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org/grammatica-livello-base-a1a2/
Gli usi di ci:
- Pronome riflessivo
es:
Ci vediamo domani!
Ci chiamano i ragazzi impossibili!
Generalmente noi ricci non ci pettiniamo mai.
- Pronome diretto (noi)
es:
Qualcuno ci ama!
Marco ci ha visto mentre entravamo nel bar.
- Pronome indiretto (a noi)
es:
Ci dai un consiglio?
Ci ha detto cosa dovevamo fare.
- Ci + essere = esistere, essere presente
es:
C qualcuno che mi aiuta?
Ci sei domani sera?
- Ci pleonastico (cio superfluo, si pu anche non mettere)
es:
Non ci vedo pi!
Io non ci capisco niente.
Qui non ci sono mai stato!
Dove sono le mie chiavi? Ce le hai tu?
- Ci che vuol dire ad una cosa / ad una persona
es:
Non importa se sei stanco, pensaci.
Il tuo comportamento insopportabile e io non mi ci abituer mai!
Ogni domenica dice di andare a vedere la partita, ma io non ci credo pi.
- Ci che vuol dire con qualcosa / con qualcuno
es:
Come presentarsi:
Domanda informale: Ciao, sono . e tu?
Domanda formale: Buongiorno / Buonasera, sono , Lei?
Risposta formale: Sono , piacere di conoscerLa. / Sono , piacere.
Risposta informale: Sono , piacere.
Scusarsi:
Formale: Mi scusi!, Scusi!, Mi dispiace!
Informale: Scusa!, Mi dispiace!
Rispondere alle scuse:
Formale: Prego!, Nessun problema!, Di nulla!, Di niente!
Informale: Prego!, Nessun problema!, E tutto a posto!, Di nulla!, Di niente!
Come si chiama lattenzione:
Formale: Scusi!, Mi scusi!
Informale: Scusa!
Come si risponde ad unofferta:
Positivo, formale: S, grazie!, S, La ringrazio!, (molto) Volentieri, grazie!
Negativo, formale: No, grazie!, No, La ringrazio
Positivo, informale: S, grazie!, S, ti ringrazio!, (molto) Volentieri, grazie!
Negativo, formale: No, grazie!, No, ti ringrazio!
Come si risponde ad un ringraziamento:
Formale / informale: Prego!, Non c di che!, Di nulla!, Di niente!
Al supermercato / Negozio e quando qualcuno fa un lavoro per noi, si risponde sempre: Grazie a
Lei!
Come si chiedono e come si danno le informazioni personali:
- Come ti chiami?
- Mi chiamo Grammaticus. / Sono Grammaticus.
R Roma
S Savona
T Torino
U Udine
V Venezia
Z Zara (o zeta)
Un esempio con il nome Mario: Milano-Ancona-Roma-Imola-Otranto
Le altre lettere, che vengono usate poco, sono:
J i lunga
K kappa
W doppiav
X ics (o xilofono)
Y ipsilon
Ci sono in Italia citt che sono diventate famose grazie a questo elenco, come Domodossola!
Il plurale dei nomi
Come si fanno i plurali dei nomi? Ecco un elenco abbastanza completo sulle regole. Ovviamente
le prime regole sono quelle pi importanti.
I nomi maschili che finiscono in -a al plurale finiscono in -i
- problema/problemi
- tema/temi
I nomi femminili che finiscono in -a al plurale finiscono in -e
- palla/palle
- casa/case
I nomi che finiscono in -o al plurale finiscono in -i
- mano/mani
- libro/libri
Generalmente gli articoli vanno prima di un nome e hanno lo stesso genere e numero del nome:
Accendo una (articolo singolare femminile) candela (nome singolare femminile).
Prendo le (articolo plurale femminile) matite (nome plurale femminile).
Articolo determinativo
Gli articoli determinativi si usano prima di un nome che si conosce.
Mangio la torta di Maria (conosciamo quale torta).
Il cane corre veloce (conosciamo quale cane).
