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Redazione e Amministrazione: L.go Corsia Dei Servi 3 - 20122 Milano. Tel 02/771295.1
quotidiano
SI PARLA DI UN PIANO DEI CENTO GIORNI PER FARE A PEZZI IL CAV. IN CASO DI VITTORIA
ro Ostellino, da Sergio Ricossa e da me. Lasciamo stare le maschere del lupo e dellagnello che ogni politico, compreso Berlusconi, indossa e dismette con spregiudicatezza, specie sotto
elezioni. Largomento non riguarda noi ma il premier, che non
lispiratore di quel testo anche perch, come sai, ha spesso (non
sempre) la simpatica faccia tosta di negare lesistenza stessa di
un conflitto di interessi a lui intestato, aggiungendo che, se c,
quel conflitto si risolve in un danno per lui. Noi abbiamo scritto
lopposto, e per quanto mi riguarda lo faccio serenamente e pubblicamente da anni, agnello lupo o elefante, perfino dal tempo
in cui lavorai con Berlusconi come ministro nel suo primo governo (1994). Lasciamo dunque stare le recriminazioni personali o di gruppo e affrontiamo la sostanza oggettiva del problema,
come tu fai allingrosso, anche se nel dettaglio ti togli lo sfizio di
dannarci un poco e ci rimproveri di non essere bravi liberali
(per quanto mi riguarda non hai torto: sono un ex comunista,
dunque un liberale di risulta e di serie B).
Caro direttore, tu incentri le tue tesi su dei numeri, il minutaggio dedicato dalle varie emittenti ai due schieramenti elettorali in campo, e affermi che in atto un tremendo squilibrio a
favore del proprietario di Mediaset e premier in carica. A vrei
qualcosina da dire su quei numeri. Prodi meno presente in tv?
Ma tutti sanno, anche per sua ammissione, che una scelta personale e di staff, una tattica: si sente in vantaggio, non vuole entrare nella mischia, punta sui faccia a faccia istituzionali e diffida dei talk show. Il lamento dunque ipocrita. Ma i prodiani
dellUnione sono tutte le sere in tv , come e forse pi degli altri.
Non ho i numeri per dimostrarlo, ma ho come tutti gli occhi per
vederlo. Mi sembra incontestabile. Il Tg4 squilibrato? Sicuramente. Fede un ironico fuorilegge del video, ma se il dirimpettaio Tg3 dato dai tuoi numeri come perfettamente equilibrato, allora io peso quarantacinque chili e chi lo neghi andrebbe contro i miei numeri e la loro oggettivit (per fortuna ci
sono gli occhi).
I numeri sono ingannevoli, se mal trattati e usati per dissolvere ci che appare nella pi solare evidenza. Per esempio: dei
numeri come il tasso dinflazione (basso) e il tasso di disoccupazione (basso) voi vi fate beffe, altri parlano di inflazione percepita e di disoccupazione percepita. Non si sa dove mettere nel
minutaggio le informazioni sullaviaria, come dice Clemente Mimun, direttore del criticato Tg1: in quota An, destra sociale, ministero delle Politiche agricole e forestali? Boh. V ia, lasciamo
perdere i trucchetti numerologici e altri esoterismi, diciamo che
la par condicio percepita tutto sommato funziona. Nel caso non
funzioni, nel caso sia troppo facilmente aggirabile, Dio mio, debbo ricordare che quella legge nacque da unintuizione geniale
di Scalfaro, che non un berlusconoide, e fu varata a maggioranza da DAlema, che solo un mezzo berluscones (a voler essere perfidi con lui). Mi viene sempre molto da ridere quando
leggo le maledizioni contro quella legge del tuo Michele Serra,
autore di Fabio Fazio frustrato dalle regole e affaticato nellaggirarle con ironia, un po come fa Fede nel suo Tg. Mi sono sga-
Poste Italiane Sped. in Abbonamento Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO
nasciato dalle risate quando ho visto Moretti protestare da Fazio, mentre la violava con delicatezza in attesa della Littizzetto,
contro la legge orwelliana approvata dalla sinistra per imbrigliare il Caimano. Vogliamo tutto, come scriveva Nanni Balestrini tanti anni fa, dunque a tuttoggi la vostra filosofia della
vita pubblica?
Per cortesia, ho detto la mia sui numeri. Ma i numeri non centrano, caro Mauro. Riguardano la par condicio o equal time, che
pu essere migliorata in diverse direzioni, compresa quella della severit nelle prescrizioni e nelle sanzioni. Il problema che
noi abbiamo posto diverso: decente la sola idea che gli avversari del premier promettano o minaccino di escluderlo per
legge dalla politica, impedendogli una eventuale rivincita nel segno dellalternanza, a meno che non diventi un politico professionale, con lobbligo per legge (a maggioranza) di vendere il suo
patrimonio industriale? Pu un candidato, in una democrazia liberale, partecipare tranquillo alle elezioni sapendo che gli avversari, se vincessero, gli toglierebbero per legge la sua identit
sociale e politica, impedendogli ogni possibile rivincita?
Fassino ci ha dato ragione in diretta tv, da Vespa: ha detto che
Berlusconi pu restare padrone di Mediaset, purch separi
completamente la gestione. Prodi stato elusivo: ha detto che
non vuole fare una legge ad hominem bens tutelare lItalia e la
democrazia, poi ha aggiunto che non sa quale soluzione adottare, il che un po poco e un po sghembo come risposta a una domanda semplice. Furio Colombo, che ha presentato Prodi e il
suo programma e la sua filosofia di governo in un libro-intervista, ha detto che prima ancora di appendere il cappotto a Montecitorio, se eletto, depositer una proposta di legge sul conflitto di interessi che renda incompatibili la propriet di mezzi
di comunicazione come Mediaset e qualsiasi ruolo di governo.
Risposta chiara, la linea dellaut aut: o entri nella nomenclatura politica e ti spogli delle tue propriet o sei fuori.
