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MALATT.

APPARATO
LOCOMOT.

Definizione
Perdita parziale e temporanea dei
rapporti articolari
stiramento e/o lacerazione
dellapparato capsulo legamentoso
causato da ipersollecitazione
meccanica
trauma a carico dellarticolazione

Gradi di distorsione
PRIMO
Distensione
SECONDO
Distrazione
TERZO
Rottura

Indagine strumentale
Rx
Rx sotto stress
R.M.
Artroscopia

CONTUSIONE

Definizione
Lesione prodotta per effetto di un corpo
smusso contundente che colpisce
violentemente e/o ripetutamente un
tessuto, senza provocare soluzione di
continuit

Indagini strumentali
Rx
Ecografia

Gradi di contusione secondo Dupuytren


PRIMO GRADO
Zona interessata
Cute e sotto cute
Danni a carico di
Capillari
Effetti
Eritema
Edema
Ecchimosi
SECONDO GRADO
Zona interessata
Sottocute
Danni a carico di
Piccoli vasi
Effetti
Ecchimosi
Ematoma
TERZO GRADO
Zona interessata
Muscoli
Danni a carico di
Vasi e nervi
Effetti
Ematoma
stupore neurologico
o Temporanea
inattivit di un
neurone
QUARTO GRADO
Zona interessata
Muscoli e periostio
Danni a carico di
Vasi e nervi
Effetti
Necrosi del tessuto
Riparazione con tessuto
cicatriziale

Cure

Antinfiammatori
Scarico dellarto
Crioterapia
Bendaggio

DISTORSIONE

SUBLUSSAZIONE

Definizione
Perdita parziale e permanente dei
rapporti tra le superfici articolari
antigue
causata da sollecitazioni meccaniche
che superano lelasticit dellapparato
capsulo legamentoso

LUSSAZIONE

Definizione
Perdita completa e permanente dei
rapporti tra le superfici articolari
antigue

Quadro clinico
Variazione del profilo anatomico
dellarticolazione compromessa
Dolore articolare spontaneo irradiato
talvolta per compressione dei
tronchi nervosi
Atteggiamento coatto dellarto
Impotenza funzionale

Indagine strumentale
Rx in 2 proiezioni (standard)

Classificazione delle lussazioni


Traumatiche
dirette
indirette
Patologiche
processi infiammatori
processi neoplastici
Recidivanti
1-2 volte a breve distanza dal
primo episodio
Abituali

Provocabili per movimenti


fisiologici

Trattamento
Incruento
Riduzione in anestesia
locale/totale
Immobilizzazione
Cruento
Si fa per le
Lussazioni irriducibili
Lussazioni recidivanti
abituali
Prevede il trattamento
chirurgico di plastica
dellapparato capsulo
legamentoso

FRATTURA

Definizione FRATTURA
Interruzione della continuit
dellosso causata da sollecitazioni
meccaniche che ne superano il
limite di elasticit e resistenza

Definizione FRATTURA PATOLOGICA


Si procura senza trauma
(spontanea) o con un minimo
trauma in quanto esiste
unalterazione qualitativa e/o
quantitativa della componente
organica ed inorganica dellosso

Meccanismo di produzione
Trauma diretto
Trauma indiretto

Forze

traumatiche che possono agire:


Flessione
Torsione
Assiali
Compressione
Trazione
Mista
o Dalla forza traumatica cambia la
morfologia della frattura

o Da 2 a 3 frammenti
Comminute
o Pi di 3 frammenti
Bilaterali
Multiple
Biossea
Polifratturato

Si distinguono ancora in:


Frattura chiusa (cute non lesa)
Frattura esposta (dallinterno allesterno)
o Pu esserci necrosi dei
tessuti
o Compromissione dei tessuti
molli
o Fratture ad alta energia
o Sono tutte contaminate

Classificazioni:
o
In base allarticolazione
Articolare
Extra articolare
o In base alla sede
Frattura diafisaria
Meta - epifisisaria
Epifisaria

