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PROTEZIONE DAI CONTATTI

INDIRETTI NEI SISTEMI TT

Appunti a cura dellIng. Emanuela Pazzola


Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici
A.A. 2005/2006
Facolt dIngegneria dellUniversit degli Studi di Cagliari

CAPITOLO 10. PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI NEI


SISTEMI TT

10.1 GENERALIT
10.2

CASO

PARTICOLARE:

pag. 2
IMPIANTO

DI

TERRA pag. 7

COMUNE A PI DERIVAZIONI

CAPITOLO 10
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI NEI
SISTEMI TT
10.1 GENERALIT
In fig. 17 indicato il circuito di guasto franco a terra in un utilizzatore alimentato
da un sistema TT. La corrente di guasto Ig si richiude attraverso le resistenze RTU e
RTN.

Fig. 1 Guasto a terra in un sistema di distribuzione TT

Il circuito equivalente dellanello di guasto nellipotesi di contatto con


unapparecchiatura con difetto disolamento diviene quello in fig. 18:

Fig. 2 Anello di guasto in un sistema TT

Dove:

Vf il valore efficace della tensione di fase;

Ig la corrente di guasto;

RC la resistenza di contatto;

Rfilo la resistenza del conduttore dal trasformatore fino al punto di


contatto;

Ruomo la resistenza del corpo umano;

Ruomo-terra la resistenza del suolo (pari a 1000 in condizioni ordinarie ed


a 200 in condizioni particolari).

Considerando che:

RTN + Rc + R filo << RTU


la massima corrente di guasto, in assenza di contatto umano, :

(4.1)

I g max

Vf
RTU

Tale corrente deve essere abbastanza elevata da permettere lintervento del


dispositivo di protezione automatico, per questo motivo RTU dovr essere molto
piccola.
3

In presenza di contatto con lapparecchiatura, la corrente che attraversa luomo


data da:

I uomo

(4.2)

RUOMO

VKT
+ Ruomo terra

dove VKT la tensione della carcassa metallica.


Si hanno dunque due possibili situazioni:
a)

RTU << R uomo + Ruomo terra


In tal caso la corrente si richiude prevalentemente sulla resistenza terrautilizzatore;

b)

Ruomo << R uomo + Ruomo terra


In tal caso la corrente si richiude principalmente su Ruomo; questa
evidentemente la situazione pi pericolosa.
Per un tempo di intervento dellinterruttore di protezione minore o uguale a

5 s le norme indicano come massima tensione di contatto ammissibile:


(4.3)

Vk = V

KT

50

Pertanto per avere una sicura protezione dalla tensione di contatto, la


resistenza di terra (in ) deve essere tale che si verifichi la seguente relazione:

(4.4)

RTU

50
IS

Dove Is la corrente di intervento del dispositivo a massima corrente per un


tempo inferiore od uguale a 5 secondi. In tal modo tra i punti K e T non ci sar mai
una differenza di potenziale maggiore di 50 V.
Ad esempio assumendo per la resistenza del corpo umano un valore di
3000 si ha una corrente (in mA) pari a:

50
16.6
3000

che al di sotto della soglia di 30 mA

indicata dalle norme come massima

corrente sopportabile per un tempo pari a 5 s.


Per correnti di guasto inferiori ad Is il dispositivo di protezione impiega tempi
lunghi ad aprire il circuito o potrebbe anche non intervenire, ma se la (4.4)
soddisfatta, la tensione assunta dalle masse inferiore a 50 V.
Per correnti di guasto superiori ad Is le tensioni sulle masse superano i 50V,
ma il dispositivo apre il circuito in tempi sufficienti per la sicurezza delle persone.
Tuttavia soddisfare la condizione (4.4) non affatto facile. Infatti la corrente
Is corrisponde nella pratica a diversi multipli della corrente nominale, sia per i
fusibili che per gli interruttori magnetotermici automatici. Ci comporta un valore
della resistenza di terra molto basso, in genere inferiore allohm, non facilmente
ottenibile negli impianti in bassa tensione.
Per questo motivo e poich, comunque sia, i dispositivi a massima corrente
nascono per la protezione del circuito contro le sovracorrenti e non per intervenire
in qualsiasi situazione anomala del circuito, come quella del guasto a terra, si
adottano

sistemi

aggiuntivi

di

sicurezza,

come

lutilizzo

dellinterruttore

differenziale ad alta sensibilit. In questo caso si ha quindi una messa a terra


diretta pi una protezione differenziale In come mostrato in fig. 19.

