinch rimanesse fermo il proponimento
di Dio, secondo elezione" (Romani 9.11).
La scelta che Dio ha fatto, sin da prima della
fondazione del mondo, di certi individui da destinare
alla grazia della salvezza, non basata sulla Sua
conoscenza anticipata di una risposta favorevole o di
ubbidienza da parte umana, come il ravvedimento, la
fede ecc. Al contrario, Dio che dona il ravvedimento
e la fede a tutti coloro che Egli ha scelto. Questi atti
sono il risultato, non la causa dell'elezione da parte di
Dio. L'elezione, quindi, non stata n condizionata n
determinata da qualit virtuose o atti che in anticipo
avrebbe visto apparire in loro. Dio che porta i Suoi
eletti, attraverso la potenza del Suo Spirito, a che essi
accettino volentieri Cristo. la scelta che Dio fa del
peccatore, non la scelta di Cristo fatta dal peccatore,
la causa ultima della salvezza (Giovanni 1:12-13; Atti
11:18; 13:48; Romani 8:28-30; 9:6-21; 1 Corinzi 1:30;
Efesini 1:4-11; 2:1-10).
REDENZIONE PARTICOLARE - "Ella partorir un
figlio, e tu gli porrai nome Ges, perch lui che
salver il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1:21).
"Questa morte del figlio di Dio l'unico e
perfettissimo sacrificio e l'unica soddisfazione per i
peccati, di un prezzo e di un valore infiniti, che basta
ampiamente all'espiazione dei peccati dell'intero
mondo. Questa morte ha un cos grande valore e
tanta dignit, in quanto la persona che l'ha sofferta
non solo un vero uomo perfettamente santo, ma
anche l'unico Figlio di Dio, di una stessa essenza
eterna ed infinita del Padre e dello Spirito santo,
come doveva essere il nostro Salvatore; ed anche
30

perch la sua morte stata coniugata con il


sentimento di collera e di maledizione di Dio, che
avevamo meritati a causa dei nostri peccati" (Canoni
di Dordrecht, 3:4).
La dottrina della Redenzione particolare parla del
disegno di Dio per quanto riguarda la Riconciliazione
e chi esattamente Egli intendeva salvare quando
Cristo morto in croce. Cristo morto come Sostituto
(Vicario) portando su di S pienamente il peso dell'ira
di Dio, e questo in favore del Suo popolo, quelli che
Gli sono stati affidati. Egli ha pagato il prezzo dei loro
peccati. Cristo intendeva salvare "le pecore del Suo
gregge" e di fatto ha assicurato tutto ci che era
necessario per la loro salvezza. Il dono della fede
viene infallibilmente applicato a tutti coloro per i
quali Cristo morto, garantendo cos la loro salvezza
(Isaia 53:5-11; Matteo 1:21; 20:28; Efesini 5:2,25-27;
Tito 3:5-6; Giovanni 10:14-16, 26-30; 17:6-12; Atti
20:28; Romani 3:21-26; 5:12-21; 8:28-30; Ebrei 10:1014; Apocalisse 5:9-10; 7:9-10).
CHIAMATA EFFICACE - "...e quelli che ha
predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha
chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha
giustificati li ha pure glorificati" (Romani 8:30).
Oltre alla chiamata generale alla salvezza che fatta
a tutti coloro che odono l'Evangelo, lo Spirito Santo
estende agli eletti una speciale chiamata interiore che
inevitabilmente li conduce alla salvezza. La chiamata
esteriore (che rivolta a tutti senza distinzione) pu
essere, e spesso lo , respinta; la chiamata interiore,
per, che rivolta solo agli eletti, non pu essere
respinta. Essa sempre risulta nella conversione. Per
mezzo di questa speciale chiamata efficace, lo Spirito
attira in maniera irresistibile i peccatori a Cristo. Egli
non limitato nella Sua opera di applicazione della
salvezza dalla volont umana, n, per avere successo,

31

dipende dalla cooperazione umana. Lo Spirito, nella


Sua grazia, fa s che i peccatori eletti cooperino,
credano, si ravvedano, vengano liberamente e
volentieri a Cristo (Matteo 22:14; 23:37-39; Giovanni
1:12-13; 3:1-8; 3:16; 6:44; Romani 8:28-30; Efesini
2:1-6).
LA PRESERVAZIONE DEI SANTI - "...e quelli che
ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha
chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha
giustificati li ha pure glorificati" (Romani 8:30).
Il divino proposito di salvezza non pu essere
pregiudicato. Nessuno delle vere pecore del gregge di
Cristo andr mai perduta. Sebbene gli eletti possano
per un certo tempo cadere anche in peccati gravi
(come Pietro che aveva rinnegato Cristo), Dio li
ristabilisce in comunione con S e assicura loro
l'eterna salvezza. Questa salvezza implica l'opera
della Trinit: Tutti coloro che vengono scelti da Dio
Padre, redenti da Cristo il Figlio, ed ai quali lo Spirito
Santo dona la fede, saranno eternamente salvati. Essi
sono preservati nella fede dall'onnipotenza di Dio e
persevereranno fino alla fine. Essi perseverano nella
fede perch Lui li preserva (Giovanni 3:16; 6:35-40;
6:44; 10:27-29; Romani 8:28-39; Filippesi 1:6; 2:1213; Efesini 1:13-14; Giuda 1:24-25).
L'iniziativa di Dio
Guardo cos indietro nella mia vita e vedo l'intera
cosa - il desiderio di studiare queste cose e rivedere
accuratamente ci in cui credevo (ho trovato molti
che pure non sono disposti a farlo), e la capacit di
vedere la verit - come un'opera della grazia di Dio
nella mia vita. Che meravigliosa grazia Dio mi ha
concesso quando ha aperto i miei occhi affinch
vedessi queste cose.

32

Questo libro non inteso essere un trattato su queste


dottrine. Vi sono gi molte opere eccellenti in stampa
che pi che adeguatamente le espongono (vedasi
l'elenco di libri raccomandati alla fine di questo libro).
Lo scopo che mi sono prefisso nello scrivere questo
libro pi semplificato e focalizzato. Cerco di
provvedere risposte alle obiezioni che pi di
frequente vengono sollevate sul concetto della divina
Elezione e Predestinazione.
Io conosco queste obiezioni molto bene. Nel passato
io stesso le ho sollevate una per una. Io mi rendo ben
conto di quanta lotta interiore vi sia quando una
persona vede mettere in questione e con successo, da
parte della Scrittura, persuasioni molto radicate.
Qualche volta la cosa pu essere nulla di meno che
una rivoluzione nella mente: comprendere cio, la
sovranit di Dio, e tutte le necessarie conseguenze
che un tale grande raggiustamento del pensiero
comporti.
Detto questo, ora vorrei affermare in sintesi ci che
qui cerco di difendere. semplicemente questo:
Dio, prima ancora che il tempo iniziasse, sceglie un
gruppo di persone dalla massa dell'umanit come
oggetto della Sua misericordia - "Dopo queste cose
guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva
contare, proveniente da tutte le nazioni, trib, popoli
e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti
all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme
in mano" (Apocalisse 7:9), e che sono chiamati "gli
eletti" o semplicemente coloro che Dio ha scelto.
Sono molti i testi biblici che esprimono questo.
Eccone solo alcuni:

Efesini 1:3-4 " Benedetto sia il Dio e Padre del


nostro Signore Ges Cristo, che ci ha benedetti
di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti
in Cristo. In lui ci ha eletti prima della
33

creazione del mondo perch fossimo santi e


irreprensibili dinanzi a lui".

34

Marco 13:20 "Se il Signore non avesse


abbreviato quei giorni, nessuno scamperebbe;
ma, a causa dei suoi eletti, egli ha abbreviato
quei giorni".

Matteo 24:31 "E mander i suoi angeli con


gran suono di tromba per riunire i suoi eletti
dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli".

Romani 8:33 "Chi accuser gli eletti di Dio?


Dio colui che li giustifica".

1 Corinzi 1:27-29 "...ma Dio ha scelto le cose


pazze del mondo per svergognare i sapienti;
Dio ha scelto le cose deboli del mondo per
svergognare le forti; Dio ha scelto le cose
ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le
cose che non sono, per ridurre al niente le cose
che sono, perch nessuno si vanti di fronte a
Dio".

Colossesi 3:12 "Rivestitevi, dunque, come


eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di
misericordia, di benevolenza, di umilt, di
mansuetudine, di pazienza".

1 Pietro 2:9 "Ma voi siete una stirpe eletta, un


sacerdozio regale, una gente santa, un popolo
che Dio si acquistato, perch proclamiate le
virt di colui che vi ha chiamati dalle tenebre
alla sua luce meravigliosa".

2 Timoteo 1:9 "Egli ci ha salvati e ci ha rivolto


una santa chiamata, non a motivo delle nostre
opere, ma secondo il suo proposito e la grazia
che ci stata fatta in Cristo Ges fin
dall'eternit".

2 Tessalonicesi 2:13 "Ma noi dobbiamo


sempre ringraziare Dio per voi, fratelli amati
dal Signore, perch Dio fin dal principio vi ha
eletti a salvezza mediante la santificazione
nello Spirito e la fede nella verit".

Le chiare parole di Ges


Alcuni anni fa, stavo sentendo un sermone del dott.
John McArthur in cui discuteva un brano di Giovanni
capitolo 6. Ricordo di aver buttato gi in fretta
qualche nota mentre lo seguivo. Recentemente ho
ritrovato queste note e sebbene questa non sia una
trascrizione esatta di quel che aveva detto, io credo
che possano bene coglierne le idee principali. Cos
dicono le mie note:
"Nella debole comprensione che la nostra mente
limitata pu cogliere (qui siamo su un terreno sacro)
c' stato un momento nell'eternit in cui il Padre ha
fatto la determinazione di esprimere il Suo amore
perfetto ed infinito per Suo Figlio (questo amore fra le
Persone della Trinit a noi incomprensibile ed
inscrutabile, tanto vasto). Questo, per, sappiamo
dell'amore: che esso dona. Cos, in un momento
particolare dell'eternit, il Padre ha desiderato
esprimere il Suo perfetto amore verso il Figlio. Il
modo che Egli ha determinato per esprimerlo di
affidare al Figlio un'umanit redenta, come dono
d'amore. Lo scopo di questa umanit redenta era
quello di lodare e glorificare il Figlio per l'eternit e
di servirlo in modo perfetto. Quello stato il dono
d'amore del Padre. Evidentemente i pianeti non erano
sufficienti per questo. Nemmeno gli angeli sarebbero
stati sufficienti allo scopo.
Non solo Egli ha deciso di fare questo, ma ha anche
deciso chi avrebbe fatto parte di questa umanit

35

redenta e ne ha scritto i nomi nel Libro della vita, e


prima ancora che avesse creato il mondo.
come se il Padre avesse detto: "Questo il dono
d'amore che voglio darti, ed essi per sempre
loderanno e magnificheranno il Tuo Nome". La
comunit dei redenti in cielo canta per sempre
"Degno l'Agnello". In un certo senso, voi ed io siamo
in qualche modo accidentali. La salvezza in primo
luogo per l'onore del Figlio, non per l'onore del
peccatore. Lo scopo non solo che i salvati godano di
una vita felice sapendo che i loro peccati sono
perdonati e che il cielo li attende. Quello non che un
prodotto secondario. Lo scopo quello di salvarvi,
cosicch possiate lodare il Figlio per l'eternit.
Giovanni 6:37-44 "Tutti quelli che il Padre mi
d verranno a me; e colui che viene a me, non
lo caccer fuori; perch sono disceso dal cielo
non per fare la mia volont, ma la volont di
colui che mi ha mandato. Questa la volont di
colui che mi ha mandato: che io non perda
nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li
risusciti nell'ultimo giorno. Poich questa la
volont del Padre mio: che chiunque contempla
il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo
risusciter nell'ultimo giorno. Perci i Giudei
mormoravano di lui perch aveva detto: Io
sono il pane che disceso dal cielo. Dicevano:
Non costui Ges, il figlio di Giuseppe, del
quale conosciamo il padre e la madre? Come
mai ora dice: "Io sono disceso dal cielo"? Ges
rispose loro: Non mormorate tra di voi.
Nessuno pu venire a me se non lo attira il
Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciter
nell'ultimo giorno".
Il versetto 37 afferma: "Tutti quelli che il Padre mi d
verranno a me". A Ges viene affidato un gruppo

36

chiamato gli Eletti o quelli che il Padre Gli ha dato.


Questi sono un dono che il Padre fa al Figlio. Coloro
che il Padre dona al Figlio verranno a Cristo.
inevitabile che lo facciano. E nessuno che faccia parte
di questo gruppo sar mai perduto. Sono sicuri
perch Ges porta a compimento l'opera che Suo
Padre Gli ha dato da fare. Nessuno di quelli che il
Padre ha scelto come Suoi dall'eternit andr
perduto".
Guardate, allora, la sequenza biblica come si trova nei
versetti 37-44 nello schema di McArthur:

Tutti quelli che il Padre Gli d verranno attirati

Tutti quelli che sono attirati verranno a Cristo

Tutti quelli che vengono a Cristo, Ges li


accoglie (e non ne respinger nessuno di essi)

Tutti coloro che sono attirati risorgeranno a


vita eterna

Tutto questo non perch gli eletti siano


inerentemente desiderabili!! perch sono un dono
che il Padre fa al Figlio. per la perfetta gratitudine
del Figlio verso Suo Padre che Egli allarga le braccia
per ricevere questo dono. Poi il versetto 39 ci dice che
nessuno di questi andr mai perduto.
Il Padre sceglie questa gente; poi scrive i loro nomi
nel libro della vita dell'Agnello, il che una
registrazione accurata di chi far parte di
quell'umanit redenta. Tutti quelli che fanno parte di
questo gruppo sono dati al Figlio come espressione di
amore.
Poi, nel corso del tempo, il Padre attira tutti coloro
che fanno parte di questo gruppo. Quando il Padre li
attira, questi peccatori vengono - tutti quelli che il
Padre d al Figlio verranno al Figlio. Quando questi
peccatori arrivano, il Figlio li riceve. Quando il Figlio
37

li riceve, Egli li conserva e li far risorgere nell'ultimo


giorno, portando cos a compimento il piano iniziale.
Il versetto 38 mostra come Egli (Ges) lo faccia - Egli
viene gi per fare la volont del Padre. Ges non
fallir in questa Sua missione - Egli realizza
perfettamente la volont del Padre.
Qual la volont del Padre di cui Egli qui parla?
Versetto 39: "Questa la volont di colui che mi ha
mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli
mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno".
Ges dice loro: "Il mio cibo fare la volont di colui
che mi ha mandato, e compiere l'opera sua" (Giovanni
4:34).
Origliando una santa conversazione
Ovviamente, quando parliamo di queste cose ci
troviamo su un terreno sacro, ma ecco una
trascrizione da un sermone di C. H. Spurgeon, dove
egli descrive l'eterno patto di Redenzione e poi
immagina come potrebbe essere stato se qualcuno
avesse ascoltato segretamente questa conversazione.
"Ora, in questo patto di grazia, dobbiamo prima di
tutto osservare le alte parti contraenti fra le quali
stato stipulato. Il patto di grazia stato fatto prima
della fondazione del mondo fra Dio Padre e Dio il
Figlio; o, per metterla in una luce pi scritturale,
stato fatto mutualmente fra le tre divine Persone
dell'adorabile Trinit.
Io non posso dirvelo nella gloriosa lingua celeste in
cui stato scritto; sono lieto di riprodurlo nella lingua
a cui sono abituate le nostre orecchie di carne e per il
cuore di mortali. Ecco come si svolge il patto.
Io, l'Altissimo Jahv, con quest'atto, affido al mio
unigenito ed amatissimo Figlio, un popolo, pi

38

numeroso delle stelle del cielo, che sar da Lui lavato


da ogni peccato, da Lui preservato, e conservato, e
condotto e da Lui, alla fine, presentato di fronte al
Mio trono, senza ruga o macchia alcuna, o cose di
questo genere. Io mi impegno, sotto il giuramento di
un solenne patto, e giuro per Me stesso, perch non
posso giurare per nessuno di pi grande, che questi, i
quali affido ora a Cristo, saranno per sempre oggetto
del Mio eterno amore.
Essi io perdoner attraverso i meriti del sangue. Ad
essi io do perfetta giustizia; questi io adotter e
render miei figli e figlie, ed essi regneranno con Me
attraverso Cristo per l'eternit.
Cos stabilisce il Mio glorioso patto.
Pure lo Spirito Santo, come una delle alte parti
contraenti da questa parte del patto, fa la Sua
dichiarazione: "Con questo io mi impegno," disse Lui,
"che tutti coloro che il Padre ha affidato al Figlio, a
tempo debito io li vivificher. Io mostrer loro il
bisogno della redenzione; io eliminer da loro ogni
speranza infondata, e distrugger il loro rifugio di
menzogne. Io li porter al sangue dell'aspersione; io
dar loro la fede attraverso la quale questo sangue
sar loro applicato, io operer in loro ogni grazia; io
manterr viva la loro fede; io li purificher e scaccer
da loro ogni depravazione, ed essi saranno presentati
alla fine senza macchia o difetto.
Questo era un lato del patto, che in questo stesso
giorno adempiuto e scrupolosamente tenuto. Per
quanto riguarda l'altra parte del patto, questa era la
parte di esso, Cristo impegnandosi e promettendola.
Egli cos ha dichiarato e si impegnato con Suo
Padre:
Padre mio, per la parte del patto che mi riguarda,
nella pienezza dei tempi io diventer un uomo, Io
prender su me stesso la forma e la natura
39

dell'umanit decaduta. Io vivr nel loro mondo


miserabile, e per il mio popolo, io osserver
perfettamente la legge. Io operer una giustizia senza
macchia, che sar accettabile rispetto a che cosa
esige la Tua giusta e santa legge. A tempo debito, io
porter i peccati di tutto il mio popolo. Tu esigerai da
me i loro debiti; io sopporter il castigo che sar la
loro pace, e per le mie battiture essi saranno guariti.
Padre mio, io mi impegno e prometto che sar
ubbidiente fino alla morte, e persino alla morte di
croce. Io magnificher la Tua legge e la render
onorevole. Io soffrir tutto ci che essi avrebbero
dovuto soffrire. Io sopporter la maledizione
comminata dalla Tua Legge, e tutti gli strali della Tua
ira saranno scaricati su di Me. Io risorger ancora;
ascender al cielo; interceder per loro alla Tua
destra; e mi render responsabile per ciascuno di
loro, affinch nessuno di quelli che Tu mi hai dato
possa mai andare perduto, ma porter tutte le Mie
pecore, delle quali, per il mio sangue, tu Mi hai
costituito il Pastore - Alla fine, io porter al sicuro
presso di Te ciascuna di esse". (Sermone, Il Sangue
del Patto Eterno, pronunciato ilo 4 settembre 1859
alla Music Hall, Royal Surrey Gardens).
In "Missione Salvezza degli Eletti" Ges non perde
nessuno di coloro che dall'eternit Gli sono affidati.
Come disse l'angelo a Giuseppe: "Ella partorir un
figlio, e tu gli porrai nome Ges, perch lui che
salver il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1:21).
vero che la "Missione Salvezza degli Eletti" diventa
"Missione Compiuta" (Apocalisse 5:9).
Che cosa significa quel ci?
Negli ulteriori miei studi in questi argomenti, mi sono
ritrovato a scandagliare ancora pi a fondo in brani
della Scrittura molto familiari. Uno di tali brani
Efesini 2:8-9 "Infatti per grazia che siete stati
40

salvati, mediante la fede; e ci non viene da voi; il


dono di Dio. Non in virt di opere affinch nessuno
se ne vanti".
In queste parole l'apostolo Paolo distrugge ogni
nozione di salvezza per opere. Siamo salvati dalla
grazia di Dio, che ricevuta per fede, ed in questo le
opere non giocano ruolo alcuno. Come rende chiaro il
versetto 10, senza dubbio Dio ha preparato per i
credenti delle buone opere da compiere. Ma come
affermano questo ed altri brani della Scrittura, le
opere sono il frutto e non la radice della nostra
salvezza. I veri credenti compiono opere buone, ma
le opere non giocano ruolo alcuno in come noi
riceviamo la salvezza, perch "non in virt di
opere".
Si tratta di un concetto molto chiaro. Sono state per
sollevate molte questioni su ci che esattamente si
intenda con il termine "ci" in Efesini 2:8. Noi
sappiamo come qualunque cosa sia, si tratta di un
dono di Dio, ma possiamo determinare esattamente
che cosa sia questo dono?
Alcuni dicono che il dono "la fede", ed altri dicono
"la salvezza". Ci che potrebbe essere posto in
discussione considerando la traduzione italiana, si
capisce molto bene guardando l'originale greco.
Mettendola in termini che tutti possano capire, la
parola greca per "ci" traslitterata in italiano con
"touto" e si trova nella forma neutra. Il modo per
determinare a che cosa si riferisca quello di
guardare ad altri termini neutri che compaiono nel
contesto immediato. Se non che, nel caso particolare,
di termini neutri non ve ne sono. "Grazia"
femminile; "siete stati salvati" maschile, e "fede"
pure femminile. In questo caso, quindi, quel "ci" si
riferisce alla proposizione precedente. La grazia, la
salvezza, e la fede, sono tutti doni di Dio.
41

Paolo qui rende chiaro che nulla nella nostra salvezza


procede da noi. La salvezza, la grazia e la fede, dal
principio alla fine, tutto questo dono di Dio, e non il
risultato di opere. Dio ha disposto in questo modo la
salvezza allo scopo di eliminare una qualsiasi cosa
che avesse potuto essere oggetto del nostro vanto. Il
vantarsi non semplicemente scoraggiato, o ridotto
al minimo, ma completamente rimosso. Questo
perch l'intera opera della salvezza opera di Dio dal
principio alla fine: "non viene da voi; il dono di Dio".
La grazia per la quale siamo salvati e la fede che il
meccanismo attraverso il quale la riceviamo - s,
anche la fede - sono tutti doni di Dio. La salvezza
appartiene al Signore e tutta la gloria per essa va a
Dio soltanto.
Prima di procedere, vorrei citare un ultimo versetto.
Di fatto una frase che si trova in Atti 13, una frase
carica di profondo significato. Nel contesto, l'Apostolo
aveva predicato la Parola di Dio e, come semplice
commento all'avvenimento, Luca (lo scrittore) ci dice
del risultato che vi ha osservato:
"Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e
glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano
ordinati a vita eterna, credettero" (Atti 13:48).
Sarebbe facile leggere questo testo in fretta e
proseguire. In effetti, Luca non si ferma a spiegare
quest'affermazione. Da parte sua sembra solo
un'osservazione casuale. Ora egli pronto a
procedere ad altre cose. Penna (o piuma) in mano,
Luca pronto a registrare per noi gli avvenimenti che
seguono nella storia della chiesa antica.
Un momento, per! Prima di affrettarci a vedere ci
che traspare in questo eccitante dramma, fermiamoci
per un momento a pensare alle implicazioni
dell'affermazione di Luca. Luca l'ha scritta, ma lo
Spirito Santo che l'ha ispirata e nessuna parola della
42

Scrittura sprecata o superflua. Dio intende che noi


guardiamo a questo avvenimento attraverso la lente
della Sua prospettiva. Egli vuole che qui noi vediamo
qualcosa di molto potente.
Che cosa intendo dire?
Tre domande
Beh, mentre ci fermiamo a considerare questa frase,
facciamoci tre domande:
"tutti quelli che erano ordinati a vita eterna,
credettero".
1. CHE COSA viene prima - credere oppure
essere ordinati a vita eterna?
Non c' modo di evadere questa questione: la prima
cosa la destinazione alla vita eterna, poi viene la
fede. Qui c' un rapporto fra causa ed effetto. La
causa il decreto di Dio, invisibile, celeste ed eterno il determinare quello che deve avvenire; l'effetto ci
che osservabile sulla terra - la gente che risponde
all'Evangelo con fede. La causa l'ordinazione di Dio;
l'effetto l'umano che esercita la fede.
2. A credere CE NE SONO ALTRI?
"tutti quelli che erano ordinati a vita eterna,
credettero".
La risposta non pu che essere "No". Il numero della
gente che crede NON MAGGIORE di quelli che era
stato determinato dovessero avere la fede.
3. A credere CE NE SONO DI MENO?
"tutti quelli che erano ordinati a vita eterna,
credettero".
Ancora una volta la risposta deve essere "No". Tutti
coloro che erano stati destinati a credere giungono
alla fede.
43

Queste sono affermazioni molto audaci, sono sicuro


che ne converrete. Eppure questo ci che insegnano
le Scritture.
La mia propria esperienza nel vedere questi (ed altri)
testi biblici era di dire a me stesso qualcosa come
"Certo, questi testi biblici mostrano che Dio ha un
popolo eletto che Egli ha scelto incondizionatamente
e destinato alla salvezza. Che dire per di altri testi
che sembrano negare quest'idea?".
Io sono persuaso che, sebbene le verit della Bibbia
siano spesso misteriose, esse non sono mai
contraddittorie. Quindi, se, o meglio, dato che, Dio ha
reso chiara la Sua Parola nei testi biblici citati prima,
importante per noi passare in rassegna tutte le
obiezioni che il nostro pensiero, influenzato dalle
nostre tradizioni, spesso solleva. E questo ci che
cercheremo di fare nel resto di quest'opera.

