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per far fallire un grande numero di Comuni siciliani? E non forse vero che, una
volta falliti i Comuni, anche le nove Province dellIsola faranno la stessa fine? Di
fatto, si sta profilando uno scenario inedito: una Regione in default, i Comuni e
le Province della stessa Regione in default. Tutto voluto da Roma, da un governo
nazionale - il governo Renzi - espressione piena della volont tedesca. Tutto
pronto per i saldi di fine stagione
Ma prima di addentrarci nei numeri di Regione, Comuni e Province torniamo a
Palazzo Reale. Strano per quanto possa sembrare, piaccia o no, certi restauri, nel
Palazzo Reale di Palermo, sono stati fatti in accordo ai desideri dei tedeschi (e in
parte anche con i soldi tedeschi). Piaccia o no, ma nella piazza del Parlamento,
come gi accennato, non si parcheggia pi. E piaccia o no, di qualche giorno fa
lannuncio del presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, di una
nuova pavimentazione della stessa piazza del Parlamento. Eliminando lasfalto.
Proprio come sarebbe stato auspicato, gi da tempo, dalla leggenda
metropolitana che vede i tedeschi come protagonisti di vicende siciliane...
Il Palazzo Reale agli eredi di Federico Barbarossa - oggi frutto di una leggenda
metropolitana - si incrocia con fatti che leggende metropolitane non lo sono
affatto. Parliamo di vicende che prendono lavvio ad Agrigento e ad Enna nella
seconda met degli anni 80, quando era gi programmata la caduta del Muro di
Berlino, Tangentopoli e la trappola della moneta unica europea. Linteresse dei
tedeschi per la Sicilia risale a quegli anni. E allora che i teutonici decidono che la
Kainite custodita nel sottosuolo siciliano (nelle miniere dellAgrigentino e
dellEnnese: per esempio, a Pasquasia) non dovr essere sfruttata per non creare
problemi alle industrie tedesche che operano nel mercato dei fertilizzanti. E cos
sar.
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Unaltra storia strana va in scena a Torre Salsa, una Riserva naturale costiera,
sempre in provincia di Agrigento, che si distende lungo il litorale che corre tra
Siciliana marina ed Eraclea Minoa. Torre Salsa - gestita dal WWF - una Riserva
naturale particolare. Che insiste, per il 90 per cento della superficie (quasi 800
ettari), su fondi privati. Coltivati a vigneti e ulivi. Una Riserva che piace molto ai
tedeschi.
Ebbene, da qualche anno sembra che gli agricoltori che operano dentro la
Riserva naturale di Torre Salsa siano oggetto di interessi strani e insistenti.
Sembra che incontrino difficolt nellesercitare lattivit agricola. E sembra che
non manchino i personaggi disposti ad acquistare i loro terreni. E sono in tanti,
oggi, a chiedersi: ma chi ha interesse ad acquistare i terreni che insistono in una
Riserva naturale? Per fare che cosa, poi?
Torre Salsa, ovviamente, una digressione. O quasi. Il tema resta la Sicilia. E la
sua disastrosa situazione finanziaria provocata da Roma. E, forse, sotto questa
luce che va vista lazione portata avanti nellultimo anno dal governo nazionale di
Matteo Renzi nellIsola? Una domanda che chiama altre domande: ci sono dubbi
sul fatto che Renzi sia schierato con la Germania della signora Angela Merkel? e
ci sono dubbi sul fatto che Roma stia facendo il possibile - e forse anche
limpossibile - per far fallire la Regione siciliana? Certo, i giornali nazionali non
scrivono che lo Stato, nellultimo anno, ha scippato alla Regione quasi 10
miliardi di euro. E nemmeno i Tg trattano tale argomento. Anzi, le informazioni
sulla Regione siciliana che passano, a livello nazionale - complici anche forze
politiche come la Lega - sono altre (come potete leggere qui). Ma i numeri sono
numeri e la realt non si pu alterare.
Gli esponenti di Sicilia Nazione, in una conferenza stampa andata in scena due
giorni fa, hanno detto che il governo nazionale vuole fare fallire la Sicilia entro il
2017, scaricando la responsabilit sullAutonomia speciale della Sicilia. In realt,
la Regione siciliana non potr mai arrivare al 2017. Al Bilancio 2015, infatti, sono
venuti meno da 600 a 700 milioni di euro di fondi ex Fas. Soldi che lo Stato,
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sulla carta, stanzia per le regioni meridionali, ma che ogni anno vengono
sistematicamente dirottati, tutti o in buona parte, alle Regioni del Centro Nord,
come sta avvenendo, proprio questanno, con 5 miliardi di euro di fondi Pac:
risorse finanziarie del Mezzogiorno finite, nel 90 per cento dei casi, a titolo di
sgravi fiscali, alle imprese del Centro Nord del Paese.
