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Tecniche di linearizzazione
ADD =
POUT PIN
PDC
(4.1)
1 dB
2 3 dB
PIN [dBm]
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
Tecniche miste;
Predistorsione;
Feedback;
Feedforward.
Dopo alcune considerazioni introduttive ognuna di queste tecniche verr
presentata ed analizzata.
Considerando un segnale sinusoidale generico (che abbia quindi sia una
modulazione dampiezza che di fase) allingresso dellamplificatore di potenza:
A ( t ) cos t + ( t )
(4.2)
k A ( t ) cos t + ( t ) + 0
(4.3)
(4.4)
68
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
AY
f(A(t))
(A(t))
(A(t))
AY
(t)
AX
AX
69
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
4.1
Tecniche miste
4.1.1 LINC
Lacronimo LINC sta per LInear amplification using Nonlinear Components.
In questo tipo di tecnica vengono infatti utilizzati componenti fortemente non lineari,
spesso operanti in bassa frequenza, per linearizzare il comportamento
dellamplificatore di potenza.
Il segnale da trattare pu essere espresso nel modo seguente:
s ( t ) = E ( t ) cos C t + ( t )
(4.5)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
s1 ( t ) = EMAX cos C t + ( t ) + ( t )
(4.6)
s2 ( t ) = EMAX cos C t + ( t ) ( t )
(4.7)
EMAX
( t ) = arccos
(4.8)
Va sottolineato che EMAX non il valore massimo di E(t), bens un valore tale
che:
E ( t ) EMAX
(4.9)
E ( t )
= 2EMAX cos C t + ( t ) cos arccos
=
EMAX
(4.10)
E (t )
= 2EMAX
cos C t + ( t ) = 2E ( t ) cos C t + ( t ) = 2s ( t )
E
MAX
S(t)
C
A
L
C
O
L
A
T
O
R
E
S1(t)
S2(t)
PA
PA
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
banda base. Per tale motivo questa metodologia si pu adottare solamente in payload
rigenerativi e pu essere pensata, pi che come una tecnica di linearizzazione, come
una modulazione lineare.
Uno schema pi preciso sar quindi quello riportato in Figura 4.5
Osserviamo ora cosa accade inviando i segnale s1(t) ed s2(t) agli amplificatori di
potenza, per i quali consideriamo un modello lineare in serie di potenze (senza
memoria) rappresentato dalla relazione:
y = k1 x + k2 x 2 + k3 x 3
S(t)
C
A
L
C
O
L
A
T
O
R
E
S1(t)
S2(t)
(4.11)
PA
PA
3 3
y1 ( t ) = k1 EMAX + k3 EMAX
cos C t + ( t ) + ( t ) + AM / PM +
4
+ DC E
2
MAX
) + 2 ( E ) + 3 ( E )
nd
2
MAX
rd
3 3
y2 ( t ) = k1 EMAX + k3 EMAX
cos C t + ( t ) ( t ) + AM / PM +
4
+ DC E
2
MAX
) + 2 ( E ) + 3 ( E )
nd
2
MAX
rd
(4.12)
3
MAX
(4.13)
3
MAX
72
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
= EMAX k1 + k3 EMAX
=
4
+ cos C t + ( t ) ( t ) + AM / PM
3 2
= 2EMAX k1 + k3 EMAX
cos C t + ( t ) + AM / PM cos ( t ) (4.14)
4
E (t )
3 2
+
+
=
= 2EMAX k1 + k3 EMAX
cos
t
t
(
)
C
AM
/
PM
MAX
3 2
= 2E ( t ) k1 + k3 EMAX
cos C t + ( t ) + AM / PM
4
Come si osserva il segnale risultante non altro che il segnale s(t) sfasato di una
quantit costante AM/PM ed amplificato di una quantit costante pari a:
3 2
2 k1 + k3 EMAX
(4.15)
Guadagno del
sistema LINC
6 dB
Guadagno di un
singolo amplificatore
(EMAX/2)2
PIN [dB]
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
POUT
PIN
(EMAX
(EMAX
PIN
Figura 4.7 Variazione delle caratteristiche del LINC al variare del valore EMAX.