Spostamenti:
ad latus (spostamento laterale)
ad longitudinem (spostamento verticale
lungo lasse)
ad axim (presenza di un angolo tra i
monconi di frattura)
ad peripheriam (movimenti rotazionali)
o Il tipo di spostamento si
determina in base al trauma
e ai muscoli che tirano i
frammenti. Esempio:
clavicola viene tirata dallo
sternocleidomastoideo
e dal pettorale

Quadro clinico generale:


Shock traumatico
Dolore
Insonnia
Rialzo termico -> alterazioni del tratto
gastro-enterico (vomito)
Alterazione dei valori emato-chimici
I valori di glicemia dopo una frattura
aumentano
Emorragia interna tanto importante
quanto quella esterna poich il sangue
in emorragia cmq non va in circolo
Dopo importanti fratture occorre
modulare lalimentazione per
compensare la perdita di sangue

Quadro clinico locale:


Segni di probabilit
Dolore intenso spontaneo e d
accentuato alla digito pressione
Tumefazione delle parti molli
Deformit locale
Accorciamento dellarto
Ecchimosi

Caratteristiche FRATTURE INCOMPLETE


interruzione parziale della continuit
dellosso in:
Flessione
Depressione
Infrazione
Esempio la frattura a legno verde che non si verifica
nel periostio ma si verifica nella corteccia.

Caratteristiche FRATTURE COMPLETE


Semplici
o Parcellari
o Trasversali
o Oblique
o Spiroidi
Bifocali
Complesse

Segni

Contrattura antalgica
Sensazione di crepitio e/o rumori di
scroscio
Movimento l dove non ci dovrebbe
essere movimento
Impotenza funzionale
di certezza
Sensazione di crepitio e/o rumori di
scroscio
Movimento preternaturale dei
monconi di frattura

Indagini strumentali
o Rx nelle 2 proiezioni standard
o T.C.
o Scintigrafia (fratture patologiche)

Evoluzione delle fratture


o Prima fase
Organizzazione dellematoma e
formazione del callo fibroso
Callo morbido iniziale
o Seconda fase
Differenziazione strutturale in senso
osteogenico
Callo osseo / callo esterno di
McKibbin
o Terza fase
termine di consolidazione
o Quarta fase
Rimodellamento

I tempi di guarigione variano in base a:


o Allosso e allet, minore let e prima
guarisce la frattura
o Alla vascolarizzazione (tibia guarisce in 6
mesi)
o Fattori influenzanti la formazione del callo
iniziale
influenze meccaniche
influenze umorali
fattori anatomici
o sede
o distanza tra i monconi
o interposizione di parti molli
o rima di frattura

Complicanze
o Generali
Immediate
Shock traumatico
Precoci
embolia adiposa
trombo embolia
Tardive
broncopolmoniti
cistopieliti (infiammazioni
vie urinarie)
piaghe da decubito
o Locali
immediate
esposizione del focolaio di
frattura
associazione frattura
lussazione
lesioni vascolari

lesioni nervose
lesioni viscerali
precoci
sindrome di volkmann
accumulo di edema che pu
portare l'arto in necrosi
infezione del focolaio di
frattura
tardive
disturbi di consolidazione
non guarisce
vizi di consolidazione
frattura guarisce storta
necrosi a settica
artrosi post-traumatica
frigidit articolare
complicanze nervose
osteodistrofia post
traumatica di Sudek

Obiettivi del trattamento


Riduzione (consiste nel riportare i frammenti
di frattura a contatto ricomponendo per
quanto possibile la morfologia ma
soprattutto la funzionalit del segmento osseo
leso)
Incruento (immediata)
- estemporanea attuata con
manovre manuali
- graduali o progressiva (ottenuta
con trazioni trans scheletriche)
diretta, indiretta o con skin
traction
Cruento
- riduzione chirurgica
- cielo aperto
- cielo chiuso
- trazione tran scheletrica con fili
metallici
Immobilizzazione (consiste nel
mantenimento della riduzione ottenuta)
Incruenta
- apparecchio gessato o di altro
materiale
- oggi poco usate
Cruenta (stabilizzazione chirurgica della
frattura mediante mezzi di sintesi, previa
riduzione della stessa possibilmente in
menarca cruenta)
- osteosintesi interna ed esterna
- pi diffuse
Indicazioni
o fratture irriducibili ed
instabili delladulto
o fratture sottoposte
allazione diastanti dei
muscoli
o complicanze nervose e/o
vascolari
o polifratturato
o fratture articolari di polso
Incruente e cruenta assieme
- in disuso
Consolidazione
Guarigione