A questa domanda cruciale, che ha ottenuto come abbiamo visto risposte diverse (e ci piacerebbe sapere che cosa ne pensi, visto che non sembri voler eludere anche tu il problema) se ne aggiunge unaltra. Da quando Berlusconi entrato in politica, rivoluzionando il sistema che era stato gi fatto a brandelli dalle procure, si forse indebolito il carattere principale di una Repubblica liberal-democratica, cio la capacit di garantire lalternanza elettorale di forze diverse alla guida del governo? O non si
decisivamente introdotto, questo nuovo requisito, anche grazie
allopera concreta del proprietario & politico bipolarista e bipolarizzatore? La risposta la conosci bene anche tu, e riconosci perfino che Berlusconi vince o perde per la politica, non per la tv, il
che fa onore alla tua capacit di analisi e alla tua serenit intellettuale. Poi affermi che i fatti, i risultati, non contano, contano
solo i principi. Ma i principi dicono che non esiste una competizione leale se uno dei competitori minaccia di fare a pezzi laltro
nel caso di una sua sconfitta. Invece i fatti dicono che Berlusconi ha vinto, poi ha perso, poi ha rivinto e potrebbe questa lipotesi di scuola pi in voga dalle vostre parti tornare a perdere. E allora? Che volete di pi dalla vita? Non meglio tenerci
un sistema di alternanza, in cui a decidere sono regole ed
elettori, non la ghigliottina della vendetta ad hominem?
La Giornata
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In Italia
IL PREMIER: UNIRE I MODERATI NEL
PARTITO DEL POPOLO IT ALIAN O. Al
congresso del Partito popolare europeo,
Berlusconi ha lanciato un appello ai moderati a unirsi in un movimento che segni la
storia politica dellItalia e sia a immagine e
somiglianza del Ppe. Casini: Ora pensiamo a vincere le elezioni. Fini: Dov la novita?. Follini: No a un partito populista.
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Nel mondo
LIBERATA JILL CARROLL, LA GIORNALISTA AMERICANA RAPITA IN IRAQ.
Dopo quasi tre mesi di prigionia stata rilasciata dai sequestratori a Baghdad. Mi
hanno trattata bene, ha raccontato alla tv
irachena. Il presidente Bush si detto felice e ha ringraziato tutti quelli che si sono
impegnati per la liberazione.
Due soldati americani sono stati uccisi
nel corso di combattimenti in Iraq.
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del Quartetto
Torna a casa Struzzo Lavvertimento
Il ministro delle Finanze
Come salvare lEinaudi
dal Caimano. Andr Schiffrin
sogna scrittori e libri di stato
idea sarebbe quella di strappare lo
Struzzo dalle fauci del Caimano. Di reL
stituire lEinaudi al passato splendore, di
renderle qualit e libert, quindi di sottrarla alla commerciale e berlusconiana Mondadori. Come? Ma con una bella fondazione di
stato senza fini di lucro, che non abbia cio
il volgare e davvero incomprensibile problema di fare utili, e possa vivere felicemente di
denaro pubblico. E lidea del romanzo assistito (di qualit, ovvio), della poesia nazionalizzata come lo fu lEnel (il momento pi
alto della Prima Repubblica, secondo T oni
Negri) della saggistica e magari pure della
manualistica socialmente utile. L idea che
arriva da Andr Schiffrin, settantunenne titolare della statunitense The New Press, gi
direttore editoriale della Pantheon Book,
che fu fondata nel 1940 da suo padre Jacques, fuggito in America dalla Francia nazista dopo essere stato lideatore, con Andr
Gide, della Pliade per Gallimard.
Schiffrin junior, che nel 2000 aveva pubblicato Editoria senza editori, appena
tornato in libreria con un pamphlet, Il controllo della parola (edito come il precedente da Bollati Boringhieri, 89 pagine, 12 euro).
Il libro stato presentato ieri in contemporanea in quindici librerie di tutta Italia, con
potenza di fuoco promozionale adeguata alla dirompenza della sua proposta centrale.
Stabilito una volta per tutte che la dilagante
tendenza alla creazione di grandi concentrazioni editoriali un male, perch attribuisce a pochissimi soggetti (spesso cattivi
soggetti) il controllo di un bene pubblico
(pubblico?) qual il libro, perch non immaginare, per alcuni marchi europei importanti e prestigiosi (Gallimard in Francia,
Suhrkamp in Germania, Einaudi in Italia,
tanto per cominciare), un riscatto e una gestione a opera delle fondazioni senza fini di
lucro di cui sopra?
Il Leviatano editoriale americano
E luovo di Colombo. Anzi, di Struzzo.
Proprio cos, Torna a casa, Struzzo, titolava ieri la Stampa, nel dare conto della pensata di Schiffrin ma pure delle reazioni sbigottite di editori grandi ma anche medi e
piccoli. Lunico prevedibilmente entusiasta
, finora, leditore di Schiffrin, nella persona di Francesco Cataluccio, nuovo direttore
editoriale di Bollati Boringhieri. Ma anche
Stefano Salis, giornalista del padronale Sole 24 Ore, nellintroduzione alledizione italiana del libro ammonisce: La democrazia
presuppone che ci sia uneditoria libera,
plurale e non assoggettata al potere politico. Bene, e allora per preservare la libert
delleditoria che cosa c di meglio che affidare il giudizio di qualit allo stato, evidentemente immune da qualsiasi influenza
del potere politico? Schiffrin sogna unoasi
protetta e assistita per editori meritevoli, vagliati e giudicati da un collegio di saggi super partes, poeti, critici e romanzieri laureati, scelti con apposito concorso, ovviamente trasparentissimo e non influenzabile Un incubo, insomma. Nella Russia sovietica cera la famosa Casa degli scrittori,
tempio del realismo socialista e custode dellarte proletaria? Bene, si pu pensare a una
Casa nazionale degli editori, purch dotati
di credenziali che giustifichino adeguati sussidi e la pubblicazione a spese del contribuente di opere indispensabili, certamente
di qualit, da salvare doverosamente dalloblio. Gi li vediamo bivaccare sulle scale
della Casa degli editori, cos come i letterati falliti su quelle della Casa Herzen di Mosca, descritta da Sklovskij e da Bulgakov.
Schiffrin elargisce consigli su dimensione
europea, a partire dalla Francia, e agita lo
spettro della situazione americana, prototipo del Leviatano editoriale. Dove per, stranamente, lui opera tranquillo da quindici
anni con una societ non profit, grazie al sistema fiscale americano che ha consentito
la formazione di vari tipi di fondazioni, alcune delle quali hanno deciso di finanziare
nuove forme di editoria. Rievoca minuziosamente le vicende della tentata fusione Hachette-Vivendi e soprattutto lamenta la scalata della gloriosa Seuil da parte di Herv
La Martinire (un quasi parvenu che prima,
figuriamoci, faceva libri illustrati). Colui,
scrive Schiffrin, che durante una trasmissione a France Culture, nel 2004, arriv a sostenere che ogni libro doveva dare un profitto. Un vero cafone.