44

Capitolo 4: ...e l'amore di Dio? (prima


parte)
Una delle ragioni principali per cui alcuni cristiani
respingono la comprensione riformata (ed io credo
biblica) dell'Elezione divina a causa delle tradizioni
associate con il concetto di amore di Dio. La forte
reazione di alcuni contro la dottrina della Sovranit di
Dio nell'Elezione spesso dovuta al desiderio di
difendere ci che essi credono essere l'intero
messaggio della Bibbia. Essi credono che una tale
dottrina metta in questione l'attributo divino
dell'amore, anzi, ne sia un attacco frontale. E' facile
vedere come esso possa essere per loro una questione
particolarmente sensibile ed emotiva.
E' necessario avere molta cura nel indicare quei testi
biblici che possano chiarire ci che viene detto. Non
tutti sembrano essere aperti a riesaminare le loro
persuasioni e presupposti perch queste tradizioni
sono molto potenti. La tradizione che Dio ami tutti
esattamente allo stesso modo molto forte. Devo dire
che, per molti anni, questo stato esattamente il caso
nella mia vita.
Molti credono di non aver bisogno di esaminare quei
testi perch, nella loro mente, il loro concetto di
amore corrisponderebbe gi a ci che insegna la
Bibbia. Lo considerano come qualcosa di assodato ed
indiscutibile. Giustamente, il dott. James White ha
detto: "Coloro che maggiormente sono schiavi della
loro tradizione sono proprio quelli che non pensano di
averne alcuna".
Per giungere ad una comprensione autenticamente
biblica di importanza vitale riconoscere che i
presupposti sui quali ci fondiamo potrebbero non
essere giusti, e cos sottoporli ad attenta verifica alla

45

luce della Scrittura affinch sia la Bibbia a


confermare che essi siano validi oppure no. Abbiamo
tutti la tendenza, infatti, a proiettare nella Scrittura
cose che non vi sono esplicitamente affermate e poi
venircene via con tradizioni che non sono di fatto
insegnate dalla Bibbia. Ecco perch avere un cuore
ed una mente aperta, in spirito di preghiera,
essenziale se davvero vogliamo permettere alla
Scrittura di governare il nostro pensiero.
Il bisogno pi grande
Qual il bisogno pi grande della Chiesa? Io credo
che ci di cui la Chiesa ha maggiormente bisogno
DIO come Egli realmente, e dell'EVANGELO come
realmente esso . Se uno di questi distorto, lo sar
pure l'altro.
Se siete dei cristiani autentici, avrete il desiderio di
conoscere l'unico e vero Dio cos come Egli si
rivelato. Vorrete conoscerlo e distanziarvi da tutte le
idee a Suo riguardo che non siano bibliche. Questo
ci che presuppongo su di voi, i lettori, allorch
esploriamo il primo capitolo sull'amore di Dio.
L'amore uno degli attributi di Dio. La Bibbia afferma
praticamente in ogni pagina quanto meraviglioso sia
l'amore di Dio. "Dio amore" (1 Giovanni 4:8). Che vi
potrebbe essere di pi chiaro?
Beh, di fatto, quanto studiamo la Bibbia, la dottrina
dell'amore di Dio si rivela molto pi complessa di
quanto sulle prime noi si sia pronti a riconoscere.
Il compito del teologo quello di prendere tutto ci
che la Bibbia ci dice su un certo argomento ed
esporlo in modo ordinato e sensato. La teologia una
scienza. Un tempo la teologia era chiamata "la regina
delle scienze" ed una persona non poteva dire di
avere avuto un'istruzione piena senza almeno
completare un corso di teologia. Teologia
46

semplicemente vuol dire "studio di Dio", e tutti sono


teologi, nel senso che tutti hanno una qualche idea su
Dio. Anche gli atei credono a qualcosa su Dio: essi
negano la Sua esistenza. La questione, quindi, non
se noi siamo o non siamo teologi. Che siamo "teologi"
un fatto. La vera questione : "Siamo dei buoni o dei
cattivi teologi?".
Allora, da dove possiamo partire quando si tratta di
delineare l'amore di Dio? Partiamo dal vedere come
l'amore di Dio si inserisca nel grande schema delle
cose. Ecco ci che noi sappiamo: Dio . Dio del tutto
perfetto e non ha bisogno di cambiare, perch
ammettere che Egli possa cambiare vorrebbe dire
ammettere che quel che era prima non era del tutto
perfetto. Dio perfetto nel Suoi attributi ed stato
cos da sempre. Egli sempre agisce in conformit con
ci che Egli e quindi tutto ci che Egli fa perfetto.
In Deuteronomio 32:3-4, Mos scrive: "...poich io
proclamer il nome del SIGNORE.Magnificate il
nostro Dio! Egli la rocca, l'opera sua perfetta,
poich tutte le sue vie sono giustizia. un Dio fedele
e senza iniquit. Egli giusto e retto".
Dio non cambiato mai in alcun modo. N ora n mai.
Dio stesso dice: "Io, il Signore, non cambio" (Malachia
3:6). Ciononostante, in gran parte delle chiese oggi,
molte delle caratteristiche o attributi di Dio sono stati
deliberatamente oscurate alla vista. Certo, sono
ancora presentati gli attributi pi popolari di Dio,
come il suo amore, la Sua grazia, e la Sua
misericordia. Eppure si assiste ad un grande
oscuramento di certi altri Suoi attributi, come la Sua
santit, giustizia, rettitudine, ira e sovranit.
Indubbiamente questo un problema, un grosso
problema.
Ecco ci che intendo. Ad un buffet, non troviamo
alcuna Polizia del Buffet che ci osserva per vedere se

47

mettiamo nel piatto ogni singolo tipo di cibo che sia


offerto, accusandoci poi di non averlo fatto, magari di
"discriminazione" contro determinati cibi, se
prendiamo per mangiarli solo alcuni tipi e non tutti.
Noi siamo liberi di scegliere quale tipo di cibo
mangeremo e quali no. Lo facciamo "con impunit",
perch non avremo nessuna conseguenza penale per
aver passato oltre un certo cibo o non aver messo nel
nostro piatto magari un pezzo di torta di mele...
Diciamolo chiaramente: gli attributi di Dio non sono
una linea di un buffet dal quale prendiamo ci che
preferiamo. Non siamo invitati a scegliere gli attributi
di Dio che preferiamo lasciando gli altri. Non abbiamo
alcun diritto di dire: "Lascio la sovranit e prendo
solo l'Amore", Dio non ci permette di lasciare da parte
alcuni dei Suoi attributi. Dio tutto quello che Egli
dice di essere. Credere solo in alcune delle Sue
caratteristiche ed ignorare le altre, significa
inventarci il Dio che pi ci fa comodo o
preferiamo. Per questo c' un termine biblico:
idolatria! Un idolo pu essere fabbricato e messo in
piedi non solo con le mani, ma anche con il nostro
cuore e la nostra mente. Vi un solo Dio e qualsiasi
altro dio che non corrisponda a quello che di S Egli
ha rivelato nella Scrittura un falso Dio.
Romani 5:8-9 dichiara: "Dio invece mostra la
grandezza del proprio amore per noi in questo: che,
mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morto per
noi. Tanto pi dunque, essendo ora giustificati per il
suo sangue, saremo per mezzo di lui salvati dall'ira".
Ogni peccato che la creatura umana commetta un
atto di "tradimento cosmico" e Dio, essendo santo e
giusto, non solo nei Suoi diritti quello di essere irato
con noi, ma deve esserlo. per questa ragione che
trattare alla leggera il peccato, o un qualche peccato,
e dire che Dio "ci passa sopra", significa affermare

48

che a Dio non importi pi di quel tanto della Sua


santit. Una tale cosa impossibile. Il peccato deve
ricevere una sanzione penale, quella che Lui per esso
ha stabilito, altrimenti Dio non sarebbe giusto. Dio ha
pieno diritto di manifestare verso le Sue creature la
Sua ira santa e giusta. Eppure, l'ira non l'unico
attributo che Egli manifesti. Egli pure manifesta
grande misericordia. Difatti, Dio, nel Suo amore, ha
inviato Suo Figlio nel mondo per salvare creature
umane dalla Sua stessa intensa ira, quella che
giustamente si manifesta verso tutti coloro che
peccano verso di Lui.
Romani 11:22 "Considera dunque la bont e la
severit di Dio: la severit verso quelli che sono
caduti; ma verso di te la bont di Dio...". Se noi ci
concentriamo su uno solo di questi attributi ad
esclusione degli altri, distorciamo l'immagine biblica
di Dio. E pure distorciamo l'Evangelo.
Ebrei 10:31 dice: " terribile cadere nelle mani del
Dio vivente". La calamit ultima in cui potremmo
cadere finire nelle mani del Dio vivente, non essere
trovati "a posto" con Lui e dover affrontare il giudizio
pieno dell'ira di Dio per l'eternit. Se questo , com',
il pi grande pericolo in cui potremmo incorrere,
allora, essere salvati da esso la liberazione e
salvezza pi grande in assoluto che potremmo avere.
Alla croce, Ges ha preso su di S la conseguenza
ultima dei peccati di tutti quelli che avrebbero
creduto in Lui ed ha assorbito in S stesso la
condanna che la giusta ira di Dio Padre prevede come
conseguenza penale del peccato. Egli era il Sostituto,
il Vicario perfetto che ha portato su di S la santa e
giusta ira di Dio, realizzando riconciliazione e piena
propiziazione in favore di quelli che Gli appartengono,
il Suo popolo (la propiziazione un sacrificio che
distoglie l'ira di Dio dai peccatori). L'ira di Dio

49

distolta solo dai credenti. Gli increduli rimangono


sottoposti all'ira di Dio. Giovanni 3:36 dice: "Chi
crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di
credere al Figlio non vedr la vita, ma l'ira di Dio
rimane su di lui". Se essi perseverano
nell'atteggiamento di sfida e di negazione di Dio e del
Suo Cristo, essi dovranno patire nella sua pienezza
tutta l'ira di Dio. Il ritorno di Ges in terra sar un
avvenimento segnato sia da grande gioia che da gran
terrore, perch sebbene Egli sia scudo per tutti coloro
che credono in Lui, la Sua ira sar riversata su tutti
coloro che non saranno riconosciuti come Suoi
soggetti.
Apocalisse 19:11-16 descrive il terrore che incoglier
molti al Suo ritorno: "Poi vidi il cielo aperto, ed ecco
apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si
chiama Fedele e Veritiero; perch giudica e combatte
con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco,
sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto
un nome che nessuno conosce fuorch lui. Era vestito
di una veste tinta di sangue e il suo nome la Parola
di Dio. Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano
sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino
bianco e puro. Dalla bocca gli usciva una spada
affilata per colpire le nazioni; ed egli le governer con
una verga di ferro, e piger il tino del vino dell'ira
ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla
coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E
SIGNORE DEI SIGNORI".
Questa sicuramente non l'immagine di Cristo che la
chiesa ama rappresentare, ma quella biblica. Gli
increduli non passano oggi notti insonni nel timore di
incontrare Dio, perch la chiesa ha detto loro: "Dio vi
ama ed ha un meraviglioso piano per la vostra vita". A
loro non stato detto della necessit di fuggire
dall'ira che sta per piombargli addosso, perch sono
stati rassicurati che questo loro non avverr... stato
50

loro detto che Dio li ama incondizionatamente, il che,


per loro, significa che come hanno vissuto e vivono
non avr per loro alcuna conseguenza e che, anzi, van
bene cos come si trovano. Certo essi non sentono la
minaccia del giudizio di Dio. Perch dovrebbero?
Eppure il messaggio dell'Evangelo questo: Tutti
coloro che ripongono la loro fiducia in Cristo come
loro Salvatore e Signore sono salvati da Dio in Cristo,
ma anche da Dio nel senso di "dalla Sua giusta ira") e
per Dio.
Il pendolo
C' stato un tempo, nella storia della Chiesa, dove si
evidenziava troppo l'ira ed il giudizio di Dio. Vi erano
predicatori che ardentemente minacciavano sempre il
loro uditorio con il fuoco e le fiamme della dannazione
e dell'inferno. Ora sembra che il pendolo sia andato
completamente in direzione opposta tanto che la
gente sente solo parlare di un non meglio definito
"amore di Dio", sentimentale e superficiale. Il che
inteso come molto rassicurante: un amore che tutto
"accoglienza" e nessuna condanna.
Ricordo che qualche tempo fa, mentre leggevo il libro
degli Atti degli apostoli, prendevo particolare nota di
come essi avessero predicato l'Evangelo. Che cosa
predicavano? Che cosa mettevano in particolare
evidenza? Qual era la somma e la sostanza della
predicazione apostolica?
Ero rimasto scioccato dai risultati del mio studio.
Sapete quale? Che gli apostoli non menzionavano mai
l'amore di Dio, nemmeno una volta!
Questo non vuol dire che Dio non ami le Sue creature
umane, anzi. Ma sono rimasto scioccato nel rendermi
conto che l'amore di Dio, in quelle predicazioni, non
fosse mai in prominenza, specialmente se le

51

confrontiamo con quanto prevalentemente si sente


oggi predicare: l'amore l'unica cosa che si sente.
Nel Nuovo Testamento si parla molto dell'amore di
Dio, ma la maggior parte dei casi in cui se ne parla,
nelle epistole, questo discorso fatto alla chiesa, e
non agli increduli.
Nel prossimo capitolo considereremo la natura
multiforme dell'amore di Dio.

52

Capitolo 5: ...e l'amore di Dio?


(seconda parte)
Come creature umane noi siamo in grado di
manifestare diversi tipi di amore. Amiamo la nostra
poltrona favorita ed amiamo la nostra famiglia, ma si
spera non allo stesso modo. Se la nostra casa andasse
in fiamme, il primo pensiero che avremmo
assicurarci che tutti i membri della nostra famiglia
fossero al sicuro e non in pericolo - salvare la nostra
poltrona favorita verrebbe solo dopo, se possibile.
Amiamo i nostri animali domestici ma amiamo di pi
nostra moglie o nostro marito. Amiamo il nostro Paese
molto pi di quanto amiamo l'azienda elettrica che
fornisce energia alla nostra casa.
Allo stesso modo, Dio ha pi di un grado o di una
misura d'amore. Il Suo amore ha molte facce ed
multi-dimensionale.
Dio il Padre ama il Suo eterno Figlio pi di quanto ami
i piccioni sul tetto di casa mia. Egli si dimostra
amorevole di tutte le Sue creature eppure chiaro
che Egli riserva un amore speciale per il Suo
popolo eletto.
Alcuni fanno un balzo di sorpresa quando si rendono
conto delle ramificazioni di Giovanni 3:16 "Perch Dio
ha tanto amato il MONDO, che ha dato il suo
unigenito Figlio, affinch chiunque crede in lui non
perisca, ma abbia vita eterna".
Ho visto dei cristiani duellare a colpi di versetti
biblici: uno citava dei versetti e l'altro ne citava altri
che apparentemente negavano quelli addotti dal
primo. Un tale spettacolo solo segno di immaturit.
Uno dice: "Dio ama il mondo", mentre l'altro cita il
Salmo 5:5 che Dio detesta tutti gli operatori di
iniquit.
53

Sebbene Giovanni 3:16, piuttosto che il Salmo 5:5,


verosimilmente maggiormente esposto ed incorniciato
nelle nostre case, entrambi questi versetti sono
presenti nella Bibbia ed il buon teologo non sceglie di
credere al versetto che gli piace di pi piuttosto che
all'altro, ma cerca di armonizzare TUTTO ci che la
Scrittura rivela.
Io credo che la risposta a questi tipi di dilemmi
potenziali sta nel comprendere che l'amore di Dio
multi-dimensionale e presenta molti aspetti diversi.
Dio ha diversi gradi di amore.
Diversi significati di mondo
Cercher di trattare di Giovanni 3:16 in un capitolo
successivo. Per il momento, per, interessante
notare che Giovanni fa uso del termine "mondo" in
almeno dieci modi diversi, e questo solo nel suo
vangelo. "Mondo" pu significare:
(1) L'intero universo. "Egli era nel mondo [il
pianeta Terra], e il mondo [il pianeta Terra e, per
implicazione, tutto l'universo] fu fatto per mezzo di
lui, ma il mondo [la gente del mondo] non l'ha
conosciuto" (Giovanni 1:10); "Ora, o Padre, glorificami
tu presso di te della gloria che avevo presso di te
prima che il mondo esistesse" (Giovanni 17:5).
(2) La terra fisica. "Or prima della festa di Pasqua,
Ges, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare
da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che
erano nel mondo, li am sino alla fine" (Giovanni
13:1); "Or vi sono ancora molte altre cose che Ges
ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il
mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne
scriverebbero" (Giovanni 21:25).
(3) Il sistema corrotto di questo mondo. "Ora
avviene il giudizio di questo mondo; ora sar cacciato

54

fuori il principe di questo mondo" (Giovanni 12:31);


"Io non parler pi con voi per molto, perch viene il
principe di questo mondo. Egli non pu nulla contro
di me" (Giovanni 14:30); "...quanto al giudizio, perch
il principe di questo mondo stato giudicato"
(Giovanni 16:11).
(4) Tutta l'umanit meno i cristiani. "Il mondo non
pu odiare voi; ma odia me, perch io testimonio di
lui che le sue opere sono malvagie." (Giovanni 7:7);
"Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha
odiato me" (Giovanni 15:18).
(5) Un grande gruppo, ma meno che tutta
l'umanit. "Perci i farisei dicevano tra di loro:
Vedete che non guadagnate nulla? Ecco, il mondo gli
corre dietro!" (Giovanni 12:19).
(6) Solo gli eletti. "Infatti Dio non ha mandato suo
Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perch il
mondo sia salvato per mezzo di lui" (Giovanni 3:17).
(7) Solo i non-eletti. "Io prego per loro; non prego
per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perch
sono tuo" (Giovanni 17:9).
(8) L'ambito dell'umanit. "Egli era nel mondo, e il
mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha
conosciuto" (Giovanni 1:10). Questa, probabilmente
pure la migliore comprensione di 'mondo' in Giovanni
3:16.
(9) Giudei e Gentili (non solo Israele, ma anche
molti di altre nazioni. ..."e dicevano alla donna: Non
pi a motivo di quello che tu ci hai detto, che
crediamo; perch noi stessi abbiamo udito e sappiamo
che questi veramente il Salvatore del mondo"
(Giovanni 4:42).
(10) Il pubblico in generale (distinto da un
pubblico privato) non solo in piccoli gruppi privati. "
Perci i suoi fratelli gli dissero: Parti di qua e va' in
55

Giudea, affinch i tuoi discepoli vedano anch'essi le


opere che tu fai. Poich nessuno agisce in segreto,
quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente.
Se tu fai queste cose, manifstati al mondo"
(Giovanni 7:3-4).
Guardare a questa lista pu essere molto utile soprattutto quando le tradizioni regnano supreme
nella mente di tanta gente per la quale "mondo"
significherebbe sempre tutta l'umanit. Qualche volta
cos, ma la maggior parte delle volte no. una
tradizione molto forte ma che non regge di fronte ad
un attento scrutinio biblico.
Giacobbe ed Esa
Proseguiamo, e consideriamo un brano della Scrittura
che ci fa capire molto a proposito dell'amore multidimensionale di Dio.
Romani 9:10-18. "Ma c' di pi! Anche a
Rebecca avvenne la medesima cosa
quand'ebbe concepito figli da un solo uomo, da
Isacco nostro padre; poich, prima che i
gemelli fossero nati e che avessero fatto del
bene o del male (affinch rimanesse fermo il
proponimento di Dio, secondo elezione, che
dipende non da opere, ma da colui che
chiama), le fu detto: Il maggiore servir il
minore; com' scritto: Ho amato Giacobbe e
ho odiato Esa. Che diremo dunque? Vi
forse ingiustizia in Dio? No di certo! Poich egli
dice a Mos: Io avr misericordia di chi avr
misericordia e avr compassione di chi avr
compassione. Non dipende dunque n da chi
vuole n da chi corre, ma da Dio che fa
misericordia. La Scrittura infatti dice al
faraone: Appunto per questo ti ho suscitato:
per mostrare in te la mia potenza e perch il

56

mio nome sia proclamato per tutta la terra.


Cos dunque egli fa misericordia a chi vuole e
indurisce chi vuole".
In qualsiasi modo comprendiamo la frase: "Ho amato
Giacobbe ed ho odiato Esa" in Romani 9, penso che
tutti sarebbero d'accordo sul fatto che l'amore di Dio
per Giacobbe era certamente diverso o di tipo diverso
che il Suo amore per Esa. Dev'essere cos, altrimenti
questo testo sarebbe privo di significato. Se per
cos, allora questo unico versetto tale da confutare
l'idea che Dio ami tutti allo stesso modo. Vi sono
diverse dimensioni nell'amore di Dio.
Alcuni cercano di evitare questa conclusione dicendo
che Giacobbe ed Esa sono poi diventati grandi
nazioni, e quindi entrambi sono stati benedetti. Il
testo stesso, per, si riferisce a singoli individui
(Giacobbe ed Esa in seno alla loro madre) e non a
nazioni, anche se le nazioni sono composte da
individui. Per Dio, riporre il Suo amore su una
nazione e respingerne un'altra, certamente comporta
delle conseguenze per gli individui che la
compongono - cosicch la conclusione che alcuni
cercano di evitare (che Dio elegge alcuni ma non tutti
- e che Egli ama alcuni in modo speciale, in un modo
diverso da tutti gli altri) rimane inevitabile.
Rammentiamoci qui pure del contesto. Paolo qui
spiega il motivo per il quale non tutto il popolo di
Israele ha abbracciato il loro Messia ed giunto alla
salvezza. Egli ci ha appena detto che la Parola di Dio
non ha fallito perch non tutto Israele Israele
(Romani 9:6). Non tutto Israele nei termini di
discendenza fisica considerato agli occhi di Dio
come Israele. Tutto "Israele" (come Dio definisce
Israele) ha abbracciato il Messia (il Signore Ges
Cristo) perch essi erano coloro ai quali era stata
fatta la promessa. Quello il punto che Paolo vuole

57

affermare in quel brano della sua lettera ed il


pensiero segue ininterrotto da Romani 8 a Romani 9,
e questo ci porta, appunto, a "Ho amato Giacobbe ed
ho odiato Esa".
L'apostolo Paolo sta spiegando perch la Parola di Dio
non abbia in alcun modo fallito perch tutto Israele
(com' definito da Dio) sar salvato e nulla separer il
vero popolo di Dio dall'amore di Dio (cosa che era
stata chiarita in Romani 8). "poich, prima che i
gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o
del male (affinch rimanesse fermo il proponimento di
Dio, secondo elezione, che dipende non da opere, ma
da colui che chiama)" - uno dei fratelli stato scelto e
non l'altro.
Dio manifesta la Sua misericordia a chi ritiene
opportuno manifestarla. Il proposito elettivo di Dio di
manifestare il suo amore elettivo a Giacobbe e non a
Esa, UNA SPIEGAZIONE del perch la parola di
Dio non abbia fallito in alcun modo. La promessa di
Dio verace e la Sua parola realizza sempre lo scopo
che Dio si era proposto. Tutti gli eletti riceveranno
questa misericordia. Questo ci che ci insegna
l'intero brano di Romani 9. La scelta che Dio opera di
un fratello e non dell'altro, non era basata su ci che
essi avevano fatto (le loro opere), ma era basata sulla
potente chiamata efficace di Dio (qualcosa che pure
chiarito in Romani 8), dove si afferma che tutti i
chiamati vengono giustificati.
Il fatto che Dio sovrano. Come tale Egli si riserva
il diritto di avere misericordia su chi vuole e di
passare oltre agli altri senza farne loro oggetto,
lasciandoli nella loro ostile disposizione verso di Lui.
Dio aveva rivelato S stesso ad Abraamo in un modo
diverso dai suoi vicini di casa.
Leggiamo del misterioso amore che Dio ha per Israele
- misterioso perch Dio non spiega mai perch lo ami.
58

Egli non manca, infatti, di rendere chiaro che la sua


scelta non avvenuta sulla base di alcunch essi
fossero od avessero fatto. Il Suo amore per loro era
pi grande di quello che aveva verso le nazioni loro
circostanti. Egli voleva un popolo per S stesso e
quindi in modo sovrano ed incondizionato Egli ha
scelto Israele come Suo tesoro particolare. Ha scelto
Israele, e non gli Ittiti, gli Amoriti o i Filistei.
Ecco le parole stesse che Dio rivolge ad
Israele: "Infatti tu sei un popolo consacrato al
SIGNORE tuo Dio. Il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha scelto
per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli
che sono sulla faccia della terra. Il SIGNORE si
affezionato a voi e vi ha scelti, non perch foste pi
numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno
numerosi di ogni altro popolo, ma perch il SIGNORE
vi ama: il SIGNORE vi ha fatti uscire con mano
potente e vi ha liberati dalla casa di schiavit, dalla
mano del faraone, re d'Egitto, perch ha voluto
mantenere il giuramento fatto ai vostri
padri" (Deuteronomio 7:6-8).
Dopo la Sua risurrezione, Cristo appare a Saulo di
Tarso sulla via che porta a Damasco, ma non a Ponzio
Pilato nella sua camera da letto. L'intera Bibbia parla
di Dio che sovrano nell'impartire la Sua
misericordia.
cos dappertutto nella Bibbia - molti sono venuti da
me settimane dopo che mi hanno udito insegnare su
questo argomento e, sebbene avessero ammesso che
dapprima erano stati interiormente ostili e resistenti
verso un tale insegnamento, dopo aver riconsiderata
la cosa da loro stessi (e io dico, non tutti sono
preparati per farlo), hanno fatto commenti come: "
stupefacente! Ora vedo questa verit dovunque
guardo nelle Scritture!".

59

Una persona mi ha detto recentemente: "Ora io vedo


l'amore elettivo di Dio in posti che non avrei mai
immaginato. Sto leggendo la mia Bibbia ed ora vedo
questo nelle parabole di Ges, ed in molti altri luoghi.
Io vedo che Ges si rallegrava quando la verit di Dio
era appositamente nascosta ad alcuni e rivelata ad
altri. Ho letto questo tipo di brani per anni e non me
ne sono mai accorto!".
Luca 10:21-22 descrive come una volta Ges si era
rallegrato "In quella stessa ora, Ges, mosso dallo
Spirito Santo, esult e disse: Io ti rendo lode, o
Padre, Signore del cielo e della terra, perch hai
nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e
le hai rivelate ai piccoli! S, Padre, perch cos ti
piaciuto! Ogni cosa mi stata data in mano dal Padre
mio; e nessuno sa chi il Figlio, se non il Padre; n
chi il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio
voglia rivelarlo".
Commentando questi versetti, un altro ha detto: "Ha
scombussolato tutto il mio mondo rendermi conto che
Ges si era rallegrato che il Padre avesse nascosto la
verit ad alcuni. Egli si rallegrava dell'amore elettivo
del Padre. Quella che per me un tempo era per me
una cosa ripugnante, ora, per dolcezza e luce, e la
posso vedere".
Se Ges si rallegra del fatto che il Padre nasconde la
verit (il che parla di attivit) ad alcuni e la rivela ad
altri, io penso che almeno dovremmo chiedercene il
perch! Perch il fatto Dio voglia nascondere certe
cose ad alcuni e rivelarle ad altri cosa cos preziosa
per il nostro Signore? Perch la cosa non ci eccita
tanto quanto eccitava Ges? Certamente questa
cosa sulla quale riflettere.
Dal versetto 14 il ragionamento di Paolo in Romani 9
continua: Dio considera cosa perfettamente giusta
dispensare la Sua misericordia come meglio ritiene
60

opportuno. La misericordia, per definizione, non pu


essere cosa che si possa pretendere. Nessuno pu
pretendere misericordia. Il fatto che nessun angelo
decaduto sar mai redento non causa di problemi
intellettuali per gli angeli in cielo. Il giusto carattere
di Dio rimane intatto e gli angeli di Dio cantano in
continuazione: "Santo, santo, santo il Signore Dio
degli eserciti!".
Ci che dovrebbe sorprenderci del testo: "Ho amato
Giacobbe ed ho odiato Esa", non che Dio abbia
odiato Esa. Esa era un peccatore e meritava l'ira di
Dio tanto quanto il resto di noi. Quello che dovrebbe
meravigliarci che Egli avesse fatto oggetto del Suo
amore uno come Giacobbe! Questo s che dovrebbe
scioccarci! Perch mai Dio avrebbe voluto avere a che
fare con un tale peccatore? Tristemente, per, noi
raramente esprimiamo il nostro stupore per tale
misericordia. Perch? Perch io penso che, nel
profondo del nostro cuore noi tendiamo a credere che
tutti meritino misericordia. La verit che ciascuno
di noi peccatore pari pari a Giacobbe. Fintanto,
per, che non intendiamo questo, noi non coglieremo
quanto sia stupefacente la Grazia che Dio ci
impartisce in Cristo.
Tutti ricevono una qualche misericordia - Dio era
stato molto misericordioso verso Giacobbe, ma alla fin
fine, Esa non riceve la stessa misericordia di suo
fratello Giacobbe. Dio manda la Sua benefica pioggia
su tutti - sui giusti e sugli ingiusti. Egli, per,
impartisce il Suo amore efficace e redentore solo su
alcuni. Non tutti saranno salvati. Alcuni periranno.
il fatto che anche un solo peccatore possa essere
contato fra la schiera celeste perch stato redento
dalla pura misericordia di Dio: ecco quel che
dovrebbe renderci stupefatti. Il fatto che questo
numero non sar solo di pochi, ma vasto tanto da
non potersi contare.
61

Apocalisse 7:9-10 "Dopo queste cose guardai e vidi


una folla immensa che nessuno poteva contare,
proveniente da tutte le nazioni, trib, popoli e lingue,
che stava in piedi davanti al trono e davanti
all'Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme
in mano. E gridavano a gran voce, dicendo: La
salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono,
e all'Agnello".
Alleluia! Che meraviglioso Salvatore!

62

Capitolo 6: ...e il libero arbitrio?


