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ANTONIO DAMASIO IL S VIENE ALLA MENTE

Il cervello come costruttore della mente


Due interrogativi:
Primo: come fa il cervello a costruire una mente
Secondo: come fa a il cervello dotare quella mente di una coscienza - Come si organizzano le
strutture cerebrali per permettere lesistenza di una mente cosciente
La coscienza e il processo del s
Affinch la mente diventi cosciente, il cervello deve generare un soggetto di conoscenza, il s. Il
s nel senso di un osservatore esiste ed un processo.
Due prospettive
Neurologica e filosofica
Tradizione neurologica dei grandi neurologi dei secoli XIX e XX (Penfield, Jasper, Magouzzi,
Magoum e le ricerche di Plum e Posner) che riuscita a identificare nel tronco encefalico uno
dei principali responsabili della creazione della coscienza.
La seconda eredit fa capo a William James (1842-1910) psicologo e filosofo statunitense.
Cervello, mente, coscienza
Damasio propone lequivalenza mente - cervello.
Connessione di diverse ipotesi quadro concettuale.
Livello a cui si applica la spiegazione di come il cervello doti la mente di una coscienza:
Il livello dei sistemi macroscopici. I neuroni sono organizzati in piccoli circuiti i quali
formano reti o sistemi. Come conseguenza delle dimensioni crescenti e dellaumento di
complessit delle reti neurali, si ha un aumento proporzionale della cognizione e del sentire,
passando dal microlivello al macrolivello di un contesto gerarchico.

Che tecniche abbiamo per studiare i livelli macroscopici?

Studi su pazienti con danni cerebrali localizzati


Tecniche di neuroimmagine funzionale
Registrazione neurofisiologica diretta dellattivit neuronale nel contesto delle terapie
neurochirurgiche
Stimolazione magnetica transcranica

Come si fa a studiare la coscienza?


Tre prospettive:
1.
Esame introspettivo: la prospettiva del testimone diretto della singola mente cosciente,
la quale personale, privata e unica per ciascuno di noi.
1

2.
Il comportamento: ci consente di osservare le azioni rivelatrici di altri individui che,
come abbiamo ragione di credere, sono anche essi dotati di una mente cosciente.
3.
Gli eventi cerebrali: la prospettiva del cervello, che ci permette di studiare alcuni aspetti
della funzione cerebrale in individui nei quali si presume lassenza o la presenza di stati mentali
coscienti.
Il quadro concettuale deve stabilire un nesso fra il comportamento, la mente e gli eventi
cerebrali. Iato fra eventi cerebrali ed esame introspettivo. Per colmare questo abisso bisogna
introdurre una quarta prospettiva.

Quarta prospettiva
La quarta prospettiva ipotetica ed una congettura.
Bisogna ricercare i precursori del s e della coscienza nel passato evolutivo.
Si basa su dati attinti dalla biologia evolutiva e dalla neurobiologia.
Ci impone di percorrere gradualmente la storia evolutiva, prendere nota delle piccole
modificazioni progressive che interessano il sistema nervoso e metterle in relazione con
lemergere progressivo del comportamento, della mente e del s.
Richiede una ipotesi di lavoro interna: che gli eventi mentali siano equivalenti a certi tipi di
eventi cerebrali. Certo, lattivit mentale causata da eventi cerebrali che la precedono, ma in
ultima analisi gli eventi mentali corrispondono a particolari stati dei circuiti cerebrali. Alcune
configurazioni neurali sono simultaneamente immagini mentali.
Grazie alla quarta prospettiva si pu formulare lipotesi per cui la coscienza un prodotto
dellevoluzione.
Il corpo fondamento della mente dotata di coscienza.
Mente: La mente emerge quando lattivit dei piccoli circuiti viene organizzata in grandi reti
dando luogo a configurazioni temporanee, le quali rappresentano oggetti ed eventi che si
trovano fuori dal cervello, nel corpo o nel mondo esterno. Alcune configurazioni, per,
rappresentano anche lelaborazione da parte del cervello di altre configurazioni. Il termine
mappa si applica a tutte queste rappresentazioni. Il cervello traccia delle mappe sia del mondo
esterno che dei propri processi. Nella nostra mente queste mappe vengono esperite come
immagini e per immagine qui si intende non solo la modalit visiva ma a qualsiasi canale
sensoriale: uditivo, olfattivo, tattile, ecc. La nostra mente un archivio immenso di immagini.
La coscienza e il processo del s: il proto-s, il s nucleare e il s autobiografico
Il s scaturisce dallevoluzione del cervello.
Le strutture fondamentali che creano le mappe del corpo e le immagini sono localizzate a un
livello subcorticale, nel tronco encefalico superiore, quindi il cervello comincia a costruire
una mente cosciente nel tronco encefalico.
Le speciali immagini mentali del corpo, costituiscono il proto-s, che prefigura il s a venire.
La coscienza ha inizio quando il s affiora alla mente, ossia quando il cervello aggiunge alla
miscela della mente un processo del s, dapprima modesto, poi pi robusto.
Il s viene costruito in passaggi distinti.
Il primo passo la genesi del proto-s che genera i sentimenti primordiali che sono la
percezione delle emozioni universali.
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Successivamente affiora il s nucleare (che riguarda la relazione fra lorganismo e loggetto


