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CROCETTA SI AUTOSOSPENDE DOPO LE PAROLE DEL SUO DOTTORE: BORSELLINO

VA FATTA FUORI COME IL PADRE

Le frasi choc di Matteo Tutino al telefono con il presidente della


Regione Sicilia. Lui prova a difendersi: non ho sentito, sono sconvolto.
La figlia del magistrato: mi vergogno per loro

Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione,


questa la reazione di Rosario Crocetta, sullonda delle polemiche per le
intercettazione della telefonata col suo medico Matteo Tutino che
parlando di Lucia Borsellino dice: Va fermata, va fatta fuori come suo
padre.
Questi i fatti: Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo
padre. Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992.
Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa. A
pronunciarle non un boss, ma un medico di successo: Matteo
Tutino, primario dellospedale palermitano Villa Sofia arrestato
nei giorni scorsi e medico personale di Rosario Crocetta. Allaltro
capo del telefono c proprio il governatore della Sicilia, che
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ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di


fronte a quel commento macabro nei confronti dellassessore alla
Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come
simbolo di legalit in un settore da sempre culla di interessi mafiosi.
Lo rivela LEspresso nel numero in edicola domani, anticipato sul sito
on line del settimanale.
Non ho sentito la frase su Lucia, forse cera una zona dombra,
non so spiegarlo. tant che io al telefono non replico. Se avessi
sentito quella frase, non so... avrei provato a raggiungere Tutino per
massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non
so... sono sconvolto. Provo un orrore profondo, prova a
difendersi Crocetta. E replica a chi chiede se ha intenzione di
dimettersi: Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto
qualcosa? Il destino della Sicilia pu essere legato a una frase, che
non ho sentito, pronunciata dal mio medico? Non lo so.
La stessa Lucia Borsellino ha commentato al giornale radio della
Rai: Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna
per loro. Alla domanda su cosa pensi della giustificazione di
Crocetta, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: Non spetta a me fare
commenti al riguardo. La Borsellino si era dimessa il giorno dopo
larresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il
governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd allArs, Baldo
Gucciardi.
http://www.lastampa.it/2015/07/16/italia/politica/il-dottore-di-crocettaintercettato-la-borsellino-va-fatta-fuori-come-il-padre-bufera-sul-governatorePISURvMUOIFjWl2uiAHnoL/pagina.html

Pesanti le parole riferite da Matteo Tutino al governatore della Sicilia,


che non ha replicato in alcun modo. Pochi giorni fa le dimissioni della
figlia del magistrato ucciso da assessore alla sanit. Il governatore
prima si difeso ("Non ho sentito quella frase"), ma poi si

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autosospeso dalla carica di presidente della Regione e ha indicato


come reggente Baldo Gucciardi
Lucia Borsellino? Va fatta fuori come suo padre, e cio comePaolo
Borsellino, il magistrato saltato in aria nellinferno di via dAmelio il 19
luglio del 1992. il contenuto di unintercettazione choc tra Matteo
Tutino, ex primario di chirurgia plastica dellospedale Villa Sofia di
Palermo, e il governatore della SiciliaRosario Crocetta. Che in seguito
alla diffusione del contenuto della registrazione si autosospeso dalla
carica di presidente della Regione e ha indicato come reggente Baldo
Gucciardi.
Secondo il settimanale LEspresso, in edicola domani, il presidente
siciliano non avrebbe replicato alla minaccia telefonica di Tutino, che
da anni il suo medico personale, indirizzata alla donna scelta dallo
stesso Crocetta per guidare lassessorato alla Sanit. Nessuna
reazione davanti a quelle parole da parte del presidente che sostiene
da anni di voler combattere la mafia in tutte le sue forme.
Sembrano invece adesso acquisire un senso le dimissioni di Borsellino da
assessore alla sanit appena pochi giorni fa. Prevalenti ragioni di ordine

etico e morale e quindi personale, sempre pi inconciliabili con la


prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione,
aveva detto la figlia di Paolo Borsellino facendo un passo indietro,
subito dopo larresto di Tutino, il 29 giugno scorso, con laccusa di
falso, abuso dufficio, truffa e peculato. Ed indagando sul medico che
la procura di Palermo registra quelle parole.
Il governatore per sostiene di non avere incredibilmente sentito la
frase vergognosa pronunciata dal suo medico al telefono: Non ho
sentito la frase su Lucia, forse cera zona dombra, non so spiegarlo;
tant che io al telefono non replico. Ora mi sento male. Voglio essere
sentito dai magistrati su questa storia della frase di Tutino. Quello che
mi sta accadendo oggi e la cosa pi terribile della mia
vita. Dimettermi? Sono accusato di qualcosa? Ho fatto qualcosa? Il
destino della Sicilia pu essere legato a una frase, che non ho sentito,
pronunciata dal mio medico? Non lo so.
Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso
divergogna per loro, il commento di Lucia Borsellino. Non rinnego
nulla ha continuato ho fatto quello che potevo in un contesto,
evidentemente, poco edificante.
Quelle intercettazioni sono semplicemente gravissime, incredibili e
vergognose, ha detto invece Salvatore Borsellino, fratello del giudice
ucciso dalla mafia e zio di Lucia. Lui non dice che bisogna farla fuori
dallassessorato ma che bisogna farla fuori come suo padre e
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siccome mi risulta che suo padre stato ucciso in maniera particolare,


gravissimo. E non perch labbia detto Tutino ma perch il
presidente Crocetta non lha mai reso noto, n ha estromesso Tutino
dal suo entourage. Io chieder conto a Crocetta di questo. Dice che
non ha sentito quella frase? Vuol dire che stato colpito da una
sordit improvvisa e temporanea.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/16/sicilia-crocetta-e-lintercettazione-laborsellino-va-fatta-fuori-come-suo-padre/1878635/

SICILIA: REGIONE, COMUNI E PROVINCE IN DEFAULT. E SE LA GERMANIA SI


PRENDESSE LISOLA?
Giulio Ambrosetti
15 Jul 2015

Oltre al default della Regione, ci potrebbe essere il default di


tantissimi Comuni dellIsola (e delle Province). In pratica, il
blocco della democrazia. La strana approvazione, da parte del
Parlamento siciliano, di una legge (applicazione del Decreto
legislativo nazionale n. 118 del 2011) che prevede lobbligo, per i
Comuni, di fare chiarezza su societ collegate ed entrate. I casi di
Palermo, Catania e Messina

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Si racconta, tra il serio e il faceto, che in un recente incontro, in Germania, i


tedeschi erano un po risentiti. Avevano dato disposizioni precise anche sulla
pavimentazione della piazza che sta di fronte il Palazzo Reale di Palermo: via il
parcheggio dalla piazza e nuova pavimentazione. Invece stato eliminato solo il
parcheggio per le automobili. Per la nuova pavimentazione bisogner aspettare
ancora un po.
Ovviamente una leggenda metropolitana. Ma di cose strane, in questi tempi di
Troika, se ne raccontano tante. Palazzo Reale di Palermo la sede del
Parlamento siciliano. E la piazza, neanche a dirlo, piazza del Parlamento, nella
quale, da qualche mese, non si parcheggia pi.
La leggenda metropolitana racconta che a dare disposizioni sarebbero stati i
tedeschi che un giorno non lontano potrebbero arrivare in Sicilia, non si capisce
se da turisti o da nuovi padroni. I teutonici avrebbero gi scelto dove sistemare la
sede di rappresentanza della Germania in Sicilia: il Palazzo Reale di Palermo. E
il motivo c: per almeno sei mesi lanno vi dimorava Federico II di Svevia, Re di
Sicilia e di Gerusalemme, Re dei Romani. E, soprattutto, nipote di Federico
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Barbarossa. Leggenda metropolitana a parte, i tedeschi conoscono bene il


Palazzo Reale di Palermo. Conoscono la Cappella Palatina, le torri. E anche i
sotterranei, in verit poco gettonati, che invece a loro sarebbero piaciuti molto.
Con molta probabilit, i lettori, in questo momento, ci staranno prendendo per
matti. Leggendo queste

Particolare della Cappella Palatina

prime righe si saranno detti: Il Palazzo Reale di Palermo ai tedeschi: ma che


sta storia? Cos, uno scherzo?. Solo leggenda metropolitana. Almeno fino ad
ora. Anche se i monumenti che alcuni Paesi hanno chiesto alla Grecia come
garanzia sul nuovo prestito non sono una leggenda metropolitana, ma realt.
Cos come non certo leggenda metropolitana il fatto che, con lavvento
dellEuropa delle banche e della grande finanza, parti di alcuni Paesi del Sud
Europa potrebbero finire ai tedeschi, ma anche ad altri Paesi del Nord Europa.
In fondo tutta una questione di soldi. LEuropa massonica senza radici
cristiane (ricordate? la Costituzione europea che stava per essere approvata),
lEuropa della banche e della finanza ragiona solo con il vil denaro. Altri valori
non ce ne sono, a parte, ovviamente, il compasso, la squadra e i grembiuli che, al
di l delle chiacchiere, sempre dai soldi nascono e con i soldi proseguono, con
buona pace dellHiram, specchietto per le allodole (e per gli allocchi)
Insomma, in vendita non c solo la Grecia, ma potrebbe esserci anche la Sicilia.
Magari dopo la dichiarazione di fallimento. Non forse vero che la Regione
siciliana ormai in default non dichiarato? E non forse vero che, con lultima
legge approvata dal Parlamento siciliano lo scorso 9 Luglio si sono gettate le basi
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per far fallire un grande numero di Comuni siciliani? E non forse vero che, una
volta falliti i Comuni, anche le nove Province dellIsola faranno la stessa fine? Di
fatto, si sta profilando uno scenario inedito: una Regione in default, i Comuni e
le Province della stessa Regione in default. Tutto voluto da Roma, da un governo
nazionale - il governo Renzi - espressione piena della volont tedesca. Tutto
pronto per i saldi di fine stagione
Ma prima di addentrarci nei numeri di Regione, Comuni e Province torniamo a
Palazzo Reale. Strano per quanto possa sembrare, piaccia o no, certi restauri, nel
Palazzo Reale di Palermo, sono stati fatti in accordo ai desideri dei tedeschi (e in
parte anche con i soldi tedeschi). Piaccia o no, ma nella piazza del Parlamento,
come gi accennato, non si parcheggia pi. E piaccia o no, di qualche giorno fa
lannuncio del presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, di una
nuova pavimentazione della stessa piazza del Parlamento. Eliminando lasfalto.
Proprio come sarebbe stato auspicato, gi da tempo, dalla leggenda
metropolitana che vede i tedeschi come protagonisti di vicende siciliane...
Il Palazzo Reale agli eredi di Federico Barbarossa - oggi frutto di una leggenda
metropolitana - si incrocia con fatti che leggende metropolitane non lo sono
affatto. Parliamo di vicende che prendono lavvio ad Agrigento e ad Enna nella
seconda met degli anni 80, quando era gi programmata la caduta del Muro di
Berlino, Tangentopoli e la trappola della moneta unica europea. Linteresse dei
tedeschi per la Sicilia risale a quegli anni. E allora che i teutonici decidono che la
Kainite custodita nel sottosuolo siciliano (nelle miniere dellAgrigentino e
dellEnnese: per esempio, a Pasquasia) non dovr essere sfruttata per non creare
problemi alle industrie tedesche che operano nel mercato dei fertilizzanti. E cos
sar.