Siamo intellettuali
Gerusalemme. Ieri, nel primo giorno di lavoro del nuovo governo di Hamas, tutti
avrebbero voluto sapere dove si cercher il
denaro necessario per pagare gli stipendi
del mese di marzo: 140 mila dipendenti dellAutorit nazionale palestinese sono ancora senza compenso e per avere delle risposte si rivolgeranno al neo ministro delle Finanze, Omar Abdel Razeq. Israele ha congelato i fondi a gennaio 10 milioni di dollari
mentre gli
Stati Uniti e
il Canada
hanno ordinato ai diplomatici e
ai contractor di interrompere
qualunque
contatto con
la nuova leadership palestinese. Lesecutivo del premier , Ismail
Haniye, fresco di giuramento, per, non
partito con slancio: non accettando le condizioni poste al dialogo dalla comunit internazionale riconoscere Israele, mettere fine al terrorismo, accreditare gli accordi di
pace ha scatenato anche la reazione del
Quartetto (Unione europea, Stati Uniti, Russia e Nazioni Unite) che ieri ha formalmente minacciato di tagliare gli aiuti al governo
di Hamas.
Abdel Razeq ha detto di essere stupito
dalle intimidazioni delloccidente che respinge i risultati di un processo democratico ma sa gi come muoversi, non preoccupato: sono mesi che i leader del gruppo
islamista si muovono negli stati amici a
caccia di appoggi politici e finanziari. Abbiamo ricevuto segnali positivi dai paesi
arabi che continueranno a sostenere i palestinesi spiega al Foglio Razeq, parlando al
telefono dalla Cisgiordania e non ritengo
neppure che saranno interrotti i flussi di denaro provenienti dalle associazioni umanitarie europee. Il riferimento alle ong che
operano in Europa, in Canada e negli Stati
Uniti che ogni mese versano nelle casse di
Hamas il denaro raccolto grazie alla generosit delle comunit musulmane. Razeq
uno che ci sa fare, ha studiato negli Stati
Uniti e dice di aver imparato, negli otto anni in cui ha conseguito un dottorato in Economia, alluniversit dellIowa, il rispetto
per gli altri, al di l delle loro idee politiche
o ideologiche. In vena di politically correct, Razeq dice di voler raccogliere leredit di Salam Fayyad, ex ministro delle Finanze dellAnp, noto in occidente per la sua
lunga esperienza alla Banca mondiale. Ma i
due sono alquanto diversi. Il neoministro
stato rilasciato appena una settimana fa, dopo venti giorni di prigionia in un carcere
israeliano, accusato di atti di terrorismo, e,
commentando la scena politica israeliana,
lascia trasparire la sua filosofia: Non vedo
differenze tra i partiti, e che siano di destra
o di sinistra poco importa. Come dire: a noi
non interessa quale sia la leadership dIsraele, tanto non la riconosciamo.
Citare insieme islam e cristianesimo
In realt, in unintervista allAssociated
Press, Razeq aveva detto di voler salvare
leconomia palestinese dilaniata dalla corruzione, dalla guerra e cercare una sorta di
accordo con Gerusalemme. Parlando con il
Foglio ha aggiunto: Sarebbe un errore interrompere le relazioni economiche con il
paese di Olmert, per entrambi. Ma le condizioni per il dialogo sono chiare e, se non
sono rispettate, i rubinetti dei finanziamenti si chiudono. Stati Uniti e Canada hanno
gi deciso e il Quartetto sulla stessa strada,
tanto che ieri ha precisato che la minaccia
non devessere interpretata come una punizione per il popolo, poich incoraggia il
proseguimento dellassistenza umanitaria
per rispondere alle esigenze di base degli
abitanti. Il provvedimento arrivato nonostante la posizione assunta dal presidente
dellAnp, Abu Mazen, che aveva espresso il
desiderio di lavorare con Olmert per raggiungere una pace giusta e globale per il popolo israeliano e palestinese.
Secondo Razeq c anche un problema di
fondo. Per loccidente Hamas un insieme
di fanatici religiosi con un gruppo dirigente
n autorevole n credibile, ma non cos,
secondo lui: N oi siamo lesatto contrario
siamo intellettuali e la maggior parte di noi
ha studiato in occidente. Un gruppo religioso s, ma non estremista o fanatico. A meno
che non si considerino estremiste persone
che si schierano contro loccupazione dIsraele. Poi ricorda: Cristianesimo e islam
insegnano a combattere i tiranni e loccupazione, ed quello che stiamo facendo. Tanto che il leader Khaled Meshaal, ieri a Beirut, ha detto che la resistenza armata va
avanti. Per concludere Razeq sottolinea che
la legittimazione delle urne al di sopra
delle condizioni delloccidente : Siamo stati democraticamente eletti, per il nostro programma economico, sociale e politico. Rappresentiamo il popolo palestinese.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
lidea stessa della ricchezza personale. Nei prossimi giorni proveremo a raccontare questo libro.
Oggi pubblichiamo un breve paragrafo, sullinvidia nella politica, in cui compaiono proprio le
punitive taxes, come la tassa di successione, e
il ruolo attivo delle lite nel processo di sfruttamento politico dellinvidia, che un sentimento
di vicinanza: si manifesta tra individui e ceti
confinanti, perch difficile scrive Schoeck
che lelettore medio provi uninvidia concreta
per i redditi molto consistenti.
Considerazioni sulla tipologia
dellinvidia nella politica
incidenza dellinvidia riconoscibile,
per esempio, quando nei settori sia privato sia pubblico il caso del legislatore
vengono lasciati cadere provvedimenti di
politica economica di per s sensati, e a lunga scadenza chiaramente utili alla comunit,
per un vago timore dellinvidia e delle resistenze di coloro che in un primo tempo,
mentre altri ne avrebbero beneficio, subirebbero da tali provvedimenti una perdita o
una mancanza di guadagno. La politica degli alloggi dei vari stati fornisce al riguardo
molti esempi.
