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12.

La responsabilit del partecipe per il reato diverso da quello


voluto
Lart 116 disciplina una particolare ipotesi di aberratio delicti, in ragione della
sua frequente verificabilit nellambito del fenomeno concorsuale. Esso
stabilisce che qualora il reato commesso sia diverso da quello voluto da taluno
dei concorrenti, anche questi ne risponde, se levento conseguenza della sua
azione o omissione. Se il reato commesso pi grave di quello voluto, la pena
diminuita riguardo a chi voleva il reato meno grave (caso 51).
Responsabilit oggettiva quale originario criterio di imputazione. Lart
116, attribuendo al concorrente la responsabilit per levento diverso non
voluto sulla base del mero nesso condizionalistico, configura unipotesi di
responsabilit oggettiva, cio che prescinde dal dolo o dalla colpa. La rinuncia
al requisito della colpevolezza obbedisce al proposto di introdurre un
trattamento punitivo cos rigoroso da disincentivare la realizzazione in concorso
di attivit criminose.
Interpretazione correttiva della corte costituzionale. Per mitigare il
rigore di una responsabilit fondata sul solo nesso causale, gi a partire dal
dopoguerra una giurisprudenza minoritaria subordinava la punibilit del
partecipe per il reato diverso da quello voluto al ulteriore requisito della
previsione dellevento medesimo. Nonostante questi tentativi di interpretazione
correttiva, il prevalere da un lato dellorientamento ermeneutico pi rigoristico
e la progressiva valorizzazione del principio della personalit della
responsabilit penale dallaltro, indussero a eccepire il contrasto dellart 116
con lart 27 comma 10 Cost.
La corte costituzionale, con una sentenza interpretativa di rigetto, ha respinto
leccezione asserendo che la responsabilit ex art 116 poggia sulla sussistenza
non soltanto del rapporto di causalit materiale, ma anche di un rapporto di
causalit psichica: questa concepita nel senso che il reato diverso pi grave
commesso dal concorrente debba potere rappresentarsi alla psiche dellagente,
come uno sviluppo logicamente prevedibile di quello voluto, affermandosi in tal
modo anche la necessaria presenza di un coefficiente di colpevolezza.
La giurisprudenza ordinaria propende oggi per la tesi che i presupposti della
responsabilit ex art 116 siano 2:
1) Il rapporto di causalit tra lazione di ogni partecipe e il reato diverso da
quello programmato;
2) La prevedibilit di tale reato diverso non voluto. In ordine a questo requisito
si registrano due varianti interpretative:
- secondo un primo indirizzo maggioritario, sufficiente la prevedibilit in
astratto: Lillecito non voluto deve appartenere al tipo astratto di quelli
che, in linea puramente logica, si prospettano come sviluppo del reato
originariamente voluto. La prevedibilit in astratto fa riferimento a un
rapporto tra fattispecie incriminatrici poste a priori a confronto.
- alla stregua di un secondo indirizzo, deve invece richiedersi la
prevedibilit in concreto: Per stabilire se il reato diverso effettivamente
realizzato rappresenti un prevedibile sviluppo di quello originariamente
programmato, occorre cio tenere conto di tutte le circostanze relative
alla singola vicenda concreta. Non basta che tre tipi di reato raffrontati in
astratto sussista un rapporto di sostanziale omogeneit, ma necessario
individuare prima il concreto piano dazione dei concorrenti e su questa
base verificare poi se le modalit concrete di svolgimento del fatto

