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Bir El Gobi I Mussolinis Boys

La Battaglia - 2a parte

"L'offensiva inglese contro le truppe dellAsse in Marmarica


denominata Operazione "Crusader" (Crociato) ebbe inizio il 18
novembre 1941. Nelle prime ore del 19, venne ordinato alla 22a
brigata corazzata di procedere su Bir el Gobi ed alla 7a divisione, i
famosi topi del deserto, di puntare su Sidi Rezegh. Per 15 giorni gli
scontri erano andati avanti a fortune alterne in un dissanguamento
di reparti e mezzi impressionante. Gli inglesi avevano un vantaggio:
avevano pi del doppio di carri del nemico, e la fila in porto delle
navi per scaricarne di nuovi. Unico neo: di qualit inferiore e in
mano a gente meno esperta.

A Bir el Gobi, un importante nodo di piste


carovaniere, la divisione Ariete aveva lavorato,
nonostante le violentissime piogge, per disporre il
proprio schieramento difensivo. Avrebbe dovuto
realizzare a semicerchio di capisaldi presidiati dai
battaglioni bersaglieri una linea di difesa rinforzata
ad una decina di chilometri a sud del posto. Le
notizie pervenute durante il pomeriggio del 18
novembre indussero il comandante la divisione gen.
Balotta a cercare rapidamente una disposizione
migliore, pi raccolta per rendere pi compatto lo
schieramento e poi fu battaglia.

Bir El Gobi nei giochi di ruolo http://www.milesgloriosus.it/Scenari/Bir_el_Gobi/bir_el_gobi.htm


A Nord di Bir El Gobi, da due settimane (dal 18 novembre) Inglesi e asse si danno battaglia nella cinta fortificata di Tobruk (li gli scontri erano
frequenti fra assedianti Italo-tedeschi e assediati inglesi) e a Est verso il confine egiziano in quella che sar chiamata Operazione Crociato o
Crusader. Rommel attacca, ma in quel momento la "Volpe del deserto" ha unerrata visione del pericolo, che poi risulter venire da sud dalla
massa di carri armati che gli inglesi sono in grado di schierare; uno sfondamento e aggiramento da tergo metterebbe in scacco l'intera armata
corazzata italo-tedesca (ACIT). E' dicembre, la sete e il caldo si fanno ancora sentire, ma il deserto pare non se ne avveda. Tutti i volontari della
Gil sono nelle buche gi dal 1 dicembre per trovare una posizione che gli consenta di colpire senza esporsi troppo. Si scherza, si ride,
nonostante l'atmosfera. Let fa sentire lirrefrenabile desiderio di ilarit fra i giovani, e forse tutto ci non male. Ma tra poco l si scatener
linferno!.

3 dicembre 1941 ore 12. Una tempesta di colpi dartiglieria nemica sabbatte sul caposaldo. E come se piovesse a dirotto, come 20 giorni

prima. Ecco la guerra che tanto cercavano. "Tutti ai posti di combattimento! - gridano gli ufficiali Pronti a respingere lattacco!". Fra i primi feriti
gravi c anche il valoroso Magg. Balisti, cui dovr essere amputata una gamba (cadr poi prigioniero). Grosso colpo per il morale dei ragazzi
rimasti comunque al loro posto. il Colonnello informa anche il Comando del C.A.M. (corpo armato di manovra) sui fatti in corso. Il Gen. Gambara
risponde: "Agganciate il nemico, resistete e caso mai ripiegate". Facile a dirsi, da manuale di tattica, tanto pi che contro i circa 1.500 fez neri vi
uno schieramento davvero ragguardevole. Gli Inglesi, nel frattempo, si apprestano a muovere; 2 Maharatta (fanteria leggera indiana), 1
Rajputana Rifles (fucilieri indiani) e il 2 Cameron (scozzesi), pi gli artiglieri del 7 Medium Artillery Regiment (batterie di cannoni da campagna) e
uno squadrone (compagnia) di carri armati dell8 Royal Tanks.

