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CORSO DI LAUREA IN MATEMATICA AA 2008/2009

Geometria 1
Appunti dalle lezioni - 3.12.2008
Prof.Rita Vincenti
.
Introduzione alla geometria affine

Generalit
a

Sia V uno spazio vettoriale sopra il campo K.


Per ogni vettore a V si definisce traslazione di V la applicazione a : V V definita da
a (v) = v + a.
Sia T = {a |a V} linsieme delle traslazioni di V. E facile provare che (T, ) e un gruppo commutativo secondo la operazione binaria di composizione a a (v) = a (b (v)) = v+a+b = a+b
con elemento neutro 0 ed inverso di a definito da a .
Proprieta di rilievo del gruppo (T, ) sono:
1) per ogni coppia di vettori u, v V esiste una unica x T tale che x (u) = v (essendo (V, +)
gruppo);
2) non esiste nessun v V tale che a (v) = v se a 6= 0 (cioe una traslazione a 6= 0 non ha punti
fissi ).
Per queste due prime proprieta si dice che T agisce regolarmente su V.
3) il gruppo (T, ) e isomorfo a (V, +) (e sufficiente considerare la applicazione : T V
definita da (u ) = u per ogni (u) T).
Il gruppo degli automorfismi lineari di V e indicato GL(n, K) ed e isomorfo al gruppo moltiplicativo Invnn (K) delle matrici invertibili n n ad elementi in K.
Sia S < V un sottospazio di V.
Si definisca una relazione su V nel modo seguente:
a b a b S.
Analogamente a quanto dimostrato per un gruppo e un suo sottogruppo normale, e facile provare
che e una relazione di equivalenza su V e che ad essa e associata la partizione di V i cui
elementi sono rappresentati dallinsieme quoziente V/S = {a + S|a V}.
Tale insieme puo essere dotato di una operazione binaria + cos che (V/S, +) e gruppo, il
gruppo quoziente modulo il sottospazio S.
Si e anche provato che per ogni a + S, b + S V/S si ha |a + S| = |b + S|.
.

Si collezionino per ogni scelta di S < V tutti gli elementi (laterali) a + S per ogni a V e si
consideri linsieme
L = {a + S|a V, S < V}.
Per ogni scelta del sottospazio S (e quindi della partizione {a + S|a V}), S e denominato
sottospazio direttore.
Si noti che ogni laterale a+S puo considerarsi il trasformato a (S) del sottospazio S sotto lazione
della traslazione a T.
Se la dimensione dimV = n, si puo ripartire linsieme L a seconda della dimensione di S < V,
iniziando dalla dimensione 0 (relativa alla scelta S = {0}) fino alla dimensione n 1 (relativa
alla scelta S iperpiano di V) nel seguente modo:
P = {a|a V},
R = {a+ < m > |a V, m V = V \ {0}},
= {a+ < m, n > |a V, m, n V, dim < m, n >= 2},
.............................................................
H = {a+ < m1 , ..., mn1 > |a V, dim < m1 , ..., mn1 >= n 1}.
Sia A = (P, R, , ...H, I, //) ove denominiamo P insieme dei punti, R insieme delle rette,
insieme dei piani,...,H insieme degli iperpiani. In generale, un laterale A = a+ < m1 , ..., mr >
con dim < m1 , ..., mr >= r si definisce sottospazio affine di dimensione r e il sottospazio
< m1 , ..., mr > lo spazio direttore di A.
Inoltre I e la relazione di incidenza definita per ogni coppia di laterali (A, B) da AIB se AB 6= .
Nel caso che A e un punto e B non lo e, se AIB si dice anche A appartiene a B.
// e la relazione di parallelismo definita come segue:
per ogni A, B R ... H, A = a + S, B = b + S, dimS dimS si ha A //B se e solo se
S S.
NOTA 1 - Siano A = a + S, B = b + S. Se S = S, allora A //B precisamente quando A e B
sono traslati di uno stesso sottospazio, quindi equivalente ad affermare A = B oppure A B =
con A ] B = a+ < b a > +S (laterale generato da A B).
Se S S, il laterale A0 = b + S e contenuto in B = b + S ed e tale che A0 ed A sono traslati di
uno stesso sottospazio, quindi A A0 = con A ] A0 = a+ < b a > +S (laterale generato da
A A0 ).
Si conclude che A //B se e solo se A = B oppure, se il laterale B contiene un laterale A0 con
dimA0 = dimA tale che A0 //A (ovvero, se A contiene B 0 con dimB 0 = dimB tale che B 0 // B).
NOTA 2 - I laterali A e B che non sono paralleli e per cui vale A B = si dicono sghembi.
DEFINIZIONE 1 - A = (P, R, , ...H, I, //) e la geometria affine n-dimensionale sopra il
campo K.
Nel seguito si indichera A = AG(n, K).
Sia fissata in V una base B = {e1 , e2 , ..., en }. Si considerino i seguenti n + 1 punti di A: Ei :=
ei , i = 1, 2, ..., n e un ulteriore punto O := o.
Linsieme degli (n + 1) punti {O, Ei , i = 1, 2, ..., n} viene definito un riferimento affine per A.
Non si perde generalita se si sceglie o = 0.