mappato) e poi vi il s autobiografico definito in termini di conoscenza biografica attinente
sia al passato che allanticipazione del futuro.
Il s affiora alla mente con il s nucleare e quello autobiografico.
Lio materiale costituito dal proto-s con i suoi sentimenti primordiali e il s nucleare.
Lio sociale e lio spirituale sono costituiti dal s autobiografico, le cui vette abbracciano tutti gli
aspetti della persona sociale. Il s nucleare e il s autobiografico costruiscono allinterno della
mente un conoscitore, un soggetto di conoscenza; dotano la nostra mente della soggettivit.
Nella maggior parte dei casi, le specie il cui cervello genera un s si fermano al livello del s
nucleare. Gli esseri umani hanno tanto il s nucleare quanto il s autobiografico. probabile che
ce labbiano anche le scimmie e alcuni mammiferi come i cani e i delfini.
Il Direttore dorchestra
Strutture cerebrali fondamentali deputate alla realizzazione di tutti questi passaggi:
settori specifici del tronco encefalico superiore, un gruppo di nuclei del talamo e alcune
regioni della corteccia cerebrale, specifiche ma diffuse.
Il prodotto ultimo della coscienza scaturisce allo stesso tempo da tutti quei numerosi siti
cerebrali (che creano il proto-s, il s nucleare e il s autobiografico) e non da uno in particolare.
Fra i risultati riconoscibili della coscienza vi la capacit di gestire e salvaguardare in modo
efficiente la vita e i suoi processi. I pazienti la cui coscienza compromessa non sono in grado di
gestire la propria vita in modo indipendente neanche quando le loro funzioni vitali fondamentali
sono normali.
Evoluzione e regolazione dei processi vitali: l omeostasi
Omeostasi: capacit degli organismi viventi di mantenere un equilibrio interno pur nel variare
delle condizioni esterne.
La mente cosciente emerge nella storia della regolazione della vita omeostasi-, la quale ha
inizio in creature unicellulari come batteri, che pur non avendo un cervello sono capaci di
comportamenti adattivi.
Le origini dellomeostasi le reti geniche
In che modo le singole cellule acquisirono il loro programma di regolazione dei processi vitali?
il fatto che lomeostasi sia iniziata in modo inconsapevole a livello di organismi senza coscienza,
senza mente e senza cervello, solleva una domanda: dove e in che modo lintenzione
omeostatica mise radici nella storia della vita?
Per quanto riguarda gli organismi, a conferire loro la capacit omeostatica furono le reti geniche
derivanti dalla selezione naturale.
La selezione naturale ha operato a livello dei geni, di interi organismi, di gruppi di individui o di
tutti i livelli appena citati? Sono in corso importanti dibattiti per chiarire in che modo il processo
della selezione naturale abbia prodotto il nostro cervello.
Affinch i geni sopravvivessero nellarco delle generazioni, le reti geniche dovevano costruire
organismi che fossero mortali e al tempo stesso capaci di successo. E affinch gli organismi
sopravvivessero i geni dovevano guidarli fornendo loro istruzioni essenziali.
Le istruzioni dovevano riguardare la messa appunto di dispositivi capaci di operare una
regolazione efficiente dei processi vitali. I nuovi dispositivi controllavano la distribuzione di
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ricompense, lapplicazione di punizioni e la previsione delle circostanze che lorganismo