Quasi un Corpo dArmata a tutti gli effetti, ben armato, corazzato e rifornito contro poco pi di millecinquecento giovani diciottenni! " ( dice
Calvaruso citando altri reparti inglesi ma il corpo darmata quello dislocato nellintero settore tenuto anche da altri italiani non citati come
l'Ariete, quelli sopra erano praticamente battaglioni) Gli Italiani" si continua a dire fra gli inglesi, nonostante le brutte esperienze di 10 giorni
prima " non saranno in grado questa volta di opporre resistenza", E intanto avanzano. Nella notte sul 4 quasi nessuno dei Volontari
riesce a dormire. Uno sferragliare di cingoli ed un rumore di motori di carri a basso regime fa intuire cosa sta per accadere. Arrivano!
"Porco mondo scrive Pagin cera di che rimanere senza fiato! Mi stropicciai gli occhi e adesso li sgranavo, impietrito, la bocca spalancata,
stentando a credere quanto vedevo. Erano tutti l che manovravano attorno al caposaldo in un polveroso e rombante carosello: carri armati,
autoblindo, carriers, cannoni, autocarri e camionette!". Il nemico prende posizione, non senza aver prima accerchiato e preso lospedale da
campo n. 45 nel settore, catturato i nostri mezzi, fatti prigionieri autieri, cucinieri e magazzinieri. Sono le 7 del mattino. Inizia il tiro dartiglieria
inglese. Al segnale del loro comandante, compatte, le prime formazioni dassalto nemiche, costituite soprattutto dai Camerons, si gettano contro
le postazioni del I battaglione .
"Venivano avanti dice Calvaruso come invasati. Una delle scene che in quei momenti mi colp fu vedere un commilitone della nostra buca
folgorato da una pallottola, trapassato da tempia a tempia, immobile nel gesto di puntare col proprio moschetto. Un lungo fiotto di sangue,
attraversato il viso e il corpo tutto, irror la postazione. Lo guardai attonito per un attimo, ripensando alle nostre lunghe chiacchierate e alle libere
uscite a cercare la compagnia di graziose ragazze.

Gli atti deroismo si susseguono ormai senza freno.


Svariati cacciatori (erano questi quelli che impugnate le bombe

Passaglia, sbucano dai ripari o da buche fronteggiando gli enormi


mostri dacciaio) saltano sui carri, aprono le torrette o

danneggiano i cingoli. Fra loro uno simmola meritandosi


la medaglia doro al valor militare alla memoria, il
caporalmaggiore Ippolito Niccolini. La motivazione ufficiale
cos recita: "

Nonostante che il Valentine (carro armato medio inglese) avesse tutta lintenzione di piombargli addosso, egli si scost da
un lato e, impugnata la pistola, esplose alcuni colpi allinterno del carro attraverso una feritoia frontale. Raggiunto al petto
da un proiettile di mitragliatrice, Niccolini sussult ma fece in tempo a sorreggersi afferrando
lantenna radio del Valentine con ambedue le mani, quindi salt nella buca delle munizioni per
agguantare una Passaglia. Lev una mano e la scagli. La pesante pera volteggi oltre la torretta
andando a scivolare sulla piastra posteriore del carro armato, senza esplodere. Il caporalmaggiore
ne lanci una seconda. Anche questa rimase muta. Allora brand" ancora una volta la pistola, usc
allo scoperto e, in un estremo anelito di impotente furore, scaric gli ultimi innocui colpi
allindirizzo del Valentine. La mitragliatrice del carro crepit una raffica su Ippolito Niccolini,
freddandolo

