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Prefazione

Laccostamento compiuto da Chiara Bertoglio dei termini Logos e


musica non ha niente di giustapposto o artefatto. piuttosto la manifestazione della comprensione della dialettica originaria che dice la
compenetrazione tra le realt espresse da queste due dense parole. Si
tratta infatti di considerare, alla luce di questa vivida riessione condotta con semplicit e competenza, come il L/l-ogos nel duplice rinvio al Cristo e alla ragione come indissolubile unit di pensiero e linguaggio possa essere ritrovato nella musica e la musica possa esprimere dimensioni altrimenti incomunicabili del L/l-ogos. La congiunzione del titolo dice questunit nella distinzione: il Logos nella musica e la musica nel Logos. Una sintesi dinamica e non esauribile in forme gi prodotte e, pertanto, accantonabili. Si tratta piuttosto di una
realt la cui comprensione ci invita e ci attende, al modo dellorizzonte. Ci che traspare dalla lettura che, a ben vedere, latto signicato dallaccezione comune del logos quella che si riferisce allunit di
pensiero e linguaggio e la musica con tutta lintelligenza dei suoni, degli accordi, delle armonie e delle forme musicali scaturiscono
e convergono nel Logos che Ges Cristo, mediante il quale tutto
stato fatto (Gv 1,3) e nel quale tutto ricapitolato (cf. Ef 1,10).
Il piacevole addentrarsi tra le pagine del libro conduce il lettore a desiderare di fare esperienza di quellascolto di Cristo nel Bello dei suoni
annunciato dal sottotitolo. A questo punto la memoria non pu che
correre al pulchrum dei teologi medievali e, in particolare, alla Sum3

ma Theologiae di san Tommaso dAquino. Trattando della teologia


trinitaria nel complesso contesto della relazione tra le Persone e lEssenza, il Dottore Angelico spiega come la bellezza non pu che trovare unanalogia con la Persona divina del Figlio. Questaermazione
poi argomentata rilevando come se la bellezza si denisce in ordine allintegrit, alla perfezione o armonia e alla chiarezza o splendore
allora il Figlio che ha in s in modo integrale la natura del Padre,
cos come al Figlio, in quanto immagine del Padre, che si deve attribuire larmonia ed, inne, sempre al Figlio che occorre riconoscere lo splendore in quanto Logos, Verbum1. A questo punto, come non
sentire ancora una volta leco del Prologo giovanneo: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verit (Gv 1,14). stato Hans Urs von Balthasar nel corso del Novecento a riprendere questi li che hanno intessuto la coscienza cristiana, mettendone in evidenza linsuperabile prolo estetico. La Gloria che splende dalla Croce la bellezza dellamore
misericordioso del Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo che
trasgura le categorie classiche di integrit, armonia e splendore alla
luce del Mistero Pasquale. Lanalogia tommasiana conservata e approfondita nella dialettica di similitudine e dissimilitudine che ci attrae nel Mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, crocisso e risorto.
Questa vicenda la cifra del Bello, il cui aspetto di armonia anche
trasgurando la tonalit minore della passione e facendola cantare al
modo di quella maggiore della risurrezione nella persona di Ges il
Figlio2 risuona nelle composizioni pi riuscite.
Linterpretazione oerta nelle pagine di Logos e musica fondata pi
sulla recezione dellopera musicale, cos come viene compresa ed
esplorata a partire dalla fede nella Rivelazione, che non sullautonomia dellopera musicale analizzata secondo criteri puramente formali. Questa lettura bench feconda e aperta alla verit non si sottrae al
conitto delle interpretazioni, ma insieme si propone come una pos4

sibilit capace di resistere al tecnicismo senzanima e di aprire al plenum di senso donato alla coscienza di ogni uomo. Lungi dal travisare
o dal racchiudere le potenzialit dellopera musicale, la lettura cristiana ne amplica il senso liberandolo da certi strangolamenti razionalistici o dagli ebbri eccessi di ben noti irrazionalismi. Il Logos dona e rispetta il logos, cos come la fede richiede e rispetta la ragione. a partire da questarmonia di fondo che san Tommaso ha potuto riprendere il celebre detto, attribuito allo pseudo-Ambrogio, omne verum
a quocumque dicatur a Spiritu Sancto est 3. In forza della circolarit
dei trascendentali dellessere (verum, bonum, pulchrum) e rispettivamente allinterpretazione della musica qui oerta possiamo dire che
anche ogni Bello, da chiunque sia rappresentato, viene dallo Spirito
Santo e lo Spirito Santo annuncia Cristo (cf. Gv 16,13-14). In questo modo, nellinterpretazione cristiana delle opere musicali, il rispetto per lintenzione dellautore unito ad una capacit di lettura che
libera lopera in direzione di potenzialit inedite e, al limite, divine
di senso. Capaci di risollevarci da quel cinismo della lettura proprio
di una cultura eccessivamente tecnica che, incosciente del nichilismo
di cui sammanta, troppo spesso languisce in quello che Paul Ricoeur
chiamava il deserto della critica4, impedendo ad innumerevoli frutti del genio umano di parlarci ancora in modo vitale.
in questa cornice che mi piace collocare le penetranti letture di
Chiara Bertoglio, frutto della contemplazione sullespressione musicata del Mistero che viene condivisa con grande libert e gioia. Noi
domenicani siamo abituati a vivere questa dinamica nella predicazione e, sempre con san Tommaso, diciamo: contemplari et contemplata aliis tradere.
Milano, 12 aprile 2009
Domenica di Pasqua nella Risurrezione del Signore
Prof. Fr. MARCO SALVIOLI O.P.
Studio Filosoco Domenicano
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Note
S. Th. I, q. 39, a. 8, co.
Devo questosservazione a unintuizione di Giuseppe Barzaghi O.P. su Bach,
cf. Il dono delle lacrime, divina malinconia, in Bo7 di Avvenire, 14 agosto 2005 (ed.
Bologna).
3
Cf., tra gli altri luoghi, S. Th. I-II, q. 109, a. 1.
4
P. RICOEUR, Il simbolo d a pensare, ed. it. a cura di I. Bartoletti, Morcelliana,
Brescia 2002, p. 9.
1
2