Perch state leggendo ora queste parole? S, perch
state leggendo ora proprio questa frase? Ci sono
miliardi di altre frasi l fuori che aspettano di essere
lette, in molte lingue diverse! Adesso, per, siete di
fronte a questa pagina e ne state leggendo le parole.
Perch?
Beh, potrebbe darsi che qualche fanatico "riformato"
vi stia ora puntando una pistola alla tempia dicendovi
che se non leggete queste parole vi ammazza. In quel
caso si tratterebbe di quello che qualcuno ha definito
"un riformatore da mettere in gabbia". E' quello che
alcuni suggeriscono per quelli che, dopo essere giunti
a comprendere le Dottrine della Grazia, avrebbero
bisogno di essere segregati in una gabbia per almeno
due anni. Perch? Perch il loro zelo per la verit
della Riforma deve essere moderato da misure atte ad
insegnargli a non affliggere la gente con la sua
propaganda martellante. Difatti vi manda in
continuazione libri, CD, mp3, DVD e e-mail, non
importa se non avete mai mostrato alcun interesse
per queste cose. Il periodo natalizio il suo tempo
favorito dell'anno, perch solo attende con ansia
questa opportunit per mandarvi il libro di R. C.
Sproul "Scelto da Dio". Possiamo capire che abbia
spirito missionario, ma la cosa migliore per lui
sarebbe chiuderlo in una gabbia per almeno due anni
affinch si calmi un poco! Cos alcuni pensano.
In ogni caso, anche se ci fosse un "pazzo riformato"
con una pistola puntata alla vostra tempia, ancora
avete fatto la scelta di leggere queste parole piuttosto
che ricevere il colpo di una pistola... Preferite leggere
questo al posto di sentire l'impatto di una pallottola.
Ora, comunque, state leggendo questo perch lo
volete. Di fatto, perch questa ora la vostra
63

inclinazione pi forte, non c' proprio modo che voi


in questo momento leggiate altro. E' impossibile che
voi vogliate leggere ora qualcosa di differente, e
questo continuerete a fare fintanto che sentirete un
desiderio maggiore di fare o di leggere qualcos'altro.
Allora, cos' esattamente il libero arbitrio? Ce
l'abbiamo? Ce l'ha Dio? Quanto libera la volont di
Dio? Pu Lui fare tutto quello che vuole? Possiamo noi
fare tutto quello che vogliamo?
Queste questioni, naturalmente, non sono nuove. Esse
sono state la fonte di innumerevoli conversazioni e
dibattiti sia fra la gente comune che fra i maggiori
teologi della Chiesa per tutta la sua storia. Martin
Lutero, anziano, riconsiderando il suo ministero
svolto nella sua vita, aveva considerato il libro che
aveva scritto sulla volont umana come la sua opera
pi importante. Nella mente di Lutero, non
comprendere la questione della volont umana
significa non comprendere la dottrina della Riforma
del sola gratia. Aveva affermato: "Se qualcuno
attribuisce la salvezza alla volont umana, anche solo
in minima parte, non conosce alcunch della grazia e
non ha compreso Ges Cristo in modo corretto"
(Lutero, citato da C. H. Spurgeon - New Park Street
Pulpit, Sermone 52, "Il libero arbitrio - uno schiavo",
vol 1 p. 395).
Non credo che si tratti di una questione
particolarmente complicata, ecco perch sto
scrivendo qui questo breve capitolo. Non si tratta di
un intero trattato sulla volont umana. Credo per
che si possa dire abbastanza anche in breve almeno
per cominciare a riflettere.
Giungere ad una comprensione della volont umana,
per quanto non complicato, spesso un'impresa
pregiudicata dalle nostre personali tradizioni,
sostenute con ostinazione e le nostre naturali
64

tendenze antropocentriche. Nasciamo pelagiani per


natura, pensando di poter essere tutto ci che
vogliamo essere, di fare tutto ci che vogliamo fare,
non importa se in tutto questo Dio abbia una Sua
volont.
Gli esseri umani hanno una volont. Dio ha una
volont. Che cosa significa questo, per, esattamente?
I limiti stanno nella nostra natura
Possiamo fare tutto ci che scegliamo di fare?
Possiamo volare fino alla luna senza l'aiuto di
complicate macchine? Possiamo andare a Polo Nord e
sopravvivere con addosso solo una maglietta a
maniche corte, calzoncini e ciabatte? Possiamo
prendere un profondo respiro e vivere sott'acqua per
un giorno senza ossigeno? No, il libero arbitrio
umano, la nostra libera volont necessariamente
limitata per natura. Non nella natura umana e nelle
sue capacit quello di volare fino alla luna senza aiuti,
sopravvivere nel freddo intenso senza un'adeguata
copertura, o sopravvivere in acqua senza ossigeno. Il
problema non sta nella volont, ma nella natura
umana. Perch se non nella natura umana di
fare un qualcosa, non siamo liberi di fare quel
qualcosa.
Avete notato che, sebbene il termine "libero arbitrio"
sia sbandierato a pi sospinto ogni giorno, nella
Scrittura non lo trovate mai menzionato in questa o in
altre forme. La "volontariet" compare solo
nell'Antico Testamento quando si parla di "offerte
volontarie", che semplicemente significa quei doni
monetari che sono offerti al di l di quanto Dio esiga
nella Sua Legge. Questo, per, irrilevante per la
nostra discussione. Nella Scrittura non si parla di
libero arbitrio, o di "libera volont" perch la volont
umana, con la Caduta, ha subito una radicale
65

corruzione. Proprio perch la nostra natura di esseri


umani irrigenerati non ha interesse a cercare Dio
(Romani 3:11), la nostra volont sceglie,
immancabilmente, il 100% delle volte, di voltare le
spalle a Dio, piuttosto che andare verso di Lui.
Questo non dovuto ad un qualche handicap fisico,
ma una questione morale, della quale siamo tutti
responsabili. Il peccato di Adamo ha causato la
Caduta, che poi ha avuto conseguenze radicali per
tutta la sua discendenza. Come nostro capo federale e
perfetto rappresentante, Adamo ha peccato a nome
nostro. Prima, per, di dire che non giusto che Dio
dichiari l'intera umanit colpevole in Adamo,
dobbiamo comprenderne l'altra faccia della medaglia.
Essa la meravigliosa verit che tutti coloro che sono
in comunione con Cristo vengono dichiarati non
colpevoli, e riconosciuti giusti a causa della perfetta
giustizia di Cristo che viene loro accreditata. Non
possiamo credere in uno di questi "accreditamenti" o
imputazioni, senza l'altro e pretendere di essere
biblici nel nostro pensiero.
Siamo tutti perfettamente rappresentati da Adamo.
Egli era un personaggio storico autentico, non una
leggenda o un mito. Tutta l'umanit era rappresentata
da Adamo e dichiarata colpevole a causa del peccato
di Adamo (Romani 5:12,19); tutti coloro che sono in
Cristo (l'Ultimo Adamo) sono dichiarati giusti a causa
della giustizia di Cristo loro accreditata (Romani 5:17;
2 Corinzi 5:21)."Come tutti muoiono in Adamo, cos
anche in Cristo saranno tutti vivificati" (1 Corinzi
15:22).
Il past. Steve Weaver scrive: "Una buona definizione
di libera volont la capacit della mente di operare
delle scelte secondo la nostra natura. Questa
definizione di 'libera volont' si applica pure per la
libera volont di Dio. Anch'Egli limitato dalla Sua

66

natura! E' per questo che Dio non pu peccare!


Perch? Perch non nella Sua natura! Dio, per, ha
una volont libera e, a differenza degli esseri umani,
Egli ha una natura buona e santa".
Jonathan Edwards disse che la volont la mente che
sceglie: per quanto vi sia una distinzione fra mente e
volont, le due sono inseparabili nell'agire. Noi non
facciamo una scelta senza che la mente la approvi.
Noi agiamo sempre secondo l'inclinazione pi forte al
momento della scelta. Noi scegliamo in accordo con
l'inclinazione pi forte in un dato momento.
Perch avete oggi indossato i vestiti che avete portato
oggi? Era perch le cose che avete messo addosso
avevano per voi un appello maggiore delle altre cose
che avevate nel guardaroba. Ora possibile che non
avevate altro a disposizione che i vestiti che vi siete
messi. Anche se cos fosse, il vostro desiderio di
indossare qualcosa era pi grande del vostro
desiderio di indossare nulla, da cui la scelta. Ancora,
noi scegliamo secondo l'inclinazione pi forte al
momento della scelta.
Quando commettiamo un peccato, in quel
momento il nostro desidero di peccare pi
forte che il nostro desiderio di ubbidire a Cristo.
Io credo che questo sia la cosa pi inquietante dei
peccati che commettiamo. In quel particolare
momento quando ho peccato, il peccato esercitava su
di me un appello maggiore che ubbidire al mio
Signore. Questa la tristezza secondo Dio che
produce il ravvedimento (2 Corinzi 7:10).
La Bibbia insegna che io (come creatura umana
decaduta e peccatrice) non sono libero di scegliere
Dio perch la cosa contraria alla mia natura.
Ecco perch necessario acquisire una nuova natura,
quella che ci viene data dallo Spirito Santo nel
momento della rigenerazione. Fintanto che non
67

nasciamo di nuovo, non possiamo entrare e nemmeno


vedere il regno di Dio (Giovanni 3).
Sebbene alla creatura umana si comandi di cercare il
Signore mentre lo si pu trovare e di venire a Cristo,
aspetteremo invano che qualcuno lo facesse. Romani
3:11 dice letteralmente: "Non c' nessuno che cerchi
Dio". Giovanni 6:44 dice: "Nessuno pu venire a me
se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo
risusciter nell'ultimo giorno". Letteralmente, il
versetto dice: "Nessuno in grado".
Proprio come non siamo in grado di volare fino alla
luna senza aiuto, le chiare parole di Cristo qui
mostrano come l'essere umano non sia in grado di
venire a Lui senza l'intervento diretto di Dio. Ecco
alcune riflessioni del dott. R. C. Sproul al riguardo di
questo versetto;
"In primo luogo, notiamo come Ges dica "Nessuno".
Questa una dichiarazione negativa universale. Non
dice che alcuni non siano in grado di venire se il
Padre non li attira. Significa che assolutamente
nessuno pu venire se Dio per primo non fa qualcosa.
L'umanit cos depravata nella condizione di Caduta
che, indipendentemente dalla Grazia irresistibile di
Dio, nessuno si volgerebbe mai di per s stesso a Dio.
In secondo luogo, notiamo come Ges dica: "pu".
Rammentiamoci che questo "pu" non concessivo
"non pu perch cos ha deciso, ma potrebbe", ma
significa "non assolutamente in grado, ammesso e
non concesso che lo volesse". Ges non sta dicendo
nemmeno che nessuno "ha il permesso" di venire a
Lui, ma che egli non in grado di venire a Lui,
impossibile. Questa la dottrina biblica della totale
incapacit.
In terzo luogo, notiamo il "se non". Questo introduce
un'eccezione. A parte da questa eccezione, nessuno
mai si volgerebbe a Ges".
68

Infine, veniamo alla parola "lo attira". Alcuni hanno


suggerito che questa parola significhi "attirare con
parole suadenti e persuasive" o "sedurre abilmente",
quasi che fosse solo un incoraggiamento alla libera
volont umana. Non si tratta nemmeno di
adescamento, allettamento, o richiamo. Questo non
il caso. In Giacomo 2:6 troviamo: "Non sono forse i
ricchi quelli che vi opprimono e vi trascinano davanti
ai tribunali?". In Atti 16:19 troviamo: "I suoi padroni,
vedendo che la speranza del loro guadagno era
svanita, presero Paolo e Sila e li trascinarono sulla
piazza davanti alle autorit". "Attirare" e "trascinare",
nell'originale greco lo stesso verbo. Gerhard Kittel,
nel Dizionario Teologico del Nuovo Testamento dice
che la parola tradotta con "attirare" in Giovanni 6:44
significa "costringere con autorit irresistibile". Era
stata usata nel greco classico per attingere l'acqua da
un pozzo. Noi non persuadiamo o seduciamo l'acqua
dal pozzo perch venga su da noi... La forziamo
contro la forza di gravit di venire su tirandola. Cos
con noi. Siamo cos depravati che per poterne salvare
qualcuno deve costringerlo! (dall'opera: "Scelti da
Dio").
Il carattere stupefacente e la bellezza della Grazia di
Dio che proprio quando noi siamo in condizione di
morte spirituale, lo Spirito opera per rendere gli
Eletti desiderosi di venire. Egli cambia la
disposizione del cuore umano ribelle,
estraendovi il cuore di pietra e sostituendolo con
un cuore di carne, affinch venga volentieri a
Lui.
Quando molti citano Giovanni 6:44 essi menzionano la
prima parte del versetto: "Nessuno pu venire a me
se non lo attira il Padre, che mi ha mandato", ma essi
ne omettono la seconda parte: "e io lo risusciter
nell'ultimo giorno".

69

Ges ci d qui un pensiero molto significativo ed


qualcosa che non dovremmo mancare di rilevare. Egli
dice che chi attirato a Lui sar pure fatto risuscitare
nell'ultimo giorno, vale a dire a vita eterna con Cristo
in cielo. Le parole originali tradotte dal greco koin in
italiano sono: "...lo tira e lui e io lo far alzare". Quel
"lo" e "lui" sono separati da una sola parola greca.
Questo importante, perch linguisticamente non c'
modo di intendere che "attirare" e "far risorgere" si
riferiscano a due persone diverse. Lo stesso che
attirato anche fatto risorgere a vita eterna.
Ovviamente qui si tratta di un'identica azione efficace
e potente da parte di Dio che risulta nella salvezza.
Ulteriori testi biblici

70

Giovanni 1:12-13. "...ma a tutti quelli che


l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di
diventare figli di Dio, a quelli cio che credono
nel suo nome, quali non sono nati da sangue,
n da volont di carne, n da volont d'uomo,
ma sono nati da Dio".

Giovanni 3:3. "Ges gli rispose: In verit, in


verit ti dico che se uno non nato di nuovo
non pu vedere il regno di Dio".

Giovanni 6:36-37. "Ma io ve l'ho detto: "Voi


mi avete visto, eppure non credete!" Tutti
quelli che il Padre mi d verranno a me; e colui
che viene a me, non lo caccer fuori".

Giovanni 8:33-34. "Essi gli risposero: Noi


siamo discendenti d'Abraamo, e non siamo mai
stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Voi
diverrete liberi"? Ges rispose loro: In
verit, in verit vi dico che chi commette il
peccato schiavo del peccato".

Giovanni 8:47. "Chi da Dio ascolta le parole


di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perch
non siete da Dio".

Giovanni 10:26-27. "...ma voi non credete,


perch non siete delle mie pecore. Le mie
pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed
esse mi seguono".

Romani 9:16. "Non dipende dunque n da chi


vuole n da chi corre, ma da Dio che fa
misericordia".

71

72

Capitolo 7: La preconoscenza
Romani 8:28-30 "Perch quelli che ha
preconosciuti, li ha pure predestinati a essere
conformi all'immagine del Figlio suo, affinch
egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli
che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli
che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli
che ha giustificati li ha pure glorificati".
In quella che i teologi chiamano: "La catena d'oro
della Redenzione", Dio ci rivela la catena infrangibile
che inizia nell'eternit passata, va attraverso il tempo
e si proietta nell'eternit futura. Questa catena
forgiata da Dio stesso ed composta da cinque anelli
che non possono essere spezzati: Dio preconosce,
predestina, chiama, giustifica e glorifica.
Notate come non vi sia che una sola ambiguit nel
testo, qualcosa di non affermato esplicitamente ma
che presupposto, vale a dire la parola "tutti". La
vediamo chiaramente qualora, invece che "tutti"
inserissimo "alcuni di..." ottenendo l'effetto seguente:
"Perch (alcuni di) quelli che ha preconosciuti, li ha
pure predestinati; (alcuni di) quelli che ha
predestinati li ha pure chiamati; e (alcuni di) quelli
che ha chiamato ha giustificato; e (alcuni di) quelli
che ha giustificato li ha pure glorificati". Se fosse cos,
quale tipo di conforto e di sicurezza ci darebbe?
Potremmo noi forse dire: "Chi ci potr separare
dall'amore di Cristo?".
Se fosse cos, io credo che la nostra risposta sarebbe
che vi sono molte cose che di fatto potrebbero
separarci dall'amore di Cristo (se il presupposto
inteso in questo brano fosse "alcuni"). Questo testo,
allora, non avrebbe senso alcuno e certamente non ci
darebbe alcun tipo di sicurezza in Cristo, proprio

73

quello che Paolo cerca di comunicarci in questo testo


di Romani 8.
Si potrebbe senz'altro dire che il 100% degli studiosi
della Bibbia d'accordo che il testo in esame implichi
che tutti quelli che Dio ha preconosciuto Egli ha
predestinato, che tutti quelli che Dio ha predestinato
ha chiamato, che tutti quelli che Egli ha chiamato ha
giustificato, e che tutti quelli che Egli ha giustificato,
pure ha glorificato.
Quelli ce Dio ha preconosciuto
In Romani 8:29 leggiamo: "Perch quelli che ha
preconosciuti, li ha pure predestinati a essere
conformi all'immagine del Figlio suo".
Il testo non lascia forse intendere che, dato che la
preconoscenza precede la predestinazione, la
predestinazione sia semplicemente basata sulla
preconoscenza di Dio? In altre parole, dato che Dio
preconosce o conosce anticipatamente (con
conoscenza piena e completa) ci che una persona
far e chi risponder favorevolmente e con fede
all'Evangelo, Egli semplicemente predestina coloro
che Egli sa che avranno fede. Giusto? Certamente
questo il modo in cui per molti anni io stesso
comprendevo questo testo e questo il modo in cui a
tutt'oggi molti trattano la questione della
predestinazione.
Io pure ero solito indicare 1 Pietro 1:1-2 "eletti ...
secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la
santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere
cosparsi del sangue di Ges Cristo" e presumevo che
questo versetto avrebbe aggiunto maggiore peso alla
mia argomentazione che l'elezione e la
predestinazione siano basate sul fatto che Dio
conosca in precedenza ci che noi faremo.

74

A prima vista, questo certamente sembra essere


un'interpretazione legittima, perch nel testo di
Romani 8:29 la parola "preconosce" viene prima di
"predestina".
La cosa non ci dovrebbe sorprendere. Dio, infatti, ha
sicuramente bisogno di conoscere la persona che
intende predestinare a qualcosa. Dio non predestina
persone sconosciute ma specifici individui che Egli
conosce.
Tutto questo nessuno lo contesta e nemmeno
potrebbe essere usato per sostenere l'una o l'altra
posizione. In entrambi i sistemi la preconoscenza
viene necessariamente prima della predestinazione.
La vera questione che cosa esattamente significhi
per Dio conoscere qualcuno.
Vi erano di fatto un certo numero di problemi nel
modo in cui io comprendevo "precognizione" - non
ultimo dei quali che la Scrittura rivela molto
chiaramente che, lasciato a s stesso, l'uomo
sceglier sempre contro Cristo a causa della sua
ostile disposizione verso Dio. L'uomo, infatti,
spiritualmente morto ed ha bisogno che il suo cuore
di pietra sia rimosso e sostituito con un cuore di
carne prima che abbia un qualsiasi interesse nel
cercare il Dio della Bibbia (Romani 3:11; 8:7-8; 1
Corinzi 2:14). Senza la rigenerazione l'uomo nemico
giurato di Dio.
Come afferma A. W. Pink, "Dio non ha eletto dei
peccatori perch Egli aveva previsto che avrebbero
creduto, per la semplice e sufficiente ragione che
nessun peccatore giunge alla fede solo quando Dio
gliela concede, proprio come nessuno pu vedere
fintanto che Dio non gli dia la vista" (A. W. Pink, La
natura di Dio).

75

L'interpretazione, poi, non regge perch il verbo


"preconoscere" non significa solo conoscere in
anticipo azioni future, ma ha un significato molto pi
preciso. Il verbo "preconoscere" (in greco:
"proginosko") in Romani 8:29 indica un'azione
compiuta da Dio. Che cosa allora esattamente Dio
compie? Il testo dice: "Quelli che ha preconosciuto".
Per comprendere correttamente il significato di
questo termine biblico, piuttosto che semplicemente
presumerne il significato (cosa che molti fanno)
dovremmo studiarne bene le caratteristiche.
Dobbiamo rivolgerci a testi biblici che abbiano Dio
come soggetto di quel verbo (come in questo caso). Il
significato di questo verbo, infatti, diverso a
seconda se il suo soggetto sia Dio oppure una
creatura umana. Tutti converranno, infatti, sul fatto
che Dio "conosce" in modo diverso dal modo in cui noi
conosciamo.
Nel Nuovo Testamento troviamo il verbo "proginosko"
tre volte in riferimento a Dio (Romani 8:29; 11:2; 1
Pietro 1:20).
Questo rilevante per rispondere alla domanda: "Che
cosa, o chi conosciuto da Dio?".
In Romani 8:29 il complemento oggetto del verbo
un pronome che fa riferimento ai chiamati del vers.
28. In Romani 11:2, l'oggetto a cui si riferisce il verbo
"il Suo popolo". In 1 Pietro 1:20, l'oggetto Ges
Cristo stesso.
Ciascuno di questi riferimenti, poi, rappresenta Dio
che preconosce persone, non azioni. 1 Pietro 1:20
dice: "...preconosciuto prima della fondazione del
mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi"
(ND). Quando Dio dice di aver "preconosciuto" Cristo,
forse che intende dire che Egli semplicemente
sapesse che Ges avrebbe fatto decisioni corrette o

76

avesse fede in Suo Padre? Certo che no. Questo parla


della personale intimit del Padre con il Figlio amato.
Dire che Dio preconosca atti, fede, comportamento,
scelte ecc. significa presupporre qualcosa in questo
termine del quale il testo biblico non rende
testimonianza. Dio "preconosce" persone, non azioni.
Certo, Dio conosce, sa, quel che la gente far, ma
questo non mai il modo in cui la Bibbia intende
"preconoscere".
In che modo questo si rapporta a ci che vediamo
nell'Antico Testamento? L incontriamo pure un
termine corrispondente al "preconoscere" del Nuovo
Testamento, vale a dire quello del termine ebraico
"yada", al "conoscere" individui.
Per esempio, in Geremia 1:5 Dio dice a Geremia:
"Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua
madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal
suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito
profeta delle nazioni".
Vediamo lo stesso concetto nel come Dio "conosce"
Mos. Esodo 33:17: "Far anche questo che tu chiedi,
perch tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti
conosco personalmente". Anche qui vediamo la natura
personale del modo in cui Dio conosce un individuo.
Questo parla dell'intimit ed affetto che Dio nutriva
per Mos nel fatto che egli avesse trovato grazia agli
occhi del Signore. Dio aveva scelto Mos affinch lui
diventasse recettore della Sua tenera misericordia.
Citer solo pi un brano dove vediamo come questo
"yada" si riferisca a Dio che possiede un'intimit
personale ed affetto. Amos 3:2, nel parlare di Israele
dice: "Voi soli ho conosciuto fra tutte le famiglie della
terra; perci vi castigher per tutte le vostre
trasgressioni". Invece che "conosciuto" la versione
CEI traduce: "eletto" e di fatto vi sono ragioni molto

77

forti, a causa del contesto, per tradurlo in


quest'ultimo modo.
Dovrebbe essere quindi ovvio che Dio non solo avesse
semplicemente saputo o conosciuto su Israele (e non
le altre nazioni!), e nemmeno conosciuto le azioni
future degli israeliti (e non quelle delle altre nazioni!).
Questo "conoscere" di Israele intimo e personale.
Parla della grazia di Dio che li sceglie come Suo
popolo particolare secondo i Suoi sovrani propositi. Il
verbo "yada" pure usato in Genesi 4:1 laddove
detto che Adamo "conobbe" Eva. Risultato di questa
"conoscenza" che Eva rimase incinta, rivelando cos
un intimo coinvolgimento personale con lei.
Tutto questo importante ed riflesso
coerentemente in tutta la Bibbia. Ogni qual volta
questo verbo usato nel Nuovo Testamento, insieme
al significato corrispondente nell'Antico, questo ci d
una solida base per comprendere ci che voglia dire
di fatto "precognizione".
Il dott. White, nel suo libro: "La libert del vasaio",
afferma: "Quando Paolo dice: 'Coloro che ha
preconosciuto', egli parla di un'azione da parte di Dio
che altrettanto 'solitaria'. teocentrica e personale di
ogni altra azione in quella sequenza. Dio preconosce
(sceglie di entrare in rapporto con); Dio predestina;
Dio chiama; Dio giustifica; Dio glorifica. Dal principio
alla fine Dio ad essere attivo, Dio che compie
(porta a compimento) tutte queste cose".
Pre-conoscere, quindi, non indica una raccolta
passiva di conoscenza infallibile delle azioni future di
creature libere", ma rivela, al contrario che, dall'inizio
alla fine, la salvezza qualcosa che Dio realizza. E'
Dio e Dio solo che salva, alla sola gloria del Suo
nome.
Citando a questo riguardo il dott. James Montgomery
Boyce nel suo commento a Romani 8:29: "...'quelli che
78

ha preconosciuto' non significa che Dio abbia


conosciuto in anticipo ci che alcune delle Sue
creature avrebbero fatto. Qui non sta affatto parlando
di azioni umane. Al contrario, parla interamente di
Dio e di ci che Dio fa. Ciascuno di questi termini
cos: Dio preconosce, Dio predestina, Dio chiama, Dio
giustifica, Dio glorifica. Oltretutto, oggetto della
precognizione divina non sono le azioni umane, ma le
persone stesse che le compiono. In questo senso, pu
solo significare che Dio ha fissato una speciale
attenzione su di loro o li ha amati in maniera salvifica.
Stabilire il messaggio della Grazia
Romani 11:5-6 dichiara: 'Cos anche al presente, c'
un residuo eletto per grazia. 6 Ma se per grazia,
non pi per opere; altrimenti, la grazia non pi
grazia'".
Permettetemi di citare qui Mark Webb:
"Anche lo studente della Bibbia pi distratto ammette
che indubbiamente la Bibbia faccia uso del linguaggio
dell'elezione quando parla degli eterni propositi di
Dio. Ciononostante molti cercano di eludere le
implicazioni di quel linguaggio rifugiandosi nel
concetto spurio di 'elezione condizionale' (cio che la
scelta di Dio, o elezione, di certe persone alla salvezza
sia condizionata dal Suo 'prevedere' in loro la fede) ...
Se fosse vero il concetto di 'elezione condizionale', se
la scelta da parte di Dio fosse determinata dalla mia
scelta di Lui, gli effetti pratici di questo insegnamento
non sarebbe diverso dal caso in cui non esistesse
alcuna elezione! Prova di questa affermazione la si
pu trovare nel fatto che i raggruppamenti che la
sostengono menzionano raramente, se non mai,
l'argomento. Perch poi dovrebbero farlo? A che
scopo? Dato che si insegna che Dio avrebbe fatto
tutto il possibile per salvare e che ora toccherebbe a
79

noi di fare la nostra scelta, la volont umana che


alla fin fine diventa fattore determinante e dominante
nella salvezza. Ogni qual volta si rende la scelta di
Dio di salvare incentrata in ci che Egli prevede
nell'uomo - sia esso le sue opere, la sua fede o le sue
scelte - si pregiudica efficacemente l'intero concetto
della salvezza per sola grazia! O la salvezza dipende
dalla libera scelta e beneplacito di Dio - il principio
cio di 'grazia', oppure dipende da qualcosa che
l'uomo produce - il che il principio delle 'opere'. Non
importa quindi tanto se questa 'cosa' che Dio
prevedrebbe sia qualcosa di tangibile, veduto
esteriormente nella vita umana, oppure qualcosa di
intangibile, presente interiormente e veduto solo da
Dio. Non importa se questo sia una cosa grande, o se
sia cosa piccola. Fintanto che il 'contributo' umano
la parte critica e determinante, si ha sempre un
sistema basato sulle 'opere' e non sulla grazia.
Illustriamolo in questo modo. Supponete che venite
da me e dite: 'Marco, ho qui un'auto che vale 15.000
euro. Se mi dai 15.000 euro ti do la macchina. In
questo caso tutti concorderemmo che non si tratta di
'grazia' ma di 'opere'.
Cerchiamo ora di mescolare i due concetti. Mettiamo
che voi diciate: 'Marco, ho qui un'auto da 15.000
euro. Ti far grazia di 14.999 euro, se tu mi paghi
semplicemente 1 euro". Saremmo allora riusciti a
mescolare la grazia con le 'opere'? No. Perch qual
la differenza pratica fra le due offerte? La differenza
di prezzo, bench grande, cambia forse il fatto che
quell'auto verr comprata per un euro? Vedete, venite
comunque a me sulla base del 'vendere' e non del
'dare'. Non avete cambiato il principio: avete
semplicemente cambiato il prezzo!
Questo esattamente il punto di Paolo in Romani
11:5-6. L'elezione 'incondizionata' il solo concetto di

80

elezione coerente con la salvezza gratuita, per grazia!


Intenzionalmente Dio ha progettato questa
salvezza in modo tale affinch nessuno potesse
gloriarsene anche solo minimamente! Non l'ha
progettata affinch il vantarsene potesse essere
scoraggiato e ridotto solo ad un minimo - l'ha fatto in
modo tale che ogni motivo di vanto ne fosse
assolutamente escluso! L'elezione fa precisamente
quello (Che differenza fa? Una discussione dell'unit
evangelica delle dottrine della grazia).
Come ha affermato John Hendryx, "Se Dio conoscesse
alcuni che, ancora prima di crearli, avrebbero scelto
di andare all'inferno, allora questa era una certezza
fissa (anche prima della loro creazione); perch allora
Dio ha proceduto a crearli? Ovviamente era, nella loro
prospettiva, sempre nell'ambito della Sua
Provvidenza che queste persone fossero perdute o
se Dio gi preconosceva chi sarebbe stato salvato,
allora perch essi continuano a sostenere che Egli
stia cercando di salvare tutti? Certamente Dio gi sa
chi siano le persone che lo saranno: perch mai allora
mandare lo Spirito santo a coloro che Egli gi sa che
lo respingeranno?" [www.monergism.com]. Alla fin
fine, quando si sottopone a scrutinio questa
concezione, essa logicamente pregiudica la posizione
stessa che si sta cercando di affermare.
"Ma," direbbero altri, "Dio li ha eletti in previsione
della loro fede". Ora, Dio che dona la fede, quindi,
egli non avrebbe potuto eleggerli sulla base della fede
che Egli prevede. Ci sono venti mendicanti in strada,
ed io mi propongo di dare ad uno di loro uno scellino;
ma dir forse qualcuno che io mi sono proposto di
dare a quello uno scellino, che l'ho eletto affinch
ricevesse quello scellino, perch io prevedo che egli
lo prenda? Questo sarebbe un discorso assurdo. Allo
stesso modo, dire che Dio abbia eletto degli uomini
perch aveva previsto che avrebbero avuto fede, il
81

che salvezza in stato germinale, anche quello


sarebbe troppo assurdo per noi da ascoltare anche
per un solo momento" (C. H. Spurgeon, dal suo
sermone intitolato "Elezione", predicato il 2
settembre 1855, a New Park Street Chapel,
Soutwark).