Non solo. C anche da coprire il buco di un miliardo e mezzo di euro 2014.
Insomma, la Regione siciliana
Palazzo Reale
dello sfascio della Regione per provare, magari, a far dimenticare a 5 milioni di
siciliani che loro governano la Sicilia dal 2008.
Si racconta che sullaccelerazione della crisi in Sicilia, per rimandare Crocetta a
Gela, era daccordo anche Renzi. Ma, a un certo punto, arrivato lalt. Da parte
di chi? Non si capisce. Si sa solo che, a un certo punto, da Roma arrivato
lordine di mettere una pezza e andare avanti con il governo Crocetta. Da qui la
designazione del capogruppo del PD al Parlamento siciliano, Baldo Gucciardi,
allassessorato alla Salute al posto della Borsellino. E di Antonello Cracolici a
capogruppo.
Insomma, si andr avanti fino a dicembre. O forse fino ai primi mesi del
prossimo anno. Ma chiaro che con un buco finanziario di 2 miliardi di euro
non si potr fare il Bilancio regionale 2016. Anche perch Renzi ha pronto il
solito accantonamento da un miliardo di euro da prelevare dalle entrate
regionali. In queste condizioni - con 3 miliardi di euro che mancano allappello la fine anticipata della legislatura del Parlamento siciliano assicurata. Ma
prima di far fallire la Sicilia - e questo potrebbe spiegare il rinvio di sei o sette
mesi della dichiarazione ufficiale di default della Regione siciliana - bisogna fare
fallire i Comuni siciliani. Se non tutti, almeno la maggioranza. A partire dai pi
importanti. Fantapolitica? Non esattamente.
Nella primavera scorsa, in occasione dellapprovazione della legge di stabilit
regionale (leggere Bilancio e Finanziaria regionale 2015), era stato stabilito che
nei Comuni siciliani il Decreto legislativo n. 118 del 2011 e il Decreto del
Ministero
dellEconomia
del
aprile
di
questanno
(agevolazioni
come hanno certificato (e scritto!) i revisori dei conti a commento del bilancio
consuntivo 2014, il Comune di Palermo nasconde i numeri reali - cioi i 'buchi'
finanziari - delle proprie societ collegate (come potete leggere qui).
Con lapplicazione del Decreto legislativo n. 118 tutti i Comuni siciliani dovranno
rendere noti i veri numeri delle proprie societ collegate. E inserirli nel bilancio
2015. E questo gi di per s potrebbe avere effetti devastanti su un gran numero
di Comuni dellIsola. Ma c di pi. Sempre semplificando al massimo, tutti i
Comuni, entro la fine di questo mese dovranno accertare i residui attivi e passivi
e fare pulizia. Il problema - serio - si porr per i residui attivi, cio per somme
che i Comuni hanno messo fra le entrate pur sapendo che si tratta di entrate
fantasiose o fittizie.
Con lapplicazione del Decreto 118, ogni Comune dovr individuare queste
entrate fantasiose o fittizie ed eliminarle dal proprio bilancio. Ovviamente non
potr farlo tutto in un colpo. Nel senso che non potr anticipare con soldi
'freschi' i residui attivi che toglier dal bilancio. La legge consente il ricorso a un
piano di ammortamento trentennale. Ma, nonostante lammortamento, la botta
sar terribile, perch, a partire dal 2016, verranno a mancare entrate che, bene o
male, facevano gioco e consentivano lapprovazione di bilanci in parte fittizi, ma
a norma di legge. Adesso, per molti Comuni siciliani si potrebbe profilare uno
scenario greco: tagli tutti e subito: perch in assenza di entrate, piaccia o no,
bisogner ridurre drasticamente le spese.
Non osiamo immaginare cosa potrebbe succedere, per esempio, a Palermo, a
Catania e a Messina. Fino ad oggi i tre sindaci di queste citt - Leoluca Orlando,
Enzo Bianco e Renato Accorinti - sono stati bravi, anzi bravissimi a tenere in
piedi i rispettivi Comuni. Ma con lapplicazione del Decreto 118 lo scenario
potrebbe diventare ingestibile.