Anche il II Btg. GG.FF., a circa 9 Km pi a nord, al comando del Magg. Benedetti, subisce lattacco nemico in forze. Anche qui lo scontro
durissimo e molti dei Giovani Fascisti mostrano una temerariet davvero leonina. Gli atti deroismo si sprecano.
"Tra gli episodi poi lungamente rievocati scrive ancora Pagin - emerger il duello fra i 47/32 diretto da Marzetto Giovannetti e un Valentine
chera partito lanciatissimo contro la postazione, per fermarsi poi di botto a 15 metri dalla piazzola. A questo punto, il cannone del carro e
lelefantino (come veniva chiamato il 47/32) cominciarono a scambiarsi una lunga serie di colpi sparati praticamente a zero. Nel frattempo,
lelefantino era riuscito a piazzare un colpo fortunato tra gli elementi di un cingolo del Valentine, il cui equipaggio ritenne giunto il momento di
sgattaiolare fuori dal cassone, per darsela a gambe".

Servono rinforzi al pi presto, prima che il caposaldo dia segni di cedimento. Gli Inglesi ora cominciano a ricredersi sulla facilit con cui
avrebbero dovuto spazzare via le nostre difese in loco. Durante la spericolata corsa in moto in cerca di rinforzi il Ten. Fazi, accompagnato dal
vol. Claudio Salvini, simbatte per strada in tre carri dell'Ariete con relativi equipaggi. Lufficiale ordina al volontario di condurre i carristi verso
Bir el-Gobi e decide di proseguire da solo nella ricerca d'altri rinforzi. Due dei nostri carri per vengono presto posti fuori combattimento,
mentre il terzo cerca ancora di battersi pur con lequipaggio ferito..... Anderson, il comandante inglese, dal suo binocolo, sbigottisce
nellosservare le evoluzioni della battaglia e si rende conto che non sar una passeggiata. Decide perci che per il terzo attacco occorrono pi
carri. Ma il registro non muta. Le perdite inglesi aumentano ad ogni assalto. Lo stato psicologico dei diciottenni con le stellette oscilla dal

"Resistenza accanita",

realistico timore dessere sopraffatti alleccitazione pi galvanizzante per i successi gi ottenuti. Cinque minuti dopo le 14 le bocche da fuoco
britanniche ricominciano ad inondare le postazioni italiane.
"Fu come assistere continua Calvaruso allira di Dio. Al tacere dei cannoni, secondo i classici schemi, le
fanterie vengono fuori allattacco per lennesima volta. E per lennesima volta sono decimate. Morti e feriti
ormai non si contano pi.. "La visione del terreno scrive Mugnone era impressionante: giovani maciullati in
raccapriccianti posizioni e armi schiacciate". In serata, verso le 20, leccessiva pressione su Q.188 sortisce i
suoi effetti. Dopo essersi battuti fieramente con ogni mezzo, anche allarma bianca, il rimanente della 4
compagnia del II Btg. GG.FF. costretto ad abbandonare la postazione, ripiegando su Q.184. Giunge a quellora
il Gen. Norrie, C.te del XXX Corpo britannico, ormai spazientito che vuole sapere lesatta situazione delle
vicende in corso a Bir el-Gobi. "Resistenza accanita", questo il rapporto dei subalterni; unica conquista
il caposaldo di Q.188 da parte dei Maharattas. Nessun contatto radio da parte nostra ne con il Recam n col
C.A.M. Si del tutto isolati, circondati, senza viveri n acqua e poche munizioni anticarro mentre gli inglesi
sembravano ad un picnic.

non si avanza di un metro a Bir el-Gobi..Perdite nostre


gravi"

