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METEOROLOGIA

Enrico Ferrero

A.A 2003/2004

Lista dei principali simboli usati


V volume
t coordinata temporale
densit
inverso del volume specifico
S superficie

versore normale alla superficie

v o u vettore velocit (anche maiuscolo)

divergenza di v
x, y, z coordinate spaziali (z in genere indica la direzione
verticale)
x1, x2, x3 coordinate spaziali
u, v, w, componenti vettore velocit (w in genere velocit
verticale)
u1, u2, u3 componenti vettore velocit
p pressione
n numero di moli
R costante dei gas perfetti
Cp calore specifico a pressione costante
Cv calore specifico a volume costante
m massa
0 massa di una mole
T temperatura assoluta
e pressione parziale del vapor dacqua
vv volume specifico
Tv temperatura virtuale
q umidit specifica
U energia interna
Q quantit di calore
o temperatura potenziale o potenziale virtuale
T tensore degli stress (sforzi)
2

ij

componenti del tensore degli stress

d
D
o
derivata totale (o sostanziale)
dt Dt


t ; x

derivata parziale, vale la relazione:

= +u +v +w
Dt t x y z

Gi forze di volume

viscosit molecolare dinamica


viscosit molecolare cinematica
velocit di rotazione terrestre (vorticit planetaria)

ij delta di Kronecker (vale 0 se i j, vale 1 se i=j)

g accelerazione di gravit
latitudine
f = 2 sin parametro di Coriolis
Ug velocit del vento geostrofico
uiuj componente del tensore degli stress turbolenti di Reynolds

V, H viscosit turbolenta verticale e orizzontale


conduttivit termica
u flussi turbolenti

L lunghezza di scala orizzontale


H lunghezza di scala verticale
vorticit relativa

componente verticale della vorticit relativa


3

1-I MOTI ATMOSFERICI

I moti atmosferici sono descritti di un insieme di 3 equazioni


differenziali:
Conservazione della massa (equazione di continuit)
Conservazione della quantit di moto (equazioni di NavierStokes)
Conservazione

dellenergia

(primo

principio

della

termodinamica)
Inoltre, per chiudere il sistema necessaria una quarta equazione,
lequazione di stato dei gas ideali.
Nello studio dei fenomeni atmosferici, e pi in generale in
fluidodinamica, si distinguono due modi per descrivere le variabili
fisiche: Euleriano e Lagrangiano.
Nel sistema di riferimento Euleriano le variabili vengono
osservate da un punto fisso di coordinate x,y,z e sono funzione di
queste coordinate, oltre che naturalmente del tempo, per esempio:
u(x, y, z, t). Nel sistema di riferimento Lagrangiano si segue il

moto delle particelle di fluido. Le variabili dipendono quindi dalla


posizione iniziale (al tempo t=0) e dal tempo u(x0, y0, z0, t).

La variazione temporale totale (o sostanziale)

du
dt

, di una variabile

atmosferica data dalla somma della sua variazione locale nel


u
tempo t pi il termine avvettivo dovuto al moto del fluido
u

u
u
u
+v
+w
x
y
z

du u
u
u
u
=
+u
+v
+w
dt t
x
y
z .

2-LEQUAZIONE DI CONTINUITA
Questa equazione esprime il bilancio di massa in un volume V. La
variazione di massa dovuta solo al flusso attraverso la superficie
che contorna il volume V allora, se la densit:

( )

+ div v = 0
t

Per fluidi incompressibili si ha:

u v w
div(v) =
+ +
=0
.
x y z

3-LEQUAZIONE DI STATO
Per un gas lontano dal punto critico vale, con buona
approssimazione lequazione di stato

pV = nRu T
dove Ru la costante universale dei gas (8.314 J mol-1 K-1), n il
numero di moli, n=m/0 : massa diviso massa di un mole (peso
molecolare).
Lequazione pu essere riscritta in altra forma ponendo R=Ru/0
=287 m2 s-2 K-1, per aria secca e condizioni standard.

p = RT
dove la densit
Se latmosfera umida bisogna considerare il vapore dacqua. Il
contenuto di vapore dacqua pu essere caratterizzato dallumidit
specifica:

mv v
q=
=
m

cio il rapporto tra la massa del vapor dacqua mv e la massa


dellaria umida m=mv+md dove md la massa dellaria secca. Si

= = v

v
inoltre definito
vv V , dove vv il volume specifico, per
cui =v

+d.