Osteosintesi

Rigida (sintesi statica che non permette


nessun movimento intraframmentario)
Corticale
o viti
o chiodi
o placche
o cerchiaggi
o fissatori esterni
Endomidollare
o chiodi di kuntscher
o chiodi bloccati
Elastica (sintesi che permette una certa
mobilit controllata intraframmentaria)
Corticale
o fissatori esterni
o placche
Endomidollare
o rush
o ender
o chiodi kuntscher
o chiodi cross kempft
A minima (sintesi con mezzi metallici
minimi)
o fili di kirsner
o viti
Vantaggi
- poco indaginoso
- poco traumatizzante
- anche per via percutanea

Sintomatologia
o tumefazione
o dolore alla digito pressione
o impotenza funzionale
o deformazione in caso di spostamento

Classificazione Salter e Harris


primo tipo
interruzione che decorre
esclusivamente nel disco
cartilagineo
o distacco puro
secondo tipo
interruzione del disco cartilagineo
che continua nel contesto della
metafisi
o distacco misto
terzo tipo
interruzione inizia nel disco
cartilagineo e interessa anche il
nucleo di accrescimento
o distacco misto
quarto tipo
nucleo epifisi e disco cartilagineo
quinto tipo
metaepifisi e/o epifisi con
schiacciamento del disco
cartilagineo

Fattori prognostici
- tipo di lesione
- et allepoca del trauma (pi piccoli si
pi grave )
- apporto sanguigno
- metodo di trattamento

Complicanze
Epifisiodesi (necrosi ischemica dellepifisi
interessata)
Arresto della crescita
Deviazioni assiali
Accorciamento o allungamento del
segmento
Pseudoartrosi

Trattamento
riduzione e confezione di apparecchio
gessato

Fissazione esterna (consente la riduzione e la


stabilizzazione della frattura tramite apparato
esterno che si fissa a monte e a valle del focolaio
di frattura tramite chiodi o fili metallici)

Indicazioni
- fratture esposte
- fratture complesse e complicate
- allungamento per ipometria
degli arti superiori e inferiori
- per casi estremi a rischio
amputazioni
Tipi di montaggio
monolaterale
bilaterale
triangolare
circolare

DISTACCHI EPIFISARI

Definizione
lesioni traumatiche tipiche dellinfanzia e
della adolescenza che interessano le
cartilagini di congiunzione epifisaria e
apofisaria

Sedi pi frequenti
Gomito

Polso

PIEDE TORTO CONGENITO

Definizione
Deformit complessa del piede ad
eziologia sconosciuta, legamentosa ,
muscolo tendinea, che interessa
maggiormente le fasce del versante
mediale e plantare determinando
unalterazione dei normali rapporti degli
abbozzi osteocartilaginei che lo
compongono
Le ossa sono disposte in modo alterato ma
sono di forma normale

si devono trattare i legamenti e i muscoli


solo il caso di piede torto congenito genico
prevede anche deformit a livello osseo

Epidemiologia
nel 50% dei casi bilaterale
pi frequente nei maschi
si associa a displasia congenita dellanca

Classificazione eziopatogenica
primitivo idiopatico (non si conoscono le
cause)
piede torto embrionario (modificazione da
embrione)
piede torto secondario (modificazioni in
vita fetale)
via embrionale o fetale
o mancanza del
movimento
derotatorio
piede torto sintomatico (causato da altre
patologie)
legato ad altre patologie