Ma Balisti, che fine ha fatto? Insieme con altri feriti ha osservato levoluzione dello scontro da una barella. I crampi allo stomaco e la sete sono
fortissimi. La situazione molto pesante, ma nessuno trova il tempo per pensarci troppo. La notte scorre insonne per tutti, e i turni di guardia
non sono rispettati nel loro corretto cadenzarsi. Del resto, come chiudere occhio? I carri nemici muovono attorno alle postazioni e il tiro solitario
di alcuni cecchini rende tesissima la notte. Il Comando italiano in Marmarica riesce ad intercettare una comunicazione nemica e chiarificatrice
della situazione non si avanza di un metro a Bir el-Gobi: resistono ancora accanitamente. Nemici indemoniati, attacchiamo senza risultato.
Perdite nostre gravi". Lo stupore di Gambara e Bastico grande: come informarsi dal nemico per sapere dei tuoi. Com possibile, si chiedono,
che lintero XXX Corpo britannico sia inchiodato a Bir el-Gobi da quelle "quattro brutte facce"? Alla notizia anche Rommel si sorprende. E' alla
vigilia di emanare l'ordine generale di ritirata, ma non vuole inglesi alle spalle. Trasferire subito lAriete e la Trieste a 7 Km a nord ovest di Bir
el-Gobi; la 15" e la 21" Panzer o almeno quello che resta a 7 Km nord-est di Bir el-Gobi. Quello che Rommel cerca, adesso, al di l dei rinforzi al
caposaldo, un altro scontro possibile coi carri inglesi. Il Brigadiere Anderson, pur soddisfatto per lavvenuta espugnazione di Q.188, non pu
fare a meno di constatare che tutto pare vano contro Q. 184. La battaglia continua. La partita troppo importante perch gli Inglesi demordano.
Occorre insistere. Le ore della notte intanto scorrono, ma molti si mostrano particolarmente preoccupati per lo scenario che si va profilando
dopo due giorni di aspro combattimento.

Cos ricorda Pagin: "Ci si arrest ai margini


dellestremo lembo nord occidentale del tavolato
marmarico. Dal deserto soffiava un vento gelido.
Indossammo le divise di panno grigio-verde,
dopodich venimmo disseminati lungo un sistema di
fortini e trincee appena abbozzato. Si sarebbe
dovuto scavare, specie per approfondire le seconde,
ma non si trovavano i picconi. Sicch rimanemmo l,
per ore, inoperosi, a farci schiaffeggiare dalle folate
di sabbia. I picconi arrivarono ma nessuno ci ordin
di usarli. Eccitatissimi ascoltavamo il rombo del
cannone che giungeva da Tobruk. La guerra, quella
vera, stava laggi. E la desideravamo come il pane e
lacqua. Eravamo mendicanti di gloria

Alcuni Bersaglieri sono talmente provati che, rivolgendosi agli ufficiali dei GG.FF., domandano se non sia pi saggio mollare. La risposta
assolutamente negativa. Da esperti e pi anziani veterani, i volontari non saspettavano una simile richiesta. Qui nessuno ritorna indietro ,
pensano i ragazzi. (la legge del deserto corrente e realistica sar invece quella di perdere anche 100 km di terreno piuttosto che uomini e mezzi.
Da veterani di un anno e mezzo di guerra questo i bersaglieri lo avevano gi capito e sar anche sempre la regola di Rommel - N.d.r.)
Tre carri Valentine e un Crusader sono penetrati, nel trambusto, allinterno di Q.184. Molti, a quel punto, accerchiati e col caposaldo espugnato,
avrebbero ipotizzato la resa, ma non loro. I corazzati nemici sono costretti a ritirarsi. La lotta continua furibonda. Poi, una breve pausa. Ma mentre
gli assalitori si riorganizzano velocemente e trovano anche il tempo di rifocillarsi alla meglio, la fame, la sete e linsonnia di tre giorni minano
seriamente le residue energie vitali dei nostri. Scontri a fuoco su tutta la linea si susseguono con violenza, e nel trambusto generale altri cinque
carri armati riescono ad entrare nel caposaldo. La battaglia non pi scontro ma strage ferocissima. La situazione fra le fila del I Btg. alle 15 del 5
dicembre davvero critica: pi di 40 morti, numerosi feriti, cibo e acqua ormai finiti da due giorni, munizioni assai scarse. Alle 17 il fuoco nemico
si concentra altrove. La contro battaglia di Rommel iniziata. Un fitto polverone di sabbia e fumo di colpi di grosso calibro che lascia intuire
allorizzonte, un gran movimento di truppe e mezzi. Sono i Panzer tedeschi della 15" e 21" Divisione corazzata del D.A.K., che hanno gi
ricacciato via i Maharattas da Q.188 e che stanno convergendo verso Bir el-Gobi per unirsi all'Ariete e Trieste, che per tardano ad convergere.

