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Come quando il bambino scappa allabbraccio della madre, rifiuta il cappottino che tenta
di infilarsi, e con un semplice ma perentorio
No! annuncia gioiosamente che lui non vuole andare a casa e che lui, almeno un altro po,
vuole restare l dov.
Perch l, dove vuole rimanere, ha creato un
mondo.
La pittura di Giulio Mottinelli si nutre di quel
mondo e di quel mondo generatrice. E proprio
di generatrice e di genitrice vien da parlare, di
fronte alla feconda potenza di cui essa ci rende testimoni, potenza e fecondit che sono poi
quelle della Natura. Natura e pittura dialogano
senza che si levi un rumore, le parole non servono, il silenzio essenziale, come al Mattino
Sotto il segno della luna, 2012, 100x100
nel bosco. E il mondo emerge, cos, nella semplicit, quella che la maniera della genuinit
ma che tutto lopposto della semplificazione. Genuino e semplice infatti il cibo, uno dei
temi pi frequentati da queste opere.
Esse sono percorse e rincorse dagli alimenti
offerti, di nuovo, dalla natura come da un fil
rouge archetipico che giunge fino a qui, partito
dallo rigine di tutto e a essa ritornato.
Il filo rosso, appunto, le ricorrenze, sono le categorie del mondo in cui ci invita Mottinelli.
Ritornano le analogie, ricompaiono e si rimontano gli elementi fondamentali, e la loro armonia diventa la nostra nellincontro con la Madre, con colei che ci nutre.
E allora eccolo il pane che ci viene offerto, ed
ecco che siamo noi, a riscoprirci dei semplici.
Con lo sguardo fisso in un occhio materno che
torna sempre ad accoglierci: Sotto il segno della
luna.
La luna ci confessa sottovoce il pittore
Mattino nel bosco, 1989, 50x50 deve essere accesa.
Montichiari
Museo Lechi
Spazio Mostre Contemporanee
Via Martiri della Libert, 33