lasciassero prevedere un esito deviante e del tipo di quello che si


avverato.
In virt di questa reinterpretazione correttiva o adeguatrice la
responsabilit ex art 116 Per i suoi connotati rigidamente oggettivocausali tendendo a orientarsi secondo il modello dellimputazione
colposa, pur non integrandone tutti i requisiti (non si richiede infatti la
prova della violazione del dovere obiettivo di diligenza).
opinione dominante che la disposizione di cui allarticolo 116 si applichi non
solo in presenza di un solo reato diverso da quello voluto, ma anche quando
insieme al reato concordato se ne commetta un altro che costituisce un
prevedibile sviluppo del primo. Per reato diverso si intende quello avente un
differente nomen juris: non sarebbe dunque tale un reato aggravato realizzato
in luogo di un reato semplice. (Caso 51: vedi p. 544)
Il 2 comma dellart 116 precisa che la disciplina prevista per il 1 comma si
applica a prescindere dalla maggiore o minore gravit del reato non voluto
rispetto quello voluto; tuttavia, nel caso di maggiore gravit del reato diverso, il
giudice deve obbligatoriamente applicare una diminuzione di pena rispetto a
chi volle il reato meno grave. Si tratta di una circostanza attenuante, come tale
sottoposta alla relativa disciplina giuridica.
La valutazione di gravit va effettuata in via ipotetica, cio ipotizzando quella
che sarebbe stata la gravit del fatto programmato e ponendola a confronto
con quella del fatto realizzato.
13. Concorso del reato proprio e mutamento del titolo del reato per
taluno dei concorrenti
Concorso nel reato proprio. Si riconosce che un soggetto privo della qualit
personale (c.d. extraneus) possa concorrere alla commissione di un reato
realizzabile (monosoggettivamente) soltanto da un soggetto qualificato (c.d.
intraneus): questa lipotesi del concorso nel reato proprio, realizzata ad es dal
cittadino comune che istighi un militare alla diserzione.
Anche il concorso nel reato proprio rientra nella disciplina dellart 110:
nonostante non rivesta la qualifica richiesta, lestraneo contribuisce con il suo
comportamento di partecipe alla lesione del bene protetto. Secondo i principi
generali dellimputazione dolosa, la sua responsabilit presuppone per la
consapevolezza di concorrere ad un reato proprio: ci presuppone a sua volta
che egli sia a conoscenza della qualifica dellintraneus.
Pu tuttavia accadere che la qualifica posseduta da uno dei concorrenti non sia
determinante ai fini dellesistenza di un reato, ma comporti soltanto una
diversa qualificazione giuridica di un fatto che gi costituirebbe reato ad altro
titolo. S ipotizzi che un soggetto convinca un pubblico ufficiale ad appropriarsi
di denaro pubblico: questo fatto sarebbe qualificabile come appropriazione
indebita sul versante dellestraneo e come peculato sul versante del pubblico
ufficiale. Anche in casi del genere, se lestraneo a conoscenza della qualifica
posseduta dallintraneo, si configura un concorso nel reato proprio (nella
specie, peculato) ai sensi dellart 110.
Come si risolve il problema nel caso che lestraneo ignori la qualifica posseduta
dal concorrente?
Funzione dellart 117 c.p. Art 117: Mutamento del titolo del reato per
taluno dei concorrenti. Se, per le condizioni o le qualit personali del colpevole,
o per i rapporti fra il colpevole e l'offeso, muta il titolo del reato per taluno di
coloro che vi sono concorsi, anche gli altri rispondono dello stesso reato.