82

Capitolo 8: Ma Giovanni 3:16 non dice


forse...
La domanda che di solito viene posta : "Come potete
mai conciliare Giovanni 3:16 con la vostra dottrina
sull'elezione divina?".
Sono molti a presumere che non sia possibile. Di
fatto, per, se guardiamo attentamente a quel testo
senza presumerne il significato, Giovanni 3:16 un
meraviglioso testo biblico che in nessun modo
pregiudica la verit della Elezione divina.
Si tratta certamente del versetto pi famoso
dell'intera Bibbia. Qui Ges dice: "Perch Dio ha
tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito
Figlio, affinch chiunque crede in lui non perisca, ma
abbia vita eterna". Quando odono l'insegnamento
biblico sull'argomento dell'elezione divina, alcuni
cercano immediato rifugio in una comprensione
tradizionale e, se posso dire, non biblica, di questo
versetto.
Essi dicono questo: "Dio non pu eleggere certuni a
salvezza, perch Giovanni 3:16 dice che Dio ha tanto
amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,
affinch CHIUNQUE crede in lui non perisca, ma
abbia vita eterna. Quindi, Dio ha fatto la Sua parte
nell'offrirci il dono della salvezza in Suo Figlio, e
lascia a noi di ricevere quel dono attraverso la fede.
Amen. Caso risolto!".
Sebbene questa sia una tradizione molto comune, ed
una che io stesso ho sostenuto per molti anni,
necessario rilevare che, nonostante la sottolineatura
che molti fanno su quel "chiunque", il testo non
discute affatto chi abbia o non abbia la capacit di
credere.

83

Qualcuno potrebbe allo stesso modo citare Giovanni


3:16 per suggerire che tutte le chiese debbano avere
per terra tappeti di colore rosso...
Perch? Perch quello non l'argomento a cui quel
versetto si rivolge. Il versetto citato spesso, ma, di
fatto, non ha rilevanza alcuna per l'argomento in
questione.
Per comprendere un testo nel Nuovo Testamento,
dobbiamo verificare la lingua originale in cui stato
scritto, vale a dire il greco Koin. Potrebbe essere una
grande sorpresa per alcuni apprendere che nel testo
greco originale di Giovanni 3:16, non c' alcuna
parola che corrisponda al nostro "chiunque" in
italiano. E' stata inserito nelle nostre bibbie il termine
"chiunque" per esprimere una frase difficile da
esprimere in modo scorrevole in italiano.
Letteralmente, il testo dice: "affinch 'ogni credente'
o 'tutti coloro che credono' in Lui, non periscano, ma
abbiano vita eterna".
In essenza dice "tutti i credenti", non "chiunque".
Questo ci che viene comunicato, Dice che non
esiste nessuno che creda che non riceva vita eterna e
che perisca". Sebbene le nostre traduzioni italiane
dicano: "chiunque creda", il testo originale dovrebbe
essere espresso pi accuratamente con "ogni
credente", e l'enfasi non tanto sul "chiunque" (che
in italiano ha altre sfumature), ma sulla fede. Coloro
che CREDONO non avranno una conseguenza, ma ne
avranno un'altra. Essi non periranno ma avranno vita
eterna.
Perch? A causa del verbo principale - Dio HA DATO
Suo Figlio. Dio ha dato Suo Figlio per il proposito (in
greco: hina) che tutti i credenti non periscano, ma
che ogni credente abbia vita eterna.

84

Giovanni 3:16 parla di fatto di una limitazione - di una


redenzione particolare, non universale. Perch
chiaramente, non tutti saranno salvati. Solo coloro
che credono in Cristo, i credenti in Lui, sono salvati. Il
Padre ha amato il mondo in questo modo: Egli ha dato
Suo Figlio con lo scopo di salvare quelli che credono.
Il Figlio dato cosicch i credenti non periscano, ma,
al contrario, abbiano vita eterna. Quello il proposito,
lo scopo, del dare.
E' cos che Giovanni 3:16 insegna che:
TUTTI quelli che fanno A (credere in Lui) non faranno
B (periranno) ma avranno C (vita eterna)
Che cosa dice questo testo su chi crederanno o sono
in grado di credere?
La risposta ASSOLUTAMENTE NIENTE! Il testo non
tratta della questione di chi creder o di chi pu
credere.
Se per volete sapere che cosa dice Giovanni su chi
possa esercitare fede, egli si occupa di questo
argomento, ma non in questo testo. Se andate
indietro di qualche versetto nel capitolo, fino a
Giovanni 3:3, Giovanni cita Ges che dice: "In verit,
in verit ti dico che se uno non nato di nuovo non
pu vedere il regno di Dio". Quello chiaro, non
vero?
Ges dice che un requisito, una condizione
necessaria, deve essere soddisfatta prima che
qualcuno possa entrare nel regno di Dio, cio deve
"nascere di nuovo". Entriamo nel regno di Dio
attraverso la fede. Per entrare nel regno di Dio, per,
dobbiamo prima essere nati di nuovo, essere
rigenerati spiritualmente, essere resi spiritualmente
viventi. Se PRIMA non nasciamo di nuovo, non
possiamo entrare nel regno di Dio.

85

Questo stesso argomento trattato da Ges tre


capitoli dopo, in Giovanni 6:44, dov' detto: "Nessuno
pu venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha
mandato; e io lo risusciter nell'ultimo giorno".
Bisogna pure notare che colui o colei che attratto
dal Padre al Figlio, sar pure fatto risorgere
nell'Ultimo Giorno per ricevere vita eterna. (Giovanni
6:39-40).
In Giovanni 6:65, Ges dice: "Per questo vi ho detto
che nessuno pu venire a me, se non gli dato dal
Padre".
Naturalmente, tutti coloro che esercitano fede
saranno salvati. Giovanni 3:16 lo insegna
chiaramente. Tutti coloro che credono in Cristo non
periranno ma hanno vita eterna.
Quel che dobbiamo chiederci : "Chi avr fede?".
La concezione biblica e riformata che solo gli eletti
saranno portati alla fede. Nessuno pu venire a Cristo
fintanto che Dio non faccia qualcosa per mettere in
grado quella persona di venirci.
Cos, perch molti non vedono che cosa dice Giovanni
3:16 o vi leggono ci che quel versetto non contiene
(eisegesi)?
E' facile rispondere a questa domanda. E' per il modo
in cui hanno udito continuamente fare uso di Giovanni
3:16. Si sviluppata in loro un'idea preconcetta di
quel che quel versetto dovrebbe dire, non riescono a
mettere in questione quel presupposto per leggere in
quel testo ci che di fatto esso dice.
E' una tradizione. E se osate metterla in questione,
potreste ben essere accusati di mettere in questione
la stessa Parola di Dio. E quello pu creare molte
reazioni emotive.

86

Questo testo, naturalmente, solo un esempio dei


molti che potrebbero essere citati, ma mostra quanto
possono essere potenti le nostre tradizioni. Dobbiamo
continuamente esaminare le nostre tradizioni e
mettere sotto la luce della Parola di Dio per vedere se
veramente reggono. Se esse possono essere
confermate da uno studio dettagliato del testo della
Scrittura, possiamo essere certi che le tradizioni
siano valide. Se no, allora ce ne dobbiamo liberare.
Che Dio sia dichiarato verace ed ogni uomo un
bugiardo ... anche se "l'uomo" qui si riferisce a tante
credenze alle quali noi ci teniamo stretti, ma che non
sono comprovate dalla Scrittura stessa.

87

88

Capitolo 9: Ma Pietro 3:9 non dice


forse....
Senz'alcun dubbio questo il versetto biblico
maggiormente citato da coloro che vorrebbero negare
la dottrina biblica dell'Elezione. Semplicemente si d
per scontato che cosa significherebbe e chi lo cita non
si prende neppure la briga di studiarlo a fondo, il che
descrive molto bene che cosa possa fare una
tradizione. Devo ammettere che io stesso per molti
anni ho fatto proprio questo. Chi pensa di non seguire
alcuna tradizione sono proprio quelli che ne sono
maggiormente schiavi.
Prima di tutto, leggiamo questo versetto nel suo
contesto:
"(1) Carissimi, questa gi la seconda lettera
che vi scrivo; e in entrambe io tengo desta la
vostra mente sincera facendo appello alla
vostra memoria, (2) perch vi ricordiate le
parole gi dette dai santi profeti, e il
comandamento del Signore e Salvatore
trasmessovi dai vostri apostoli. (3) Sappiate
questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni
verranno schernitori beffardi, i quali si
comporteranno secondo i propri desideri
peccaminosi (4) e diranno: Dov' la promessa
della sua venuta? Perch dal giorno in cui i
padri si sono addormentati, tutte le cose
continuano come dal principio della
creazione. (5) Ma costoro dimenticano
volontariamente che nel passato, per effetto
della parola di Dio, esistettero dei cieli e una
terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo
all'acqua; (6) e che, per queste stesse cause, il
mondo di allora, sommerso dall'acqua, per; (7)
mentre i cieli e la terra attuali sono conservati
89

dalla medesima parola, riservati al fuoco per il


giorno del giudizio e della perdizione degli
empi. (8) Ma voi, carissimi, non dimenticate
quest'unica cosa: per il Signore un giorno
come mille anni, e mille anni sono come un
giorno. (9) Il Signore non ritarda
l'adempimento della sua promessa, come
pretendono alcuni; ma paziente verso di voi,
non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti
giungano al ravvedimento" (2 Pietro 3:1-9).
La prima cosa che notiamo che l'argomento di
questo brano non la salvezza ma il ritorno di
Cristo. Qui Pietro spiega la ragione del ritardo in
questo ritorno. Egli torner pi che certamente e
questo sar "come un ladro nella notte" (v. 10).
La seconda cosa da notare che il versetto in
questione, il 9, parla della volont di Dio. "Egli non
vuole" che qualcosa accada.
Da lungo tempo i teologi riconoscono che vi sono tre
modi in cui le Scritture parlano della volont di Dio.
Vi quella che chiamata la sovrana volont
decretale [1]. Essa si riferisce alla volont per la
quale Dio realizza tutto ci che decreta. Si tratta di
qualcosa che accade SEMPRE. Niente e nessuno pu
impedirla, frustrarla, vanificarla (Isaia 46:10-11).
Questa volont pure chiamata la volont segreta di
Dio, perch rimane nascosta a noi fintanto che si
realizza nel corso del tempo.
In secondo luogo vi la volont precettiva di
Dio. Questa la volont di Dio rivelata nella Sua
Legge, comandamenti o precetti. Come rivela il corso
della storia umana, le creature umane sono in grado
di infrangere, contravvenire a questi comandamenti e
lo fanno ogni giorno. E' importare affermare, per,
che per quanto le creature umane abbiano la capacit
di infrangere questi precetti, essi non hanno il diritto
90

di farlo. Le Sue creature hanno il preciso obbligo di


ubbidire a tutti i Suoi comandamenti e, se non lo
fanno, saranno sottoposte a giudizio.
In terzo luogo, abbiamo la volont di disposizione di
Dio. Il dott. R. C. Sproul afferma: "Questa volont
descrive l'atteggiamento di Dio. Definisce quel che Gli
piace. Per esempio, Dio non prende piacere alcuno
nella morte dell'empio, eppure Egli pi certamente
vuole o decreta la morte dell'empio. Il piacere ultimo
di Dio sta nella propria santit e giustizia. Quando
Egli giudica il mondo, Egli si rallegra che la Sua
giustizia e la Sua rettitudine sia fatta prevalere,
eppure non gode in senso vendicativo quando i
colpevoli ricevono il castigo che meritano. Dio si
compiace quando noi troviamo piacere nell'ubbidirgli.
Egli profondamente dispiaciuto quando noi
disubbidiamo" ("Verit essenziali della fede
cristiana").
Vi sono molti nell'ambito riformato che guardano a 2
Pietro 3:9 e sentono che qui Dio esprima la Sua
volont di disposizione. Essi credono che il testo dica
che Dio non desidera vedere che una qualsiasi
creatura umana perisca (in un certo senso), anche se
quello esattamente ci che avverr se una persona
non giunge al Ravvedimento. Il fatto che vi siano
creature umane che periscano non qualcosa che
renda felice Dio. Egli avrebbe piacere se questo non
succedesse. Per sostenere la Sua santit e la Sua
giustizia, per, Egli deve punire i peccatori ribelli
facendoli finire per l'eternit all'inferno.
Si potrebbe discutere molto su questa concezione del
testo, ed io ho molti amici riformati che vi si
attengono. Essa sembra risolvere molti problemi. Io,
per, preferisco assumere una idea diversa a causa di
ci che vedo quando seguo i pronomi che vengono
usati in questo testo.

91

Chi sono quei tutti?


Le persone alle quali qui Pietro si rivolge sono
chiaramente identificabili. Egli parla di "schernitori"
come ad "essi", ma in ogni altro luogo egli parla al
suo uditorio come a "voi" e "carissimi". Credo che
questo sia molto importante.
"Tutti" significa "tutti", non vero? Beh, di solito s,
ma non sempre. Questo deve essere determinato dal
contesto in cui si trovano queste parole. Quando un
insegnante di fronte alla sua classe e sta per
iniziare la lezione, chiede agli studenti: "Siamo tutti
qui?", oppure: "Tutti sono presenti?". Egli non sta
chiedendo se tutti gli abitanti del pianeta terra siano
nella sua aula! A causa del contesto in cui posta la
domanda, comprendiamo come egli si riferisca a tutti
nell'ambito di una certa classe o tipo - in questo caso,
tutti gli studenti nella classe. Dire che egli si riferisca
a tutti gli abitanti del pianeta terra significherebbe
equivocare grossolanamente il significato della
domanda intesa.
La questione in 2 Pietro 3:9 se quel "tutti" si
riferisca a tutte le creature umane senza eccezione, o
se si riferisca a tutti nell'ambito di un dato gruppo.
Il contesto di 2 Pietro 3:9 indica che Pietro si sta
riferendo ad un gruppo specifico, e non a tutta
l'umanit. L'uditorio confermato quando Pietro
scrive: "Carissimi, questa gi la seconda lettera che
vi scrivo; e in entrambe io tengo desta la vostra
mente sincera facendo appello alla vostra
memoria" (2 Pietro 3:1).
Possiamo essere pi specifici? S, perch se questa
la seconda lettera che stata loro inviata, la prima
rende chiaro a chi si sta rivolgendo: "Pietro, apostolo
di Ges Cristo, agli eletti che vivono come forestieri
dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia,
nell'Asia e nella Bitinia" (1 Pietro 1:1).
92

In 2 Pietro 3:8-9 Pietro sta quindi scrivendo agli


eletti: "Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica
cosa: per il Signore un giorno come mille anni, e
mille anni sono come un giorno. Il Signore non
ritarda l'adempimento della sua promessa, come
pretendono alcuni; ma paziente verso di voi, non
volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano
al ravvedimento".
Sono d'accordo con il dott. Sproul (ed altri studiosi)
che credono come qui la volont di Dio di cui si parla
non sia la Sua volont di disposizione, ma la Sua
sovrana volont decretale. Dio non vuole che nessuno
di loro perisca e non permetter in alcun modo che
avvenga.
Data questa premessa, quindi, se quel "tutti" si
riferisce a ciascun essere umano nella storia,
questo versetto proverebbe l'universalismo, e
non il Cristianesimo. (L'universalismo la falsa
dottrina che insegna che alla fine tutti saranno
salvati, e nessuno andr all'inferno). Se Dio non vuole
(nella Sua sovrana volont decretale) che qualcuno
perisca, allora cosa? Nessuno mai perir! Eppure, in
questo contesto, il "tutti" che Dio non vuole che
periscano limitato allo stesso gruppo al quale sta
scrivendo, gli eletti; e quei tutti che giungeranno al
Ravvedimento lo stesso gruppo.
Questa interpretazione perfettamente sensata nel
brano in esame, combacia con tutto quanto essa
afferma. La seconda venuta di Cristo stata
"ritardata" affinch tutti gli eletti giungano a
salvezza. Gli eletti non sono giustificati dall'Elezione,
ma per avere riposto la loro fede in Cristo. Se una
persona deve essere salvata, essa dovr venire a
Cristo con ravvedimento e fede. La dottrina
dell'Elezione sovrana spiega semplicemente chi lo

93

far. Gli eletti giungeranno al ravvedimento ed alla


fede in Cristo.
Ges ci assicura di questo quando dice: "Tutti quelli
che il Padre mi d verranno a me; e colui che viene a
me, non lo caccer fuori" (Giovanni 6:37) ed
confermata dalla testimonianza di Luca in Atti 13:48
quando osserva che: " tutti quelli che erano ordinati a
vita eterna, credettero".
2 Pietro capitolo 3 ci insegna che la ragione per la
quale Cristo non ancora tornato perch vi sono
molti eletti che ancora non sono stati raccolti
nell'ovile di Cristo. Ecco perch Egli non tornato
ieri. A questo punto nel tempo, non tutti gli eletti sono
giunti ancora al ravvedimento ed alla fede in Cristo.
Quindi Cristo non ancora tornato sulla terra nella
Sua potenza e gloria. La seconda venuta di Cristo pu
sembrare ad alcuni che ritardi, ma Dio sta avendo
pazienza con noi (voi, amati) e non vuole che alcuno
perisca ma che tutti (quelli che sono dall'eternit
destinati alla salvezza) non periscano ma giungano, a
luogo e a tempo, al ravvedimento. Per parlare
personalmente, sono contento che Cristo non sia
tornato il giorno prima che io fossi convertito! Se
fosse successo io sarei stato perduto per sempre nei
miei peccati.
Piuttosto che negare l'Elezione, questo versetto,
dunque, compreso nel suo contesto biblico, uno dei
pi forti in suo favore. Il contesto di 2 Pietro 3 grida
in modo inequivocabile che Pietro, quando scrive di
"tutti", di fatto si riferisca a tutti gli eletti.
Note
[1] Dicesi decretale ci che ha la forza di un decreto.
Cfr. http://www.treccani.it/vocabolario/decretale/

94

Capitolo 10: Ma Timoteo 2:4 non dice


forse...
In che modo l'Elezione sovrana potrebbe essere vera
quando 1 Timoteo 2:4 dice chiaramente che
Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano
alla conoscenza della verit"?
Nel capitolo precedente, ho menzionato che alcuni
studiosi che rispetto grandemente hanno interpretato
il testo di 2 Pietro 3:9 attraverso le lenti di ci che
essi vedono come la volont dispositiva di Dio. Molti
fra questi stessi studiosi interpreterebbero 1 Timoteo
2:4 allo stesso modo. Essi direbbero che Dio desidera
che tutti siano salvati e che vengano alla conoscenza
della verit (in un senso) ma che pure Egli permette a
molti di resistere alla Sua volont e, cos facendo, di
finire perduti per sempre. Si potrebbe ancora dire
molto su questa interpretazione. Eppure, ancora una
volta, io credo che un esame attento del testo stesso
ci indica una direzione diversa, che cercher di
delineare qui,
Prima di farlo, per, permettetevi di dire che del
tutto possibile che qualcuno non si ponga delle
domande su un testo della Scrittura perch presume
di averlo gi capito. Questo il segno distintivo della
tradizione. Ciechi di fronti ai nostri stessi presupposti,
crediamo di non avere bisogno di considerare un
testo oggettivamente e vedere se la comprensione
che ne abbiamo possa essere verificata dal testo
stesso. Per, se facciamo un profondo respiro e ci
armiamo del coraggio necessario per farci la semplice
domanda: "Che cosa ci dice il contesto sull'uso che fa
della parola 'tutti' qui in questo testo?", io credo che
noi giungeremmo all'interpretazione corretta.

95

Di fatto, di vitale importanza fare questo, perch il


contesto ci informa sul modo in cui una data parola
sia usata e come debba essere intesa.
Il significato dela parola tutti
La parola tradotta con "tutti" in 1 Timoteo 2:4 il
greco "pas". Come ho menzionato nel capitolo
precedente, talvolta la parola "tutti" si riferisce a
tutta la gente dovunque sia. In altre occasioni
significa "di ogni tipo" o "tutte le classi o tipi", o "tutti
nell'ambito di un certo tipo o classe".
Nella stessa lettera, scritta ovviamente dallo stesso
autore, leggiamo le espressioni molto conosciute del
capitolo 6 versetto 10: "L'attaccamento al denaro
infatti la radice di tutti i mali" (CEI) tradotta dalla
nostra Riveduta: " l'amore del denaro radice di ogni
specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono
sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori". Gli
studiosi moderni riconoscono che il termine "pas"
talvolta significa "tutti" e qualche volta "ogni specie",
in dipendenza dal contesto in cui si trova.
Menziono questo perch, quando esaminiamo 1
Timoteo 2:4, io credo che il termine "tutti" sia usato
nello stesso modo, in riferimento, cio, ad ogni specie
di uomini, e proprio sulla base del contesto in cui si
trova.
Ecco il brano di 1 Timoteo 2:1-4:
"Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si
facciano suppliche, preghiere, intercessioni,
ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e
per tutti quelli che sono costituiti in autorit,
affinch possiamo condurre una vita tranquilla
e quieta in tutta piet e dignit. Questo
buono e gradito davanti a Dio, nostro
Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini

96

siano salvati e vengano alla conoscenza della


verit".
Chi sono "tutti gli uomini" del versetto 1?
Si tratta di una questione molto importante perch io
credo che il "tutti gli uomini" del versetto 1 sia lo
stesso del versetto 4, dato che l'argomento non
cambia in alcun modo in questo brano.
Quando Paolo scrive: "Esorto dunque, prima di ogni
altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere,
intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini"
forse che chiede a Timoteo di procurarsi l'equivalente
di un libro del telefono e, partendo dall'alfa (la prima
lettera dell'alfabeto greco) arrivare fino all'omega
(l'ultima) e mettersi a fare suppliche, preghiere,
intercessioni, ringraziamenti per ogni singolo
individuo della citt... oppure, pi di quello, per tutto
il mondo? Non lo credo. Perch dico questo?
Perch Paolo qualifica il versetto 1 con il versetto 2
quando parla di re (i re sono tipi di uomini) e quelli
che sono costituiti in autorit (ancora dei tipi di
persone).
Perch dovremmo pregare per loro?
Uno dei motivi per i quali dovremmo pregare per loro
perch queste persone (re e quelli costituiti in
autorit) prendono delle decisioni che influiscono
sulla popolazione in generale. Se queste persone
hanno gli occhi aperti, essi non diventano persecutori
dei cristiani, ma metteranno in atto delle leggi che di
fatto pongono un freno al peccato, cosicch
"possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in
tutta piet e dignit". Dobbiamo pregare per le
autorit civili perch il buon governo pu significare
una certa misura di pace nella societ. Allora sar pi
facile diffondere l'Evangelo quando non vi
turbamento sociale.
97

Il testo pure indica un'altra ragione per cui dovremmo


pregare, cio che Dio desidera che tutti (tutti chi?) ogni tipo di persone, incluse quelle influenti e in
autorit nella societ - siano salvate.
Il suo messaggio a Timoteo era questo: Non pregate
solo per i contadini e la gente umile del popolo (quelli
che allora maggiormente venivano a Cristo), ma
ricordate di pregare per i re e per le stesse autorit
civili che stanno perseguitando i cristiani. Fate della
preghiera di questo tipo una priorit. Fatelo "prima di
ogni altra cosa". Prega per queste persone, Timoteo.
Fa' in modo che la Chiesa preghi per queste persone,
perch Dio desidera che ogni tipo di persone - anche
re ed imperatori - e l'lite della societ - persone di
ogni tipo, siano salvate.
Dobbiamo rammentarci che i primi cristiani
provenivano soprattutto dalle classi pi basse della
societ, e cos questo sarebbe stato per loro una
GRANDE notizia. Come Paolo scrive in un altro luogo,
in 1 Corinzi 1:26-29: "Infatti, fratelli, guardate la
vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti
secondo la carne, n molti potenti, n molti nobili; ma
Dio ha scelto le cose pazze del mondo per
svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli
del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le
cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le
cose che non sono, per ridurre al niente le cose che
sono, perch nessuno si vanti di fronte a Dio".
Torniamo ora al brano di 1 Timoteo 2, perch c'
ancora altro che dovremmo cogliervi. Normalmente, i
versetti che seguono al v. 4 non sono tenuti tanto in
considerazione, ma lo dovrebbero. La prima parola
stessa dopo il vers. 4 quello che traduciamo con:
"Infatti" (v. 5), una parola di connessione, che
congiunge quel che stato detto prima con quello che
segue.

98

Perch dobbiamo pregare per ogni tipo di uomini


affinch siano salvati e vengano alla conoscenza della
verit?
La risposta perch: "...c' un solo Dio e anche un
solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Ges
uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto
per tutti; questa la testimonianza resa a suo
tempo" (v. 5-6).
SE quel "tutti gli uomini" si riferisse a tutti gli abitanti
del pianeta terra, saremmo di fronte ad un grosso
problema teologico. Il dott. James White delinea
questo problema nel seguente modo:
"In primo luogo, se uno prende il "tutti gli uomini" del
v. 4 col significato di "tutti gli uomini
individualmente", non ne conseguirebbe per necessit
che Cristo deve essere pure mediatore per tutti gli
uomini? Se uno dice: "S, Cristo il mediatore di ogni
singolo essere umano", non ne conseguirebbe che
Cristo di fatto fallisce nel suo compito di mediatore
ogni qual volta una persona neghi la Sua opera
attraverso il proprio onnipotente atto di libero
arbitrio? Si potrebbe sperare che nessuno studioso
della Bibbia mai promuoverebbe una simile idea,
perch chiunque abbia familiarit del rapporto
esistente fra espiazione, mediazione ed intercessione
nella lettera agli Ebrei sa bene che fare una tale
affermazione capovolgerebbe l'intera argomentazione
di Ebrei 7-10. Per il momento, rileviamo
semplicemente come sia molto pi coerente con la
teologia biblica il riconoscere che Cristo media in
favore degli eletti e li salva perfettamente, piuttosto
che asserire che Cristo media per tutti.
Il secondo punto strettamente legato al primo: il
riscatto che Cristo offre nel sacrificio che Egli fa di S
stesso o salvifico oppure non lo . Se esso fosse
fatto in favore di tutti gli uomini, allora
99

inevitabilmente tutti gli uomini sarebbero salvati.


Ancora, per, vediamo com' molto pi coerente
riconoscere che lo stesso significato di "tutti gli
uomini" e "tutti" fluisce attraverso tutto il brano, e
quando guardiamo alle inappuntabilmente chiare
affermazioni della Scrittura al riguardo della fattiva
intenzione e risultato dell'opera di Cristo sulla croce,
vedremo come vi sia nessun altro mezzo coerente di
interpretare queste parole in 1 Timoteo (Dall'opera:
"La libert del vasellaio", p. 142).
Dobbiamo comprendere come la funzione o proposito
di un mediatore quella di mediare - venire in mezzo
a due parti estraniate l'una all'altra al fine di
riportarle assieme. Ora, se "tutti gli uomini" si
riferisse ad ogni singolo individuo sulla terra, allora,
in primo luogo, Cristo spesso fallisce nella Sua opera
di mediatore - perch la Scrittura rende chiaro che
l'ira di Dio senza alcun dubbio cadr su molti
all'inferno. In secondo luogo, saremmo lasciati con un
riscatto che, nel caso di quelli che finiscono
all'inferno, di fatto non paga per il loro peccato - essi
sono infatti ancora all'inferno che pagano per i loro
peccati. Se Cristo di fatto ha pagato per i peccati di
coloro che finiscono all'inferno, che cosa mai avrebbe
realizzato il sacrificio di Cristo per loro? La risposta
sarebbe proprio nulla. Saremmo lasciati con un
riscatto che di fatto non compie alcuna espiazione una semplice redenzione ipotetica che nella realt dei
fatti non consegue nulla per il peccatore perduto.
Saremmo cos lasciati con il Mediatore che fallisce nel
Suo compito e che fornisce una redenzione che di
fatto non redime proprio nulla. Esito perfino a
scrivere queste parole, talmente sono scandalose.
Questo, per, esattamente ci con il quale saremmo
lasciati se "tutti gli uomini" significasse tutti senza
eccezione.