Fig. 3 Protezione differenziale in un sistema TT mediante rel differenziale

La corrente di intervento del rel differenziale , come gi visto, data da:

I n = I f I n

Pertanto la resistenza di terra pu essere espressa mediante la seguente


relazione:

RTU

(4.5)

50
I n

Si deduce quindi che una protezione differenziale efficace anche per


resistenze di terra relativamente elevate, come indica la seguente tabella, nella
quale si fatto riferimento ad alcuni dei valori pi comuni di sensibilit In
In

10

0,5

0,3

0,1

0,03

0,01

Rt

10

50

10

167

500

1667

5000

Un altro sistema adottato per la protezione dai contatti indiretti quello del
coordinamento tra la messa a terra e dispositivi atti ad interrompere
lalimentazione in caso di guasto, come ad esempio i rel di massima tensione. In
fig. 20 mostrato lo schema di funzionamento di questo sistema.
Per avere la protezione dalla tensione di contatto, la tensione di intervento Vi del
rel di tensione non deve superare i 50 V:
(4.6)

Vi 50

in tal modo si ritorna alla condizione (4.4):


(4.7)

RTU

Vi
50
=
Is
IS

Fig. 4 Protezione di un sistema di distribuzione TT mediante rel di massima tensione

10.2 CASO PARTICOLARE: IMPIANTO DI TERRA COMUNE A PI


DERIVAZIONI
Un caso che si verifica molto frequentemente limpianto di terra comune a
pi derivazioni. Ad esempio in un edificio ad uso civile esso unico per tutti gli
appartamenti ed i servizi comuni. La norma CEI 64/8 prevede che nel caso di
impianto comprendente pi derivazioni protette da dispositivi con correnti
dintervento diverse venga considerata la corrente dintervento entro 5 s (Is) pi
elevata:
(4.8)

Rt

50
Is

Si consideri a tale proposito il caso di due derivazioni, una protetta da un


interruttore differenziale con Is pari a 0,5 ed una con interruttore magnetotermico
avente una corrente dintervento entro 5 s pari a 20 A (fig. 21).

Fig. 5 Impianto di terra comunea due drivazioni: luna protetta con interruttoredifferenziale e laltra
con interruttore automatico. Il vantaggio derivante dallinterruttore differenziale installato sulla
derivazione B in pratica annullato dalla mancanza dellinterruttore differenziale sulla deriazione A

In questo caso le masse dei due utilizzatori, essendo collegate fra loro e
trascurando le cadute di tensione nei vari tratti, sono allo stesso potenziale; il caso
pi sfavorevole si verifica nel caso di guasto di isolamento in B.
Per conseguire la sicurezza sulla derivazione B sufficiente una resistenza
di terra non superiore a 100 , mentre per la derivazione A , supponendo I5s=5In,
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affinch la tensione di contatto a vuoto non superi il limite di 50 V per 5 s, deve


essere:
(4.9)

Rt

50 50
=
= 0,5
I 5s 100

Si deduce dunque che la presenza di una sola derivazione non protetta da


differenziale rende problematico il soddisfacimento della norma, annullando i
benefici della protezione differenziale. Si potrebbe risolvere il problema con un
interruttore differenziale posto a monte dei due (se sono alimentati da una linea
comune), ma il suo intervento provocherebbe il distacco di tutto limpianto a valle.
La situazione, estremamente diffusa nei condomini, dovrebbe essere
sanata installando un interruttore differenziale anche nellutenza A, ci in accordo
con quanto richiesto dalla legge 46/90 contenente le Norme di sicurezza degli
impianti, tra le quali lobbligo di installazione generalizzata della protezione
differenziale con corrente differenziale dintervento I n 30mA .

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