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Le
I bisogni individuali
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individuali
si
distinguono
in
bisogni
speciali,
che
non
sono
La coesistenza e la convivenza
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Nel caso di due o pi individui che vivano nello stesso tempo, anche se magari
ciascuno in luoghi diversi si parla di "coesistenza". Nel caso di due o pi individui
che vivano nello stesso tempo e nello stesso luogo, in modo che le attivit, i bisogni
e gli interessi dell'uno possono interferire con le attivit, i bisogni e gli interessi
dell'altro si parla di "convivenza".
I conflitti di interessi
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coltivare lo stesso terreno; non si ha conflitto di interessi tra persone che vogliono
godere del medesimo paesaggio o percorrere la stessa strada (se questa
sufficientemente larga).
I conflitti di interessi possono essere risolti pacificamente (tramite regole o
accordi) o con la forza; possono essere risolti con il sacrificio totale di un interesse
a favore dell'altro (si parla di "subordinazione di un interesse all'altro": il
genitore si priva del cibo per darlo al figlio) o con parziale sacrificio di entrambi
(il genitore divide il cibo con il figlio).
I bisogni sociali
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La cooperazione
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Nel caso che due o pi individui non si limitino a convivere, ma ciascuno utilizza
lattivit degli altri affinch linterferenza non solo non sia dannosa, ma riesca
vantaggiosa, si ha la cooperazione. Sono esempi di cooperazione lo scambio, le
attivit svolte in comune per gli interessi di tutti (difesa, ordine pubblico, sanit
ecc.)
Quando gli individui attribuiscono ad alcuni di loro dei compiti da svolgere per la
soddisfazione di bisogni comuni o collettivi si dice che organizzano la
convivenza, o che la convivenza organizzata.
Quando queste attivit diventano stabili nel tempo si parla di uffici e talvolta di
organi.
Un ufficio o organo un insieme di persone e di compiti fissi. Un altro modo di
definirlo unit operativa che svolge dei compiti fissi e predeterminati. Gli
"organi" o "uffici" possono essere visti come "ruoli" simili a quelli degli attori,
che assegnano a determinate persone dei compiti fissi da svolgere a vantaggio di
tutti.
Cos, l'Ufficiale giudiziario l'organo che nel comune ha il compito di vigilare
sulla salute dei residenti; l'Ufficiale dell'anagrafe l'organo che ha il compito di
mantenere aggiornate le liste dei cittadini residenti, di annotare nascite, morti,
matrimoni e rilasciare i relativi certificati; il parlamento l'organo che fa le leggi;
il Tribunale l'organo che giudica certi tipi di reati ecc.
Gli organi non sono posseduti solo dallo Stato. Qualsiasi gruppo organizzato di
persone (una associazione calcistica, una societ per azioni, un sindacato, un
condominio ecc.) ha degli organi che svolgono le principali funzioni: prendere le
decisioni (assemblea), eseguirle e tenere i rapporti d'affari (amministratore) ecc.
Persino in una classe scolastica si possono creare degli organi: il capoclasse, il
tesoriere, i gruppi che debbono svolgere delle ricerche ecc.
I ruoli pi importanti e pi frequenti sono quelli del legislatore (= colui che
stabilisce le regole) e quello del giudice (= colui che risolve le liti), ma vi possono
essere innumerevoli altri organi, con ruoli molto varii: capoclasse, tesoriere,
amministratore, tutore, rappresentante sindacale ecc.
Linsieme degli uffici e organi creati per rendere possibile la convivenza e la
cooperazione prendono il nome di istituzioni
Questa parola ricorre di frequente nel linguaggio dei mass-media per indicare gli
organi e gli uffici pi importanti (Presidente della Repubblica, Parlamento,
Tribunali, Pubblica Amministrazione): "Le brigate rosse attentano alle
istituzioni"; "bisogna salvare le istituzioni dalla corruzione"; "Bisogna avere
fiducia nelle istituzioni"; "Le istituzioni democratiche sono nate dalla lotta contro
il fascismo" ecc.
La nozione di politica
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Per "potere economico" si intende invece il potere che proviene dal possesso della
ricchezza o che consiste nel controllo delle attivit economiche.
Per "potere ideologico" si intende il potere di influenzare tramite idee presentate
in maniera particolarmente convincente, diffuse dai mass-media o in altre forme
attraverso altri strumenti particolarmente efficaci.
Col termine "potere politico" si indica anche, in un senso del tutto differente,
l'autorit che esercita i poteri sovrani sui cittadini.
Per "lotta politica" si intende la competizione per la conquista del potere politico.
Lo Stato
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Stato-apparato
E linsieme delle strutture politiche che esercitano poteri sovrani. In altre
parole, linsieme degli enti pubblici che esercitano poteri di imperio (pu
essere visto anche come il complesso degli organi di questi enti). Normalmente
si ritiene che lo Stato apparato sia costituito dagli enti pubblici territoriali
(Stato, Regioni, Province, Comuni), perch gli altri enti esercitano solo
marginalmente significativi poteri di imperio
Stato-comunit
E linsieme di popolo, territorio e autorit (stato-apparato): una popolazione
stanziata su un territorio e organizzata politicamente.
Stato-ordinamento
E linsieme delle organizzazioni pubbliche, centrali e decentrate: in sostanza
linsieme degli enti pubblici
uomini dotato di mezzi materiali adeguati per esercitare una serie di compiti e
perseguire una serie di obiettivi previamente delimitati.
Nelle seguenti frasi la parola Stato assume ora l'uno ora l'altro di questi
significati:
"Lo Stato, in caso di mancato pagamento delle tasse, espropria il debitore dei
beni e li vende per ottenere quanto gli dovuto" (Stato-apparato)
"Lo Stato italiano si form nell'ottocento" (Stato-comunit);
"Lo Stato italiano fa parte della Comunit Europea" (Stato-comunit);
"I soldati difendono lo Stato" (Stato-comunit);
"Il parlamento un organo dello Stato" (Stato-apparato);
"I funzionari dello Stato sono assunti per concorso" (Stato-apparato).
Lo Stato di diritto
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Lo Stato centrale
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Il potere legislativo
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Il potere legislativo formato dagli organi che hanno il potere di creare norme
giuridiche. In passato gli organi erano due: il re e il parlamento. Nel nostro Stato
vi solo un organo che pu creare le leggi: il Parlamento, composto a sua volta da
due organi, la camera e il senato, che a loro volta sono composti da deputati,
senatori, presidenti della Camera e del Senato, capigruppo ecc.
Il Parlamento l'organo pi importante per la vita dello Stato. E' formato dalla
Camera e dal Senato. Ciascuno dei 630 deputati della camera e dei 315 senatori
viene eletto dai cittadini ogni cinque anni, a suffragio universale (cio sono
ammessi al voto tutti i maggiorenni, che siano uomini o donne, sprovvisti o
provvisti di titoli di studio ecc.).
Camera e Senato, di comune accordo, votando ciascuna a maggioranza, votano le
leggi che poi sono promulgate dal Presidente della Repubblica.
Il potere esecutivo
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Gli organi del potere esecutivo sono numerosissimi. Al vertice del potere esecutivo
c' il Governo. Ciascuno dei ministri del governo a capo di un ministero che a
sua volta costituito da numerosi organi centrali (direzioni generali,
provveditorati generali ecc.) e periferici (intendenze, uffici locali ecc.) Il potere
esecutivo, detto anche "Pubblica Amministrazione" (abbreviato "P.A.") si occupa
dell'esecuzione delle leggi create dal parlamento: attraverso le forze di polizia si
occupa di controllare l'osservanza delle leggi da parte dei cittadini, di ricercare i
colpevoli di inosservanza, di portarli dai giudici e di eseguire le sentenze dei
giudici. Attraverso altri ministeri si occupa di controllare il commercio, la
circolazione delle merci e in genere le attivit della vita di ogni giorno (controlli
Il Governo e i ministri
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Il Governo formato da Ministri scelti dal Presidente del Consiglio, che riceve
l'incarico dal Presidente della Repubblica. Una volta formato il Governo, questo
deve avere l'approvazione (che si chiama "voto di fiducia") del parlamento.
In qualsiasi momento, anche dopo il voto di fiducia, il Parlamento pu cambiare
idea e "votare la sfiducia" al governo, che cos costretto a dimettersi. In tal caso,
il Presidente della Repubblica d l'incarico di formare un nuovo governo ad un
altro Presidente del Consiglio. Se nessuno degli incaricati riesce a formare un
governo che incontri la fiducia del Parlamento, al Presidente della Repubblica
non resta che sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni.
Il Presidente del Consiglio pu scegliere i ministri tra i parlamentari, ma anche
tra i comuni cittadini. Ogni ministro a capo di un ministero, cio di un insieme
di organi del potere esecutivo che si occupa di curare determinati interessi della
collettivit. Abbiamo cos i ministeri che si occupano di mantenere l'ordine e di
garantire la difesa e i rapporti con gli altri stati (Ministero dell'interno, Ministero
della difesa, Ministero degli Esteri, il Ministero di Grazia e Giustizia). Abbiamo i
Ministeri che si occupano della gestione della ricchezza dello Stato e del suo
patrimonio (ministero delle finanze, Ministero del Tesoro, Ministero del bilancio e
della programmazione economica). Molto importanti sono il Ministero delle
Finanze, che si occupa di riscuotere i tributi, e il ministero del Tesoro, che si
occupa di gestire le somme cos incassate di effettuare i pagamenti per conto dello
Stato e di trovare il denaro che eventualmente manchi allo Stato attraverso
l'emissione di BOT (buoni ordinari del tesoro) e di altri titoli del debito pubblico).
Abbiamo i ministeri che si occupano dello sviluppo economico e produttivo
(Ministero dell'industria, Ministero del commercio con l'estero). Abbiamo i
ministeri che si occupano del territorio e dell'ambiente (Ministero dei lavori
pubblici, Ministero dei beni culturali e ambientali, Ministero dell'ambiente).
Abbiamo i ministeri che forniscono i servizi pubblici (Ministero delle Poste,
Ministero della pubblica istruzione, Ministero dei trasporti, Ministero del lavoro,
Ministero della sanit).
Il Presidente della Repubblica non appartiene a nessuno dei tre poteri, ma ha una
funzione di rappresentanza del Paese e di controllo e di garanzia: che tutte le
attivit degli organi pubblici rispettino la Costituzione e non mettano in pericolo
la democrazia. Convoca, presiede o nomina una parte dei membri di molti
importanti organi costituzionali. Inoltre rappresenta l'Italia ufficialmente
mediante viaggi all'estero, ricevimento dei rappresentanti diplomatici ecc.
Accanto allo Stato-apparato vi sono altre autorit che governano la vita dei
cittadini: le regioni, le province e i comuni
Anche la parola "Regione" (o "Provincia" o "Comune") ha i due tipi di
significato che si sono visti per lo stato:
Nel primo significato "Regione" significa "Comunit di persone residente in un
determinato territorio, retto da un insieme di norme giuridiche proprie oltre che
da quelle statali, e sottoposto, oltre che all'autorit dello Stato, ad una propria
autorit, eletta dalla Comunit"
Nel secondo significato "Regione" significa "Autorit che, insieme allo stato, si
spartisce la sovranit sulla comunit regionale, e a cui i cittadini residenti nella
regione debbono ubbidire"
Lo stesso duplice significato hanno le parole "Provincia" e "Comune": cos la
parola "Provincia" pu indicare una popolazione su un territorio (come nella
frase "La Provincia di Torino molto popolosa") o un apparato, cio un insieme
di uffici (come nella frase "La Provincia ha emanato delle disposizioni severe
contro i danni ambientali")
Tutti e tre gli apparati che funzionano da autorit nella Regione, nella Provincia o
nel Comune, hanno una notevole somiglianza con lo Stato: sono composti da
organi eletti dai cittadini (Consiglio regionali, provinciali e comunali) che hanno
potere di emanare norme giuridiche. Hanno organi, simili al Governo statale, che
si occupano di eseguire le leggi e i regolamenti (giunta regionale, giunta
provinciale e giunta comunale), ma non organi giudicanti. Possono avere dei corpi
di polizia locale (vigili urbani, guardie forestali ecc.).
Le regioni possono creare leggi di valore pari a quelle del parlamento, cio norme
primarie (ma solo in materie di interesse regionale: turismo, navigazione locale,
caccia e pesca ecc.).
Regioni, Province e Comuni possono creare anche norme secondarie simili a
quelle create dal Governo o dai Ministri. Si possono avere Regolamenti regionali,
provinciali e comunali in materie di interesse locale. Regioni, Province, Comuni
hanno quindi, esattamente come lo Stato, degli organi che producono norme
giuridiche.
Regioni, Province e Comuni sono regolati dalla Costituzione e da leggi apposite
del Parlamento, ma possono completare la propria organizzazione creando essi
stessi una parte delle proprie norme di funzionamento tramite gli "Statuti".
Le prescrizioni
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Vi sono molti tipi di "prescrizioni". Tutta la nostra vita si svolge seguendo delle
"prescrizioni", cio delle ben precise regole. Nel momento in cui ci vestiamo
seguiamo la regola di mettere prima la biancheria intima poi i vestiti pi esterni;
nel momento in cui prepariamo il pasto seguiamo precise regole di cucina; nel
momento in cui saliamo sull'autobus che ci porta a scuola seguiamo precise regole
(cenno al conducente, salita e presentazione della tessera o del biglietto ecc.); nel
momento in cui parliamo con gli amici seguiamo le innumerevoli regole della
grammatica e della sintassi; in classe seguiamo altre precise regole per parlare
con l'insegnante, con i compagni, per andare in bagno, per chiedere in prestito
una penna, ecc.
Esistono dunque vari tipi di prescrizioni:
Prescrizioni morali
Altre prescrizioni sono definite "morali" perch ci provengono da Dio o dalla
nostra coscienza, e noi le osserviamo solo se siamo intimamente convinti della
loro bont, a differenza ad esempio delle leggi dello Stato, che ci provengono
dall'esterno. Cos la prescrizione "ama il tuo prossimo", "non desiderare la
donna d'altri" ecc. sono prescrizioni morali.
