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1.

IL ROMANTICISMO: LE DUE DEFINIZIONI:


Numerosi, nel corso del tempo, hanno tentato di dare una definizione del fenomeno
"romanticismo", tra le piu' pregnanti abbiamo da una parte la definizione di Hegel e dall'altra, quella
abbastanza contrapposta, di alcuni storici.
Quella di Hegel, intende vedere il romanticismo, semplicemente come un movimento che mira
all'esaltazione del sentimento e un rifiuto della ragione illuministica. Sebbene la definizione
hegeliana non sia sbagliata, risulta molto limitata, perch se pur vero quello che afferma non
coglie nella sua interezza il fenomeno romanticismo ma ne delinea solo alcune caratteristiche.
Ecco che, la versione di questi altri storici di intendere il fenomeno nella sua globalit
dicendo che non possibile dare una definizione precisa di romanticismo, n si pu neanche
parlare di un fenomeno unitario si pu invece classificare come una mentalit che port nuovi
modi di pensare alle persone e che aveva, in generale, alcuni tratti comuni come una volont
d'evasione dalla realt, la critica alla ragione illuminista, l'esaltazione del sentimento una ricerca
dell'infinito.
2. I TRATTI GENERALI CARATTERISTICI ED IL DISCORSO SULLA NON UNIT DEL
MOVIMENTO (ED IL CIRCOLO DI JENA):
Come sappiamo, il romanticismo nacque alla fine del XVIII secolo, in Germania, nella citt di Jena.
I suoi maggiori esponenti furono Friedrich von e August Schlegel insieme ad altri (i nomi sono
troppo difficili da scrivere). Friedrich, dopo che si trasfer a Berlino, fondo la rivista "Athenaeum",
che rappresenta il primo documento di diffusione delle idee romantiche.
I fratelli Schlegel strinsero dei rapporti damicizia anche con Fitche , di cui subirono linflusso
filosofico e considerandolo il padre del Romanticismo. Lo stesso Hegel, ebbe modo di conoscere le
dottrine estetiche e filosofiche dei due fratelli. Dopo la morte di Friedrich von , il gruppo
(conosciuto come il circolo di Jena) si sciolse, ma le sue idee si diffusero ed ebbero grande
successo in altre citt tedesche, come Monaco .
2.1 Ateggiamenti caratteristici del romanticismo:
E' ovvio che non sia molto semplice poter fare un elenco di tutti i caratteri e le forme in cui il
romanticismo stato interpretato nel corso degli anni, ma possibile delinearne gli aspetti pi
comuni, come ad esempio il rifiuto della ragione illuministica e la ricerca di altre vie d'accesso per
giungere all'infinito.
Inoltre, importante dire che, seppur Hegel abbia polemizzato contro il primato del sentimento
(elemento comune tra i caratteri generali del R.) e contro certo punti del circolo di Jena, il suo
atteggiamento risulta sempre romantico in quanto egli condivide il tema dell'infinito con una
leggera differenza rispetto ai romantici: se questo ultimi ritenevano che all'infinito ci si potesse
arrivare con il sentimento o con la fede, Hegel diceva che l'unico mezzo possibile per arrivarci fosse
la ragione dialettica.
3. IL RIFIUTO DELLA RAGIONE ILLUMINISTICA
Spesso si intende il romanticismo come il movimento della non-ragione, tuttavia non esattamente
cos dal momento che vero che rifiutano la ragione, ma non in senso lato, rifiutano solo quella
illuminista dicendo che la ragione illuminista, quella ragione calcolatrice e "scientifica", poteva
cogliere solo pochissimi aspetti della realt, e anche i pi superficiali.
Inoltre i romantici intendendo la storia sotto forma di percorso guidato da Dio, vedono nella
ragione illuminista un tentativo di ribellione a questo e vedono nella rivoluzione francese, per
esempio, la conseguenza dicendo: "avete voluto voi prendere in mano il vostro destino? ecco il
risultato". Ecco che Hegel prende la ragione illuminista e la divide in intelletto e ragione
propriamente detta, addossa all'intelletto tutti i limiti sopraccitati e dice che invece la ragione,
intesa per nel modo "dialettico", che deve essere la guida (ecco perch sbagliato dire in toto che
rifiutano la ragione).