100

Cristo, per, molto di pi che un Salvatore ipotetico.


Al contrario, Egli adempie alla profezia originale di
Matteo 1:21 quando l'angelo dice a Giuseppe: "Ella
partorir un figlio, e tu gli porrai nome Ges, perch
lui che salver il suo popolo dai loro peccati".
Proprio come Cristo, nella Sua Preghiera sacerdotale
rende chiaro che Egli stava pregando il Padre per un
popolo distinto, delle persone specifiche e non per
l'intero mondo: "Io prego per loro; non prego per il
mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perch sono
tuoi" (Giovanni 17:9) - cos Egli morto (lo stesso
giorno successivo) al fine di salvarle. Coloro per cui
ha pregato sono esattamente le stesse persone per le
quali Egli morto, ed ancora le stesse persone per le
quali Egli ora fa opera di mediazione alla presenza di
Dio. Egli il Sommo Sacerdote perfetto, il Salvatore
perfetto ed il Mediatore perfetto in favore del Suo
popolo, di coloro che Gli appartengono perch il
Padre glieli ha affidati.
Volgendoci ora ad un altro testo biblico, in Apocalisse
5, ci viene dato un altro scorcio profetico nel futuro
che ci rivela che cosa Ges, l'Agnello, abbia
conseguito di fatto nella Sua opera espiatoria sulla
croce. Egli non ha salvato "tutti" o reso la salvezza
"potenzialmente disponibile" a tutti. Egli ha compiuto
un'efficace opera espiatoria con il fine, l'obiettivo di
salvare persone specifiche. Che cos' che di fatto Egli
ha conseguito?
In Apocalisse 5:9, l'inno celeste risuona alla lode
dell'Agnello e dice: "Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli, perch sei stato immolato e hai
acquistato [di fatto] a Dio, con il tuo sangue, gente
[specifica] di ogni trib, lingua, popolo e nazione".
Notate in questo versetto le parole specifiche. Lo
esprime meglio la Nuova Diodati quando fa uso della
preposizione DA: "Tu sei degno di prendere il libro e

101

di aprirne i sigilli, perch sei stato ucciso, e col tuo


sangue ci hai comprati a Dio da ogni trib, lingua,
popolo e nazione", ma il significato chiaro ed lo
stesso. Il greco per "da" "ek", che significa "fuori
da" ogni trib, lingua, popolo e nazione; non tutti
senza eccezione, ma tutti senza distinzione.
Cito questo brano di Apocalisse 5 perch in perfetta
armonia con 1 Timoteo 2:4, che chiaramente insegna
come Dio desideri che tutti (i tipi di persone) siano
salvati e che giungano alla conoscenza della verit.
Attorno al Suo trono Dio avr rappresentata ogni
trib, lingua, etnia e nazione, che canter in onore
dell'Agnello che stato immolato per redimerli.
Alleluia! Che grande Salvatore!

102

Capitolo 11: Ma Matteo 23:37 non


dice forse...
Come forse avrete gi trovato dopo aver lottato con il
contenuto di questo libro, le tradizioni possono essere
molto forti. Non c' forse testo che pi di questo
possa riflettere la verit di questa affermazione.
Ho chiesto recentemente ad un gruppo di studio
biblico di adulti di aprire le loro bibbie a Matteo
23:37 e di seguirlo con me. Ho detto loro di ascoltare
le mie parole mentre ne leggevo il testo di fronte a
loro. Ho chiesto loro di prestare molta attenzione alle
mie parole perch li ho avvertiti che avrei apposta
fatto un piccolissimo cambiamento ed avrei omesso di
leggere ad alta voce da quel testo due parole. Ho
detto loro che volevo vedere se essi avessero potuto
identificare le due parole che io omettevo.
Ho letto il versetto ad alta voce come segue:
"Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i
profeti e lapidi quelli che ti sono mandati,
quante volte vi ho voluto raccogliere, come la
chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e
voi non avete voluto!".
Il gruppo rimasto in silenzio.
Poi ho ripetuto il processo. Completando la seconda
lettura ho guardato ed ho visto le teste di tutti
immersi nelle loro bibbie e nessuno intervenuto.
Nessuno ha detto una parola.
Ho aspettato altri venti secondi e poi ho detto "Va
bene, lasciate che lo legga ancora", ed ho ripetuto il
processo.
Che cos' successo poi?

103

Beh, anche se avevo loro detto di fare bene attenzione


alla mia omissione intenzionale, stato solo dopo la
mia quarta lettura di tutto quel versetto che un
individuo ha alzato la mano per indicare la risposta
corretta. Solo dopo la quarta volta uno di quegli adulti
ha rilevato il fatto che dalla lettura avevo omesso "i
tuoi figli".
Ho riconosciuto la risposta corretta e poi ho riletto il
testo esattamente come compare nella Bibbia, questa
volta sottolineando con la voce le parole che prima
avevo mancato di includere.
Matteo 23:37 di fatto dice:
"Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i
profeti e lapidi quelli che ti sono mandati,
quante volte ho voluto raccogliere I TUOI
FIGLI, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini
sotto le ali; e voi non avete voluto!".
Che differenza fanno nel testo quelle parole? Tutta la
differenza del mondo, come cercher di spiegare.
Perch ho condotto questo esercizio?
La risposta molto semplice. Volevo che essi
prendessero coscienza della potenza delle tradizioni.
Sono cos potenti che persino dopo averli preavvertiti,
spesso leggiamo il testo nel modo che abbiamo
sempre interpretato il testo, piuttosto che permettere
al testo di parlare di per s stesso. In questo breve ma
potente esercizio, io leggo il testo nel modo che la
gente l'ha di solito interpretato per tradizione, non
nel modo che di fatto il testo si esprime. E l'omissione
di quelle due parole cambia del tutto la sua
interpretazione.
In questo testo la maggior parte della gente presume
quattro cose:

104

1) Ges voleva salvare i Giudei ai quali stava


parlando.
2) Sebbene l'avesse desiderato, Egli non l'ha potuto
fare.
3) La ragione di questo era il loro rifiuto ostinato di
permettere di essere raccolti (Cristo voleva, ma loro
"non hanno voluto").
4) La conclusione: Affinch la Grazia di Dio raggiunga
i suoi obiettivi nella salvezza delle anime, essa
dipende dalla volont dell'uomo. Nonostante tutti i
tentativi di attirarli, la grazia di Dio non lha pu
vincere l'ostinata volont dell'uomo se l'uomo non
sceglie di cooperare. Dio spesso rimane frustrato nei
Suoi tentativi, che risultano quindi vani. Cristo ha
cercato di fare del Suo meglio per raccogliere questa
gente, fino al punto delle lacrime. Alla fine, per, la
resistenza umana ha impedito, bloccato la Sua
volont.
Quello che ora sto per dire vi potrebbe scioccare, ma
nessuno dei quattro presupposti che ho citato
valido, vero.
Quando guardiamo a quel testo, troviamo come il
contesto di quel brano che Ges sta proclamando un
giudizio di condanna sui capi del popolo ebraico. Si
potrebbe dire che in questo capitolo Ges pronuncia
le Sue parole di condanna pi dure che si trovano in
qualunque altro luogo dei quattro vangeli.
La domanda che dovremmo farci riguarda all'identit
di "Gerusalemme" qui nel testo. Sono molti a credere
che il termine si riferisca a ogni singolo individuo ed
abitante della citt. Questa interpretazione, per,
valida?
Il contesto mostra come Ges stia rivolgendo il Suo
discorso ai capi degli Ebrei. Dio ha mandato loro i
Suoi profeti ed essi (i capi religiosi) li hanno fatti
105

ammazzare. Ges poi fa una differenziazione fra il


popolo al quale Egli si rivolge e "i tuoi figli", quelli che
Egli cerca di raccogliere. "Gerusalemme", cos, si
riferisce ai capi religiosi della citt.
Spero che voi possiate vedere questo. Il popolo che il
Signore voleva raccogliere non lo stesso popolo che
"non voleva". No, Ges qui sta condannando i capi
religiosi e dice che Egli voleva raccogliere i loro figli
(quelli di cui loro avevano la cura spirituale). Essi,
per, (i capi), non volevano. I capi di fatto avevano
fatto tutto ci che era in loro potere per mettersi di
mezzo ed impedire che Ges raccogliesse quelli che
voleva raccogliere. Avevano gettato dubbi e sospetti
sul carattere di Ges ed avevano detto che i Suoi
miracoli erano attuati per mezzo della potenza di
satana. Essi poi avevano minacciato chiunque che
avesse confessato Ges come il Messia con
l'espulsione dalla sinagoga!
Questa esattamente la questione che Ges solleva
pochi versetti prima (v. 13) dove Egli dice: "Ma guai a
voi, scribi e farisei ipocriti, perch serrate il regno dei
cieli davanti alla gente; poich non vi entrate voi, n
lasciate entrare quelli che cercano di entrare".
In tutti i vangeli sinottici (Matteo, Marco, e Luca), le
parole di Cristo vengono riportate fedelmente. In
Matteo 18:6; Marco 9:42; e Luca 17:2 troviamo le
parole di Cristo in cui Egli censura i capi e dice loro
(quasi parola per parola): "Chi avr scandalizzato uno
di questi piccoli che credono in me, meglio per lui
sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da
mulino e fosse gettato in fondo al mare". Questi capi
religiosi erano gli stessi che avrebbero dovuto aiutare
quelli sotto la loro cura spirituale a riconoscere il
Messia quando sarebbe venuto. Essi avrebbero
dovuto condurre la parata nei termini di annunciare
la gioiosa notizia che Colui che da tempo stavano

106

aspettando era finalmente giunto. Al contrario, essi si


erano posti frontalmente in opposizione a Lui e
persino avevano cercato di ucciderlo. La loro colpa,
quindi, era immensa agli occhi di Dio.
Matteo 23:37 non parla della questione dell'elezione o
se oppure no la Grazia di Dio sia irresistibile per gli
eletti. Questo vuol dire equivocare completamente il
testo. Si tratta, al contrario delle parole di condanna
che Cristo rivolge agli scribi ed ai Farisei di
Gerusalemme: "Ho cercato di raccogliere i vostri figli,
ma voi non avete voluto". Quindi: guai a voi!
Una parola finale prima di procedere. Qualcuno
potrebbe sollevare un'obiezione dire: "Cos, siamo
d'accordo che Ges cercava di raccogliere i figli ed i
padri spirituali della citt non Glielo permettevano.
Non quindi chiaro che la volont di Dio sia stata
contrastata con successo, non per volont dei figli, ma
per la volont dei capi, e non ne consegue forse che la
volont a salvare di Dio pu essere pregiudicata?".
Tutto ci che posso dire : "No, non significa affatto
quello". Il testo non pu essere usato per sostanziare
una tale argomentazione, e questo perch la
questione se Ges abbia o no fallito di raccogliere
quelle persone, non semplicemente sollevata qui.
Dovreste essere impegnati in una totale eisegesi
(imporre al testo una lettura che gli estranea) per
giungere ad una tale idea. Questo concetto non solo
NON esplicitamente affermato, ma neanche lo
implicitamente - questo ci che voglio affermare con
forza.
Ci che il testo insegna che Cristo desiderava
raccogliere i figli dei capi e che i capi non volevano
che questo avvenisse, e questo il motivo per il quale
sono sotto la giusta condanna di Dio. Il testo non dice
assolutamente nulla al riguardo se Ges avesse fallito

107

nel raccogliere i figli che Egli desiderava.


Assolutamente nulla!
Noi dovremmo fondare il nostro pensiero su
affermazioni chiare ed esplicite della Scrittura - cose
che vi sono derivate esegeticamente (dal testo stesso
della Scrittura). Al riguardo di questa questione, Ges
parla in termini molto chiaro quando afferma: "Tutti
quelli che il Padre mi d verranno a me; e colui che
viene a me, non lo caccer fuori" (Giovanni 6:37). E'
una frase di grande conforto. Egli dice: "Tutti", non
"alcuni", e neanche "la maggior parte", ma TUTTI
quelli che il Padre mi d verranno a me.
Nota:
La TILC traduce erroneamente, con lo stesso
pregiudizio, quando afferma: "Gerusalemme!
Gerusalemme! Tu che metti a morte i profeti e uccidi
a colpi di pietra quelli che Dio ti manda! Quante volte
ho voluto riunire i tuoi abitanti attorno a me, come
una gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi
non avete voluto".

108

Capitolo 12: Ma 1 Timoteo 4:10 non


dice forse...
Questo un versetto che viene spesso addotto come
obiezione alla Sovranit di Dio nell'Elezione.
"(infatti per questo fatichiamo e combattiamo):
abbiamo riposto la nostra speranza nel Dio
vivente, che il Salvatore di tutti gli uomini,
soprattutto dei credenti" (1 Timoteo 4:10).
Ha avuto molte interpretazioni. Eccone alcune:
(1) UNIVERSALISMO. Gli universalisti interpretano
questa frase, che Dio "il Salvatore di tutti gli
uomini", per significare che tutti saranno salvati.
Questo contrario ad ogni sana dottrina e, di fatto,
stato da sempre considerato nella Chiesa come
un'eresia. I proponenti di quest'idea mettono in
rilievo l'amore di Dio come primo e principale
attributo di Dio ad esclusione di tutti gli altri, come la
Sua Santit e la Sua Giustizia. Quest'eresia
facilmente confutabile dato che la Bibbia rende molto
chiaro che vi saranno persone che finiranno
all'inferno per sempre. (Apocalisse 14:9-11; 20:15;
Matteo 5:21-22, 27-30; 23:15,33; 25:31-46).
(2) ARMINIANISMO. Gli arminiani normalmente
interpretano questo versetto per dire che Dio vuole
salvare tutti ma che il Suo desiderio spesso
frustrato dall'ostinato libero arbitrio dell'uomo.
Notate che il versetto non dice che Egli vuole salvare,
ma che di fatto salva: Egli di fatto il Salvatore
(almeno in qualche senso) di tutti gli uomini, non
semplicemente un Salvatore potenziale.
Inoltre, secondo Isaia 46:10, la volont di Dio non
mai frustrata. Egli realizza sempre quello che si
propone di fare.

109

(3) UNA VARIANTE DI ARMINIANISMO. Dio il


Salvatore di tutti, ma sebbene tutti possano essere
salvati, lo sono di fatto solo i credenti. Questo, per,
ancora, non ci che dice il testo.
(4) LA CONCEZIONE RIFORMATA - Dio il
Salvatore di tutti gli uomini (in un senso) e
specialmente di coloro che credono (in un altro
senso). Perch quest'ultima la sola interpretazione
corretta?
Beh, se ci mettiamo a studiare i termini "salvezza" e
"Salvatore" nella Bibbia, troveremo che comportano
molte sfumature - molti diversi modi in cui Dio salva.
L'aspetto pi importante della salvezza : essere
salvati dall'ira di Dio (Romani 5:6-9), ma la salvezza
pure include l'essere salvati dai propri nemici (Salmo
18:3); preservazione (Matteo 8:25); guarigione fisica
(Matteo 9:22; Giacomo 5:15), ecc. Quando, in Atti
27:22,31 ,44, si parla del naufragio della nave sulla
quale era imbarcato l'apostolo Paolo, si dice che Dio
abbia salvato (la vita) non solo sua, ma anche quella
di tutti coloro che erano a bordo con lui. Vi sono
numerosi modi in cui pu avvenire la "salvezza".
Questo meriterebbe uno studio biblico specifico.
Quando studiamo il significato del termine
"Salvatore" (in greco soter) nella versione dei
Settanta (la traduzione dell'Antico Testamento in
Greco) vediamo come questa parola sia usata in modo
assai meno grandioso di quello che siamo abituati ad
attribuirgli. Un esempio il giudice Otniel chiamato
Soter (Salvatore) o liberatore perch ha liberato gli
israeliti dalle mani del re della Mesopotamia (Giudici
3:9). 2 Re 13:5 parla di Dio che d ad Israele un
"Salvatore" cos che essi possano essere liberati dalle
mani dei Siriani. I Giudici di Israele erano "salvatori",
come afferma Neemia 9:27 "Perci tu li hai messi in
mano ai loro nemici, che li hanno oppressi; ma al

110

tempo della loro afflizione essi hanno gridato a te, e


tu li hai esauditi dal cielo; e, nella tua immensa
misericordia, hai dato loro dei liberatori, che li hanno
salvati dalle mani dei loro nemici".
Si potrebbe dire molto di pi per dare sostanza a
quest'idea di un salvatore, ma io penso che quanto
abbiamo detto qui provi il punto in questione. Dio
provvede cibo (Salmo 104:27-28), luce del sole e
pioggia (Matteo 5:45), come pure vita e respiro a
tutte le cose (Atti 17:25), perch "in lui viviamo, ci
muoviamo, e siamo" (Atti 17:28).
Dio preserva, libera e supplisce ai bisogni di tutti
coloro che vivono in questo mondo, ed in questo
senso che Egli estende loro la Sua grazia. Come ho
gi detto nel capitolo: Un buon posto da cui partire Sorpreso dalla grazia comune, si tratta di una "grazia
comune" solo nel senso che tutti la ricevono. Questa
grazia di fatto gi dovrebbe essere per noi fonte di
stupefazione ed ammirazione, perch Dio non
obbligato a dare nulla a nessuno. Dio sostiene la vita
anche dei Suoi peggiori nemici, e spesso per molte
decine d'anni! Per quanto, per, essa possa essere
meravigliosa, si tratta solo di una grazia temporanea
perch tutte le persone non rigenerate alla fine
moriranno e dovranno affrontare il Giudizio di Dio
(Ebrei 9:27).
Io credo che 1 Timoteo 4:10 insegni che Dio il
Salvatore (soter - preservatore, sostenitore e
liberatore) di tutti gli uomini, di ciascuna creatura
umana, che manifesta a tutti la Sua misericordia ogni
giorno della loro vita, ma specialmente a coloro che
credono (e che ricevono piena salvezza dalla Sua ira
come pure ricevono in Cristo vita eterna.

111

Capitolo 13: Ma Giovanni 12:32 non


dice forse...
In un capitolo precedente abbiamo gi discusso
brevemente Giovanni 6:34-45. In quel brano,
l'insegnamento di Ges potrebbe essere riassunto
come segue:
Fintanto che non sia concesso [che Dio non lo
conceda ad una persona in modo specifico], nessuno
pu venire a Cristo. Tutti coloro ai quali questo
stato accordato, saranno attratti [tratti] a Cristo e [di
fatto] verranno a Cristo, e tutti questi saranno fatti
risorgere a vita eterna l'ultimo giorno.
Stando cos le cose, che significa Giovanni 12:32,
dove Ges dice: "...e io, quando sar innalzato dalla
terra, attirer tutti a me"?
Quel che ora sto per dire vi potrebbe sorprendere, ma
come ho cercato di spiegarvi altrove, il termine "tutti"
nella Bibbia ha un certo numero di significati diversi.
Noi tendiamo a presumere che quando Ges parla di
attirare "tutti", Egli si riferisca ad ogni singolo
individuo del pianeta. Beh, quello potrebbe talvolta
essere cos, ma il CONTESTO dove troviamo questa
frase che ci pu dire se questa supposizione sia
corretta oppure mal-riposta.
Anche oggi facciamo uso dei termini "tutti" o "ogni" in
molti modi diversi. Quando un insegnante in una
classe chiede: "Siamo tutti qui?", oppure "Tutti stanno
ascoltando?", comprendiamo che egli non stia
parlando di ciascuno dei sette miliardi e pi di
persone che ci sono sul pianeta, ma degli studenti che
compongono quella classe. Quando si usa la parola
"tutti", essa usata in un certo contesto.
In questa illustrazione, il "tutti" si pone nel contesto
di un'aula scolastica, e non include tutti i giocatori di
calcio in Islanda, "tutti" i dentisti della Danimarca,
112

oppure tutti i commercianti di tappeti della Georgia.


Strappare quel "tutti" fuori dal suo contesto e dire
che quell'insegnante si riferiva a tutti gli abitanti del
mondo, significa equivocare del tutto il modo in cui
quella parola stata usata.
Cos, in che modo potremmo comprendere la natura
di quell'attirare in Giovanni 12:32? Chi sono
esattamente quelli che vengono attirati?
La risposta la troviamo smettendo di essere pigri,
impegnandoci in uno studio serio e permettendo alla
Scrittura di mettere in questione le nostre tradizioni, i
nostri presupposti non pertinenti.
Se allora la nostra comprensione del contesto gioca
un ruolo cos importante nella corretta
interpretazione del testo, qual esattamente il
contesto di Giovanni 12? Beh, si tratta di un contesto
diverso da quello che troviamo in Giovanni 6. In
Giovanni 12, dei Greci (o Gentili) stavano
accostandosi a Ges e credendo in Lui.
Giovanni 12:20-22 "Or tra quelli che salivano alla
festa per adorare c'erano alcuni Greci. Questi
dunque, avvicinatisi a Filippo, che era di Betsida di
Galilea, gli fecero questa richiesta: Signore,
vorremmo vedere Ges. Filippo and a dirlo ad
Andrea; e Andrea e Filippo andarono a dirlo a Ges".
Il dott. James White, nel suo libro "La libert del
vasaio" (p. 163), descrive quel contesto come segue:
Giovanni 12 racconta degli avvenimenti finali del
ministero pubblico di Ges. Dopo questo particolare
avvenimento, il Signore si ritira in un periodo di
ministero privato verso i Suoi discepoli poco prima di
andare alla croce. Le parole finali del ministero
pubblico di Ges sono sollecitate dall'arrivo di certi
Greci che vogliono incontrare Ges. Quest'importante
volgere degli avvenimenti sta all'origine
113

dell'insegnamento che segue. Ora Ges viene cercato


da non-giudei, dei Gentili. E' proprio quando Ges
viene informato di questo, che dice: "L'ora venuta,
che il Figlio dell'uomo dev'essere glorificato" (23). E'
dunque questo il contesto che ci conduce alle parole
di Ges del versetto 32-33.
"Ora, l'animo mio turbato; e che dir? Padre,
salvami da quest'ora? Ma per questo che sono
venuto incontro a quest'ora. Padre, glorifica il tuo
nome!. Allora venne una voce dal cielo: L'ho
glorificato, e lo glorificher di nuovo!. Perci la folla
che era presente e aveva udito, diceva che era stato
un tuono. Altri dicevano: Gli ha parlato un angelo.
Ges disse: Questa voce non venuta per me, ma
per voi. Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora
sar cacciato fuori il principe di questo mondo; e io,
quando sar innalzato dalla terra, attirer tutti a me.
Cos diceva per indicare di qual morte doveva
morire".
Io credo che nel suo contesto, quel "tutti" si riferisca
a Giudei e Gentili assieme, non a ciascun individuo o
persona sulla terra. Attraverso la Sua opera sulla
croce, Ges attirer a S da ogni nazione ogni tipo di
persone, incluse quelle che non sono incluse dal Patto
al quale legato Israele. Dobbiamo tenere a mente
che questo allora era un pensiero estremamente
radicale per i Giudei che Lo ascoltavano pronunciare
queste parole.
Follia o pietra di scandalo?
Guardiamo la questione da un altro angolo e
facciamoci la domanda: "E' vero che tutti sulla terra
sono attirati alla croce?". E' forse quello che la Bibbia
veramente insegna sulla croce?
Che cosa dice la Scrittura? Dice che per i Gentili la
croce una follia e che per i Giudei cosa
114

scandalosa. 1 Corinzi 1:22-24 "Giudei infatti chiedono


miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi
predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei
scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che
sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci,
predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio".
Domanda: "Chi che considera la croce come
qualcosa di diverso da una follia o uno scandalo?".
Risposta: "Quelli che sono chiamati ... tanto Giudei
quanto Greci" (Per "Greci" qui si intende "Gentili").
Ancora una volta, citando il dott. White:
Per chi Cristo potenza e sapienza di Dio? Per "i
chiamati". Che cos' la predicazione della croce per
quelli che non sono chiamati? Qualcosa che li attira o
qualcosa che li respinge? La risposta ovvia. La croce
di Cristo per il mondo una follia. Queste
considerazioni, insieme al contesto immediato dei
Gentili che cercano Cristo, rendono chiaro che
quando Cristo innalzato sulla croce, Egli attirer a
S tutti, sia Giudei che Gentili. Questo lo stesso che
dire che Egli possiede pecore che non sono di
quell'ovile (Giovanni 10:16), i Gentili, che diventano
un corpo solo in Cristo (Efesini 2:13-16).
Se noi presumessimo che Dio stia attirando ogni
singolo individuo del pianeta, incontreremmo un
problema di notevole entit quando usiamo questo
per interpretare Giovanni 12:32 (fuori da questo
contesto) e poi cerchiamo di comprendere alla sua
luce il significato di "attirare" in Giovanni 6:44.
Consideriamo pure che noi avremmo bisogno di
dimostrare che il semplice termine "attirare" DEVE
avere esattamente lo stesso significato ed oggetti in
entrambi i contesti - qualcosa che non ritengo proprio
possibile fare.
Qual il problema?
115

Beh, se facciamo questo, finiamo solo per ammettere


la dottrina non biblica dell'universalismo (tutti
verranno salvati).
Perch? Perch Ges dice in Giovanni 6:44 "Nessuno
pu venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha
mandato; e io lo risusciter nell'ultimo giorno". Colui
che qui viene attirato pure fatto risorgere a vita
eterna. Se tutti sulla terra fossero attirati, allora tutti
sarebbero salvati, il che, sono sicuro che ne
converrete, non si tratta di una posizione biblica,
perch le Scritture insegnano chiaramente che non
tutti erediteranno la vita eterna.
Pi che risolvere la questione, questa interpretazione
causa gravi problemi e di fatto pregiudica la verit
dell'Evangelo. Credo quindi che dobbiamo scartare
del tutto questo presupposto, ed interpretare
entrambi i brani nel loro contesto biblico. Risultato ne
sar una rivelazione coerente dei propositi sovrani di
Dio nell'attirare a S i Suoi eletti, per i Suoi propositi,
sia Giudei che Gentili, da ogni trib, popolo, lingua e
nazione.

