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Parte seconda
Argomenti:
Capitolo I - Cenni di fisica del terreno agrario
Capitolo II - Gli organi di sostegno e di locomozione
Capitolo III - Cenni sulle reazioni fra gli organi di sostegno e di locomozione ed il terreno agrario
Capitolo IV - La Trattrice
INDICE
CAPITOLO I............................................................................................................................................3
CENNI DI FISICA DEL TERRENO AGRARIO................................................................................3
Il terreno e le sue caratteristiche.............................................................................................................3
Proprietà fisiche del terreno agrario.......................................................................................................5
Resistenza alle lavorazioni.....................................................................................................................6
CAPITOLO II..........................................................................................................................................8
GLI ORGANI DI SOSTEGNO E DI LOCOMOZIONE.....................................................................8
Generalità...............................................................................................................................................8
Pneumatici..............................................................................................................................................8
Cingoli..................................................................................................................................................10
Innovazioni e dispositivi speciali.........................................................................................................12
Due considerazioni finali.....................................................................................................................13
CAPITOLO III.......................................................................................................................................14
Cenni sulle reazioni fra gli organi di sostegno e di locomozione ed il terreno agrario....................14
Aderenza e sforzo di trazione...............................................................................................................14
Rotolamento sul terreno agrario...........................................................................................................15
Organi di locomozione e compattazione del terreno............................................................................16
Relazione fra pressione di gonfiaggio - tipo di pneumatico – pressione sul terreno...........................17
CAPITOLO IV.......................................................................................................................................19
LA TRATTRICE...................................................................................................................................19
Definizione di trattrice.........................................................................................................................19
Potenza di una trattrice e forme di utilizzazione..................................................................................19
Parti costituenti della trattrice..............................................................................................................20
I motori in dotazione............................................................................................................................20
Dispositivi per la trasmissione della potenza.......................................................................................21
CLASSIFICAZIONE DELLE TRATTRICI......................................................................................22
Per organi di locomozione...................................................................................................................22
Per classe di potenza............................................................................................................................22
Per ambiente di destinazione................................................................................................................22
Trattrici speciali...................................................................................................................................23
Per tipo di propulsore...........................................................................................................................23
Dispositivi per l’applicazione delle operatrici alla trattrice.................................................................23
Modalità di utilizzazione del sollevatore idraulico..............................................................................24
Dispositivi di azionamento...................................................................................................................25
Parametri dimensionali del trattore:.....................................................................................................25
Rischi connessi all’impiego di una trattrice.........................................................................................26
Rischi delle motrici speciali.................................................................................................................27
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Capitolo I – Cenni di fisica del terreno agrario
CAPITOLO I
Raccomandazione: si invita a utilizzare la presente nota tenendo per riferimento gli appunti delle lezioni del
Corso di Agronomia
Sommario
1 Il terreno e le sue caratteristiche
2 Proprietà fisiche del terreno
3 Resistenza alla lavorazione
***
In base alla percentuale con cui sono rappresentate le diverse componenti solide si perviene alla
seguente classificazione dei terreni:
- tipo sciolto, con una percentuale di sabbia maggiore del 50% e limitata presenza d'argilla; si
tratta di terreni poco deformabili, incoerenti e molto permeabili.
- medio impasto, con argilla presente in percentuale tra il 10 e il 20% e sabbia inferiore al 50%;
sono terreni mediamente permeabili e soggetti a deformazioni; la loro risposta alle sollecitazioni
meccaniche è sensibilmente influenzata dalla percentuale di acqua in essi contenuta.
- tipo tenace: terreni fortemente deformabili per l'elevata presenza di argilla (> del 20%) e la
ridotta percentuale di sabbia (< del 30%).
Con il termine “struttura” si intende la disposizione spaziale reciproca dei granuli che costituiscono il
terreno. Essa può essere definita grumosa oppure glomerulare quando le particelle si aggregano in
grumi o glomeruli. In queste circostanze, alla microporosità fra le particelle si aggiunge la
macroporosità fra i grumi. Appare evidente quanto questa condizione sia importante, spesso addirittura
indispensabile, per lo sviluppo delle piante nei terreni ove prevalgono limi ed argille.