Eziologia
Fattori genetici
gene autosomico dominante con
penetranza (effettiva
manifestazione della malattia)
ridotta del 40%
Fattori meccanici
anomali uterine
aumento del tono della muscolatura
uterina
neoformazione uterina
gravidanza protratta
mal posizione fetale
Teoria ontogenetica di Bohm
persistenza dellatteggiamento del
piede nella posizione che esso ha
nellutero materno al secondo mese
di gestazione per un arresto della
detorsione fisiologica
alterazione della suddivisione
metamerica per deficit enzimatico
Teoria dellarresto dello sviluppo
blocco della torsione e rotazione del
piede tra l8 e il 10 settimana di
sviluppo
Variet cliniche
equino cavo varo addotto supinato (70%)
talo vago pronato (15%)
metatarso varo addotto (10%)
valgo convesso (5%)
Descrizione delle deformit
Un piede normale ha un angolo a
riposo tra lasse longitudinale di
gamba e piede di 90
Se la deformit forma:
o un angolo > 90
Equino
o Un angolo < 90
Talo

Lasse longitudinale della gamba


con lasse longitudinale del retro
piede mostra un angolo aperto
allesterno (in valgismo) di circa 5
Se langolo aumenta
o Valgo

Se si riduce
o Varo

Lasse del mesopiede con lasse


dellampiede normalmente sono in
asse e tale asse passa per il
secondo dito
Se si forma un angolo verso
lesterno con lasse che
passer per primo dito
o piede abdotto

se langolo si forma verso


linterno
o piede addotto

Deformit rotazionale dellasse del


piede
Se ruota volgendo la pianta
verso linterno
o Supinato

Se ruota verso lesterno


o Pronato
La conseguenza naturale della
somma di tutte le deformit del
piede
Cavismo

Anatomia patologica
Le lesioni iniziali sono soltanto a
carico delle parti molli e sono
responsabili del mantenimento
della deformit
Lo scheletro compromesso solo
nei rapporti articolari
Equino cavo varo addotto supinato
Assenza di deformit scheletriche
alla nascita
se non si interviene, possono cmq
comparire nelladulto
Parti molli
Nessuna modifica a carico
delle fibre muscolari del
tricipite della sura a livello
sia macro che microscopico

Tessuto tendineo
Tenociti (cellule dei tendini)
diminuiti pi tozzi e meno
ordinati
Minor numero di fibre
elastiche

mantenere in posizione
rilassata il tendine di achille
o evitare che il gesso venga
sfilato
prima di fare il gesso occorre
aspettare il calo di peso fisiologico
del bambino
nei primi mesi i gessi vengono
cambiati ogni 15 giorni
successivamente ogni 30
la correzione deve essere completa
si deve perseguire una
ipercorrezione per tale scopo si
utilizzeranno per lungo tempo tutori
e calzature speciali
se una struttura non cede al
modellamento manuale si fa
lintervento cruento
Cruento
sulle parti molli
o sindesmotomia parziale
o sindesmotomia allargata di
codivilla
o taglio delle strutture mediali
per la cura del piede equino
cavo varo addotto supinato
sullo scheletro
o i trattamento di osteotomia
prevedono leliminazione di
punti di contatti di ossa e
saldatura tra ossa diverse
che eliminano i dolori ma
riducono alcuni fini
movimenti ma consentono
una normale deambulazione
o

Metatarso varo addotto

Adduzione dellavanpiede con lasse


dellavanpiede che descrive un
angolo aperto allinterno con apice
a livello cuneo metatarsale

Valgo convesso (a dondolo)


Inversione della volta longitudinale

Gradi di deformit
PRIMO GRADO
Semplici atteggiamenti
viziati correggibili
manualmente con ottimi
risultati
SECONDO GRADO
La deformit ben evidente
nei suoi componenti: la
correzione passiva manuale
difficoltosa ma ottiene
buoni risultati
TERZO GRADO
Deformit molto resistente,
indicazione al trattamento
cruento e prognosi pi
severa
I gradi si valutano in base alla
corregibilit e non in base alla
deformazione visibile