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Piaccia o no, ma da allora che la Sicilia chiude il capitolo della Kainite, un


minerale ricco di cloruro di potassio e solfato di magnesio. Da allora non ha
chiuso i battenti solo la miniera di Pasquasia, in provincia di Enna: da allora, in
Sicilia non si parla pi dei solfati. La verticalizzazione della produzione
(estrazione dei minerali nellEnnese e nellAgrigentino e lavorazione nellarea
industriale di Siracusa), ipotizzata alla fine degli anni 80 dallex assessore
regionale allIndustria, Luigi Granata, finisce nel dimenticatoio. A fine anni 80
chiude la miniera di Pasquasia. E si bloccano anche i progetti per la
valorizzazione dei minerali del sottosuolo agrigentino. Aperte resteranno
soltanto due miniere di salgemma: la miniera di Realmonte, in provincia di
Agrigento, e la miniera arroccata sulle Madonie. Entrambe gestite dallItalkali,
societ sulla quale, da sempre, i tedeschi (e non solo loro) hanno gettato gli
occhi.
Di solfati non si parler pi. E infatti ancora oggi la Kainite rimane nel
sottosuolo dellIsola. Attenzione: non ci stiamo inventando nulla. Agli atti, per
chi non crede a quello che scriviamo, c un discorso tenuto a Sala dErcole laula di Palazzo Reale dove si riunisce il Parlamento siciliano - da Guido Virz,
allepoca deputato di Alleanza nazionale. Virz fa nomi e cognomi delle societ e
dei personaggi tedeschi che allora bloccavano (e che ancora oggi bloccano)
lestrazione della Kainite dal sottosuolo siciliano. Se lintervento di Virz - che
comunque esaustivo - non dovesse bastare, ci sono, sempre agli atti, i tentativi
di alcuni sindacalisti agrigentini che, pi volte, hanno provato, senza successo, a
rilanciare la questione dei solfati nella provincia di Agrigento.
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Unaltra storia strana va in scena a Torre Salsa, una Riserva naturale costiera,
sempre in provincia di Agrigento, che si distende lungo il litorale che corre tra
Siciliana marina ed Eraclea Minoa. Torre Salsa - gestita dal WWF - una Riserva
naturale particolare. Che insiste, per il 90 per cento della superficie (quasi 800
ettari), su fondi privati. Coltivati a vigneti e ulivi. Una Riserva che piace molto ai
tedeschi.
Ebbene, da qualche anno sembra che gli agricoltori che operano dentro la
Riserva naturale di Torre Salsa siano oggetto di interessi strani e insistenti.
Sembra che incontrino difficolt nellesercitare lattivit agricola. E sembra che
non manchino i personaggi disposti ad acquistare i loro terreni. E sono in tanti,
oggi, a chiedersi: ma chi ha interesse ad acquistare i terreni che insistono in una
Riserva naturale? Per fare che cosa, poi?
Torre Salsa, ovviamente, una digressione. O quasi. Il tema resta la Sicilia. E la
sua disastrosa situazione finanziaria provocata da Roma. E, forse, sotto questa
luce che va vista lazione portata avanti nellultimo anno dal governo nazionale di
Matteo Renzi nellIsola? Una domanda che chiama altre domande: ci sono dubbi
sul fatto che Renzi sia schierato con la Germania della signora Angela Merkel? e
ci sono dubbi sul fatto che Roma stia facendo il possibile - e forse anche
limpossibile - per far fallire la Regione siciliana? Certo, i giornali nazionali non
scrivono che lo Stato, nellultimo anno, ha scippato alla Regione quasi 10
miliardi di euro. E nemmeno i Tg trattano tale argomento. Anzi, le informazioni
sulla Regione siciliana che passano, a livello nazionale - complici anche forze
politiche come la Lega - sono altre (come potete leggere qui). Ma i numeri sono
numeri e la realt non si pu alterare.
Gli esponenti di Sicilia Nazione, in una conferenza stampa andata in scena due
giorni fa, hanno detto che il governo nazionale vuole fare fallire la Sicilia entro il
2017, scaricando la responsabilit sullAutonomia speciale della Sicilia. In realt,
la Regione siciliana non potr mai arrivare al 2017. Al Bilancio 2015, infatti, sono
venuti meno da 600 a 700 milioni di euro di fondi ex Fas. Soldi che lo Stato,
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sulla carta, stanzia per le regioni meridionali, ma che ogni anno vengono
sistematicamente dirottati, tutti o in buona parte, alle Regioni del Centro Nord,
come sta avvenendo, proprio questanno, con 5 miliardi di euro di fondi Pac:
risorse finanziarie del Mezzogiorno finite, nel 90 per cento dei casi, a titolo di
sgravi fiscali, alle imprese del Centro Nord del Paese.
Non solo. C anche da coprire il buco di un miliardo e mezzo di euro 2014.
Insomma, la Regione siciliana

Palazzo Reale

potr al massimo arrivare al dicembre di questanno, in un probabile quadro di


disordini sociali. Perch i 300 milioni di euro che il governo Renzi sta
restituendo alla Sicilia (meno di un trentesimo dei soldi che ha scippato allIsola)
serviranno, a malapena, a pagare le retribuzioni a una parte dei soggetti rimasti
scoperti. Non un caso che il plenipotenziario di Renzi in Sicilia, lassessore
allEconomia, Alessandro Baccei, stando almeno a indiscrezioni, vorrebbe
togliere il disturbo per tonare nella sua bella e massonica Toscana. Se non altro
perch in una Sicilia ridotta senza soldi dal governo Renzi il clima si sta facendo
pesante
Anche il PD siciliano, in verit, avrebbe voluto chiudere lesperienza di Rosario
Crocetta alla presidenza della Regione. Le dimissioni dellassessore alla Salute o
Sanit che dir si voglia, Lucia Borsellino, erano cadute a fagiolo. Considerato il
tono morale delladdio della Borsellino al governo, i vertici del Partito
Democratico dellIsola, coscienti di aver portato allo sbaraglio la Sicilia,
avrebbero voluto dissociarsi da Crocetta, scaricare su di lui la responsabilit
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dello sfascio della Regione per provare, magari, a far dimenticare a 5 milioni di
siciliani che loro governano la Sicilia dal 2008.
Si racconta che sullaccelerazione della crisi in Sicilia, per rimandare Crocetta a
Gela, era daccordo anche Renzi. Ma, a un certo punto, arrivato lalt. Da parte
di chi? Non si capisce. Si sa solo che, a un certo punto, da Roma arrivato
lordine di mettere una pezza e andare avanti con il governo Crocetta. Da qui la
designazione del capogruppo del PD al Parlamento siciliano, Baldo Gucciardi,
allassessorato alla Salute al posto della Borsellino. E di Antonello Cracolici a
capogruppo.
Insomma, si andr avanti fino a dicembre. O forse fino ai primi mesi del
prossimo anno. Ma chiaro che con un buco finanziario di 2 miliardi di euro
non si potr fare il Bilancio regionale 2016. Anche perch Renzi ha pronto il
solito accantonamento da un miliardo di euro da prelevare dalle entrate
regionali. In queste condizioni - con 3 miliardi di euro che mancano allappello la fine anticipata della legislatura del Parlamento siciliano assicurata. Ma
prima di far fallire la Sicilia - e questo potrebbe spiegare il rinvio di sei o sette
mesi della dichiarazione ufficiale di default della Regione siciliana - bisogna fare
fallire i Comuni siciliani. Se non tutti, almeno la maggioranza. A partire dai pi
importanti. Fantapolitica? Non esattamente.
Nella primavera scorsa, in occasione dellapprovazione della legge di stabilit
regionale (leggere Bilancio e Finanziaria regionale 2015), era stato stabilito che
nei Comuni siciliani il Decreto legislativo n. 118 del 2011 e il Decreto del
Ministero

dellEconomia

del

aprile

di

questanno

(agevolazioni

incluse) sarebbero stati applicati a partire dal 2016. Il passaggio centrale.


Stiamo parlando dell'armonizzazione dei sistemi contabili degli enti locali e
rispettivi enti e organismi strumentali. Semplificando al massimo, possiamo dire
che, fino ad oggi, lattuale normativa in vigore ha consentito ai Comuni siciliani
di nascondere una parte consistente dei propri bilanci. Un esempio pu essere
rappresentato dai bilanci delle societ collegate del Comune di Palermo. Ebbene,
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come hanno certificato (e scritto!) i revisori dei conti a commento del bilancio
consuntivo 2014, il Comune di Palermo nasconde i numeri reali - cioi i 'buchi'
finanziari - delle proprie societ collegate (come potete leggere qui).
Con lapplicazione del Decreto legislativo n. 118 tutti i Comuni siciliani dovranno
rendere noti i veri numeri delle proprie societ collegate. E inserirli nel bilancio
2015. E questo gi di per s potrebbe avere effetti devastanti su un gran numero
di Comuni dellIsola. Ma c di pi. Sempre semplificando al massimo, tutti i
Comuni, entro la fine di questo mese dovranno accertare i residui attivi e passivi
e fare pulizia. Il problema - serio - si porr per i residui attivi, cio per somme
che i Comuni hanno messo fra le entrate pur sapendo che si tratta di entrate
fantasiose o fittizie.
Con lapplicazione del Decreto 118, ogni Comune dovr individuare queste
entrate fantasiose o fittizie ed eliminarle dal proprio bilancio. Ovviamente non
potr farlo tutto in un colpo. Nel senso che non potr anticipare con soldi
'freschi' i residui attivi che toglier dal bilancio. La legge consente il ricorso a un
piano di ammortamento trentennale. Ma, nonostante lammortamento, la botta
sar terribile, perch, a partire dal 2016, verranno a mancare entrate che, bene o
male, facevano gioco e consentivano lapprovazione di bilanci in parte fittizi, ma
a norma di legge. Adesso, per molti Comuni siciliani si potrebbe profilare uno
scenario greco: tagli tutti e subito: perch in assenza di entrate, piaccia o no,
bisogner ridurre drasticamente le spese.
Non osiamo immaginare cosa potrebbe succedere, per esempio, a Palermo, a
Catania e a Messina. Fino ad oggi i tre sindaci di queste citt - Leoluca Orlando,
Enzo Bianco e Renato Accorinti - sono stati bravi, anzi bravissimi a tenere in
piedi i rispettivi Comuni. Ma con lapplicazione del Decreto 118 lo scenario
potrebbe diventare ingestibile.
Il ciclone 118, con molta probabilit, travolger anche le nove Province siciliane.
Fino a dieci giorni fa il Parlamento siciliano avrebbe dovuto completare la
riforma di questi enti intermedi. Dando vita ai nove Consorzi di Comuni e alle
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aree-citt metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ma siccome i Consorzi