A questo punto è necessario definire la porosità di un terreno, che corrisponde al rapporto fra il volume
degli spazi dei vani, o pori, compresi fra i glomeruli e il volume totale (volume apparente) del
campione di terreno considerato. Essa è una caratteristica del terreno estremamente importante, in
quanto i pori vengono occupati dall'acqua o dall'aria, elementi indispensabili alla vita delle radici.
Inoltre, ai fini della crescita delle piante è assolutamente necessario che aria e acqua siano presenti in
proporzioni equilibrate e, in particolare, la prima non dovrebbe occupare mai meno del 15-20% dei
pori.
Ancor più del valore assoluto della porosità hanno grande importanza la forma, la dimensione e la
distribuzione dei pori. Si definisce microporosità il volume complessivo dei pori aventi dimensioni
talmente piccole che la tensione capillare supera la gravità. Nei micropori l'acqua si trattiene anche a
lungo e perciò la microporosità corrisponde alla capacità del terreno di trattenere l'acqua. La
macroporosità invece, comprende quei pori le cui dimensioni sono talmente grandi che l'acqua percola
negli strati inferiori per effetto della forza di gravità. Essa corrisponde alla capacità del terreno di
contenere aria.
Come detto, di notevolissima rilevanza è il giusto equilibrio fra micro e macroporosità, che in
condizioni ottimali dovrebbero ciascuna attestarsi intorno al 50% della porosità totale.
Poiché le dimensioni dei pori sono correlate con quelle dei granuli che costituiscono il terreno, in quelli
ad elevato tenore di argille o colloidi prevale la microporosità
L'eccesso di microporosità è temibile in quanto provoca l'addensamento della massa del terreno, la
difficoltà di scambiare calore, il deterioramento delle condizioni igieniche e nutritive e, in definitiva,
conduce alla morte le piante coltivate.
Questa situazione è tipica dei terreni compattati, ove la compattazione, come accennato, viene
principalmente determinata, nelle coltivazioni arboree, dall'azione degli organi di locomozione e di
sostegno delle macchine motrici ed operatrici adibite agli interventi colturali.
Il terreno è astrutturato quando le particelle sono praticamente indipendenti fra loro. Questo è il caso
dei terreni sabbiosi, composti da particelle piuttosto grossolane, e di quelli limosi ed argillosi nei quali
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Capitolo I – Cenni di fisica del terreno agrario
le particelle abbiano assunto la posizione di massimo assestamento per cui gli spazi dei vani sono tutti
sotto forma di microporosità (caso di massima compattazione del terreno).
La coesione interviene, insieme all'attrito interno derivante dalla resistenza offerta dalle particelle a
scorrere l'una sull'altra, a contrastare le sollecitazioni di pressione e taglio che generalmente interessano
il terreno durante le lavorazioni.
Durante l’azione di lavoro delle macchine sul terreno agrario si verifica un fenomeno di scorrimento da
parte del corpo che avanza dovuto sia all'adesione (e dunque all'attrito interno), sia all'attrito esterno.
Da prove effettuate per determinare il coefficiente globale di scorrimento “s” è stato ricavato il grafico
della figura 2.
Nell'intervallo compreso tra il punto 0 di umidità e il punto LPI, si ha solo attrito esterno, dovuto alla
coesione, perché ancora non si verifica alcuna adesione e, perciò, “s” si mantiene costante.
Tra il punto LPI e quello LPS si manifesta anche l'adesione ed “s” aumenta fino ad un valore massimo,
per poi diminuire in quanto dal LPS l'acqua libera del terreno funge da lubrificante.
Sovrapponendo i grafici delle figure 1 e 2 e individuando la condizione di tempera del terreno, ottimale
per svolgere le lavorazioni (fig. 3); possiamo vedere che essa è contraddistinta da un tenore di umidità
tale da rendere minima la somma delle resistenze dovute all'adesione, alla coesione e agli attriti.
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
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Capitolo II – Gli organi di sostegno e di locomozione
CAPITOLO II
Sommario
Generalità
Pneumatici
Cingoli
Alcune innovazioni
Due considerazioni finali
***
Generalità
Gli organi di sostegno (detti anche portanti) di una macchina hanno il compito di sostenerne il telaio
sul terreno. Gli o. di s. propriamente detti debbono il loro movimento (in genere si tratta di una
rotazione) soltanto all'effetto della resistenza di attrito che si sviluppa tra la loro superficie ed il terreno
durante il movimento sul terreno stesso.
