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La sua infinitezza dipende dal fatto che egli non pi di uno e che
non c
nulla che possa limitare qualcuna delle cose che sono in Lui; proprio
perch
Uno, Egli non misurabile n numerabile. Egli non trova un limite n
in altri n
in se stesso, perch se cos fosse, sarebbe dualit. Non ha dunque
figura, in
quanto non ha parti, n forma.
Non cercarlo dunque con occhi mortali, come il nostro discorso va
dicendo; e
non credere di poterlo vedere come pretenderebbe chi suppone che
tutte le cose
siano sensibili e nega ci che vale pi di ogni cosa. In realt sono
proprio le cose
che si credono come le maggiormente esistenti che non esistono
affatto. Ma il
Primo sorgente dellEssere ed molto superiore allessenza.
Plotino, Enneadi, V, 5, 10-11, ed. cit.
Bisogna concepirlo anche infinito, non perch sia interminabile in
grandezza o
in numero, ma perch la sua potenza non limitata. Infatti, se tu lo
pensi come
Intelligenza o Dio, egli da pi; se lo raccogli in unit col tuo
pensiero, allora
Egli uno ancora pi di quanto possa rappresentarlo il tuo pensiero,
poich egli
in s e per s senza alcuna accidentalit. Quanto alla sua
autosufficienza,
nessuno potr negarne lunit. Infatti, se fra tutti gli esseri Egli il
pi dotato e il
pi autosufficiente, ne consegue che Egli non ha assolutamente
bisogno di nulla.
Tutto il molteplice e il non-uno manchevole perch consta di molti:
perci la
sua essenza ha bisogno dellunit; lUno, invece, non ha bisogno di se
stesso
perch Egli stesso uno. [] Di fatto, a Lui non manca nulla n per
avere
lessere n per avere il benessere n per possedere il suo
fondamento: poich,
essendo causa per le altre cose, Egli non trae ci che da queste
cose; quanto poi
al benessere, potrebbe trovarsi fuori di Lui? Insomma, per Lui il
benessere non
accidentale, ma Lui stesso. [] Perci nulla bene per lUno, e
quindi non
avr voglia di nessun bene, anzi Egli Super-Bene, e non bene per
se stesso,
ma bene per gli altri esseri che possono parteciparne.
mezzo della sua volont (che Egli non pu agire senza volere), e se
questi atti
costituiscono la sua cosiddetta essenza, la sua volont e la sua
essenza saranno
identiche. Ma allora, se cos, Egli come vuole. [] Egli dunque
padrone di
s poich il suo essere dipende dalla sua libert. [].
Non si pu pensare un bene che sia privo della volont di essere, per
se stesso,
ci che : Egli perci concorde con se stesso, in quanto vuole essere
quello che
ed quello che vuole, e la sua volont e il suo essere sono una cosa
sola, e
tuttavia Egli non meno unit, poich non c differenza fra ci che
Egli si trova
ad essere e ci che voleva essere.
Che cosa infatti avrebbe voluto essere se non ci che ?
Supponiamo che Egli scelga di diventare ci che vuole e che gli sia
concesso di
mutare la sua natura in qualcosa di diverso; mai Egli vorrebbe
diventare
qualcosa di diverso, n mai potrebbe biasimare se stesso come se
soltanto per
necessit Egli fosse ci che , cio quello stesso Essere che Egli stesso
sempre
volle e vuole essere.
La natura del Bene realmente la sua volont: Egli non sedotto n
attratto
dalla sua propria natura, ma sceglie liberamente se stesso, poich non
c
nientaltro da cui Egli possa essere attratto. []
Perci il nostro ragionamento ha scoperto che Egli ha creato se
stesso: se
dunque la volont deriva da Lui ed , per cos dire, opera sua, ed
inoltre
identica alla sua esistenza, vuol dire che Egli stesso si dato
lesistenza: non
dunque per caso ci che , ma quello che Egli stesso ha voluto.
Plotino, Enneadi, VI, 8, 13, ed. cit.
LUNO SECONDO PROCLO
molti sono la somma di ognuno degli elementi. Se perci gli esseri sono soltanto molti e
per niente uno, non potrebbero neppure essere molti; infatti gli esseri che non sono per
niente uno, non possono essere uno in alcun modo. Daltra parte, ci che non uno, non
a maggior ragione neppure molti; perch, necessariamente, non esiste nessuno degli
elementi di cui sono formati i molti.