Si ricordi che il vapore pi leggero dellaria umida che a sua


volta molto pi leggera dellaria secca v < < d.
La pressione atmosferica la somma delle pressioni parziali
dellaria secca pd e del vapore dacqua e (legge di Dalton).
Supponendo che entrambi siano gas ideali si ottiene

p = p d + e = d RT + v R v T =
= RT

d
1 . 61 v
+

= RT (1 + 0 . 61 q )

Rv 28.96
essendo R = 18 = 1.61 (rapporto tra i pesi molecolari)
oppure

p = RTv
dove,

Tv =T(1+0.61q)
8

la temperatura virtuale, ovvero la temperatura che deve avere


una particella daria secca per avere la stessa densit di una
particella di aria con umidit specifica q a parit di pressione.
Inoltre Rv=1.61R.
Nel caso in cui sia presente sia vapore sia liquido si ha,

=v+L+d
e

Tv =T(1+0.61q-qL),
essendo qL =L/ per il liquido.

4-IL PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA


Le variazioni di energia interna sono legate agli scambi di calore e
di lavoro dalla legge (primo principio)

dU = Q pdV

Per un processo adiabatico dQ=0 vale lequazione di Poisson

Tv1
p1
=
Tv 2
p2

R
cp

dove cp=1007 m2 s-2 K-1 il calore specifico a pressione costante


(diviso 0 ).
La temperatura potenziale virtuale definita, dallequazione di
Poisson, come la temperatura virtuale raggiunta da una particella
portata, con un processo adiabatico, dalla pressione a livello p fino
al livello 1000 mbar

1000
= Tv
p

R
cp

Il primo principio pu essere riscritto come segue

dU = Q d ( pV ) + Vdp = Q RdT + Vdp


utilizzando la relazione di Mayer cp-cv=R e la relazione dU=cvdT,
considerando per semplicit una mole, si ottiene:

c p dT = Q + Vdp
Si tenga conto che in questa espressione cp ed R sono divisi per 0
e quindi anche gli altri termini vanno considerati per unit di
10

massa, in particolare si ha , avendo considerato una mole, V/0


=1/. Inoltre, avendo ottenuto questa espressione per unit di
massa, essa resta valida in generale per n moli.
Derivando rispetto al tempo la precedente espressione del primo
principio e considerando la temperatura virtuale si ha

dTv
1 dp
=
+ S
dt
c p dt
1 Q
=
S
dove si posto c dt che rappresenta sorgenti e pozzi di
p
calore.
Infine con laiuto dellequazione per la temperatura potenziale 1
si ha:

d
= S
dt Tv

Prendendo il logaritmo dellespressione che definisce la temperatura potenziale e

differenziando otteniamo:

d dTv R dp
=

Tv c p p

11

5-EQUAZIONI DEL MOTO (di Navier-Stokes)


La variazione della quantit di moto in un volume V data dalle
forze sulla superficie di tale volume, pi le forze agenti sullintero
volume.
T forze di superficie

G forze di volume
Per la singola componente si ha:

d
u = div(T ) + G
dt

5.1)

T rappresenta il tensore degli stress

11 12 13
T = 21 22 23
31 32 33

ii

componenti normali

ij

componenti parallele

12

E un tensore simmetrico

ij = ji

Se il fluido senza attriti, non viscoso, si ha:

ij = 0

per ij,

inoltre

11 = 22 = 33 = p
e quindi

11 + 22 + 33
3

= p
13

La pressione invariate per rotazioni (isotropia).


Sostituendo lespressione di

ij

nellequazione (5.1), se il fluido

incompressibile, si ottiene:

1 p
du
=
+ Fr + G
dt
x
dove il primo termine a destra delluguale rappresenta le forze di
gradiente di pressione:

Fr rappresenta le forze di attrito viscoso:

G rappresenta la forza di gravit


14

Se il fluido si trova in un sistema di riferimento rotante (non


inerziale) come la terra:

bisogna trasformare lequazione precedente utilizzando le seguenti


relazioni:

v =V + R

= +
t inerziale t
15

dove

la velocit nel sistema inerziale, V la velocit nel

sistema rotante, la velocit di rotazione terrestre ed R il vettore


posizione rispetto al centro della terra che individua la posizione
della particella daria.
Si ottiene:

dv
dV
=
+ 2 V + R
dt inerz. dt

dove il secondo termine della parte destra e laccelerazione di


Coriolis e il terzo e la forza centrifuga.
Questultimo, di norma, viene inglobato nel termine di gravit,

g = G R

dando origine alla gravit effettiva g.