Il movimento delle macchine sul terreno agrario avviene mediante gli organi di locomozione (da taluni
chiamati o. di propulsione, da altri o. di avanzamento), i quali, oltre a sostenere anch'essi il telaio della
macchina, ruotano per effetto del momento motore derivato dal propulsore attraverso la trasmissione.
Come vedremo, l'avanzamento di un veicolo avviene grazie all'aderenza che si sviluppa fra organi di
locomozione ed il terreno.
Altresì, si sottolineerà che, nelle condizioni reali di campo, si riscontra sempre un certo scorrimento fra
gli questi organi ed il suolo (slittamento), e che il massimo sforzo di trazione viene erogato quando tale
scorrimento raggiunge alcuni punti percentuali. Gli o. di l. comunemente impiegati nelle macchine
agricole sono i cingoli e le ruote di ferro o, ormai quasi sempre, pneumatiche (pneumatici). La natura e
le condizioni sia del terreno che dell'organo di locomozione determinano il coefficiente di aderenza;
perciò, su di esse bisogna incentrare l'attenzione per incrementare l'aderenza stessa e, in ultima analisi,
lo sforzo di trazione, che in una macchina motrice (come la trattrice) è uguale all'aderenza stessa.
Il tutto in un'ottica di conservazione e tutela del terreno stesso, dato che il transito delle macchine è una
delle cause di degrado delle caratteristiche agronomiche del terreno agrario.
Pneumatici
Si può dire che i pneumatici possono essere di due categorie: convenzionali o radiali (fig. 1). Quelli
detti convenzionali sono costituiti da tele incrociate fra loro e sovrapposte, le quali, durante il
rotolamento della ruota, subiscono elevate tensioni con conseguente assorbimento di energia.
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Capitolo II – Gli organi di sostegno e di locomozione
Invece, nei pneumatici radiali, che costituiscono la norma ormai da anni, la carcassa è costituita da
funi disposte radialmente ed il battistrada è stabilizzato da tele di armatura: di conseguenza, il fianco è
molto flessibile mentre il battistrada è piuttosto rigido.
Questa caratteristica (fianchi flessibili) comporta una maggiore area della superficie di impronta a
parità di carico verticale applicato all’asse dello pneumatico, con vantaggi agronomici che meglio si
vedranno appresso.
Altri pneumatici, chiamati con termine anglosassone terra – tyres necessitano di pressioni di
gonfiaggio ancora più basse rispetto a quelli radiali, con vantaggi ancora maggiori; tuttavia, essi sono
poco utilizzati a causa dell’elevato costo di acquisto.
Nella figura 2 è presentata la sezione verticale di uno pneumatico posto in posizione di lavoro e sono
riportate le definizioni delle parti che lo compongono e delle misure che lo rappresentano.
Nel caso di ruote motrici, lo pneumatico ha generalmente sia il diametro esterno che la corda di misure
maggiori rispetto a quelli delle ruote non motrici. La pressione di gonfiaggio è mediamente compresa
fra 60 e 250 kPa (0,6 e 2,5 bar); inoltre, esso presenta costolature a spina di pesce (fig. 3) al fine di
aumentare il coefficiente di aderenza migliorando l'aggrappamento.
Ruote tipicamente di sostegno (non motrici) e direttrici sono di solito quelle anteriori e impiegano
pneumatici con battistrada caratterizzato da piccoli rilievi oppure da costolature longitudinali, in modo
da facilitare il mantenimento della direzione di marcia (fig. 4). Come sopra detto, queste ruote sono più
piccole rispetto a quelle motrici e perciò la pressione di gonfiaggio deve essere maggiore ed
indicativamente compresa tra 200 e 400 kPa (2 e 4 bar). Conseguentemente, questi pneumatici causano
notevoli problemi di compattazione del terreno (v. Reazioni fra Organi di Locomozione e Terreno).
Nella figura 4 si possono osservare le deformazioni del battistrada dovute alle pressioni di gonfiaggio.