Introduzione

Quando due degli aspetti pi importanti della vita di una persona


prendono ad intersecarsi ttamente, e quando si scopre che essi si
possono illuminare a vicenda, potenziandosi, raorzandosi e chiarendosi lun laltro, ne scaturisce inevitabilmente una gioia profonda,
un arricchimento interiore, e soprattutto il desiderio di condividere
il piacere della scoperta con i compagni di cammino.
Ho ricevuto il dono della fede cristiana nella mia prima infanzia, soprattutto grazie alla profonda, sincera e convinta religiosit dei
miei genitori e dei miei nonni; e la musica entrata nella mia vita altrettanto presto, prima come sottofondo delle mie giornate di bambina, poi come attivit esperita personalmente, a partire dai tre anni.
Non da tantissimo, tuttavia, che queste due colonne della mia
esistenza hanno scoperto le potenzialit insite nella loro cooperazione, e mi stupisco ogni giorno di quanto la musica e la fede possano intrecciarsi fecondamente. Non se ne pu stabilire, ovviamente,
unequivalenza semplicistica: la musica, come manifestazione artistica, mantiene la propria specicit estetica, la propria peculiare ricchezza, e la fede non ha bisogno di musica per trovare le proprie ragioni e le proprie motivazioni.
tuttavia molto bello, secondo me, quando due dei propri amici
diventano amici a loro volta: e da questa amicizia tra fede e musica
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sono sgorgate per me grandi ricchezze spirituali, artistiche ed umane. Se ne giova la spiritualit, che si abbellisce, si fa lieta, si completa ed umanizza a contatto con la bellezza dei suoni; se ne giova larte,
che sfronda il proprio narcisismo per diventare contemplazione del
trascendente; se ne giova la persona, che scopre la latente unitariet
delle proprie pi grandi aspirazioni, e diventa capace di maggior empatia nei confronti dei propri simili, nel momento in cui la sfera apparentemente astratta dellarte trova la concretezza di unincarnazione nel quotidiano.
Proprio nel desiderio di far conoscere tra loro i miei amici, ho
pensato quindi di raccogliere nelle pagine che seguiranno una serie
di passeggiate musicali e spirituali, alle quali invito cordialmente
anche il lettore. Si tratta di camminate di esplorazione, in cui mi avventuro, umilmente e gioiosamente, in alcuni degli sterminati sentieri potenzialmente insiti in capolavori della musica occidentale. Su di
essi si posa lo sguardo curioso ed aperto di chi desidera cogliere ogni
occasione per avvicinarsi al senso profondo ed ultimo dellesistenza;
lascolto musicale si fa icona dellascolto del Logos, che diviene a sua
volta accoglienza dellIncarnazione.
Ascolta, Israele : il comando dello shema, dello spalancare le porte
del proprio cuore tramite il senso delludito prelude al comandamento dellamore divino e dellamore del prossimo. Dallascolto del Bello musicale pu nascere una contemplazione assorta ed orante, che si
traduce in charitas se trova unadeguata disposizione dello spirito.
Percorrere i sentieri di cui le musiche di Bach, Hndel, Haydn,
Beethoven e Mussorgskij sono intessute diventa quindi quasi un pellegrinaggio: la gioia che nasce dallammirazione per i paesaggi musicali scaturiti dalla penna dei compositori si assomma alla felicit dellavvicinarsi alla Civitas Dei, tempio divino sfolgorante di bellezza.
Ancora una volta, quindi, le pagine che ho scritto sono quasi dei
diari di viaggio, dei giornali di bordo: resoconti di esperienze spirituali ed artistiche nei viaggi interiori compiuti in compagnia della fe8

de e della musica. In alcuni casi, questi diari di viaggio prendono la


forma delle cosiddette guide allascolto, e desiderano essere tracce
e spunti per coloro che non abbiano una particolare formazione musicale n una specica conoscenza pregressa dei brani proposti. In altri casi, pur mantenendo limpianto di base della guida allascolto,
lo studio si fa pi approfondito e serrato, e mi auguro che specicamente le sezioni dedicate a Beethoven e Mussorgskij possano in parte contribuire ad una maggior comprensione o ad una diversa lettura
di questi grandi cicli musicali.
Intervengono quindi, nella scrittura, le mie anime di credente
e di musicista; la musicologa quasi si ritira discretamente, nel timore
che analisi e discettazioni possano sgualcire il profumo e lo stupore
della contemplazione. Qua e l, forse, aoreranno spunti che lo studio scientico potr cogliere ed approfondire; ma lobiettivo di queste pagine un altro, e spero che il lettore che lo condivide potr trovarsene almeno in parte soddisfatto.
Se, al termine della lettura, chi avr percorso con me questi sentieri si sar sentito incoraggiato a vivere con cordiale disponibilit
danimo nuove esperienze artistiche e musicali, e se queste saranno a
loro volta occasioni per la gioiosa contemplazione della Bellezza divina, allora la condivisione di questo mio pellegrinaggio sar stata procua; in ogni caso, tuttavia, lesperienza stessa di questo cammino stata per me sorgente di profonda serenit e felicit, e spero
di contribuire a diondere questa letizia fra coloro che hanno ora in
mano il mio libro.

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