Osserviamo come non si ami tanto parlare dellintervento dellinvidia nei provvedimenti e nelle tassazioni che gli anglosassoni
chiamano punitive taxes, cio tasse e disposizioni punitive, vendicative e confiscatorie:
il caso delle tasse sul reddito e sulle suc-
lo stesso tempo aver necessariamente i requisiti per svolgere un lavoro professionale. Tale condizione precaria produce insoddisfazione e lo scontento conduce al risentimento che spesso si razionalizza in
critica sociale. Che dire per di quegli intellettuali che, pur avendo successo, non
PREGHIERA
di Camillo Langone
Dammi la pazienza di
Giobbe, aiutami a rassegnarmi di non essere Giovannino Guareschi. Per
cercare ispirazione, o a dirla tutta per trovare qualcosa da scopiazzare, sono andato
a riguardarmi il Candido del 1948. Guareschi era un genio e in quella campagna
elettorale si super, coniando espressioni
che reggono a sessantanni di distanza: trinariciuti, contrordine compagni, versare il
cervello allammasso Ancora attuale anche il testo di un riquadro 6 centimetri per
6: CRETINO. Talloncino da ritagliare e da
conservare. Il 19 aprile chi non avr votato
potr appiccicarselo sulla fronte.
fanno marcia indietro rispetto alla bont
del far soldi? Ludwig von Mises ritiene che
il disprezzo per laccumulazione di ricchezza possa essere compreso guardando allinvidia che essi provano nei confronti di chi a
loro giudizio stato ingiustamente premiato dalla sorte. Linvidia, che santAgostino
fonte sicura di reddito, solitamente le tasse. Perci egli raramente trover possibile
capire o apprezzare il modo di vivere dei
capitalisti, degli imprenditori, degli speculatori e dei mercanti. Gli intellettuali pensano se stessi come la crema della societ,
ma guardandosi intorno vedono che molti
uomini daffari, attori, comici e sportivi guadagnano pi di loro. L unica risposta coerente con la premessa che il mercato intrinsecamente iniquo, perch genera una
distribuzione delle ricchezze ingiusta.
Eppure in questa maniera gli intellettuali, che pretendono di saper leggere lessenza
del mondo, svolgono un ruolo profondamente antisociale. La ricchezza, perfino il lusso
pi sfrenato, assolve una triplice funzione.
In primo luogo, valorizza la creativit: in assenza di un premio, la ricerca di soluzioni
innovative sarebbe disincentivata. Secondariamente, i ricchi sono grandi consumatori,
e quindi le loro stravaganze creano opportunit di lavoro. Infine, e ancora pi importante, il lusso innesca una tensione verso limitazione: chi rimasto indietro vuole potersi permettere domani ci che oggi
esclusiva di pochi membri del jet set.
Gli intellettuali possono recitare e recitano una parte fondamentale nella societ, ma
se cedono allinvidia pi rancorosa rischiano di causare danni enormi. In fin dei conti,
arginare linvidia non cos difficile: basta
interiorizzare lo slogan che fece la fortuna di
Bill Clinton. Its the economy, stupid.
Carlo Stagnaro
TassesuiBot:forse(Rutelli),nellungoperiodo(Prodi),subito(Rifondazione)
Roma. Forse, e sottolineo forse, potr esserci unarmonizzazione. I forse scanditi
ieri dal presidente della Margherita, Francesco Rutelli, sullarmonizzazione al 20 per
cento delle aliquote sui rendimenti dei risparmi, sono uno degli esempi della discussione ancora in corso nellUnione sulle proposte in materia tributaria. Quello che per
Rutelli in forse, da ieri un obiettivo
di lungo periodo per Bot e Cct per Romano Prodi che ha dichiarato: Non ho detto
che li porteremo subito da 12,5 per cento al
20 per cento ma c un obiettivo di lungo periodo che lequiparazione delle rendite finanziarie. L obiettivo di lungo periodo
rientra tuttora, per, in una delle misure a
copertura del taglio di cinque punti di cuneo fiscale sul lavoro annunciato da Prodi
per i primi cento giorni. Tanto che il leader
dellUnione ha stimato che da plusvalenze
o capital gain ricaveremo un quinto delle risorse. Dice al Foglio il responsabile economia di Rifondazione comunista, Paolo
Ferrero: Non un obiettivo di lungo periodo, per noi deve partire subito, seppure
in modo graduale sulle nuove emissioni dei
titoli di stato e con una franchigia per i piccoli investimenti sui quali laliquota rester
un aspetto non secondario legato alla riduzione di cinque punti del cuneo. La domanda sulla quale si sta avviando un dibattito
la seguente: chi beneficer del taglio, aziende o lavoratori? Rifondazione comunista ha
le idee chiare: Noi proponiamo spiega
Ferrero che il taglio dei cinque punti vada in larga parte ai lavoratori, diciamo
AGENDA ROSSELLA
Il piede in due scarpe
prezzo pu trasformarsi, per le piccole e medie imprese, in una strada senza uscita, dal
momento che i produttori asiatici possono
contare su un costo del lavoro che, anche
nelle mansioni pi sofisticate, di almeno
quattro volte inferiore. Per i settori pi
esposti a questa concorrenza precisa Vitali leventuale riduzione del cuneo fiscale
non colmer il gap con Cina, Corea e India.
Una metamorfosi ardua, per il sesto paese pi industrializzato al mondo che il
World Economic Forum colloca al quarantaduesimo posto nella classifica internazionale sulle tecnologie della comunicazione e dellinformazione. E che, oltre al problema delle infrastrutture tecnologiche, deve gestire un altro spinoso dossier: il capitale umano. Nelle nuove tecnologie come
nei comparti classici dice Roberto Perotti, docente di Economia politica allUniversit Bocconi di Milano si tratta di una risorsa essenziale. Oggi servono nuove politiche per leducazione. Anche se dispiegheranno soltanto nel lungo periodo i loro effetti su imprese e societ.
Motel Luzzara
Il paese con il pi alto numero di
studenti stranieri al completo.
Tra ventanni lo sar anche lItalia
ono andato a Luzzara, nella bassa regS
giana. Cio il paese
che ha dato i natali a
Cesare Zavattini, al
quale ha intitolato un
museo della pittura
OCCHIAIE DI RIGUARDO
naf Luciano Ligabue nato a pochi chilometri di distanza, a Correggio. Cio un paese qualunque, acquattato sotto gli argini del
Po, e con una storia qualunque una battaglia vinta dal principe Eugenio di Savoia,
una Resistenza con i suoi martiri e un passato prossimo qualunque: la fine del mondo
contadino, lo spopolamento, la tenuta dellindustria manifatturiera, limmigrazione.
Ci sono andato per una sola ragione. E il
luogo dItalia nelle cui scuole la percentuale di ragazzi stranieri pi alta: sfiora il 35
per cento. Come mai? E presto detto, scartabellando le tabelle demografiche. N el
1921 Luzzara tocc il massimo di abitanti,
oltre diecimila. Il dopoguerra stata la storia della fine del mondo contadino, della fuga in citt, e del minimo storico: meno di ottomila abitanti. Da allora, Luzzara risale,
ma risale grazie agli indiani, ai marocchini,
agli albanesi. Degli 8927 abitanti di oggi, il
15,7 per cento sono immigrati. Famiglie numerose, tanto numerose quanto quelle locali sono risicate, mononucleari, anziane. E
dunque nelle scuole gli stranieri sono il 35
per cento. Come a dire che il futuro dellItalia, del paese che dal 2014 conter per la
prima volta una popolazione in calo, e che
tra venti anni potrebbe contare su una percentuale di stranieri moltiplicata in assoluto e in relazione a una popolazione italiana
anziana, quel futuro qui sotto gli occhi, a
portata di mano. A percorrere il corridoio
della scuola media di Luzzara, nellora di ricreazione, sembra di attraversare una pubblicit di Benetton. E nelle aule il tricolore
c anche la multicolore bandiera della
pace, tranquilli mette tenerezza. Cos come litaliano compitato nei laboratori linguistici da ragazzini che sono arrivati in Italia senza conoscere una parola e che, nel
caso dei sikh, inalberano come un segno di
vistosa diversit una conocchia in testa.
