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Scheda su Mc 7,31-37

1. Introduzione. Lattenzione al discepolato in Mc non comincia con


lanalisi dei relativi detti (cf. Mc 1,18-20; 2,12-14; 3,13-19), bens con
quella di episodi concreti, che veicolano messaggi altrettanto fondamentali
per lo stesso discepolato.
Ci sono due miracoli che meritano particolare attenzione per la loro
singolarit, in quanto non sono riscontrabili negli altri evangelisti: Mc 7,3137 e Mc 8,22-26.
Sono due miracoli altamente significativi per Mc se si tien conto che
fanno da cornice ad un detto di Ges sul cuore indurito dei discepoli:
Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite (Mc 8,18).
2. Il contesto: Sidone, in pieno territorio della Decapoli, ossia in
territorio pagano, impuro. Questa una prima avvisaglia fondamentale per i
discepoli che fanno parte della stirpe dIsraele.
3. I personaggi

C un h\lqen lthen che introduce il personaggio principale: noi


sappiamo che si tratta di Ges di Nazareth, che in base a Mc 1,1 il
Cristo, Figlio di Dio. Ma ora il narratore sembra positivamente
omettere ogni riferimento alla sua identit. Egli non conosciuto per la
sua reale identit n al sordomuto, n alla folla.
La folla: il cominciamento della comunit che si raccoglie intorno
a Ges. In Mc non abbiamo una grande ecclesiologia: non Lc n
Col/Ef. Tra Cristo e la Chiesa per Mc ci sono i discepoli che avendo
aderito a lui vanno formando la Chiesa.
Infine c un sordo e muto. Il sordo simbolo di chi posseduto
dal demonio (cf. Mt 9,32-33; 12,22; Mc 9,25), per cui liberare una
persona dalla sordit voleva dire liberarlo da Satana (cf. I sordi
riacquistano ludito tra i segni messianici di Ges in Mt 11, 5). La
relazione tra sordit e demonologia era dovuta soprattutto al fatto che il
sordo non poteva accogliere il dono pi grande che il Signore avesse
fatto ad Israele: la Torah. Egli non poteva prendere parte attiva al culto
nel tempio ed in sinagoga. Laltro termine che caratterizza questo
malato muto: mai queste due condizioni vengono presentate insieme
come situazione di malattia. Si tratta di una malattia aggravata dal fatto
che egli in definitiva avrebbe potuto annunciare leggendo la Torah. Ma
questaggiunta dimostra una situazione irrimediabile. Anche questa
malattia era relazionata con il demoniaco (cf. Mc 9,17.25).

4. Le azioni
Questo brano si caratterizza pi per i gesti che per le parola.
v La folla: abbiamo una sequenza significativa: portano...
supplicano... predicano... si stupiscono. Sono le dinamiche
fondamentali della Chiesa primitiva che in tal modo si va facendo
come Chiesa dal proprio essere popolo.
v Il taumaturgo: Lo prese in disparte... getto le dita negli occhi...
tocc con la saliva... ed avendo alzato gli occhi verso il cielo, emise
un sospiro... comand loro di non dirlo a nessuno. Egli pur
restando anonimo colui che agisce pi di tutti.
v Il sordomuto: Egli non fa nulla, riceve tutto; colui che riceve tutto
per gratuit. Non agisce perch neppure pu. Soltanto al v. 35:
abbiamo un parlava correttamente.
5. Le parole
v La folla parla prima indirettamente poi direttamente. v. 32: affinch
gli imponesse la mano
v v. 37: una preghiera di ringraziamento per le opere che il Signore
compie su ogni miracolato.
v Il taumaturgo: v. 34: Effath, cio sii aperto. Sono le uniche parole
di Ges su questo sordomuto. Questa parola aramaica si trova
soltanto qui in tutto il NT.
v Il sordomuto non parla anche dopo la guarigione: ancora una volta
cos Mc sottolinea la gratuit e lorigine del suo discepolato.
6. Conclusione

Il Signore Ges che fece udire i sordi e parlare i muti di conceda di


ascoltare presto la sua parola e di professarla nel nome del Padre, del
Figlio e dello Spirito (Dal rito del battesimo). Essere discepoli
significa innanzitutto comprendere cosa vuol dire il proprio
battesimo e non fare improvvisamente dei salti indebiti. Spesso
questi salti vengono fatti per cui si pensa che riscoprire la propria
fede voglia dire ipso facto essere chiamati al ministero.
Questo il dono pi grande che venga fatto ad un uomo: ascoltare
ed annunciare mediante il proprio battesimo.
La dimensione fondamentale che deriva da questo dono aprirsi
alla relazionalit, non restare chiusi nel proprio guscio.
Limportanza dellascolto nella propria dinamica di discepolato
fondamentale, altrimenti non ha senso andare dietro Ges Cristo.

Tutto dono di questo taumaturgo che ancora non riconosciamo


come Signore ma come il salvatore: egli Signore in quanto
salvatore e non linverso.
Un popolo che vive e si riconosce in questo sordomuto, che passa
dallessere folla al diventare Chiesa, nel momento in cui si fa
uditore della Parola. Il mistero di Israele: Rm 10, 18: Non hanno
forse udito? Tuttaltro, per tutta la terra corsa la loro voce... Rm
10,14-21.

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