Nel caso di pressione corretta il battistrada sarà usurato in maniera uniforme, oppure solo su una
striscia centrale nel caso di sovra-gonfiaggio. Viceversa, in caso di sotto-gonfiaggio, la striscia centrale,
non toccando il suolo, apparirà meglio conservata.
Per svolgere in maniera affidabile le sue funzioni un pneumatico deve essere scelto correttamente. A tal
fine, sui fianchi delle coperture sono stampigliate sigle e cifre che ne definiscono, secondo codici
internazionali, le caratteristiche essenziali: dimensionali, di costruzione, di servizio e di impiego. Nella
figura 5 è riportato un esempio di marcatura di un pneumatico.
La vita media di uno pneumatico si aggira sulle 4000 - 5000 ore.
Fig. 3 Fig. 4
Cingoli
Un sistema cingolato è composto da un carrello portacingolo e dal cingolo. Il primo comprende la
ruota motrice, la ruota di rinvio o tendicingolo, i rulli portanti, i rulli di sostegno e il telaio che collega
tutti questi elementi.
Il cingolo di comune impiego sulle macchine motrici industriali ed agricole, è costituito da una catena
metallica articolata (catenaria) tra le cui maglie, internamente, si inseriscono i denti di una ruota
motrice, ubicata di norma nella parte posteriore del veicolo. Si tratta di catene tipo "Galle" (fig. 5),
costituite perciò da piastre articolate su perni, adatte per trasmissioni a basse velocità e forti resistenze
ai carichi. Gli elementi che nel loro insieme costituiscono un cingolo sono evidenziati nella figura.
Anteriormente è collocata la ruota "tendicingolo", la cui funzione è quella di guidare il cingolo
mantenendolo alla tensione giusta. I rulli portanti sono posti inferiormente e la loro funzione è quella di
scaricare sul cingolo nel modo più uniforme possibile il peso della macchina. I rulli di sostegno sono
invece situati nella parte superiore e supportano il cingolo, e sono molto utili in quanto rallentano i
processi di usura della catenaria.
Le maglie d'acciaio stampato che comunemente costituiscono il cingolo presentano nella parte esterna
un pattino o suola, in profilato d'acciaio, con una costola d'aderenza. Il sistema di locomozione
cingolato permette di ottenere una totale aderenza al terreno e una distribuzione del peso della
macchina notevolmente uniforme. Poiché quest'ultimo viene ripartito sull'ampia superficie del cingolo,
la pressione sul terreno è in genere modesta, aggirandosi mediamente fra 30 e 50 kPa (0,3 e 0,5 bar), e
perciò di gran lunga inferiore a quella esercitata dalle ruote.
In prima approssimazione, si può dire che, per imprimere la medesima orma di un cingolo, uno
pneumatico dovrebbe avere un raggio medio di rotolamento non inferiore alla distanza fra l'asse
anteriore e quello posteriore dei rocchetti del cingolo stesso. Perciò, il pneumatico equivalente ad un
cingolo il cui passo è di 1,5 m dovrebbe avere un diametro di 3 metri!
La larga diffusione dei cingoli quali organi di locomozione dei veicoli industriali ed agricoli resta
legata ad una serie di caratteristiche funzionali ed operative che queste macchine devono avere. Le più
importanti sono:
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Capitolo II – Gli organi di sostegno e di locomozione
Fig. 5 – I cingoli consistono in catene articolate senza fine che si svolgono sul terreno: 1 – ruota
motrice; 2 – ruota tendicingolo; 3 – rulli di sostegno; 4 – rulli portanti.
Per ovviare ad alcuni degli inconvenienti presentati dalle cingolature metalliche tradizionali sono
sempre più diffusi i cingoli in gomma. La macchina realizzata è la modifica di un trattore cingolato
standard mediante la sostituzione dei carrelli con altri appositamente studiati. In questi, le ruote motrici
sono state rimpiazzate da ruote cilindriche con pista d'appoggio in poliuretano; le ruote tendicingolo
anteriori di alcuni modelli possono non avere la periferia tangente al suolo ma, grazie alla nuova
localizzazione, formano un invito per il superamento degli ostacoli; talvolta il motore si evidenzia in un
caratteristico sbalzo in avanti. Le potenze riguardano l’alta fascia (sino a 270 kW) che la medio-bassa
(50 kW); le pressioni a terra di alcuni modelli sono veramente ridotte: 29 kPa (0,29 bar). Anche se le
prestazioni, come trazione, sono ritenute superiori a quelle di trattrici a 4 ruote motrici di pari potenza,
la diffusione dei cingoli in gomma è ostacolata dagli elevati prezzi di vendita.