Prescrizioni tecniche
Molte prescrizioni sono definite "tecniche", perch non sono obbligatorie, ma
vengono seguite perch assicurano un certo risultato. Cos, le prescrizioni del
medico, le regole per la medicazione delle ferite, le regole per cucinare i cibi
vanno seguite se si vuole ottenere la guarigione, la preparazione del cibo, ecc.
ma non sono obbligatorie.
Prescrizioni giuridiche
Le prescrizioni giuridiche
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Tra le sanzioni, le pi importanti sono quelle che consistono nell'uso della forza
(incarcerazione, espropriazione e vendita dei beni, distruzione della casa abusiva
ecc.). E' la minaccia dell'uso della forza che spesso convince le persone ad
obbedire. Non bisogna per credere che le prescrizioni giuridiche, per funzionare,
abbiano bisogno dell'uso continuo della forza: le condanne penali, le
espropriazioni ecc. sono solo le misure estreme, a cui si ricorre (fortunatamente di
rado) quando tutti gli altri mezzi di persuasione (minaccia dell'uso della forza;
disapprovazione sociale; regole morali;persuasione mediante ragionamento) sono
fallite.
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Le norme giuridiche
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COERCIBILITA
La coercibilit la possibilit che i singoli siano costretti a subire
materialmente le conseguenze negative previste per il caso di violazione del
diritto
Ad esempio un soggetto che ha compiuto un reato viene condannato a una pena
detentiva. Siccome improbabile che si presenti spontaneamente in carcere, la
polizia ce lo condurr con la forza.
E diritto scritto
E completo, nel senso che forma un insieme di regole che disciplinano tutti i
casi e i fatti rilevanti nella nostra societ (nellantichit le regole scritte erano
molto poche, e si doveva ricorrere non di rado alla consuetudine e alla sapienza
degli anziani o prudentes)
buone ragioni dei litiganti. Esso basato sulla regola del precedente vincolante
(detta anche regola dello stare decisis = attenersi alle decisioni gi
pronunciate): i giudici, nella decisione, dovevano attenersi alle sentenze che
avessero gi risolto casi analoghi (chiamati precedenti). Questo sistema pu
sembrare rigido, ma in realt gli organi giudiziari pi elevati non sono vincolati
dai precedenti dei giudici inferiori e neanche dai propri e inoltre, di fronte alla
variet dei casi c spesso la possibilit di dimostrare che il caso che si deve
decidere diverso da quello precedente. In questo modo i precedenti possono
essere adeguati alla variet dei casi della vita.
La quantit e il tipo di azioni che il diritto sottrae alle motivazioni individuali e
regola con norme uniformi, non sempre la stessa. Essa dipende da fattori storici
e politici, che cambiano e seconda dei tempi e dei luoghi
In generale, il minimo di diritto (in pratica la difesa nazionale e la tutela
dellordine pubblico) fu laspirazione del liberalismo del secolo scorso; il massimo
di diritto per regolare ogni aspetto della vita delluomo il traguardo delle societ
totalitarie.
Il diritto nella societ democratica attuale in una posizione complessa. Ad esso
infatti si chiede di rispettare la libert degli individui a anche di promuoverla e
proteggerla. Ci significa che la tutela dellordine pubblico indispensabile ma
non basta. Infatti devono essere sottoposte a regole giuridiche anche tutte quelle
attivit (soprattutto economiche) che possono creare privilegi a vantaggio di
pochi e ingiustizie a danno di molti.
Molte norme giuridiche sono nella forma "se... allora..." (esempio: "Se una
persona uccide un'altra persona sar incarcerata")
Queste norme sono composte di due parti:
Una parte chiamata "fattispecie", che contiene la descrizione di un fatto (ad
esempio: "mancato pagamento da parte del debitore")
Sanzioni penali
Nel diritto penale per i reati sono previste pene detentive (che consistono nella
privazione della libert) e pene pecuniarie (che comportano un pagamento,
cio una privazione di beni) oltre a pene, dette accessorie, che si aggiungono
alle precedenti in determinati casi
Sanzioni amministrative
Nel diritto amministrativo il cittadino che viola i suoi doveri sar obbligato a
pagare multe o ammende. Contro il pubblico dipendente che viola i suoi doveri
(per esempio risulta assente ingiustificato dal lavoro) potranno essere adottate
sanzioni disciplinari (riduzione dello stipendio, destituzione ecc.)
Sanzioni tributarie
Nel diritto tributario il contribuente che non paga le tasse dovr pagare in pi
delle sovrattasse (e, nei casi pi gravi, incorrer anche in sanzioni penali)
Sanzioni civili
Nel diritto privato la violazione dei diritti altrui attraverso un atto illecito
comporta fondamentalmente lobbligo del risarcimento del danno (ad esempio,
nel caso di un tamponamento automobilistico, linvestitore che ha guidato con
imprudenza deve risarcire la vittima del danno provocato). Le sanzioni di
questo tipo tendono per, pi che a punire, a riparare le violazioni del diritto e
ad evitare che chi agisce contro il diritto possa trarre vantaggi dai propri atti
Un elettore va a votare ma non segue le regole stabilite (per esempio non usa la
scheda apposita ma un qualunque pezzo di carta): il suo voto invalido e
quindi non ha valore
La legge, invece di minacciare effetti negativi, pu proporre premi a coloro che si
comporteranno secondo le indicazioni del diritto. Ad esempio per indurre gli
imprenditori a effettuare investimenti o assunzioni di lavoratori si promettono
loro degli incentivi (finanziamenti agevolati, diminuzioni delle imposte, ecc.). Dal
campo economico questa tecnica passata ad altri settori per la verit pi
delicati. Ad esempio, per indurre gli imputati di reati mafiosi a collaborare con il
giudice, si promette loro uno sconto di pena se denunciano coloro che fanno parte
dellorganizzazione criminale.
Nei casi in cui prevista una pena o una sanzione il dovere di obbedire alla norma
assoluto.
Nei casi in cui prevista linvalidit c un dovere meno intenso. La norma dice:
se vuoi compiere un atto valido (contratto, voto ecc.) devi comportarti in questo
modo
In questi casi la generalit non scompare ma viene per cos dire, a suddividersi,
sempre per in base a criteri obiettivi. Allinterno delle categorie cos individuate
(per esempio datori di lavoro e lavoratori) continuer a operare luniformit di
trattamento e cio il principio della generalit. Quindi ci che il diritto del lavoro
stabilisce per i datori di lavoro si applicher a tutti i datori, ci che stabilisce per i
lavoratori a tutti i lavoratori.
Anche lastrattezza delle norme giuridiche pu subire delle attenuazioni. Ci
accade nei momenti di emergenza, quando si emanano norme giuridiche
eccezionali, destinate cio a valere in una concreta situazione storica e a
scomparire non appena quella situazione superata. E per un brutto segno se si
emanano norme eccezionali di frequente: ci significa che la vita sociale procede
pi rapidamente del diritto e che questo deve rimediare a situazioni di fatto non
previste, che si sono sviluppate in assenza di regole giuridiche.
Sono esempi di norme eccezionali tutte quelle con le quali vengono sanati
comportamenti contrari al diritto: le amnistie che cancellano certi reati; i condoni
fiscali che permettono a chi ha evaso le imposte di mettersi in regola pagando
meno del dovuto; i condoni edilizi che, a pagamento, regolarizzano le costruzioni
abusive, ecc.
Altri esempi sono rappresentati dalle norme dettate di tempo in tempo per
combatter con particolare efficacia il terrorismo oppure la mafia e le altre
organizzazioni criminali. Tali norme eccezionali sono ammissibili se servono per
affrontare e risolvere situazioni di emergenza, quindi se operano per un tempo
limitato
Sono norme eccezionali quelle destinate a regolare situazioni temporanee, e
quindi che rimangono in vigore per un tempo limitato.
Lordinamento giuridico
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legislativo, cio
Le norme del diritto possono contrastare col sentimento morale. E il caso del
diritto ingiusto, nel quale si pone il problema della disobbedienza (spesso si parla
a questo proposito di disobbedienza civile). Si crea allora un conflitto tra il dovere
giuridico e il dovere morale, tra cui i singoli debbono scegliere.
Nel concetto di disobbedienza civile o resistenza al diritto ingiusto compresa
lassunzione a viso aperto delle conseguenze dei propri atti. Si tratta perci di
comportamenti responsabili (e molto rispettabili anche da parte di chi non li
condivide), tenuti con lintenzione di testimoniare i valori in cui si crede o di
richiamare lattenzione dellopinione pubblica allo scopo di promuovere una
presa di coscienza che porti al mutamento della legge.
Secondo il positivismo giuridico non c altro diritto che quello posto dallo stato
con le sue leggi. Pertanto lo stato nel creare il diritto onnipotente, poich non
incontra alcun limite.
Secondo il giusnaturalismo invece, esiste un diritto pi alto di quello scritto dagli
uomini nelle leggi: un diritto corrispondente allidea di giustizia e di morale che il
diritto stabilito dagli uomini deve rispettare.
Secondo il giusnaturalismo, se c contrasto tra diritto naturale e il diritto
positivo occorre obbedire al primo e disobbedire al secondo. Il diritto naturale
rappresenta quindi un limite allonnipotenza del legislatore e un fattore di
trasformazione del diritto positivo. Al diritto naturale si sono sempre appellati
infatti, coloro che hanno cercato di rendere pi giusto il diritto del loro tempo. In
particolare, nel 1600 il diritto naturale fu unarma formidabile nella lotta contro
gli arbitri del sovrano assoluto. I teorici del diritto naturale asserirono che
esistevano dei diritti naturali della persona che anche il sovrano doveva
rispettare.
In frasi come: "la legge (= l'insieme delle norme giuridiche) uguale per tutti";
"Il diritto degli antichi romani (= l'insieme delle norme giuridiche degli antichi
romani) veniva osservato in tutto il Mediterraneo"; "L'ordinamento giuridico
italiano (= l'insieme delle norme giuridiche italiane) non conosce la pena di
morte" le parole "legge", "diritto" e "ordinamento" significano "insieme di
norme giuridiche", cio "insieme di regole di condotta".
In frasi come la legge n. 234 del 3 luglio 1990 regola la materia degli appalti
la parola legge indica un insieme di norme, che per non sono lintero
ordinamento
In frasi come la legge del Parlamento prevale sui regolamenti del Governo la
parola legge significa fonte del diritto, cio atto che crea norme
giuridiche o, come anche si dice, fonte di produzione del diritto
In frasi come devo leggere la legge per vedere quali sono i miei diritti la
parola legge significa documento contenente il testo delle norme, o, come
anche si dice fonte di cognizione del diritto
La parola "diritto" significa "giusta (cio legittima) pretesa", nelle frasi: "Ho
diritto di manifestare la mia opinione", "I genitori debbono riconoscere i diritti
dei figli" ecc.
In frasi come il diritto penale italiano non prevede la pena di morte la parola
diritto indica un complesso di norme meno vasto dellordinamento giudico
(in questo caso linsieme delle norme del codice penale)
Linterpretazione
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Interpretazione
basata
sullintenzione
del
legislatore
teleologica
stabilisce che "al padre e alla madre succedono i figli legittimi e naturali in parti
eguali". Per stabilire cosa il codice intenda per "figli legittimi" occorre leggere
l'art. 231, che stabilisce che il figlio legittimo quello concepito durante il
matrimonio. Per capire cosa intenda il codice con "concepito durante il
matrimonio" si dovr poi andare a leggere l'art. 232 e cos di seguito.
Ogni norma nasce con uno scopo, cio mira a un risultato concreto. Secondo lart.
12 delle Disposizioni occorre badare allintenzione del legislatore. Esistono due
nozioni di intenzione del legislatore: a) intenzione effettiva dei soggetti che
hanno approvato la legge (intenzione soggettiva); b) intenzione che muoverebbe il
legislatore se la legge venisse approvata nel momento in cui la si deve applicare
(intenzione oggettiva)
In genere si accoglie la seconda nozione, e si ricerca lintenzione oggettiva del
legislatore.
Si parla di interpretazione basata sullintenzione del legislatore o teleologica
Facciamo un esempio di interpretazione teleologica. Se una norma dice che
"debbono essere messi in quarantena e vaccinati tutti i cittadini che hanno
pericolose malattie contagiose" non c' dubbio che occorre estendere il significato
della parola "cittadini" fino a comprendervi tutte le persone, anche prive di
cittadinanza, che soggiornano in Italia, perch lo scopo della norma
evidentemente quello di evitare il diffondersi di epidemie pericolose, e non si pu
raggiungere tale scopo se non applicandola anche a non-cittadini.
Ma non basta ricostruire la funzione originaria della norma ai tempi in cui fu
emanata. Linterprete deve piuttosto chiedersi a che cosa pu servire una certa
norma OGGI.
Facciamo un esempio in cui la ratio attuale diversa dalla ratio originaria Il
divieto di sciopero nei pubblici servizi era una norma che nellordinamento
fascista serviva ad assicurare il massimo della produzione e della ricchezza per la
collettivit, reprimendo (insieme alla analoga norma sullo sciopero nel settore
privato) qualsiasi tentativo di interruzione della produzione di beni e servizi.
Oggi, essa serve a tutelare i diritti fondamentali degli individui (si pensi a cosa
succederebbe nel caso di sciopero della polizia) e a far s che un minimo di servizi
pubblici essenziali non venga mai meno. Si dice che linterprete cerca la ratio
attuale della norma.
Facciamo un altro esempio in cui la ratio attuale diversa dalla ratio originaria.
In Italia esiste un monopolio pubblico della radio (e televisione) nato sotto il
fascismo. L'intenzione del legislatore fascista era di fare della radio uno
strumento di propaganda per la diffusone delle idee del regime e di
"fascistizzazione" della popolazione. Con la nuova Costituzione, basata sui
principi di libert,pluralismo ideologico e culturale, ecc. ci si chiesti se il
monopolio statale avesse ancora ragione d'essere. Se si fosse interpretata la
norma secondo l'intenzione originaria certamente no. Invece, ci si liberati da
essa e si ricercata una ragione attuale della norma. Allora, si riposto che il
monopolio serve come garanzia che l'informazione non cada nelle mani di pochi
privati. Si cos convertita l'intenzione iniziale in una pi attuale,sottoponendo la
norma sul monopolio statale ad una nuova interpretazione.