Scrivendo per componenti il termine di Coriolis si ottiene,
considerando il sistema di riferimento della terra:
asse x diretto verso EST
asse y diretto verso NORD
asse z perpendicolare al piano tangente

16

e indicando con la latitudine, si ha:

du
1 p
=
+ Fr + 2 sin v 2 cos w
dt
x

5.2)

dv
1 p
=
+ Fr 2 sin u
dt
y
dw
1 p
=
+ Fr g + 2 cos u
dt
z

17

6- SEMPLIFICAZIONE DELLE EQUAZIONI BASE


Ogni variabile termodinamica viene scomposta in due parti: uno
stato di riferimento (sinottico) ed una perturbazione:

p = p 0 + p

= 0 +
T = T0 + T

= 0 +
dove, accanto alle usuali variabili termodinamiche, pressione (p),
densit () e temperatura assoluta (T), stata introdotta la
temperatura potenziale (), ovvero la temperatura che una
particella daria avrebbe se fosse portata dalla quota in cui si trova
(alla pressione p), alla quota di riferimento caratterizzata da una
pressione di 1000 hPa, tramite un processo adiabatico secco:

=T

1000
p

R
cp

Le variabili di riferimento soddisfano le seguenti equazioni:


equazioni del vento geostrofico:

18

1 p0
= fU g1
0 y

6.1a)

1 p0
= fU g 2
0 x

6.1b)

1 p0
= g
0 z

6.2)

p0 = 0 RT0

6.3)

equazione idrostatica:

equazione di stato:

dove con f si indicato il parametro di Coriolis

f = 2 sin .

Utilizzando le (6.1a), (6.1b) e (6.2) e trascurando le fluttuazioni di


densit in tutti i termini tranne che in quello di gravit
(approssimazione di Boussinesq), si ottengono le equazioni del
moto atmosferico (e oceanico).
Si noti che lapprossimazione di Boussinesq e valida per flussi
atmosferici con scala verticale delle lunghezze inferiore a 1km. Da
essa deriva lincompressibilit del fluido e la soppressione delle
onde acustiche.
Nello scrivere i termini di Coriolis si possono trascurare i termini
2 cosw e 2 cosu .
19

E generalmente accettato che i flussi atmosferici e oceanici siano


descritti da queste equazioni.
Non si conoscono soluzioni analitiche, ma possono essere risolte
numericamente. La complessit e introdotta dai termini non
lineari (prodotti delle componenti delle velocit per le loro
derivate):

du u
u
u
u
=
+u
+v
+w
dt t
x
y
z
che determinano il comportamento caotico, la dipendenza dalle
condizioni iniziali e la non predicibilit.
Un grosso problema nella soluzione di queste equazioni e dato
dal grande numero di scale spaziali e temporali che e necessario
considerare.
Questo problema pu essere risolto con lipotesi di Reynolds: le
variabili possono essere scomposte in un termine medio pi una
fluttuazione, il primo termine corrispondente alla grande scala ed
il secondo alla piccola scala:

ui = U i + ui

p = P + p

= +
le medie possono essere spaziali, temporali o dinsieme.
20

Sostituendo e mediando lequazioni si ottengono delle nuove


equazione, per i valori medi, analoghe alle equazioni di NavierStokes ma nelle quali compaiono dei termini in pi, delle nuove
incognite date dai valori medi dei prodotti delle fluttuazioni
(cross-correlazioni) detti Reynolds stress:

2
2
2
u 'v', u 'w', v'w', u '
, v' , w'

Questi termini costituiscono un tensore simmetrico detto tensore


degli stress di Reynolds e rappresentano la parte turbolenta del
moto.
Il problema e come esprimere questi termini in funzione delle
quantit medie in modo da chiudere le equazioni, per questo
motivo va sotto il nome di chiusura della turbolenza.
Una semplice soluzione si ottiene immaginando che il moto
turbolento a piccola scala agisca sul moto a grande scala nello
stesso modo in cui il moto molecolare influenza il flusso
macroscopico, introducendo il concetto di viscosit turbolenta o
eddy viscosity il tensore degli stress si pu esprimere in
funzione dei gradiente delle quantit medie, come segue:

21

u = H

U
x ,

uv'= H

2
v'
= H

U V
+
y x

V
y ,

2
w'
= V

u 'w'= V

,
v'w'= V

U
W
H
z
x

W
z
,

V
W
H
z
y

dove si introdotta la condizione di anisotropia distinguendo tra


viscosit turbolenta orizzontale H e verticale V.
In atmosfera:
V 10 m2s-1
H 105 m2s-1
nelloceano:
V 0.01 m2s-1
H 102 m2s-1
Valori molecolari:
= 1.5 10-5 m2s-1
= 10-6 m2s-1

per laria
per lacqua.

Lo stesso procedimento pu essere applicato allequazione per la


temperatura potenziale, che riscriviamo introducendo il termine di
22

conduttivit termica e introducendo lipotesi di Reynolds e

mediando lequazione si ottiene una nuova equazione dove

, v'
, w'
.
compaiono i flussi turbolenti di calore: u '
Analoghi procedimenti di media si possono applicare alle altre
equazioni differenziali che descrivono i moti atmosferici

7- IL FLUSSO GEOSTROFICO
Consideriamo la cosiddetta scala sinottica, definita dalle seguenti
grandezze di scala per le variabili che caratterizzano il moto
atmosferico:
U 10 m s-1

scala delle velocit orizzontali

W 1 cm s-1

scala delle velocit verticali

L 106 m

lunghezza di scala orizzontale

H 104 m

lunghezza di scala verticale

P/ 103 m2s-2

scala delle fluttuazioni orizzontali di pressione

L/U 105 s

scala dei tempi


23

Utilizzando questi valori di scala possiamo valutare gli ordini di


grandezza e quindi la relativa importanza dei vari termini delle
equazioni del moto non mediate (5.2).

Per le equazioni orizzontali si ha:


Eq. -x

du
dt

2 sin v 2 cosw

Eq. -y

dv
dt

2 sin u

Scale

U2
L

f 0U

ms-2

10-4

10-3

f 0W
10-6

1 p
x

Fr

1 p
y

Fr

P
L

10-3

10-12

U
H2

4 1
Dove f 0 = 2 sin 0 10 s per le medie latitudini e 10 5 m 2 s 1

viscosit cinematica molecolare.


Tenuto conto degli ordini di grandezza dei vari termini possiamo
semplificare lequazioni del moto orizzontali mantenendo solo i
termini dellordine di 10-3 si ottengono cos lequazioni per il moto
geostrofico :
24

fv =
fu =

1 p
x

1 p
y

Il primo termine trascurato, perch di un ordine di grandezza


inferiore e la derivata temporale delle componenti della velocit,
quindi queste equazioni sono valide se il rapporto tra questo
termine e quelli che le compongono e molto minore di 1. In altre
parole lapprossimazione geostrofica e valida se il numero di
Rossby definito come rapporto tra i termini inerziali (derivate
temporali) e quelli dovuti alla rotazione:
U2 /L U
Ro =
=
fU
fL

e molto minore di 1 (Ro<<1). Si noti che Ro e una quantit


adimensionale e quindi indipendente dal sistema di misura
utilizzato.
Quando questa condizione non e pi valida, si debbono includere
anche i termini inerziali, cio utilizzare le equazioni quasigeostrofiche.

du
1 p
fv =
dt
x
dv
1 p
+ fu =
dt
y
25

Per lequazione verticale si ha:


Eq. -z

dw
dt

2 cos u

Scale

UW
L

f 0U

ms-2

10-7

10-3

1 p
z

-g

Fr

P0
H

10

10

10-15

W
H2

con P0=103 hPa e =1 Kg m-3.