CAPITOLO III
Sommario
Aderenza e sforzo di trazione
Rotolamento sul terreno agrario
Pressione sul terreno agrario e compattazione
***
coefficiente può essere aumentato mediante nervature, o costolature, applicate alle ruote o ai cingoli; si
può agire anche sul terreno, per esempio evitando di renderlo soffice precedentemente a lavorazioni
ove sia necessaria una elevata forza di trazione.
b) aumentando il peso gravante sugli organi deputati alla locomozione e, perciò, ricorrendo a macchine
di maggiore peso o ad accoppiamenti trattrice - operatrice che consentano di caricare la peso
dell'operatrice sulle ruote motrici. Per quanto riguarda le macchine agricole, è necessario sottolineare
che il peso unitario delle trattrici moderne (a ruote) si attesta, indicativamente, sui 50 daN/kW (negli
anni ’60: 70 daN/kW); perciò, per eseguire lavori che richiedono elevati sforzi di trazione sono spesso
necessarie le zavorrature, di solito poste anteriormente. Anche il tipo di accoppiamento tra motrice ed
operatrice è molto importante: le macchine portate dal sollevatore idraulico posteriore scaricano parte
del proprio peso sulle ruote posteriori (che sono sempre motrici) e, dunque, con l’effetto di aumentare il
peso aderente e di conseguenza lo sforzo di trazione.
Ovviamente, è pacifico che le ruote di sostegno non possono slittare, in quanto al loro asse non
perviene la coppia del motore!
Nel rotolamento con pattinamento l'organo di locomozione compie, durante una rotazione completa, un
tragitto superiore alla sua circonferenza; nel pattinamento puro esso avanzerà senza ruotare. Questo è il
caso tipico della perdita di aderenza durante l’azione di frenatura di ruote, sia motrici che di sostegno; il
fenomeno è particolarmente vistoso in caso di frenatura su strada innevata, oppure sul terreno fangoso
o comunque cedevole. Anche gli ostacoli al rotolamento, per esempio, le zolle presenti su un terreno
preparato grossolanamente possono bloccare la rotazione della ruota motrice di una seminatrice,
alterando la semina.
Da prove sperimentali è stato verificato che, per un veicolo con una data massa, l'affondamento nel
terreno è strettamente dipendente dalla superficie dell'impronta degli organi di locomozione e in
particolare dalla loro lunghezza.
Il contenuto idrico, come già precedentemente evidenziato, è il parametro che più influenza il
comportamento di un terreno, determinando notevoli cambiamenti nelle reazioni. In particolare,
allorché l'umidità supera il valore critico la portanza dei terreni si abbassa rapidamente e le
deformazioni crescono bruscamente, e ciò è particolarmente evidente nei terreni tenaci. Perciò, se la
pressione esercitata dal veicolo supera la portanza del terreno, al transito delle macchine si verificano
forti deformazioni permanenti, con riflusso laterale del terreno stesso.
Particolarmente insidiosa è l’azione delle ruote pneumatiche, rispetto a quella dovuta ai cingoli. Al
costipamento dovuto al quota parte di peso che ciascuna ruota trasmette al terreno, si aggiunge
l’azione di taglio esercitata tipicamente dalla ruota motrice durante lo slittamento (azione che, come
abbiamo appreso, non può essere svolta da una ruota di sostegno). Tale azione incrementa il
costipamento, tanto più nei terreni ad alto contenuto di umidità.
La pressione che il pneumatico esercita sul terreno (Pt) è pari a 1,2 - 1,35 volte la pressione dell'aria
interna (H). L'incremento rispetto alla pressione di gonfiaggio è dovuta ad un fattore r che esprime la
rigidità della carcassa:
Pt = rH [Pa]
con r = 1,2 - 1,35.