Il ciclone 118, con molta probabilit, travolger anche le nove Province siciliane.
Fino a dieci giorni fa il Parlamento siciliano avrebbe dovuto completare la
riforma di questi enti intermedi. Dando vita ai nove Consorzi di Comuni e alle
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http://trapani.gds.it/2015/06/21/alcamo-e-arrivato-il-commissarioarnone_372883/
ABUSO D'UFFICIO, CHIESTO GIUDIZIO PER 5 DIRIGENTI REGIONALI
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PALERMO - Cinque dirigenti della Regione siciliana sono accusati dalla Procura
di Palermo di abuso d'ufficio. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per gli attuali
dirigenti generali Giovanni Arnone (Azienda foreste), Vincenzo Sansone
(dipartimento Territorio), Sergio Gelardi (Beni culturali), per l'ex dirigente
generale Pietro Tolomeo e per l'attuale dirigente del servizio personale del
Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco. L'indagine riguarda il 'caso'
Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione che sei anni fa fu messo alle porte
dall'assessorato all'Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una
commissione composta da Arnone, Sansone e Maniscalco; all'epoca Tolomeo
era a capo del dipartimento. Ne scatur una battaglia legale; Genchi ha sempre
sostenuto di essere stato perseguitato perch ritenuto scomodo avendo
assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i
termovalorizzatori. Due anni fa il dirigente, sostenuto dalla Cgil, ha ottenuto la
riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro;
nonostante ci rimasto ai margini dell'amministrazione. Adesso la questione
si sposta sul piano penale. Il gip decider sulla richiesta del pm a fine
novembre di quest'anno
http://www.lasiciliaweb.it/articolo/99403/sicilia/abuso-dufficio-chiesto-rinvioa-giudizio-per-cinque-dirigenti-della-regione
ARNONE GIOVANNI REVOCA INCARICO GULLO BOLOGNA CORSELLO
MONTEROSSO LUPO GIAMMANCO GELARDI FEBBRAIO 2013 DELIBERA DI
GIUNTA 49
CONDANNATI E RINVIATI A GIUDIZIO, I BUROCRATI CHE IMBARAZZANO
CROCETTA
Almeno una decina i dirigenti con pendenze giudiziarie che siedono nei posti di
comando. Chi sono e di cosa sono accusati
di EMANUELE LAURIA e SARA SCARAFIA
Dicono che Patrizia Monterosso sia abbattuta e sconfortata. Qualcuno sussurra
che avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di dimettersi. Di certo il
day after del segretario generale di Palazzo d'Orleans, il capo della burocrazia
regionale, stato amaro dopo la condanna (in primo grado) della Corte dei
conti che due giorni fa le ha intimato di rimborsare quasi 1,3 milioni. Soldi che
la Monterosso - quando era dirigente della Formazione professionale avrebbe dato a enti che non ne avevano diritto. Ora alcuni alleati di peso di
Crocetta, pur riconoscendo la professionalit della Monterosso, si interrogano
sull'opportunit di una conferma della dirigente in quel ruolo. E si chiedono chiedono al governatore - se invece la sua presenza non indebolisca la lotta
agli sprechi proprio nel settore della formazione. Crocetta, sinora, ha difeso a
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Maltauro, e la Silva, poi fallita , dopo avere subito dal committente pubblico
la rescissione del contratto per inadempienza, riottennero nel 2009
laffidamento degli stessi lavori per trattativa privata, con ribassi molto inferiori
ai precedenti e quindi con maggiori utili.
Una norma nazionale recepita dalla Regione consentirebbe di adottare questo
tipo di procedura, purch i lavori siano per concessi allo stesso prezzo del
contratto rescisso: condizione che non ricorre nel caso di Riposto. Caso
analogo, lappalto del porto di Acitrezza: prima aggiudicato alla Silva, poi
rescisso e in seguito riaggiudicato in modo privato. Non sappiamo quanti e
quali opere siano state appaltate con identiche modalit. Sappiamo solo che le
due gare in questione sono state gestite da uno stesso ufficio del dipartimento
Infrastrutture diretto da Giovanni Arnone.