116

Capitolo 14: Che dire sulla


Riprovazione?
Il XVI secolo stato famoso almeno per due
monumentali avvenimenti: la Riforma protestante e la
Rivoluzione copernicana. Senza dubbio avete udito
della Riforma, dove uomini come Martin Lutero sono
stati suscitati da Dio per riportare la Chiesa all'unico
e vero Evangelo biblico. Con i Riformatori protestanti
del passato e con la sola Scrittura come unico nostro
sicuro fondamento, noi affermiamo che la
Giustificazione per Grazia soltanto, attraverso la
sola Fede, grazie a Cristo soltanto, ed unicamente per
la gloria di Dio.
Nel 1543 Nicol Copernico pubblica il suo trattato De
Revolutionis Orbium Coelestium (La rivoluzione delle
sfere celesti) dove presenta una nuova visione del
mondo: il modello eliocentrico (il sole sta al centro).
Prima di Copernico la gente credeva che la terra
stesse al centro dell'universo, ma Copernico era stato
in grado di provare che non era cos, che il sole, e non
la terra, che sta al centro del sistema solare. Questa
scoperta tale da scuotere sia il mondo scientifico
che religioso. Le conseguenze di questa scoperta sono
drammatiche. La nostra concezione del mondo stata
cambiata per sempre.
La teoria di Copernico all'inizio non riscuote molta
popolarit. Anche se il trattato che ne parla era stato
dedicato al Papa, essa viene considerata eretica sia
rispetto ai criteri della scienza di allora che della
religione. Un tale pensiero (che la terra non stia al
centro dell'universo) si era rivelato cos oltraggioso
che molti scienziati e, tristemente, molti teologi, si
erano rifiutati persino di guardare nel telescopio di
Copernico, tanto le tradizioni umane, sia nel campo
della scienza che della religione, erano cos forti.
117

Eppure Copernico aveva ragione, e la sua scoperta


rivoluzionaria era necessaria se si voleva progredire.
Io credo che anche nella Chiesa oggi sia necessaria
un'identica rivoluzione. Quel che era riconosciuto
dalle generazioni passate andato in gran parte
perduto nella Chiesa moderna. L'Evangelo biblico lo
si sente sempre pi di rado. Certo, alcuni suoi
elementi sono rimasti, ma i fatti dell'Evangelo sono
presentati in maniera antropocentrica (con al centro
l'uomo) e non in maniera teocentrica (con al centro
Dio). Uno dei bisogni pi urgenti dei nostri giorni
che di fatto la Chiesa ha bisogno di essere
evangelizzata un'altra volta! Noi, la Chiesa, abbiamo
bisogno di udire un Evangelo fondato sulla Bibbia ed
incentrato in Dio ed in Cristo. Abbiamo bisogno
d'udire di Dio com'Egli realmente e dell'Evangelo
della Grazia di Dio in Ges Cristo com'esso
realmente! E tutto questo parte dal comprendere che
Dio sta al centro e non noi.
L'uomo naturale cos ostile verso Dio che se potesse
Lo ucciderebbe, anche se questo potesse significare
la fine della propria esistenza. Egli pure odia il fatto
che Dio sovrano. Quando parlo di sovranit di Dio,
intendo dire che Egli fa quel che vuole, quando vuole
e nel modo che vuole senza dover chiedere il
permesso ad alcuno.
Jonathan Edwards cos ricorda la propria esperienza:
"Sin dalla mia infanzia, la mia mente stata
sempre piena di obiezioni alla dottrina della
sovranit di Dio. Mi sempre sembrata una
dottrina orribile. Pure ricordo molto bene il
tempo in cui sono stato persuaso e pienamente
soddisfatto di questa sovranit di Dio e della
Sua giustizia allorch Egli dall'eternit ha
disposto quanto riguarda gli uomini, secondo il
Suo sovrano beneplacito. E' allora che la mia

118

mente ha conosciuto un meraviglioso


cambiamento, rispetto a questa dottrina. La
mia mente in essa ha trovato riposo e hanno
trovato fine tutti i miei cavilli ed obiezioni.
L'assoluta sovranit di Dio ci di cui la mia
mente ora sicura. Dal momento della mia
prima persuasione, per, ho avuto, rispetto ad
allora, un altro senso della sovranit divina.
Non solo una persuasione, ma una piacevole
persuasione. Quella dottrina mi apparsa
estremamente piacevole, chiara e dolce.
L'assoluta sovranit ci che io amo attribuire
a Dio. La mia prima persuasione, per, non era
cos".
In un altro luogo, egli scrive:
"Quando gli uomini sono decaduti, e sono
diventati peccaminosi, Dio, con la Sua
sovranit, ha il diritto di determinare sulla loro
redenzione come a Lui piace. Egli ha il diritto
di determinare se ne redimer qualcuno oppure
no. Egli avrebbe potuto, se lo avesse voluto,
lasciare che tutti perissero o avrebbe potuto
redimerli tutti. Oppure redimere alcuni e
lasciare gli altri. E se lo fa, Egli pu prendere
chi vuole e lasciare chi vuole. Supporre che
tutti si sono pregiudicati il Suo favore e
meritano di perire, e supporre che Egli possa
lasciare che qualcuno di loro non perisca,
implica una contraddizione, perch suppone
che quel tale abbia un qualche diritto al favore
di Dio, e non sia giustamente passibile di
perire, il che contrario alla supposizione. E'
giusto che Dio ordini queste cose secondo il
Suo beneplacito. In ragione della Sua
grandezza e gloria, per la quale Egli
infinitamente al di sopra di tutti, Egli degno
di essere sovrano, e che in ogni cosa Egli faccia
119

ci che Gli piace. Egli degno di rendere S


stesso il proprio fine e che Egli non renda altro
che la Sua propria sapienza Sua regola nel
perseguire quel fine senza che debba chiedere
consiglio a nessuno e senza che debba rendere
conto a nessuno di quel che Egli fa. E' del tutto
appropriato che Colui che assolutamente
perfetto ed assolutamente savio, e fonte stessa
di ogni sapienza, determini ogni cosa secondo
la Sua propria volont, anche le cose della pi
grande importanza. E' giusto che Egli sia
sovrano in questo modo, perch Egli l'Essere
primo da cui proviene ogni altra cosa. Egli il
Creatore di tutte le cose e tutto
assolutamente ed universalmente dipendente
da Lui. Quindi del tutto giusto che Egli agisca
come sovrano possessore del cielo e della terra.
(da "La giustizia di Dio nella dannazione dei
peccatori").
C. H. Spurgeon cos predicava:
"Non c' attributo di Dio che sia di maggior
conforto ai Suoi figlioli che la dottrina della
Sovranit di Dio. Nelle circostanze pi avverse,
nelle afflizioni pi grandi, essi credono che ad
ordinare le loro afflizioni sia stata la Sua
sovranit, che la Sua sovranit le sovrasta e
che la Sovranit le santifichi tutte. Non c'
nulla per cui i figlioli di Dio dovrebbero
maggiormente sostenere di fronte ai suoi
avversari che il dominio del loro Padrone su
tutta la terra - la regalit di Dio su tutte le
opere delle Sue mani, il trono di Dio ed il Suo
diritto di sedere su quel trono. D'altro canto,
non c' dottrina pi odiata di questa dai figli di
questo mondo, nessuna verit che pi di questa
sia stata presa a calci come la grande,
stupenda e pi che certa dottrina della
120

sovranit dell'infinito Jahweh. Gli uomini


permetterebbero a Dio di essere dovunque,
eccetto che sul Suo trono". (Sermone "La
Sovranit Divina" del 4 maggio 1856 alla New
Park Street Chapel, Soutwark).
In Isaia 46:8-10 Dio dichiara: "Ricordatevi di questo e
mostratevi uomini! O trasgressori, rientrate in voi
stessi! Ricordate il passato, le cose antiche; perch io
sono Dio, e non ce n' alcun altro; sono Dio, e
nessuno simile a me. Io annuncio la fine sin dal
principio, molto tempo prima dico le cose non ancora
avvenute; io dico: Il mio piano sussister, e metter a
effetto tutta la mia volont". Dio consegue tutto ci
che Egli si proposto di fare. I suoi piani non possono
mai essere impediti o frustrati.
All'uomo naturale non solo non piace questa dottrina,
ma verso di essa nutre un odio profondo tanto da
immaginare di potersene vendicare. Come disse J. C.
Ryle, "Di tutte le dottrine della Bibbia, nessuna
cos offensiva alla natura umana come la
dottrina della Sovranit di Dio" (Commentario su
Luca 4:22-33, cfr. www.gracegems.org).
l'uomo che vuole essere in controllo delle cose. Egli
vuole essere padrone del proprio destino. Egli odia
dover ammettere il fatto che Dio sieda sul Suo trono e
che un giorno dovr rendere conto di s stesso a Lui.
Pi ancora di questo l'uomo odia dover essere
impotente ad impedire che si realizzino i propositi
ultimi di Dio. L'idea ripugnante per "l'uomo
autonomo", governato, come egli suppone, dal proprio
"libero arbitrio".
Nonostante questo, il fatto rimane che Dio in
controllo di ogni cosa. L'uomo non al centro
dell'universo, ma Dio! E' tempo per la Chiesa di far
risuonare ancora questa verit! "Perch da lui, per
mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la
121

gloria in eterno. Amen" (Romani 11:36). Ogni cosa


avviene "secondo il proposito di colui che compie ogni
cosa secondo la decisione della propria
volont" (Efesini 1:11).
Proprio come l'umanit doveva riaggiustare le proprie
idee secondo la scoperta di Copernico, noi abbiamo
bisogno di riaggiustare il nostro pensiero secondo i
fatti della Scrittura. Dio sovrano! Le cose stanno
cos ed in nessun altro modo! Dio sovrano in ogni
cosa, incluso il modo con il quale Egli dispensa la Sua
grazia. I Riformatori dichiaravano: "Sola Gratia" (per
la sola Grazia), e con quella dichiarazione essi
intendevano grazia all'inizio, grazia alla fine, grazia
nel mezzo, grazia che non fallisce, grazia senza
mescolanza alcuna, grazia senza aggiunte, grazia che
non ammette alcuna base per il nostro proprio vanto,
grazia che preclude ogni motivo di gloria, se non nel
Signore. Cos come molti ai tempi di Copernico si
erano rifiutati di guardare nel suo telescopio, molti,
nel nostro tempo, rifiutano di guardare alle Scritture.
Che questo non sia per voi e per me.
Quando si parla della riprovazione, non c' alcun
dubbio che si tratta non semplicemente di una
questione intellettuale, ma di una questione di grande
carica emotiva. E' cos tanto da rendere molto difficile
per chiunque fra noi di considerarla in modo anche
solo vagamente oggettivo. E' cos perch questa
questione ha a che fare con gente concreta che deve
affrontare un'eternit di estremo castigo sotto la
mano del Giudizio di Dio. E' una questione
estremamente difficile per tutti noi da affrontare
emozionalmente. Detto questo, cerchiamo almeno di
guardare a questa questione attraverso le lenti della
Bibbia (che cosa Dio ci rivela al riguardo).
Ecco che cosa sappiamo. Tutti i cristiani che credono
alla Bibbia affermano che Dio conosce la fine fin

122

dall'inizio e che quindi ha una conoscenza completa


del futuro. Quindi, Egli crea persone che sa benissimo
finiranno un giorno all'inferno. Non c' modo di
evitare questa conclusione.
Indubbiamente Dio conosce quelle che sono le Sue
pecore e quelle che non Gli appartengono (vedasi
Giovanni 10:25-26) e ci sono testi biblici che parlano
esplicitamente della predestinazione e della
riprovazione. Uno di questi, per esempio, 1 Pietro
2:8: "Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella
parola; e a questo sono stati anche destinati".
Anche coloro che credono sono a questo predestinati.
Atti 13:48 dice: "Gli stranieri, udendo queste cose, si
rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti
quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero".
Al riguardo della Bestia in Apocalisse ci vien detto:
"L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi
non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel
libro della vita dell'Agnello che stato
immolato" (Apocalisse 13:8).
Questo versetto soltanto sufficiente per risolvere la
questione. Dio conosce l'identit di coloro che
adoreranno la Bestia (e che quindi si avviano verso
l'eterna perdizione) e Dio lo sapeva prim'ancora che il
mondo stesso fosse creato.
Ancora una volta possiamo mettere questo in
contrasto con i discepoli ai quali Ges dice di
rallegrarsi perch i loro nomi sono scritti in cielo
(Luca 10:20) e con coloro che lavoravano accanto
all'apostolo Paolo: "S, prego pure te, mio fedele
collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che
hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente
e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro
della vita" (Filippesi 4:3).

123

Indubbiamente la dottrina della divina


Predestinazione ha l'altra faccia della medaglia:
quella della Riprovazione. Ecco un estratto dal libro
di Lorraine Boettner: "La Dottrina riformata della
Predestinazione".
Il comando di Cristo rivolto agli empi nel Giudizio
finale: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno,
preparato per il diavolo e per i suoi angeli!" (Matteo
25:41) il decreto di riprovazione pi forte che si
potrebbe immaginare ed lo stesso in principio, sia
che sia stato emesso nel tempo che nell'eternit. Ci
che giusto per Dio fare nel tempo, non sbagliato
per Lui includerlo nel Suo piano eterno. In
un'occasione Ges stesso dichiara: "Io sono venuto in
questo mondo per fare un giudizio, affinch quelli che
non vedono vedano, e quelli che vedono diventino
ciechi" (Giovanni 9:39). In un'altra occasione dice:
"Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della
terra, perch hai nascosto queste cose ai sapienti e
agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli" (Matteo
11:25).
E' difficile per noi renderci conto che l'adorabile
Redentore e solo Salvatore degli uomini, sia per
alcuni una tale pietra di inciampo, eppure quello ci
che le Scritture dichiarano a Suo riguardo. Persino
prima della Sua nascita era stato detto di Lui: "Ecco,
costui posto per la caduta e per l'innalzamento di
molti in Israele e per essere segno di
contraddizione" (Luca 2:34). Quando poi nella Sua
preghiera di intercessione, nel Giardino del
Getsemani, dice: "Io prego per loro; non prego per il
mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perch sono
tuoi" (Giovanni 17:9), i non eletti vengono
chiaramente ripudiati.

124

Ges stesso dichiara che una delle ragioni per le quali


Lui stesso parla in parabole che la verit fosse
nascosta da coloro per i quali non era intesa.
Lasciamo che la storia sacra parli da s stessa:
"Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero:
Perch parli loro in parabole? Egli rispose loro:
Perch a voi dato di conoscere i misteri del regno
dei cieli; ma a loro non dato. Perch a chiunque ha
sar dato, e sar nell'abbondanza; ma a chiunque non
ha sar tolto anche quello che ha. Per questo parlo
loro in parabole, perch, vedendo, non vedono; e
udendo, non odono n comprendono. E si adempie in
loro la profezia d'Isaia che dice:"Udrete con i vostri
orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri
occhi e non vedrete; perch il cuore di questo popolo
si fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e
hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere
con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di
comprendere con il cuore e di convertirsi, perch io li
guarisca" (Matteo 10:13-15; Isaia 6:9-10).
In queste parole abbiamo un'applicazione di quanto
Ges dice: "Non date ci che santo ai cani e non
gettate le vostre perle davanti ai porci, perch non le
pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi
sbranino" (Matteo 7:6). Chi afferma che Ges abbia
voluto destinare la Sua verit salvifica a tutti
contraddice palesemente ci che dice Cristo
stesso. Per il non-eletto la Bibbia un libro
sigillato ed solo al vero cristiano che dato di
vedere e di comprendere queste cose. Tanto
importante questa verit che lo Spirito Santo si
compiaciuto di ripetere questo versetto di Isaia nel
Nuovo Testamento per ben sei volte: Matteo 13:1415; Marco 4:12; Luca 8:10; Giovanni 12:40; Atti
28:27; Romani 11:9-10.

125

Romani 9 ci spiega perch Dio voglia mai creare delle


persone pur sapendo che il loro destino finale sar
l'eternit all'inferno - per dimostrare la Sua ira e per
rendere noto il suo potere (vedasi passi qui sotto).
Questo non ci sar mai "digeribile" fintanto che il
nostro punto di partenza nel perseguire la verit sia
l'uomo e i suoi sentimenti, perch persino come
uomini e donne redenti sentiamo pi simpatia per i
nostri compagni peccatori che per la santit e
giustizia di Dio.
Pensateci per un attimo e credo che la cosa vi
colpisca al cuore stesso, perch di fatto abbiamo
molto pi in comune, mettiamo, con Hitler e con
Stalin che con la maest, santit e gloria
dell'onnipotente Iddio e questo fatto stesso rivela
quanto profondo sia il nostro degrado morale e
spirituale.
MA, se facciamo un grande spostamento di
paradigma e vediamo la vita, l'universo e tutto il resto
dal punto di vista della giustizia di Dio, tanto da
glorificare in ogni suo attributo, allora tutto
comincer ad avere senso perfetto.
Io credo che con delle menti che siano totalmente
santificate in Cielo, noi ci rallegreremo che la
giustizia di Dio sia completamente glorificata. Qui
per, la nostra natura decaduta ci fa rabbrividire che
degli essere umani come noi, per quanto cattivi siano,
debbano patire il giudizio di Dio per tutta l'eternit
sapendo che Dio gi sapeva, anzi, aveva determinato
che quella sarebbe stata la fine di quella particolare
creatura prima ancora che fosse portata all'esistenza.
Da questa parte del cielo molto duro vedere come il
desiderio di Dio di rendere manifesti i Suoi attributi
come Rettitudine, Giustizia ed Ira, sia una valida
ragione per la quale fa come fa. In Cielo, per, con

126

menti glorificate e santificate, non avremo pi


problemi al riguardo.
Io penso che il seguente brano di Romani 9 mostri
chiaramente come sia perfettamente giusto che Dio
manifesti i Suoi attributi persino nella dannazione di
"vasi d'ira preparati per la dannazione" proprio come
fa nel redimere i "vasi di misericordia". E' certo che
Dio pensa in questo modo:
"Che diremo dunque? Vi forse ingiustizia in
Dio? No di certo! Poich egli dice a Mos: Io
avr misericordia di chi avr misericordia e
avr compassione di chi avr compassione.
Non dipende dunque n da chi vuole n da chi
corre, ma da Dio che fa misericordia. La
Scrittura infatti dice al faraone: Appunto per
questo ti ho suscitato: per mostrare in te la mia
potenza e perch il mio nome sia proclamato
per tutta la terra. Cos dunque egli fa
misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole.
Tu allora mi dirai: Perch rimprovera egli
ancora? Poich chi pu resistere alla sua
volont?. Piuttosto, o uomo, chi sei tu che
replichi a Dio? La cosa plasmata dir forse a
colui che la plasm: Perch mi hai fatta
cos?. Il vasaio non forse padrone dell'argilla
per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso
nobile e un altro per uso ignobile? Che c' da
contestare se Dio, volendo manifestare la sua
ira e far conoscere la sua potenza, ha
sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira
preparati per la perdizione, e ci per far
conoscere la ricchezza della sua gloria verso
dei vasi di misericordia che aveva gi prima
preparati per la gloria, cio verso di noi, che
egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma
anche fra gli stranieri?" (Romani 9:14:24).

127

Chiunque faccia fatica ad accettare questo concetto


comprendo che abbia bisogno di molto di pi che la
citazione di qualche versetto. Vi chiederei per di
continuare, per cos dire, a lottare con esso e di
investigare ulteriormente le Scritture su questo
argomento. Vi indicher ulteriore materiale da
leggere al termine di questo libro.
Io so che la mia personale lotta con questo concetto
non era perch le Scritture non fossero chiare al
riguardo, perch indubbiamente lo sono. Il mio
problema era che A ME NON PIACEVA ci che la
Scrittura insegna, che questo non si adattava ai miei
preconcetti su Dio.
Alla fine mi sono reso conto che continuare questa
lotta significava oppormi a Dio stesso. Egli il Dio che
ha ispirato Romani 9 ed proprio a Lui che un giorno
dovremo rendere conto. Odierei essere trovato fra
coloro che Lo hanno sfidato e dover rendergli conto
della mia costante opposizione a Lui nonostante
quanto afferma la verit che Egli ha rivelato.
Un'ultima cosa. Molti hanno un concetto sbagliato di
questa dottrina, quello che va sotto il nome di
"Uguaglianza ultimativa". Questa falsa concezione
della Riprovazione sostiene che Dio operi nel reprobo
per causare la sua dannazione tanto quanto Egli operi
nell'eletto per causare la sua salvezza. Questo,
ovviamente, non il caso. E' vero che Dio "Fa
misericordia a chi vuole ed indurisce chi
vuole" (Romani 9:18), ma dobbiamo comprendere
come vi siano due modi possibili a che Dio indurisca i
cuori.
In un primo scenario, sarebbe Dio ad iniettare il male
nell'anima di un uomo. Un tale pensiero ripugnante
ed del tutto contrario a quanto dice la Scrittura.
Nell'altro scenario, Dio potrebbe semplicemente
lasciare l'uomo nel suo stato di ribellione non
128

impartendogli la grazia speciale che Egli dona ai Suoi


eletti. La disposizione naturale dell'uomo irrigenerato
quella di opposizione a Dio. Tutto ci che deve fare
per indurire il cuore trattenere, negare la speciale
grazia che d agli eletti lasciandoli nel loro odioso,
orgoglioso e malvagio atto di sfida verso di Lui.
In tutto questo non c' la minima traccia di
ingiustizia. Dio, o dispensa la giustizia che meritata,
oppure l'indicibile misericordia che non meritata.
Nessuno, per, assolutamente nessuno, riceve
ingiustizia dalla mano di Dio.

129

130

Capitolo 15: Che dire dei perduti che


ci stanno particolarmente a cuore?
Lasciate che affronti la questione raccontandovi
un'esperienza dal lontano passato. Nel IV secolo vi
era una donna cristiana molto devota di nome
Monica. Era sposata ad un uomo di alto rango che
per non condivideva la sua fede cristiana. Lui spesso
si comportava in modo crudele verso di lei e la
maltrattava. Monica ogni giorno andava in chiesa e
pregava per la conversione del marito. Diverso tempo
dopo, l'uomo di fatto diventa cristiano.
Ciononostante, il dolore e l'angoscia che suo marito le
aveva causato era niente in confronto a quel che
aveva sofferto per il loro figlio maggiore. Il suo cuore
di mamma le si spezzava nel vedere che vita
sconsiderata il figlio facesse. Egli non solo non
condivideva la fede cristiana della madre, ma si era
associato a gruppi anti-cristiani e faceva uso della sua
mente acuta per trascinare altri sulla sua strada di
perdizione. Viveva una vita del tutto immorale. Aveva
avuto un'amante, ma l'aveva lasciata per un'altra e da
essa aveva avuto un figlio, fuori dal matrimonio, di
nome Adeodato. Monica non era personalmente in
grado di convincere suo figlio della verit della fede
cristiana, ma era determinata a non smettere di
pregare fintanto che il figlio non fosse divenuto
cristiano.
Questo era andato avanti per vent'anni e Monica
persisteva a pregare per suo figlio, apparentemente
senza risultato. Il figlio avrebbe scritto pi tardi di
questo dicendo che la madre piangeva la sua morte
spirituale pi di quanto una qualsiasi madre
piangesse sul corpo morto di suo figlio. Lacerata nel
suo spirito, Monica si era recata a raccontare della
sua vicenda al noto vescovo di Milano Ambrogio.
131

Dopo aver udito dell'angoscia della sua anima,


Ambrogio le dice: "Torna a casa, e Dio ti benedica
perch non possibile che perisca il figlio di tali
lacrime". Monica, cos, accetta questa risposta come
se avesse ricevuto una parola da Dio stesso.
Le preghiere di Monica all'improvviso sono esaudite.
Un giorno, mentre il figlio era in giardino,
profondamente affranto a causa dei suoi peccati,
indubbiamente lo Spirito Santo stava operando in lui.
Nei suoi scritti egli racconta quel che gli era avvenuto
dopo. Ode improvvisamente la voce di un ragazzo o di
una ragazza che proviene da una casa accanto e che
insistentemente cantava la frase latina: "Tolle lege,
tolle lege" che tradotta vuol dire: "Prendi e leggi,
prendi e leggi".
Pi tardi, nei suoi scritti, egli racconta: "Cos
parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del
mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina
mi giunge una voce, come di fanciullo o
fanciulla, non so, che diceva cantando e
ripetendo pi volte: "Prendi e leggi, prendi e
leggi". Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a
riflettere con la massima cura se fosse una
cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma
non ricordavo affatto di averla udita da nessuna
parte. Arginata la piena delle lacrime, mi alzai.
L'unica interpretazione possibile era per me
che si trattasse di un comando divino ad aprire
il libro e a leggere il primo verso che vi avrei
trovato. Avevo sentito dire di Antonio che
ricevette un monito dal Vangelo,
sopraggiungendo per caso mentre si leggeva:
"Va', vendi tutte le cose che hai, dlle ai poveri
e avrai un tesoro nei cieli, e vieni, seguimi".
Egli lo interpret come un oracolo indirizzato a
se stesso e immediatamente si rivolse a te. Cos
tornai concitato al luogo dove stava seduto
132

Alipio e dove avevo lasciato il libro


dell'Apostolo all'atto di alzarmi. Lo afferrai, lo
aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi
caddero gli occhi. Diceva: "Non nelle crapule e
nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle
impudicizie, non nelle contese e nelle invidie,
ma rivestitevi del Signore Ges Cristo n
assecondate la carne nelle sue concupiscenze".
Non volli leggere oltre, n mi occorreva.
Appena terminata infatti la lettura di questa
frase, una luce, quasi, di certezza penetr nel
mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si
dissiparono" [Confessioni, 8:12:29].
In un singolo istante, molti anni di preghiera di
Monica avevano ricevuto risposta. Suo figlio aveva
fatto esperienza di una drammatica conversione a
Cristo che avrebbe trasformato tutta la sua vita.
Quel che Monica non avrebbe conosciuto, era
l'influenza che suo figlio avrebbe avuto non solo sui
suoi contemporanei ma anche su molte generazioni
future. Suo figlio sarebbe diventato uno dei pi grandi
doni di Dio alla Sua chiesa: Agostino di Ippona (354430 AD). Non c' dubbio che Agostino sia stato il pi
grande teologo della Chiesa (al di fuori dal Nuovo
Testamento) per i primi mille anni e, di fatto, il pi
grande teologo della storia della chiesa. Gli scritti di
Agostino sull'argomento della Grazia, avrebbero
avuto una massiccia influenza sia su Martin Lutero
(egli stesso monaco agostiniano) che su Giovanni
Calvino. Dio ha fatto uso di questi uomini per causare
il pi grande movimento di Dio nella storia della
Chiesa, allorch intere nazioni furono portate sotto
l'influenza dell'Evangelo durante la Riforma
protestante del XVI secolo.
Allo stesso modo, se consideriamo il racconto biblico
dell'uomo che era giunto alla fede in Cristo proprio al

133

termine della sua vita, l'uomo conosciuto come "il


ladrone sulla croce", noi dovremmo notare come fino
all'ultimo istante della sua vita non c'era nulla di
esteriormente osservabile da indicarci si trattasse di
uno degli eletti di Dio. Fino a quel tempo, quell'uomo
era vissuto come un notorio criminale con
apparentemente nessun interesse di seguire Cristo. Il
fatto che egli indubbiamente fosse uno degli eletti di
Dio diventa chiaro soltanto quando giunge a Cristo
pochi istanti prima della sua morte.
Appeso ad una croce accanto a Ges, egli si volta
verso di Lui e Gli dice: "Ges, ricrdati di me quando
entrerai nel tuo regno" (Luca 23:42).
Immediatamente, dopo aver detto queste parole, a
quest'uomo viene dato l'unico ed indicibile privilegio
di sentirsi dire da Ges stesso che egli sarebbe stato
con Lui in Paradiso quello stesso giorno (v. 43). Che
chiare parole di certezza! Semmai qualcuno possa
essere certo della sua salvezza, era lui quell'uomo!
Facendo uso della nostra mente santificata, forse
potremmo immaginare sua madre, cristiana, che
aveva pregato per suo figlio ribelle. Si tratta,
naturalmente, di una speculazione - ma immaginiamo
per un momento che sua madre fosse ancora viva e,
come seguace di Cristo, stesse seguendo quel giorno
quegli avvenimenti. Non ci sarebbe stato nulla che
avesse potuto osservare con i suoi sensi che indicasse
come l'ultima ora della vita di suo figlio potesse
essere quella della sua conversione. Sarebbe
sembrata solo la fine tragica di una vita tragica.
Potrei immaginare la sua amara ed intensa afflizione
nel vedere suo figlio camminare verso la stessa
collina con il Salvatore perch quella fine se la
meritava. E poi, apparentemente uscito dal nulla, lo
Spirito Santo che si muove in modo invisibile ma
irresistibile con la Sua grazia, eccolo che estrae il suo

134

cuore spirituale di pietra e gli d un nuovo cuore, con


nuove inclinazioni e sentimenti, cos diverso da
prima... Immediatamente suo figlio ripone la sua fede
nell'opera di Colui che gli sta morendo accanto. E
senza alcun ritardo, gli viene data sicurezza ultima
che quel giorno non sarebbe terminato prima che lui
sarebbe stato con Cristo in Paradiso. Come dico,
questa una speculazione al riguardo di sua madre e
dell'angoscia del suo cuore, ma quel che certo che
quell'uomo fu convertito poche ore prima di morire.
Nessuno, nel modo pi assoluto, pu essere
considerato irraggiungibile da Dio, nemmeno
all'ultimo momento della sua vita. Sia lode al Signore!
La Scrittura ci dice: "Il Signore conosce quelli che
sono suoi" (2 Timoteo 2:19). L'identit degli Eletti
conosciuta solo a Dio, non a noi. Potremmo
presumere che qualcuno non sia un Eletto solo
vedendolo sfidare Dio fino all'ultimo respiro della sua
vita. Sebbene che la salvezza dei nostri figli o cari
rimanga sempre nelle mani di Dio, dovrebbe essere
d'immenso conforto per noi sapere che se la
conversione di un individuo ci sta profondamente a
cuore e ne facciamo costantemente oggetto di
preghiera, in s stessa questa gi una forte
indicazione che Dio stesso ad essere dietro a tutto
questo e che Lui ce l'ha messo in cuore affinch Egli
usi questo nostro fardello e preghiera come mezzo
per realizzare i Suoi fini (la conversione di una delle
Sue pecore elette). Proprio come il Signore ha aperto
il cuore di Lidia per rispondere alle cose dette da
Paolo (Atti 16:13-14), cos la nostra unica speranza
che Dio voglia aprire il cuore di quelli che amiamo e
che ci stanno a cuore. La salvezza (ed il tempo della
conversione) appartiene al Signore (Giona 2:9).