Sentirli imparare litaliano mette allegria.
Allora qual il problema? Il problema
che tutto questo costa, costa energie e soldi.
Costa insegnanti di sostegno, costa psicologi, costa ore in pi, costa la fatica degli insegnanti di non attardare il programma dei
bambini italiani, senza far perdere terreno
agli altri. Quanto alle energie, sembra che a
Luzzara ne abbiano, sotto la guida di un dirigente scolastico, Renato Ferrari, che ormai viene invitato a ogni convegno sul tema,
perch guida un luogo di trincea avanzata.
Energie che non perdono tempo nel multiculturalismo: nessuna rinuncia al presepe o
ai canti di Natale e del resto qui c una
sana abitudine al comunismo pragmatico,
alla convivenza indolore con il sacro e al
massimo una preghiera interreligiosa a fine
anno, anche se lImam invitato non si presentato. N essun problema nelle recite di
Natale: i pap immigrati riprendevano la
scena con le loro telecamerine pi solerti
dei pap italiani. Nessun problema nellalimentazione, anche se molti bambini immigrati preferiscono portarsi il panino, ma
solo per risparmiare. Il problema , alla fine, che tutto questo, che lavoro ineliminabile se si punta a costruire dei nuovi cittadini, costa. Un po paga lo stato un po la Regione, un po il Provveditorato e un po il Comune, ma le casse piangono, e perfino organizzare dei corsi ditaliano per i genitori,
per gli adulti una sfida proibitiva.
Una lezione? Se vogliamo parlare di accoglienza che non sia ipocrita, e alla quale
non segua il disinteresse, dobbiamo mettere mano al portafoglio. Per gli adulti pi
difficile. Siamo andati in Municipio, sotto lo
stemma che inalbera la gloria locale, il luccio, pesce predatore scomparso dal Po e sostituito da storioni e pesci siluro dimportazione. Il sindaco Stefano Donelli centrosinistra, obviously, ma non cieco - risponde
con franchezza a una domanda. Se invece di
essere il sindaco fosse il direttore del motel
Luzzara, che luce accenderebbe sullinsegna: Vacancy, in verde, o No vacancy in
rosso? Ci metterei completo, fosse solo
per servire meglio gli ospiti che gi ci sono.
Bollywood, mica il neorealismo
Una comunit di 1398 stranieri non facile da integrare con 7529 italiani. Pi difficile ancora quando gli stranieri sono di
33 etnie diverse. Pi difficile ancora quando gli italiani sono gente che cinquantanni fa viveva in modo non troppo diverso dagli immigrati, ma che ha visto in mezzo secolo cambi vertiginosi, che ne hanno scosso lidentit e la cultura, biciclette e tabarri, Resistenza e san Giorgio santo patrono.
Pi difficile ancora quando lidea di una
crisi nel manifatturiero non pu essere
scartata a priori, e con essa la domanda:
che cosa faremo di loro, cosa faranno? Insomma, a Luzzara, senza droga e microcriminalit, senza moschee dassalto e brividi, il tetto stato toccato. La buona volont
oltre non pu andare. Il futuro? Se quello
dellItalia stato detto, quello di Luzzara
cos incerto che il sindaco si appella ai
nuovi luzzaresi, agli indiani e ai macedoni,
ai marocchini e ai tunisini perch anche
loro si rendano conto che il tetto stato
toccato ed anche loro interesse, come
nuovi luzzaresi, non sfondarlo. Gli strumenti per far s che non piova in casa? Il
sindaco si oppone a ogni progetto di nuove
case popolari, e invita a rispettare sotto
forma di norma igienica, ma in realt uno
strumento di controllo delle nuove cittadinanze i limiti di affollamento per i locali
abitativi. Strumenti poveri? Non c altro,
se non la constatazione che il principale
negozio di video, sulla strada principale,
non noleggia neorealismo, ma Bollywood.
Toni Capuozzo
EDITORIALI
Guai al vinto
Se il Cav. perder, potr continuare a fare politica? Prodi non risponde
el giorno in cui, da sinistra, Alfonso Pecoraro Scanio e Oliviero Diliberto rimettono in questione la legge
Biagi e lalta velocit, e da destra Clemente Mastella riprende a scazzottarsi
con il laicismo della Rosa nel pugno,
capita perfino che Romano Prodi dia
del matto a un radioascoltatore che gli
contava i giorni di sopravvivenza alla
guida di un nascituro governo di centrosinistra. Di una maggioranza che si
annuncia tremolante al battesimo e
simmagina moribonda alla prima Finanziaria. In linea teorica le liti preelettorali fra semiconsanguinei non
fanno notizia. Nulla aggiungono, poi, e
nulla sottraggono al decorso di un bipolarismo in crisi respiratoria dacch
la farmacopea proporzionale s impadronita del troppo giovane paziente. E
anche probabile che una vittoria nelle
urne, confortata dalla larga disponibilit di poteri politici e collaterali da dividersi secondo consuetudine, possa
rinforzare per qualche mese la coesione della squadra prodiana. E tuttavia
non occorrono doti di chiaroveggenza
per prefigurare la possibilit della crisi. Prodi lo sa ed nervoso, impaziente,
determinato a realizzare subito le premesse per esorcizzare alcune sue ossessioni. La prima delle quali il Cav.
Nella fabbrica del potere ulivista esiste un progetto di eliminazione dellanomalia berlusconiana. Un piano di cui
lecito dire non pi in forma dubitativa, come stato fatto dagli osservatori,
n in forma ottativa come avviene nei
cuori militanti. Lobiettivo di Prodi far
votare alleventuale propria maggioranza, entro cento giorni, cio tre mesi e
spiccioli, cio molto prima di qualsiasi
Finanziaria scivolosa, una legge che impedisca al capo dellopposizione e padrone di Mediaset di candidarsi alla rivincita. I tecnocrati dellUnione sono
gi al lavoro, la chiameranno regolamentazione del conflitto dinteressi, ma
in concreto questa nuova norma obbligher il Cav. a scegliere se farsi espropriare dellazienda, con la sottintesa
certezza di non poterla affidare ai famigliari, oppure a rinunciare ai propri diritti di cittadino candidabile al Parlamento. Tolto di mezzo Berlusconi, si elimina con lui uneccezione democraticamente legittimata da quattro appuntamenti elettorali, e la minaccia che questa si ripresenti prima o dopo la scadenza del quinquennio di legislatura.