avrebbe affrontato in futuro. In breve le istruzioni geniche condussero alla costruzione di
dispositivi in grado di eseguire quelle che poi, in organismi complessi come gli esseri
umani, fiorirono come emozioni, nel senso pi ampio del termine.
Il primo abbozzo di questi dispositivi apparve in organismi senza cervello, senza mente e senza
coscienza, ovvero nelle singole cellule; essi raggiunsero la massima complessit negli organismi
in possesso di tutti e tre gli attributi: cervello, mente e coscienza.
Dalla regolazione dei processi vitali al valore biologico
La realt implausibile
Anche se ben noto, non comunemente apprezzato che molto prima di possedere una mente
gli esseri viventi presentano gi comportamenti efficienti e adattivi che ricordano in tutto e per
tutto quelli che emergono nelle creature dotate di mente e di coscienza.
Nel loro caso per, quei comportamenti non potevano essere indotti dalla mente e meno che mai
dalla coscienza. Persino singole cellule presentano comportamenti apparentemente
intelligenti e diretti a uno scopo.
Se vogliamo spiegare la base del cervello cosciente, dobbiamo spingerci sempre pi vicino agli
esordi della vita.
Volont naturale
La cellula eucariota venne in essere grazie alla cooperazione di creature unicellulari pi
semplici, precisamente batteri, che rinunciarono al loro status indipendente per essere parte di un
nuovo, conveniente aggregato.
Le singole cellule hanno quella che sembra una ferma e incrollabile determinazione a restare
vive, fintanto che i geni allinterno del loro microscopico nucleo ordinano di farlo. Il governo
della loro vita comprende una testarda insistenza a persistere, resistere e prevalere fino a quando
alcuni dei geni presenti nel nucleo non sospenda la volont di vivere, permettendo loro di
morire. E difficile immaginare i concetti di desiderio e volont applicato a una singola
cellula. Com possibile che atteggiamenti e intenzioni che noi associamo alla mente umana
cosciente e intuiamo essere il risultato dei meccanismi del grande cervello umano siano presenti
a un livello cos elementare? Eppure, quegli aspetti specifici del comportamento cellulare sono
presenti l, comunque si decida a chiamarli.
La singola cellula sembra esprimere un atteggiamento: vuole vivere fino in fondo la vita
prescritta dai suoi geni. Per quanto possa sembrare strano la volont, insieme a tutto
quanto necessario per realizzarla, precede sia la conoscenza esplicita delle condizioni di
vita, sia la riflessione relativa ad esse, giacch chiaramente la singola cellula non possiede
n luna n laltra. Il nucleo e il citoplasma interagiscono ed eseguono complesse computazioni
mirate a mantenere in vita la cellula. Ovviamente le istruzioni sono nel materiale genetico della
cellula.
Di solito cadiamo nella trappola di pensare che gli atteggiamenti, le intenzioni e le strategie alla
base delle nostre sofisticate modalit di gestione dei processi vitali scaturiscano dal nostro
grande cervello e dalla nostra mente complessa, dotata di coscienza.
La realt per che la mente cosciente si limita a rendere conoscibile il fondamentale know how
di quei processi. I contributi decisivi offerti dalla mente cosciente allevoluzione hanno luogo a
un livello pi alto. Hanno a che fare con lattivit decisoria riflessiva offline e con le invenzioni
culturali.
Damasio inverte la tradizionale descrizione della coscienza, dicendo che la gestione non
cosciente dei processi vitali precede lesperienza cosciente di tale conoscenza. La
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complessit della conoscenza implicita molto complessa e la sua intelligenza notevole.