Trattamento
Non esiste la possibilit di stabilire
a priori se il trattamento del piede
torto congenito sar incruento o
cruento
I risultati dipendono da:
precocit del trattamento
grado di deformit
si programma in base:
allet
al tipo e gradi di deformit e
alle recidive
alla mobilit residua
Tipi di trattamento
Incruento
modellamento manuale a tappe nei
primi giorni di vita
manovre correttive graduali e a
tappe per consentire a vasi e nervi
di adattarsi alla nuova posizione
confezione di apparecchi gessati
femoro -podalici con angolo di 90
del ginocchio per:
o correggere lintrarotazione
tibiale

La deformit pi resistente lequinismo che


richiede lintervento cruento
Si fa la tenotomia di achille e la
capsulotomia posteriore

DISPLASIA CONGENITA
DELLANCA

incongruenza articolare che con diversi stadi


di gravit porta alla perdita dei normali
rapporti articolari
Causata da anomalie di sviluppo e di forma
dellarticolazione coxofemorale con
alterazione cotiloidee e capsulo legamentose
Forme anatomo-cliniche
displasia
pre - lussazione
sub - lussazione
lussazione
lussazione inveterata

Epidemiologia
le donne sono pi colpite
pi frequenti i casi nella pianura padana

Eziologia

Teoria ereditaria

di tipo poligenico a bassa


penetranza
Multifattoriale
Fattori meccanici
Oligodramnios
Polidramnios
Briglie amniotiche
Presentazione podalica
Fattori ormonali
Estrogeni materni
Relaxina
Progesterone
Teoria della lassit capsulo legamentosa
La lassit provocherebbe la
tendenza alla lussazione
dellepifisi femorale
Teoria della displasia acetabolare
difetto nella cartilagine
acetabolare meno resistente
alle sollecitazioni
meccaniche indotte dalla
testa femorale
ritardo nello sviluppo di tutti i
componenti dellarticolazione
coxofemorale
estremo prossimale del
femore
cotile
acetabolo
capsula articolare
legamento rotondo
pulvinar
tessuto adiposo che
sta in fonda al cotile
Quadro anatomo-patologico
displasia e pre - lussazione

lussazione
risalita della testa femorale oltre il
bordo dellacetabolo e sua
localizzazione in corrispondenza
dellala iliaca
presenza di doccia di migrazione
deformit a cono e a triangolo della
testa femorale
strozzamento a clessidra della
capsula dovuto al tendine ileopsoas
lussazione inveterata
ancora presente fino al 4-5 anno
di vita
formazione del neo-cotile
accorciamento dellabduttore e
dellileo psoas

Quadro clinico
segni di certezza
segno di ortolani
solo per i neonati
segni di probabilit
asimmetria delle pliche cutanee
obliquit della rima vulvare
piede talo valgo
limitazione dellabduzione
dellanca

Quadro clinico
Displasia
piede talo valgo
segno di ortolani
Pre lussazione
asimmetria pliche cutanee
arto extra ruotato
segno di ortolani
Lussazione
arto accorciato extra rotato
flesso
muscoli dellanca ipertrofici
positivit del segno di
trendelemburg
zoppia di caduta
particolarit ridotta

Quadro clinico nei mesi successivi la


nascita
segno di ortolani negativo
segno di Galeazzi positivo
un ginocchio pi alto dellaltro
accorciamento dellarto inferiore
ritardo nellinizio della deambulazione
ipertrofia muscolare
trendelemburg positivo
limitazione deambulazione ad anche
flesse

Indagine strumentale

collo femorale antiverso


testa femorale inizialmente senza
alcuna modificazione di forma
presenza di retrazione della capsula
anteriore e di lassit della capsula
posteriore
anomalia della forma e della
disposizione dei condrociti e della
caratteristiche istochimiche della
matrice cartilaginea
presenza di una salienza
semicircolare sul cotile

sub lussazione
inibizione dellossificazione
endocondrale della porzione
postero superiore della cartilagine
acetabolare dovuta a iper-pressione
della testa femorale
perdita della forma sferica della
testa femorale
ipertrofia del legamento rotondo
aumento dellantiversione del collo
femorale e del valgismo

aumento della retrazione della


capsula anteriore e della lassit
della capsula articolare posteriore
ipertrofia del limbus
ipertrofia del tratto fibro-adiposo