Serve altro per capire che ad aprile non
si voter come nelle altre occasioni?
Stavolta si sceglie pure se uno dei possibili vincitori possa cancellare il vinto.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
bastanza da far perdere i sonni alla mullahcrazia di Teheran. Proprio mentre a Berlino
i cinque membri permanenti (pi la Germania) festeggiavano il sofferto accordo sul testo, mentre il segretario di stato americano,
Condoleezza Rice, metteva in risalto lunit
della comunit internazionale e il ministro
degli Esteri tedesco, Frank-W alter Steinmeier, sentenziava che lIran deve fare una
scelta tra lisolamento prodotto dallarricchimento delluranio e un ritorno al negoziato, lambasciatore iraniano allAiea, Ali
Ashgar Soltanieh, non perdeva tempo nel ribadire che la sospensione da escludere.
Questo morbido attendismo rafforza e incoraggia i peggiori propositi dei falchi. Le
loro sono provocazioni a costo zero. La comunit internazionale danza intorno ai problemi senza conseguenze dice al Foglio il
giornalista iraniano Amir T aheri e cos i
falchi non hanno motivo di cambiare politica, anzi. Il presidente, Mahmoud Ahmadinejad, pu vantarsi di aver umiliato la ci-
vilt occidentale al tramonto. Taheri pessimista, pensa che il sostanziale immobilismo della comunit internazionale far precipitare la situazione perch i fondamentalisti vogliono lo scontro. Persino il partito
dei pragmatici, che ruotano attorno allex
presidente Hashemi Rafsanjani e, per motivi di portafoglio, vuole un accomodamento
con gli Stati Uniti, auspicava una risoluzione dura per mettere alle strette lAmministrazione Ahmadinejad e invece ha perso
ancora, e i falchi non si fermeranno, dice.
N ella regione, secondo T aheri, leffetto
dellimmobilismo internazionale sar uninevitabile corsa agli armamenti: LArabia
Saudita e il Pakistan si stanno gi muovendo
in questa direzione. Seguir lEgitto, pronostica. Lautorit dellOnu uscir a pezzi
dalla gestione del dossier iraniano e il V ecchio continente non avr miglior fortuna.
LEuropa continuer a non contare, perch
non manda messaggi chiari. Da un lato dice
di non volere un Iran con la bomba, dallal-
per il futuro della sicurezza di Israele. Di religione ebraica, Pollard era nato e cresciuto
negli Stati Uniti e aveva sempre avuto una
passione per le spie e i servizi segreti. Quan-
LIBRI
Stefano Zurlo
LARDIMENTO
202 pp. Rizzoli, euro 9.20
mentre spezzano lassedio a Nikolajewka.
Chiude decine di occhi, senza perdere la
certezza che Cristo anche in quellinferno lunica speranza degli uomini. Sul treno che riporta i pochi superstiti un soldato lennesimo gli muore fra le braccia.
Il mio bambino lo raccomando a lei, signor cappellano, fa in tempo a mormorargli. Quella richiesta non gli uscir pi
dalle orecchie.
Tornato a Milano, prende parte alla Resistenza; poi dopo il 25 aprile collabora a
mettere in salvo i fascisti perseguitati. Un
giorno in viale Argonne si imbatte in un
bambino senza gambe. E orfano, vive con
la nonna di ottantacinque anni: sar il primo ospite del reparto infantile dellIstituto Invalidi di guerra di cui il sacerdote
direttore. Da quel momento la vocazione
di don Gnocchi chiara: i mutilati e gli orfani, i relitti che la tempesta bellica ha lasciato dietro di s: La guerra finita, ma
per le sue vittime la guerra comincia.
do si accorse di avere tra le mani informazioni importanti and dai suoi superiori,
chiedendo se non fosse il caso di informare
il governo israeliano. La risposta fu negativa. E Pollard ci pens da solo a prendere i
contatti con Gerusalemme. Sulla sua strada
incontr Rafi Eitan, direttore dellagenzia
del Mossad chiamata Lakam, allora la
Guerra fredda era l l per finire, ma nessuno lo sapeva era dedicato ad acquisire tecnologia e materiali per il programma nucleare e di difesa di Israele.
Per un anno e mezzo, grazie anche ad
Aviem Sela, che lavorava nellAir Force
Operations, e allattach dellambasciata
israeliana a W ashington, Eitan raccolse
informazioni da Pollard: fotografie satellitari, dati sui sistemi missilistici dei paesi arabi, note sullo stato dellarte degli armamenti. Una tentazione cui non si poteva resistere, ha detto il leader del Partito dei pensionati. Che, in una lunga intervista a Yediot
Aharonot, rilasciata allinizio di febbraio, si
assunto la responsabilit di tutto: Fu una
mia decisione, mia soltanto. Decisi di prendermi dei rischi, che conoscevo, anche se
non immaginavo che le cose sarebbero arrivate fino a questo punto. Corri sempre un rischio quando usi qualsiasi agente. Nel 1985
Pollard si trov uno dellFbi ad aspettarlo
invece che il solito contatto del Mossad.
Scapp allambasciata israeliana con la moglie Anna e cerc rifugio. Dur poco. CattuIn un attimo, limpresa gli esplode fra
le mani, i bisogni crescono vertiginosamente. Lui comincia a bussare a tutte le
porte. Tra i maggiori benefattori Giovanni
Falck e Wally Toscanini. Schuster guarda
con qualche preoccupazione questo prete
irrequieto. Lo nomina assistente spirituale dellUniversit Cattolica; ma don Carlo
tutto preso dai suoi piccoli invalidi. Nel
1948 riesce a farsi ricevere con loro da Pio
XII, poi dal presidente della Repubblica,
Luigi Einaudi: tutta la stampa ne parla,
lItalia scopre la tragedia dei mutilatini.
De Gasperi lo nomina consulente del governo. La sua Fondazione Pro Juventute
comincia a ricevere sostanziosi contributi. Con i denari vengono le polemiche; lui
se ne infischia, e rilancia. Carit e ricovero non bastano, la compassione lacrimevole peggio delle bombe. Occorrono
riabilitazione e formazione professionale
ad hoc, perch ciascuno possa ritrovare
una vita il pi possibile dignitosa e autonoma (intanto ai mutilati si aggiungono i
poliomielitici).