di Comuni e le aree-citt metropolitane dovrebbero prendere sostanza dai
Comuni, fallendo questi ultimi Insomma il cataclisma finanziario che potrebbe
abbattersi sui Comuni dellIsola renderebbe inutile il completamento della
riforma delle nove Province siciliane, perch il fallimento sarebbe generale.
Resta da capire perch il Parlamento siciliano, che ad aprile aveva deciso (e
votato) di rinviare al prossimo anno lapplicazione del 118 (con il tacito impegno
che nel 2016 lapplicazione di tale Decreto sarebbe stata rinviata nel 2017 e poi
nel 2018) abbia deciso, improvvisamente, di applicarlo a tamburo battente
entro la fine di questo mese, contraddicendo una decisione assunta tre mesi fa
che era stata concordata con l'ANCI Sicilia. Che successo? Sembra che lordine
di applicare il 118 sia partito da Roma. Perch?
Qui torniamo allo scenario inedito: default della Regione siciliana, probabile
default di tanti Comuni, default delle nove Province dellIsola. In pratica,
lazzeramento della democrazia senza colpo ferire. Perch il commissariamento
di Regione, Comuni e Province sarebbe nelle cose. Se ci dovesse avvenire sar
interessante capire - sotto il profilo della tecnica e della sociologia
dellinformazione - come faranno Renzi e il suo PD a scaricare sulla Sicilia (o
sullAutonomia siciliana, come direbbe il movimento degli indipendentisti
siciliani, Sicilia Nazione) responsabilit che sono del governo nazionale. Perch
il governo nazionale che sta facendo fallire la Regione. Ed sempre il governo
nazionale che, direttamente e indirettamente, sta mandando in default i Comuni
e le Province della Sicilia.
Certo, i Comuni dellIsola si sono incasinati finanziariamente con la gestione dei
rifiuti. Ma non certo il miliardo e 800 milioni di euro di debiti dei Comuni
verso i titolari delle discariche (che sono gestite da privati e, in minima parte,
anche pubbliche) che potrebbe determinare il default dei Comuni. Che invece
potrebbe essere determinato dalla drastica riduzione dei trasferimenti di Stato e
Regione (e nel caso della Sicilia, dalla mancata applicazione della legge nazionale
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sul federalismo fiscale: perequazione fiscale e infrastrutturale che Roma non ha


ancora riconosciuto ai Comuni dellIsola) e, adesso, dall'applicazione del Decreto
legislativo 118.
A conti fatti, senza tutto il clamore che sta suscitando la Grecia, la Sicilia
potrebbe cambiare dominazione. Scherzandoci su non un mistero che siano in
tanti i siciliani ad essere convinti che la peggiore dominazione, per lIsola, sia
stata proprio lultima: quella italiana. Del resto - sempre scherzando - diventare
un Lander tedesco potrebbe essere una soluzione. Anche se i teutonici
potrebbero avere qualche problema a digerire Lsu, ex Pip di Palermo, trattoristi
dellEsa e precari vari
Si racconta che, oltre a Palermo, i tedeschi avrebbero dato uno sguardo anche a
Catania. Dicono che sarebbero rimasti un po impressionati dal fatto che nella
citt Etnea mangiano la carne di cavallo. Mentre non avrebbero trovato strana la
ricotta salata o il pecorino sugli spaghetti al nero di seppia. Sarebbero rimasti
colpiti anche dal grande potere di Mario Ciancio (che casualmente, di questi
tempi, non attraversa uno dei suoi migliori periodi, come potete leggere qui).
Detto questo, il Castello Ursino li avrebbe lasciati senza fiato!
Di Messina i tedeschi non avrebbero capito il perch di tanti massoni e di tante
logge massoniche. Troppi incappucciati, avrebbero sussurrato. Il pesce stocco
alla messinese gli sarebbe andato di traverso. Mentre le olive verdi ripiene con la
mollica di pane bagnata li avrebbe conquistati
http://www.lavocedinewyork.com/Sicilia-Regione-Comuni-eProvince-in-default-E-se-la-Germania-si-prendesse-l-Isola-/d/13284/

Alcamo, arrivato il commissario Arnone IN SICILIA SI DICE. Chista


a zita
di Massimo Provenza 21 Giugno 2015
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ALCAMO. Si insediato, ieri pomeriggio, Giovanni Arnone nel ruolo di


commissario straordinario del Comune di Alcamo. Il primo a commentare la
nomina di Arnone stato Mimmo Turano. Il deputato regionale alcamese
infatti esponente dell'Udc, partito nel quale in quota l'assessore regionale alle
Infrastrutture e ai Trasporti, Giovanni Battista Pizzo. E Giovanni Arnone stato
finora dirigente generale in tale assessorato regionale, oltre ad avere gi avuto
in precedenza il ruolo di direttore generale del dipartimento Urbanistica
dell'assessorato regionale al Territorio ed Ambiente.
Mimmo Turano si dice pienamente favorevole alla nomina di Arnone a
commissario straordinario comunale. Una nomina che raccoglie le
segnalazioni, le necessit ed anche i dubbi che tanti miei concittadini - dichiara
il parlamentare regionale - e moltissimi tecnici mi hanno rappresentato nella
gestione dell'ufficio tecnico comunale. La scelta di Arnone quanto mai utile e
va nella direzione giusta per ridare serenit e certezze alla citt di Alcamo, che
ha bisogno di avviare un'articolata fase di rilancio. Il dirigente regionale Arnone
- conclude Turano ringraziando il presidente regionale Rosario Crocetta - ha
riconosciute qualit tecniche e professionali.

http://trapani.gds.it/2015/06/21/alcamo-e-arrivato-il-commissarioarnone_372883/
ABUSO D'UFFICIO, CHIESTO GIUDIZIO PER 5 DIRIGENTI REGIONALI
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PALERMO - Cinque dirigenti della Regione siciliana sono accusati dalla Procura
di Palermo di abuso d'ufficio. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per gli attuali
dirigenti generali Giovanni Arnone (Azienda foreste), Vincenzo Sansone
(dipartimento Territorio), Sergio Gelardi (Beni culturali), per l'ex dirigente
generale Pietro Tolomeo e per l'attuale dirigente del servizio personale del
Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco. L'indagine riguarda il 'caso'
Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione che sei anni fa fu messo alle porte
dall'assessorato all'Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una
commissione composta da Arnone, Sansone e Maniscalco; all'epoca Tolomeo
era a capo del dipartimento. Ne scatur una battaglia legale; Genchi ha sempre
sostenuto di essere stato perseguitato perch ritenuto scomodo avendo
assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i
termovalorizzatori. Due anni fa il dirigente, sostenuto dalla Cgil, ha ottenuto la
riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro;
nonostante ci rimasto ai margini dell'amministrazione. Adesso la questione
si sposta sul piano penale. Il gip decider sulla richiesta del pm a fine
novembre di quest'anno
http://www.lasiciliaweb.it/articolo/99403/sicilia/abuso-dufficio-chiesto-rinvioa-giudizio-per-cinque-dirigenti-della-regione
ARNONE GIOVANNI REVOCA INCARICO GULLO BOLOGNA CORSELLO
MONTEROSSO LUPO GIAMMANCO GELARDI FEBBRAIO 2013 DELIBERA DI
GIUNTA 49
CONDANNATI E RINVIATI A GIUDIZIO, I BUROCRATI CHE IMBARAZZANO
CROCETTA
Almeno una decina i dirigenti con pendenze giudiziarie che siedono nei posti di
comando. Chi sono e di cosa sono accusati
di EMANUELE LAURIA e SARA SCARAFIA
Dicono che Patrizia Monterosso sia abbattuta e sconfortata. Qualcuno sussurra
che avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di dimettersi. Di certo il
day after del segretario generale di Palazzo d'Orleans, il capo della burocrazia
regionale, stato amaro dopo la condanna (in primo grado) della Corte dei
conti che due giorni fa le ha intimato di rimborsare quasi 1,3 milioni. Soldi che
la Monterosso - quando era dirigente della Formazione professionale avrebbe dato a enti che non ne avevano diritto. Ora alcuni alleati di peso di
Crocetta, pur riconoscendo la professionalit della Monterosso, si interrogano
sull'opportunit di una conferma della dirigente in quel ruolo. E si chiedono chiedono al governatore - se invece la sua presenza non indebolisca la lotta
agli sprechi proprio nel settore della formazione. Crocetta, sinora, ha difeso a
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spada tratta la sua principale collaboratrice. Ma anche l'ultimo attacco di


Montante alla burocrazia regionale ha contribuito a creare un clima non facile a
Palazzo d'Orleans.
D'altra parte, la Monterosso non da sola: l'elenco dei dirigenti regionali
condannati o sotto processo lungo. Sono almeno una decina gli uomini che
adesso imbarazzano il presidente che ha fatto della legalit la sua bandiera
politica. "La verit che in questa Regione pochi sono esenti da qualche
procedimento. Ma io, delle persone che scelgo, mi fido. Fino a prova contraria",
ha detto il governatore confermando la fiducia nella Monterosso.
Ma chi sono gli altri burocrati dei quali Crocetta si fida nonostante abbiano sulle
spalle condanne o siano sotto inchiesta da parte della magistratura ordinaria e
contabile? Chi sono i dirigenti seduti nei posti di comando nonostante le grane
giudiziarie? C', innanzitutto, Enzo Emanuele, l'ex ragioniere generale che la
giunta a gennaio 2013 ha piazzato alla guida dell'Irfis malgrado sulle sue spalle
pesi una condanna in secondo grado della Corte dei conti: Emanuele sta
restituendo, attraverso un prelievo in busta paga, mezzo milione di euro per la
gestione della megabanca dati giuridica acquistata dalla Regione nel 2005.
Nell'elenco dei burocrati che imbarazzano il presidente, c' pure Giovanni
Pistorio: al segretario regionale dell'Udc - e ad altri 16 politici - la
magistratura contabile ha chiesto di restituire 730 mila euro per aver gonfiato,
ai tempi di Salvatore Cuffaro presidente, il 118 di ambulanze e personale. Ci
nonostante, oggi Pistorio a capo della segreteria tecnica dell'assessore alle
Autonomie Locali Patrizia Valenti nel cui staff, per la verit, siede pi di un
burocrate che ha guai giudiziari. A cominciare dal capo della segreteria Santo
Primavera: ex consigliare provinciale di Catania stato indagato dalla Corte dei
conti nell'ambito dell'inchiesta sulle spese folli della provincia di Catania e gli
viene contestato un danno di 20 mila euro. E ancora Francesca De Luca, nella
segreteria tecnica dell'assessore Valenti da ottobre 2013: la dirigente, che ha
guidato l'ufficio di Palermo dell'Azienda foreste, stata condannata dalla Corte
dei conti a pagare 45 mila euro per il caso degli 11 mila alberelli che i forestali
portarono al macero anzich piantarli.
Ed nei gangli vitali dell'amministrazione regionale pure Anna Rosa Corsello
che oggi guida la Formazione professionale nonostante un rinvio a giudizio per
peculato: secondo l'accusa, la dirigente avrebbe utilizzato l'auto di servizio per
568 viaggi tra Cefal e Palermo, addebitando il costo del pedaggio sul telepass
della Regione.
Su Giovanni Arnone, attuale dirigente delle Infrastrutture, pesa l'accusa
di disastro colposo e omicidio colposo plurimo: tra i quindici rinviati a giudizio
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dalla Procura di Messina per l'alluvione di Giampilieri. Per Arnone quella di