Lautore eleva lo status della gestione non cosciente dei processi vitali, ipotizzando che essa
costituisca il modello degli atteggiamenti e delle intenzioni della mente cosciente. Ogni nostra
cellula presenta il tipo di atteggiamento non cosciente appena descritto. La cellula ha un piano
strategico indispensabile per una guida efficace del comportamento nella rete genica. Questo
mette in moto i meccanismi di incentivazione. Quindi sia i meccanismi di incentivazione che
la guida del comportamento non sono emersi da processi coscienti di deliberazione e
riflessione. Non c infatti nessuna conoscenza esplicita e nessun s pensante.
In organismi evoluti, dotati di mente e coscienza, hanno acquisito la conoscenza dei processi che
guidano i meccanismi di incentivazione. La mente cosciente non fa che rivelare il meccanismo
evolutivo di regolazione dei processi vitali esistente da tempo. Quel meccanismo non stato
creato dalla mente cosciente. Ribaltamento delle nostre intuizioni.
Allinterno del cervello cosciente esiste una voce, il s. Le volont delle singole cellule e dei
loro raggruppamenti volont prive di cervello e di mente- si sono trasferite al s di una
mente dotata di coscienza che origina in un cervello. Tutto questo accade tramite i neuroni.
I neuroni hanno due caratteristiche precipue: una funzionale e laltra strategica.
La differenza funzionale responsabile di una fondamentale differenza strategica: i neuroni
esistono a vantaggio di tutte le altre cellule dellorganismo. Essi non sono essenziali per i
processi fondamentali della vita, come possono facilmente testimoniare le creature viventi che
non li possiedono. In organismi pluricellulari complicati, i neuroni assistono il corpo nella
gestione dei processi vitali. Questo il loro scopo e lo scopo del cervello che, nel loro
insieme, essi costituiscono. Dalle meraviglie della creativit alle alte vette della spiritualit,
tutte le sbalorditive realizzazioni del cervello per le quali nutriamo una grandissima ammirazione
sembrano essere state realizzate grazie allimpegno dei neuroni a gestire i processi vitali nel
corpo in cui abitano.
Nei cervelli sofisticati, le reti di neuroni rappresentano lo stato del corpo per il quale lavorano,
mappandolo, in senso letterale, e costruiscono un doppio neurale, una sorta di surrogato virtuale.
Mimano il corpo e rimango costantemente e per tutta la vita connessi allo stesso.
La ragione per cui la volont di vivere delle cellule del nostro corpo una volont nascosta
stata tradotta in una volont cosciente, fondata sulla mente, che le cellule nervose si
riferiscono al corpo e puntano incessantemente ad esso. Le volont cellulari nascoste
finiscono per essere mimate dai circuiti cerebrali.
Il valore biologico
Per lorganismo nella sua interezza il valore pi importante consiste nel sopravvivere in buona
salute fino a unet compatibile con il successo riproduttivo. Per consentire questo, la selezione
naturale ha perfezionato i meccanismi omeostatici.
Lorigine pi remota del valore e della valutazione consiste nel mantenimento dello stato
fisiologico dei tessuti di un organismo allinterno di un intervallo omeostatico ottimale. Questo
vale sia per gli organismi unicellulari che pluricellulari. Lipotesi che gli oggetti e i processi
con i quali ci confrontiamo nella vita quotidiana acquistino il loro valore in rapporto a
questo valore biologico originario, oggetto di selezione naturale. Lorigine prima del valore,
il suo primordio, lo stato fisiologico del tessuto vivente allinterno di un intervallo
omeostatico adatto alla sopravvivenza. Il cervello rappresenta in modo continuo e costante i
parametri chimici e ha dei dispositivi non coscienti che rilevano e misurano le loro deviazioni
dallintervallo omeostatico. Questo consente ad altri dispositivi cerebrali di ordinare azioni
correttive e di promuovere opportuni incentivi o disincentivi, a seconda dellurgenza della
risposta. Queste attivit costituiscono anche la base per la previsione di condizioni future.
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Nei cervelli in grado di rappresentare gli stati interni sotto forma di mappe, cervelli dotati di
mente e coscienza, i parametri associati allintervallo omeostatico corrispondono a livelli di
elaborazione cosciente allesperienza del dolore e del piacere. Successivamente, nei cervelli
capaci di linguaggio, quelle esperienze possono ricevere etichette linguistiche specifiche, cos da
poter essere chiamate con il loro nome: piacere, benessere, disagio, dolore.
La gestione e la salvaguardia della vita la fondamentale premessa del valore biologico, il
quale ha influenzato levoluzione delle strutture cerebrali e influenza quasi ogni livello
delle operazioni del singolo cervello.
Il valore biologico si esprime in modo semplice, per esempio nella liberazione di molecole
associate a ricompense e punizioni, oppure in modo pi elaborato, per esempio nel caso delle
nostre emozioni sociali e nel ragionamento sofisticato. Il valore biologico guida e caratterizza
in modo naturale quasi tutto ci che accade nel nostro cervello, dotato in modo tanto
vistoso di mente e coscienza.
Per stabilire come mai assegniamo un valore agli oggetti e spiegare la scelta del metro di cui ci
serviamo per farlo, necessario il riconoscimento di questi due problemi: la conservazione della
vita e i bisogni che ne discendono.
Il valore indissolubilmente legato al bisogno e il bisogno alla vita. Nelle quotidiane attivit
sociali e culturali noi formuliamo valutazioni che hanno una connessione diretta o indiretta con
lomeostasi.
Nel corso dellevoluzione, i programmi alla base dellomeostasi diventano sempre pi
complessi. Questi programmi pi complessi divennero ci che oggi noi conosciamo come
impulsi, motivazioni ed emozioni.
Legame fra omeostasi, valore e coscienza
Noi attribuiamo maggior valore a oggetti e azioni che inducono una regolazione ottimale dei
processi vitali. Nella mente cosciente, gli intervalli ottimali si esprimono come sentimenti
piacevoli; gli intervalli pericolosi come sentimenti non troppo piacevoli o addirittura dolorosi.