In definitiva, un programma per la corretta gestione di un qualsiasi intervento meccanizzato sui terreni
agrari deve basarsi sul mantenimento della struttura, scongiurando principalmente la compattazione del
terreno.
CAPITOLO IV
LA TRATTRICE
Definizione di trattrice
La TRATTRICE è una centrale mobile di potenza. Ovviamente, possono essere utilizzate anche a
postazione fissa, per esempio per sollevare acqua a fini irrigui.
Terminologia Corretta: TRATTRICI o TRATTORI?
Per quanto riguarda le macchine motrici impiegate in agricoltura, quando la velocità max è compresa
fra 33 e 40 km/h, si dovrà impiegare la dizione "trattrici agricole".
Questa dicitura, infatti, è prevista dal Codice dalla strada, (legge n. 207 del 26.4.1959 e decreto
legislativo del 30.4.1992 n. 285), nonché dalla legge n. 399 del 15.12.1990 che stabilisce i limiti
dimensionali di attrezzi e macchine portate.
Con il termine Trattore viene indicata una motrice per il traino stradale.
Il termine "trattore agricolo o forestale" è previsto dalla Legge n. 572 dell'8/8/1977, che ha dato il via al
recepimento di alcune direttive CEE (ove si usa sempre questa dizione).
In definitiva, oggi si tende ad utilizzare spesso la dizione al maschile “trattore”.
miglioramento del rendimento dei motori e alla riduzione dei pesi. La conseguenza è stata una
crescente utilizzazione della trattrice (sempre più potente, ma più leggera), come fonte di potenza sotto
forma di momento motore anziché come traino al gancio.
Presa di potenza meccanica. La potenza del motore può essere ceduta a talune MMOO anche attraverso
l’alberino della pdp, secondo la relazione valida per i moti rotatori:
P=Mxω
Ovviamente, molto frequenti sono i casi di azionamento misto (traino e pdp).
Potenza del motore, rendimento al gancio, bilancio dinamico della potenza. Occorre sottolineare che la
potenza disponibile al gancio della trattrice è certamente minore della potenza del motore Pm, con Pm
> Pg.
Pertanto, può essere individuato un rendimento al gancio ηg (η è la lettera greca eta):
ηg = Pg/ Pm
Forfetariamente, si stabilisce ηg = 0,65
Ne consegue che per sviluppare una Pg pari a 100 kW occorrerà una Pm = 100/0,65. O che una trattrice
con un motore Pm = 50 kW potrà disporre al gancio mediamente di Pg = 0,65 x 50.
Il destino della differenza Pm – Pg può essere evidenziato componendo il cosiddetto bilancio dinamico
della trattrice, nel quale si prende nota di tutti gli impieghi della potenza durante il funzionamento.
Infatti, durante il funzionamento, anche in postazione fissa, parte della potenza meccanica del motore
viene impegnata per l’azionamento degli organi di trasmissione e parte dissipata per vincere le
resistenze passive (attriti, con produzione di calore); a questi impieghi di potenza, durante il movimento
si aggiunge la quota parte di potenza impegnata per l’autodislocamento; inoltre, occorre considerare
anche le cessioni di potenza attraverso le varie prese di potenza (elettriche, idrauliche; mentre,
l’eventuale cessione di potenza attraverso la pdp meccanica, potendo raggiungere valori elevati, deve
essere conteggiata a parte).
I motori in dotazione
Usualmente, esse sono dotate di MOTORI ENDOTERMICI che seguono il ciclo “Diesel Veloce”
(detto anche Sabathè) a 4 tempi. Si tratta della stessa categoria di motori utilizzati per l’autotrazione,
contraddistinti da velocità di rotazione inferiori ai 5000 giri min-1. Nei motori in dotazione alle trattrici
agricole è raro che le velocità superino i 3000 giri min -1. I motori che seguono il ciclo Diesel
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Capitolo IV – La trattrice
propriamente detto erano in dotazione delle trattrici “a testa calda”, con velocità medie di 450 – 500
giri min-1; sono tutt’ora diffusi come motori di imbarcazioni.
Notazione terminologica. NON si dice “a Diesel” o “a Diesel veloce”, bensì “Diesel”, “Diesel veloce”,
se si vuole preceduti da “a ciclo”.
Perché durano di più i motori Diesel?