Insomma, dopo linterrogatorio di Enrico Maltauro, linchiesta della Procura di
Catania potrebbe espandersi a macchia dolio e finire per coinvolgere la
Procura di Palermo, dove peraltro la questione di Acitrezza e di Riposto fu
sollevata qualche anno fa da uno zelante dirigente regionale, dal cui esposto
era scaturita unindagine poi archiviata.
da http://www.ilsole24ore.com
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come si ricorder rimosso dallincarico per non aver, tra laltro, concesso la
realizzazione di un mega inceneritore (500 mila tonnellate) che doveva sorgere
a Punta Cugno dentro lo stabilimento Enel Augusta, accanto ad altri 4 grandi
impianti di combustione, Gespi, Oikothen, Buzzi, Unicem, ma nella assenza
totale di un piano complessivo di risanamento ambientale, nonostante che nel
1995 fossero stati predisposti i piani per le aree a rischio di Siracusa e Gela ed
il Ministero dellAmbiente avesse stanziato per essi 100 e 40 miliardi di lire, il
cui utilizzo rimane ancora materia oscura.
Analoga la situazione per la terza area della regione dichiarata a rischio nel
2002 che comprende i 6 comuni del Comprensorio del Mela. In questo caso
il piano di risanamento non mai stato redatto ed i 7.500.000 euro stanziati
dallARTA per il piano e gli interventi formano anchessi materia oscura.
Nel 2007, invece, lARTA approva con un decreto assessoriale un
c.d. piano regionale di risanamento ambientale dell'aria, che alla prova dei fatti
risulta il frutto di un copia incolla dellomologo della regione Veneto (peraltro
gi
bocciato dalla Commissione Europea) e di numerosi altri documenti. Si apre un
putiferio mediatico, partono le inchieste, ma il piano ancora, incredibile ma
vero, sul sito web dellARTA, nonostante le numerose audizioni e processi in
atto, che confermano l'irresponsabilit dei soggetti controllori.
Su questa vicenda il deputato all'Ars (M5S) Stefano Zito presenta 2
interrogazioni parlamentari e in un tavolo prefettizio dichiara che nel
quadrilatero siracusano oltre ad non esserci i dovuti controlli negli impianti,
carenti e poco attendibili sono le centraline sulla qualit dell'aria, considerato
che su 365 giorni lanno funzionano forse per la met..
Si evidenzia anche il grande conflitto di interessi che esiste tra ASP-industrie e
comuni del quadrilatero industriale siracusano. Nel senso che non solo manca
una normativa ad hoc riguardante l'inquinamento industriale dell'aria che si
respira, ma i comuni consentono ancora all'industria, attraverso il Cipa
(Consorzio per la protezione Ambiente degli industriali), di stare all'interno di
una rete di rilevamento pubblica attraverso un protocollo di intesa istituito nel
2005 per contrastare tale inquinamento.
Ci chiediamo: normale che chi deve essere controllato diventi controllore di
se stesso?
E normale che l'industria attraverso il Cipa, il cui presidente anche il
coordinatore del registro tumori della Sicilia orientale, debba controllare la
qualit dell'aria delle centraline della provincia alla stessa stregua di una Arpa,
che lorgano di controllo istituzionale? Ma allora per questo motivo che l'Asp
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equivale ad una soglia bassa di benzene di 0,26mg/m3 (Crum & Allen 1984;
Paxton et al. 1994) .
La conferma che esiste un nesso tra cancro e inquinamento industriale stato
il tema della relazione del prof. Burgio dellECERI.
Queste sostanze, a Priolo, tra laltro, sono presenti contemporaneamente nelle
stesse ore del giorno ad altri composti tossici e odorigeni, quali lidrogeno
solforato e talune classi di idrocarburi non metanici. Stessa situazione si
riscontra ad Augusta, Melilli e Belvedere.
Dalla correlazione dei dati monitorati in ciascuna di queste stazioni viene fuori
che all'aumentare dell'H2S aumentano in modo esponenziale anche gli
idrocarburi non metanici, mentre, a Melilli, a differenza di Priolo, all'aumentare
del benzene aumenta in modo esponenziale l'H2S.
Tali dati vengono confermati in maniera ancora pi incisiva dal direttore
dell'Arpa Siracusa dott. Gaetano Valastro, il quale, da relatore anch'egli al
convegno, ha anche lamentato che ogni anno alla struttura vengono diminuite
sempre pi risorse umane e finanziarie.
Sar un caso?
Ci chiediamo: voluto da chi?