Quindi, se il mio stato vitale diventa inefficiente e disorganizzato, vero e proprio presagio di
malattia, percepisco sentimenti negativi. Lo stato vitale inefficiente e disorganizzato il
substrato dei sentimenti negativi. Lo stato vitale armonioso ed efficiente costituisce il substrato
dei sentimenti positivi. La coscienza scaturisce dal miglioramento che essa comporta nella
regolazione dei processi vitali in ambienti sempre pi complessi. Una volta emersa la mente, la
regolazione automatica dei processi vitali risult ottimizzata.
Per esempio, quando un dato tessuto sta rischiando la propria salute a causa di un livello
pericolosamente basso di nutrienti, negli organismi dotati di cervello questultimo rileva il
cambiamento e determina lentit del bisogno e lurgenza con cui il cambiamento deve essere
corretto. Questo accade in modo inconscio. Nei cervelli dotati di mente e di coscienza, lo stato
corrispondente a questa informazione pu diventare conscio. Se e quando ci accade, il soggetto
sperimenta un sentimento negativo che pu spaziare dal disagio al dolore. Con o senza coscienza
del processo, lorganismo intraprende una catena di risposte correttive chimiche e neurali. Nel
caso del cervello cosciente, la conseguenza non la mera riduzione di unesperienza negativa
qual il dolore: anche da un lato la riduzione di unesperienza negativa qual il dolore e
dallaltro una esperienza di piacere/ricompensa.
Questultima deriva in parte dallo stato favorevole alla vita ora probabilmente raggiunto dal
tessuto.
La comparsa di strutture cerebrali in grado di rilevare la probabile erogazione di stimoli positivi
(benefici) o negativi (minacce) ebbe anche essa la sua importanza. Specificamente, oltre a
rivelare stimoli positivi e negativi in quanto tali, il cervello cominci a servirsi di indizi per
prevederne lerogazione. Segnalando larrivo di stimoli positivi mediante la liberazione di
molecole come la dopamina e lossitocina; oppure, in caso contrario, segnalando minacce
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incombenti con il fattore di rilascio del cortisolo o con la prolattina. La liberazione di queste
molecole, a sua volta, ottimizza il comportamento necessario per ottenere, o evitare, lerogazione
dello stimolo. Il cervello pu anche usare molecole per segnalare un indizio non corretto (un
errore di previsione); distingue larrivo di un oggetto atteso con quello di un oggetto inatteso con
diversi gradi di intensit di scarica neuronale e con la corrispondente liberazione di una molecola
(la dopamina).
La coscienza ha aumentato ladattabilit, ha consentito ai suoi beneficiari di creare nuove
soluzioni per i problemi legati alla vita e alla sopravvivenza e ha permesso di farlo in
qualsiasi ambiente concepibile. Quando il cervello degli esseri umani cominci a mettere
insieme la mente cosciente, passammo da una regolazione semplice, concentrata sulla
sopravvivenza dellorganismo, a forme di regolazione sempre pi ponderate, basate su una
mente dotata di identit e personalit e ora attivamente concentrata alla ricerca non pi della
mera sopravvivenza, ma di una collocazione allinterno di specifici intervalli di benessere.
Lintenzione di sopravvivere nella cellula eucariota e nella coscienza umana sono la stessa
identica cosa. La regolazione dei processi vitali alla radice di numerose questioni che
richiedono una spiegazione in un contesto biologico generale e umano in particolare, come
lesistenza del cervello, del dolore, del piacere, delle emozioni, dei sentimenti, i comportamenti
sociali, le religioni, le economie, i comportamenti morali, le leggi, la giustizia, la politica, larte
la tecnologia e la scienza. Il cervello esiste per gestire i processi vitali allinterno di un corpo.
Quali sono nel cervello, le possibili sedi della mente?
Oltre a gestire i processi vitali, il cervello umano ha la capacit di creare mappe di informazione
corrispondenti a immagini che si modificano in base al nostro movimento. Le aree corticali
creano mappe dettagliate, ma anche alcune strutture subcorticali (come ad esempio i corpi
genicolati, i collicoli, il nucleo del tratto solitario e il nucleo parabrachiale) sono in grado di
creare mappe. Gli studi recenti di neuroimmagine stanno cercando di indagare la relazione tra le
immagini cerebrali e gli oggetti che ne stimolano la creazione, anche se le immagini sono
necessariamente private in quanto disponibili soltanto nella mente in cui si formano. Le ricerche
di Damasio lo hanno portato a pensare non solo che le immagini della mente sono legate fra loro
in modo logico, ma soprattutto che si formano anche quando non siamo coscienti, influenzando
in qualche modo il nostro pensiero e le nostre azioni. In altri termini, le immagini sono basate
su cambiamenti che hanno luogo nel corpo e nel cervello durante linterazione fisica con un
oggetto. I segnali inviati dai sensori distribuiti nel corpo creano configurazioni neurali che
mappano linterazione dellorganismo con loggetto (p. 98).
La neurologia della mente
Che parti del cervello hanno a che fare con la mente e quali no? alcune regioni cerebrali non
sono implicati nei fondamentali processi di creazione della mente. Altre vi sono implicate a
livello indispensabile e altre coadiuvano la creazione della mente, eseguendo compiti che
implicano generazione di immagini e gestione del loro flusso.
Il midollo spinale non essenziale per i fondamentali processi di creazione della mente.
Infatti la perdita completa del midollo spinale d luogo a gravissimi deficit motori ma i processi
della mente non sono cancellati. Esentato anche il cervelletto, che ha un ruolo importante nel
coordinamento del movimento e nel modulare le emozioni. Neanche lippocampo coinvolto.
coinvolta la corteccia cerebrale: numerose regioni corticali sono inequivocabilmente
coinvolte nella formazione delle immagini poi contemplate e manipolate nella mente. Le prime
manifestazioni affiorano nel tronco encefalico in cui affiorano anche i primi sentimenti.
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Gli esordi della mente