(4.16)
e ( t ) = EMAX E ( t ) e
2
j ( t ) +
2
= E (t )
74
j ( t ) +
EMAX
2
1e
E
t
( )
(4.17)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
EMAX
e(t)
s1(t)
(t)
EMAX
s(t)
e(t)
(t)
EMAX
s2(t)
EMAX
Figura 4.8 Determinazione grafica dei segnali s1(t) ed s1(t) a partire dal segnale s(t).
s ( t ) = E ( t ) e j ( t )
(4.18)
e (t ) = j s (t )
EMAX
1
E ( t )
(4.19)
s1 ( t ) = e ( t ) + s ( t ) = s ( t ) 1 +
EMAX
1
E ( t )
(4.20)
EMAX
s2 ( t ) = s ( t ) e ( t ) = s ( t ) 1
1
E
t
( )
(4.21)
Quindi il calcolatore della Figura 4.5 deve calcolare e(t) con la formula (4.19) e
deve popi valutare s1(t) ed s2(t) impiegando, rispettivamente, la (4.20) e la (4.21). Tali
operazioni possono essere effettuate, in banda base, tramite il seguente esempio
implementativo.
75
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
si(t)
-F(b,a)
F(a,b)
s1i(t)
ei(t)
s1q(t)
eq(t)
s2i(t)
s2q(t)
sq(t)
Figura 4.9 Esempio dimplementazione in banda base del sistema per il calcolo del vettore e(t).
si(t) ed sq(t) sono le componenti in fase ed in quadratura del segnale s(t) che non
il segnale a RF che giunge agli amplificatori di potenza, bens il suo corrispettivo
in banda base.
Il blocco che nella Figura 4.9 riceve in ingresso i segnali si(t) ed sq(t) e produce in
uscita i segnali ei(t) ed eq(t) implementa la seguente funzione:
F ( x, y ) = x
EMAX
1
x2 + y2
(4.22)
e ( t ) = sq ( t )
EMAX
E
1 + j si ( t ) 2 MAX 2
1
2
s ( t ) + sq ( t )
si ( t ) + sq ( t )
2
i
(4.23)
76
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
s ( t ) = g s1 ( t ) + ( g + g ) s2 ( t ) =
= 2g E ( t ) cos c t + ( t ) + g EMAX c t + ( t ) ( t ) =
(4.24)
2
= ( 2g + g ) E ( t ) cos c t + ( t ) + g EMAX
E 2 ( t ) sen c t + ( t )
(4.25)
s ( t ) 2g E ( t ) cos c t + ( t ) + g s3 ( t )
(4.26)
s ( t ) = g s1 ( t ) + g s2 ( t )
con =
y = k1 x + ki 2 x 2 + ki3 x 3
i = 1,2
(4.27)
Si ottiene in uscita:
2
3k13 EMAX
S1 ( t ) = k1 1 +
s1 ( t )
4k1
2
3k23 EMAX
S 2 ( t ) = k1 1 +
s2 ( t )
4k1
(4.28)
(4.29)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
S(t)
C
A
L
C
O
L
A
T
O
R
E
S2(t)
S1(t)
PA
PA
LUT
Figura 4.10 Schema a blocchi dellapparato linearizzatore LINC con controllo adattativo.
4.1.2 CALLUM
La tecnica CALLUM (Combined Analog Locked Loop Universal Modulator)
non una vera e propria tecnica di linearizzazione, piuttosto un modulatore lineare
che fa lavorare gli amplificatori di potenza che lo compongono nel punto di massima
efficienza.
La differenza fondamentale rispetto alla tecnica LINC la presenza di due
oscillatori controllati in tensione che hanno il duplice scopo di traslare in frequenza i
segnali e generare componenti ad ampiezza costante.
78
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
PA 1
cos ct
sen ct
-
PA 2
Parte Indesiderata
PA1
Fase
Quadratura
PA2
Quadratura
Fase
79
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
4.1.3 EER
La tecnica di linearizzazione EER (Envelope Elimination & Restoration), anche
detta KAHN, consiste nellimplementazione di un amplificatore di potenza a RF e
lineare combinando amplificatori non lineari a RF e AF.