135

136

Capitolo 16: ...e la preghiera e


l'evangelizzazione?
Spesso si sente fare la domanda: Se Dio che elegge
alcuni alla salvezza, che senso avrebbe la preghiera e
levangelizzazione?
Abbiamo gi discusso in grandi linee la questione
della preghiera nel capitolo precedente.
Permettetemi, cos, di focalizzare qui la mia risposta
sull'elemento evangelizzazione della questione in
discussione.
Quando mi si chiede questo, di solito inizio con
lalterare la formulazione della domanda stessa.
Cambierei quel se con dato che. Ecco ci che
intendo. Dato che la Divina Elezione chiaramente
insegnata nelle Scritture, sarebbe meglio chiedersi:
Dato che Dio elegge certuni alla salvezza, perch ci
viene detto di evangelizzare?.
La prima ovvia risposta a questa domanda : Perch
Dio ci dice di farlo. La stessa Bibbia che insegna la
Divina Elezione in Romani, capitoli 8 e 9, pure ci d
Romani 10, che dice: Come udranno se non c chi
predichi (Romani 10:24). Non c alcuna
contraddizione fra Romani 10 e Romani 8-9.
Prestabiliti sono sia i fini che i mezzi
Dio stabilisce sia i fini che i mezzi per giungervi. Il
fine che i Suoi eletti giungano alla fede salvifica. I
mezzi sono: La proclamazione dellEvangelo.
In Giovanni 10:16 Ges dice: Ho anche altre pecore,
che non sono di quest'ovile; anche quelle devo
raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi
sar un solo gregge, un solo pastore.

137

Ges ha gi pecore dal popolo ebraico. Eppure Egli sa


che ha anche altre pecore che non sono di questo
ovile (il riferimento agli altri popoli, le Genti). Essi
ascolteranno la Sua voce. Il fine : gli eletti fra i
popoli non-ebrei che giungono nel Regno. Il mezzo :
Ges che predica ed insegna.
In Matteo, capitolo 11, vediamo ancora una volta
come Ges radica levangelizzazione nellelezione e,
ancora una volta, non c alcuna contraddizione fra le
due cose
Matteo 11 (25) In quel tempo Ges prese a
dire: Io ti rendo lode, o Padre, Signore del
cielo e della terra, perch hai nascosto queste
cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai
rivelate ai piccoli. (26) S, Padre, perch cos ti
piaciuto. (27) Ogni cosa mi stata data in
mano dal Padre mio; e nessuno conosce il
Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il
Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio
voglia rivelarlo. (28) Venite a me, voi tutti che
siete affaticati e oppressi, e io vi dar riposo.
(29) Prendete su di voi il mio giogo e imparate
da me, perch io sono mansueto e umile di
cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;
(30) poich il mio giogo dolce e il mio carico
leggero.
Notate come qui Ges ci insegni:

(1) Dio nasconde delle cose ad alcuni e le riveli


ad altri (Elezione sovrana);

(2) Lappello evangelistico si rivolge a tutti:


Venite a me voi tutti.

Per decine danni avevo letto queste parole ma quello


che facevo era separare ci che si trova nei versetti
25-27, che parla della Sovranit di Dio nellelezione,
da quello che segue nel testo al v. 28, dove Ges
138

invita tutti a venire a Lui, come se fossero due cose


non collegate. Ora io vedo come siano state dette
senza tirare il fiato, per cos dire, e fra di loro non c
contraddizione alcuna.
Notate pure lesperienza dei primi Apostoli in Atti 13:
(43) Dopo che la riunione si fu sciolta, molti
Giudei e proseliti pii seguirono Paolo e
Barnaba; i quali, parlando loro, li convincevano
a perseverare nella grazia di Dio. (44) Il sabato
seguente quasi tutta la citt si radun per
udire la Parola di Dio. (45) Ma i Giudei,
vedendo la folla, furono pieni di invidia e,
bestemmiando, contraddicevano le cose dette
da Paolo. (46) Ma Paolo e Barnaba dissero con
franchezza: Era necessario che a voi per primi
si annunciasse la Parola di Dio; ma poich la
respingete e non vi ritenete degni della vita
eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri. (47)
Cos infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo:
"Io ti ho posto come luce dei popoli, perch tu
porti la salvezza fino all'estremit della terra".
(48) Gli stranieri, udendo queste cose, si
rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e
tutti quelli che erano ordinati a vita eterna,
credettero.
In un precedente capitolo avevamo citato il versetto
48 per mostrare come chi giunge alla fede perch
sia stato preordinato da Dio a farlo. Ora io cito il
contesto pi vasto per mostrare il semplice concetto
che Dio prestabilisce sia il fine (gli eletti che giungono
alla fede) che i mezzi (la predicazione dellEvangelo).
Dovremmo pure notare come il Signore aveva parlato
allApostolo Paolo, nel pi bel mezzo di una situazione
di grave tensione, dicendogli di rimanere in una certa
citt. Perch fa questo?

139

...perch io sono con te, e nessuno ti metter le


mani addosso per farti del male; perch io ho un
popolo numeroso in questa citt. Ed egli rimase l
un anno e sei mesi, insegnando tra di loro la Parola di
Dio (Atti 18:10-11).
In altre parole, il Signore dice a Paolo: Stai qui
perch ho un popolo numeroso in questa citt ho
molte delle Mie pecore qui che ascolteranno la Mia
voce e Mi seguiranno quando tu predicherai nel Mio
nome.
Dio prestabilisce sia il fine - le Sue pecore elette che
ascolteranno la voce di Cristo - ed i mezzi - la
preghiera e la predicazione dellEvangelo a tutti. E
tutti quelli che erano ordinati a vita eterna
credettero.
Il fatto che noi non sappiamo chi siano gli eletti.
Essi non vanno in giro con una grande lettera E
tatuata sulla loro fronte. Dobbiamo perci andare in
tutto il mondo e predicare a tutti lEvangelo, anche se
sappiamo che soltanto i Suoi eletti risponderanno con
fede alla predicazione dellEvangelo.
Senza lelezione, levangelizzazione sarebbe
come se un venditore ambulante che cerca di
vendere i suoi prodotti in un cimitero. Lumanit
spiritualmente morta nei falli e nei peccati (Efesini
2:1), e solo attraverso latto di grazia di Dio
nellelezione, predestinazione e rigenerazione di
persone specifiche, qualcuno mai giunger a Cristo
con fede. Come scrisse il dott. R. C. Sproul: Se la
decisione finale per la salvezza di peccatori decaduti
fosse lasciata nelle mani di peccatori decaduti,
perderemmo ogni speranza che qualcuno possa mai
essere salvato (Scelti da Dio).
Ancora, Dio prestabilisce sia i fini che i mezzi ed i
mezzi sono stati altrettanto stabiliti da Dio che i fini.

140

A. A. Hodge una volta si domandato: Se Dio ha


eternamente decretato che tu viva, a che serve
respirare? Se Dio ha eternamente decretato che tu
parli, a che serve aprire la bocca? Se Dio ha
eternamente decretato che tu abbia un raccolto, a che
serve seminare? Se Dio ha eternamente decretato che
il tuo stomaco contenga cibo, a che serve mangiare?.
Hodge ha risposto alle sue stesse domande dicendo:
Al fine di educarci, Dio esige che noi si faccia uso dei
mezzi, altrimenti si rester privi dei fini da cui quei
mezzi dipendono. Tanti sono gli stolti che fan s che la
natura trascendentale delleternit e del rapporto
della vita eterna di Dio alla vita nel tempo di un uomo
diventi per loro una scusa per trascurare la
preghiera. la stessa stoltezza di chi rende lo stesso
eterno decreto una scusa per non masticare il suo
cibo o per non volontariamente riempire daria i suoi
polmoni.
un ragionamento che non fa una grinza, non vero?
pure importante rilevare come le nostre preghiere
per i non credenti sarebbero del tutto futili, se Dio
non avesse il potere di portare qualcuno dalla morte
spirituale alla vita. Coloro che rifiutano la sovranit
divina nella salvezza di fatto presuppongono che Dio
non possa veramente aiutare gli irrigenerati dando
loro una nuova comprensione delle cose, perch cos
Dio, se lo facesse (secondo il loro sistema teologico)
interferirebbe con il loro libero arbitrio. cos che,
secondo quel modo di pensare, quando preghiamo per
dei non credenti, Dio pu solo fare qualcosa al di fuori
da loro (suggerendo, incoraggiando, offrendo la
grazia), ma Egli non pu fare nulla dentro di loro
(togliendo il loro cuore di pietra e sostituendolo con
uno di carne con un desiderio positivo per Cristo). Il
che, se ci pensate bene, non aiuta molto coloro che
non hanno alcun desiderio per Dio e che sono morti

141

nelle loro trasgressioni e peccati. In altre parole, non


avrebbe alcun senso pregare affinch delle persone
vengano a Cristo se Dio non potesse aprire i cuori.
Questa era la testimonianza di Lidia, come ci informa
Luca in Atti 16:14 Il Signore le apr il cuore, per
renderla attenta alle cose dette da Paolo.
I passi di ammonimento
Il principio dei fini e dei mezzi uno strumento molto
utile quando si tratta di comprendere il senso dei
numerosi passi del Nuovo Testamento che
contengono ammonizioni, specialmente come le
troviamo nella lettera agli Ebrei. Sono molti a credere
che questi testi insegnino che i veri credenti
potrebbero perdere la loro salvezza. Per, come
scrive Thomas Schreiner in un articolo scritto il 29
dicembre 2011 su www.credomag.com:
Dobbiamo rammentarci come i brani sono
avvertimenti ed ammonimenti. In s stessi non
dicono nulla se i credenti possano o non
possano di fatto decadere dalla salvezza. Non si
tratta di dichiarazioni, ma di ammonimenti.
Alcuni potrebbero osservare che tali
ammonimenti sarebbero inutili se i credenti
non potessero perdere la salvezza. Sarebbero
una sciocca perdita di tempo! Questa
obiezione, per, non regge se si tiene conto
come gli ammonimenti sono i mezzi attraverso i
quali Dio preserva i Suoi eletti. Io affermo che
quei passi di ammonimento sono sempre
efficaci nella vita degli eletti, cio, quelli che
sono veramente salvati prestano ascolto a
quegli ammonimenti, ed precisamente
prestando ascolto a quegli ammonimenti che
essi vengono preservati fino alla fine.

142

Ritornando ancora una volta al tema di questo


capitolo, possiamo fare le seguenti affermazioni
scritturali basandoci su quel che ci rivelato
nellEvangelo di Giovanni:
Tutti coloro che il Padre ha scelto dalleternit per
appartenergli, Egli li ha affidati al Figlio (Giovanni
6:37), e tutti coloro che Egli ha affidato al Figlio, il
Figlio li conosce (Giovanni 10:3) e chiama (Giovanni
3:5). Tutti coloro che Egli chiama Lo conoscono
(Giovanni 10:14) e riconoscono la Sua voce (Giovanni
10:4-5) e vengono a Lui (Giovanni 6:37) e Lo seguono
(Giovanni 10:24,27). Il Figlio d la Sua vita per le Sue
pecore (Giovanni 10:11) e d loro vita eterna
(Giovanni 10:28) e li conserva nella Parola del Padre
(Giovanni 17:6), tanto che neanche uno di loro andr
perduto (Giovanni 6:39) e cos il Figlio ne sar
glorificato per sempre (Giovanni 17:10). Questo il
fondamento indistruttibile di una salvezza infallibile
che ridonda alla fine alla gloria sia del Padre come del
Figlio.
Nessuna delle pecore di Cristo rigetter alla fine la
Sua Parola. Sebbene Egli permetta che alcune delle
Sue pecore resistano alla Parola per un certo tempo,
essi non lo faranno per sempre. Ges disse: Tutti
quelli che il Padre mi d verranno a me; e colui che
viene a me, non lo caccer fuori (Giovanni 6:37). Che
promessa! E quale grande privilegio quello di
condividere lEvangelo con la gente, mentre siamo
testimoni di come il Buon Pastore raccolga le Sue
pecore.
Si potrebbe dire molto di pi. La stessa storia della
chiesa dimostra come credere nellelezione abbia
fatto tuttaltro che frustrare e vanificare le missioni,
anzi, le ha promosse. Si pu dimostrare molto
facilmente che, nella storia della chiesa, gli uomini
che sono stati maggiormente usati da Dio nella causa

143

dellevangelizzazione credessero appassionatamente


nella grazia sovrana di Dio nellElezione.
Un controversialista disse un giorno: Se pensassi che
Dio avesse un popolo eletto io non mi prenderei la
briga di predicare. Quella, per, la ragione stessa
per la quale predico. Quello che renderebbe lui
inattivo lo stesso trampolino di lancio del mio zelo.
Se il Signore non avesse un popolo da salvare, avrei
ben poco di cui rallegrarmi nel mio ministero. Io
credo che Dio salver i Suoi eletti e pure credo che se
non predico lEvangelo io dovr rendere conto del
loro sangue (C. H. Spurgeon
- http://www.spurgeon.org/sermons/2303.htm).
"Io spero di poterci infiammare a vicenda e che ci
sar una santa emulazione fra di noi, che
abbasseremo del tutto luomo ed innalzeremo il
Signore Ges Cristo. Nientaltro che le dottrine della
Riforma lo possono fare. Tutte le altre lasciano luomo
al suo libero arbitrio e lo rendono, in parte almeno,
salvatore di s stesso. Anima mia, non avvicinarti
neppure al segreto di coloro che insegnano tali cose
Io so che Cristo tutto in tutti. Luomo non nulla.
Egli ha il libero arbitrio solo per andare allinferno,
ma nessuno per andare in cielo, fintanto che Dio non
opera in lui secondo il Suo beneplacito" (George
Whitfield, opere, p. 89-90).
"Oh leccellenza della dottrina dellElezione e della
perseveranza finale dei santi! Io sono persuaso che
fintanto che un uomo non giunge a credere ed a
sentire queste importanti verit, egli non potr essere
savio. Quando per sar convinto di queste ed
assicurato della loro applicazione al suo cuore, allora
egli indubbiamente camminer per fede! Lamore, non
la paura, lo costringe ad ubbidire". (George Whitfield,
opere, p. 101).

144

Capitolo 17: La fede salvifica


Il tema principale della lettera ai cristiani di Roma,
scritta dallapostolo Paolo, lEvangelo stesso. Essa,
infatti, risponde alla domanda: In che modo una
persona ingiusta potr mai essere accettabile di
fronte ad un Dio santo e giusto?. In brani come
quello che si trovano da 3:20 a 4:8 egli evidenzia in
modo chiaro come noi veniamo giustificati (come Dio
ci dichiari giusti ai Suoi occhi) sulla base della sola
fede e non sulla base di alcunch noi si faccia. Fra i
molti altri testi che lo affermano troviamo Tito 3:5;
Galati 2:16; Efesini 2:8-9; Filippesi 3:9.
Romani 3:28; 4:3-8 dichiara: ...poich riteniamo che
l'uomo giustificato mediante la fede senza le opere
della legge infatti, che dice la Scrittura? Abraamo
credette a Dio e ci gli fu messo in conto come
giustizia. Ora a chi opera, il salario non messo in
conto come grazia, ma come debito; mentre a chi non
opera ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua
fede messa in conto come giustizia. Cos pure
Davide proclama la beatitudine dell'uomo al quale Dio
mette in conto la giustizia senza opere, dicendo:
Beati quelli le cui iniquit sono perdonate e i cui
peccati sono coperti. Beato l'uomo al quale il Signore
non addebita affatto il peccato.
Avendo stabilito biblicamente il caso, vale a dire che
siamo giustificati per fede indipendentemente dalle
nostre opere, dobbiamo ora porci la domanda: Quale
tipo di fede quella che ci giustifica?. In altre
parole, che cosa vuol dire avere una fede salvifica
autentica, genuina?
Dire d'avere fede non basta
Questa esattamente la questione alla quale si
rivolge Giacomo nel capitolo 2 della sua epistola.
Scrive al versetto 14: A che serve, fratelli miei, se
145

uno dice di aver fede ma non ha opere? Pu la fede


salvarlo?.
Lovvia risposta alla domanda retorica di Giacomo
No, quello non il tipo di fede che salva. La vera
fede produce delle opere. Non mai abbastanza
semplicemente affermare di avere fede. Nessuno pu
dirsi salvato semplicemente facendo una vuota e
formale confessione di fede. Quel che si professa deve
essere posseduto di fatto affinch esista la
giustificazione.
Giacomo ci insegna chiaramente che se davvero
presente fede genuina, essa necessariamente
produrr il frutto di opere. Quella la natura stessa
della fede. Di fatto, se le opere non conseguono alla
fede, quella la prova che non si tratta di una fede
autentica, ma semplicemente di una pretesa
infondata.
Non c alcun disaccordo fra ci che scrive Giacomo e
quello che troviamo in Romani ed il resto degli scritti
di Paolo. La fede priva di opere conseguenti fede
morta, ed una fede morta non ha mai salvato nessuno.
Una fede autentica una fede vivente che
inevitabilmente si far conoscere con azioni od opere
conseguenti. Eppure, bench queste buone opere
procedano da una fede autentica, esse stesse non
sono parte della base della nostra giustificazione. Le
nostre opere non ci guadagnano alcun merito, di esse
non ci possiamo in alcun modo vantare: Infatti per
grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ci
non viene da voi; il dono di Dio. Non in virt di
opere affinch nessuno se ne vanti (Efesini 2:8-9).
Lunica opera che contribuisca alla nostra
giustificazione lopera di Ges; non lopera di Ges
in noi, ma lopera di Ges per noi. I Suoi meriti sono
gli unici meriti che per noi contano. Paolo ci dice che
siamo giustificati per fede indipendentemente dalle
146

(nostre) opere, e Giacomo ci dice che il tipo di fede


che ci salva produrr necessariamente delle opere.
I tre elementi della fede
I Riformatori del XVI secolo erano molto chiari a
questo riguardo. Essi descrivevano la vera fede
salvifica come quella che possiede tre elementi,
descritti dai termini latini: notitia, assensus, e fiducia.
1. IL CONTENUTO O INFORMAZIONE (notitia) Proprio come il nostro termine moderno notizia,
essa riguarda linformazione o la conoscenza della
verit dellEvangelo. Dobbiamo comprendere i fatti
dellEvangelo.
Che cos che esattamente dobbiamo credere?
Certo, una persona non ha bisogno di essere un
teologo altamente istruito per essere salvata. Lo
Spirito Santo attira ad una conoscenza salvifica di
Cristo sia adulti che bambini. Eppure, quando dei
bambini sono convertiti a Cristo, essi potrebbero non
conoscere ogni dettaglio della fede, o neanche avere
una comprensione particolareggiata dellopera di
espiazione compiuta da Cristo, ma sapere
semplicemente che Cristo morto per i loro peccati.
Credo che si potrebbe ragionevolmente dire che una
persona realmente salvata, sebbene non possa non
essere in grado di articolare il contenuto
dellEvangelo dettagliatamente, non lo respinger
quando lo ode. Credo che sia un punto molto
importante quel che ha fatto Ges quando ha detto:
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco
ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non
periranno mai e nessuno le rapir dalla mia mano
(Giovanni 10:27-28). Le vere pecore di Cristo
conoscono per istinto la voce del Pastore e Lo
seguono. La persona che stata rigenerata si
sottomette umilmente al fedele insegnamento delle
147

Scritture quando le ode (le Scritture sono la voce del


Pastore), a differenza di quelli che sono ancora nella
carne e che rimangono del tutto incapaci di farlo
(Romani 8:7-8).
Questa notitia include il credere in un Dio solo, la
piena umanit (1 Giovanni 4:3) e divinit di Cristo
(Giovanni 8:24), e la Sua morte in croce per i
peccatori (1 Corinzi 15:3), come pure la Sua
risurrezione fisica dai morti. Romani 10:9 ci dice:
perch, se con la bocca avrai confessato Ges come
Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha
risuscitato dai morti, sarai salvato.
Credo che la notitia pure includa una qualche
comprensione della grazia di Dio nella salvezza - vale
a dire che Dio ci salva a causa dellopera di Cristo in
favore dei peccatori. Il dott. James White scrive:
La grazia di Dio potente, e porta piena salvezza
allanima della persona che dispera di qualsiasi altra
cosa che non sia la grazia sovrana ed immeritata. Dio
non pu stringere la mano che porta in essa lidea di
merito, o di buone opere, o di qualsiasi altra cosa che
pretenda di aggiungere alla grazia. Ma se per
grazia, non pi per opere; altrimenti, la grazia non
pi grazia(Romani 11:6). La meravigliosa grazia di
Dio non pu essere mescolata con i presunti meriti
umani. La mano che tiene stretta alla propria
presunta bont, o cerca di insinuarvi un merito qui e
una buona opera l, non trover la mano aperta della
grazia di Dio. Solo una mano vuota combacia con la
mano aperta della grazia. Solo la persona che trova in
Cristo il suo tutto sar, cos facendo, essere
considerata giusta di fronte a Dio. Questo il motivo
per il quale le Scritture dicono che per fede affinch
possa essere in accordo con la grazia: nella sapienza
di Dio, Egli esclude ogni motivo di vanto da parte

148

delluomo rendendo la salvezza solo per grazia (La


mano vuota della fede, opuscolo).
2. IL CREDERE (assensus) - del tutto possibile
comprendere qualcosa (la notitia) eppure non
crederlo personalmente (assensus). Dobbiamo quindi
essere in grado di dire: Io comprendo e credo nel
contenuto dellEvangelo.
3. COINVOLGIMENTO (fiducia) - Il terzo
componente della fede salvifica una piena fiducia in
Colui che ci ha amato ed morto per noi e personale
coinvolgimento in Lui. Questo di importanza critica
perch possibile comprendere queste verit,
credere che siano vere, eppure ritrarsi dallessere
necessariamente personalmente coinvolti in Cristo
tanto da esserne attivamente discepoli. Possedere
solo le prime due parti (notitia e assensus), senza la
terza parte (fiducia), ci qualifica solo ad essere dei
demoni! Giacomo 2:19 dichiara: Tu credi che c' un
solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e
tremano. Anche i demoni comprendono e credono,
ma quello non vuol dire che essi abbiano parte alcuna
della redenzione!
La vera fede salvifica produce sempre il frutto di
opere buone. nella sua stessa natura. Sebbene le
nostre opere non giochino parte alcuna nel
giustificarci di fronte a Dio, esse giustificano o
rivendicano di fronte al mondo che ci guarda la nostra
affermazione di avere fede. La nostra vita dovrebbe
dimostrare che la fede che professiamo era ed pure
posseduta.
Nel considerare la tua propria posizione di fronte a
Dio, potresti tu dire che essa basata su ci che il
Signore Ges ha fatto al tuo posto (piuttosto che
quello che tu fai per Lui)? Potresti dire onestamente
che tu abbia affidato a Lui il tuo destino eterno, e
credi pienamente che Egli abbia portato i tuoi peccati
149

sulla croce, che Egli risorto dai morti e che, senza


alcun dubbio, Egli il tuo personale Signore e
Salvatore? Credi che Egli ha perdonato i tuoi peccati
e che ti abbia dato la Sua giustizia, affinch tu possa
essere giustificato (dichiarato giusto di fronte a Lui)
sia ora che nel Giorno del Giudizio?
Se in questo momento tu non sei in grado di
rispondere affermativamente a queste domande, io
prego che Dio ti dia il dono del vero ravvedimento e
della vera fede, allontanandoti da ogni tentativo di
considerarti giusto da te stesso o di pretendere di
conquistarti da solo questa giustizia, e, al contrario,
tu trasferisca ogni fiducia personale al perfetto
Salvatore, il Signore Ges Cristo. Invoca il Nome del
Signore e sii salvato.

150

Capitolo 18: I dardi infuocati del


Maligno
Una delle prime cose che Dio ha fatto per me dopo
essere giunto alla fede in Cristo, stata quella di
darmi una stabile e profonda certezza di salvezza.
Romani 8:16 ci dice: Lo Spirito stesso attesta al
nostro spirito che siamo figli di Dio. Questa
testimonianza interiore mi ha portato alla certa
conoscenza che, nonostante tutti i miei difetti ed
incoerenze, di fatto io appartengo a Lui: sono e sar
Suo per tutta leternit. Quando leggo le Scritture le
meraviglie di questa grande salvezza diventano
sempre pi chiare. Dio mi ha salvato. Sono Suo e
Cristo veramente mi ama e mi ha dato vita eterna.
Una pace celeste ha cos inondato la mia anima. Io
potevo e posso dire: Io sono dell'amico mio; e l'amico
mio mio.
Poi, per, ad un certo punto del mio cammino, questa
mia pace stata disturbata. Le meraviglie della Sua
grazia, operate attraverso Cristo e la Sua opera
redentrice, si sono come oscurate non perch
avessi letto dei libri che, mettendo in questione le
affermazioni della fede cristiana, mi avessero in
qualche modo messo in crisi, ma proprio leggendo
le Sacre Scritture che cominciavo a trovare
affermazioni che apparentemente mostravano come la
mia salvezza, dopo tutto, fosse pi fragile ed insicura
di quanto avessi immaginato. Non so se abbiate avuto
in qualche modo questa stessa mia esperienza.
Ecco cosa intendo dire. Certo leggevo testi
rassicuranti come: ...n potenze, n altezza, n
profondit, n alcun'altra creatura potranno
separarci dall'amore di Dio che in Cristo Ges,
nostro Signore (Romani 8:39). Poi, per, trovavo

151

pure scritto: ...ma chi avr perseverato sino alla fine


sar salvato (Matteo 24:13).
Leggevo Perch Dio ha tanto amato il mondo, che ha
dato il suo unigenito Figlio, affinch chiunque crede
in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni
3:16), ma poi trovavo pure: Vi ricordo, fratelli, il
vangelo che vi ho annunciato, mediante il quale
siete salvati, purch lo riteniate quale ve l'ho
annunciato; a meno che non abbiate creduto
invano (1 Corinzi 15:1-2).
Pensavo cos: A quale di queste affermazioni devo
credere? Da una parte mi si dice che devo essere
certo della vita eterna, dallaltra che qualcuno
potrebbe pure credere invano. Non sono forse
contraddizioni?
Da una parte leggo che ci che Dio inizia a fare in una
persona, Egli lo porter sicuramente a compimento
(Filippesi 1:16) e che quelli che ha chiamati li ha
pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure
glorificati (Romani 8:30). Questo mostra come coloro
che sono stati veramente giustificati non potranno pi
sbagliare strada e perdersi, ma che arriveranno tutti
alla destinazione della gloria. Non posso neanche
immaginare per un solo momento Ges che fallisce il
compito assegnatogli da Suo Padre, vale a dire
portare a compimento, fino in fondo, la Sua volont.
In Giovanni 6:39, difatti, Ges rende chiaro quale sia
la volont del Padre: Questa la volont di colui che
mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli
che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo
giorno.
Testi biblici come questi mi davano grande sicurezza
che ero stato salvato per sola grazia attraverso la sola
fede in Cristo soltanto, ma poi leggevo altri testi
biblici come quello che dice: Impegnatevi a cercare