4. L'ARTE:
I romantici cercavano dunque altre vie d'accesso all'infinito. Quest'ultima era per loro il
sentimento (categoria spirituale che fino ad allora si aveva sempre ignorato), interpretato come un
insieme di emozioni indescrivibili, con il quale la ragione non ha niente a che vedere (citazione: il
pensiero non altro che un sogno del sentimento "Novalis") e viene ritenuto in grado di poter
oltrepassare quei famosi limiti di cui Kant ha tanto parlato e di poter giungere alla conoscenza
primordiale. Il sentimento visto come l'infinito stesso.
Data una definizione di come i romantici vedevano il sentimento, bisogna ora vedere come
ritenevano che esso si potesse esprimere. La sua forma espressiva , appunto, l'arte.
Per i romantici l'arte aveva tre valori principali:
1. Un valore conoscitivo, secondo cui si riteneva che con l'espressione artistica si potesse dare una
spiegazione di molte cose, tra le quali linfinito.
2. Un valore creativo- divino, in quanto il poeta o il pittore era ritenuto come una sorta di genioDio, le cui opere non erano altro che libere creazioni, con le quali egli poteva esprimere ogni
emozione o sentimento, proprio come un Dio nel momento della creazione e da qui abbiamo la
relazione Dio: universo = artista: opera d'arte.
3. il poter andare oltre l'esperienza: ogni artista, attraverso le proprie opere, era in grado di poter
superare i limiti della conoscenza, a modo suo ovviamente, ma dal momento che veniva
paragonato a Dio, nessuno gli impediva di poter rappresentare ci ke meglio per lui
rappresentava l'infinito.
I romantici rifiutarono il classicismo, il quale prevedeva il principio di imitazione, tanto ke nelle
opere classiche vigeva l'armonia delle regole e dell'equilibrio. Invece l'estetica romantica era
un'estetica ella creazione, nella quale l'artista era totalmente libero di rappresentare ci che voleva.
Da qui abbiamo un'assolutizzazione dellarte, ritenuta in grado di trascendere i limiti del finito.
In conclusione, l'arte non altro che la libera e totale espressione del sentimento ed il genio colui
che dal nulla crea qualcosa, come Dio, potendo cos superare ogni limite della conoscenza.
5. LO SPIRITO RELIGIOSO E LA RAGIONE DIALETTICA:
Come strategia per giungere al sentimento e al vero sapere ecco che i romantici riscoprono la
religione e le danno una notevole importanza; in particolare, proprio con questo rifiuto cos marcato
della divinit dell'illuminismo (kant era agnostico ad esempio) loro si "scagliano" dalla parte
opposta andando proprio anche a riscoprire le fedi positive, che sono quelle religioni naturali con
l'aggiunta di tutta quella costellazioni di riti e liturgie.
Ecco, un esempio Schlegel, il quale abbraccia il cattolicesimo (e non il protestantesimo ad
esempio) proprio perch il cattolicesimo pi coinvolgente con tutti i suoi riti, le sue liturgie,
ecc.. .
Tuttavia questo non fu l'unica altra via per raggiungere il vero sapere:
Hegel rappresent, per esempio, una eccezione, in quanto egli non abbracciava la religione, ma
neanche l'illuminismo bens prendeva il discorso kantiano sulla ragione e sull'intelletto
(propriamente detti) e diceva che l'intelletto aveva le colpe ed i "difetti" che loro avevano
scagliato alla scienza mentre abbraccia la ragione, in senso dialettico arrivando a dire che solo
tramite la ragione dialettica che arriviamo alla conoscenza vera e quindi anche all'infinito
7. LUOMO SPIRITO:
Da una nota frase di Fichte (o fiche x gli amici) possiamo dedurre che l'uomo non ha un'essenza
immutabile e predeterminata, ma se la crea da solo, ed ha quindi un'essenza dinamica, in continuo
divenire. La nostra essenza viene costruita attraverso l'azione e l'essenza dell'uomo non pu essere
altr oche la libert.
Nel 1794, Fiche scrisse la "dottrina delle scienze" in cui esponeva il suo pensiero circa l'esistenza,
intesa come un rapporto dialettico (di interazione) tra l'io e il non-io.

6. IL SENSO DELLINFINITO:
L'infinito il protagonista principale del movimento romantico: con esso e in esso l'uomo pu
raggiungere la Verit, andare oltre quelle che sono le barriere filosofiche dellilluminismo e di Kant,
e avvicinarsi egli stesso alla forma perfetta e infinita di essere (dio) - ne esempio la proporzione
dio:creature = artista:quadro - . A questo punto, dobbiamo considerare i vari modi in cui questo
"infinito" era concepito:

L'infinito nel finito, e il finito nell'infinito (parole chiave: immanenza, panteismo): il


finito la manifestazione vivente dell'infinito, e questo ne regola le dinamiche e i processi
atemporali (processi che avvengono non perch stanno in un determinato tempo ma che
avvengono indipendentemente da esso), essendo IN esso (natura, leggi varie.. ecc). Il panteismo
il sentimento dellimmedesimazione tra infinito e finito, talmente forte che i romantici
tendono a considerare il finito come la realizzazione dellinfinito.
L'infinito va oltre il finito (trascendentismo teismo): basti pensare alll'iperuranio di Platone. Il
trascendentismo concepisce linfinito come un qualche cosa che si differenzia dal finito, per
si manifesta o rivela in esso. Quindi, in questo caso, il finito non pi la realt stessa
dellinfinito, ma una sua manifestazione.