Ci sono due articoli determinativi maschili: il e lo.
Il plurale di il i e il plurale di lo gli.
Larticolo il si usa con i nomi maschili che iniziano con consonante:
il bicchiere (i bicchieri), il libro (i libri), il cuoco (i cuochi)
Larticolo lo si usa con i nomi maschili che iniziano con:
- vocale (per perde -o e diventa l) lamico (gli amici), lalbero (gli alberi)
- s + consonante lo sport (gli sport), lo studente (gli studenti)
- p + s , p + n lo psicologo (gli psicologi), lo pneumatico (gli pneumatici)
- g + n lo gnomo (gli gnomi), lo gnocco (gli gnocchi)
- z lo zucchero (gli zuccheri), lo zaino (gli zaini)
- y lo yoga (-), lo yogurt (gli yogurt)
Larticolo determinativo femminile la. Il plurale di la le:
la mamma (le mamme), la palla (le palle), la ragazza (le ragazze)
Larticolo la diventa l prima di nomi singolari femminili che cominciano con vocale:
lamica (le amiche), larte (le arti)
Articolo indeterminativo
Gli articoli indeterminativi si usano quando si parla di uninformazione nuova o di qualcosa che
non specificata:
Guardo un film
Mangio un panino
Ci sono due articoli determinativi maschili: un e uno
Larticolo un si usa con i nomi maschili che iniziano con:
- vocale un amico, un albero
- consonante un telefono, un libro
Congiuntivi:
e, anche, inoltre, pure, n, neanche, nemmeno, neppure
Disgiuntivi:
o, oppure
Temporali:
quando, mentre, non appena, finch
Causali:
poich, perch, giacch, siccome, dato che, visto che, dal momento che
Finali:
affinch, perch, al fine di, per
Modali:
nel modo che, in qualunque modo, comunque, nella maniera che, nel senso che
Di conseguenza:
perci, quindi, dunque, per questo motivo
Correlativi:
sia sia, n n, cos come, non solo ma anche
Di esemplificazione:
per esempio, in questo modo, cos, come, infatti, vale a dire, ossia, cio, in altre parole
Concessivi:
sebbene, anche se, per quanto, bench, nonostante che
Condizionali:
purch, qualora, supposto che, nel caso che
Di contrasto:
tuttavia, eppure, invece, nonostante ci, eppure, al contrario, tuttavia, anzi, ma, per
Limitativi:
fuorch, tranne, tranne che, per quanto, eccetto che,
Conclusivi:
insomma, quindi, pertanto, perci
Per ordinare gli argomenti:
in primo luogo in secondo luogo infine, prima di tutto poi, innanzitutto
secondariamente.., laspetto principale un aspetto ulteriore
- I verbi transitivi (cio che possono avere un oggetto): amare, mangiare, vedere,
dire, regalare, comprare ecc...
- Molti verbi intransitivi (cio che non possono avere un oggetto): parlare, lavorare,
dormire, viaggiare ecc...
- Molti verbi di movimento: andare, venire, arrivare, tornare, partire, entrare, uscire
ecc...
- Molti verbi che indicano una permamenza: stare, rimanere, restare ecc...
- Molti verbi di cambiamento di stato: essere, morire, nascere, diventare, crescere
ecc...
- I verbi riflessivi: chiamarsi, lavarsi, alzarsi, abbassarsi ecc...
- Alcuni verbi intransitivi (cio che non possono avere un oggetto): costare, piacere,
sembrare, servire, succedere ecc...
Ci sono verbi che possono avere entrambi gli ausiliari. In questo caso,
generalmente, l'ausiliare avere si usa quando si pu rispondere alla
domanda: che cosa?
es: correre:
- Sono corso a prendere l'autobus.
- Ho corso una maratona di 5 chilometri.
es: cambiare:
- Marco, tu sei cambiato. Ti vedo diverso.
- Marcello ha cambiato casa, ora vive in un altro quartiere.
es: finire:
- La nostra storia finita tanto tempo fa, Luca.