Giampilieri non l'unica grana giudiziaria: tra i dirigenti regionali per i quali il
pm della Procura di Palermo Gaetano Paci ha chiesto il rinvio a giudizio per
abuso di ufficio. Accusa che pende pure su altri due dirigenti di punta:
Vincenzo Sansone, che guida il Dipartimento tecnico, e Sergio Gelardi che
invece ai Beni culturali. L'indagine riguarda il caso Gioacchino Genchi, il
dirigente della Regione che sei anni fa fu cacciato dall'assessorato all'Ambiente
dopo un giudizio di valutazione espresso da una commissione che a suo dire lo
avrebbe silurato senza contraddittorio. Questa vicenda - una guerra senza
esclusione di colpi tra i burocrati - di certo la meno grave per il governatore
Crocetta. Il portabandiera della guerra contro favoritismi, sprechi e illegalit ha
casi ben pi spinosi da affrontare. A partire proprio dalla condanna
pesantissima che ha colpito la Monterosso, finora difesa da Crocetta. Ma il caso
politico aperto.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/16/news/condannati_e_rinviati_
a_giudizio_i_burocrati_che_imbarazzano_crocetta-81105801/
ALLUVIONE 1 OTTOBRE 2009, C'E' ANCHE L'EX SINDACO DI MESSINA
BUZZANCA: 15 RINVII A GIUDIZIO E TRE PROSCIOGLIMENTI PER IL
DISASTRO DI GIAMPILIERI E SCALETTA
Rinviati a giudizio. Si terr un processo che - forse - dar giustizia alle persone
che si sono viste strappare come carne viva dal proprio corpo i loro cari. Una
colata di fango e detriti ha portato via 37 persone a Giampilieri nel 2009. I
familiari adesso aspettano un giudizio che nulla potr dare loro in termini di
conforto.
Ma lo aspettano comunque con ansia. Intanto si aggrappano a ricordi, piccole
cose, oggetti. Come una macchina rimasta sommersa nel fango ma che il
proprietario ha voluto portare con s fino a Pordenone, dove vive. In quel
giorno, quando arriv a Giampilieri per cercare i suoi familiari e la sua casa,
intim a chi guidava una ruspa per liberare le strade - ormai irriconoscibili - di
non toccare la sua auto. Quella Panda era tutto quello che gli era rimasto a
Giampilieri.
Giovanni Arnone, dirigente dell'assessorato Territorio e ambiente della
Regione, l'unico degli imputati di questo processo in aula per ascoltare il
dispositivo del giudice, si aggira nei pressi dei familiari delle vittime di
Giampilieri, Scaletta Zanclea, Briga e Molino: il passo flemme, lo sguardo
spaesato, osserva i soffitti del Tribunale di Messina con l'aria del visitatore e
ascolta i discorsi che si fanno.

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Le parole sono cariche di rabbia e rassegnazione. Entra un cancelliere e tutti i


parenti si alzano in piedi, si protendono verso il tavolo del giudice per non
perdersi neanche una parola. E' come fuoco che viene a contatto con il
ghiaccio, provocando sbuffi di fumo: il giudice dell'udienza preliminare,
Salvatore Mastroeni, parla di elementi sufficienti per sostenere l'accusa in
giudizio e rinvia a giudizio 15 persone per disastro colposo e omicidio colposo
plurimo.
Legge Mastroeni in aula: Vengono contestate condotte che hanno cagionato il
disastro ambientale, composte di omissioni, ritardi, errori e interpretazioni
riduttive del pericolo che invece era concreto, vista la precedente frana del
2007 che per miracolo non aveva provocato vittime.
I destinatari del provvedimento di rinvio a giudizio sono l'ex sindaco di Messina
Giuseppe Buzzanca, il sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, l'ex dirigente
della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, Gaspare Sinatra (ex
commissario straordinario del Comune di Messina), l'autore di uno studio
geologico sulle zone Antonino Savoca; Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e
Francesco Grasso, redattori del piano stralcio di bacino per l'assetto
idrogeologico; Giovanni Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione
siciliana; i progettisti Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi;
Salvatore Cotone, geologo; Giovanni Randazzo, autore della nota geologica a
supporto dei lavori di ripristino della funzionalit idraulica dei torrenti
Racinazzi, Divieto e Saponara.
Il gup ha anche chiesto che la Procura di Messina compia nuove indagini per
accertare ulteriori responsabilit, ad esempio sui fondi destinati fra il 2007 e il
2009 per la messa in sicurezza dell'area: 1,2 milioni di euro per il costone di
Giampilieri e 603mila euro stanziati nel 2004 dal Ministero dell'ambiente per
creare una via di fuga a Scaletta. Perch che la situazione era grave se n'erano
accorti tutti, anche nelle istituzioni e nella protezione civile.
Scritto da Ilaria Raffaele
DALL'ANSA Il Gup di Messina Salvatore Mastroeni ha disposto 15 rinvii a
giudizio e tre proscioglimenti nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione del primo
ottobre del 2009 che colp particolarmente la frazione messinese di Giampilieri
e il comune di Scaletta Zanclea, oltre a paesi della zona ionica. Le vittime
furono 37. A giudizio, tra gli altri, l'ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, il
sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, l'ex dirigente della Protezione civile
regionale Salvatore Cocina. Gli altri rinviati a giudizio sono Gaspare Sinatra, ex
commissario straordinario del Comune di Messina, Antonino Savoca, autore di
uno studio geologico; Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e Francesco Grasso,
redattori del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico relativo all'area
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territoriale tra il bacino del torrente Fiumedinisi e Capo Peloro; Giovanni


Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione siciliana; i progettisti
Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi, ; Salvatore Cotone,
geologo; Giovanni Randazzo, autore della nota geologica a supporto dei lavori
di ripristino della funzionalit idraulica dei torrenti Racinazzi, Divieto e
Saponara. Sono stati invece prosciolti i progettisti Carmelo Antonino Melato,
Agatino Giuseppe Manganaro e Stefano Bello. Sono 168 le persone offese,
compresi il comitato regionale di Legambiente e il Wwf Italia. Il Gup in aula ha
chiesto alla Procura ulteriori indagini perch emergerebbero poi altre presunte
responsabilit. (ANSA)
http://www.ilcarrettinodelleidee.com/sito/cronaca/item/1737-a-processo-peril-disastrp-di-giampilieri.html

Da sinistra: Giovanni Arnone,Dirigente del Servizio Assetto


del territorio e difesa del suolo della Regione Siciliana; Jean
Michel Olivieri,Colonel de Gendarmerie. Attach de Securit
de Interieure; Giovanni Avanti, Assessore allAmbiente e alla
Protezione Civile del Comune di Palermo; Mme Christine
MORO,Console Generale di Francia per il Sud; Dr.ssa Melita
Ricciardi; Giuseppe Maschio,Componente della Commissione
Nazionale Grandi Rischi; Jean Sylvain Magagnosc,Maitre de
Conferences Agrege, Departement de Geographie, Universite
de Poitiers;

MAZZARR, DISCARICA INQUINANTE: DUE BUROCRATI REGIONALI INDAGATI


PER FALSO IDEOLOGICO
Nel mirino della procura di Barcellona Pozzo di Gotto Gianfranco Cannova, gi
in cella per l'indagine su rifiuti e tangenti, e Vincenzo Sansone. Nel 2009
rilasciarono un'autorizzazione alla societ TirrenoAmbiente che gestiva il sito.
Sotto inchiesta anche Armando Cappadonia, funzionario dell'Arpa
di MANUELA MODICA
Cinque avvisi di garanzia per reato ambientale e falso ideologico. Si estende
l'inchiesta della procura di Barcellona Pozzo di Gotto sulla discarica di Mazzarr
Sant'Andrea. Altre cinque persone risultano adesso indagate: tra loro, due
funzionari dell'assessorato regionale al Territorio e un funzionario dell'Arpa,
agenzia regionale per l'ambiente, per i quali viene ipotizzato il reato di falso
ideologico commesso da pubblico ufficiale.
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Si tratta di Gianfranco Cannova, gi detenuto al Pagliarelli di Palermo perch


accusato di aver incassato tangenti per favorire alcuni imprenditori nel settore
delle discariche, eVincenzo Sansone, dirigente generale del dipartimento
regionale tecnico. A entrambi viene contestata un'autorizzazione rilasciata alla
societ che gestisce la discarica, la TirrenoAmbiente Spa, nel febbraio del
2009. Armando Cappadonia, funzionario dell'Arpa, invece indagato per
un'autorizzazione rilasciata nel 2006.
Dopo la richiesta di sequestro, firmata lo scorso 3 novembre e nella quale
risultavano indagati gli ex amministratori di TirrenoAmbiente Antonio Crisafulli,
Giuseppe Antonioli (gi con divieto di dimora in Sicilia a seguito di un'indagine
per corruzione di un dirigente regionale) e Pino Innocenti, il prossimo 16
dicembre la procura avvier una verifica, non ripetibile in dibattimento, per
accertare la presenza di eventuale inquinamento nel sito della discarica.
Le indagini si estendono anche a Sebastiano Giamb, ex sindaco di Mazzarr
Sant'Andrea, gi presidente del Cda di TirrenoAmbiente, oggi agli arresti
domiciliari dopo la condanna in primo grado nell'ambito dell'operazione Vivavio
della Dda di Messina, per concorso esterno in associazione mafiosa, e
Francesco Cannone, anche lui ex presidente del Cda della stessa societ. Per
loro la procura ipotizza il reato ambientale.
Si attende adesso la verifica disposta dalla procura per il prossimo 16
dicembre: a eseguirla sar l'ingegnere Francesco Melidoro, lo stesso che nel
rapporto del 17 settembre aveva rilevato: "Le acque sotterranee della discarica
presentano notevoli indici di inquinamento, sulle pareti della discarica esistono
situazioni di criticit correlate con fuoriuscita di percolato tali da generare locali
profonde incisioni... e le condizioni precarie di equilibrio del corpo della
discarica... potrebbero portare fenomeni gravitativi o franosi di rilevante
pericolo per l'ambiente e per l'incolumit delle persone, i quali potrebbero
manifestarsi in un breve medio periodo di tempo, in occasione soprattutto di
intense precipitazioni atmosferiche".
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/12/09/news/mazzarr_discarica_inq
uinante_due_burocrati_regionali_indagati_per_falso_ideologico-102508090/
Messina, discarica di Mazzarr: c un altro indagato
Un altro avviso di garanzia, lennesimo nella vicenda sulla discarica di
Mazzarr, ha colpito stamane Vincenzo Sansone, gi dirigente del dipartimento
Ambiente della Regione siciliana. Al funzionario viene contestato il reato di
falso ideologico in merito alla valutazione dellimpatto ambientale del sito.
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LE VERIT DI MALTAURO SUGLI APPALTI SICILIANI