Lospedale che apre a Parma allavanguardia in Italia nelle tecniche riabilitative. Il 22 settembre 1955, alla presenza del Capo dello stato Giovanni Gronchi,
viene posta la prima pietra del nuovo
Centro Pilota di Milano. Meno di sei mesi
dopo don Carlo rende lanima a Dio. Ha
fatto in tempo, sfidando la legge italiana
dellepoca, a donare le cornee per ridare
la vista a due dei suoi ragazzi.
OGGI Nord: passaggi nuvolosi al mattino, velato nel pomeriggio. Temperatura in aumento. Centro: qualche banco
nuvoloso basso sulle regioni tirreniche,
specie nelle vallate fluviali e lungo le
coste; altrove abbastanza soleggiato.
Sud: giornata prevalentemente soleggiata, con leggere velature di passaggio
sulla Sicilia e qualche nube bassa sulla
costa campana.
DOMANI Nord: inizialmente cielo velato, ma con nubi in rapido aumento e
rischio di acquazzoni o temporali dalla
tarda mattinata, specie a nord del Po.
Centro: nubi dense in formazione sullAppennino T oscano e Marchigiano
con isolati temporali non esclusi, cielo
velato altrove. Sud: banco nuvoloso fra
Molise e Puglia al primo mattino, poi
bel tempo su tutte le regioni.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Il famoso motto di Pannella: Chi non con me contro di s. Ma con noi non attacca
Al direttore - Prodi si lamenta: la Cdl mente
sul nostro programma. E io che ci sto a fare?
Maurizio Crippa
dalla realt, vissuta contro se stesso. Con laffetto di sempre, il suo rosapugnone.
Sergio Rovasio, Roma
Al direttore - Christian Rocca nella sua lettera al Foglio di ieri le scrive che gli piacerebbe che i radicali avessero il coraggio di difendere le loro idee senza trucchetti, di fianco v
unaltra lettera a firma Massimo T eodori che
spiega come il paese diventa sempre pi laico
documentando con cifre una realt sociale
sempre meno confessionale e sempre pi protesa ai Pacs, al matrimonio civile, al calo delle vocazioni, ecc. Bene, lei titola la sua lettera con
un bel Teodori ha scoperto che la gente fa una
vita di merda, e se ne compiace. Mi pare che
Rocca pi che dei radicali e dei trucchetti si dovrebbe occupare di lei e della sua dissociazione
demici. In ogni modo, lessere o meno professori del tutto irrilevante. Le beghe accademiche
sono tra le cose pi noiose che esistono e noi preferiamo altri passatempi. Per questo ci dispiace
che, ossessionato dai professori, Gianfranco Miccich non sia entrato nel merito delle questioni
che avevamo sollevato nel Diario, ossia che la
politica per il Mezzogiorno esibisce una straor-
Alta Societ
Caldo in arrivo. Milioni di ombelichi a
nudo in giro per le citt. Fuggire in Arabia Saudita. C un ottimo resort sul
Golfo ad al Khobar. Donne coperte
anche in piscina.
chiunque altro di stare al governo alle inaccettabili condizioni di cui Berlusconi ha goduto.
Cio di poter fare il premier disponendo di poteri economici e mediatici di tali dimensioni da
risultare manifestamente incompatibili con responsabilit di governo. Una situazione senza
paragoni al mondo e in contrasto con i pi elementari canoni della democrazia liberale. N
pi n meno di questo. E un preciso dovere cui
non possiamo sottrarci. Un peccato di omissione dei governi dellUlivo che ancora oggi ci contestano sostenitori e avversari. Sostenere, come
fa Il Foglio, che lanomalia c, ma essa non intacca la natura liberaldemocratica del nostro
sistema e che ora ce la dobbiamo tenere, tesi
che non mi convince. Cos mi sono espresso ieri, lo riconosco, un po sbrigativamente. Se me
lo consente, provo ora a spiegarmi meglio, isolando motivi di consenso e di dissenso rispetto
al suo punto di vista. Naturalmente apprezzo e
condivido il suo onesto riconoscimento che il
problema esiste, che la legge Frattini non lo ha
risolto, semplicemente legalizzando un macroscopico conflitto di interessi. Cos pure non ho
difficolt a sottoscrivere la tesi del Berlusconi
innovatore politico, decisivo nel propiziare bipolarismo e democrazia dellalternanza che giudico un prezioso guadagno. Ma qui comincia il
dissenso. Primo: non tutte le innovazioni da lui
introdotte sono di segno positivo. Il suo populismo, il suo leaderismo, la pratica della dittatura della maggioranza, linterpretazione assolutistica della democrazia di investitura hanno
contribuito a gettare discredito proprio sulle novit buone del bipolarismo e della democrazia
dellalternanza, alimentando regressioni nostalgiche verso un malinteso proporzionalismo
foriero di frammentazione e instabilit di cui la
legge elettorale porcata (Calderoli) espressione e strumento. Secondo: il conflitto di interessi intacca eccome i capisaldi di una democrazia liberale. Lo ha spiegato da par suo Norberto Bobbio con la sua critica serrata al partito-azienda e al vulnus inferto al principio-cardine della divisione dei poteri reali oltre che formali (potere politico, economico e mediatico).
Terzo: davvero non riesco a sottoscrivere la logica secondo la quale ad anomalia si debba rispondere con anomalia. Ammesso e non concesso che il collasso del vecchio sistema politico
sia stato prodotto da Mani pulite (non ha contato di pi la caduta del muro di Berlino?), perch mai dovremmo sommare a tale anomalia
il conflitto di interessi? Infine, fuori discussione che la par condicio sia regola un po artificiosa, ma spero Lei convenga che essa figlia
appunto dellirrisolto conflitto di interessi, dellassetto vistosamente patologico del nostro sistema informativo. Dunque, la par condicio,
un esile cerotto applicato a una frattura. Confesso che non mi convince la soluzione prospettata da Fassino di un blind trust, sia esso vigente o no negli Usa. Eminenti giuristi hanno
efficacemente spiegato che essa soluzione efficace quando si ha a che fare con beni mobili,
non cos quando si tratta di aziende, tanto pi
se operanti nel campo dellinformazione. In
quel caso, il fondo, per definizione, non pu
essere cieco. E certo difficile prospettare soluzioni tecnico-giuridiche persuasive ed efficaci. Ma se, in ipotesi, Berlusconi dovesse essere
costretto a scegliere tra le sue aziende e lattivit
politica sarebbe una bestemmia e un dramma?