Lo schema pu essere applicato sia allintero trasmettitore che al solo
amplificatore di potenza. In entrambi i casi si raggiunge unefficienza di conversione
che sfiora il 100% a tutti i livelli di inviluppo del segnale modulato.
In Figura 4.12 viene mostrato lo schema di principio della tecnica di
linearizzazione EER.
La tecnica EER viene utilizzata quando si ha a che fare con un segnale modulato
in ampiezza che potrebbe portare a problemi di distorsione AM/PM.
Il segnale in ingresso al linearizzatore viene suddiviso in due parti con potenza
non uguale. In particolare la maggior parte della potenza viene mandata al ramo
inferiore del linearizzatore.
AMPAF
RIVELATORE
DI INVILUPPO
RF IN
LIMITATORE
BIAS
PARF
RF OUT
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
IN
OUT
81
Capitolo 4
4.2
Tecniche di linearizzazione
Feedback
PA
RF
OUT
y=
G
d
x+
1 + AG
1 + AG
(4.30)
y = Gx + d
(4.31)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
RF
IN
AMPIF
PA
RF
OUT
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
Co
RF
IN
RF
OUT
A1
A2
xi
xr
Ga
Ci
A2
Co
Siano Gp(x) e Ga(x) le funzioni non lineari di guadagno che caratterizzano i due
amplificatori.
Dallo schema si ottiene:
y = G p ( xi ) xi
(4.32)
xr = Ci Ga ( yCo ) Co y = Ci Co Ga CoG p ( xi ) xi G p ( xi ) xi
(4.33)
GL ( xi ) =
xr
= Ci Co Ga CoG p ( xi ) xi G p ( xi )
xi
(4.34)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
GT ( x ) =
G p ( xi )
y y xi
= =
x xi x 1 + GL ( xi )
(4.35)
Luscita quindi:
y=
G p ( xi )
1 + GL ( xi )
(4.36)
xi = x Ci Co Ga Co G p ( xi ) xi G p ( xi ) xi
(4.37)
4.3
Feedforward
85
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
l2, 2
g1, 1
SI
PA
C1
C2
SOU
2
EA
an
aerr
3
g2,
l n, n
86
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
(4.38)
1
S 2 = C2 S1 = C2 g1 S IN
+ IMD C2
(4.39)
n
S3 = C1 S IN
1 1
an ln
(4.40)
1
S 4 = S2 + S3 = C2 g1 S IN
+ C2 IMD + C1
1 1 n
S IN
an ln
(4.41)
S 4 = C2 IMD
(4.42)
1 1 n
S IN = 0
an ln
(4.43)
1 1
C2 g1 = C1 a l
n
n
(4.44)
C1
a
=
n
C2 g1 ln
per k = 1K N
(4.45)
S5 =
1 2 1
1
1 +2
S1 = (1 C2 ) g1 S IN
+ IMD2
l2
l2
l2
S6 = S 4err
C g
1
g 2 = 2 2 IMDerr
aerr
aerr
87
(4.46)
(4.47)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
SOUT =
C g
1
1
1 +2
g1 S IN
+ IMD2 + 2 2 IMDerr
l2
l2
aerr
(4.48)
1
C g
IMD2 + 2 2 IMDerr = 0
l2
aerr
(4.49)
SOUT =
1
1 +2
g1 S IN
l2
(4.50)
aerr = C2 g 2 l2
per k = 1K N
(4.51)
Si pu quindi concludere che i parametri che devono essere progettati per far
funzionare correttamente la tecnica di linearizzazione feedforward sono: an e n, aerr
e 2, ossia i parametri che contraddistinguono gli attenuatori variabili ed i phase
shifter
Si noti che lamplificatore di potenza lavora in forte compressione, mentre nelle
formule di analisi si utilizzato sempre il guadagno lineare g1. Si deduce quindi che,
in teoria, per poter applicare la tecnica feedforward si deve conoscere solo il
guadagno lineare del PA.