I magistrati della Procura di Catania hanno interrogato Enrico Maltauro su
vicende collegate alla costruzione di Etnapolis, il grande centro commerciale
privato, realizzato nei pressi di Catania con un project financing da 160 milioni
di euro. Limprenditore vicentino arrestato per gli appalti dellExpo stato
ascoltato come persona informata dei fatti, imputato in procedimento
connesso.
I sostituti etnei, che hanno in corso unindagine contro ignoti rubricata nel
2014, gli hanno chiesto se avesse mai incontrato o conosciuto i fratelli
Basilotta, alle cui aziende la Maltauro Costruzioni aveva affidato in subappalto
alcuni lavori per Etnapolis. I Basilotta sono riusciti ad aggiudicarsi in questi
anni importanti opere nel catanese, nellagrigentino e nel nisseno e uno dei
fratelli Vincenzo fu arrestato nel 2005 nel corso di uninchiesta su mafia,
appalti e politica. I magistrati sospettavano che fosse organico alla famiglia La
Rocca, rappresentante del clan Santapaola-Ercolano nel territorio di
Caltagirone. Vincenzo Basilotta stato condannato in secondo grado per
associazione mafiosa, ma la Corte di Cassazione ne ha rinviato il processo in
Corte dAppello.
Maltauro ha varcato lo Stretto dopo avere acquisito le attivit dei Graci e dei
Costanzo, i costruttori catanesi che, insieme ai Finocchiaro e ai Rendo, si erano
affermati in Sicilia negli anni 70 e 80. E attualmente sotto processo a
Messina con laccusa di avere corrotto Giuseppe Chiofalo, un ingegnere del Pd,
ex responsabile della segreteria tecnica del sottosegretario ai Trasporti Raffaele
Gentile. Per favorire le proprie aziende, Malaturo gli avrebbe allungato del
denaro a mezzo bonifico bancario sul conto corrente appositamente aperto dal
Chiofalo a nome del centro studi Cetras e dalla societ Ambiente e Sicurezza.
Il procedimento messinese nasce da uno stralcio dellinchiesta di Catania
sulluso di cemento depotenziato nei lavori per la metropolitana etnea. Allinizio
dellinterrogatorio i magistrati hanno anche accennato di sfuggita al porto di
Riposto, un altro appalto siciliano in cui presente la Maltauro, ma hanno
subito lasciato cadere largomento. Ci lascia supporre che linchiesta possa
spingersi oltre Etnapolis. Al Sole-24 ore risulta, infatti, che il 20 febbraio di
questanno dal dipartimento tecnico della Regione siciliana, diretto da Vincenzo
Sansone, sia partita una denuncia per presunte irregolarit negli appalti dei
porti di Acitrezza e di Riposto, e che tra i destinatari dellesposto vi fossero,
accanto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e alla Procura della
Corte dei Conti, anche le Procure della Repubblica di Catania e Palermo e la
Procura generale di Palermo.
La contestazione riguarda la modalit di affidamento dei lavori per trattativa
privata da parte del dipartimento Infrastrutture. Il caso pi eclatante quello
del porto di Riposto, dove gli originari aggiudicatari della gara la Ira, oggi dei
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Maltauro, e la Silva, poi fallita , dopo avere subito dal committente pubblico
la rescissione del contratto per inadempienza, riottennero nel 2009
laffidamento degli stessi lavori per trattativa privata, con ribassi molto inferiori
ai precedenti e quindi con maggiori utili.
Una norma nazionale recepita dalla Regione consentirebbe di adottare questo
tipo di procedura, purch i lavori siano per concessi allo stesso prezzo del
contratto rescisso: condizione che non ricorre nel caso di Riposto. Caso
analogo, lappalto del porto di Acitrezza: prima aggiudicato alla Silva, poi
rescisso e in seguito riaggiudicato in modo privato. Non sappiamo quanti e
quali opere siano state appaltate con identiche modalit. Sappiamo solo che le
due gare in questione sono state gestite da uno stesso ufficio del dipartimento
Infrastrutture diretto da Giovanni Arnone.
Insomma, dopo linterrogatorio di Enrico Maltauro, linchiesta della Procura di
Catania potrebbe espandersi a macchia dolio e finire per coinvolgere la
Procura di Palermo, dove peraltro la questione di Acitrezza e di Riposto fu
sollevata qualche anno fa da uno zelante dirigente regionale, dal cui esposto
era scaturita unindagine poi archiviata.
da http://www.ilsole24ore.com

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MI CHIEDO MA IN SICILIA CE QUALCUNO CHE PAGA SE COMMETTE


REATI?
PROGETTI REDATTI AL SEMPLICE SCOPO DI ACCEDERE A FINANZIAMENTI, LE
FINALITA DI TALI PROGETTI NON SARANNO CERTAMENTE VOLTI A
RISOLVERE ALLA RADICE I PROBLEMI PER CUI SONO STATI REDATTI I
PROGETTI.
CREAZIONE DI DIPARTIMENTI, UFFICI SPECIALI NOMINA DI DIRETTORI
VICEDIRETTORI IMPIEGATI USCIERI SPESE DI RAPPRESENTANZA, PER SE PER
MOGLI FIDANZATE AMANTI ESCORT VIAGGI MISSIONI AUTISTI
LULTIMA DI CUI PARLA LARTICOLO : SI STUDIA LE AREE SENSIBILI DA
MONITORARE E NON SI INSTALLANO LE CENTRALINE PER IL
MONITORAGGIO
NELLE AREE DA BONIFICARE DI GELA SIRACUSA MELILLI AUGUSTA
BUTERA SOLARINO FLORIDIA . (parliamo dei finanziamenti 140 miliardi
erano lire 1995) SI FINANZIANO SI NOMINANO
COMMISSARI STRAORDINARI SI ISTITUISCONO UFFICI SPECIALI nulla
dato sapere in merito a utilizzo, disponibilit residue, interventi effettuati e
risultati.

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IN COMPENSO I CITTADINI DI QUELLE AREE CONTINUANO A MORIRE ED


AMMALARSI DI MALATTIE ONCOLOGICHE LE FALDE ACQUIFERE SONO
INQUINATE I TERRENI PIENI DI VELENI
ALLA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE VIENE
CONCESSA LAUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE RISULTATO DI
FATTO UN ATTO NULLO IN QUANTO FIRMATO DALL'INGEGNERE VINCENZO
SANSONE CHE NON RISULTAVA ESSERE DIRIGENTE RESPONSABILE DEL
SERVIZIO VIA-VAS IL 17 LUGLIO 2008

IL DIRIGENTE GENERALE PRO TEMPORE ARCH PIETRO TOLOMEO


CHE APPROVAVA IL CONTRATTO DI LAVORO, ALLING SANSONE VINCENZO
FINO AL 16 DICEMBRE 2008 DATATO 17 DICEMBRE 2008 (DDG N. 1474),
CIO RISULTA ESSERE STATO ADOTTATO 5 MESI DOPO LAUTORIZZAZIONE
CONCESSA DALLING. SANSONE ALLA ITALCEMENTI. LING. SANSONE ALLA
DATA DI EMANAZIONE DEL DRS N. 693, IL 17 LUGLIO 2008, NON AVEVA IL
TITOLO N IL POTERE OCCORRENTI A FORMALIZZARE IL PROVVEDIMENTO
DELLAIA.
BISOGNA COSI PRESUMERE CHE LO STABILIMENTO DELLA ITALCEMENTI DA
ANNI OPERA IN UN REGIME NON AUTORIZZATORIO CONTRO in violazione
della normativa nazionale e comunitaria IN MATERIA DI AMBIENTE
Le prescrizioni previste nell'autorizzazione Integrata Ambientale concessa al
Italcementi prevedono tempi e modalit di superamento penna la decadenza
del decreto stesso , ad oggi nulla dato conoscere quali delle prescrizioni
previste sono state superate ed i relativi provvedimenti adottati (vedasi
centraline per il monitoraggio della qualit dellaria oppure ladozione delle
migliori tecnologie e.
TUTTO CIO PARTE PENSATE DALLASSESSORATO TERRITORIO ED AMBIENTE
DELLA REGIONE SICILIA DOVE NEL TEMPO SI SONO AVVICENDATI UN
NUMERO CONSIDEREVOLE DI ASSESSORI CHE NATURALMENTE SI
PORTAVANO DIETRO UNA SERIE DI DIRIGENTI VICEDIRIGENTI DIRETTORI
CAPIGABINETTO (ALCUNI DI QUESTI SIGNORI HANNO CONOSCIUTO LE
SCALE DI DIVERSE ROCURE DELLA REPUBBLICA DA INDAGATI SE NON SONO
STATI OSPITATI NELLE PATRIE GALERE
CE DA PENSARE CHE A LIVELLO ELETTORALE PER LA ELEZIONE
DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA GARANTIRSI IL CONTROLLO
DELLASSESSORATO TERRITORIO AMBIENTE DIVENTA DETERMINANTE, LO
DIMOSTRA LAVVICENDARSI NEL TEMPO DI DIVERSI PRESIDENTI DI
REGIONE DI TUTTI I COLORI POLITICI IN ASSESSORATO ERRITORIO
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AMBIENTE TUTTO CAMBIA AFFINCH NULLA CAMBI. ALLA REGIONE SICILIA


NON DIFFICILE TROVARSI NELL'UFFICIO DI GABINETTO CHI HA RICOPERTO
IN PASSATO LA FUNZIONE DI ASSESSORE OPPURE IL DIRIGENTE GENERALE
CHE DIVENTA ASSESSORE SI VERO SOLO PER POCHE SETTIMANE AL
MOMENTO OPPORTUNO SI TIRA FUORI IL DOSSIER CHE LO RIGUARDA
E UAL LO SI COSTRINGE ALLE DIMISSIONI. SENZA USCIRNE DAL CERCHIO
MAGICO. UNA SEDIA E SEMPRE GARANTITA E QUALORA NON VI FOSSE AL
MOMENTO DISPONIBILIT ECCO CHE SI CREA UN UFFICIO SPECIALE CON
UN DIRIGENTE UN DIRETTORE UNA SEGRETARIA UNO DUE IMPIEGATI
TELEFONI TELEFONINI MACCHINA BLU E PREMI DI RISULTATI. NEL
DOMANI VE CERTEZZA!!!!!!!!!!!!!!!
E DAI TERRITORI I SINDACI GLI ASSESSORI I CONSIGLIERI NULLA HANNO
DA DIRE DI FRONTE A QUESTO DISASTRO MORALE CIVILE ED AMBIENTALE?
Il Sindaco CHE deve conoscere la condizione di SALUTE della popolazione
CHE deve attivare/implementare iniziative/strategie di promozione della
SALUTE stessa, CHE deve, adottare provvedimenti se questa minacciata
(per es. emanare ordinanze contingenti ed urgenti, con efficacia estesa al
territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica).
La tutela e la promozione della SALUTE dei cittadini da considerarsi come la
missione del Sindaco e del Consiglio Comunale, la visione strategica per tale
missione non pu prescindere dal concetto dinamico e dal concetto olistico
della SALUTE, n dalla collaborazione con le altre Istituzioni coinvolte (Regione,
ASL, etc.).
IN SICILIA SI DICE.
Chista a zita
Pino Ciampolillo

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Rischio idrogeologico: 104 milioni da spendere, usati solo 50mila euro