I motori Diesel sono motori che compiono meno giri al minuto e dunque si logorano di meno ed hanno
vita più lunga!
Organi di Locomozione
Gli organi di locomozione sono costituiti dalle ruote, motrici o di sostegno, solitamente pneumatiche, o
dai CINGOLI (metallici o in gomma).
QUATTRO RUOTE
MOTRICI
Fig. 4.1
Trattrici speciali
Fra queste si annoverano le trattrici snodate, le scavallatrici, i trampoli, le reversibili, quelle a
carreggiata variabile, i portattrezzi. Nelle snodate, lo snodo centrale facilita la svolta, pur rendendola
pericolosa per possibili danni alla caviglia del conducente distratto dovuti all’”effetto cesoia” e anche
per la perdita di aderenza della ruota anteriore esterna. Le scavallatrici e i trampoli passano a cavallo
dei filari delle colture erbacee o arboree. Le reversibili hanno il posto di guida (sedile, sterzo e
comandi) in grado di ruotare di 180°, accorgimento utile per la guida “in avanti” procedendo a marcia
indietro (serve per utilizzare certe raccoglitrici senza calpestare il prodotto con le ruote, per certe
trinciatrici, etc). Se più o meno tutte le trattrici possono variare la carreggiata mediante diverse opzioni
di fissaggio dei cerchioni, alcune sono dotate di variatori continui o sono contraddistinte dalla
possibilità di selezionare un gran numero di misure diverse. I portattrezzi, infine, costituiscono
l’esaltazione del concetto di trattrice come centrale mobile di potenza, in quanto su di essi possono
applicarsi numerose operatrici in contemporanea. Questa opzione, in realtà, è meno vantaggiosa di
quanto non appaia a prima vista, sia per il costo e la specificità attrezzi-motrice che riducono la
versatilità del sistema, ma anche dall’intralcio rappresentato da attrezzature fra loro diverse montate
nello stesso momento sulla trattrice.
Fig. 4.2
Il sollevatore idraulico (in gergo spesso chiamato attacco a 3 punti) permette di applicare, trainare e
sollevare una macchina operatrice che vi venga applicata, tramite un telaio a forma triangolare con 3
punti di fissaggio (uno per vertice). Un circuito idraulico consente il sollevamento dei bracci e dunque
della macchina che vi è stata fissata. In ognuno dei 3 punti l’aggancio avviene con un perno forato ad
una estremità per permettere il fissaggio con spine di sicurezza che ne impediscono lo sfilamento.
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Capitolo IV – La trattrice
Il PUNTONE, o 3° PUNTO è incernierato nella parte superiore della scatola del sollevatore. Esso è
telescopico in quanto allungabile tramite un sistema a vite azionato manualmente (come una sorta di
grosso tendifilo della biancheria) o mediante un pistone idraulico comandato dal conducente seduto in
cabina nei modelli più sofisticati.
impiego è molto utile per evitare danni e contraccolpi sia al motore che all’attrezzo utilizzato
per la lavorazione del terreno.
Dispositivi di azionamento
Una volta applicate al gancio di traino o al sollevatore idraulico, le macchine possono essere soltanto
trainate, semiportate o portate. Sono però sempre più numerose le macchine operatrici che debbono
anche essere azionate. Questo azionamento si ottiene attraverso le prese di potenza: elettriche,
idrauliche, meccaniche.
La PRESA DI POTENZA (pdp) è sempre presente posteriormente al trattore ma si può trovare anche
anteriormente. Attualmente esistono quattro categorie di pdp, anche se le più utilizzate sono quelle che
hanno un regine di velocità normalizzato a 540 giri al minuto (ossia circa 54 rad/sec). Altra velocità di
rotazione piuttosto frequente è quella pari a circa 1000 giri al minuto ed è utilizzata per macchine
operatrici che non assorbono elevata potenza. Tali prese di potenza sono definite indipendenti (dal
cambio) in quanto derivate dalla catena cinematica a monte del cambio.
SI possono avere inoltre pdp definite SINCRONIZZATE o DIPENDENTI dal cambio, poiché
posizionate a valle del cambio.