Naturalmente, da questa operazione sono derivate conseguenze importanti:
secondo l'impostazione iniziale, i servizi radio (televisivi) dovevano essere sotto il
controllo del Governo; oggi devono essere sotto il controllo pi ampio possibile
(del Parlamento), per consentire il massimo di pluralismo,completezza,
imparzialit ecc.
Una interpretazione come quella dellesempio indicato, che adegua il significato
della norma alla situazione attuale, prende il nome di interpretazione evolutiva,
perch cerca di adeguare il diritto ai bisogno sociali staccandolo dalle sue ragioni
di origine.
Talvolta linterpretazione letterale porta ad attribuire a certi termini un
significato pi ristretto o pi ampio in seguito alla lettura di altre norme. Per
esempio la norma che vieta l'omicidio cos formulata: "chiunque cagiona la
morte di un uomo punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno"
(articolo 575 del codice penale). A una prima lettura il significato di questa
disposizione appare chiaro, ma essa non pu essere effettivamente compresa se
non facendo riferimento agli articoli 85 e seguenti del codice penale: da essi si
ricava infatti che i minori di 14 anni e gli incapaci di intendere e di volere non
possono comunque essere punibili. Ecco quindi che il significato della parola
"chiunque" va opportunamente ristretto.
Altre volte linterpretazione teleologica che porta ad estendere o restringere il
significato di un termine. E questo il caso della norma di uno degli esempi
precedenti, secondo cui "debbono essere messi in quarantena e vaccinati tutti i
cittadini che hanno pericolose malattie contagiose", in cui il significato della
parola "cittadini" viene esteso fino a significare persone che si trovano in Italia
In entrambi questi casi linterpretazione letterale o quella teleologica hanno
prodotto una interpretazione restrittiva (primo caso) o una interpretazione
estensiva (secondo caso)
Abbiamo gi visto che sovente, per poter stabilire il significato letterale di una
norma occorre rifarsi ad altre norme. Questo un caso particolare di un
fenomeno pi generale: ogni volta che una norma, da sola, non basta ad indicare
la disciplina di un caso concreto o addirittura quando manchi una norma per un
caso concreto, si deve ricorrere alla interpretazione coordinata di una o pi altre
norme. In questo caso si parla di interpretazione sistematica.
Vi sono diversi tipi di interpretazione sistematica:
Il caso pi semplice quello che abbiamo visto, in cui si utilizzano altre norme
che definiscono il significato dei termini contenuti in quella da interpretare
("figlio legittimo", "matrimonio", "possesso" ecc.).
essere formulato in questo modo: "i giudici non devono condannare chi non
abbia commesso personalmente il fatto"; il secondo dei quali pu essere
formulato in questo modo: "i giudici devono condannare qualcuno (il
direttore) anche se non ha personalmente commesso il fatto".
Una prima soluzione quella di ritenere che la norma della Costituzione
prevale su quella del codice penale e considerare quest'ultima abrogata (si avr
allora interpretazione abrogativa).
Ma il giudice pu modificare l'interpretazione letterale della PRIMA norma.
Egli allora stabilisce che il divieto della Costituzione non assoluto, ma tollera
delle eccezioni, e quindi salva entrambe le norme, leggendo quella della
Costituzione cos: "I giudici non debbono condannare chi non abbia commesso
il fatto salvo che non si tratti del direttore di un giornale". Oppure il giudice
pu modificare l'interpretazione letterale della seconda norma. Egli stabilisce
che l'articolo 57 del codice penale non aveva voluto dire che il direttore
responsabile anche se l'articolo viene pubblicato a sua insaputa e senza sua
colpa, ma che egli responsabile perch deve vigilare sugli articoli dei
giornalisti, e pu essere condannato quindi solo per negligenza. Se il giornalista
pertanto gli ha presentato con l'inganno un articolo con un testo diverso da
quello che ha dato poi per la stampa il direttore non sar condannabile. L'art.
57 si dovr quindi leggere non pi come se significasse: "i giudici devono
condannare qualcuno (il direttore) anche se non ha personalmente commesso il
fatto", ma come se significasse: "i giudici devono condannare qualcuno (il
direttore) se non ha commesso materialmente il fatto, ma tuttavia Stato
negligente".
disposizioni preliminari al codice civile, che dice: "Se una controversia non pu
essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che
regolano casi simili o materie analoghe".
Il legislatore pone precisi limiti all'impiego dell'analogia: l'analogia non
possibile rispetto alle leggi speciali o eccezionali n rispetto alle leggi penali. In
altre parole, il giudice non pu ricavare una regola contenuta in una legge
penale, speciale o eccezionale ed applicarla ad un caso simile.
Facciamo un esempio di "interpretazione" analogica. Nella nostra legislazione
non trova disciplina il "leasing", cio quel contratto col quale un soggetto
conferisce a un altro l'uso di un bene, dietro il pagamento di una certa somma
a scadenze fisse, con il diritto di questi, se lo ritiene, di acquistare il bene
scalando dal prezzo le somme gi pagate. Si tratta di un contratto nuovo e
molto usato ma che, al tempo in cui fu fatto il codice civile, non era conosciuto.
Questo contratto presenta analogie con il contratto di affitto e con la vendita a
rate nella quale il proprietario iniziale trasmette la propriet solo al momento
del pagamento dell'ultima rata (vendita con patto di riservato dominio). I
giudici, in effetti, per analogia si ispirano a questi altri due contratti,
disciplinati espressamente dalla legge, per ricavare le norme relative al leasing.
Un altro caso si ha quando manca la norma per il caso che il giudice ha davanti
e non esiste una norma che disciplina casi simili. In tale situazione si utilizzano
i principi generali dell'ordinamento giuridico.
I principi generali dell'ordinamento giuridico sono delle norme molto generali
ma NON SCRITTE. Questo procedimento autorizzato sempre dall'articolo
12 delle disposizioni preliminari, nel caso che l'interpretazione analogica
fallisca. E' come se il legislatore ci dicesse che esistono, accanto alle che egli ha
scritto anche norme che egli non si preoccupato di scrivere, limitandosi ad
applicarle ai casi che gli sembravano pi importanti, e lasciando al giudice il
compito di applicarle agli altri casi. Come si possono trovare queste norme non
scritte? Le leggi contengono molte norme simili, che sembrano esprimere una
idea comune di come debbano essere regolati certi aspetti dei rapporti umani.
Si pu cercare di risalire da queste norme particolari alla idea che sembra
avere ispirato il legislatore nello scriverle.
facendo
Da questi due articoli si pu dedurre che il legislatore non vede di buon occhio
coloro che abusano del proprio diritto senza un reale interesse, e questo
principio pu essere applicato per risolvere altri casi che il legislatore non ha
regolato espressamente.
Altri principi generali ricavabili dall'ordinamento giuridico sono:
Il principio che fa divieto a tutti (individui, Stato e suoi organi) di
danneggiare il prossimo.
Il principio secondo il quale i contratti sono validi solo se le obbligazioni alle
quali le due parti si sottomettono (compiere una certa attivit, scambiarsi
beni o scambiare denaro in cambio di attivit o di altri beni) abbiano un
valore economico proporzionato;
il principio di buona fede o di lealt nei rapporti reciproci, che vale sia nei
rapporti tra i privati che in quelli tra apparati pubblici (per es. tra lo Stato e
le Regioni);
Il principio secondo cui tutto ci che non vietato permesso, valido nel
diritto privato e non nel diritto pubblico, dove esiste lopposto principio che
permesso solo ci che consentito dalla legge;
Il principio della motivazione, secondo cui tutti gli atti della pubblica
amministrazione che limitano i diritti dei privati (es. la revoca di una
licenza, un atto di esproprio, ecc.) devono essere motivati.
Si faccia attenzione alla differenza tra la interpretazione che ricorre alla
analogia o ai principi generali e la interpretazione estensiva: nel caso della
interpretazione estensiva la norma esiste e viene soltanto modificato il suo
significato; nel caso dell'analogia e dei principi generali, la norma non esiste e
viene ricavata da altre norme esistenti.
Pu darsi che la norma esista ma il giudice non la conosca (in Italia esistono
150.000 leggi!). Tuttavia, fin dai tempi degli antichi romani si diceva: "iura
novit curia", "il giudice (deve) conosce(re) le leggi". Pertanto il giudice sarebbe
condannato per cattivo esercizio del suo ufficio e la sua sentenza sarebbe
annullabile.
Ma pu anche capitare che malgrado tutti gli sforzi del legislatore, sia
difficilissimo trovare una norma, se non a costo di deformare e stravolgere il
senso delle leggi. In qualche caso il giudice pu ancora emettere la sentenza
ragionando cos: se non c' una norma vuol dire che il legislatore ha voluto
dichiarare inapplicabili al caso in questione tutte le norme esistenti.
Si consideri il seguente esempio. In uno Stato monarchico manca una
disposizione che regoli la successione al trono nel caso di estinzione della
famiglia reale. A chi spetta la corona nel caso in cui tutti i membri della
famiglia reale, compresi i parenti pi remoti, sono morti? In base al
ragionamento che abbiamo indicato, un giudice risponder che poich il caso
non trova nell'ordinamento nessuna norma che lo riguardi, evidente che non
si sono volute porre norme riguardanti la forma di governo al di fuori del caso
di esistenza della famiglia reale. Pertanto la Corona non spetta a nessuno, vale
a dire: lo Stato e i sudditi sono liberi da qualsiasi limitazione, la quale sia
relativa all'esistenza di un re, e quindi avranno il diritto di respingere la
pretesa di chiunque volesse farsi riconoscere come re.
Ma se non vuole accogliere questo ragionamento piuttosto complicato, potr il
giudice rifiutarsi di deformare e stravolgere le leggi per trovare una risposta?
Nient'affatto. Vale per l'ordinamento italiano quel che stabilisce il codice civile
francese: "Il giudice che ricuser di giudicare, sotto pretesto del silenzio,
dell'oscurit od insufficienza della legge, potr essere processato come
colpevole di denegata giustizia". Cio egli deve comunque trovare una norma:
solo in casi molto particolari, come nell'art. 1226 del codice civile il legislatore
riconosce che non esistono norme e consente al giudice di giudicare "secondo
equit", cio come meglio gli sembra.
Malgrado tutte le norme sulla interpretazione, pur sempre possibile che due
giudici, chiamati a giudicare cause simili, emettano sentenze diverse. Poich per
non ammissibile che ciascun giudice interpreti il diritto a suo piacimento, esiste
un organo (la Corte di Cassazione) al quale le parti del processo che si sono viste
dar torto possono rivolgersi come ultima possibilit. A tale organo attribuito il
compito di rendere uniformi le interpretazioni. Ci possibile perch esso ha il
potere di annullare (cassare) le sentenze basate su interpretazioni diverse da
quella che considera esatta.
Le norme giuridiche sono create dalle fonti del diritto. Le fonti del diritto sono
quegli atti di comando o quei fatti come la consuetudine attraverso i quali
vengono create norme giuridiche.
Si dice anche che l'ordinamento giuridico creato dalle fonti del diritto. Possiamo
quindi definire le fonti del diritto come quegli atti o quei fatti che possono creare,
modificare o estinguere le norme di un ordinamento giuridico
Quando si leggono i termini "Costituzione", "Legge", "Regolamento" ecc. si deve
stare attenti al contesto: essi possono significare sia "insiemi di norme", sia "atti
che creano norme". Cos, se io dico: "La legge del Parlamento una fonte del
diritto" come se dicessi: "L'atto di comando del Parlamento una fonte del
diritto"; se io dico: "La Costituzione una fonte superiore a tutte le altre" come
se dicessi: "L'atto di comando dell'Assemblea Costituente prevale su tutti gli atti
di comando delle altre autorit (Parlamento ecc.)"; se io dico: "I regolamenti
governativi possono disciplinare l'organizzazione dei ministeri" come se dicessi:
"Gli atti di comando del Governo possono creare norme che regolano il
funzionamento dei ministeri".
Occorre fare bene attenzione a chiamare "fonti del diritto" solo gli atti che creano
norme giuridiche. Gli atti che creano prescrizioni giuridiche diverse da norme
giuridiche non sono "fonti del diritto"
Cos, ad esempio, un ordine della Polizia o del Prefetto non una fonte del diritto,
perch un atto che crea prescrizioni che non sono norme giuridiche L'atto del
giudice non una fonte del diritto, perch crea una sentenza, che non una
norma giuridica, ma una prescrizione diversa da una norma. Un contratto tra
privati cittadini non una fonte del diritto, perch non crea norme giuridiche.
La Costituzione
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delle regole del funzionamento degli organi dello Stato-apparato, specie del
parlamento e del Governo e della Magistratura (ma un po' anche della
Pubblica Amministrazione);
dei principi che debbono regolare i rapporti con la chiesa e con gli altri stati;
dei principi fondamentali che debbono essere alla base della vita sociale e che le
leggi del Parlamento debbono contribuire a realizzare: eguaglianza,
solidariet, aiuti ai bisognosi, sviluppo della cultura, tutela della famiglia,
tutela dei lavoratori, sviluppo dell'attivit economica ecc.;
dei principi che in particolare debbono essere alla base dei rapporti economici
tra le persone: funzione della propriet, rapporti sindacali ecc.
Dopo un periodo di alcuni mesi in cui fu lasciata in visione presso ogni Comune,
la Costituzione entr in vigore il 1 gennaio 1948 e l'Assemblea Costituente si
sciolse definitivamente per non essere mai pi riconvocata.