.
Esprimendo ogni vettore v V rispetto alla base B cos che v = x1 e1 + ... + xn en ove xi K, al
punto P := v si puo associare univocamente la n-upla (x1 , x2 , ..., xn ).
Le n-uple (x1 , x2 , ..., xn ) sono definite coordinate cartesiane affini per la geometria A.
In A valgono le seguenti proprieta :
1) Due punti distinti appartengono ad una unica retta;
2) Esistono n + 1 punti non appartenenti ad uno stesso iperpiano.
Dimostrazione.
1) Siano P = p, Q = q due punti distinti di A. Una generica retta di A e un laterale di tipo
r = a+ < m >.
I punti P e Q appartengono ad r precisamente quando p = a + m e q = a + m, da cui si ha
( )m = q p. Poiche i punti P e Q sono distinti, 6= 0 per cui e < m >=< q p >.
Da p = a + m segue anche a = p m da cui si puo esprimere r = p+ < q p >.
Oppure, analogamente, si perviene alla q+ < p q >. Ma si ha p+ < q p >= q+ < p q >,
difatti p + (q p) = q + (p q) per = 1 . Quindi r = p+ < q p >= q+ < p q > e la
retta univocamente determinata.
2) Gli (n + 1) punti {O, Ei , i = 1, 2, ..., n} non appartengono ad un iperpiano poiche {e1 , ..., en }
e una base per V per cui < e1 , ..., en >= V.
Rappresentazione cartesiana (equazioni affini) di un sottospazio affine
Sia H = v+ < m1 , ..., mn1 > un iperpiano di A. Sia P := x un punto di A.
Indichiamo x = (x1 , ..., xn ).
Si ha P I H se e solo se x = v + 1 m1 + ... + n1 mn1 .
Questa relazione significa che gli n vettori x v, m1 , ..., mn1 sono dipendenti e si rappresenta
imponendo che sia nullo il determinante della matrice
M = (x v m1 ... mn1 )t ,
matrice n n che ha per righe le componenti dei vettori x v, m1 , ..., mn1 .
Espandendo quindi det M = 0 e raccogliendo i coefficienti di x1 , ..., xn si ottiene una equazione
lineare del tipo
a1 x1 + ... + an xn + h = 0
con ai , h K e che viene chiamata equazione cartesiana delliperpiano.
Per ogni sottospazio affine S = a+ < v1 , ..., vs > di dimensione s si ha P I S se e solo se
x = a + 1 v1 + ... + s vs , cioe se e solo se gli s + 1 vettori x a, v1 , ..., vs sono dipendenti. Cio
equivale ad affermare che sono nulli tutti i minori di ordine massimo s+1 della matrice (s+1)n
(x a v1 ... vs )t
che ha per colonne le componenti dei vettori x a, v1 , ..., vs .
Espandendo ed uguagliando a zero questi determinanti, si ottiene un sistema lineare di n s
equazioni nelle n incognite x1 , ..., xn , con rango della matrice incompleta pari ad n s e che
rappresenta il sottospazio S in coordinate cartesiane.

Il piano affine reale = AG(2, R)