I termini pi importanti sono quelli di gradiente di pressione e di
gravit, considerando solo questi due termini si ottiene
lequazione idrostatica:
1 p
= g
z

26

Questa

equazione

pu

essere

considerata

una

buona

approssimazione dellequazione del moto verticale, in un gran


numero di casi ed di scale di moto, infatti i termini che la
compongono sono di diversi ordini di grandezza maggiori degli
altri. Tuttavia equazioni pi complesse devono essere considerate
in casi in cui non sia possibile trascurare laccelerazione verticale
(equazioni non-idrostatiche).
Quindi per le scale qui considerate o, pi in generale, quando le
scale del moto siano tale da dare un numero di Rossby minore di
1, la soluzione delle equazioni del moto e data dal flusso
geostrofico che obbedisce al seguente set di equazioni:

ug =

1 p
f y

1 p
vg =
f x
p
= g
z
U

con Ro = fL << 1 .
Per esempio con U=10 m s-1 f=10-4 s-1 ed L=1000 Km si ha:
Ro=0.1
27

Le equazioni precedenti rappresentano un moto lungo le isobare


(curve lungo le quali la pressione e costante) come rappresentato
in figura per lemisfero nord:

-grad p

p-p
p= cost.

Forze di
Coriolis

Si possono verificare due diverse situazioni:


In presenza di un minimo di pressione (L) si ha circolazione
ciclonica:

28

-grad p

Co

In presenza di un massimo di pressione (H) si ha circolazione


anticiclonica:

Co

-grad p

8- IL VENTO TERMICO
In presenza di un gradiente orizzontale di densit si ha una
variazione del vento geostrofico con la quota.

29

p=cost

z 2
p+p

z1

=cost
x1

Essendo

x2

< 0 per lequilibrio idrostatico ( p = gz ) deve


x

essere z2 > z1 , quindi, come mostrato in figura, le superfici


isobariche sono inclinate verso lalto con pendenza crescente con
la quota, ne risulta che il gradiente orizzontale di pressione cresce
con la quota e quindi il vento geostrofico cresce con la quota.
Si definisce vento termico la differenza del vento geostrofico a
quote diverse, non quindi un vento reale.
Si pu dimostrare che il vento termico parallelo alle isoterme
con laria calda sulla destra nellemisfero nord.
Si noti per inciso che il vento termico non e un vero e proprio
vento (per cos dire non soffia) ma unicamente la differenza
del vento geostrofico tra due livelli isobarici. Esso tuttavia
unutile quantit in meteorologia, infatti, come si pu vedere
dallesempio che segue, pu essere utile a valutare lavvezione di
30

temperatura, cio il movimento di masse daria a diversa


temperatura, dalla misura del vento geostrofico a due diverse
quote.
Si consideri la situazione mostrata in figura:

aria fredda
T-T
Vg1
T
Vg0
VT

T+T

aria calda

se si osserva una rotazione antioraria con la quota del vento


geostrofico si ha avvezione fredda, cio il vento geostrofico soffia
da zone dove laria e pi fredda verso zone dove laria e pi
calda.
Nel caso in cui si osservi una rotazione in senso orario si ha
avvezione calda.

31

aria fredda
T-T
VT
T
Vg0

Vg1
T+T

aria calda

Viceversa si pu stimare il vento geostrofico ad ogni quota, noto il


suo valore ad un certo livello, dal campo di temperatura.
Il vento termico e un fenomeno tipicamente baroclino, infatti si
definisce fluido baroclino un fluido in cui le superfici di ugual
densit non sono parallele alle superfici di ugual pressione:

=cost.
p=cost.

32

In unatmosfera di questo tipo si ha un gradiente di temperatura


isobarico (cio calcolato sulle superfici a pressione costante) non
nullo e quindi il vento geostrofico varia con la quota.
In un fluido barotropico invece la densit dipende solo dalla
pressione

= ( p ) , le superfici di ugual densit sono parallele

alle superfici isobariche:

p=cost.
=cost.

In una atmosfera barotropica si ha il gradiente di temperatura


isobarico nullo e quindi il vento geostrofico non varia con la
quota.