Il phase shifter seguente lamplificatore di potenza molto difficile da
progettare. Questo perch deve introdurre basse perdite di inserzione per non
perdere potenza in uscita dal linearizzatore, come si vede dal parametro l2 nella
(4.50), ed inoltre deve operare con alti livelli di potenza.
Per quanto riguarda lamplificatore di potenza, questo riceve al suo ingresso
soltanto le componenti indesiderate del segnale duscita del PA e le deve portare ad
un livello di potenza tale da elidere le componenti indesiderate del segnale del ramo
superiore. Per non introdurre ulteriori componenti indesiderate, lamplificatore
derrore deve essere fortemente lineare altrimenti non si ha la perfetta cancellazione
delle componenti indesiderate dellamplificatore di potenza.
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
(4.52)
S6IMD = ( A5 + A5 ) cos (t + + 2 + 2 )
(4.53)
(4.54)
Considerando che:
cos ( x + y ) = cos ( x ) cos ( y ) sin ( x ) sin ( y )
(4.55)
= cos (t + + 2 ) { A5 ( A5 + A5 ) cos ( 2 )} +
+ sin ( 2 ) sin (t + + 2 )( A5 + A5 ) =
A
= A5 1 1 + 5 cos ( 2 ) cos (t + + 2 ) +
A5
(4.56)
A
+ 1 + 5 sin ( 2 ) sin (t + + 2 )
A5
( t + + 2 ) = x
(4.57)
A5
1 +
=
A5
(4.58)
89
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
IMD
SOUT
= A5 1 cos ( 2 ) cos ( x ) + sin ( 2 ) sin ( x )
(4.59)
IMD
OUT
2
= A5 (1 cos ( 2 ) ) + 2 sin 2 ( 2 ) 2 =
= A5 1 + 2 2 cos ( 2 )
1
2
(4.60)
Soppressione =
A5
A52 1 + 2 2 cos ( 2 )
=
(4.61)
1
=
2
1 + 2 cos ( 2 )
Nel caso ideale il parametro di soppressione unitario (A5 e 2 uguali a
zero), cos come il termine .
Esprimendo la soppressione ed il termine in dB, possibile graficare la
funzione (4.61), come mostrato in Figura 4.19.
(4.62)
dB = 20 log10 ( )
(4.63)
SOPPRESSIONE [dB]
= 0 dB
2 [rad]
90
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
(4.64)
P(f)
f1
f2
XdBc
2f1 f2
2f2 f1
f
91
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
SOPPRESSIONE [dB]
= 0 dB
XdBc
-2 MAX
2 MAX
2 [rad]
4.4
Predistorsione
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
di
particolari
segnali
di
training
4.4.2 Predistorsione ad RF
In questo tipo di predistorsione il predistorsore viene posto immediatamente
prima dellamplificatore di potenza. Lo schema a blocchi risultante quindi quello
riportato in Figura 4.22.
x
PREDISTORSORE
x = g(z)
PA
y = f(x)
93
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
Figura 4.22 Schema a blocchi delle predistorsione ad RF.
y = f ( x ) = f g ( z )
(4.65)
f g ( z ) = k x
(4.66)
(4.67)
PA
(A)
f(A)
94
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
G
90
90
x
2
(4.68)
(4.69)
x
2
(4.70)
x j 2
e
2
(4.71)
g
mentre quella del ramo inferiore sar:
a
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
x
x j
x
x
x
e =g
+a
a
=
( g a)
2
2
2
2
2
(4.72)
Se, come detto in precedenza, si fa in modo che g < a allora il segnale in uscita
sar in controfasce con il segnale dingresso.
Graficamente ci corrisponde a quanto riportato in Figura 4.25.
DAL RAMO
INFERIORE
USCITA
DAL RAMO
SUPERIORE
DAL RAMO
SUPERIORE
USCITA
DAL RAMO
INFERIORE
96
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
Figura 4.26 Segnali relativi al predistorsore module e fase nel caso di espansione di fase
dellamplificatore con guadagno g.