I nuclei del tronco encefalico assicurerebbero sentimenti a un livello elementare, le cortecce
insulari ne fornirebbero una versione pi differenziata e sarebbero in grado di metterli in
relazione con altri aspetti della cognizione basati su attivit cerebrali che si svolgono altrove.
probabile che lesordio della mente sia da ricercarsi nel collicolo superiore, dove potrebbe
trovarsi anche lesordio del s.
Ci siamo avvicinati alla creazione della mente?
La creazione della mente unattivit altamente selettiva: non tutto il sistema nervoso
coinvolto nel processo.
Quelli che noi sperimentiamo come stati mentali corrispondono non solo allattivit di unarea
cerebrale separata e distinta, ma anche al risultato dellintenso scambio di segnali ricorsivi che
coinvolge numerose regioni.
Il corpo nella mente
Portare il corpo alla mente lespressione ultima della intrinseca referenzialit del cervello nei
confronti del corpo, del suo atteggiamento intenzionale riguardante il corpo. Il cervello pu fare
qualcosa di pi che mappare gli stati del corpo: pu anche trasformarli e simulare quelli che non
si sono ancora verificati. Corpo e cervello sono impegnati in una incessante coreografia
interattiva. I pensieri formati nel cervello possono indurre stati emozionali poi eseguiti nel corpo,
mentre questultimo pu modificare il paesaggio cerebrale e pertanto il substrato dei pensieri.
Gli stati cerebrali, che corrispondono a certi stati mentali, inducono particolari stati corporei.
Rappresentare quantit e costruire qualit
Lo stato del corpo viene percepito come una variazione del piacere o del dolore, del rilassamento
e della tensione: pu esserci un senso di energia o di spossatezza, di leggerezza o di pesantezza
fisica, di entusiasmo o di scoraggiamento. Come viene ottenuto questo effetto qualitativo di
fondo?
Disponendo i vari segnali quantitativi afferenti alle strutture del tronco encefalico e alle cortecce
insulari in modo che essi compongano paesaggi diversi per gli eventi in corso nel corpo. Per
esempio, quando si ha esperienza di un sentimento si ha la percezione integrata di alcuni
cambiamenti, nel momento in cui essi hanno luogo nel paesaggio del corpo.
Lo stimolo emotigeno, che pu essere un evento, una scena, un'espressione del volto o un
particolare tono di voce, viene elaborato in prima istanza dai centri sottocorticali dell'encefalo, in
particolare l'amigdala che riceve l'informazione direttamente dai nuclei posteriori del talamo (via
talamica o sottocorticale) e provoca una prima reazione automatica e neuroendocrina con la
funzione di mettere in allerta l'organismo. In questa fase l'emozione determina quindi diverse
modificazioni somatiche, come ad esempio la variazione delle pulsazioni cardiache, l'aumento o
la diminuzione della sudorazione, l'accelerazione del ritmo respiratorio, l'aumento o il
rilassamento della tensione muscolare.
Lo stimolo emotigeno viene contemporaneamente inviato dal talamo alle cortecce associative,
dove viene elaborato in maniera pi lenta ma pi raffinata; a questo punto, secondo la
valutazione, viene emessa un tipo di risposta considerata pi adeguata alla situazione, soprattutto
in riferimento alle "regole di esibizione" che appartengono al proprio ambiente culturale. Le
emozioni, quindi, inizialmente sono inconsapevoli; solo in un secondo momento noi
"proviamo" l'emozione, abbiamo cio un sentimento. Normalmente l'individuo che prova una
emozione diventa cosciente delle proprie modificazioni somatiche (si rende conto di avere le
mani sudate, il battito cardiaco accelerato, etc.) ed applica un nome a queste variazioni
psicofisiologiche ("paura", "gioia", "disgusto", ecc.).
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Origine dei sentimenti