Rx bacino e anche
Ecografia
vantaggi
diagnosi ultra precoce
non invasiva
significativit fin dai
primi giorni di vitae in
vita uterina

Esami di screening
nelle regioni a rischio
nei di casi di familiarit
nei casi di sospetto clinico di displasia
congenita dellanca

Scopo del trattamento


mantenere in sede le parti in modo
corretto fino alla normale crescita delle
parti molli e delle parti ossee
ridurre incidenza di necrosi
trasformare in riducibile unanca
irriducibile
Tipo di trattamento
displasia e la prelussazione
incruento
bloccare in abduzione le
anche con doppio
pannolino
divaricatore di pavlik
tutore di migra putti
sublussazione
se riducibile e stabile
incruento
o skin-traction
o riduzione
progressiva
se riducibile e instabile
prima cruento
dopo si mette
apparecchio gessato di
paci-lorenz
lussazione
riducibile e stabile
incruento
o come la
sublussazione
riducibile e instabile
cruento
o osteotomia

o tettoplastica
irriducibile
rimozione chirurgica
delle cause di
irriducibilit, se poi
diviene
o stabile
trattament
o
incruento
o instabile
trattament
o cruento

SCOLIOSI

Definizione di scoliosi
patologia della postura

Colonna vertebrale
funzione statica di sostegno del
tronco in opposizione all'azione
della gravit
funzione dinamica di controllo
attraverso una serie di movimenti
di rotazione
flessione
estensione
flessione laterale
bending laterale
struttura plurisegmentaria
lunit di base costituita dal
segmento di movimento vertebra
disco vertebra e relativi legamenti
Sul piano sagittale
vi sono curve fisiologiche a
convessit
anteriore
o lordosi
cervicale e
lombare
posteriore
o cifosi dorsale
e sacrale
sul piano frontale
il rachide normale non
presenta deviazioni
ogni curva da considerare
patologica

Muscolatura paravertebrale
squilibri a livello di questa
muscolatura possono gi portare a
posizioni anomale e andare in
contro a scoliosi

Biomeccanica del rachide


Il rachide si pu considerare
composto essenzialmente da 3
colonne
anteriormente
corpi e dischi
posteriormente
faccette articolari (DX
e SX)

Nel rachide troviamo:


Nel compartimento anteriore
Lemivertebra superiore e
inferiore
Il piatto vertebrale superiore
e inferiore
Il disco interposto
Il legamento longitudinale
anteriore e posteriore
Nel compartimento posteriore
Larco neurale
Le faccette articolari
Lapofisi spinosa e trasversa

Il compartimento anteriore si comporta come


una camera idraulica precompressa
regolare ed omogenea trasmissione
delle sollecitazioni statico dinamiche
sulle pareti interne della camera
discale

Vertebre
serie di corpi semirigidi
sostenute e vincolate da elementi visco
elastici

Vincoli
intrinseci
dischi
estrinseci
muscoli
gabbia toracica
cavit addominale

se uno o pi segmenti non eseguono


movimenti necessari per la stabilit dinamica
del rachide, implicito che per effetto di nuovi
vincoli si istaurino irregolari disposizioni
tridimensionali, che causano innaturali
condizioni di equilibrio dinamico
da ci hanno poi origine le deformit
vertebrali
bidimensionali
ipercifosi
iperlordosi
tridimensionali
scoliosi

Classificazione di Moe e Winter


scoliosi strutturata
dimorfismo
modificazione della struttura
morfologica
chiamata anche scoliosi
organica
scoliosi non strutturata
paramorfismo
solo atteggiamento scoliotico
si chiama anche scoliosi
funzionale
manca la rotazione delle
vertebre
cifosi
lordosi

SCOLIOSI
una deformit del rachide
caratterizzata da alterazione della
struttura, dei rapporti reciproci tra le
vertebre vicine e dei rapporti tra le
vertebre nei 3 piani dello spazio, per
cui a una curva laterale sul piano
frontale si associa una rotazione
vertebrale
peggiora tanto pi quanto prima si
manifesta
non possibile la prevenzione primaria
ma solo la secondaria