A questo punto la situazione per gli Inglesi appare abbastanza grave, "Se occorre, gettare nella mischia altri reparti". Giunge il buio. Durante la
notte il Col. Tanucci decide di ispezionare le trincee, anche per saggiarne il morale dopo prove cos cruenti e le forti privazioni di quei giorni. Ma
una bomba esplode proprio vicino al Comandante, lacerandogli gravemente il bassoventre. Il C.do del Gruppo Btg. GG.FF., passa quindi al Ten.
Mario Niccolini (Bersagliere), fratello del caduto Ippolito, mentre il Cap. Tarantelli assume la responsabilit del caposaldo. Anche Q.184 tiene
duro. Dopo tanto errare il Ten. Fazi, andato a cercare rinforzi, s imbattuto in un avamposto della Div. Pavia. Giungono anche alcuni carristi
della 15" Panzer, ma poche sono le scene di festa. Sono tutti esausti. Il vero gaudio trova sfogo solo allarrivo di un po di cibo e di preziosissima
acqua. Che gioia quel parco rancio! Arriva Rommel, recentemente sfuggito ad un commando inglese con lincarico di rapirlo o ucciderlo. La
"Volpe del deserto" incarna agli occhi di quei ragazzi, per indiscusse capacit militari e per il suo modo tutto particolare di condurre la battaglia
fra le dune, sempre in prima linea, una vera leggenda. Radunati alla meglio i GG.FF. Rommel pronuncia un breve discorso elogiando lo
stupefacente valore dei giovani. Ma non c tempo da perdere la tempesta non s affatto placata.

Gi dal 5 le imprese dei GG.FF. serano diffuse velocemente in


patria tramite la radio ed i bollettini di guerra. Fra questi il 553
diceva:"I combattimenti in Marmarica sono continuati sul fronte di
Tobruk e sul terreno a sud della piazza, fra el-Adem e Bir el-Gobi,
dove reiterati attacchi sferrati dallavversario con nuove forze sono
stati validamente contenuti e respinti dalle truppe dellAsse. In tali
circostanze anche alcuni reparti dei Giovani Fascisti hanno lottato
con esemplare tenacia e valore."

Bisogna ricordare che anche i Camerons ed altri reparti nemici


venivano fieramente allassalto. Anche se occorre aggiungere,
molti Volontari diranno del cattivo odore di whisky che esalava
dai corpi dei caduti britannici. "Quando venivano allattacco
ricorda Calvaruso spesso molti di loro parevano ubriachi. Non
usavano accortezze nel venirci addosso alla baionetta negli
ultimi metri. A frotte si gettavano nella mischia, pensando di
intimorirci con le loro urla (scozzesi). "Al mitragliere palermitano
Antonio Calvaruso sera inceppata larma di fronte alle fanterie
avanzanti. Egli sblocc la Breda e riprese a sparare. La
mitragliatrice sincepp nuovamente e lui daccapo a rimetterla in
sesto, in tutta tranquillit, come si fosse trovato in un poligono.
Raggiunto da una raffica, ebbe un sussulto, emise un gemito
soffocato, un fiotto di sangue gli sgorg dalla gola squarciata;
infine cadde bocconi sullarma, ancora una volta bloccata. Si
raddrizz, grondante come un salasso, e torn ad armeggiare
affannosamente sulla mitragliatrice finch non fu in grado di
consegnarla in perfetta efficienza al volontario venuto a sostituirlo.
Soltanto allora si permise il lusso di perdere conoscenza".