Esistono dei sentimenti primordiali che riflettono spontaneamente lo stato del corpo che vive. I
sentimenti primordiali sono i precursori di tutti gli altri sentimenti e si fondano sul
funzionamento dei nuclei del tronco encefalico superiore, che sono parte integrante dei
meccanismi di regolazione dei processi vitali.
Emozioni e sentimenti
Le emozioni sono programmi di azione complessi e in larga misura automatici, messi a
punto dallevoluzione. Sono programmi di azioni sono accompagnate da particolari idee. Il
mondo delle emozioni in buona parte un mondo di azioni che vengono eseguite nel corpo e
spaziano dalle espressioni facciali e dalle diverse posture alle modificazioni che interessano i
visceri.
I sentimenti delle emozioni sono percezioni di quello che accade nel nostro corpo e nella nostra
mente quando ha luogo unemozione.
Da un punto di vista neurale, il ciclo emozione-sentimento comincia nel cervello: dapprima con
la percezione e la valutazione di uno stimolo potenzialmente in grado di causare unemozione,
successivamente con linnesco di questultima. Il processo poi si estende sia ad altre regioni del
cervello sia al corpo dando luogo a modificazioni e provocando lo stato emozionale. Alla fine il
processo torna al cervello nella regione della corteccia insulare , quindi in una regione diversa
da cui ha avuto origine, e in cui si ha la percezione dello stato emozionale, componente
rappresentata dal sentimento.
La variet delle emozioni: universali, di fondo e sociali
Le emozioni universali (come paura, rabbia, tristezza, felicit, disgusto e sorpresa), presenti
cio in tutte le culture, dimostrano che esse sono programmi dazione automatici e non appresi,
che hanno la loro origine nella selezione naturale e nelle istruzioni contenute nel genoma.
Tuttavia, pur essendo simile il meccanismo essenziale delle emozioni, linfluenza della cultura e
delleducazione permette agli individui di personalizzare le espressioni emozionali (come di
fatto avviene ad esempio nellesibizione pubblica del riso e del pianto nelle diverse culture).
Le emozioni di fondo (per es. entusiasmo e scoraggiamento) possono avere luogo per uno
stimolo esterno o interno (malattia e affaticamento). Lo stimolo pu innescarle senza che il
soggetto ne sia consapevole. Oltre alle emozioni di fondo, noi possediamo emozioni sociali
(come compassione, imbarazzo, vergogna, senso di colpa, disprezzo, gelosia, invidia, orgoglio,
ammirazione) che sono evolutivamente recenti ed probabile che alcune di esse siano
appannaggio esclusivo degli esseri umani.