La Regione ne aveva chiesti oltre 400, ne ha ottenuto un quarto. Che
tra software e progetti fermi, rischiano di tornare a Bruxelles
di ANTONIO FRASCHILLA
Giri di valzer continui tra i dirigenti, competenze divise tra una miriade di enti
ed ecco ilrisultato: il caos nella gestione dei fondi destinati alla mitigazione e
prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici. Un comparto nel quale
nonostante il fiume di denaro messo a disposizione dell'Unione europea accade
che in alcuni assi, come quello sulle infrastrutture e i presidi, a fronte di una
dotazione iniziale di 104 milioni di euro a sette anni dall'inizio della
programmazione la spesa certificata sia di appena 50 mila euro, come sostiene
la Programmazione. Un comparto dove accade poi che non vi siano fondi per
piazzare la nuova rete di controllo delle piogge, fondamentale per il
monitoraggio idrogeologico, e che invece siano stati spesi 8,3 milioni di euro
con Sicilia eRicerca per la cartografie e il sito web che dovrebbe alimentarsi
proprio con le centraline che non ci sono. Un comparto, quello sotto la grande
voce dissesto idrogeologico, che vede l'assessorato Territorio e ambiente aver
speso appena un terzo dei fondi a disposizione senza aver mai stanziato un
euro in frane note da anni, come quella di Caltavuturo per non parlare delle
zone a rischio come Barcellona Pozzo di Gotto. Soldi non spesi, soldi sprecati,
soldi che rischiano di tornare a Bruxelles: cos in fumo stanno andando almeno
50 milioni di euro.
L'ARTICOLO COMPLETO SUL GIORNALE IN EDICOLA E SU REPUBBLICA+
http://palermo.repubblica.it/hermes/inbox/2015/06/20/news/rischio_idrogeolo
gico_104_milioni_da_spendere_usati_solo_50mila_euro117262477/?ref=search
Frana viadotto: Anas, commissione per accertare responsabilit

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PALERMO Anas e un patrimonio del Paese e il mio mandato e quello di


valorizzarla, per farla tornare ad essere un motore dello sviluppo. Per
realizzare questo obiettivo, bisogna invertire il processo che ha portato questi
fatti ad accadere. Cosi il presidente dellAnas Gianni Vittorio Armani
commenta la relazione degli ispettori del ministero delle Infrastrutture sulla
frana che ha danneggiato il viadotto Imera dellautostrada A19 PalermoCatania, percio interrotta dallaprile scorso. La tutela della rete stradale che
abbiamo in concessione -afferma Armani e un obiettivo fondamentale per
lazienda e su questo non consentiro che si deroghi piu. Paghiamo anni di gap
di manutenzione delle strade e del territorio, per la scarsita dei fondi. Ho gia
dato disposizioni alla struttura aziendale di incrementare il monitoraggio sullo
stato di conservazione delle oltre 12 mila opere darte della nostra rete (ponti,
viadotti e gallerie) e, con il sostegno del Governo e del ministro delle
Infrastrutture Graziano Delrio, vareremo un grande piano di manutenzione
straordinaria per intervenire rapidamente, partendo dalle situazioni piu
urgenti, come la A19. In questo ambito, sara fondamentale anche la
collaborazione con gli enti preposti alla tutela del territorio, come la Protezione
Civile. Anas -conclude Armani- verifichera cosa non ha funzionato e le
responsabilita di quello che e accaduto sulla A19. Una commissione interna
aziendale, da me istituita, in tempi brevi presentera le sue conclusioni.
(84)
Redazione | 20 giugno 2015
http://www.ilfattonisseno.it/2015/06/frana-viadotto-anas-commissione-per-accertare-responsabilita/
PDF

IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME


TGR - Sicilia
venerd 22 agosto 2014
TG3 Padre PALMIRO PRESUTTO 23 AGOSTO 2014 di isolapulita

IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME


A sua eccellenza il prefetto di Siracusa
Al portavoce M5s Commissione Ambiente della camera dei deputati on. Claudia
Mannino
Al portavoce M5s Commissione Affari sociali e Sanit della camera dei deputati
on. Giulia Grillo
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All'assessore regionale all'Ambiente Maria Rita Sgarlata


All'Assessore regionale alla Sanit Rita Borsellino
Al presidente IV Commissione Ambiente Ars Giampiero Trizzino
Al portavoce M5s Commissione Antimafia Ars on. Stefano Zito
Ai sindaci del quadrilatero industriale: Rizza, Palmeri, commissari di Augusta
Alla procura di Siracusa
Alle procure antimafia Palermo
Alla corte dei conti
Alla comunit Europea
Il 15 aprile dello scorso 2013 una delegazione del movimento 5 stelle di
Siracusa, Melilli, Priolo, Augusta, guidata dalla dott.ssa Mara Nicotra,
ricercatore
esperto in problematiche ambientali della IV Commissione Ambiente M5S
Siracusa, incontra il presidente della IV Commissione Ambiente dell'Ars
Giampiero Trizzino (M5S) per attenzionare l'inquinamento industriale dell'aria
siracusana di natura delle raffinerie.
La Nicotra spiega a Trizzino, con dati scientifici alla mano, che taluni degli
inquinanti emessi in atmosfera dalle industrie petrolchimiche ed immessi
nellaria ambiente, anche potenzialmente ad attivit cancerogena con possibili
conseguenti effetti sulle comunit limitrofe alla fonte di emissione, non sono
normati dall'attuale decreto nazionale (155/2010) sulla qualit dell'aria
ambiente.
Tra laltro, parte di essi vengono emessi nel corso degli sfiaccolamenti continui
delle torce degli impianti, le quali, ben visibili anche a distanza, restano accese
senza apparente motivo data la loro funzione di sistemi di sicurezza. Da ci
deriva la necessit che nelle aree industriali oltre ai classici inquinanti dellaria
ambiente urbana, come NOx e SO2, assumono particolare incidenza anche
altre sostanze, tipo benzene orario, acido solfidrico, specifici idrocarburi non
metanici e mercaptani, abbondantemente presenti, ogni ora del giorno, come
ampiamente rilevato, nelle aree a rischio siciliane.
Il problema non sta ovviamente nella predisposizione di qualche decreto,
spiega Gioacchino Genchi, chimico gi dirigente del Servizio Tutela
dallinquinamento atmosferico del dipartimento ambiente della regione
siciliana
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come si ricorder rimosso dallincarico per non aver, tra laltro, concesso la
realizzazione di un mega inceneritore (500 mila tonnellate) che doveva sorgere
a Punta Cugno dentro lo stabilimento Enel Augusta, accanto ad altri 4 grandi
impianti di combustione, Gespi, Oikothen, Buzzi, Unicem, ma nella assenza
totale di un piano complessivo di risanamento ambientale, nonostante che nel
1995 fossero stati predisposti i piani per le aree a rischio di Siracusa e Gela ed
il Ministero dellAmbiente avesse stanziato per essi 100 e 40 miliardi di lire, il
cui utilizzo rimane ancora materia oscura.
Analoga la situazione per la terza area della regione dichiarata a rischio nel
2002 che comprende i 6 comuni del Comprensorio del Mela. In questo caso
il piano di risanamento non mai stato redatto ed i 7.500.000 euro stanziati
dallARTA per il piano e gli interventi formano anchessi materia oscura.
Nel 2007, invece, lARTA approva con un decreto assessoriale un
c.d. piano regionale di risanamento ambientale dell'aria, che alla prova dei fatti
risulta il frutto di un copia incolla dellomologo della regione Veneto (peraltro
gi
bocciato dalla Commissione Europea) e di numerosi altri documenti. Si apre un
putiferio mediatico, partono le inchieste, ma il piano ancora, incredibile ma
vero, sul sito web dellARTA, nonostante le numerose audizioni e processi in
atto, che confermano l'irresponsabilit dei soggetti controllori.
Su questa vicenda il deputato all'Ars (M5S) Stefano Zito presenta 2
interrogazioni parlamentari e in un tavolo prefettizio dichiara che nel
quadrilatero siracusano oltre ad non esserci i dovuti controlli negli impianti,
carenti e poco attendibili sono le centraline sulla qualit dell'aria, considerato
che su 365 giorni lanno funzionano forse per la met..
Si evidenzia anche il grande conflitto di interessi che esiste tra ASP-industrie e
comuni del quadrilatero industriale siracusano. Nel senso che non solo manca
una normativa ad hoc riguardante l'inquinamento industriale dell'aria che si
respira, ma i comuni consentono ancora all'industria, attraverso il Cipa
(Consorzio per la protezione Ambiente degli industriali), di stare all'interno di
una rete di rilevamento pubblica attraverso un protocollo di intesa istituito nel
2005 per contrastare tale inquinamento.
Ci chiediamo: normale che chi deve essere controllato diventi controllore di
se stesso?
E normale che l'industria attraverso il Cipa, il cui presidente anche il
coordinatore del registro tumori della Sicilia orientale, debba controllare la
qualit dell'aria delle centraline della provincia alla stessa stregua di una Arpa,
che lorgano di controllo istituzionale? Ma allora per questo motivo che l'Asp
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Siracusa non fa correlazioni tra il dato ambientale e patologie tumorali


nonostante Arpa e provincia inviano loro i dati degli inquinanti petrolchimici
non normati ma comunque rilevati?
Ma come fanno i sindaci che rappresentano la massima autorit sanitaria a non
intervenire quando si verifica un picco orario di benzene (ben noto
cancerogeno) o quando sanno chi delle industrie ha causato lincidente o
emesso sostanze chimiche maleodoranti?
Come fanno a tacere e non intervenire sapendo che la gente del quadrilatero
sta morendo di cancro?
Ma perch ogni qualvolta che si registra uno sforamento di PM10 subito scatta
lallarme e invece per il benzene, lH2S e gli idrocarburi non metanici, mai?
Non mai avvenuto neanche quando esisteva il decreto regionale 888/17
detto codice di autoregolamentazione, che avrebbe dovuto far abbassare alle
aziende lemissioni di idrocarburi non metanici ogni qualvolta superavano 200
ug/m3 ogni 3 ore. Ma questo limite era vincolato allOzono, quindi il tutto si
attribuiva allo smog urbano. In ogni caso tale decreto non ha mai funzionato!
Ma chi sono i Sindaci? Politici alla stessa stregua di tutti gli altri che occupano
posti di governo o di opposizione a Palermo e a Roma e che fino ad oggi non
hanno mosso un dito per risolvere il problema. Dallo stato dellarte emerso dai
dati dello scorso convegno del 25 luglio possiamo ancora fidarci della politica?
Vorremmo dire di si, ma abbiamo perso ogni speranza, ed allora riversiamo
tutta la nostra aspettativa verso le Procure, e gi un primo segnale forte lo
abbiamo ottenuto. Non a caso il 25 luglio al convegno abbiamo avuto lonore e
il piacere di vedere la presenza del dott. Francesco Paolo Giordano, procuratore
capo della procura del tribunale di Siracusa che ascoltava le relazioni scottanti
dei nostri relatori, ove emergevano situazioni veramente drammatiche, come
ad esempio il caso per cui ogni ora del giorno si registrano concentrazioni
cancerogene di benzene soprattutto a Priolo.
Si evidenziano i giorni: 25 dicembre 2009 ove la popolazione priolese stata
costretta a respirare per ben 15 ore consecutive oltre 450 ug/m3 di benzene e
l'8 marzo 2013 per la festa delle donne in cui si riscontrano oltre 700 ug/m3 di
benzene per 19 ore consecutive (Nicotra, 2014-Che aria tira nel quadrilatero
siracusano? Un decreto per normare-pubbl. Convegno 25 luglio Siracusa).
Ci viene di affermare che questo un omicidio se ci dovesse venire un cancro
(cit. Don Palmiro Prisutto), poich la soglia cancerogena espressa dalla
letteratura scientifica non deve superare 260 ug/m3 di benzene al giorno che