Hl
PASSO CARREGGIATA
Agronomici
Riguardano il costipamento del terreno, specie se umido, particolarmente grave per le colture arboree,
l’aggravamento della suola di lavorazione formata dal vomere nelle arature entrosolco, lo strappo di
frutti nel caso di lavorazioni tardive negli arboreti. Da ricordare inoltre gli incendi, anche gravi, di
campi di stoppie o di frumento maturo dovuti alla fuoriuscita di particelle incombuste e roventi (nelle
ore buie appaiono come scintille) dal tubo di scappamento.
Impennamento.
Tale rischio riguarda principalmente se non unicamente le trattrici a ruote. Nell’impennamento la
trattrice ruota sul piano verticale e longitudinale (cioè le ruote anteriori si distaccano da terra) facendo
perno sulle ruote posteriori. Può accadere nelle partenze accelerate con marce basse, oppure nelle
arature in salita (di solito non si fa) o nelle arature profonde, quando il vomere incontra un ostacolo;
altra condizione di pericolo si verifica durante l’impiego di attrezzi applicati al sollevatore, specie nelle
voltate, quando in pochi istanti il peso dell’operatrice anziché essere scaricato sul terreno viene caricato
sull’asse posteriore. Anche la marcia indietro può incrementare il rischio di impennamento. Per evitare
l’impennamento o per lo meno ridurne il rischio, il gancio posteriore deve trovarsi a quota inferiore
rispetto all’asse della ruota posteriore. Altro accorgimento, che ha il pregio di incrementare l’aderenza
delle ruote motrici anteriori, è quello di appesantire la trattrice anteriormente con ZAVORRE di ghisa.
Una trattrice può essere zavorrata sino al 10% del proprio peso complessivo.
Ribaltamento.
Spesso definito compiutamente ribaltamento laterale, esso consiste nella rotazione della trattrice sul
piano verticale trasversale (cioè si distaccano da terra gli organi di locomozione di uno stesso lato,
facendo perno sugli organi dell’altro lato). Può accadere nelle lavorazioni condotte secondo le linee di
livello di una pendice, quando l’inclinazione di questa raggiunge il cosiddetto angolo limite proprio di
ciascuna trattrice. L’angolo limite è l’angolo per il quale la verticale passante dal baricentro cade fuori
DIA CT Sez. Meccanica – A.A. 2005-2006- Meccanica Agraria - file Parte Seconda – versione del 20/01/06 pag. 27/27
Prof. Giampaolo Schillaci - mob. 320.4328344 - giampaolo.schillaci@unict.it
Capitolo IV – La trattrice
dalla base di appoggio della trattrice. Esso dipende dalla quota del baricentro e dalla larghezza della
base di appoggio. Più la prima è bassa e la seconda è ampia e meno la trattrice è soggetta al
ribaltamento laterale. Per questa ragione le trattrici modello montagna si presentano basse e larghe. Per
evitare il ribaltamento bisogna lavorare a pendenze medie ben inferiori all’angolo limite; infatti, la
pendenza istantanea può sempre bruscamente aumentare a causa per esempio di una pietra sporgente
alla quale una ruota di monte sale sopra, oppure per un cedimento del terreno sotto le ruote di valle.
L’afflosciamento di uno pneumatico di valle ha lo stesso deleterio effetto: è come se la pendenza
aumentasse. Non è solo questa la ragione per la quale nei terreni montani è più sicuro l’uso delle
trattrici a cingoli; infatti, a parità di ingombro laterale, nelle trattrici cingolate il ribaltamento
avverrebbe facendo perno sul margine esterno del cingolo di valle; mentre, nelle trattrici a ruote il
ribaltamento si verificherebbe facendo perno nel centro delle ruote di valle. Pertanto, a parità di
ingombro laterale, le trattrici cingolate sono più sicure di quelle a ruote, dove la base di appoggio in
realtà è minore (occorre sottrarre alla misura della base di appoggio la misura dello spessore di mezzo
pneumatico). Nell’aratura a rittochino (cioè secondo le linee di massima pendenza), un momento di
grave pericolo può essere rappresentato dall’inversione del senso di marcia: per effettuarla in sicurezza,
occorre se necessario procedere ancora, verso monte o verso il fondo valle, sino a quando le pendenze
si addolciscono rendendo sicura la manovra.