9 TEOREMA DI TAYLOR-PROUDMAN
Consideriamo, in un fluido omogeneo, un flusso geostrofico:
Ro =

U
<< 1 ,
fL
33

siano le forze viscose trascurabili:

U
< fU
L2

fL2

<1

dove si definito il numero di Ekman (E) come rapporto tra le


forze viscose e le forze di Coriolis:

la viscosit molecolare, U

la scala delle velocit, L la scala spaziale e f il parametro di


Coriolis.
Lequazioni del moto sono quelle del moto geostrofico per
lorizzontale e lequazione idrostatica per la direzione verticale:

1 p
fu =
0 y
fv =

1 p
0 x

p
= g
z
Derivando la prima equazione rispetto ad x, la seconda rispetto ad
y e sommando membro a membro si ottiene:

u v
f
+
=0
x y

34

Inoltre,

per

la

condizione

di

incompressibilit

u v w
+ +
=0
, si ha:
x y z

w
= 0;
z
derivando ora rispetto a z lequazioni geostrofiche e introducendo
lequazione idrostatica, si ottiene:

u v
=
=0
z z
In conclusione, non si ha variazione del campo di velocit lungo la
direzione verticale (direzione parallela allasse di rotazione):

U
=0
z
Inoltre, se esiste una parete solida perpendicolare allasse di
rotazione, in corrispondenza di tale parete deve essere w=0 (come
ad esempio al suolo), per quanto visto in precedenza si ha:

u v
=
= 0 e w=0 in ogni punto lungo questa direzione.
z z
Quindi il flusso e interamente bidimensionale in piani
perpendicolari allasse di rotazione.
35

In presenza di un ostacolo si forma una zona di acqua stagnante


lungo la proiezione dellostacolo nella direzione dellasse di
rotazione (come un prolungamento dellostacolo stesso), detta
Colonna di Taylor.

10 MODELLO PER ACQUA SOTTILE


Consideriamo la situazione mostrata in figura, un strato di fluido
omogeneo di spessore H e dimensione orizzontale L per cui sia:
H<<L (modello per lacqua sottile).
Per la condizione di incompressibilit si ha:
36

U
L
U W
+ = 0 e quindi
;
L H
W H
essendo H<<L si ha anche W<<U.

Sia (x,y) la variazione di spessore del fluido rispetto ad H


(<<H), la pressione alla generica quota z pu essere espressa in
funzione di questa quantit:

p ( z ) = g (H + z )
Introducendo la vorticit relativa:
= rot (U )
37

si ha per la sua componente verticale:

v u
=
x y
Le aree a circolazione antioraria (ciclonica nellemisfero nord)
sono caratterizzate da valori della vorticit relativa positiva,
mentre le aree a circolazione oraria (anticiclonica nellemisfero
nord) sono caratterizzate da vorticit relativa negativa.
Introducendo lapprossimazione di -plane per la variazione del
parametro di Coriolis con la latitudine:

f = f 0 + y
dove si intende y diretta lungo i meridiani e una costante, si
ottiene:

d +f
dt
h

=0

La quantit tra parentesi, chiamata vorticit potenziale:

38

P=

+f
h

si conserva lungo il moto.


Consideriamo per semplicita lemisfero nord. Se il fluido passa
sopra un ostacolo (p.e. un rilievo montuoso) lo spessore h del
fluido diminuisce e di conseguenza (restando f costante), affinch
la vorticit potenziale rimanga costante, anche la vorticit relativa
deve diminuire creando una curvatura in senso orario nel flusso
(anticiclonica). Viceversa se lo spessore del fluido aumenta, la
vorticit potenziale aumenta e si crea una circolazione antioraria
(vorticit ciclonica).

Questo costituisce limportante principio di conservazione della


vorticit potenziale. Si pu dimostrare che questo principio e
valido anche per fluidi non omogenei ma barotropici, nella forma:

39

+ 2
P=

dove una quantit che si conserva per ogni elemento di fluido.


Nel caso di fluidi baroclini possibile definire la vorticit
potenziale di Ertel come segue:

P = ( + f )
dove

g
p

la componente verticale della vorticit relativa

calcolata su superfici isoentropiche (a temperatura potenziale =


cost.).
Si pu dimostrare che per flussi adiabatici e non viscosi questa
quantit si conserva lungo il moto.
La vorticit potenziale, in generale, rappresenta sempre il rapporto
tra la vorticit assoluta, somma di quella relativa e quella
planetaria, e leffettivo spessore dei vortici.
In questo caso leffettivo spessore la distanza tra superfici a
temperatura potenziale costante, misurate in unit di pressione.

40

Un interessante esempio costituito dal flusso su un rilievo


orografico.
Si noti il diverso comportamento del flusso da ovest rispetto a
quello da est, a causa del termine di vorticit planetaria.

41

(da Holton, 1992)

42

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