Le leggi costituzionali
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In sintesi: ciascuna Camera approva il testo della legge una prima volta. Dopo 3
mesi deve esserci una nuova approvazione da parte di entrambe le Camere. Se in
questa seconda votazione non si raggiunge la maggioranza dei 2/3 possibile
abrogare il progetto di legge con un referendum da proporre entro 3 mesi.
la presentazione di una
le
munita del sigillo dello Stato, sar inserita nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica Italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di
osservarla e farla osservare come legge dello stato" La promulgazione
costituisce l'originale della legge: il testo promulgato che viene conservato
come originale ella legge negli archivi di Stato Mentre l'approvazione il
momento in cui il parlamento VUOLE, la promulgazione il momento in cui il
parlamento incarica il Presidente della Repubblica di MANIFESTARE ( =
FAR CONOSCERE) AI CITTADINI TALE VOLONTA'. La data della legge
quella della promulgazione
La Costituzione
Il proprio territorio
Lo Statuto regionale
In alcune materie le leggi regionali debbono essere precedute da una legge statale
(detta legge-quadro) che fissa i principi fondamentali cui esse dovranno
ispirarsi. Si parla di potest legislativa regionale concorrente.
In tutte le materie non indicate come necessitanti di una legge-quadro e non
comprese tra quelle riservate allo Stato dallart. 117, le regioni hanno una potest
legislativa regionale esclusiva.
Le regioni hanno uno statuto regionale cio una legge fondamentale della loro
autonomia.
Gli statuti speciali delle cinque regioni a statuto speciale contengono lintera
disciplina della loro autonomia (rapporti con lo Stato e con gli enti locali; materie
attribuite alla cura delle regioni stessa; potest legislativa e amministrativa,
controlli e finanza) e lorganizzazione dei poteri regionali (la forma di governo
della regione). Essi sono contenuti in leggi costituzionali e sono dunque atti dello
Stato.
Gli statuti ordinari delle regioni a statuto ordinario hanno invece una portata pi
limitata, poich la disciplina dellautonomia delle altre quindici regioni
contenuta una volta per tutte nella Costituzione. Essi si limitano alla
organizzazione dei poteri regionali: determinano in armonia con la Costituzione
la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento.;
regolano il diritto di iniziativa (dei cittadini e degli enti locali) e del referendum su
leggi e provvedimenti amministrativi della regione e la pubblicazione delle leggi e
dei regolamenti regionali. Gli statuti ordinari sono approvati dal Consiglio
regionale con una procedura speciale, che comprende tra laltro maggioranze pi
elevate e la possibilit per il Governo di rivolgersi alla Corte Costituzionale entro
30 giorni dalla pubblicazione dello Statuto.
osservata. In fondo compare la firma del presidente della giunta che l'ha
promulgata e il visto del commissario del governo.
Il Parlamento Europeo, eletto direttamente dai cittadini degli stati membri, che
non ha poteri legislativi, ma solo consultivi e di controllo (ad es. del bilancio)
Sono obbligatori
una legge ordinari) deve applicare il primo al posto della seconda, perch cos
obbligato a fare dal cit. art. 189 del trattato CEE. Ci, naturalmente, solo nelle
materie che competono allUnione
Natura diversa dai regolamenti hanno le direttive comunitarie (ad es. in tema di
compilazione dei bilanci delle societ per azioni o di protezione dellambiente). Le
direttive non consistono in norme direttamente applicabili allinterno degli stati
membri, ma indicano a questi ultimi degli obiettivi obbligatori, che dovranno
essere raggiunti attraverso lemanazione di norme interne adeguate allo scopo,
Sono perci norme che vincolano gli stati ma non i cittadini.
Per provvedere allesecuzione delle direttive ogni anno viene approvata una legge,
detta legge comunitaria, che contiene deleghe al Governo a provvedere
allemanazione didecreti legislativi delegati di esecuzione e, quando la materia sia
di competenza regionale, detta le norme alle quali le leggi regionali dovranno
attenersi.
I decreti legislativi
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Sono adottati dal governo sulla base di una apposita delega conferita dal
parlamento con legge, e sono emanati con un decreto del Presidente della
Repubblica. La legge di delegazione deve definire l'oggetto della delega, stabilire
i principi e i criteri direttivi a i quali il legislatore delegato deve attenersi,
determinare il tempo entro il quale la delega deve essere utilizzata
I decreti-legge
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emanato
dal
Presidente
della
Repubblica
ed
entra
in
vigore
immediatamente. Esso per ha una vita precaria perch destinato a decadere fin
Il referendum abrogativo
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E' una vera e propria fonte, anzi, un "atto avente forza di legge", cio una fonte
primaria. Solo che una fonte "negativa": pu abrogare una norma ma non
crearne una nuova.
Le leggi e gli atti aventi forza di legge possono essere abrogati, integralmente o
parzialmente, per mezzo del referendum. Il referendum pu essere richiesto da
500.000 elettori o da 5 consigli regionali e la legge viene abrogata se a favore
dell'abrogazione si esprime la maggioranza dei voti validi e se al voto ha
partecipato la maggioranza degli aventi diritto.
In generale gli atti del governo che contengono decisioni giuridicamente efficaci
assumono la denominazione di decreti. Occorre per notare che il termine
"decreto" ha un valore puramente formale: sotto tale denominazione possono
essere emanati sia atti aventi forza di legge, sia regolamenti, sia provvedimenti
amministrativi (per esempio un decreto di nomina, un decreto di espropriazione).
Inoltre il termine "decreto" non viene usato solo per gli atti del governo o dei
ministri, ma anche per atti compiuti da altri organi della pubblica
amministrazione (per esempio i decreti del prefetto) o dagli enti locali (per
esempio i decreti dei sindaci) o dai giudici (nel corso di un processo un giudice
pu, nei casi stabiliti dalla legge, dare ordini attraverso un proprio decreto)
decreti-legge
vengono
pubblicati
sulla
"Gazzetta
Ufficiale"
con
la
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Con la parola "regolamento" si intende ogni fonte diversa dalla legge e avente
una forza inferiore alla legge. Per "regolamento" si intende quindi "fonte
secondaria"
Talvolta, invece che di regolamenti, le fonti secondarie prendono il nome di
"statuti", quando riguardano la disciplina della organizzazione dell'ente pubblico
e del suo funzionamento. Si tenga per presente che nel caso delle Regioni, gli
Statuti sono norme di livello primario, pari a quello delle leggi regionali.
Il potere di emanare regolamenti, statuti, leggi regionali, quando appartiene non
allo Stato, ma ad un ente pubblico diverso dallo Stato, costituisce quella che viene
chiamata "autonomia", cio la capacit di creare proprie norme giuridiche. E
"autonomo" chiamato l'ente dotato di questa potest
I regolamenti, in quanto sono fonti secondarie possono essere sottoposti al
controllo di un giudice, che pu annullarli o dichiarare che non vanno osservati
nel caso che sta giudicando
I regolamenti possono essere emanati da molti organi ed enti:
Organi centrali del potere esecutivo dello Stato (Governo, Ministri, Presidente
del Consiglio)
Organi periferici del potere esecutivo dello Stato (ad esempio, il Veterinario
provinciale o il Prefetto)
Enti pubblici territoriali (Regioni, Province e Comuni)
Enti pubblici non territoriali (ad esempio le Camere di Commercio)
Un ente pubblico emana molte prescrizioni che prendono spesso il nome di
"regolamenti", che riguardano i servizi da esso forniti (ad esempio regolamento
di una biblioteca, di un ospedale), o la propria organizzazione interna (ad
esempio le procedure che gli uffici postali debbono seguire per l'invio di denaro).
Ma non tutte queste prescrizioni costituiscono regolamenti, anche se hanno
questo nome: solo quando una norma primaria attribuisce all'ente il potere di
emanare tali prescrizioni esse costituiscono vere e proprie norme giuridiche
(secondarie). Negli altri casi si tratta di semplici "norme interne", rivolte agli
utenti dei servizi dell'ente o alle persone che lavorano nell'ente, norme che non
Regolamenti
organizzativi.
Sono
emanati
per
l'organizzazione
il
Dal Governo. Stabiliscono le regole che riguardano sia gli organi sia gli uffici
della Pubblica Amministrazione.
Da enti pubblici diversi dallo Stato. Per quanto riguarda gli enti diversi
dallo Stato, gli Statuti di tali enti contengono una parte notevole di norme
organizzative del proprio apparato amministrativo.
Regolamenti delegati.
Emanati dal Governo. La legge abilita il Governo a emanare regolamenti su
determinate materie anche in deroga alle disposizioni contenute nelle leggi
ordinarie vigenti. Mentre in passato potevano derogare e innovare rispetto alla
particolare legge indicata nell'autorizzazione parlamentare, oggi il Parlamento
si limita ad indicare l'area in cui essi possono porre norme; in tal modo il loro
campo di azione si molto allargato, ed essi non necessitano di essere
autorizzati volta per volta.
Regolamenti indipendenti.
Emanati dal Governo. Sono regolamenti che pongono norme in materie
lasciate vuote dalle fonti primarie
Regolamenti con cui Regioni, Province, Comuni e alcuni altri enti pubblici
disciplinano lo svolgimento ordinato di attivit dei cittadini o coordinano
l'azione di altri enti pubblici nei settori di propria competenza
Ad esempio:
Regolamenti edilizi (comuni)
Regolamenti sul commercio (comuni o regioni)
Regolamenti sulla lotta alle malattie delle piante (camere di commercio)
Norme regionali sugli enti locali che operano in materie di loro competenza
(ad es. sugli Istituti di beneficenza e assistenza, sugli ospedali ecc.)
Regolamenti con cui Regioni, Province, Comuni e altri enti pubblici regolano la
organizzazione del proprio apparato (amministrativo)
Riguardano criteri e regole per il funzionamento degli uffici, ripartizione delle
competenze tra gli uffici, diritti e doveri dei dipendenti, contabilit ecc.
Regolamenti con cui enti locali disciplinano gli organi che consentono la
partecipazione e l'accesso dei cittadini alla amministrazione (ad esempio
consigli di quartiere)
Regolamenti con cui un ente pubblico regola i rapporti con coloro che
usufruiscono del servizio che esso fornisce. Ad esempio, il regolamento di una
biblioteca, di una piscina comunale, di uno stadio comunale.
Regolamenti con cui l'ente pubblico disciplina l'esercizio di sue pretese nei
confronti del cittadino Ad esempio i regolamenti tributari con cui i comuni
disciplinano la riscossione dei tributi comunali
Tanto
regolamenti
governativi
quanto
quelli
ministeriali
recano
la
Per indicare
fonti
primarie
(Regolamenti
della Comunit
Europea;
secondarie
(Regolamenti
governativi;
Regolamenti
Le consuetudini
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Le leggi e i decreti contenenti atti del Governo che creano norme giuridiche sono
di regola inseriti nella "Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della
Repubblica", tenuta dal Ministro di Grazia e Giustizia. In tale raccolta sono
inserite tutte le leggi, i decreti contenenti norme necessarie per l'esecuzione delle
leggi e quelli la cui integrale conoscenza interessi la generalit dei cittadini. I
decreti che non presentino tale interesse, vengono inseriti per sunto o per estratto.
Sono esclusi dalla raccolta i decreti che riguardano enti e persone singole, dei
quali basta dare diretta comunicazione agli interessati, e inoltre quelli la cui
pubblicit potrebbe nuocere agli interessi dello stato.
Gli atti inseriti nella raccolta vengono anche pubblicati nella "Gazzetta Ufficiale
della Repubblica"; che costituisce mezzo legale di conoscenza delle fonti dello
Stato.
Per le fonti regionali, prevista la pubblicazione sul "Bollettino ufficiale della
regione".
Dalla pubblicazione su questi mezzi a stampa decorrono i termini dell'entrata in
vigore delle fonti (normalmente 15 giorni per le leggi, a meno che non si disponga
un termine pi corto o pi lungo).
Sulla Gazzetta Ufficiale sono pubblicati anche gli esiti dei referendum abrogativi
Sulla Gazzetta Ufficiale si trovano inoltre gli atti normativi degli organi delle
comunit europee (pubblicati anche a cura delle comunit stesse sulla "Gazzetta
delle Comunit Europee") e le sentenze della Corte Costituzionale che dichiarano
l'incostituzionalit delle leggi (e la notizia delle sentenze della Corte
Costituzionale che respingono le denunce di incostituzionalit)
Delle sentenze della Corte di Giustizia delle Comunit Europee, anch'esse
importanti, esiste una raccolta ufficiale della Comunit Europea
Rapporto di gerarchia
Il conflitto tra norme viene regolato secondo il criterio della gerarchia (caso di
fonti di grado diverso: la fonte di grado superiore prevale sulla fonte di grado
inferiore) e il criterio della abrogazione (caso di fonti di pari grado: la fonte
successiva nel tempo prevale sulla precedente), dal principio di riserva di legge
Rapporto di delega
Il rapporto di gerarchia tra le fonti del diritto: Il rapporto tra fonti superiori e
inferiori
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Alcune fonti (non tutte) sono tra loro in un rapporto di gerarchia, che distingue
fonti superiori e fonti inferiori.
Fonti "primarie":
Leggi ordinarie del Parlamento
Leggi regionali
Leggi regionali a competenza esclusiva
Leggi regionali a competenza ripartita o concorrente
Leggi regionali a competenza delegata
Leggi delle province di Trento e Bolzano
Regolamenti della Comunit Europea
Decreti-legge del Governo
Decreti legislativi del Governo
Statuti delle regioni ordinarie
Referendum di abrogazione delle leggi
Regolamenti interni degli organi costituzionali
Regolamento della Camera dei Deputati
Regolamento del Senato
Regolamento della Corte Costituzionale
Regolamento della Presidenza della Repubblica
Consuetudini.
Il rapporto di gerarchia tra le fonti del diritto: Il rapporto tra le fonti di pari
grado e il criterio dellabrogazione
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Quando due fonti di pari grato (ad es. due leggi ordinarie del Parlamento), una
pi antica e laltra pi recente, hanno contenuti incompatibili si determina
labrogazione della prima ad opera della seconda. La seconda cio cancella e
sostituisce la prima.