Questo ora lo schieramento nemico


" a nord ovest si levava il polverone sollevato dalle autoblindo del 6 South African Cars. Presto si sarebbe aggiunto il carosello giostrato di
quelle dell11 Hussar e del 1 Dragoon Guards. A est si profilava, pi minacciosa che mai, la lucente e compatta massa della 4 Armoured Brigade
di Gatehouse. Da sud ovest erano schierate la 1 South African e la 7 Indian Brigade . Sempre da quella parte si scorgevano il quartier generale
della 7 Armoured Division e la 2, 4 e 5 Indian Brigade. Non lontano da l erano piazzate le batterie da 25 pounds del 51 Field artillery Regiment
e quelle da 4/5 pollici del 7 Medium Regiment Royal Artillery. Pi a sud la 9 Rifle e una colonna da ricognizione della 5 Indian Brigade".

Mai vista tanta gente intorno. I carri armati tedeschi e inglesi si danno battaglia dinnanzi agli occhi dei GG.FF. che,
osservandoli, si chiedono cosa fare, quale ruolo assumere in questa battaglia di giganti. Di certo un nuovo attacco in
forze, pensano, sarebbe fatale, soprattutto alla luce della nuova penuria di munizioni ed acqua registrata. Alle 13 il
contatto radio viene ristabilito. "Sganciarsi dal nemico coi supporti giunti a dar man forte" questo lordine perentorio.
La vicenda per il momento si chiude col messaggio pervenuto tramite una staffetta dei Bersaglieri che annuncia lavanzata delle
rimanenti truppe britanniche in zona, proprio verso Bir el-Gobi. Lordine per tutte le unit italo-tedesche chiaro: ritirarsi ad ovest,
verso el-Adem. Zaino in spalla e armi in pugno, a piedi, i GG.FF. lasciano Bir el -Gobi e i cadaveri dei tanti caduti. Se quella fu una
ritirata strategica e non una rotta, lo si dovette proprio alleccezionale resistenza militare dei Btg. GG.FF. Il destino dei GG.FF
torner ad incrociarsi con quello dei Bersaglieri, quando coi resti dell'8 bersaglieri si andr a costituire dopo El Alamein una
improbabile "Divisione Bersaglieri d'Africa (senza carri armati): Aveva gi preso corpo prima di El Alamein (Gen. Ismaele di Nisio)
come 136a corazzata ma gli unici reparti assegnati la in fondo all'oasi di Siwa erano 2 btg. di GG.FF e il 136 artiglieria con 2 carri
M e altrettante Blindo del Nizza. In Tunisia nel '43 perder gli orpelli
aggiungendo solo i reduci, o l'8 bersaglieri bis, su X-XI btg. ex del 7
reggimento (dal comando sciolto) e il LVII complementi.
Dei suoi Volontari il Col. Tanucci scrisse in una lettera ad uno di loro,
ricordandone il valore collettivo: "Fra loro nessuno fu primo, perch
nessuno fu secondo".
I reduci dei Battaglioni GG.FF si ritrovano regolarmente a Ponti sul
Mincio (MN) presso la "Piccola Caprera" (la villa che Balisti alla sua
morte nel 1959 don loro), per ricordare assieme gli anni in grigioverde

Questo fatto darme gli valsa la citazione in svariati testi sulla


battaglia e la medaglia dargento al valore militare sul campo.

http://www.piccolacaprera.it/default.html . Balisti nato nel 1890 a Ponti sul Mincio

partecip alla Grande Guerra e alla avventura Fiumana (capo della


segreteria di D'Annunzio). Nel '40 chiese di rientrare in servizio e fu destinato alla Gil di Bologna. In questo luogo, che nella sua
amenit custodisce i cimeli e le testimonianze di quelle fiamme giallo-cremisi che simposero valorosamente nel deserto, tutti gli
Italiani sono ben accetti. I cancelli della memoria sono sempre spalancati per chi lo desidera.

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