7.1. STREBEN, SEHNSUCHT, IRONIA E TITANISMO:


Vediamo ora la spiegazione di alcuni termini importanti che ci aiutano a capire quello che era lo
scopo del pensiero romantico:
- Esistere: vuol dire agire, confrontarsi con queglelementi che si contrappongono alla propria
realizzazione;
- Streben: significa sforzo ed inteso, appunto, come quello sforzo continuo che l'io deve compiere
per superare il non io (il finito). Il dramma di questo sforzo che la nostra voglia continua di
realizzarci infinita, non trova mai pace, mentre i mezzi a nostra disposizione per poterci realizzare
sono finiti,limitati. Questo problema porter l'uomo ad uno stato di infelicit eterna, che i romantici
giustificano con la presenza, all'interno di ognuno di noi, di un "demone dell'infinito" caratterizzato
dal non essere mai soddisfatto.
- Senhsucht: lett. "desiderare il desiderio" . Se all'uomo impossibile raggiungere l'oggetto del suo
desiderio, egli non potr mai conoscere il piacere di averlo realizzato, per cui i romantici
sostenevano che il vero momento del piacere il PRIMA del raggiungimento di un qualsiasi
desiderio --> l'uomo si sente vicino all'infinito nel momento prima in cui il suo desiderio si sta per
realizzare.
- Ironia: Ironia: atteggiamento che nasce dalla consapevolezza che qualsiasi aspetto della realt
(umano, naturale, sociale) solo una manifestazione finita, e perci inadeguata, dellinfinito e come
tale non pu essere presa sul serio. Atteggiamento di superiore distacco e rifiuto di assumere un
determinato stato di cose qualsiasi come definitivo, quindi un prendersi gioco delle molteplici
vicende della vita;
-Titanismo e vittimismo: sono atteggiamenti che rappresentano la conseguenza della lotta continua
per raggiungere i propri desideri:
1. vittimismo: si parla di vittimismo quando non si riesce sopravvivere nella lotta per raggiungere i
propri desideri e si ritiene che l'unica soluzione sia il suicidio;
2. eroismo/titanismo: quell'atteggiamento di lotta continua con la consapevolezza di non poter
mai vincere e l'uomo titano andr sempre alla ricerca della propria dignit all'interno della realt
circostante ( e ha quindi una corretta concezione della realt).

8. LEVASIONE:
Ecco che la mentalit romantica, intesa come ribelle e anticonformista (per alcuni sensi), si
concretizza nel tema dell'evasione: lo spirito ribelle romantico vuole evadere da tutto ci che
quotidiano e monotono, vuole abbandonare il comune "finito" quotidiano per darsi ad
esperienze uniche e travolgenti (ecco che anche la droga era un utile mezzo per fare queste
esperienze); parallelamente a ci, viene riscoperto anche il medioevo, con tutti i usoi miti e le sue
leggende, proprio per andare alla ricerca del tenebroso, dello strano e del magico (Bram stoker per
esempio, l'autore di Dracula, era un romantico).
Ovviamente questa evasione si concretizzava maggiormente nell'arte (altro tempo), in cui lo spirito
romantico, senza limiti di nessun tipo dava voce ai suoi sentimenti, creando come un'atmosfera da
"sogno" (altro luogo) anche nelle sue opere.
Ci si lega fortemente alla figura del romantico come viaggiatore; ma, il viaggiatore non era inteso
come colui che viaggiava in mezzo alle citt per conoscere costumi ed abitudini dei posti, ma come
un vagabondo infelice che vagabondava senza meta
8.1. LARMONIA PERDUTA:
1. periodo classico: in cui tra uomo e natura e tra individuo e societ vi era un rapporto basato
sulla comunione e la spontanea e immediata identificazione. l'uomo non vedeva un nemico nella
natura ma si sentiva parte di essa e viveva in armonia con essa. Stessa cosa nel rapporto tra
individuo singolo e societ, il singolo io non viveva il rapporto con gli altri con conflittualit, ma si
sentiva integrato in una societ in cui aveva un suo ruolo e la sua vita aveva un suo senso, non vi era
scontro con la societ. Questo periodo identificato con quello dell'et classica (lo stesso degli
umanisti e dei rinascimentali, il mondo greco romano). In questo modo la vita non era una lotta per
la propria affermazione contro gli altri e la natura, ma la vita di ogni individuo aveva un suo senso
compiuto, ciascuno aveva un proprio ruolo e trovava negli altri e nella natura immediato
soddisfacimento alle proprie esigenze.
2. rottura dell'unit: a questo periodo di segue uno rottura dell'unit tra uomo e natura e individuo
e societ. La natura diventa un nemico, una forza da sottomettere e controllare, piegandola ai
propri bisogni e questo avviene attraverso la scienza, con cui l'uomo sottomette la natura al proprio
volere e non vede pi in essa la propria dimora e non si sente pi parte di essa. La natura va
sottomessa con la tecnica e piegata alla volont dell'uomo, non pi il luogo della bellezza e
dell'armonia. Stessa cosa avviene nel rapporto con gli altri e la societ. L'individuo singolo entra
in conflitto con la societ, questa quel non io che si oppone alla realizzazione dei suoi deisderi e
vivere significa (vedi il concetto dialettico di esistenza come lotta tra io e non io e streben)
combattere con gli altri e con le forme dell'organizzazione sociale per affermare la propria volont
contro la volont degli altri.
3. periodo: il senso dell'unit perduta, della fratellanza con gli altri e delle proprie radici naturali
diventa cos una delle esigenze che il poeta e l'artista romantico cercano di realizzare, ritornare alla
natura e a un rapporto autentico e non conflittuale con gli altri sono obiettivi della societ futura e
ogni autore romantico cerca di individuare delle vie per realizzare questo ritorno all'unit. Tale
riconquista dell'armonia porta avvenire attraverso la politica (il concetto di nazione come unit di
popolo basata sulla comune storia, lingua e tradizione), attraverso la poesia e l'arte (capaci di
costituire un comune patrimonio in cui tutti possano riconoscersi, vedi romanzo storico), attraverso
l'amore (visto come fusione tra due singoli) ecc ecc.