Nondimeno, se questo pi grave, il giudice pu, rispetto a coloro per i quali


non sussistono le condizioni, le qualit o i rapporti predetti, diminuire la pena.
Secondo la comune interpretazione riferimento a tale situazione. Si tratta di
una disciplina che persegue lobiettivo di estendere lincriminazione a titolo di
reato proprio anche a soggetti che non potrebbero risponderne in base ai
principi generali, e ci sul presupposto che sia opportuno evitare che alcuni
concorrenti rispondono di un certo reato ed altri di un reato diverso, solo
perch interferiscono particolari qualit o particolari rapporti di un concorrente
con la persona offesa.
una scelta legislativa analoga a quella recepita nellart 116. In altri termini,
lart 117 regola in maniera espressa una ipotesi di reato diverso dovuta non ad
una divergenza del reato programmato, bens alla particolare posizione
soggettiva di qualcuno dei concorrenti.
Responsabilit oggettiva quale originario criteri di imputazione
nellipotesi ex art 117. Analogamente alla disciplina prevista dallart 116,
anche lart 117 introduce una forma di responsabilit oggettiva: non
conforme, ma contrasta con i principi dellimputazione dolosa che un partecipe
debba rispondere di concorso in un reato proprio, pur ignorando la qualifica
posseduta dal soggetto o dai soggetti rispetto ai quali muta il titolo del reato.
Interpretazione correttiva. Per reagire ad un trattamento penale cos
rigoroso, parte della dottrina esclude che la norma in esame deroghi ai normali
principi del concorso nel reato proprio cos come disciplinato dallart 110: si
esige che, in entrambi i casi, lestraneo sia a conoscenza della qualifica
dellintraneo.
In questa prospettiva si colloca anche il progetto di riforma del 1973, dove si
propone che il mutamento del titolo si estenda soltanto a coloro che hanno
avuto conoscenza delle condizioni, delle qualit o dei rapporti tra il colpevole e
loffeso; analogamente lo schema di delega legislativa per la riforma del codice
elaborato nel 1992 propone il pieno adeguamento al principio di colpevolezza e
unattenuante obbligatoria per il concorrente extraneus.
Sul terreno del diritto vigente, volendo tenere fermo il convincimento a
tuttoggi maggioritario che lart 117 invece deroghi ai principi generali in tema
di concorso, rimane unaltra strada per sottrarre la vigente disciplina normativa
alla logica della responsabilit puramente obiettiva: cio reinterpretando
larticolo 117 in maniera conforme al principio costituzionale di colpevolezza, la
sua applicabilit andrebbe circoscritta ai soli casi in cui la qualifica soggettiva
in questione, sarebbe ignorata dal partecipe, forse per conoscibile in base a
parametri di un uomo ragionevole che si trovasse al suo posto.
Il rispettivo ruolo dellintraneo e dellestraneo nellesecuzione del fatto. Si discute se
larticolo 117 presupponga una determinata distribuzione di ruoli tra intraneo ed estraneo. In
altri termini: perch si verifichi il mutamento del titolo di reato necessario che sia lintraneus
a porre in essere lattivit esecutiva, o il ruolo di esecutore pu anche essere assunto
dallestraneo? Sei un pubblico ufficiale agevola, lasciando aperta la cassaforte, il furto di un
ladro comune, si configura un concorso il peculato ovvero un concorso in furto? Lart 117 O
mette di specificare quali siano le circostanze nelle quali ha luogo il mutamento del titolo del
reato a casa delle particolari qualit del colpevole o dei suoi rapporti con loffeso. In presenza di
questa omissione, non rimane che farsi guidare dallinterpretazione delle fattispecie di parte
speciale di volta in volta considerate (Vedi p. 547).

Lart 117 stabilisce una circostanza attenuante facoltativa a favore di chi volle
il reato meno grave. Tale attenuante applicabile soltanto al soggetto ignaro
della qualifica che comporta una diversa qualificazione giuridica del fatto.
14. La comunicabilit delle circostanze
Riguardo al problema della comunicabilit o estensibilit delle circostanze,
aggravanti attenuanti, ai diversi soggetti agenti il concorso, si verificato un
mutamento della disciplina a seguito della riforma del regime di imputazione
delle circostanze realizzata con la legge 19/1990.
Lart 118, cos come modificato da tale legge, si limita a stabilire che Le
circostanze che aggravano o diminuiscono le pene concernenti i motivi a
delinquere, l'intensit del dolo, il grado della colpa e le circostanze inerenti alla
persona del colpevole sono valutate soltanto riguardo alla persona cui si
riferiscono.
Posta la regola della inestensibilit agli altri compartecipi delle altre circostanze
sia aggravanti che attenuanti (che fanno riferimento ai motivi a delinquere,
allintensit del dolo, al grado della colpa e alla persona del colpevole), rimane
da chiedersi a quale tipo di disciplina soggiacciono le circostanze diverse da
queste. Queste circostanze si estendono automaticamente a tutti i concorrenti
o soggiacciono anchessi alla nuova regola di imputazione soggettiva introdotta
in via generale dal riformato art 59 del codice? La soluzione pi corretta
quella di ritenere applicabile il regime generale di imputazione, dal momento
che il nuovo art 59 ha mirato allobiettivo di affermare anche su questo terreno
il principio di colpevolezza.
In applicazione della norma predetta, vale la regola della preesistente rilevanza
oggettiva delle circostanze attenuanti e, dunque, della conseguente loro
estensibilit a tutti i compartecipi (eccettuate quelle a carattere soggettivo
menzionate nellart 118).
Con riferimento alle circostanze aggravanti, lart 59 oggi fissa la regola che
esse possono essere applicate soltanto in quanto conosciute o conoscibili dal
reo: lattribuibilit dellaggravante non pu presupporre un coefficiente di
colpevolezza riferito a ciascuno dei singoli concorrenti, per cui le circostanze
aggravanti si applicano soltanto ai compartecipi che ne abbiano avuto
conoscenza effettiva o soltanto potenziale.
15. La comunicabilit delle cause di esclusione della pena
Si estendono a tutti i concorrenti le circostanze oggettive di esclusione della
pena: sono tali le cause di giustificazione o scriminanti, la cui presenza e elide
lantigiuridicit obiettiva del fatto criminoso.
La ragione di tale estensibilit evidente: se le cause di giustificazione fanno
venir meno il contrasto tra il fatto tipico e ordinamento giuridico, rendendo
lecito il fatto medesimo, la liceit di esso non pu non proiettarsi su tutte le
condotte che concorrono alla sua realizzazione. Cos ad es se A provoca ad altri
una lesione personale per difendersi da unaggressione ingiusta, e B partecipa
al fatto fornendo lo strumento lesivo, la situazione scriminante esimer dalla
responsabilit non solo A, ma anche B che lo soccorre.
Circostanze soggettive. Non si comunicano, ma si applicano soltanto ai
correi cui personalmente si riferiscono, le cause soggettive di esclusione della
pena: cos ad es leventuale vizio di mente dellesecutore materiale non potr
avvantaggiare il partecipe; allo stesso modo la circostanza che ad un furto
partecipi il figlio della vittima non varr a scagionare gli altri partecipi

