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DI CURA CON I GENITORI
E CON I BAMBINI
Tecniche di counselling sistemico
per professionisti sanitari
Silvana Quadrino
COMUNICAZIONE & COUNSELLING
IL COUNSELLING
NELLINTERVENTO DI CURA
CON I GENITORI E CON I BAMBINI
SILVANA QUADRINO
COLLANA EBOOKECM
EBOOK PER L'EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA
INDICE
INTRODUZIONE
1.1 Un po di storia
1.2 Il Il fattore tempo
1.3 Le trappole nascoste delle comunicazioni nella relazione di cura
1.4 Esempi di counselling
1.5 Dalla pragmatica della comunicazione umana al counselling
1.6 Per saperne di pi
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NOTE SULLAUTRICE
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BIBLIOGRAFIA RAGIONATA
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INTRODUZIONE
CAPITOLO 1.
Il professionista del counselling:
come, quando, perch
1.1 Un po di storia
Quando presentai per la prima volta, in un convegno di
pediatria, il metodo di comunicazione consapevole che cominciavo a
definire counselling, il titolo che scelsi per la mia relazione fu
Anche il counselling, adesso?. La platea era interessata ma
difficile: era la fine degli gli anni 80, di counselling si parlava da
poco, e dopo le prime esperienze di formazione sulle tecniche di
comunicazione rivolte a medici e professionisti sociali e sanitari
avevo ben chiaro un rischio: quello di scontrarmi con la convinzione
che, parlando di counselling, si chiedesse ancora una volta ai
professionisti di ascoltare di pi, di essere pi empatici, di
decodificare i veri bisogni, di fare, insomma, gli psicologi dilettanti
o i confidenti affettuosi dei loro pazienti; in ogni caso, di fare
qualcosa di pi avendo a disposizione lo stesso tempo di sempre:
tempo avvertito costantemente come scarso e affannoso,
insufficiente anche per effettuare con calma e coscienziosamente
una visita e un breve colloquio senza pretese. Altro che counselling!
Era da poco uscito il primo libro 1 in cui avevo cominciato a
sistematizzare, insieme a Giorgio Bert, le basi teoriche e le linee
metodologiche di quello che definivamo counselling sistemico
1 Bert G , Quadrino S , Il medico e il counselling, Il pensiero Scientifico 1989
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2 Von Foester H, Sistemi che osservano, a cura di Mario Ceruti e Umberta Telfner,
Astrolabio, Roma 1987
3 Bateson G , Verso unecologia della mente, Adelphi Milano 1976
4 La definizione di sistema umano a cui facciamo riferimento un insieme di elementi
(persone) caratterizzati da specifici attributi (ruolo, immagine, compiti, diritti, doveri) che si
sono definiti nella storia di quel sistema, e legati fra loro in modo tale che una
modificazione di uno degli elementi produce modificazioni anche negli altri.
5 Rogers C, La terapia centrata sul paziente, Martinelli 1970
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Esempio
Medico: Perch non mi ha portato prima la bambina? Le
avevo gi fatto notare che cresceva troppo poco, e adesso sono
passati due mesi dallultima visita e il peso sempre basso.
Medico: Quando si accorta che la bambina continuava a
crescere poco da cosa ha pensato che potesse dipendere? ne ha
parlato con qualcuno? cosa avete gi provato a fare?
2. Dallipotesi lui allipotesi lui si comporta
Siamo abituati a vedere i comportamenti degli altri come se
fossero caratteristiche specifiche e immutabili di quella persona.
Cos diciamo quella mamma ansiosa, quel padre autoritario
, quel ragazzino strafottente ecc. Possiamo invece abituarci a
vedere i comportamenti (nostri e degli altri) come messaggi che
acquistano senso nello scambio comunicativo: proposte relazionali,
come dice Watzlawick, a cui possiamo rispondere rafforzandole o
rendendole invece meno rigide, rendendo possibili altri
comportamenti. Il primo passo consiste nellintrodurre, nei nostri
pensieri e nelle nostre ipotesi mentali, la domanda cosa mantiene
latteggiamento ansioso di questa mamma? Cosa potrebbe succedere
di diverso, per permetterle di essere meno ansiosa?
3. Da insistere a rendere possibile
Quando non otteniamo la collaborazione, ladesione,
laccettazione delle nostre proposte, rischiamo di passare
rapidamente dalla domanda non sistemica (perch non fa quello
che dico?) alla ipotesi (perch ostinato, aggressivo,
incosciente) . Questo ci porta a un atteggiamento di
contrapposizione a fin di bene (devo convincerlo, costringerlo ad
ammettere, fargli fare a tutti i costi) che sul piano relazionale
quasi sempre controproducente. Se riusciamo a evitare la domanda
perch e a leggere il comportamento che vorremmo modificare
come una fase dello scambio comunicativo fra noi e laltro, e non
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