Le neuroscienze hanno identificato diverse sostanze chimiche che sono associate a stati di
ricompensa e punizione e quindi, per estensione, al valore.
Alcuni nuclei cerebrali sintetizzano queste molecole e le inviano ad altre parti del cervello e al
resto del corpo. I nuclei cerebrali sono raggruppamenti di neuroni localizzati in regioni
subcorticali.
Che cosa induce i neuroni a liberare quelle molecole e cosa accade con la loro liberazione?
Dove si trova il motore dei sistemi di valore?che cosa mette in moto questo sofisticatissimo
macchinario? il valore ha a che fare con la sopravvivenza e nel caso degli esseri umani, con la
qualit della sopravvivenza e quindi con il benessere.

Ricompense e punizioni
Piano omeostatico: insieme di linee guida che lorganismo deve seguire per raggiungere i suoi
obiettivi.
Perch una certa azione sia realizzata in maniera efficiente e corretta, occorre che vi sia un
incentivo. Sono questi i complessi dispositivi che abbiamo chiamato ricompensa e punizione.
Nessuna di queste operazioni necessita di una mente, e meno che mai di una mente dotata di
coscienza.
Ricompense e punizioni sono somministrate in base allo schema del piano omeostatico, che ha
un protocollo di reazione. Tutta loperazione cieca, senza soggetto, proprio come le reti
geniche. Lassenza di mente e del s perfettamente compatibile con intenzioni e scopi
spontanei e impliciti. Lintenzione quella di conservare stato e struttura. Lo scopo quello di
sopravvivere.
Come si sviluppano gli incentivi?
Le mappe cerebrali degli stati in cui i parametri tissutali si discostano significativamente
dallintervallo omeostatico, andando in una direzione non favorevole alla sopravvivenza, sono
esperite con una qualit che abbiamo chiamato dolore e punizione. Allo stesso modo, quando i
tessuti operano nel settore pi favorevole dellintervallo omeostatico, le mappe cerebrali degli
stati corrispondenti sono esperite con una qualit che abbiamo chiamato piacere e ricompensa.
Gli agenti implicati in questa orchestrazione si chiamano ormoni e neuromodulatori.
Il cortisolo un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. La sua azione principale consiste
nell'indurre un aumento della glicemia. Una ulteriore funzione, non meno importante, quella di
contrastare le infiammazioni, in quanto il cortisolo ha una azione anti-immunitaria: Cause
dellaumento: uso di alcuni farmaci, stress, gestazione, ipertiroidismo, scorretta alimentazione.
L'eccesso di quest'ormone viene detto ipercorticosurrenalismo, o ipercortisolismo, o sindrome di
Cushing, ha come sintomi stanchezza, osteoporosi, iperglicemia, diabete mellito tipo II, perdita
di tono muscolare e cutaneo, colite, gastrite, impotenza, perdita della libido, aumento della
pressione arteriosa e della concentrazione sanguigna di sodio, strie cutanee, depressione, apatia,
euforia, diminuzione della memoria.
Dopamina:
Stimoli che
producono
motivazione
e ricompensa (fisiologici
quali
il sesso, cibo buono, acqua, o artificiali come sostanze stupefacenti, o elettrici ma anche l'ascolto
della musica), stimolano parallelamente il rilascio di dopamina nel nucleus accumbens. Si visto
che bloccando il recettore D2, si ottiene ancora la liberazione di dopamina e la trasmissione del
piacere incrementa. Su questo principio si basa la cura della depressione, che consiste nel
bloccare il recettore D2 e fare liberare quanta pi dopamina possibile, per risollevare il tono
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dellumore in modo farmacologico. In farmacologia: Gli antagonisti dopaminergici come terapia


di prima scelta nella malattia di Parkinson, sia -in misura minore- come antidepressivi e contro
la dipendenza. Va considerato che si possono avere gravi effetti collaterali, come indicato nei
foglietti illustrativi solamente dal 2007, quali bulimia, ipersessualit, gioco compulsivo (gioco
d'azzardo), acquisti compulsivi in circa l'8% di coloro che sono affetti dalla malattia di
Parkinson.

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