Questa regola si applica esclusivamente tra fonti che si trovano sullo stesso piano
della scala gerarchica, cio di pari grado (tra legge e legge; tra legge, decretolegge e decreto legislativo; tra regolamenti; ecc.). Se le fonti sono di grado diverso
(es. Costituzione e legge), la regola non vale. Labrogazione non opera neanche
tra fonti che regolano per competenza materie distinte (es. lo Stato non pu
abrogare norme regionali in materie attribuite alla competenza della regione).
Si possono avere tre tipi di abrogazione:
La "delegificazione"
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Una volta che una legge (o altra fonte primaria) ha regolato una materia, per
cambiarne i principi occorre un'altra legge. Questo molto scomodo in molti casi
in cui si ha bisogno che le norme siano sempre aggiornate: l'attesa di una legge
del Parlamento pu essere troppo lunga. Si proposto da parte di molti
parlamentari di "delegificare" queste materie, stabilendo che da quel momento in
avanti le norme saranno poste solo da fonti secondarie.
Tra due fonti pu esistere un rapporto di competenza, per cui una fonte (ad es. la
legge regionale) ha delle materie riservate a lei e a lei sola, e le altre fonti non
possono emanare norme in tali materie. Ecco di seguito i casi principali:
Un altro caso di competenza quello dei regolamenti creati dal consiglio dei
ministri della Comunit Europea (cosiddetti "regolamenti comunitari"). Il
regolamento prevale sulla legge dello Stato ad esso anteriore e non pu essere
modificato da una legge dello stato successiva, purch le sue norme riguardino
le materie che i Trattati di Roma hanno riservato alla Comunit Europea.
Le riserve di legge
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In vari casi la Costituzione stabilisce che una determinata materia sia regolata
dalla legge e non dal regolamento (riserva di legge).
Ad esempio lart. 13 della Costituzione stabilisce che la libert personale pu
essere limitata nei soli casi e modi previsti dalla legge; lart. 23 Cost. stabilisce
che nessuna prestazione personale o patrimoniale (ad es. le imposte e le tasse) pu
essere imposta se non in forza di una legge; lart. 25 Cost stabilisce che nessuno
pu essere punito se non in forza di una legge; lart. 42 stabilisce che la
propriet privata pu essere espropriata nei casi preveduti dalla legge.
La ragione della riserva di legge semplice: il Parlamento lorgano
maggiormente rappresentativo ( eletto a suffragio universale, cio con il voto di
tutti i cittadini, e in esso sono rappresentate tutte le forze politiche, di
maggioranza e di opposizione) e agisce sotto il costante controllo dellopinione
pubblica; il Governo, viceversa un organo ristretto che esprima le sole forze
della maggioranza e, per di pi, i suoi lavori sono riservati e non controllabili
dallesterno. Per queste ragioni di democrazia e di garanzia dei cittadini la
costituzione vuole che le materie pi importanti siano riservate alla legge e
dunque disciplinate dal Parlamento, direttamente o indirettamente
Le materie sottoposte a riserva di legge possono essere disciplinate dalla legge ma
anche da un atto avente forza di legge (decreto-legge e decreto-legislativo): anche
in queste ipotesi infatti il Parlamento pu controllare il contenuto delle norme
giuridiche approvate dal Governo
Le riserve di legge assolute sono quelle che impongono al legislatore di regolare
integralmente la materia. Di conseguenza sono esclusi tutti i regolamenti tranne
quelli puramente esecutivi (che non aggiungono nulla di nuovo alla legge).
Le riserve di legge relative sono quelle che richiedono soltanto che la legge detti i
criteri generali mentre la loro realizzazione pu avvenire con regolamenti
autorizzati
Le riserve di legge rinforzate non ammettono regolamenti ma solo la legge
Il rapporto di delega
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Una fonte pu delegare un'altra a regolare una certa materia, fissando i principi
generali.
Un esempio si ha con i decreti legislativi, che debbono essere autorizzati dal
parlamento con una legge di delega che contiene i principi e i criteri direttivi.
Un altro esempio si ha con la delega che una legge del Parlamento fa ad una
regione ad emanare norme per l'attuazione di leggi dello Stato.
Secondo lart. 11 delle Disposizioni sulla legge in generale (che sono allinizio del
Codice Civile) la legge non dispone che per lavvenire, cio non ha effetto
retroattivo. Una legge irretroattiva (irretroattivit della legge) si applica invece
solo ai casi che si verificano successivamente alla sua entrata in vigore. Una legge
retroattiva (retroattivit della legge) si applica ai casi gi verificatisi, regolati
inizialmente da una legge diversa.
Il controllo sul rispetto da parte dei regolamenti delle norme dei Trattati della
Comunit non spetta alla Corte Costituzionale italiana, ma alla Corte di Giustizia
delle Comunit europee
Sono fonti del diritto quelle previste da altre fonti. Ma queste ultime, per essere
fonti, a loro volta devono essere previste da altre fonti precedenti. In questo
modo, si apre una rincorsa allinfinito a cui occorre trovare un termine. Questo
termine la fonte pi elevata, la quale non si fonda su nessun altra. Questa fonte
la Costituzione. Essa vale di per s: d vita alle altre fonti ma non trae vita da
nessunaltra fonte. Si potrebbe dire che la fonte delle fonti .
Questo non significa che la Costituzione non abbia a sua volta un fondamento.
Essa vale perch si basa sullaccettazione sociale diffusa. Le forze della societ
disciplinano
lapparato
pubblico,
denominato
pubblica
Mentre le norme del diritto pubblico sono tutte imperative, nel diritto privato (ad
es. nel Codice Civile) possiamo distinguere le norme imperative (o cogenti, o
assolute, o di ordine pubblico in senso lato) dalle altre, dette norme relative. Le
norme imperative si impongono in ogni caso: ad es gli articoli 162, 1229, 1613,
1647-1654. Le altre invece sono quelle derogabili dalle parti. Da alcuni,
nellambito di questa seconda categoria, si suole fare ulteriore distinzione tra
norme dispositive che regolano un rapporto, ma poi prevedono che lespressa
volont delle parti possa disciplinarlo in modo anche diverso (es. art. 1282), e
norme suppletive, le quali intervengono a disciplinare tutto un rapporto soltanto
in mancanza della volont delle parti (es. art. 1063 e seguenti). Le prime,
dispositive, sono in sostanza ispirate a fini di utilit generale, ma fanno salvo un
eventuale prevalente interesse contrario del privato; le seconde sono stabilite
nellinteresse del singolo, per supplire a una sua deficiente manifestazione di
volont.
Il diritto internazionale nel vero senso del termine (diverso dal diritto
internazionale privato) linsieme delle norme che regolano i rapporti tra gli
stati. Queste norme possono essere o consuetudini internazionali (come le norme
sulle immunit degli ambasciatori) o trattati (cio accordi) tra Stati particolari.
Linsieme di queste norme costituisce lordinamento internazionale, distinto da
quello (interno) dei singoli stati.
Per quanto riguarda le fonti comunitarie, vedi quanto detto in precedenza
Lordine pubblico
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Vi sono dei casi in cui il nostro ordinamento ammette l'applicazione del diritto
straniero: a) nel caso di una norma di diritto internazionale privato che richiami
una norma straniere; b) nel caso di norme della Comunit Europea; c) nel caso di
convalida del matrimonio avvenuto secondo le norme del diritto della Chiesa; d)
nel caso di societ commerciali estere; e in altri casi ancora.
In tutti questi casi il giudice tenuto a disapplicare le norme straniere se esse
violino le norme e i principi pi importanti, irrinunciabili, del nostro
ordinamento giuridico: ad esempio, il principio della parit tra uomo e donna; le
norme del diritto penale; il principio monogamico (un uomo non pu sposare pi
donne); il principio della inviolabilit del domicilio; ecc. Queste norme e principi
sono precisamente l'"ordine pubblico internazionale".
L'"ordine pubblico internazionale" e l'"ordine pubblico interno" sono diversi
dalle "norme imperative". Le "norme imperative" comprendono TUTTE le
norme inderogabili dell'ordinamento italiano, mentre l'"ordine pubblico
internazionale" e l'"ordine pubblico interno" comprendono solo le norme pi
importanti e irrinunciabili. Ad es. la norma che vieta che in una societ un socio
abbia tutti gli utili o tutte le perdite fa parte delle "norme imperative", ma non
dell'"ordine pubblico internazionale".
Pertanto, un giudice ammetter che una societ straniera possa regolarsi in modo
diverso. Inoltre, l'"ordine pubblico interno" e l'"ordine pubblico internazionale"
comprendono anche i "principi generali dell'ordinamento giuridico".
L'"ordine pubblico interno" un concetto molto vago: dovrebbe comprendere un
maggior numero di norme rispetto all'"ordine pubblico internazionale" e un
minor numero di norme rispetto alle "norme imperative"
Una tipica norma che fa riferimento all'"ordine pubblico interno" l'art. 1343,
richiamato dall'art. 1418 del codice civile, che stabilisce che sono nulli per illiceit
i contratti contrari "Alle norme imperative, all'ordine pubblico e al buon
costume"
prevede
lordinamento
infatti
giuridico
ladattamento
italiano
si
automatico,
conforma
alle
stabilendo
norme
del
che
diritto
Il codice civile italiano, emanato nel 1942 mediante decreto legislativo (le sue
norme hanno dunque forza di legge ordinaria), contiene 2969 articoli che
pongono le norme fondamentali del diritto privato e del diritto commerciale. Ad
esso si sono aggiunte nel corso del tempo numerose Leggi speciali riguardo tutte
le materie da esso disciplinate. Abbiamo cos leggi speciali sulla locazione, leggi
speciali sul fallimento, leggi speciali sulle societ ecc.
Il codice civile suddiviso in sei libri che trattano rispettivamente delle persone e
della famiglia (libro primo), delle successioni (libro secondo), della propriet e dei
diritti reali (libro terzo), delle obbligazioni (libro quarto), del lavoro e
dellimpresa commerciale e agricola(libro quinto); delle prove nel processo civile,
della responsabilit patrimoniale del debitore, delle cause di prelazione e di
prescrizione (libro sesto)
Ciascun articolo si suddivide in periodi separati terminanti con un punto e a capo
(capoversi) chiamati commi. Allinterno di un comma si possono distinguere, a
seconda dei casi, i periodi (frasi separate da punti), i numeri o le lettere (se il
comma contiene degli elenchi numerati o contrassegnati da lettere)
Tutti quei fatti dal verificarsi dei quali una qualsiasi norma giuridica fa
dipendere la nascita, la modificazione o la estinzione di una situazione giuridica
Uno stesso "fatto umano" pu essere considerato dal diritto come "atto
giuridico" o come fatto giuridico a seconda delle norme che lo prendono in
considerazione.
Si parla di "atti giuridici" quando la norma fa dipendere la conseguenza
giuridica da un comportamento solo se questo volontario e consapevole, cio si
basa su una consapevole rappresentazione della realt (non ad es.
rappresentazione consapevole una allucinazione) e sia stato effettivamente voluto
Gli atti giuridici si distinguono in "atti dei privati" e "atti di potere pubblico".
Gli atti giuridici si suddividono anche in "atti giuridici leciti" e "atti giuridici
illeciti" (es. omicidio, danneggiamento). Gli atti giuridici illeciti si suddividono in
"(atti) illeciti civili", "(atti) illeciti penali" e "(atti)illeciti amministrativi" a
seconda che siano previsti e sanzionati da una norma di diritto civile, di diritto
penale o di diritto amministrativo.
Gli atti giuridici leciti consistono in dichiarazioni con cui il soggetto manifesta
all'esterno una propria volont, un proprio giudizio ecc. Essi si suddividono in
"meri atti giuridici" e in "negozi giuridici".
Sono "meri atti giuridici":
Dichiarazioni di giudizio (es. sentenze dei giudici, decisioni degli arbitri privati,
Dichiarazioni
di
scienza
di
verit
(es.
testimonianza
di
un
Tutti gli atti giuridici, compresi quelli illeciti (e forse esclusa l'ultima categoria),
hanno in comune il fatto che sono consentiti dall'ordinamento, che debbono
essere voluti dall'agente, che producono conseguenze stabilite esclusivamente
dall'ordinamento e non dall'agente (ad es. l'incarcerazione certamente una
conseguenza non voluta dall'autore del fatto illecito).
I negozi giuridici
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Le possibili valutazioni dei diversi interessi dei singoli espresse dal diritto sono:
Lindifferenza che si verifica quando manca una norma giuridica (come nella
gran parte delle azioni della nostra vita quotidiana, che sono regolate da norme
morali, sociali, di buona educazione, ecc, ma non da regole giuridiche
Molte norme giuridiche sono nella forma "se... allora..." (esempio: "Se una
persona uccide un'altra persona sar incarcerata")
Queste norme sono composte di due parti:
Una parte chiamata "fattispecie", che contiene la descrizione di un fatto (ad
esempio: "mancato pagamento da parte del debitore")
Una parte chiamata "sanzione", che stabilisce la conseguenza collegata al
verificarsi della fattispecie (ad esempio: "obbligo del debitore di risarcire i danni
provocati al creditore col proprio mancato pagamento")
L'effetto che una norma giuridica prevede nella sanzione consiste sempre e solo
nella nascita o nella modificazione o nella estinzione di una situazione giuridica
soggettiva attiva o passiva per uno o pi soggetti.
Esempio di fattispecie: assenza del professore per malattia
Esempio di sanzione collegata a tale fattispecie:
Qualit giuridiche
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DIRITTO SOGGETTIVO
Il diritto la situazione di chi vede protetto in modo completo il proprio
interesse contro chiunque possa danneggiarlo. Il proprietario ha un diritto di
propriet che gli assicura che pu utilizzare in esclusiva l'oggetto su cui ha
interesse. Il creditore ha un diritto nei confronti del debitore che gli assicurer
la realizzazione dell'interesse ad essere pagato. Si distinguono diritti soggettivi
assoluti (esempio propriet) e relativi (es. diritto del creditore), patrimoniali
(esempio diritto del locatore ad avere pagato l'affitto) e diritti non patrimoniali
(esempio diritto alla fedelt coniugale da parte del marito, diritto alla vita ecc.).