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equivale ad una soglia bassa di benzene di 0,26mg/m3 (Crum & Allen 1984;
Paxton et al. 1994) .
La conferma che esiste un nesso tra cancro e inquinamento industriale stato
il tema della relazione del prof. Burgio dellECERI.
Queste sostanze, a Priolo, tra laltro, sono presenti contemporaneamente nelle
stesse ore del giorno ad altri composti tossici e odorigeni, quali lidrogeno
solforato e talune classi di idrocarburi non metanici. Stessa situazione si
riscontra ad Augusta, Melilli e Belvedere.
Dalla correlazione dei dati monitorati in ciascuna di queste stazioni viene fuori
che all'aumentare dell'H2S aumentano in modo esponenziale anche gli
idrocarburi non metanici, mentre, a Melilli, a differenza di Priolo, all'aumentare
del benzene aumenta in modo esponenziale l'H2S.
Tali dati vengono confermati in maniera ancora pi incisiva dal direttore
dell'Arpa Siracusa dott. Gaetano Valastro, il quale, da relatore anch'egli al
convegno, ha anche lamentato che ogni anno alla struttura vengono diminuite
sempre pi risorse umane e finanziarie.
Sar un caso?
Ci chiediamo: voluto da chi?
Perch la regione siciliana non intervenuta negli anni sugli aspetti gestionali
dellARPA?
Perch lARTA non ha esercitato, come dovuto, la vigilanza sulloperato
dellARPA, sulla deriva dei controlli ambientali, ecc. , che via via ne hanno
depotenziato le gi limitate attivit a tutto vantaggio dei controllati?
In un documento Arpa (vedi allegato) pervenuto allAssemblea Regionale
Siciliana su richiesta dellon. Angela Foti della IV Commissione Ambiente
emerge che il benzene nelle stazioni industriali siracusane supera quasi sempre
il limite annuale che 5 ug/m3 (decreto 155/2010).
Se cos , allora come si spiega che il prof. Sciacca presidente Cipa e del
registro tumori di mezza Sicilia possa affermare che laria della zona industriale
di Priolo, Melilli e Augusta OK?
Che le polveri sottili derivano dal deserto e che tumori derivano dai metalli
pesanti dellEtna?
Non vi sembrano queste affermazioni offensive per il POPOLO INQUINATO?

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Ad Augusta Don Palmiro Prisutto ogni 28 del mese celebra una messa funebre
ricordando quanti giovani e bambini muoiono per cancro. Don Palmiro sta
dimostrando che ogni 2 decessi uno morto per cancro.

Il 18 maggio 2013 Melilli (SR) viene invasa dallennesima nube tossica di


mercaptani L'odore nauseabondo gi ad una concentrazione di oltre 20 ug/m3
dalle ore 12 alle ore 22:30 circa, infastidisce parecchi residenti e come al solito
le industrie del petrolchimico siracusano davano come risposta al prefetto e al
sindaco di Melilli Pippo Cannata "qui tutto a posto".
Come se non sapessimo che solo 2 raffinerie nel territorio siracusano: Esso e
Isab producono tale sostanza.
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Due giorni dopo allIsab impianti Nord muore un operaio di Priolo per aver
respirato in maniera off limits dell'acido solfidrico probabilmente ad una
concentrazione oltre 500 ppm, proveniente da un guasto dell'impianto da cui
veniva prodotto questo gas dallazione tossica simile allacido cianidrico. E se
per un verso levento luttuoso ripropone ancora una volta in maniera
drammatica il problema della sicurezza degli impianti ad alto rischio di incidenti
rilevanti, per altro verso va considerato che le concentrazioni misurate a Melilli,
Priolo e Belvedere dellacido solfidrico vanno oltre 70 ugNm3 e cio oltre la
soglia odorigena fissata dall'OMS che e' 7ug/Nm3. Un ulteriore conferma alla
richiesta che detto inquinante, normato in fase emissiva, debba trovare
altrettanti limiti normativi, in atto mancanti, anche a livello di aria ambiente.
Ci chiediamo a cosa servono i controlli alle emissioni, ammesso che siano
sufficientemente adeguati, se le multinazionali titolari degli impianti se ne
infischiano di sistemare i loro impianti nel rispetto delladozione delle migliori
tecnologie disponibili e la fanno sempre franca anche quando ci scappa il
morto?
A seguito di questo incidente il 26 maggio 2013 la IV Commissione Ambiente
della regione siciliana si riunisce ad un tavolo tecnico al comune di Melilli e,
acquisito lo stato dell'arte sulla cattiva qualit dell'aria del quadrilatero
industriale, il presidente Trizzino e il deputato Zito fanno notare ai presenti
(industrie, deputati regionali, Arpa, Asp, Sindacati, Sindaci) che evidente che
c' stato uno spreco di denaro pubblico dagli anni 90 ad oggi e che un
intervento di risanamento e/o di bonifica non stato mai fatto. Gli stessi dopo
qualche giorno sporgono denuncia, specificando che nel territorio di Siracusa
sono spariti in totale 100 miliardi delle vecchie lire del piano di risanamento
mai attuato in questarea cos come i 40 miliardi per larea di Gela, ricordando
anche le mancate bonifiche per le quali nel 2005 vennero stanziati 770 milioni
di euro dallallora ministro dellambiente Prestigiacomo Si ricorder, infatti, che
laccordo di programma prevedeva anche la riconversione e riqualificazione
degli impianti, le bonifiche sia per i fondali al mercurio della rada di Augusta
che per i suoli e i pozzi al benzene di Priolo, oltre che la previsione di dare
respiro pure al Porto Grande di Siracusa e complessivamente allintera area
industriale. Purtroppo apprendiamo dai tavoli tecnici prefettizi che
quell'accordo di programma non and avanti perch solo Isab partecip alla
transazione con ben 30 milioni di euro. In un siffatto scenario dove il principio
del chi inquina paga platealmente violato gli unici a pagare, con la vita
per, sono i residenti e gli operai che lavorano negli stabilimenti industriali.
Tutto ci pure scritto nellAtlante regionale sanitario e gli studi epidemiologici
di recente pubblicazione su Sentieri ne confermano la veridicit.

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Le inchieste e le interrogazioni parlamentari di Stefano Zito continuano, cos


come quelle dell'on. Amoddio, dalla quale attraverso la stampa si apprende che
di quei 770 milioni di euro ne sono rimasti solo 50 mila nei fondi CIPE. Ci
chiediamo: il resto in quale tasca sono finiti?
Nel frattempo montano le proteste e le azioni legali del "popolo inquinato" di
Gela, Milazzo e Priolo. Un consigliere comunale Giuseppe Marano viene
denunciato da ENI per procurato allarme ad un risarcimento di 400 mila euro,
mentre a Gela la stessa ENI chiede a David Melfa un risarcimento di un milione
di euro per lo stesso motivo.
E mai possibile che quando c' qualcuno che difende la salute dei cittadini
viene perseguitato piuttosto che protetto?
Sar vero che a distanza di 9 lunghi e funesti anni il ministero all'Ambiente
mette a disposizione i primi 115 milioni di euro per le bonifiche del Sin di
Priolo?
Oppure solo passerella politica come successo in passato con i soldi della
bonifica della rada di Augusta? basteranno?
O sono stati stanziati solo sulla carta come precedentemente fatto?
E gli altri soldi, quelli sbandierati nel 2005 dall'ex ministro all'ambiente
Prestigiacomo durante la sua bella campagna elettorale chi li ha intascati?
Certo di stranezze se ne vivono tante al punto tale che il successore della
Prestigiacomo, Clini, stato arrestato per aver intascato mazzette per 600
milioni di euro inerente lo scandalo idrico che lo legava alla Libia.
Il 13 settembre Mara Nicotra, cittadina anch'essa del popolo inquinato di
Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta, stanca di morire di puzza e di veder morire
amici, genitore e parenti di cancro a causa degli inquinanti industriali immessi
nell'aria, presenta a sua eccellenza il prefetto di Siracusa un esposto, con tutta
una serie di proposte operative da realizzare al pi presto possibile nel nostro
territorio. Come per es. implementare centraline di rilevamento aria;
estromettere il Cipa dalla rete pubblica di monitoraggio dell'aria; potenziare
Arpa Siracusa di risorse umane e finanziarie; realizzare un Simage con
telerilevamento e sistema delle emergenze; realizzare una
normativa riguardante, a livello di immissioni nellaria ambiente gli inquinanti
odorigeni e cancerogeni di derivazione delle raffinerie con sistemi di allarme e
sanzioni previste per le industrie ree; far correlare allAsp il dato ambientale
con patologie tumorali; eliminare leffetto bolla dai camini;
adottare sistemi efficaci di controllo quali-quantitativi degli inquinanti emessi
dalle torce, realizzare piano di risanamento aria; riconvertire impianti verso
una chimica verde. Ma ad oggi non si fatto nulla.
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Il 26 settembre 2013 lon. Trizzino convoca a Palermo un'altra Audizione di


Commissione per far rimuovere dal sito web dellARTA quell'indecoroso piano di
risanamento regionale dell'aria frutto del copia e incolla dal piano della regione
Veneto e da altre fonti, tanto denunciato da numerose associazioni
ambientaliste (Legambiente, Decontaminazione Sicilia, AugustAmbiente, Isola
Pulita, CGIL, ecc.) chiamando a rispondere l'assessore all'ambiente regionale
del tempo Mariella Lo Bello, In quel contesto, fu chiesto all'assessore Lo Bello
di rimuovere quel piano e fu posto il problema di intervenire a livello normativo
su taluni inquinanti caratteristici dellaria ambiente nelle aree industriali.
L'assessore fu costretta ad ammettere la copiatura di parti del piano e si
impegn a convocare a breve termine un tavolo tecnico per le questioni
normative. Da li a poco, in una successiva audizione, l'assessore si rimangi
ogni cosa e non diede poi seguito a nessuno degli impegni presi.

Da allora (dicembre 2013) un'altra audizione su questo tema non si pi fatta.