Sia V = R2 .
La geometria affine = (P, R, I, //) ove
P = {a|a V},
R = {a+ < m > |a V, m V = R2 \ {0}},
la relazione di incidenza I esplicitata come segue: se P P, r, r0 R allora P Ir se P r, rIr0
se r r0 e un punto,
r // r0 per r, r0 R se e solo se r = r0 oppure r r0 = ,
e il piano affine reale, cioe = AG(2, R).
Valgono le seguenti proprieta:
a1 ) Due punti distinti appartengono ad una unica retta;
a2 ) Dati un punto P P e una retta r R non incidenti, esiste una unica retta r0 R tali che
P I r0 ed r0 // r;
a3 ) Esistono 3 punti non incidenti una medesima retta.
Dimostrazione.
Le proprieta a1 ), a3 ) sono state dimostrate in generale (v. proprieta 1), 2) di p.2).
a2 ) Sia P = p un punto ed r = a+ < m > una retta di con P
/ r. Una qualunque retta per P
e della forma r0 = p+ < v >.
Possono accadere due casi:
i) < v >6=< m >,
ii) < v >=< m >.
Caso i). Proviamo che r r0 consiste di un solo punto.
Poiche < v >6=< m >, i vettori m, v sono indipendenti quindi {m, v} e una base per R2 .
Esprimiamo a e p sulla base {m, v}:
a = m + v e p = m + v con , , , R.
Da cio segue r = m + v+ < m > ed r0 = m + v+ < v >= m+ < v > da cui si ha
r = v+ < m > ed r0 = m+ < v >.
E facile ora constatare che il punto R = v + m appartiene ad entrambe le rette. Quindi
R r r0 .
Supponiamo che esiste un ulteriore punto Q r r0 . Esiste allora una coppia di scalari , R
tali che v + m = m + v. Da questa uguaglianza segue ( )m = ( )v ovvero
< m >=< v >, contro lipotesi.
Caso ii). Proviamo che r r0 = .
Un punto incidente sia r che r0 e della forma a + m = p + m da cui si ottiene p = a + ( )m
ove 6= 0 poiche il punto P non incide la retta r per ipotesi. In questo caso la retta r0 si puo
esprimere a+ < ( )m >= a+ < m >, da cui segue r = r0 , contraddizione con il fatto che il
punto P non e un punto di r. Da cio segue r r0 = e quindi che le rette r ed r0 sono parallele.
NOTA - Dalla dimostrazione della proprieta a2 ) si deduce che due rette del piano affine o
sono parallele (sono la stessa retta o non hanno punti in comune) oppure si incidono in un solo
punto.

.
Equazione cartesiana della retta
Sia B = {e1 , e2 } la base canonica di R2 cos che un punto P possa esprimersi con coordinate
cartesiane (x, y) rispetto al riferimento (O, E1 , E2 ).
Denotiamo P Q la retta definita dai punti P e Q. Si e visto nella proprieta 1) che se P = p e
Q = q, si ha P Q = p+ < q p >. Sia P = (p1 , p2 ), Q = (q1 , q2 ).
Lequazione cartesiana della retta P Q si ottiene (come gia visto per un iperpiano nella dimensione
n) dal considerare la condizione a cui deve soddisfare un punto (x, y) perche appartenga al laterale
P Q = p+ < q p > che si traduce nella det((xp1 y p2 ) (q1 p1 q2 p2 ))t = 0, da cui espandendo
il determinante, si ottiene:
y p2
x p1
=
q1 p1
q 2 p2
che e una forma cartesiana della retta per due punti, usabile se q1 p1 , q2 p2 6= 0.
Oppure si perviene allequazione
(q2 p2 )x (q1 p1 )y p1 q2 + p2 q1 = 0
ove (q2 p2 , q1 p1 ) 6= (0, 0).
Poiche < q p >=< (q p) > con R , si ottiene in generale una equazione lineare del tipo
ax + by + c = 0
con (a, b) 6= (0, 0), che e definita a meno di fattori R .
Notare che una retta parallela alla retta P Q e del tipo u+ < q p > quindi da luogo ad una
equazione cartesiana del tipo
a0 x + b 0 y + c 0 = 0
ove (a0 , b0 ) = (a, b).
E evidente, viceversa, che da una equazione cartesiana ax + by + c = 0 con (a, b) 6= (0, 0) si puo
determinare un laterale (retta) del tipo u+ < v > ove v = (b, a) e (u1 , u2 ) e una qualunque
soluzione di ax + by = c.
Rette di equazione particolare
Si noti che ogni retta del tipo < m > contiene il punto (0, 0)
Consideriamo le due rette OE1 =< e1 > e OE1 =< e1 >.
Si ha OE1 = {(1, 0)| R}, OE2 = {(0, 1)| R} quindi la retta OE1 ha equazione cartesiana
y=0
e la retta OE2 ha equazione cartesiana
x = 0.

.
Entrambe le rette contengono il punto O = (0, 0) denominato origine del riferimeno. Le rette
y = 0, x = 0 si chiamano asse delle x e asse delle y, rispettivamente.
Comunque si sceglie il punto P P, per P passa lunica parallela rx alla retta asse delle y che
interseca lasse delle x in un punto Px = (x, 0) e la unica parallela ry alla retta asse delle x
che interseca quindi lasse delle y nel punto Py = (0, y). Quindi il punto P ha necessariamente
coordinate (x, y).
Da qui anche la denominazione di assi di riferimento per le due rette asse x e asse y e origine
del riferimento per il punto O.
Si verifica subito che una rette parallela allasse delle x ha equazione y = h, h R e una retta
parallela allasse delle y ha equazione x = k, k R.
Una retta non parallela allasse delle y ha quindi equazione ax + by + c = 0 con b 6= 0, per cui
puo essere scritta y = ab x cb , ove ab e denominato coefficiente direttore della retta.
In conclusione quindi linsieme R delle rette del piano puo essere rappresentato dalle equazioni
x = k, y = mx + h
al variare di k, m, h R.
Si e visto che due rette sono parallele precisamente quando sono i laterali (ovvero, i traslati) di
uno stesso sottospazio < u >.
Da quanto sopra detto segue che una retta parallela alla retta di equazione cartesiana ax+by+c =
0 ha equazione ax + by + c0 = 0, alla retta di equazione cartesiana y = mx + h ha equazione
y = mx + h0 .
Siano assegnate due rette di equazioni ax + y + c = 0, a0 x + b0 y + c0 = 0.