La rotazione vertebrale e le
caratteristica predominante della
scoliosi

SCOLIOSI STRUTTURATA
causata da
scoliosi posturale
scoliosi isterica
irritazione radicolare nervosa
ernia del disco
tumore
infiammazioni
appendicite
dismetria degli arti inferiori
contratture delle anche

Tipi di scoliosi strutturata secondo la


SCOLIOSIS RESEARCH SOCIETY
idiopatica (cause sconosciute)
infantile
da 0 a 3 anni
giovanile
da 3 anni alla prima
pubert
adolescenziale
dalla pubert alla
maturit scheletrica
la pi diffusa
neuromuscolare
neuropatica
paralisi
poliomelite
miopatia
distrofia
congenita
difetto di sviluppo
vertebra a cuneo
difetti di segmentazione
vertebre unite
o uni o bilaterale
da neurofibromatosi
artrite reumatoide
da trauma chirurgico
da tumore
da infezioni delle ossa

Classificazione in rapporto allarea


anatomica
curva cervicale
DA C1 A C6
curva cervico-toracica
DA C7 A T1
toracica
DA T2 A T11
toraco-lombare
DA T12 A L1
lombare
DA L2 A L4

Teorie sullo sviluppo della scoliosi


idiopatica
Genetica
Anomalia genetica
Dominanza incompleta
Legata al sesso e multifattoriale

Neuromuscolare
Dovuta a squilibri muscolari
nella stazione eretta
Da deficit dellaccrescimento
Anomalie ormonali
Somatomedina
Ipofunzionalit ipotalamo
ipofisaria
Morfo-istochimica
Turbe dellelasticit e del
metabolismo del collageno che
causano iperlassit del disco
Teoria di Nachemson e Dubousset
Ipotesi pi accreditata
Mutazione e anomalia genetica
dei centri di controllo della
propriocezione e dellequilibrio

Caratteri descrittivi della curva scoliotica


Apice
vertebra pi esterna
Limiti
prima e ultima vertebra
interessata
Zona
zona corporea interessata

Indagini strumentali
Rx in ortostatismo
proiezione AP e LL
Rx in AP con test di sospensione
Esame in bending DX e SX

Rilievi Rx grafici
Livello
Lato
Estensione
Misurazione secondo il metodo di Cobb
Test di Risser
Rotazione vertebrale Nash e Moe

Modificazioni strutturali della scoliosi


Legamenti
Legamenti anteriori
Seguono lo spostamento
rotatorio dei corpi
vertebrali
Legamenti posteriori
Sono diastasi dal lato
convesso
retratti dal lato concavo
ossificati al termine
dellevoluzione
Muscoli
I muscoli della convessit
Sono voluminosi e funzionanti
I muscoli della concavit sono
retratti e sempre meno
funzionanti
Gabbia toracica
Costole
Dal lato della convessit
o si distanziano
o si verticalizzano
Dal lato concavo

o si orizzontalizzano
o si avvinano
o si accavallano
Lo sterno appare poco deviato

Esame clinico del paziente


Storia della deformit
Anamnesi fisiologica
remota
prossima
disfunzioni Atm
oculomotori
Et
Epoca del menarca
Segni puberali

Esame clinico
Stazione eretta
Equilibrio del bacino
Equilibrio della cintura scapolare
Asse occipitale
Curve sagittali
Triangolo della taglia
Stazione curva
Curve frontali
30 di flessione in avanti
Presenza di gibbi
80 di flessione in avanti
Presenza di prominenze lombare

Trattamento
Incruento
Ortesi
busti ingessati
Agiscono con forze di:
o elongazione
o Derotazione
o Deflessione
Ginnastica medica
Cruento
fusione di corpi vertebrali
si sceglie in base al grado di scoliosi
Paramorfismo
Scoliosi < 15

esercizi posturali
fisioterapia
Da 15 a 25
Corsetto
Da 25 a 45
gessi e corsetto
Oltre 45
trattamento chirurgico