152

la pace con tutti e la santificazione senza la quale


nessuno vedr il Signore (Ebrei 12:14).
Quello era un versetto che mi spaventava e che
continuamente affliggeva la mia coscienza. Per
quanto santa fosse diventata la mia vita rispetto
quello che ero prima della conversione, sapevo molto
bene di non essere mai veramente allaltezza degli
obiettivi che io stesso mi ponevo, per non parlare poi
degli alti standard morali e spirituali pretesi da Dio.
Eppure, fin da ragazzo, amavo le Scritture e passavo
molte ore a studiarle. Se pregavo, per, per venti
minuti, subito mi veniva di pensare: Se tu fossi un
vero cristiano pregheresti per molto pi tempo.
Da dove mi venivano pensieri come quelli?
Sapevo che probabilmente venivano dal nemico, ma
avevo ben poche risorse per combattere contro
pensieri di questo tipo. Se condividevo la fede con un
amico, la mia coscienza mi avrebbe subito rilevato
come vi fosse anche unaltra persona laggi in fondo
alla strada, che avrei potuto fermare per
testimoniarle della mia fede e non lavevo fatto. Non
era mai abbastanza quello che potevo fare per
soddisfare la mia coscienza.
Udivo sermoni dove il predicatore parlava della
differenza fra la convinzione di peccato operata dallo
Spirito Santo e il senso di essere condannato (che
viene dal diavolo), e sebbene comprendere questa
distinzione mi aiutasse, la mia coscienza gridava
ancora pi forte e mi diceva che ancora non ero santo
tanto quanto avrei dovuto essere. Faceva sempre
capolino in me il pensiero ossessionante che senza la
santit nessuno vedr il Signore. Le menzogne
velenose del maligno erano come dardi infuocati
scagliati continuamente contro la mia mente.
Il nemico non si fa problemi a citare la Bibbia (Matteo
4:5). Guardando ora indietro nel tempo, mi rendo
153

conto come egli profittasse della mia mancanza di


conoscenza. Il risultato di tutto questo era che
versetti biblici intesi per benedirmi, ispirarmi e
confortarmi, diventavano invece fonte di grande
confusione ed afflizione del cuore.
Che cosa poi avvenuto per far cessare questo
circolo vizioso, questa spirale che voleva farmi cadere
in sempre maggiore disperazione?
La risposta mi giunta in seguito a molto pensare.
Pensare? direste voi. Questo non ci sembra molto
spirituale.... Forse vi sareste aspettati che io dicessi
di aver avuto delle esperienze, che magari io fossi
stato a qualche conferenza ed avessi avuto una sorta
di visione della gloria, o forse che io fossi stato
rapito in cielo per avere il privilegio di vedere il mio
nome scritto nel Libro dellAgnello e ritornare poi
sulla terra... Beh, non quello che successo. Quel
che successo che semplicemente io ho pensato, ho
riflettuto su di questo.
Mi sono reso conto come le contraddizioni siano il
segno distintivo dellerrore e non della verit. So che
Dio non un bugiardo e che la Sua Parola sempre
veritiera. Questa persuasione non mi aveva mai
abbandonato in tutto quel difficile periodo. Quel che
sono giunto a comprendere che cera modo di
armonizzare queste affermazioni della Scrittura e
comprenderne il senso. Il rimedio a quel mio
problema era venuto dal comprendere un semplice
concetto - qualcosa che mi era stato insegnato a
scuola nelle lezioni di grammatica, vale a dire la
differenza intercorrente fra proposizioni prescrittive e
proposizioni descrittive.
Che cosa? Ci stai dicendo che hai potuto far fuggire
il nemico rammentandoti di che cosa ti era stato
insegnato nelle lezioni di grammatica? Questo non ci
sembra molto spirituale....
154

Beh, forse non spirituale, ma la verit mi apparsa


in tutta la sua chiarezza quando ho compreso come vi
siano due modi per considerare una qualsiasi
affermazione, e quindi anche quelle menzionate pi
sopra. Un modo di considerare le cose mi aveva
lasciato confuso e disorientato, e laltro modo mi ha
permesso di vedere ogni cosa con chiarezza.
La prima serie di affermazioni bibliche insegnano che
coloro che credono in Cristo hanno vita eterna... che
chiunque invoca il nome del Signore sar salvato, e
cos via.
La seconda serie di affermazioni bibliche si
riferiscono alla necessit di perseverare, di
continuare fino alla fine. Queste ultime affermazioni
possono essere definite come prescrittive (vale a dire:
ci dicono di fare qualcosa) OPPURE possono essere
considerate come descrittive (vale a dire: descrivono
azioni in corso). Quando vengono considerate come
descrittive, allora i conti tornano e se ne vede il
senso.
Ecco che cosa intendo dire. Prendiamo, per esempio,
il testo che dice: Chi avr perseverato fino alla fine
sar salvato (Matteo 24:10). Potremmo interpretarlo
come se dicesse: Beh, non potrai mai avere la piena
certezza della salvezza fintanto che non avrai
perseverato fino alla fine. Il caso chiuso. Nessuno
sulla terra potr mai avere questa certezza.
Questo uno dei modi per leggere quelle parole e
molti, di fatto, le interpretano a quel modo. Per,
questo modo di intenderle ci mette contro un intero
libro della Bibbia, vale a dire la prima lettera di
Giovanni. Giovanni scrive: Vi ho scritto queste cose
perch sappiate che avete la vita eterna, voi che
credete nel nome del Figlio di Dio (1 Giovanni 5:13).
Giovanni e, naturalmente, Dio, che ha ispirato queste

155

parole, le ha scritte per assicurare i suoi lettori di


essere in condizione di salvezza.
Qual allora la verit sulla certezza di salvezza:
Nessuno la pu conoscere? Oppure Dio vuole che
la conosciamo? Il fatto che Dio vuole che noi
sappiamo di essere salvati una chiara affermazione
delle Scritture. Non esistono altri modi per intendere
queste parole. Il modo per conciliare quelle due
affermazioni, quindi, mi diventato chiaro. I versetti
che insegnano che dobbiamo perseverare fino alla
fine sono descrittivi e non prescrittivi. Un vero
cristiano HA BISOGNO di perseverare. Di fatto, egli
DEVE perseverare - fino alla fine. C per la verit
che viene in mio soccorso e che mi dice: LA FEDE
SALVIFICA PERSEVERA.
Questo dimostra che la vera fede salvifica ha
unorigine sovrannaturale. IL VERO CRISTIANO
PERSEVERA FINO ALLA FINE. Matteo descrive il
carattere del vero santo, del vero cristiano, vale a dire
come uno che persevera. Se vedete una persona che
persevera, rimane costante fino alla fine, quello
prova del fatto che si tratta di una persona veramente
salvata. Chi persevera una persona salvata.
Lapostolo Giovanni mette in chiaro che coloro che
non perseverano nella fede, di fatto non erano mai
stati veri credenti. 1 Giovanni 2:19 dice: Sono usciti
di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perch se
fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma
ci avvenuto perch fosse manifesto che non tutti
sono dei nostri.. Ancora una volta qui vediamo come
il vero cristiano PERSEVERA - chi persevera nella
fede una persona salvata.
Oh quanto questo mi aveva aiutato! Potevo vedere
come vi sia un falso tipo di fede che assomiglia molto
ad una fede genuina ma che, di fatto, non autentica.
Coloro che hanno questo tipo di fede non durano 156

continuano per un periodo pi o meno lungo, ma poi,


a causa degli impegni mondani, dell'inganno delle
ricchezze, dell'avidit delle altre cose o della prova, si
tirano indietro.
Non vi ricorda forse questo una delle parabole di
Ges? Certo, la parabola del seminatore in Matteo 13
e Marco 4. Coloro che hanno la Parola ben piantata
nel terreno del loro cuore persevereranno. Devono
perseverare e certamente persevereranno!
Aspetta un momento, qualcuno di potrebbe dire,
ancora non hai perseverato fino alla fine: come sai se
lo farai?.
Oh, questo ritorna alla prima cosa menzionata in
questo capitolo; la pace stabile e profonda che lo
Spirito Santo mi ha donato quando la prima volta ho
riposto in Cristo lintera mia vita. Egli mi ha dato la
certezza di appartenere a Dio. Ora mi chiede di
esaminare me stesso per vedere se sono nella fede, di
fare a me stesso domande del tipo: Stai
perseverando nella fede, anche nei momenti pi
difficili?. La risposta S e la buona notizia che,
visto che Egli la fonte della mia fede (non il
prodotto della mia natura carnale e non rigenerata)
perch Lui che ha iniziato in me questopera buona,
io posso aver fiducia di questo: che colui che ha
cominciato in me questa opera buona, la condurr a
compimento fino al giorno di Cristo Ges.
Che dire, per, della santit, John, sei tu santo come
dovresti essere?
Beh, devo ammettere che i criteri di santit che Dio ci
mette davanti sono perfetti, e certamente per tutti i
giorni della mia vita io ne sar ben al di sotto.
Allora, John, quello non vuole forse dire che non
potrai mai avere alcuna reale certezza di salvezza?.

157

Niente affatto, perch io riconosco in me della santit.


Io tocco con mano come io stia crescendo nella
santificazione. Sono stato messo a parte per
appartenere a Dio. La mia accettabilit di fronte a Dio
basata sullessere giustificato per grazia soltanto
attraverso la sola fede in Cristo soltanto (1) e la
meravigliosa verit che Cristo stesso la mia
santificazione. Sebbene il processo del rendermi
maggiormente simile a Lui sia certamente iniziato in
me (anche se molte volte io manco nellonorare il
Signore come dovrei), un progresso indubbiamente
in corso. Io voglio essere santo. Senza dubbio io
desidero vivere libero dal peccato. La santit, per,
per la quale io posso stare con fiducia davanti a Dio,
la santit stessa di Cristo, che mi stata accreditata
(2).
Ed grazie a lui che voi siete in Cristo Ges, che da
Dio stato fatto per noi sapienza, giustizia,
SANTIFICAZIONE e redenzione; affinch, com'
scritto: Chi si vanta, si vanti nel Signore (1 Corinzi
1:30-31).
La mia preghiera sincera questa: Signore,
rendimi maggiormente come Te. Aiutami ad
odiare il peccato ogni giorno sempre di pi ed
amare sempre di pi le tue vie. Attirami sempre
di pi vicino a Te, non cercando di guadagnare
la salvezza attraverso le mie opere, ma perch
io sono una persona salvata che vuole, desidera
e anela sempre di pi di Te.
La persona salvata resiste, si impegna, rinforza il suo
passo, persevera. Essa deve farlo e lo far. Perch?
Perch ho questa fiducia: che colui che ha cominciato
in me un'opera buona, la condurr a compimento fino
al giorno di Cristo Ges. Nessuna delle Sue (vere)
pecore andr mai perduta. Alleluia! Che pastore!
Alleluia! Che Salvatore!

158

(1) La giustificazione per sola grazia, attraverso la


sola fede, a causa di Cristo soltanto, non conduce a
peccare maggiormente. Al contrario, lunica e
sicura casa-base dalla quale pu essere lanciato
lattacco contro il peccato. Tutti i bombardieri che
fanno cadere le loro bombe sulle fortezze dei peccati
che rimangono nella nostra vita partono
dallaeroporto della giustificazione per sola fede. I
missili che lanciamo contro gli attacchi incipienti
della tentazione, sono lanciati dalla base della
giustificazione per sola fede. Lintera e trionfante
offensiva che dura tutta la nostra vita, chiamata
operazione santificazione - attraverso la quale
ingaggiamo la nostra guerra contro la corruzione che
rimane nella nostra vita - sostenuta dalle risorse
dello Spirito che provengono da una base sicura ed
imprendibile - la giustificazione per sola fede. Questa
operazione avr sicuro successo, ma solo perch
proviene da quella inattaccabile base. (John Piper,
sermone: Come giungiamo a conoscere il peccato,
Romani 7:7-12. www.desiringgod,org).
(2) Nella Scrittura la santit non ha a che fare in
prima istanza con il nostro comportamento, ma con
lessere messi a parte, consacrati, per appartenere a
Dio ed al Suo servizio. Essere santi significa
appartenere a Dio, unicamente riservati per Dio. Dio
dichiara che il Suo popolo si trova nella condizione o
posizione di santit in virt della Persona e dellopera
di Cristo (Colossesi 1:2). Ebrei 10:10 dice: In virt di
questa volont noi siamo stati santificati, mediante
l'offerta del corpo di Ges Cristo fatta una volta per
sempre. Poi, avendoci dichiarati santi, Dio si
impegna nel compito di renderci santi, plasmando il
nostro carattere per diventare sempre di pi
conforme allimmagine di Cristo. Questo aspetto della
santit questione di diventare progressivamente in
pratica ci che gi siamo posizionalmente in Cristo.
159

Ebrei 12:10: Essi infatti ci correggevano per pochi


giorni come sembrava loro opportuno; ma egli lo fa
per il nostro bene, affinch siamo partecipi della sua
santit.

160

Capitolo 19 Dislessia spirituale


La dislessia distorce la realt. Le sue conseguenze
possono essere disastrose e causa indicibili difficolt
ad una moltitudine di persone. La dislessia una
sindrome classificata tra i disturbi specifici di
apprendimento. La sua principale manifestazione
consiste nella difficolt che hanno i soggetti colpiti di
leggere velocemente e correttamente ad alta voce,
scambiando, per esempio, una parola o una lettera
per unaltra, saltando le parole di un testo o anche
righe. Tali difficolt non possono essere ricondotte a
insufficienti capacit intellettive, a mancanza di
istruzione, a cause esterne o a deficit sensoriali, ma a
disfunzioni in determinate aree del cervello. Per
coloro che non sono avvezzi a questo problema,
immaginate di avere di fronte ai vostri occhi, scritta
chiaramente, la parola PECCATO ed il vostro cervello
linterpreta come PERCASO. Sicuramente la
differenza fra le due grande e fonte di equivoci. Si
pu ben simpatizzare con tutti coloro che per tutta la
loro vita devono lottare con il problema della
dislessia.
Muovendoci ora nel campo spirituale, io credo che
pure moltitudini di cristiani soffrano di quella che
potrei chiamare una sorta di dislessia spirituale.
Questa definizione lho letta alcuni anni fa e lho
trovata davvero centrata. I teologi, naturalmente, non
ne fanno uso. Essi si sentirebbero molto pi a loro
agio a descrivere questo concetto come gli effetti
noetici del peccato, il che il semplice
riconoscimento che dalla Caduta di Adamo, tutte le
facolt dellessere umano sono state intaccate
negativamente, inclusa la mente. In termini pi
semplici si potrebbe dire che di fatto oggi non

161

ragioniamo pi in modo chiaro e preciso come


avremmo fatto se non ci fosse stata la Caduta.
Secondo 1 Corinzi 13, da questo lato della gloria noi
vediamo le cose come attraverso un antico specchio,
vale a dire in modo oscuro e confuso. Un giorno
comprenderemo le cose esattamente (nella misura in
cui le nostre menti limitate possano comprendere
linfinito). Ora, per, noi tutti abbiamo le nostre
tradizioni e i nostri angoli oscuri. Se noi sapessimo
esattamente dove sbagliamo, cambieremmo
immediatamente il nostro punto di vista. La
questione, per, che noi non li vediamo fintanto che
Dio lo Spirito Santo non ci illumina correggendo gli
effetti della nostra depravazione.
Una persona che soffra di dislessia spirituale legge
certi testi biblici e, sebbene le parole davanti ai suoi
occhi siano chiare, a causa delle tradizioni umane che
condizionano la sua mente, ne confonde il significato
o gli sfuggono le parole chiave di quella frase, oppure
ancora travisa completamente, non comprendendolo,
il significato di quel che legge. Gli sembra che il
testo dica una cosa, ma, di fatto, non la dice. Parlo qui
sulla base della mia esperienza personale e posso
onestamente dire che nel passato, per molto tempo,
leggevo dei testi biblici in un certo modo (dandone
quella che credevo esserne la giusta interpretazione)
finch, improvvisamente, lo Spirito Santo ha guarito
la mia dislessia spirituale, profondamente radicata in
me, permettendomi di vedere non ci che mi
sembrava, ma ci che di fatto dice la Scrittura.
Questo avvenuto in modo particolare nel mio
cammino teologico verso la teologia riformata. Dico
questo (e lo spero) non per orgoglio spirituale, ma
semplicemente sulla base della mia sincera
riconoscenza verso Dio per avere aperto la mia
capacit di intendere la vera natura della Sua grazia.
Permettetemi di citare solo alcuni esempi di ci a cui
162

mi riferisco, attraverso alcune citazioni tratte dal


vangelo di Giovanni.
Come ho citato precedentemente, in Giovanni,
capitolo 3, Ges mette in chiara evidenza il fatto che
se uno non nasce di nuovo non pu vedere il Regno di
Dio - o entrarvi (Giovanni 3:3,5).
Io avevo compreso correttamente che per entrare nel
Regno di Dio necessaria la fede. La mia dislessia
spirituale, per, non mi permetteva di vedere il chiaro
significato delle parole di Cristo. Ges dice che solo
coloro che nascono di nuovo possono entrarvi. La mia
tradizione diceva che se io avessi esercitato la fede io
sarei entrato nel Regno di Dio e sarei nato di nuovo. Il
problema di questa concezione che essa permette di
entrare nel Regno di Dio a persone che non sono nate
di nuovo, cosa che Cristo dice essere impossibile. Un
tale concetto di fatto capovolge le parole di Ges.
Fintanto che qualcuno non nasce di nuovo (per prima
cosa) questi non potr entrare nel Regno di Dio.
Quindi chiaro che qui la rigenerazione preceda la
fede.
Questo non lunico luogo delle Scritture che insegna
questa verit. I tempi dei verbi usati qui nelloriginale
greco di 1 Giovanni 5:1 rivelano che colui o colei che
continua a credere (presente continuo) (gi) nato da
Dio. Il credere evidenza e prova della rigenerazione,
non il contrario. Questo, naturalmente, in perfetta
armonia con le chiare parole di Ges in Giovanni 3.
Un altro esempio Giovanni 6:37, un testo che gi
stato menzionato e discusso in questo libro. Qui Ges
fa laffermazione che: Tutti quelli che il Padre mi d
verranno a me; e colui che viene a me....
Il contesto qui che Ges si rivolge ad una folla di
persone che, secondo le Sue stesse parole, non
credono in Lui (v. 36). Poi Egli spiega la loro

163

incredulit, iniziando con il versetto che stiamo ora


esaminando.
Per molti anni, io vedevo queste parole, ma le
interpretavo con gli occhiali della mia tradizione, che
dicevano che Dio, essendo onnisciente e conoscendo
il futuro prima che avvenga, aveva previsto che quelle
persone sarebbero venute a Cristo e che a tutti coloro
che appartengono a questo gruppo sarebbero stati
dati dal Padre al Figlio. Questa era la mia dislessia
spirituale! Io avevo capovolto le chiare parole di
Ges.
Per vedere questo, mentre guardiamo questo testo,
poniamoci la domanda: Che cos che viene prima:
quelli che vengono, oppure il Padre che d?
E chiaro che viene prima il Padre che d. Quando
Ges spiega lincredulit della folla di fronte a Lui,
Egli ci insegna che il Padre d al Figlio un certo
gruppo di persone che, a suo tempo, verranno al
Figlio.
La mia tradizione capovolgeva lordine del testo,
credendo che fosse landare della gente al Figlio che
spingesse il Padre ad affidare quel popolo al Figlio.
Ges, per, insegna che sono tutti coloro che il Padre
ha affidato al Figlio, quelli che di fatto verranno al
Figlio.
Il testo finale che vorrei citare per mostrare come la
dislessia spirituale possa influire su di noi Giovanni
10:25-26. Ancora una volta qui Ges si rivolge ad una
folla di increduli e dice: Ve l'ho detto, e non lo
credete; le opere che faccio nel nome del Padre mio,
sono quelle che testimoniano di me; ma voi non
credete, perch non siete delle mie pecore.
Per molti anni leggevo questa affermazione di Cristo
senza cogliere veramente ci che essa dice. Al
contrario, linterpretavo attraverso le lenti della mia
164

tradizione, che affermano come la gente possa


decidere di far parte del gregge di Cristo. In altre
parole, se qualcuno non fa parte del gregge di Cristo,
pu semplicemente scegliere di farne parte - se crede
in Lui questa sua fede gli dar titolo ad essere una
delle pecore di Cristo.
Questo, per, lesatto opposto di ci che Ges dice.
Ges guarda negli occhi quella gente dicendo loro che
la ragione per la quale non credono perch non
appartengono al Suo gregge. Ancora una volta qui la
mia tradizione aveva capovolto completamente le
parole di Ges. Ges dice: voi non credete, perch
non siete delle mie pecore.
Naturalmente, n io n alcun altro ha il diritto di
capovolgere le parole di Ges. Come discepolo di
Cristo, il mio ruolo quello di permettergli di essere
il Signore sul mio pensiero, venire alla Sua Parola e
permettere a qualsiasi tradizione che io abbia di
essere o confermata dalla Sua Parola, o confutata da
quella stessa Parola. Ci vuole talvolta molto coraggio
per permettere alle nostre tradizioni di essere messe
in questione e denunciate come errate dalla luce della
Scrittura, ma una volta che si verifica che una certa
tradizione in opposizione alla verit delle Scritture,
io non sono pi tenuto a seguire quella tradizione,
anzi, la devo decisamente abbandonare. Sia Dio
riconosciuto veritiero e ogni uomo (e tradizione)
bugiardo.
Io sono giunto ad abbracciare la teologia riformata
non per amore di un qualche sistema teologico, ma
perch amo e rispetto la Parola di Dio e trovo che la
Bibbia insegna le dottrine della grazia. Sono pure
giunto a vedere come la mia interpretazione
tradizionale della Scrittura non fosse altro che
dislessia spirituale.

165

Certo, io ho ancora in me stesso degli angoli oscuri


(se potessi riconoscerli come tali non sarebbero pi
angoli oscuri), ma sono riconoscente a Dio per la luce
che mi ha mostrato che mette in rilievo come la Sua
grazia sia realmente grazia.
Vorrei sfidare ancora ciascuno di noi a guardare alla
Parola di Cristo. Se voi, come me, trovate che di fatto
avete capovolto le chiare parole di Ges, vi chiedo
espressamente di avere il coraggio di rinunciare alla
vostra tradizione e di abbracciare la dottrina di
Cristo. La mia costante preghiera sia per me stesso
che per tutti coloro che leggono queste parole che
Dio possa condurci e guidarci nella verit della Sua
Parola.

166

Capitolo 20: L'araldo del Re


Mi pongo oggi di fronte a voi come laraldo del Re con
un messaggio di suprema importanza. Il Re che io
servo il Creatore di ogni cosa. Egli vi ha creato per
S stesso, vi ha dato la vita ed ogni benedizione a
piene e generose mani.
Ciononostante, tutta lumanit ha un cuore ribelle e
viola le Sue leggi senzalcuno scrupolo. Ogni peccato
che commettiamo un atto di alto tradimento,
unarrogante sfida al Suo diritto di propriet ed al
Suo santo carattere. Essendo un Re giusto e santo,
Egli deve necessariamente infliggere a tutti i
colpevoli il castigo che, secondo la Sua giustizia, essi
meritano. Questi proditori atti di ribellione meritano
la piena misura della Sua ira. Egli ha tutto il diritto di
condannare ogni ribelle al castigo eterno spazzandolo
via dalla faccia della terra.
Ciononostante, questo grande Re, mosso da amore e
manifestando cos la Sua generosa misericordia, ha
inviato nel mondo il Suo Figlio amatissimo per vivere
una vita di giustizia e, alla croce, per portare su di S
la colpa ed il castigo di tutti coloro che avrebbero
creduto in Lui. E cos che, a tutti coloro che
rinunciano ad ogni tentativo di giustificare s stessi e
che pure trovano il loro rifugio in Ges Cristo, il
Figlio di Dio, questo Re annuncia che Egli perdoner
tutti i loro atti di tradimento sulla base e in virt del
fatto che il Suo stesso Figlio stato punito al posto
loro. Inoltre, Egli trasferir la giustizia di Suo Figlio
sul loro conto affinch possano stare di fronte a Lui
senza colpa alcuna e giusti. Colui che non ha
conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato
per noi, affinch noi diventassimo giustizia di Dio in
lui.

167

Tutti coloro, cos, che si rifugiano nel Figlio non


dovranno pi affrontare lira ardente e santa del Re;
devono solo confidare nel Signore Ges Cristo,
credere in Lui, il Salvatore risorto, ora incoronato sul
trono del cielo.
Questa la buona notizia che sono stato inviato a
proclamare come Suo araldo.
Giovanni capitolo 3 versetto 36 dice: Chi crede nel
Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al
Figlio non vedr la vita, ma l'ira di Dio rimane su di
lui.
Voi tutti che siete ribelli al Re, ascoltate la Parola del
Signore: Ravvedetevi dal vostro tradimento e da tutti
i vani tentativi di piacere a Lui. Confidate in Suo
Figlio. Confidate nellopera che Egli ha compiuto sulla
croce. Venite a Lui in questo stesso momento. Fate di
Lui il vostro rifugio. Il Re, cos, estender a voi pure il
pieno perdono di tutti i vostri atti di alto tradimento e
vi dar un posto alla tavola del Suo banchetto. L
godrete per sempre del favore del Re ed ogni cosa in
abbondanza. Sarete ricolmi delle Sue benedizioni per
sempre, e pieni di gioia in Sua presenza.

168

Ulteriori risorse raccomandate


Questi sono i libri delle nostre edizioni "Tempo di
Riforma", acquistabili online presso la casa editrice
"on demand" www.lulu.com a questo indirizzo:
http://www.lulu.com/spotlight/paolocastellina
1. La Sovranit di Dio, di Arthur W. Pink.
Copertina morbida, 291 Pagine. Prezzo 15,00. Chi o
che cosa governa la realt? Le cieche e spietate forze
della natura in un costante flusso e riflusso privo di
senso, oppure Dio che, con sapienza, porta avanti
irresistibilmente i Suoi sovrani propositi? Il teologo e
biblista evangelico-riformato Arthur W. Pink (18861952) espone sistematicamente in questo saggio ci
che la Bibbia rivela sullo stretto controllo che Dio,
Creatore e Signore dell'universo, mantiene su ogni
cosa e persona nel perseguimento dei Suoi sovrani ed
irresistibili propositi.
2. La dottrina dell'Elezione, di Arthur W. Pink.
Copertina morbida, 265 Pagine. Prezzo 18,00.
Esposizione sistematica della dottrina biblica
dell'elezione (predestinazione). La sua fonte, verit,
giustizia, natura, disegno, manifestazione, effetti,
efficacia, felicit, i suoi oppositori e perch
necessario renderla nota.
3. Gli attributi del carattere di Dio, di Arthur W.
Pink. Copertina morbida, 107 Pagine. Prezzo 10,00.
Attraverso tutta la Bibbia, il Dio vero e vivente rivela
le caratteristiche ed attributi della Sua personalit,
quelle che manifesta nei Suoi rapporti con l'umanit
ed il Suo popolo. Il teologo, biblista e pastore Arthur
W. Pink (1886-1952) ci accompagna a scoprirle ed
apprezzarle.

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Ulteriori risorse sono disponibili su Internet nel


vasto sito del past. Paolo E. Castellina, all'indirizzo
http://www.riforma.net
Libri online:
https://sites.google.com/site/dottrinariformata/

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Indice generale
PREFAZIONE................................................................3
CAPITOLO 1: IL LUOGO DA CUI INIZIARE. SORPRESO
DALLA GRAZIA COMUNE................................................9
CAPITOLO 2: IL VENTO SOFFIA DOVE VUOLE................17
CAPITOLO 3: UN VIAGGIO SORPRENDENTE...................25
Dopo vent'anni....................................................26
Le Dottrine della Grazia......................................29
L'iniziativa di Dio..............................................32
Le chiare parole di Ges.....................................35
Origliando una santa conversazione...................38
Che cosa significa quel ci?.............................40
Tre domande.......................................................43
CAPITOLO 4: ...E L'AMORE DI DIO? (PRIMA PARTE).......45
Il bisogno pi grande..........................................46
Il pendolo.............................................................51
CAPITOLO 5: ...E L'AMORE DI DIO? (SECONDA PARTE)...53
Diversi significati di mondo.............................54
Giacobbe ed Esa................................................56
CAPITOLO 6: ...E IL LIBERO ARBITRIO?.........................63
I limiti stanno nella nostra natura.......................65
Ulteriori testi biblici............................................70
CAPITOLO 7: LA PRECONOSCENZA..............................73
Quelli ce Dio ha preconosciuto............................74
Stabilire il messaggio della Grazia......................79
CAPITOLO 8: MA GIOVANNI 3:16 NON DICE FORSE.... . .83
CAPITOLO 9: MA PIETRO 3:9 NON DICE FORSE............89
172

Chi sono quei tutti?..........................................92


CAPITOLO 10: MA TIMOTEO 2:4 NON DICE FORSE.......95
Il significato dela parola tutti...........................96
CAPITOLO 11: MA MATTEO 23:37 NON DICE FORSE...
.............................................................................. 103
CAPITOLO 12: MA 1 TIMOTEO 4:10 NON DICE FORSE...
.............................................................................. 109
CAPITOLO 13: MA GIOVANNI 12:32 NON DICE FORSE...
.............................................................................. 112
Follia o pietra di scandalo?...............................114
CAPITOLO 14: CHE DIRE SULLA RIPROVAZIONE?........117
CAPITOLO 15: CHE DIRE DEI PERDUTI CHE CI STANNO
PARTICOLARMENTE A CUORE?...................................131
CAPITOLO 16: ...E LA PREGHIERA E
L'EVANGELIZZAZIONE?.............................................137
Prestabiliti sono sia i fini che i mezzi................137
I passi di ammonimento....................................142
CAPITOLO 17: LA FEDE SALVIFICA.............................145
Dire d'avere fede non basta..............................145
I tre elementi della fede....................................147
CAPITOLO 18: I DARDI INFUOCATI DEL MALIGNO.......151
CAPITOLO 19 DISLESSIA SPIRITUALE......................161
CAPITOLO 20: L'ARALDO DEL RE..............................167
ULTERIORI RISORSE RACCOMANDATE.........................169

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