- Ho finito un libro bellissimo!
es: salire:
- Sono salito in casa quando ho visto Annalaura.
- Ho salito le scale velocemente.
Complemento
me
te
lui
lei
noi
voi
essi
esse
noi
voi
loro
loro
Questo sistema viene dal latino e vediamo che la distinzione vale solo per la I, la II e la III
persona
singolare
e
la
III
plurale.
Negli ultimi anni per c stato un cambiamento dovuto al parlato che ha portato una
semplificazione:
lei
ha
sostituito
ella
in
quasi
tutti
i
contesti
lui ha sostituito egli nel parlato ma egli rimane negli scritti formali e controllati
loro ha sostituito essi nel parlato ma essi/esse rimangono negli scritti formali e controllati
te ha sostituito tu solo nel parlato informale e soprattutto al centro-nord
Il congiuntivo Come e quando si usa
Il congiuntivo retto da verbi
Nella maggior parte dei casi il congiuntivo non si usa nelle frasi principali ma nelle frasi dipendenti (o subordinate). Con il
congiuntivo esprimiamo soggettivit, incertezza, dubbi, volont ecc e, soprattutto, quando i verbi della principale e della
dipendente sono diversi. Il congiuntivo introdotto dalla congiunzione che.
Vanno col congiuntivo i verbi che esprimono opinione e considerazioni personali:
- Credere, pensare, ritenere, supporre, immaginare, parere, sembrare, avere limpressione, dire che
Es:
Credo che Paolo stia sbagliando.
Mi pare che le cose siano andate diversamente.
Ha limpressione che io lo inganni.
Vanno col congiuntivo i verbi che esprimono volont, desiderio e preferenza:
- Volere, desiderare, preferire
Es:
Voglio che te ne vada subito!
Desideravo che fosse diverso.
Avrei preferito che mi chiamasse.
Vanno col congiuntivo i verbi che esprimono speranza, aspettativa, paura:
- Sperare, aspettarsi che, avere paura che, temere che, augurarsi che
Es:
Speravo che fosse cos!
Temo che le regole siano cambiate.
Mi auguro che vada tutto bene.
Vanno col congiuntivo i verbi che esprimono incertezza, dubbi, irrealt o finzione:
- Non essere sicuri, non essere certi, dubitare che, non sapere se, ignorare se, fingere che, fare finta che
Es:
Non sono certo che stia facendo bene.
Dubito che si risolva tutto in maniera cos semplice.
Ignoro se Pedro sia spagnolo o argentino.
Vanno col congiuntivo i verbi che esprimono gli stati danimo:
- Essere felice che, essere contento che, far piacere che, dispiacere che, rallegrarsi che, rattristarsi che
Es:
Mi rallegra che tu abbia pensato a me per quel lavoro.
Ero contento che mi avesse pensato.
Mi dispiace che tu mi abbia frainteso.
Il congiuntivo nelle forme impersonali:
Il congiuntivo si usa anche dopo frasi introdotte da espressioni impersonali, soprattutto formate da essere + sostantivo o essere +
aggettivo, oppure dopo frasi introdotte da verbi impersonali. In questi casi la frase dipendente ha il ruolo di soggetto.
Vanno col congiuntivo i verbi impersonali dove chiaro il soggetto della dipendente:
- Bisogna, occorre che, basta che, vale la pena che, pu darsi che, si dice che, dicono che, pare che, sembra che
Es:
Bisogna che Enrico si svegli presto.
Bastava che tu lo dicessi.
Vale la pena che si discuta di questo.
Vanno col congiuntivo le forme e le espressioni impersonali. Queste possono essere anche negative (non):
- E necessario / importante / opportuno / giusto / meglio ecc che
- E stupido / scandaloso / divertente / ridicolo / pazzesco / assurdo ecc che
- E incredibile / strano / logico / illogico / possibile / impossibile / naturale / innaturale ecc che
- E probabile / improbabile / facile / difficile / preferibile / discutibile / plausibile ecc che
- E ora che / E bene che / E male che
- E un peccato che / E un assurdo che / E uno scandalo che
Es:
E incredibile che ancora non sia in prigione!