"Quando a tutela di un interesse in ordine a un certo bene esista una norma di
relazione - vale a dire una norma, la quale, nel consentire al suo titolare, in
quanto tale, il vantaggio di certe possibilit (di comportamenti e di pretese) per
lui utili (e cio nel prevedere un suo agere licere), garantistica e protegga tale
interesse, attraverso idonei strumenti, in modo pieno nei confronti di (uno o pi
o tutti gli) altri soggetti, delimitando le rispettive sfere giuridiche -, allora (e
soltanto allora) ci si trova in presenza di un diritto soggettivo. A questa figura
sempre correlativa (nei soggetti nei confronti dei quali il diritto viene
riconosciuto dall'ordinamento) una particolare figura di dovere: l'obbligo.
Questo appunto il dovere imposto in corrispondenza di una posizione di
vantaggio di un altro soggetto (posizione che assurge alla dignit di diritto,
proprio perch ed in quanto ad esso corrispondono uno o pi obblighi altrui).
Il titolare di un diritto non potrebbe effettivamente considerarsi protetto in tale
situazione di vantaggio offertagli dallordinamento, ove altri soggetti non
fossero tenuti (in base all'ordinamento) ad assicurare (sia pure col solo
contegno passivo di chi si astiene o subisce) le condizioni per il godimento di
tale posizione di vantaggio. Nella immediata correlazione con uno o pi
obblighi e nella immediatezza e pienezza della tutela accordata (e cio nella
possibilit di conseguire una valida soddisfazione ripristinatoria, o quanto
meno surrogatoria, dell'interesse eventualmente leso) consiste dunque
l'elemento di discriminazione del diritto soggettivo dall'interesse legittimo. Non
si in presenza di n diritto soggettivo infatti in quei casi in cui la tutela che il
FACOLTA'
Non una vera e propria situazione giuridica soggettiva; la parola indica i
poteri particolari che si attribuisce un diritto. Ad es. si dice che il diritto di
propriet (su un terreno) ci d la facolt di coltivare, la facolt di vendere, la
facolt di recintare ecc. Si dice che un diritto di credito ci d la facolt di
esigere il pagamento da parte del debitore, la facolt di rivolgerci al giudice per
farlo condannare; la facolt di far espropriare e vendere i suoi beni ecc. Le
facolt costituiscono insomma i "mattoni" di cui composto un diritto.
POTESTA'
Si tratta di un potere attribuito ad un soggetto per proteggere e realizzare un
interesse altrui, o comunque un interesse generale. Possiamo avere potest
attribuite dal diritto privato (es. Potest dei genitori sui figli) e potest
attribuite dal diritto pubblico (es. potest delle autorit: del prefetto, del
sindaco, del pretore...). Le potest pubbliche consistono nella possibilit di
emanare atti che si impongono ai privati cittadini anche contro la loro volont.
Le potest pubbliche si dividono in legislativa, esecutiva (o amministrativa) e
POTERI UNILATERALI
In certi casi un soggetto, con la propria dichiarazione di volont, pu ottenere
un risultato senza che nessuno possa ostacolarlo, creando, modificando o
estinguendo situazioni giuridiche, proprie o altrui. Ad esempio, colui che ha
stipulato un contratto sotto l'effetto di una droga somministratagli da altri, ha
il potere di chiedere l'annullamento del contratto; il coniuge ha il potere di
chiedere la separazione; il socio, se non stato stabilito il termine di
scioglimento della societ, ha il potere di uscire dalla societ (= di sciogliersi dal
contratto di societ) in qualsiasi momento; ciascuno di noi ha il potere di
stabilire la sorte dei suoi beni dopo la propria morte, attraverso il testamento; e
cos via. Ad alcuni di questi poteri unilaterali Stato dato il nome di:
DIRITTI POTESTATIVI
Sono diritti potestativi il diritto di chiedere la separazione coniugale, il
diritto di recedere dalla societ, quello di chiedere il 50% della propriet del
muro di confine del vicino, anche se questi non voglia cederla ecc. Alcuni
diritti potestativi richiedono, oltre alla manifestazione di volont del
soggetto, anche l'intervento del giudice: questo il caso ad es. della
separazione tra i coniugi.
ASPETTATIVA
Una persona a cui sia Stato promesso un bene o un diritto se si verificher una
data condizione, ha un limitato potere di esercizio e di protezione di questo
diritto anche prima di acquistarlo per il verificarsi della condizione. Ad es., se
Tizio promette a Caio il proprio cavallo se e quando torner la sua nave
dall'Asia con le mercanzie raccolte, Caio non acquista immediatamente il
diritto di propriet sul cavallo, e quindi non pu impadronirsene e utilizzarlo;
tuttavia, in attesa del ritorno della nave, la sua posizione di aspettativa gli
consente, sin dal momento della promessa, di vendere il cavallo (ma la vendita
avr effetto solo se la nave torner e non se far naufragio) ed eventualmente
di chiedere persino il sequestro del cavallo al giudice, se vi pericolo che Tizio
possa uccidere o dare ad altri la bestia (questi ultimi atti si chiamano "atti
conservativi del diritto").
STATUS
Con questa parola si indica un'insieme di situazioni giuridiche soggettive che
stabiliscono la posizione di una persona in un gruppo, fissando i suoi diritti,
doveri, responsabilit. Si parla ad esempio di "status di cittadino" per indicare
il complesso dei diritti e dei doveri del cittadino; si parla di "status di socio"
per indicare i diritti e i doveri del socio di una societ (semplice, per azioni
ecc.); si parla di "status di figlio" per indicare l'insieme dei diritti, dei doveri e
delle incapacit del minorenne.
INTERESSE LEGITTIMO
Ciascun cittadino ha il potere di denunciare al giudice amministrativo
irregolarit negli atti della Pubblica Amministrazione, eventualmente
approfittando dell'annullamento di tali atti. Ad es. se ho partecipato a un
concorso pubblico truccato vinto da altri posso chiedere al giudice
amministrativo di annullare il concorso e la nomina dei vincitori, ottenendo il
vantaggio personale di poter rifare il concorso; se il provvedimento di
espropriazione del mio terreno Stato emanato in violazione della legge, posso
chiederne l'annullamento, col vantaggio di riacquistarne.
INTERESSI DIFFUSI
Con questa formula si intende quell'interesse al rispetto della legge che
riguarda non solo il singolo, ma una generalit di soggetti. Si pensi, ad es.
all'interesse che ciascuno di noi ha, come utente, a che i servizi pubblici
(trasporti pubblici, ospedali, scuole...) funzionino bene. Oggi, a differenza del
passato, la legge riconosce in molti casi a particolari associazioni (es.
associazioni ecologiche, unioni dei consumatori...) il diritto di chiedere al
giudice la condanna di colui che ha violato un'interesse diffuso, nel campo in
cui tali associazioni operano.
Non necessariamente ad un dovere collegato ad un vantaggio di altri soggetti.
La violazione di certi doveri vulnera l'interesse generale nel suo insieme
indifferenziato. Si parla di interessi diffusi o adespoti, che sono interessi di fatto
tanto quanto l'interesse di un singolo a godere di buona salute.
Non molto dissimile l'interesse degli amministrati a che la P.A. agisca secondo
regole di buona amministrazione. Si tratta comunque di interessi gi
differenziati, ma non protetti.
DOVERE
Di fronte a un diritto soggettivo assoluto (es. propriet, diritto alla vita) si ha
un dovere di rispettarlo, evitando tutti gli atti che potrebbero danneggiare la
vita o i beni altrui.
OBBLIGAZIONE
Di fronte a un diritto di credito (diritto soggettivo relativo) sta l'obbligo di
compiere la prestazione dovuta (ad es. il pagamento di una somma di denaro).
In questo caso, di fronte ad un creditore c' un debitore ben definito, che
tenuto a dare, fare, non fare o lasciar fare qualcosa.
Si sogliono distinguere gli obblighi di dare, fare, non fare, sopportare.
SOGGEZIONE
Si parla di soggezione anzitutto quando si subisce l'esercizio di un diritto
potestativo da parte di altri o un provvedimento dell'autorit senza che si possa
fare nulla per impedirne gli effetti. Ad es. si subisce lo scioglimento di un
contratto quando non si adempie ai propri obblighi; il proprietario del terreno
deve lasciare la propriet a colui che coltiva la terra (enfiteuta) se costui
dichiara di volerla acquistare pagando un valore pari a 10 canoni annuali;
Tizio chiede di acquistare la compropriet del mio muro di confine pagandone
il corrispondente valore e io non posso fare niente per oppormi. Ma si parla di
soggezione anche in un altro caso: quando la legge intende raggiungere i suoi
scopi con o senza la nostra collaborazione, addirittura con l'eventuale impiego
della forza fisica. Cos, il responsabile di un delitto in una situazione di
soggezione: la legge intende catturarlo e sottoporlo a detenzione sia nel caso
che egli collabori, sia nel caso che tenti di fuggire. Cos, il debitore che dopo
ripetute intimazioni non paga, si vedr espropriare i beni e venderli all'asta,
che egli collabori o no. La persona che ha costruito abusivamente sul suolo
pubblico vedr radere al suolo la costruzione senza poter o dover far nulla. La
RESPONSABILITA'
E' la situazione di chi ha degli speciali obblighi, violando i quali subir delle
sanzioni (civili, penali, amministrative). Ad esempio, gli amministratori di una
societ per azioni saranno responsabili verso i loro soci se provocano
illegittimamente una diminuzione del patrimonio della societ.
ONERE
Il codice civile conosce due significati della parola "onere":
Incombenza affidata alla persona a cui si lascia per testamento o si dona
qualcosa. Esempio: "Ti dono un miliardo, ma hai l'onere (= il compito) di
erigermi una statua nel giardino della villa che ti ho donato". Oppure: "Ti
lascio in eredit un miliardo con l'onere (= il compito) di provvedere al mio
gatto per tutta la sua vita".
Si parla anche di onere per indicare qualcosa che il diritto indica si debba fare
se si vuole raggiungere un certo scopo. Ad esempio, chi ha acquistato una
merce difettosa ha l'onere (non il dovere) di denunciare prontamente i difetti al
venditore. In mancanza, non avr alcuna sanzione ma perder il diritto di
chiedere lo scioglimento del contratto o la diminuzione del prezzo.
Il diritto regola dunque interessi che si intrecciano, cio posizioni reciproche dei
diversi soggetti.
Il contenuto, cio il potere che il soggetto attivo pu, in base alla legge,
esercitare
sul
soggetto
passivo,
costringendolo
tenere
un
certo
I soggetti del rapporto giuridico sono detti anche parti. Tutti coloro che non
sono parti del rapporto sono detti terzi.
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I diritti assoluti sono quelli che valgono in assoluto, cio nei confronti di
tutti, di qualsiasi altro soggetto. Si pensi al diritto allintegrit fisica, al
diritto di propriet, al diritto allonore. Tutti sono tenuti a non violare la
persona, la propriet, lonore altrui
Il diritto assoluto (pensiamo al diritto di propriet) pu essere usato in molti
modi dal suo titolare: il proprietario di un terreno pu coltivarlo, pu
giocarci a calcio, pu passeggiarvi col cane ecc. Un diritto assoluto non che
un insieme di facolt, cio di possibilit di utilizzazione.
Di fronte al diritto assoluto, di fronte cio alle innumerevoli facolt del
titolare, stanno i doveri di astensione (di non violare, di non impedire
nessuna possibilit di utilizzazione) che riguardano tutti gli altri soggetti
I diritti relativi sono quelli protetti solo nei confronti di specifici altri
soggetti di diritto
Ad esempio, laffittuario ha diritto ad avere dal proprietario la disponibilit
dellappartamento affittato (e solo di quello); il creditore ha diritto al
pagamento da parte del debitore (e solo da lui), ecc.
Al diritto relativo corrisponde lobbligo specifico di chi tenuto a un
particolare comportamento per soddisfare linteresse del titolare del diritto.
Per esempio, di fronte al coniuge separato che pretende il mantenimento
nella misura stabilita dal giudice o dalle parti, c laltro coniuge che
tenuto a darglielo; di fronte allinquilino che paga c il proprietario che
deve dargli lappartamento
I beni
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Con il termine bene si indica loggetto del rapporto giuridico. Lart. 810 c.c.
stabilisce: sono beni quelle cose che possono formare oggetto di diritti. Per
cose si devono intendere tutti gli oggetti materiali, che sono percepibili con i
sensi (libro, casa, campo, acqua) o anche solo con particolare strumenti (energia
elettrica, raggi X, ecc.)
Perch una cosa possa formare oggetto di diritti sono necessari due requisiti:
La cosa deve avere un valore duso (anche se minimo), cio deve essere adatta
allutilizzazione da parte delluomo
Le principali distinzioni nellambito dei beni: Beni immobili, beni mobili e beni
mobili registrati
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Sono beni fungibili quelli che possono essere sostituiti gli uni agli altri. Essi sono
solitamente indicati con riferimento al loro peso, al loro numero o ad una certa
misura: le derrate alimentari e i prodotti agricoli; i prodotti industriali di serie; il
denaro
Infungibili sono invece tutti gli altri beni: un quadro, una statua, un immobile
sono solitamente infungibili, in quanto opere uniche
Sono beni consumabili quelli che si distruggono con un solo atto di utilizzazione
(es. cibo, bevande, denaro)
Sono inconsumabili invece quelli che possono essere usati ripetutamente:si pensi
ad un mobile, a un alloggio, a unauto
Le principali distinzioni nellambito dei beni: Le pertinenze e i frutti
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Ad es., con la nascita la persona fisica acquista i diritti della personalit; con
lusucapione (cio per effetto del possesso protratto per un certo numero di anni)
un soggetto acquista il diritto di propriet.
Lestinzione del rapporto invece la perdita del potere da parte del soggetto
attivo, cui non corrisponde lacquisto da parte di un terzo.