dallazione furtiva. Lo stesso vale se uno dei correi agisce senza dolo, ovvero
beneficia di una situazione di immunit personale, ecc.
Ratio: se le cause soggettive lasciano sussistere lilliceit del fatto, e si limitano
a far venir meno la punibilit per ragioni, che possono essere a loro volta di
natura eterogenea concernenti la persona del singolo reo, sarebbe
ingiustificato estenderne gli effetti aldil dei soggetti cui direttamente si
riferiscono.
16. Desistenza volontaria e pentimento operoso
In mancanza di una esplicita presa di posizione legislativa sul punto, la
problematica della esistenza nella partecipazione criminosa si riduce a questo
interrogativo: se, per andare esente da pena, il concorrente che desiste possa
limitarsi a neutralizzare il contributo personalmente arrecato alla realizzazione
del fatto collettivo o debba piuttosto impedire la consumazione del reato anche
da parte degli altri correi.
Forme di manifestazione della desistenza e ruolo del correo. da
premettere che latto di desistenza del correo presenta modalit di
manifestazione diverse, a seconda Del ruolo che egli assume nella
realizzazione collettiva.
- Ove il soggetto che desiste rivesta la posizione di esecutore, il recesso si
manifester in forma negativa: colui il quale pone in essere atti esecutivi,
infatti, in grado di sottrarsi alla commissione del fatto semplicemente
interrompendo lattivit gi iniziata. La desistenza dellesecutore, in
quanto proviene dal soggetto che possiede il massimo dominio
sullaccadere, produce nello stesso tempo leffetto di impedire la
consumazione del reato.
- Pi problematica la posizione del semplice complice. Chi si limita a fare
il complice spesso a interamente fornito il proprio apporto ancor prima
che la realizzazione collettiva raggiunga la soglia del tentativo. Da ci
deriva la conseguenza che rende la posizione del miro compiti e
comparativamente pi svantaggiosa: tutte le volte in cui ha gi esaurito il
suo contributo allazione collettiva, il partecipe dovr necessariamente
attivarsi per neutralizzare le conseguenze della collaborazione gi
prestata. Posto che la desistenza del compiti si manifesta, di regola,
ponendo in essere unattivit positiva, sorge il dilemma: se A, Che ha gi
fornito uno strumento da scasso a B, il quale lo impiega per compiere un
furto, si pente successivamente e vuole sfuggire alla pena, potr egli
limitarsi a riprenderselo costringendo B a ricorrere ad un altro strumento,
o dovr comunque impedire che B consumi il furto?
Per rispondere allinterrogativo, va premesso che anche nellambito del
concorso di persone il problema della responsabilit non pu che essere
individuale e personale. Proprio in aderenza al principio della personalit
della responsabilit penale, da ritenere che la desistenza del partecipe
sia configurabile anche allorch egli si limiti a neutralizzare la condotta
gi realizzata, elidendone gli effetti rispetto alla produzione collettiva
dellevento.
Nella misura in cui riesce a privare la realizzazione comune del proprio
apporto, il compiti emancipa infatti dalla commissione di un fatto che, in
quanto viene posto in essere soltanto dagli altri correi, non pu pi
essere considerato opera sua.