Per definire le mutue posizioni, va quindi discusso il determinante della matrice M =

a b
a0 b 0

dei coefficienti del sistema. Due casi possono accadere:


detM 6= 0 oppure detM = 0.
Se detM 6= 0, il sistema e di Cramer e ha una sola soluzione P = (x, y), ovvero le due rette si
incidono nel punto P .
Se detM = 0, il sistema ammette
tuttele soluzioni o nessuna a seconda che il rango rank M

a
b c
della matrice completa M 0 =
e 1 oppure 2.
0
a b0 c 0
Se rankM 0 = 1 allora (a0 , b0 , c0 ) = (a, b, c) per cui le due rette coincidono (e quindi sono parallele).
Se rankM 0 = 2, il sistema non ammette soluzioni, le due rette sono distinte e sono parallele nonn
avendo punti a comune.
Si definisce fascio improprio linsieme delle rette parallele ad una retta assegnata, fascio proprio
linsieme delle rette per un punto P0 .
Se un fascio e assegnato mediante le equazioni di due rette ax + by + c = 0, a0 x + b0 y + c0 = 0
allora
(a + a0 )x + (b + b0 )y + (c + c0 ) = 0

e lequazione della generica retta del fascio.


Il gruppo delle affinit
a del piano = AG(2, R)
DEFINIZIONE 2 - Una affinita del piano = AG(2, R) e una biiezione dellinsieme P
dei punti, che trasforma biunivocamente linsieme R delle rette conservando lincidenza e il
parallelismo.
Sia T il gruppo delle traslazioni di R2 e sia G = GL(2, R) il gruppo degli automorfismi lineari
di R2 .
Sia = a f ove a T, f G.
PROPOSIZIONE 1 - = a f e una affinita di .
Dimostrazione.
Essendo composizione di biiezioni sullinsime P, e una biiezione di P. La sua azione su un
punto P = p e la seguente: (P ) = a (f (p)) = f (p) + a.
Sia r = u+ < m > una retta. Si ha (r) = ({u + m| R} = {f (u) + a + f (m)|
R} = f (u) + a+ < f (m) >. Quindi limmagine di una retta e una retta. Quindi punti incidenti
una retta vengono trasformati in punti incidenti la retta trasformata. Facile provare che e una
biizezione dellinsieme R.
Siano r ed r0 due rette parallele, quindi si epsrimono r = u+ < m > ed r0 = v+ < m >.
Si ha (r) = f (u) + a+ < f (m) > e (r0 ) = f (v) + a+ < f (m) >, quindi (r) e parallela ad
(r0 ).
Definiamo Aff := T G = {a f |a T, f G}.
PROPOSIZIONE 2 - Aff e il gruppo delle affinita di .
La dimostrazione e omessa.
Rappresentazione in coordinate affini del gruppo Aff
Dalla (P ) = f (p) + a, esprimendo sulla base prescelta per R2 P = (x, y), (P ) = (x0 , y 0 ),
a = (h, k) ed f con la matrice invertibile (aij ) si ottengono le seguenti due relazioni scalari in
coordinate cartesiane:
 0
x = a11 x + a12 y + h
.
y 0 = a21 x + a22 y + k
Al variare di aij , h, k R le due relazioni rappresentano quindi, in coordinate cartesiane, il
gruppo Aff.
 0
x =x+h
Il sottogruppo T delle traslazioni e rappresentato da
al variare di h, k R.
y0 = y + k
Per ogni a T e a (P ) 6= P per ogni P P.
 0
x = kx
Il sottogruppo D delle dilatazioni e rappresentato dalle
al variare di k R .
y 0 = ky
Ogni trasformazione = f 0 = f fissa il punto O.
E facile provare che mentre (T, ) e isomorfo ad (R2 , +), (D, ) e isomorfo ad (R , ).
Ogni elemento Aff puo riguardarsi sia come trasformazione di movimento del piano
rispetto ad un fissato riferimento, sia come coordinatizzazione del piano rispetto a riferimenti
diversi. Il primo riferimento e (O, E1 , E2 ) ed il secondo e (O0 , E10 , E20 ). La (aij ) e la matrice del

cambiamento di base da {e1 , e2 } a {e01 , e02 } e il vettore a = (h, k) della traslazione trasforma il
punto O nel punto O0 .

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