Sono ad esempio cause di estinzione comuni a tutti i rapporti:
La rinunzia da parte del titolare del potere
Limpossibilit di esercitare il diritto (es. perch il bene andato distrutto)
La prescrizione estintiva, che determina la perdita di un diritto perch il suo
titolare non lo ha esercitato per un certo periodo stabilito dalla legge
Lacquisto dei diritti pu avvenire:
a titolo originario (es lacquisto della propriet per occupazione o per
usucapione)
a titolo derivativo (Tizio acquista da Caio un quadro con un contratto di
compravendita)
Lacquisto a titolo originario si verifica senza rapporto con un diritto altrui sulla
cosa (es. ritrovamento di una cosa da altri smarrita o abbandonata) o senza che
esista un precedente diritto sulla cosa (es. cattura di un animale selvatico).
Lacquisto a titolo derivativo presuppone sempre due soggetti:
Il dante causa cio colui che era in precedenza titolare del diritto
Lavente causa, cio il nuovo titolare del diritto
Visto dal lato del dante causa il fenomeno esaminato detto anche alienazione e il
dante causa chiamato anche alienante.
Il principio fondamentale dellacquisto a titolo derivativo che nessun soggetto
pu trasmettere a un altro un diritto che non ha o maggiore di quello che ha.
Cos, se io vendo a Tizio un bene che non mi appartiene, Tizio non acquista la
propriet
Nellambito degli acquisti a titolo derivativo possiamo ancora distinguere:
Acquisti tra vivi (es. Tizio vende o dona a Caio) oppure per causa di morte
(Tizio diventa erede di Caio)
Acquisti a titolo particolare (cio in un preciso rapporto giuridico e solo in
quello: ad es. la propriet di un appartamento) oppure a titolo universale (cio
Terminologia
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Prestazione
Nel senso pi ristretto il comportamento a cui tenuto il debitore nel
rapporto obbligatorio: di fare, non fare, dare, permettere.
In senso ampio indica qualsiasi cosa o diritto scambiati in un contratto (ad es.
nellespressione contratti a prestazioni corrispettive)
Titolo di un diritto
E latto o il fatto in forza del quale abbiamo acquistato il nostro diritto (es. un
contratto, una eredit etc.), il fondamento della nostra pretesa
Titolare, titolarit
E titolare (ha la titolarit) di un diritto colui cui il diritto spetta
Legittimato, legittimazione
E legittimato allesercizio di un diritto qualsiasi persona possa esercitarlo,
indipendentemente dal fatto che ne sia titolare o meno: cos il padre
legittimato ad esercitare i diritti dei figli per loro conto, ma non ne titolare.
Facolt
Vedi la definizione di contenuto
un gruppo stabilmente
Le persone fisiche
Le persone giuridiche
vivete alla morte del testatore. Lo stesso vale per la capacit di ricevere per
donazione.
La capacit di agire
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Essere titolare di diritti cosa diversa dal poterne liberamente disporre. Per poter
disporre validamente dei diritti di cui si titolari occorre possedere la capacit di
agire
Capacit di agire la possibilit di esercitare in prima persona il diritto, anche di
fronte al giudice, e di compiere in prima persona atti di disposizione del diritto
(vendita, donazione, testamento, distruzione della cosa oggetto del diritto,
rinunzia) o comunque atti che comportino la modifica dei propri diritti e doveri o
la nascita di nuovi diritti e doveri (es. i contratti)
La capacit di agire si acquista nel momento in cui si acquista la (piena) capacit
di intendere e di volere.
La capacit di intendere e di volere costituita da:
Capacit di intendere le conseguenze materiali e psicologiche dei propri atti
Capacit di intendere i valori morali e di valutare alla luce di essi le
conseguenze dei propri atti
Capacit di volere: cio possesso di una volont stabile (che rispetta i patti e i
contratti), non influenzabile da altri e sottoposta alla ragione e agli imperativi
morali fondamentali
La regola pratica stabilita da molti ordinamenti (tra cui quello italiano) che la
capacit di agire si acquista con il raggiungimento della maggiore et, che oggi
fissata dalla legge al compimento del diciottesimo anno (art. 2 c.c.)
Viene indicato come incapace quel soggetto che non ha la capacit di agire.
Lincapacit posta dalla legge a tutela di coloro che si pensa non sono in
Ogni essere umano dal momento della nascita al compimento dei diciottesimo
anno di et si trova per legge privo della capacit di agire. Gli atti giuridici
eventualmente compiuti dai minori potranno dunque essere annullati.
Questi atti possono essere validamente compiuti soltanto dai legali rappresentanti
del minore che sono di regola i genitori esercenti la potest (o, eventualmente, il
solo genitore che esercita la potest). Nel caso di morte o di decadenza di
entrambi i genitori esiste un apposito giudice detto giudice tutelare, che nomina
un tutore (artt. 343 ss. c.c.); il tutore potr compiere in nome e per conto del
minore tutti gli atti necessari o utili sul patrimonio del minore stesso
E importante la distinzione tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione.
Gli atti di straordinaria amministrazione sul patrimonio del minore sono quelli
che hanno una maggiore importanza economica e che modificano in modo
apprezzabile la composizione del suo patrimonio (es. la vendita di un alloggio)
Essi possono essere compiuti dai genitori o dal tutore soltanto se sono autorizzati
dallautorit giudiziaria (giudice tutelare o tribunale a seconda dei casi). Gli atti
di ordinaria amministrazione sono quelli economicamente meno importanti (es.
limpiego di denaro del minore per lacquisto dei suoi vestiti, del cibo, dei libri
La facolt di scegliere la propria residenza (il minore deve risiedere per legge
nella residenza dei genitori)
I processi civili
Lincapacit del minore non riguarda tutti gli atti giuridici. Egli pu infatti, se
un lavoratore subordinato (let minima di legge per prestare lavoro di regola
quindici anni), esercitare tutti i diritti e le azioni che dipendono dal contratto di
lavoro. Inoltre al minore che abbia compiuto il sedicesimo anno di et consentito
compire una serie di atti giuridici familiari: pu sposarsi, se autorizzato dal
tribunale, pu riconoscere un figlio naturale, pu prestare il proprio consenso a
essere riconosciuto da un genitore naturale
Quando un minore acquista beni di consumo, generi alimentari, capi di
abbigliamento
Lincapacit naturale
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Pu darsi che un soggetto che non stato dichiarato incapace legale (maggiorenne
e non interdetto n inabilitato) si venga a trovare in una situazione di incapacit
di intendere e di volere. Si parla in questi casi di incapacit naturale per
distinguerla da quella legale. SI pensi al caso di un malato di mente che non sia
stato interdetto perch nessuno ha richiesto al Tribunale la pronuncia di
I diritti della personalit sono quei diritti che la legge attribuisce a ogni soggetto
che sia persona fisica, sin dalla nascita e fino al momento della morte. Essi sono:
a) non patrimoniali; b) assoluti.
Il loro elenco ricavabile, oltre che dal Codice Civile, anche dalla Costituzione,
dal Codice penale e da altre leggi. Ricordiamo i diritti principali:
Diritto alla vita e allintegrit fisica
Diritto di libert personale
Inviolabilit del domicilio
Inviolabilit della corrispondenza
Diritto alla riservatezza
Diritto allonore e alla reputazione
Diritto al nome e allimmagine
Diritto allidentit sessuale
Diritto allidentit personale
Diritto di libera manifestazione del pensiero (che include la libert di stampa)
Diritto di riunione
Diritto di associazione
Diritto di professare liberamente la propria religione
Diritto di circolazione e soggiorno
Per onore si intende la consapevolezza che una persona ha della propria dignit,
mentre la reputazione la considerazione sociale di cui la persona gode
nellambito della cerchia dei propri conoscenti.
Questi diritti possono essere lesi mediante i reati di ingiuria o di diffamazione. Si
parla di ingiuria quando una persona rivolge direttamente a unaltra (soggetto
leso) espressioni offensive. Si ha invece diffamazione quando tali espressioni sono
comunicate a pi persone e il soggetto leso non presente
Lart. 21 Cost. garantisce per a tutti il diritto di esprimere liberamente le
proprie opinioni con la parola o con lo scritto. I giudici ritengono lecita la
diffusione di notizie lesive della reputazione altrui a tre condizioni:
Quando queste notizie siano vere
Purch vengano espresse in maniera civile
Purch sussista un interesse della collettivit a conoscerle
Ogni persona ha diritto al rispetto della riservatezza della propria vita privata e
familiare (la cosiddetta privacy) contro le ingerenze da parte di terzi. Tale
diritto riconosciuto in linea generale dallart. 8 della Convenzione europea per
la salvaguardia dei diritti delluomo e delle libert fondamentali, dalla
Costituzione e dal codice penale, che prevedono linviolabilit del domicilio, della
corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione.
La legge 31 dicembre 1996 n. 675 (tutela delle persone e di altri soggetti rispetto
al trattamento dei dati personali) ha stabilito in linea generale il diritto a che il
trattamento e la diffusione dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti,
delle libert fondamentali, nonch della dignit delle persone fisiche, con
particolare riferimento alla riservatezza. Questa legge prevede regole
particolarmente severe per quanto riguarda la diffusione di determinate notizie
dette sensibili, quali ad es. quelle concernenti la vita sessuale o la salute dei
soggetti, anche nei confronti dei giornalisti.
Dal diritto di cronaca invocato dai giornalisti pu derivare un notevole danno alla
riservatezza di una persona. I giudici applicano gli stessi principi gi esaminati in
relazione al diritto allonore e alla reputazione e al diritto allimmagine.
Ogni persona ha diritto alluso esclusivo del proprio nome (inteso come
combinazione di prenome e cognome) e, se divenuto particolarmente noto, dello
pseudonimo.
Una lesione del diritto al nome si ha ad es. se Tizio pubblica un articolo
firmandolo col nome di Caio.
Lillecito solo civile e chi viola laltrui diritto al nome deve risarcire i danni. Il
danneggiato pu anche chiedere al giudice una sentenza con cui venga ordinato al
danneggiante di cessare il suo comportamento illecito (azione inibitoria)
Si parla anche di azione di reclamo e azione di usurpazione. Con l'azione di
reclamo un soggetto rivendica il diritto all'uso di un nome; con l'azione di
usurpazione un soggetto chiede che cessi l'altrui uso del proprio nome.
Analoga doppia tutela (inibitoria e risarcitoria) spetta al soggetto che si sia visto
ledere il diritto allimmagine, mediante la pubblicazione o la diffusione con ogni
mezzo (televisione, cinema, giornali, ecc.) dellimmagine del proprio volto o della
propria persona (anche in assenza di riferimenti ingiuriosi) senza il proprio
consenso.
La legge consente per che limmagine sia divulgata senza consenso quando la
pubblicazione sia giustificata dalla notoriet o dallincarico pubblico ricoperto,
da necessit di giustizia o di polizia, da scopi scientifici o didattici o culturali, o
quando la riproduzione sia collegata ad avvenimenti o cerimonie di interesse
pubblico o svoltisi in pubblico (sempre che non vi sia danno alla reputazione o al
decoro della persona ritratta)
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Il diritto allidentit personale consiste nel diritto di ogni soggetto di non vedere
presentata in pubblico la propria personalit in maniera distorta, mediante la
diffusione di notizie circa il proprio passato e la propria vita non vere, anche se
non ingiuriose.
La legge n. 164 del 1982 ha previsto per le persone interessate il diritto di vedersi
riconosciuta
lidentit
sessuale
desiderata,
richiedendo
al
tribunale
Scomparsa
Se una persona si allontana dalla propria famiglia senza dare pi notizie di s,
il tribunale dellultimo domicilio o dellultima residenza pu nominare un
curatore dello scomparso, che si occupi della conservazione del patrimonio
Assenza
Trascorsi due anni dal giorno in cui risale lultima notizia pu essere dichiarata
lassenza da parte del Tribunale, su richiesta dei presenti eredi. Per effetto
della dichiarazione di assenza vengono immessi nel possesso temporaneo dei
beni dellassente coloro che ne sarebbero stati eredi se egli fosse morto. Essi ne
hanno lamministrazione e percepiscono le rendite che i beni producono, ma
non possono alienarli (es. venderli n donarli) n ipotecarli o darli in pegno.
Nel caso in cui il soggetto dichiarato assente dovesse ricomparire, dovranno
essergli restituiti i beni, ma non le rendite percepite.
Morte presunta
Trascorsi dieci anni dallultima notizia dellassente il tribunale pu dichiararne
la morte presunta. La sentenza (che pu essere dichiarata anche se non era
stata dichiarata lassenza) produce gli stessi effetti della morte naturale: si apre
la successione ereditaria a coloro che furono immessi nel possesso temporaneo
dei beni ne acquisteranno la piena disponibilit; il coniuge pu risposarsi. Nel
caso in cui il presunto morto ricompaia, gli dovranno essere restituiti i beni,
nello stato in cui al momento si trovano. Il nuovo matrimonio del coniuge
diviene nullo, mentre riacquista effetto il precedente.
Persona giuridica qualsiasi entit diversa dalla persona fisica alla quale
lordinamento attribuisce capacit giuridica
La persona giuridica ha propri diritti (ad es. la propriet di un terreno, un diritto
di credito verso un debitore) e propri doveri (ad esempio un debito in denaro): si
compiendo degli atti. Gli enti che operano nel diritto pubblico sono pressoch
esclusivamente persone giuridiche.
Le persone giuridiche agiscono attraverso i loro organi, cio attraverso persone
fisiche preposte allamministrazione, che svolgono in loro nome e per loro conto
gli atti necessari
Le organizzazioni collettive possono essere di due tipi:
A struttura associativa: si tratta delle societ e delle associazioni. In esse lo
scopo comune viene perseguito essenzialmente attraverso la partecipazione
allente delle persone che lo compongono
A struttura istituzionale: si tratta delle fondazioni e dei comitati. In esse lo
scopo di interesse generale viene perseguito essenzialmente destinando a certi
fini un determinato patrimonio
La legge non riconosce la capacit giuridica a tutte le organizzazioni collettive.
Perch ci avvenga si richiede che lorganizzazione sia dotata di autonomia
patrimoniale perfetta
Lautonomia patrimoniale
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Istituzioni e fondazioni
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Le associazioni
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Le fondazioni
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I comitati
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promotori
di
opere
pubbliche,
monumenti,
esposizioni,
mostre,
festeggiamenti ecc.