Il 20 maggio 2014, Mara Nicotra, vittima di un altro cancro in famiglia, muore
il fratello Mauro di anni 57, rompe il silenzio assordante da parte della regione
siciliana, e sempre pi imperterrita presenta una denuncia alla procura di
Siracusa, allegando i risultati di uno studio sulla cattiva qualit dell'aria e del
grosso conflitto di interessi che si muove tra industria, politica e Asp.
Nel frattempo la procura rinvia a giudizio Isab per aver avvelenato le falde
acquifere di Melilli e per aver riscontrato ettari e ettari di terreno che galleggia
sugli idrocarburi.
Ora il "popolo inquinato" di Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta, Gela e Milazzo
dice basta a questo sterminio generato da un sistema di criminalit politicomafiosa organizzata e pretende di essere ascoltato. Sta a Lei caro assessore
Sgarlata dimostrare nei fatti e con azioni concrete di non volere seguire le
strade battute dai suoi predecessori. Sta a Lei dimostrare di voler portare
avanti tutte quelle azioni tecniche, scientifiche, legali e legislative cui i suoi
predecessori si sono sottratti di adempiere. Ritiri una volta per tutte lobbrobrio
del piano copiato, avvii, anche con la collaborazione delle associazioni
ambientaliste e dei comitati civici, la realizzazione di un piano di risanamento
ambientale sulla qualit dellaria che affronti, tra le prime problematiche, la
valutazione a livello di immissioni nellaria ambiente di limiti tabellari alle
sostanze odorigene e cancerogene dei petrolchimici. Una bozza di proposta
stata illustrata al convegno del 25 luglio a Siracusa dalla dott.ssa Nicotra.
IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME
Popolo inquinato del quadrilatero siracusano
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Popolo inquinato di Gela


Popolo inquinato di Milazzo
Meetup "Costruiamo insieme M5S Siracusa"
IV Commissione Ambiente meetup "Costruiamo insieme M5s Siracusa"
Comitato Ambiente Belvedere
Movimento 5 stelle Priolo
Movimento 5 stelle Melilli- Villasmundo- Citt Giardino
Movimento 5 stelle Augusta
AugustAmbiente
Decontaminazione Sicilia
ECERI
Comitato Cittadino Isola Pulita
Firmatari referenti impegnanti nella battaglia in prima persona:
Arturo Andolina referente popolo inquinato del quadrilatero siracusano
David Melfa: referente popolo inquinato di Gela
Giuseppe Marano referente popolo inquinato di Milazzo
Rosario Messina portavoce del meetup Costruiamo insieme M5S Siracusa
Mara Nicotra: referente IV Commissione Ambiente meetup Costruiamo
insieme M5S Siracusa
Massimo Marino referente Comitato Ambiente Belvedere
Giorgio Pasqua portavoce M5S Priolo
Domenico la Scala portavoce del M5S Melilli-Villasmundo-Citt Giardino
Giusy Chiaramonte portavoce del comitato Priolo Verde
Padre Palmiro Prisutto
Mauro Caruso attivista M5S Augusta
Luigi Solarino presidente AugustAmbiente

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Pino Pisani presidente


Decontaminazione Sicilia
Gioacchino Genchi, gi dirigente chimico Regione Siciliana
Mario Casella responsabile mailing list Decontaminazione Sicilia
Ernesto Burgio ricercatore e responsabile ECERI
Pino Ciampolillo Comitato Cittadino Isola Pulita
Premesso che:
- con D.P.C.M. del 30/11/1990, cio quasi 25 anni fa, i territori dei comuni di
Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta, Floridia e Solarino e quelli dei comuni di Gela,
Butera e Niscemi venivano dichiarati Aree ad Elevato Rischio di crisi
Ambientale;
- con due D.P.R. del 17/01/1995, cio pi di 19 anni fa, venivano approvati i
rispettivi Piani di Disinquinamento, destinando loro, nellordine, le somme di
100 e di 40 miliardi di lire;
- a gennaio del 1996 venivano istituiti i Comitati di Coordinamento per le due
Aree per lattuazione dei Piani;
- a novembre del 1996 il Ministero dellAmbiente trasferiva alla Regione
Siciliana le somme complessive di 100 e 40 miliardi, di cui lARTA, a fine
dicembre, impegnava 300 milioni in favore del Comitato di Coordinamento di
Siracusa e 28 milioni per quello di Caltanissetta;
- nel corso degli anni 1997-1999 venivano sostenute soltanto spese per
il funzionamento dei Comitati di Coordinamento e delle relative Segreterie;
- stante linerzia della Regione Siciliana, in data 21/07/2000 il Ministero
dellInterno emanava lOrdinanza n. 3072 ex art.12, con la quale toglieva ogni
potere alla Regione, nominava Commissari, per la realizzazione degli interventi
delle due Aree, i Prefetti di Siracusa e Caltanissetta e disponeva che le somme
relative fossero trasferite sulle contabilit speciali intestate ai Commissari;
- con D.A. n. 50/GAB del 04/09/2002 lARTA dichiarava area ad elevato rischio
di crisi ambientale i territori dei comuni del comprensorio del Mela (Condr,
Gualtieri Sicamin, Milazzo, Pace del Mela, S. Filippo del Mela, Santa Lucia del
Mela, San Pier Niceto), istituiva la "Commissione Stato-Regione, Provincia, Enti
locali, per la definizione del piano di risanamento ambientale e rilancio
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economico del Comprensorio del Mela" e stanziava 7.500.000 per la


redazione del Piano e per gli nterventi da adottare;
- al 31/12/2004 scadevano i termini delle dichiarazioni ministeriali per le aree
di Siracusa e Gela ed i compiti dei Prefetti-Commissari; le somme erogate
dallARTA ammontavano
Commissario Delegato per Siracusa 30.829.827,35;
Comune di Siracusa 68.238,87;
Comitato di Coordinamento di Siracusa circa 875.000;
Commissario Delegato per Caltanissetta 8.263.310,38;
Comitato di Coordinamento di Caltanissetta circa 140.000;
- restavano disponibili le somme:
per lArea di Siracusa, circa 19.878.623,79;
per lArea di Caltanissetta, circa 11.894.965,58.
- con i DD.AA. 189/GAB e 190/GAB del 11/07/2005 lARTA emanava una
nuova dichiarazione di aree a rischio per le aree di Siracusa e Caltanissetta;
- Con Delibera di Giunta n. 306 del 29/06/2005 veniva istituito lUfficio
Speciale Aree ad elevato rischio di crisi ambientale che assorbiva tutte le
competenze dei Prefetti-Commissari, dei Comitati di Coordinamento e della
Commissione Stato- Regione, Province ed Enti Locali;
- Con Delibera di Giunta n. 257 del 14/07/2009 lUfficio veniva soppresso in
ragione della vastit e complessit delle problematiche ambientali che
informano i territori ricadenti nelle Aree;
- Con D.P.Reg. n. 5/Area 1/S.G. del 17/01/2011 veniva ricostituito lUfficio
Speciale, questa volta denominato Sportello unico per il risanamento delle
aree ad elevato rischio di crisi ambientale nel territorio regionale Agenda 21
Amianto, sempre sotto la direzione dello stesso dirigente;
- Al 31/12/2012 lUfficio Speciale veniva definitivamente chiuso ed articoli di
stampa riportavano notizie in merito ad indagini in corso da parte della Procura
della Repubblica di Catania;

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- Con D.A. n. 176/GAB del 09/08/2007 lARTA approvava il c.d. Piano


Regionale diCoordinamento per la tutela della qualit dellaria ambiente, che
alla verifica dei fatti risultava frutto di un collage di copia ed incolla di ampie
parti del Piano di Risanamento della qualit dellaria della Regione Veneto
dellanno 2000, peraltro gi bocciato dalla Commissione Europea, e di
numerosi documenti gi editi da altri Enti;
- In particolare, dalla semplice analisi comparativa della documentazione e
dal conteggio delle righe copiate il c.d. Piano Siciliano risulta composto per
l85-91% da righe interamente copiate dal Piano del Veneto e da altre fonti;
- Incredibile ma vero, a distanza di 7 anni il c.d. Piano figura ancora inserito
nel sito web dellARTA come documento/strumento di programmazione
istituzionale in tema di qualit dellaria, nonostante che le ripetute denunce
delle Associazioni ambientaliste ne abbiano da tempo richiesto il ritiro e che,
da ultimo, sia intervenuta la sentenza di condanna del Tribunale di Palermo ad
1 anno ed 8 mesi nei confronti del dirigente responsabile della sua redazione,
sentenza che fa riferimento alle numerose e vistose copiature ivi presenti;
e considerato che
- sulle Aree di Siracusa e Caltanisetta, a fronte degli ingenti finanziamenti
erogati dal Ministero dellAmbiente, nulla dato a sapere in merito a: se i Piani
originari (del 1995) sono stati attuati ed in che parte, se essi sono stati
aggiornati ed attuati ed in che parte,quale utilizzo hanno avuto i
finanziamenti erogati e qual la consistenza delle somme se ed ancora
disponibili, se e quali interventi strutturali di ordine impiantistico in situ, oltre
che normativi ed amministrativi, sono stati adottati nel tempo e da quando le
competenze sono ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) percontrastare e ridurre
linquinamento atmosferico e delle altre matrici ambientali;
- sullArea del Comprensorio del Mela, a fronte del finanziamento stanziato
dallARTA nel 2002, nulla dato a sapere in merito a: se stato redatto il
Piano di Risanamento, quale utilizzo ha avuto il finanziamento originario e qual
leventuale consistenza delle somme se ed ancora disponibili, se e quali
interventi strutturali di ordine impiantistico in situ, oltre che normativi ed
amministrativi sono stati adottati nel tempo e da quando le competenze sono
ritornate allARTA (gli ultimi 2 anni) per contrastare e ridurre linquinamento
atmosferico e delle altre matrici ambientali;
- da 14 anni a questa parte, solo a voler focalizzare il periodo dai
commissariamenti ministeriali in poi, senza per questo dimenticare lassismi,
inerzie ed inadempienze precedenti, si assistito ad una girandola di ben 11
assessori allARTA e di un numero quasi analogo di dirigenti generali al
dipartimento ambiente, tutti distintisi per annunci e dichiarazioni di intenti
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rimasti puntualmente disattesi;


- i risultati riguardo alle Aree a rischio, alla tutela della qualit dellaria ed
alla salvaguardia della salute delle popolazioni esposte sono al cospetto di tutti
e si sintetizzano oggi in 2 ex Presidenti della Regione (Cuffaro e Lombardo) e 4
ex assessori dellARTA (Cascio, Interlandi, Sorbello e Di Mauro) sotto processo
per omessi interventi antismog, nel Piano della qualit dellaria copiato,
inattuabile e pur tuttavia non revocato, nel sistema dei controlli e, in generale
del sistema ARPA, ultra-deficitario (a fronte di finanziamenti POR 2000-2006 di
36.307.052 e POR FERS 2007-2013 di 35.000.000), il
tutto nell'incredibile scenario che la tutela dall'inquinamento atmosferico non
ha mai figurato n continua a figurare tra gli obiettivi strategici dellARTA (!!!).
le Organizzazioni ed i Comitati scriventi, per i motivi su esposti e con lurgente
priorit che la situazione necessita, chiedono al Sig. Assessore di fissare un
incontro nei prossimi giorni (prima della met di agosto), riservandosi fin dora
di intraprendere ogni ulteriore passo presso le Autorit competenti perch si
accertino una buona volta responsabilit e responsabili riguardo a mancati
interventi, inerzie, lassismi, spreco di risorse economiche e quant'altro ai
danni dellambiente e della salute della gente, con particolare riferimento ai
Piani di risanamento fasulli ed alle Aree dichiarate ad elevato rischio
ambientale.

IL POPOLO INQUINATO NON PIANGE, MA LOTTA WE SHALL OVERCOME

A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE


http://isoladellefemminepulita.blogspot.it/2015/06/alcamo-e-arrivato-ilcommissario-arnone.html

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