Inoltre, pertanto, se gli esseri sono molti cos come abbiamo detto, tutti gli esseri
saranno infinite volte infiniti; e quale che sia lessere infinito che prendi in
considerazione, anchesso sar immediatamente infinito; e degli elementi che lo
costituiscono, dal momento che sono anchessi infiniti, sar infinito anche ciascuno di
essi. Si prenda pure dai molti qualcuno degli esseri che diciamo essere nonuno; ebbene,
quello sarebbe una molteplicit secondo la sua natura, se vero che fa parte degli esseri
e che non niente. Ma se una molteplicit, anche questa sarebbe formata da molti e
sarebbe essa stessa molti; e se prendi qualcuno di questi molti, ti apparir subito chiaro
che non uno, ma molti. E lo stesso ragionamento si applica immediatamente anche a
questi ultimi; nella medesima maniera ciascun elemento (e quando parliamo di ciascun
elemento lo facciamo in modo erroneo) sar una molteplicit in atto; e ciascun
elemento sar, per cos dire, infinito, o anzi, infinito un numero infinito di volte. Infatti
non c niente che non sia tale, poich la parte molti, e allo stesso modo la parte della
parte, e cos allinfinito; perch in nessun luogo la molteplicit si arrester nel suo
procedere, e neppure linfinito, una volta che sia eliminata la natura delluno. Ma,
veramente, che gli esseri siano infiniti un numero infinito di volte impossibile, tanto in
rapporto alla verit, quanto in rapporto alla nostra premessa. Se infatti lessere infinito
un numero infinito di volte, non possibile n conoscere n scoprire lessere, poich
tutto ci che infinito inafferrabile e inconoscibile 4. E se lessere infinito un infinito
numero di volte, ci sar qualcosa di pi infinito dellinfinito 5; e se quel qualcosa pi
infinito, linfinito sarebbe meno infinito; ma poich ci che meno infinito non
totalmente infinito, chiaro che sarebbe limitato, in quanto manca della natura
dellinfinito. Se dunque vi qualcosa di pi numericamente infinito dellinfinito
numerico, ci sarebbe qualcosa di maggiore dellinfinito e linfinito sarebbe
numericamente pi piccolo di qualche altra cosa; ma ci impossibile; dunque non
esiste linfinito un numero infinito di volte. Ora, se i molti esistono separati dalluno,
esistono le cose infinite un numero infinito di volte; ma questo impossibile; dunque i
molti non esistono, se non esiste luno6.
.................
Occorre fare un sunto del capitolo in quanto gli argomenti sono molti.
VEDERE ANCHE
SCOTO ERIUGENA DE DIVISIONE NATURA
DAMASCIO
DIONIGI AREOPAGITA
TRADIZIONE INDUISTA
Il non essere come mistero avvolto nelle tenebre. Di lui non si puo
dare alcuna definizione, lo si puo solo indicare con una domanda:
Chi ? (KA).
Dal vuoto del non essere nasce luno, il puntino in AIN SOF della
cabala lurianica, lessere primordiale, tramite il potere di TAMAS che
feconda le Acque primordiali che rappresentano linfinit di cio che
al di la dallessere.
Il non-essere non il nulla. Dal nulla non puo nascere nulla, il nulla
non oprecedente ma coestensivo dellEssere. Si trata quindi di un
processo di condensazione, di concentrazione, di emergenza
tramite il potere dellardore e dellamore.
Lamore non come atto transitivo verso qualcosa a come atto
fondante della realt. Ardore sorretto dal TAPAS, TAPAS e KAMA
come interdipendenti.
LA COSMOGENESI SECONDO LA CABALA LURIANICA
La cosmogenisi come sacrificio del divino, raffronto con la tradizione induista
IL SACRIFICIO COME COSMOGENESI E COME REDENZIONE (MANENZA,
PROCESSIONE E RITORNO).
LIMITE, ILLIMITE E MISTO IN PROCLO. PRIMA TRIADE INTELLIGIBILI
SHIN, MAYM, KETER Prima triade intelligibili (Essere) (ok)
Vedi prima parte del LIBRO TERZO DELLA TEOLOGIA PLATONICA dove parla del
Limite, Illimite e delle Enadi.
Fuoco e acqua che generano Keter corrispondono alla prima triade degli Intelligibili
Le mystere du Tetragramme sacre et imprononcable, YodH-Vav-H, est intimement lie a ce symbolisme ; mais nous ne pouvons
entrer a ce sujet dans plus de detail. Disons seulement que la lettre Yod
correspond a Hokmah ; la premiere lettre H a Binah ; la lettre Vav a
Tiphereth et la seconde lettre H a Malkuth, qui est le support de larbre ou
lepouse, larbre lui-meme etant lepoux. On peut deja comprendre, sans
doute, que Malkuth est la creation dite dans le Verbe et, plus
particulierement, lhomme qui resume synthetiquement la creation ; de sorte
que les dix sephiroth se rapportent a lHomme-Dieu, le Christ, lHomme
universel.
4. LArbre sephirothique comprend donc Malkuth. A un premier
point de vue,
Malkuth est larchetype total de la creation ; en dautres termes,
cest la creation
aucune loi est Dieu, qui les edicte toutes), et dans le cas dAdam,
une seule loi
suffisait, la defense de porter la main sur lArbre.
et il doit etre bien entendu
aussi quAdam, avant la faute, echappait a la necessite de devoir
souffrir et
mourir. Et comment ? Par ceci que lattribut de Clemence ou de
Benignite
couvrait lattribut de Rigueur ou de Severite, faisant apparaitre ainsi
le troisieme
attribut, qui est celui de la Misericorde. Si Adam navait pas commis
la
transgression sil navait pas porte la main sur lArbre il serait
devenu
semblable a ce quetait cet Arbre, cest-a-dire Homme universel.
Mais lorsque
Adam eut peche, et cest librement quil le fit, les deux attributs se
dissocierent,
et ainsi Adam entra, non dans la vie divine quil avait a conquerir en
confirmant, par lobeissance, son etat de liberte, mais dans la
connaissance du
bien et du mal, cest-a-dire dans la connaissance des ressorts de la
vie et de la
mort par lesquels il etait possible quexistat une creation assujettie
au devenir.
La chute netait pas une fatalite ; elle fut la consequence dun libre
choix qui,
sil eut ete convenablement fait dans lobeissance, eut change la
liberte premiere
dlection en liberte de dilection. Il nen fut pas ainsi.
I TRE GUNAS ESPRESSIONI DEL RIGORE, DELLA CLEMENZA E DELLA
MISERICORDIA