I comitati non riconosciuti non sono persone giuridiche, in quanto non sono dotati
di autonomia patrimoniale perfetta: infatti i loro componenti sono personalmente
responsabili insieme con il patrimonio del comitato per le obbligazioni assunte in
suo nome e conto.
Una volta realizzato lo scopo o se questo divenuto irrealizzabile o quando i
fondi sono divenuti insufficienti, il comitato di estingue.
Se il suo fine si identifica con uno dei fini dello Stato (o della Regione,
Provincia o Comune) o se comunque, nel perseguire il suo fine, soddisfa anche
interessi che stanno a cuore allo Stato (o della Regione, Provincia o Comune).
Ad es. il fine di una comunit israelitica il fine di un gruppo particolare
all'interno dello Stato, che non si identifica completamente con quelli dello
Stato; ma l'attivit di un tale ente realizza anche il fine statale della tutela delle
minoranze etniche e linguistiche.
in
qualche
modo
nel
complesso
dei
pubblici
poteri,
Cosa vuol dire che un ente pubblico ha (normalmente) una "doppia capacit", di
diritto privato e di diritto pubblico?
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Nelle persone giuridiche, capacit giuridica e capacit di agire non possono essere
distinte: se una persona giuridica non ha la capacit di agire ci vuol dire
necessariamente che non possiede neanche la capacit giuridica riguardante quei
rapporti (a differenza ad es. di una persona fisica come un minorenne, che ha
diritti, e quindi capacit giuridica, ma non li pu esercitare, e quindi manca di
capacit di agire). Per questo, riferendocisi a loro si parla genericamente di
capacit (di diritto pubblico) senza specificare se si tratti di capacit giuridica o
di agire.
Gli enti pubblici possiedono sia una capacit di diritto privato, sia una capacit di
diritto pubblico, formata di "poteri pubblici" o "potest pubbliche" o poteri di
imperio, in grado di modificare unilateralmente le posizioni giuridiche dei
soggetti privati e di fronte ai quali i privati sono in posizione di soggezione.
Queste potest o poteri sono "funzioni", in quanto vanno esercitate a vantaggio di
soggetti diversi da quello che ne dispone (cio dei cittadini).
Tra le pi importanti manifestazioni della capacit di diritto pubblico ci sono:
Autonomia
E' la capacit di creare norme giuridiche. E' particolarmente estesa nel caso
delle Regioni, che hanno il potere di emanare norme di grado primario (leggi
regionali e statuti regionali) e secondario (regolamenti regionali).
Autarchia
E' la capacit di perseguire i propri interessi in posizione di supremazia con gli
strumenti del diritto amministrativo (provvedimenti)
Autogoverno
E' la capacit dei soggetti amministrati dall'ente, di scegliere le persone fisiche
preposte agli organi pi importanti dell'ente. E' il caso ad es. dei cittadini del
comune che scelgono direttamente i membri del consiglio comunale.
Autotutela
Si tratta della possibilit, per l'ente, di farsi ragione da s (naturalmente
secondo precise norme giuridiche) attraverso atti amministrativi, tra i quali
ricordiamo:
applicare,
con
un
provvedimento,
sanzioni
per
illeciti
amministrativi
Per "illecito amministrativo" si intende una trasgressione che non viene
considerata tanto grave da interessare l'intera collettivit e da richiedere
una tutela penale, ma solo di danno all'attivit della Pubblica
Amministrazione in un particolare settore (es. quello della circolazione
stradale, dell'esercizio del commercio al dettaglio) e che viene punita con
sanzioni amministrative (revoca di licenze, confische ecc.), non sottoposte
alle norme che regolano le sanzioni penali. Ad es. le infrazioni al codice della
strada (che un decreto legislativo) sono quasi tutti illeciti amministrativi
(tranne casi come omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza, guida
senza patente, che sono reati); le infrazioni alle norme sul commercio al
dettaglio sono normalmente illeciti amministrativi; le infrazioni meno gravi
ai propri doveri di contribuente fiscale sono illeciti amministrativi.
Possibilit di accertare, con un provvedimento, contravvenzioni in materie
che interessino la pubblica amministrazione, e anche di determinare la pena
(spesso una somma di denaro) entro limiti minimi e massimi.
Potere di certificazione
Ad es. gli ordini professionali certificano con valore di piena prova di fronte al
giudice, che determinati soggetti hanno i titoli necessari per l'esercizio della
professione
Accanto alla capacit di diritto pubblico, gli enti pubblici possiedono una
capacit di diritto privato, formata essenzialmente da "facolt" inerenti a diritti
soggettivi che possono essere posseduti anche da privati, e che non sono in grado
di modificare unilateralmente la sfera giuridica altrui tranne che in casi
particolari. In questi casi l'ente interviene in posizione di parit con i soggetti
privati, anzich di supremazia. Come si gi detto, vi sono enti pubblici, come
quelli economici, che possiedono solo la capacit di diritto privato. Utilizzando la
capacit di diritto privato, la Pubblica Amministrazione si comporta su un piano
di assoluta parit rispetto ai soggetti con i quali viene in contatto (ad es.
stipulazione di contratti di compravendita, di fornitura di elettricit ecc.). Se
viceversa fa valere una sua autorit cio si pone in una situazione di supremazia
esercitando dei poteri particolari ovvero imponendo determinati comportamenti
unilateralmente (es. ordine del Questore di disperdere una manifestazione), allora
si deve parlare di attivit di diritto pubblico.
Questa doppia capacit tuttavia presente solo negli enti pubblici territoriali: ,
di regola, assente negli enti pubblici strumentali, i quali hanno solo la capacit di
diritto privato: i loro beni sono oggetto del comune diritto di propriet, i loro
dipendenti sono ad essi legati dal comune contratto di lavoro, gli atti che pongono
in essere con i terzi sono atti di autonomia contrattuale, in tutto sottoposti al
codice civile.
Enti territoriali
Sono la Regione, la Provincia e il Comune. Si dicono "territoriali" o "a fini
generali" perch si occupano della generalit dei bisogni di una collettivit
insediata su un territorio.
Enti strumentali
sono creati per perseguire fini propri dello Stato (o dell'ente territoriale) che
questo potrebbe anche perseguire direttamente.
Enti ausiliari
Tramite gli enti ausiliari vengono perseguiti fini che, pur non essendo propri
dello Stato, vengono tuttavia considerati da questo con intenso interesse, in
quanto la loro realizzazione viene a dar completamento all'azione statale,
affiancandosi ad essa, o integrandola, o prestandole aiuto (si pensi alle
universit non statali, all'ENEL, agli enti pubblici economici).
Enti esponenziali
Con gli enti esponenziali lo Stato riconosce il carattere di enti pubblici ad enti
esponenziali di comunit territoriali o di altri gruppi spontanei abbraccianti
intere categorie di individui, o a consociazioni volontarie o a centri in cui si
Gli enti pubblici economici rientrano tra gli enti pubblici ausiliari
Da cosa si ricava che un ente che svolge attivit imprenditoriale assoggettata alle
norme del codice civile, che intrattiene con i propri dipendenti un rapporto di
impiego privato, che vende i propri prodotti sul mercato, che non ha poteri di
imperio, un ente pubblico?
Vi sono alcuni indici residui che possono consentirci di stabilire che anche lente
pubblico economico ha una (limitata) personalit di diritto pubblico:
L'ente normalmente non agisce a scopo di lucro, ma utilizza gli utili versandoli
allo Stato o destinandoli a fini sociali
L'ente ha un patrimonio una parte del quale indisponibile
L'ente non sottoposto a fallimento, ma a liquidazione coatta amministrativa
L'ente vincolato a persegue strategie imprenditoriali volte pi che ad
aumentare il profitto a raggiungere obiettivi sociali:
Rompere un monopolio
Industrializzare aree depresse
Calmierare i prezzi dei prodotti
Assicurare l'approvvigionamento nazionale in settori delicati come quello
energetico o siderurgico
L'ente riceve direttive vincolanti da un ente pubblico territoriale (di solito lo
Stato)
L'attivit interna dell'ente non regolata dal diritto privato, ma dal diritto
amministrativo
Le perdite di gestione dell'ente sono ripianate periodicamente da un ente
pubblico
L'ente destinatario privilegiato di sovvenzioni e agevolazioni pubbliche
L'ente svolge la sua produzione in posizione di monopolio (ad es. l'ENEL prima
della privatizzazione)
Le tariffe dell'ente sono determinate da un comitato ministeriale (come ad es.
quelle delle Ferrovie o delle poste)
Si applicano all'ente i principi di imparzialit e di buon andamento tipici delle
pubblica amministrazione (es. obbligo di contrattare con tutti quelli che lo
chiedano, senza patti di esclusiva ecc.)
Sono considerati organi anche alcuni uffici che svolgono esclusivamente attivit
interna
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In realt gli studiosi considerano "organi" non solamente gli uffici in grado di
mutare direttamente, con la loro azione, le situazioni giuridiche di soggetti diversi
da quello cui appartengono, ma anche gli uffici che svolgono una attivit indiretta
particolarmente rilevante per l'azione dei primi mediante atti giuridici: si parla
cos di organi consultivi e di controllo, sebbene la loro attivit sia puramente
interna e preparatoria
Vi sono molti tipi di organi: individuali (composti da una sola persona) o collegiali
(composti da pi persone); semplici (cio non costituiti a loro volta da altri
organi) o complessi (costituiti da altri organi); centrali (la cui competenza si
estende su tutto il territorio dello Stato) e periferici (a competenza
territorialmente delimitata); consultivi (che prestano assistenza tecnica dando
pareri ad altri organi) e attivi (che manifestano o danno esecuzione alla volont
dell'ente); organi di controllo, organi politici (es. il Parlamento).
Quando numerosi organi svolgono attivit simili e sono collegati fra loro da
precisi rapporti (organi superiori che comandano ad organi inferiori, organi che
consigliano altri organi, organi che prendono le decisioni e organi che le eseguono
ecc.) si parla di "poteri".
Lo Stato-apparato composto di tre "poteri": il potere legislativo, il potere
esecutivo e il potere giudiziario.
Il potere legislativo formato dagli organi che hanno il compito di creare norme
giuridiche. In passato gli organi erano due: il Re e il Parlamento. Nel nostro Stato
vi solo un organo che pu creare le leggi o delegarne ad altri la creazione: il
Parlamento, composto a sua volta da due organi, la Camera e il Senato, che a loro
volta sono composti da deputati, senatori, Presidenti della Camera e del Senato,
capigruppo ecc.
Non sono "uffici", malgrado il nome, unit operative come i cosiddetti "ufficicopia", gli "uffici meccanografici", gli "uffici di contabilit", gli "uffici studi", gli
"uffici o centri smistamento corrispondenza" ecc. che non compiono atti giuridici
(dichiarazioni di volont,di scienza, di giudizio ecc.) ma atti puramente materiali,
di riproduzione meccanica, di calcolo, di studio ecc. che non hanno alcuna
attinenza con i rapporti tra ente e terzi. Per la stessa ragione non un ufficio una
cattedra universitaria di matematica e simili.
I complessi organizzati composti solo di unit operative di questo tipo (es. Scuole,
Aziende Sanitarie locali; Istituti di assistenza ecc prendono il nome di stabilimenti
o aziende o istituti.
Le persone fisiche che compongono gli organi esterni o impersonano gli organi
interni nei rapporti interorganici si dicono "funzionari". Si dice che il funzionario
il "titolare"dell'organo. Esiste poi il "preposto" all'organo, che comprende il
di
un
ufficio
compiono
attivit
puramente
materiali
(es.
Gli atti dei funzionari vengono considerati non come atti personali ma come atti
dello Stato: vengono cio imputati allo Stato, come se li avesse compiuti lui. Che
cosa significa che allo Stato vengono attribuite le attivit compiute dai suoi
funzionari, negli uffici e negli organi di cui fanno parte? Significa che lo Stato
assume le posizioni soggettive (attive e passive) che derivano da quelle attivit.
Naturalmente, questa imputazione si verifica solo a condizione che il funzionario
abbia agito nella sua veste pubblica, come agente dello Stato, non nella sua veste
privata, come semplice cittadino. In questo modo, si vede che i funzionari dello
Stato hanno una doppia capacit di agire: come singoli privati essi non si
distinguono dai semplici cittadini, potendo compiere solo negozi di diritto
privato; ma come funzionari pubblici hanno una speciale capacit di diritto
pubblico, delle cui conseguenze per si giova lo Stato, per il quale essi operano. In
I rapporti interorganici
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Tra gli uffici e gli organi esistono vari rapporti detti "rapporti interorganici". Tali
rapporti possono essere:
di immedesimazione (un ufficio anche un organo: si "immedesima" in un
organo);
di strutturazione (pi uffici entrano a comporre un organo),
di composizione (pi organi entrano a comporre un organo complesso);
di separazione (tra organi di enti diversi o anche della persona giuridica che
nessuna norma ponga in relazione);
di coordinamento. I rapporti di coordinamento possono essere:
rapporti di formazione (un organo crea un altro organo);
rapporti di gerarchia;
rapporti di sostituzione (un organo si sostituisce ad un altro o sostituisce un
altro);
rapporti di condizionamento (l'azione di un organo condiziona in qualche
modo l'azione dell'altro, mediante iniziative, direttive, assensi,pareri ecc.);
rapporti di controllo (di "vigilanza" per la legittimit, di "tutela" per il merito,
di "sorveglianza" genericamente ecc.).
Il rapporto gerarchico particolarmente importante per la Pubblica
Amministrazione. L'organo gerarchicamente superiore ha una serie di poteri nei
confronti dell'organo inferiore:
il potere di dirigere l'attivit dell'organo inferiore mediante la emanazione di
ordini nella forma dell'"istruzione" o della "circolare";
il potere di vigilanza, che comporta un controllo sull'attivit dell'organo
inferiore, diretto ad accertare l'adempimento in genere di tutti gli obblighi ad
esso imposti dalle norme generali, e in particolare l'osservanza delle
disposizioni di servizio impartite dall'organo superiore;
di assumere per s
un compito spettante