LAMORE COME ANELITO DI FUSIONE TOTALE E CIFRA DELLINFINITO:


Lamore un altro dei temi principali del romanticismo tedesco, su cui poeti e filosofi hanno
incentrato la loro attenzione. Lesaltazione dellamore deriva sicuramente dallimportanza che il
sentimento e le emozioni hanno acquistato nel romanticismo. Infatti lamore viene considerato dai
romantici il sentimento pi forte che d una felicit e un piacere immensi; per questo motivo
costituisce la vita della vita stessa .Vita e amore sono considerate la stessa cosa.
Lamore possiede innumerevoli caratteristiche:
la globalit: essa rappresenta la ricerca di una sintesi tra anima e corpo, spirito e istinto ,
sentimento e sensualit. A questo collegata lidea di una donna che capace di amare con la
pienezza del proprio essere; cio senza essere frenata, senza rinunciare alla passione. Questo
tipo di donna ha, logicamente, gli stessi diritti delluomo, sia nella vita che nella cultura.
completa fusione delle anime e dei corpi: ovvero i due corpi si fondono in un tuttuno. Infatti,
come scrive Hegel, il vero amore un unificazione.
Tendenza a caricarsi di significati simbolici e metafisici: i romantici sostengono che lamore
pur essendo rivolto a creature finite, sia anche una manifestazione di un qualche cosa di infinito,
inteso nella forma Uno-Tutto. Lamore infatti qualche cosa che dona armonia, congiungendo
uomo e natura, e ancora il finitoo e linfinito e cosi via. Lmore quindi costituisce la cifra
dellassoluto.
LA NUOVA CONCEZIONE DELLA STORIA:
Un'altra caratteristica del romanticismo la passione e lintersse per la storia. Anche gli illuministi
si erano interessati alla storia, ma i romantici pur ispirandosi ad essi avevano fondato una nuova
filosofia della storia. Infatti mentre per gli illuministi il protagonista della storia era luomo, per i
romantici e la provvidenza. Lesito della rivoluzione francese e il fallimento dellimpresa
napoleonica, aveva portato a credere che non fosse luomo a decidere e a fare la storia, ma fosse una
potenza extra umana e trascendente. La storia vista come un processo complessivamente positivo,
in cui non vi nulla di irrazionale o di inutile, in cui esistono solo progressi e non regressi (sconfitte
e fallimenti). Ogni momento successivo supera ed pi perfetto del momento precedente. I
romantici criticano gli illuministi, in quanto secondo i primi assolutamente scorretto che i filosofi
giudichino la storia, rifiutando alcuni suoi momenti (es. medioevo), principalmente per due motivi:
Giudicare la storia significava mettere in discussione Dio, in quanto Dio si manifesta o realizza
nella storia.
Ogni momento della storia importante, perch costituisce lanello di una catena; cancellando
un qualsiasi momento storico questa catena si spezzerebbe.
Per questo motivo lo stoicismo romantico, anche se d molta pi importanza al futuro, considera
molto importante anche il passato che rappresenta un qualche cosa di fondamentale per il presente e
il futuro. I romantici non criticano alcuna epoca del passato, ma trovano dei lati positivi in
qualsiasi momento storico. A differenza degli illuministi che criticavano il Medioevo , i romantici lo
considerano un epoca di fede, di fantasia e mistero e di imprese cavalleresche.

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