Perch la regione siciliana non intervenuta negli anni sugli aspetti gestionali
dellARPA?
Perch lARTA non ha esercitato, come dovuto, la vigilanza sulloperato
dellARPA, sulla deriva dei controlli ambientali, ecc. , che via via ne hanno
depotenziato le gi limitate attivit a tutto vantaggio dei controllati?
In un documento Arpa (vedi allegato) pervenuto allAssemblea Regionale
Siciliana su richiesta dellon. Angela Foti della IV Commissione Ambiente
emerge che il benzene nelle stazioni industriali siracusane supera quasi sempre
il limite annuale che 5 ug/m3 (decreto 155/2010).
Se cos , allora come si spiega che il prof. Sciacca presidente Cipa e del
registro tumori di mezza Sicilia possa affermare che laria della zona industriale
di Priolo, Melilli e Augusta OK?
Che le polveri sottili derivano dal deserto e che tumori derivano dai metalli
pesanti dellEtna?
Non vi sembrano queste affermazioni offensive per il POPOLO INQUINATO?
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Ad Augusta Don Palmiro Prisutto ogni 28 del mese celebra una messa funebre
ricordando quanti giovani e bambini muoiono per cancro. Don Palmiro sta
dimostrando che ogni 2 decessi uno morto per cancro.
Due giorni dopo allIsab impianti Nord muore un operaio di Priolo per aver
respirato in maniera off limits dell'acido solfidrico probabilmente ad una
concentrazione oltre 500 ppm, proveniente da un guasto dell'impianto da cui
veniva prodotto questo gas dallazione tossica simile allacido cianidrico. E se
per un verso levento luttuoso ripropone ancora una volta in maniera
drammatica il problema della sicurezza degli impianti ad alto rischio di incidenti
rilevanti, per altro verso va considerato che le concentrazioni misurate a Melilli,
Priolo e Belvedere dellacido solfidrico vanno oltre 70 ugNm3 e cio oltre la
soglia odorigena fissata dall'OMS che e' 7ug/Nm3. Un ulteriore conferma alla
richiesta che detto inquinante, normato in fase emissiva, debba trovare
altrettanti limiti normativi, in atto mancanti, anche a livello di aria ambiente.
Ci chiediamo a cosa servono i controlli alle emissioni, ammesso che siano
sufficientemente adeguati, se le multinazionali titolari degli impianti se ne
infischiano di sistemare i loro impianti nel rispetto delladozione delle migliori
tecnologie disponibili e la fanno sempre franca anche quando ci scappa il
morto?
A seguito di questo incidente il 26 maggio 2013 la IV Commissione Ambiente
della regione siciliana si riunisce ad un tavolo tecnico al comune di Melilli e,
acquisito lo stato dell'arte sulla cattiva qualit dell'aria del quadrilatero
industriale, il presidente Trizzino e il deputato Zito fanno notare ai presenti
(industrie, deputati regionali, Arpa, Asp, Sindacati, Sindaci) che evidente che
c' stato uno spreco di denaro pubblico dagli anni 90 ad oggi e che un
intervento di risanamento e/o di bonifica non stato mai fatto. Gli stessi dopo
qualche giorno sporgono denuncia, specificando che nel territorio di Siracusa
sono spariti in totale 100 miliardi delle vecchie lire del piano di risanamento
mai attuato in questarea cos come i 40 miliardi per larea di Gela, ricordando
anche le mancate bonifiche per le quali nel 2005 vennero stanziati 770 milioni
di euro dallallora ministro dellambiente Prestigiacomo Si ricorder, infatti, che
laccordo di programma prevedeva anche la riconversione e riqualificazione
degli impianti, le bonifiche sia per i fondali al mercurio della rada di Augusta
che per i suoli e i pozzi al benzene di Priolo, oltre che la previsione di dare
respiro pure al Porto Grande di Siracusa e complessivamente allintera area
industriale. Purtroppo apprendiamo dai tavoli tecnici prefettizi che
quell'accordo di programma non and avanti perch solo Isab partecip alla
transazione con ben 30 milioni di euro. In un siffatto scenario dove il principio
del chi inquina paga platealmente violato gli unici a pagare, con la vita
per, sono i residenti e gli operai che lavorano negli stabilimenti industriali.
Tutto ci pure scritto nellAtlante regionale sanitario e gli studi epidemiologici
di recente pubblicazione su Sentieri ne confermano la veridicit.
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