Come si osserva landamento della fase del segnale duscita risulta opposto a
quello del segnale prodotto dallamplificatore del ramo soprastante: se quindi tale
amplificatore ha la stessa caratteristica AM/PM dellamplificatore di potenza da
linearizzare, poich il segnale duscita, effettivamente inviato al PA, ha una
caratteristica opposta allora sar compensata anche la distorsione AM/PM
dellamplificatore di potenza. In questo caso la compensazione per indiretta, in
quanto non si esegue impostando livelli di sfasamento, bens scegliendo
lamplificatore da utilizzare nel predistorsore in modo che abbia una caratteristica
AM/PM comoda.
Come detto in precedenza al predistorsore non spettano compiti di
amplificazione, perci in questo schema al posto dellamplificatore si pu impiegare
un blocco passivo che fornisca comunque una caratteristica non lineare di
compressione.
Tale blocco pu essere realizzato con una coppia di diodi in antiparallelo, come
riportato in Figura 4.27.
Figura 4.27 Coppia di diodi in antiparallelo per generare una caratteristica non lineare.
b)
a)
97
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
98
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
Predistorsione polinomiale
Si consideri il modello dellamplificatore di potenza descritto dalla (4.11): tale
descrizione in serie di potenze presenta due problemi:
Spesso il 3 ordine pu non bastare (ad esempio se la potenza dingresso
talmente elevata da produrre non linearit molto marcate);
Le non linearit considerate da tale modello sono puramente resistive:
essendo i termini k puramente reali non verranno contemplati effetti di
memoria ma soprattutto distorsioni AM/PM;
Per risolvere tale problema si pu adottare una tra le due soluzioni di seguito
presentate:
Si impiegano dei coefficienti complessi;
Si considerano gli effetti di memoria considerando un ritardo , tipico
dellamplificatore cos da avere il segnale x(t-) al posto del segnale x(t);
Scegliendo la prima soluzione e continuando ad utilizzare un modello
polinomiale per lamplificatore di potenza avremo che il comportamento di tale
dispositivo sar descritto dalla seguente relazione:
N
y = ki x i
k C
(4.73)
i =1
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
x = qjz j
q C
(4.74)
j =1
y = ki q j z j
i =1
j =1
k ,q C
(4.75)
q1 = 1
(4.76)
y = k1' z + 014
+4
0 244
+ K +30 + k M' +1 z M +1 + K
14
4244
3
M 1 termini che
(4.77)
riesco ad elidere
settando M 1
coefficienti liberi
y = k1 x + k3 x 3 + k5 x 5
(4.78)
k3 x 3
21 2 ,22 1
1 , 2
(A )
(A )
( A)
IMD3
compressione e soppressione
100
(4.79)
(4.80)
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
k5 x 5
31 22 ,32 21
21 2 ,22 1
1 , 2
(A )
(A )
(A )
5
IMD5
IMD5
compressione e soppressione
(4.81)
INTERMODULAZIONE
DEL 3 ORDINE
Considerando i contributi dovuti alle non linearit del 3 ordine riportati nella
(4.80) si pu intuire come questi aumentino di 3 dB per ogni dB di aumento della
potenza dingresso. Tali componenti hanno per ampiezza diverse:
21 2 ,22 1
(A )
1 , 2
(A )
3
4
9
(4.82)
20 log 3 9,54 dB
(4.83)
101
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
Figura 4.32 Andamenti delle componenti dintermodulazione del 3 ordine al variare della
potenza dingresso.
Per i contributi del 5 ordine avremo invece gli andamenti riportati in Figura
4.33.
Si pu concludere quindi che i termini di ordine n del modello polinomiale
producono intermodulazione di grado n ma anche di grado inferiore.
Inoltre le componenti dintermodulazione di ordine pi basso hanno
unampiezza maggiore delle componenti di ordine pi alto.
POUT
1, 2
21 2 , 22 1
6 dB
31 22 , 32 21
PIN
14 dB
Figura 4.33 Andamenti delle componenti dintermodulazione del 5 ordine al variare della
potenza dingresso.
102
Capitolo 4
Tecniche di linearizzazione
POUT @ 21 2
x3
x5
PIN
103