Posto che la desistenza rientra tra le cause personali di esclusione della pena,
essa non si estende a tutti i concorrenti, ma esime da responsabilit soltanto i
soggetti cui si riferisce.
Pentimento operoso. La configurabilit Del pentimento operoso presuppone
che lazione collettiva sia giunta ad esaurimento e che uno dei concorrenti
riesca ad impedire il verificarsi dellevento lesivo: Il pentimento operoso ha
natura di circostanza attenuante soggettiva.
17. Estendibilit della disciplina del concorso eventuale al concorso
necessario
Ricorre la figura del concorso necessario o del reato necessariamente
plurisoggettivo quando la stessa disposizione incriminatrice di parte
speciale a richiederne la presenza di pi soggetti per lintegrazione del reato.
I reati per loro natura realizzabili non monosoggettivamente, ma soltanto da
pi soggetti, sono distinguibili in
Plurisoggettivi propri: contraddistinti dalla circostanza che vengono
assoggettati appena tutti i coagenti.
Plurisoggettivi impropri: la norma incriminatrice dichiara punibili
soltanto uno o alcuni Dei partecipanti al fatto.
Nellambito dei reati plurisoggettivi impropri, pu porsi il problema se il
concorrente necessario, esentato da sanzioni dalla norma incriminatrice di
parte speciale, possa essere invece ritenuto responsabile in base alle norme
che disciplinano il concorso eventuale.
Parte della dottrina ritiene che tale problema andrebbe risolto alla stregua della
voluntas legis, cio verificando se lesenzione da responsabilit del concorrente
necessario risponda o no allo scopo della norma incriminatrice violata e alle
direttive generali dellordinamento giuridico. In applicazione di tale criterio
interpretativo, la responsabilit a titolo di concorso eventuale del cogente
necessario andrebbe certamente esclusa nellusura, nella corruzione di
minorenne e in tutte le altre ipotesi nelle quali la norma incriminatrice tende
alla protezione anche dei concorrenti necessari non dichiarati punibili.
Ad avviso degli autori preferibile lopinione tradizionale che nega la punibilit
del concorrente non espressamente incriminato dalla norma incriminatrice di
parte speciale: la circostanza che la sua condotta, per quanto necessaria, non
sia expressis verbis assoggettata a pena, sottintende 1:00 scelta legislativa a
favore dellimpunit; a ritenere diversamente si disattende il principio nullum
crimen sine lege.
Un secondo problema riguarda lapplicabilit ai concorrenti necessari, punibili
in base alla norma incriminatrice di parte speciale, delle norme sul concorso
eventuale relative alle circostanze aggravanti e attenuanti, nonch alla
comunicabilit sia delle circostanze medesime sia delle cause di esclusione
della pena. Mentre la giurisprudenza appare oscillante, la dottrina oggi
dominante ritiene che tali norme sono applicabili anche al concorso necessario,
essendo espressione di una disciplina generale relativa al carattere
plurisoggettivo della fattispecie, a meno che non siano espressamente
derogata e dalle disposizioni che configurano diversi reati necessariamente
plurisoggettivi.
Un concorso eventuale ammissibile anche nella realizzazione di un reato
necessariamente plurisoggettivo: la partecipazione eventuale si potr
configurare da parte di soggetti diversi dai concorrenti necessari.