E facile che Emanuele dica questo.
Era impossibile che fosse cos stupido.
Il congiuntivo con alcune congiunzioni:
A volte la scelta tra indicativo e congiuntivo si basa sul tipo di congiunzioni utilizzate.
Vanno col congiuntivo le seguenti congiunzioni:
- Bench / sebbene / nonostante / malgrado / purch / affinch
- Senza che / tranne che / come se / prima che / per quanto
- A patto che / a condizione che / nel caso (in cui) / per quel che
Es:
Bench sembri intelligente un ragazzo abbastanza stupido.
Ha fatto come se io non ci fossi!
Fai presto, prima che faccia notte.
Il congiuntivo con alcune costruzioni particolari:
Vanno col congiuntivo le frasi con i pronomi indefiniti:
- Chiunque, comunque, (d)ovunque, qualsiasi, qualunque
Es:
Odiava chiunque lo salutasse con la mano.
Marco seguiva Agata ovunque andasse.
Qualunque cosa facesse a lei non piaceva.
Vanno col congiuntivo le espressioni con il solo che / lunico che :
Es:
Odiava lunico che lamasse veramente.
Vanno col congiuntivo le frasi dipendenti comparative:
- Il pi che / il meno che / pi di quanto / meno di quanto
Es:
Era luomo pi brutto che potessi conoscere.
Ma era anche il meno stupido che potessi incontrare.
Allora io lascoltavo pi di quanto lo guardassi.
Il congiuntivo pu esprimere desiderio e augurio da solo o con magari:
Es:
Magari piovesse domani al suo matrimonio!
Avesse voluto il cielo che vincessi al lotto!
Ti prendessero a calci nel sedere!
Il congiuntivo pu esprimere dubbio ed introdotto da che:
Es:
Che sia cos cretino come sembra?
Es:
Quando Biancaneve apr gli occhi vide tanti piccoli uomini che la fissavano.
Ieri vidi Luca, mi sembr cambiato.
I verbi dichiarativi
Ordinare
Osservare
Precisare
Predire
Pretendere
Promettere
Protestare
Raccontare
Replicare
Ricordare
Riconoscere
Rilevare
Rimproverare
Ripetere
Rispondere
Ritenere
Segnalare
Sentir dire
Sostenere
Sottolineare
Spiegare
Strillare
Sussurrare
Urlare
Voler sapere se
Altri verbi relativi al dire
Argomentare
Benedire
Biasimare
Blaterare
Chiacchierare
Chiamare
Contraddire
Conversare
Denunciare
Dettare
Enfatizzare
Esprimere
Interrogare
Interpretare
Insultare
Lodare
Maledire
Mentire
Nominare
Offendere
Parlare
Pregare
Pronunciare
Rinominare
Scusarsi
Tradurre
Vantarsi
In grammatica, l'avverbio una parte invariabile del discorso che serve a modificare il
significato di quelle parole (verbi, aggettivi, altri avverbi o intere proposizioni) a cui si affianca.
Sono considerati avverbi anche le locuzioni avverbiali, ovvero espressioni formate da pi
parole, che hanno il significato di un avverbio (di sempre, in fondo, alla carlona, di certo, in su,
in un batter d'occhio, da quando, ecc.).gg
Indice
1 Esempi
o
3 Alterazioni
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Esempi
Avverbi di modo
Gli avverbi di modo (qualificativi) indicano il modo in cui l'azione compiuta. Sono avverbi di
questo tipo:
bene, male, quasi, volentieri, come, cos, cio, soltanto, purtroppo, lento,
veloce, velocemente, piano, certo, in fretta e furia (locuzione avverbiale) ecc.
Positivo (velocemente)
Alterazioni
Lo stesso argomento in dettaglio: Gradi e alterazioni degli avverbi.
Come gli aggettivi, anche gli avverbi, in certi casi, possono essere alterati da suffissi: