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Fondazione Guido Piccini per i diritti delluomo onlus

Rapporto ISTAT 2015


Mercoled 20 maggio, a Palazzo Montecitorio, il Presidente dell ISTAT ha presentato il Rapporto annuale
2015 - La situazione del Paese.
Il Rapporto rappresenta, come dice lISTAT stesso una riflessione documentata sui cambiamenti
economici e sociali in atto, sviluppa una riflessione, documentata dai dati raccolti, sulle trasformazioni che
interessano economia e societ e concentra l'attenzione sui punti di forza e di debolezza che caratterizzano i
diversi soggetti nel sistema produttivo, nella societ e nei territori.
In estrema sintesi:
A gennaio 2015 i residenti in Italia ammontano a poco meno di 61 milioni, dei quali oltre cinque milioni
(8,3%) sono cittadini stranieri. Per gli italiani prosegue il trend di invecchiamento mentre fra gli stranieri
residenti la quota di anziani pi bassa.
Nel 2013 ha scelto il rito civile oltre un terzo degli sposi italiani. Il 13% dei matrimoni ha almeno uno degli
sposi straniero (nel 1995 erano il 4,8%). Nasce fuori dal matrimonio oltre un quarto dei bambini che hanno
genitori italiani.
Continua a innalzarsi il livello di istruzione della popolazione italiana. Nel 2014, i residenti di 15 anni e pi
con qualifica o diploma di istruzione secondaria superiore sono il 35,6%, quelli con un titolo universitario
sono il 12,7%. Le donne si laureano in misura superiore agli uomini infatti raggiungono il 13,5%.
Nelle scuole italiane gli alunni stranieri sono oltre 800 mila, pari al 9% della popolazione scolastica. La
presenza di alunni stranieri nati in Italia (+12%) sopravanza quella dei figli dei migranti arrivati in Italia
dopo la nascita.
Migliorano, in generale le condizioni di salute dei cittadini, ma permangono le diseguaglianze socioeconomiche e territoriali, con uno svantaggio perle fasce sociali pi svantaggiate, soprattutto nel
Mezzogiorno. Le persone con livello di istruzione pi alto hanno migliori condizioni di salute.
Le famiglie residenti nelle aree del Sud e delle Isole inoltre segnalano difficolt nellaccesso a tutti i servizi.
Questo forte squilibrio territoriale nei servizi sociosanitari potrebbe condurre a ulteriori aggravi di spesa per
le famiglie e quindi a un incremento della rinuncia a prestazioni, con un rischio di sottoconsumo sanitario,
pericoloso per le condizioni di salute della popolazione.
Oltre un quinto della popolazione di 14 anni e pi partecipa ad attivit sociali, con una maggiore diffusione
al Nord, in particolare nel Nord-est. Il volontariato la forma di impegno sociale pi diffusa,
Per la prima volta dal 2008 il potere di acquisto delle famiglie nel 2014 si stabilizzato, e i consumi sono
cresciuti dello 0,3 per cento. Migliora la situazione di chi vive in condizioni particolarmente difficili: infatti
l'indicatore di grave deprivazione materiale, che tra il 2010 e il 2012 era passato dal 6,9 al 14,5 per cento,
arretrato all'11,4 per cento.
L'inizio di ripresa certo migliora solo leggermente una situazione che rimane ancora negativa relativamente
alloccupazione.
Il calo consistente delloccupazione prima e la modesta ripresa poi hanno un po' modificato la mappa delle
professioni in Italia. Tra i gruppi professionali sono diminuiti soprattutto gli operai e gli artigiani, e tra le
professioni qualificate sono scesi dirigenti, imprenditori e tecnici, mentre sono aumentate le professioni
intellettuali e di elevata specializzazione. Nei servizi sono aumentate le attivit non qualificate: la crescita dei
servizi alle famiglie spiega in buona parte anche l'aumento dell'occupazione femminile.
Sono i giovani a pagare il prezzo pi salato di sei anni di crisi infatti tra il 2008 e il 2014 sono spariti quasi 2
milioni di lavoratori under 35 (-27,7 %) a fronte di un calo della popolazione nella stessa fascia di et di
947mila (-6,8 %)
I dati mostrano una condizione migliore per chi ha un livello d'istruzione pi alto: infatti tra i laureati il tasso
di occupazione risulta nel 2014 del 75,5%, mentre tra i diplomati arriva al 62,6 % ,ma per i meno istruiti si
ferma al 42 %.
I segnali positivi percepiti tra la fine dell'anno scorso e questa prima parte del 2015 si fermano al CentroNord. "Le aree del Mezzogiorno - scrive l'Istat - si caratterizzano per una consolidata condizione di
svantaggio legata alle condizioni di salute, alla carenza di servizi , al disagio economico, alle significative
disuguaglianze sociali e alla scarsa integrazione degli stranieri residenti".
Mirella Castagnoli
Commissione Cultura. Fondazione Piccini

Brescia 26 Maggio 2015


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