18. Concorso eventuale e reati associativi


Negli ultimi anni il dilagare della criminalit sia politico-terroristica, sia di
stampo mafioso, ha reso acuti alcuni problemi di interferenza tra listituto
generale del concorso di persone e il reato associativo, che corrisponde al
modello dei reati a concorso necessario.
Da un lato si tratta di stabilire in presenza di quali condizioni i membri di
unassociazione criminosa, e in particolare coloro che rivestono ruoli di vertice,
rispondano, a titolo di concorso eventuale, anche dei cosiddetti reati-scopo
materialmente eseguiti da altri associati.
Dallaltro sorge il problema di verificare se, e in presenza di quali presupposti,
sia configurabile un concorso esterno ex art 110 Del codice ad unassociazione
criminosa da parte di soggetti estranei allassociazione.
a) Responsabilit dei capi per reati-scopo. Bisogna evitare il rischio di
attribuire una sorta di responsabilit di posizione ai capi delle
associazioni criminali: elevandoli cio, in maniera automatica, al ruolo di
concorrenti morali, sottoforma di determinazione o istigazione anche
implicita, nei singoli delitti commessi da altri associati. Anche in questo
caso, i rispettivi presupposti della responsabilit associativa e di quella
concorsuale vanno tenuti distinti.
In applicazione delle regole generali che presiedono alla disciplina del
concorso morale, occorrono perci alcuni presupposti minimi, da
accertare in concreto caso per caso, perch i vertici delle organizzazioni
criminose assumano il ruolo di determina Turi o istigatori dei vari illeciti
rientranti nel programma criminoso delle associazioni stesse. Cio non
basta che i singoli atti delittuosi materialmente commessi da altri
associati rientrino nelle direttrici programmatiche fissate in linea
generale dai capi medesimi: necessario che le direttrici generali del
programma criminoso dellassociazione contengono gi in nuce,
sufficientemente predeterminati, almeno i tratti essenziali dei singoli
comportamenti delittuosi realizzati dai compartecipi.
Mi deriva che una responsabilit concorsuale a titolo di dolo dovrebbe
riconoscersi anche nellipotesi in cui i vertici lancino agli altri associati
inviti allazione apparentemente indeterminati, ma in realt idonei a
concretizzare soltanto in un numero circoscritto di reati.
b) Il c.d. concorso esterno. La seconda delle questioni accennate attiene
alla figurabilit di un concorso eventuale nel reato associativo (c.d.
concorso esterno) da parte di soggetti estranei allassociazione
criminosa: cio di soggetti che, pur non facendo parte integrante di
unorganizzazione criminale in qualit di partecipi interni alla sua
struttura, intrattengono tuttavia rapporti di collaborazione con
lorganizzazione medesima in modo da contribuire alla sua conservazione
o al suo rafforzamento.
Se si muove dal presupposto che la rilevanza penale di una condotta di
partecipazione interna al reato associativo implichi necessariamente
lacquisizione del ruolo precostituito e formale di associato, possono
aprirsi vuoti di tutela in tutti i casi nei quali il soggetto che attua
comportamenti vantaggiosi per lassociazione non ne faccia parte
integrante ma sia estraneo ad essa: per colmare questi vuoti di tutela
penale non rimane che ipotizzare un concorso eventuale esterno, ex art
110 e ss del codice, nel reato associativo che di volta in volta viene in

questione (associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso,


ecc).
Il potenziale spazio di operativit dellistituto in questione risulta
influenzato dal pregiudiziale modo di concepire le condotte di
partecipazione interna. Se si adotta un concetto ampio di partecipe,
svincolato dal previo riferimento a rituali formali di affiliazione, Lambito
applicativo da riservare alla figura del concorrente esterno si restringe.
Secondo la Cassazione definibile partecipe interno colui ti risulta il rapporto
stabile e organica compenetrazione nel tessuto organizzativo del sodalizio
criminale, tale da implicare lassunzione di un ruolo dinamico e funzionale, in
esplicazione del quale prende parte al fenomeno associativo, rimanendo a
disposizione dellente per il perseguimento dei comuni scopi criminosi: ai fini
dellassunzione di un simile ruolo non necessaria la previa sottoposizione a
un rituale di affiliazione formale, ma sono sufficienti facta concludentia.
definibile concorrente esterno il soggetto che, pur non essendo inserito
stabilmente nella struttura organizzativa dellassociazione, fornisce tuttavia ad
essa un concreto, specifico, consapevole, volontario contributo: sempre che
questo contributo esplichi una effettiva rilevanza causale e cio si configuri
come condizione necessaria per la conservazione o il rafforzamento della
capacit operativa dellassociazione o di un suo particolare settore, ramo di
attivit o articolazione territoriale.
Sulla base di tale definizione, il fondamento della rilevanza penale del concorso
esterno tende a incentrarsi sullefficacia causale del contributo fornito
dallextraneus, in termini di conservazione rafforzamento dellintero sodalizio
criminoso. La cassazione si preoccupata di precisare che tale efficacia
eziologica deve essere accertata ex post, cio alla stregua dei medesimi criteri
rigorosi e pi in generale soccorrono per dimostrare il nesso di
condizionamento secondo il modello di sussunzione sotto leggi scientifiche.

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