Ortesi

Ha lo scopo di agire meccanicamente


sul rachide
sia modificandone la sua
dinamica con vincoli esterni

sia favorendo la migliore


distribuzione dei carichi

Agisce
attraverso tessuti e organi
interposti
mediante vincoli e punti di
pressione selezionati tali da
condizionare il tipo e lentit
delle forze
Il compito di
ostacolare laggravamento delle
deformazioni
ridurre le deformazioni non
strutturali
si porta per 22 ore al giorno e fino alla
fine del periodo evolutivo
il modello si sceglie in base a
Et
Valore angolare della
deformazione
Indice di risser
Sede della curva
Dolore
Menarca

Essi sono:
Legamenti di rinforzo
Legamenti collaterali
mediale
laterale
Legamenti crociati
anteriore
o quello che si
rompe pi di
frequente
posteriore

GINOCCHIO

MENISCHI
Funzioni
La principale la protezione
dalle opposte superfici articolari
Fungono da ammortizzatori
Migliorano la stabilit del
ginocchio evitando
lintroflessione della capsula
articolare
Vascolarizzazione
periferica
Origina dallarteria genicolata
laterale e mediale superiore e
inferiore
Vi la formazione di un plesso
capillare che irrora la sinovia e
la capsula
Distinguiamo 3 zone
Zona red-red
o Riccamente
Vascolarizzata
zona red-white
o Poco
vascolarizzata
Zona white
o Non
vascolarizzata
CAPSULA
Avvolge a manicotto larticolazione del
ginocchio
LEGAMENTI
Hanno lo scopo di stabilizzare
larticolazione e di modulare la risposta
dellarticolazione ai movimenti

Legamento crociato anteriore


Impedisce lindietreggiamento
troppo rapido del condilo femorale
esterno e quindi la sua sublussazione posteriore facendolo
scivolare verso lavanti durante la
flessione
Si oppone alla traslazione anteriore
della tibia sotto il femore

VALGISMO ROTAZIONE ESTERNA


Il trauma porta la tibia in valgo e in
rotazione esterna
Frequente quando il piede resta
fisso al suolo durante un veloce
cambio di direzione o di appoggio
Si danneggia anche il collaterale
interno

VARISMO ROTAZIONE INTERNA


Il piede ricadendo da un salto o in
un cambio direzione rimane fisso al
suolo
il ginocchio si porta in varismo con
la tibia in rotazione interna rispetto
al femore
NON si danneggia il collaterale
esterno
IPERESTENSIONE
Brusca contrazione del quadricipite
Esempio : calcio a vuoto
INSTABILIT ANTERIORE DEL GINOCCHIO
Sensazione di cedimento ripetuto
del ginocchio durante attivit
sportive o quotidiane

Frequenza di traumi al ginocchio


Rapporto maschi femmine 2:1
Il 90% sono traumi sportivi

Lesame obiettivo clinico


nel caso di lesioni al menisco deve
essere confermato da una risonanza
In caso di lesioni al legamento crociato
anteriore sufficiente per fare diagnosi

Per delineare il quadro clinico, di insufficienza


del legamento crociato anteriore,occorre fare:
Anamnesi
occorre indagare su:
inizio e caratteristiche
della sintomatologia

meccanismo traumatico
come si presentava il
ginocchio
evoluzione nel tempo
eventuali problemi
precedenti al ginocchio
esame obiettivo generale
cominciare a visitare sempre
prima il ginocchio sano
evidenziare la presenza
di tumefazioni
di eventuale versamento
test specifici
test statici
cassettino anteriore
lachman
test dinamici
pivot shift
o si fa sublussare il
femore e lo si
rimette dentro
facendo un

movimento di
rotazione
jerk test
recurvatum test

Diagnostica strumentale
Rx standard (P-A di Rosenberg)
A-P e L-L bilaterali in ortostatismo
assiali di rotula a 30
Rx in sollecitazione forzata (inutile)
R.M.N.

Ricostruzione del L.C.A.


sempre di tipo chirurgico utilizzando:
il tendine rotuleo
il semitendinoso e gracile
gli obiettivi sono
ridare stabilit normale
allarticolazione
permettere la pratica sportiva

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