Davvero Berlusconi non surrogabile da altri
quale leader e federatore di un altro centrodestra? Non potrebbe essere invece unopportunit perch la democrazia italiana si emancipi
da un leader che pure innovatore lo stato ma
che francamente mi pare non lo sia pi? Mi era
sembrato che qualche mese fa Lei stesso, muovendo dallidea che quella spinta innovatrice si
fosse dissolta, avesse consigliato al Cavaliere un
congedo non umiliante, non allaltezza del suo
controverso ma indiscusso protagonismo. Ma
forse avevo capito male.
Franco Monaco, deputato della Margherita
Aveva capito bene. Ma che centrano le
mie idee, che sotto elezioni si confrontano
come le sue con la necessit di punire elettoralmente il peggiore, con la questione di
fondo che abbiamo posto nellappello?
Chiunque pu pensare che B. o P. debbano
andare a casa, vincano o perdano,
ma non per legge.
UFFA!
di Giampiero Mughini
Colonna ruffiana
Ladolescenza dc di Follini
Lidentit fiera di Cutrufo
Rotondi napoletano milanese
Morale. Cos va il mondo. Chi vuol
essere persona retta, dovr soffrire,
quando qualcuno vorr trovare ad
ogni costo un pretesto di lite. La violenza viene prima della giustizia.
Quando si vuole dare un calcio al cane, quello ha mangiato anche il cuoio.
Quando lo vuole il lupo lagnello ha
sempre torto. (Esopo, Il lupo e lagnello).
Dorian Grey. Lonorevole Marco Follini
(Udc) rivela: Io a quattordici anni ero democristiano.
Essere. Il sottosegretario allInterno, senatore Antonio Solina DAl (FI), rivela:
Senza barba sono brutto. Il senatore
Mauro Cutrufo (Dc per le autonomie), invece sottolinea: Sono fiero della mia
identit.
Essere mammiferi. Giancarlo Gentilini,
vicesindaco leghista di T reviso, osserva:
Io sono un leone e chi tocca la Lega lo
sbrano.
Questa pazza geografia. Il segretario della Democrazia cristiana per le autonomie,
onorevole Gianfranco Rotondi, rileva che
quello che oggi pensa Milano domani lo
pensa lItalia, e osserva: Stento a farmi
capire in Sicilia, ma in Lombardia mi capiscono benissimo, anche se parlo in napoletano.
Le calze. Lonorevole Daniela Santanch
(An) dichiara: Una volta, in inverno, arrivai senza calze in aula. Feci scalpore ma
ora, per rispetto istituzionale, le indosso
anche il primo agosto. Abbiamo dei doveri, e poi la forma sostanza, quindi niente
gambaletti n calzettoni n calze a rete,
che sono
fuori posto.
Dimmi che
calze hai e
ti dir chi
sei. Ricordiamoci di N ilde
Jotti, che nel
suo rigore aveva sempre le
calze color naturale.
Buglio gentiluomo. Lonorevole Salvatore Buglio, non
ricandidato nelle liste ds, dichiara: Quando gli avversari fanno una cosa buona, per
me giusto sottolinearlo. Ad esempio considero un bravo ministro Roberto Maroni.
Regionalismo. Il leader dellMpa, Raffaele Lombardo, chiarisce: Non ci piace
Garibaldi. Noi dobbiamo rivalutare i nostri
briganti.
Bonaiuti alla menta. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, onorevole Paolo Bonaiuti (FI), ricorda la recente visita
negli Stati Uniti: A Washington eravamo
ospitati alla Blair House, una magione accogliente dove ogni mattino veniva preparato un gigantesco buffet, una prima colazione sibaritica, con uova di ogni tipo, salsiccione, formaggi, pancetta e filetti mignon, fatto che mi provocava una grande
rabbia perch io la mattina bevo solo un
caff o, al massimo, due fette biscottate con
un velo di marmellata dietetica. E nel pochissimo tempo libero a disposizione ho
anche potuto comprare dieci pacchetti di
foglietti di menta, le listerine, quasi introvabili in Italia.
Grillini e la torta speciale. Lonorevole
Franco Grillini (Ds) rivela: Lunica volta
che ho provato a farmi uno spinello, a casa
di amici, non mi piaciuto affatto, e quella stessa sera, un po particolare, ho anche
mangiato una torta alla marijuana. Era
pessima. Ma che cavete messo in questa
torta, dicevo io era proprio cattiva. Cos
da quel giorno ho lasciato perdere.
Constatazioni leghiste. Lex ministro onorevole Roberto Calderoli (Lega), giunto a
Sarzana, vicino La Spezia, dichiara: Alle
otto di sera qui sotto in strada non c nessuno, perch il comunista a questora mette le gambe sotto il tavolo, non fa la rivoluzione ma mangia.
Leghista moderato. Il presidente dei senatori di Alleanza nazionale, Domenico
Nania, dichiara: Roberto Calderoli un
moderato.
Muti. Lonorevole Gerardo Bianco (Margherita) dichiara: Mi astengo da ogni dichiarazione: non posso dire ci che voglio,
e non voglio dire ci che posso.
Cotti. Lonorevole Arturo Parisi (Margherita) rileva: Siamo dentro una pentola
che bolle.
Antonello Capurso
IL FOGLIO QUOTIDIANO
n Spagna, dopo la vittoria del partito socialista alle elezioni del 2004, il partito
popolare e il suo segretario Mariano Rajoy
sono sembrati come schiacciati dal ritmo
spasmodico imposto da Jos Luis Rodrguez Zapatero alla vita politica madrilena.
Prima il fulminante ritiro dallIraq e un radicale riposizionamento della Spagna nel
concerto internazionale delle nazioni del
dopo 11 settembre, poi il matrimonio e ladozione per coppie omosessuali e infine
una modifica sostanziale delle strategie
portate avanti dalla Spagna democratica
per confrontarsi e accogliere i nazionalismi catalano e basco, finora mantenute
nella cornice della Costituzione del 1978.
Zapatero ha consentito lavvio di un processo accelerato che ha modificato radicalmente le condizioni dellappartenenza
alla Spagna della Catalogna, dove dora in
avanti saranno in vigore dei codici penale,
civile e amministrativo separati e il T ribunal supremo non avr giurisdizione.
Parallelamente egli ha avviato contatti con
la banda terrorista Eta che segnano una
svolta culturale nella visione del problema
del terrorismo basco acquisita negli ultimi
anni. In tal senso stato letto da molti osservatori il fatto che lannuncio del cessate il fuoco da parte di Eta sia avvenuto allindomani dallapprovazione nella commissione costituzionale della Camera dei
deputati del nuovo statuto catalano. Lo
stesso leader nazionalista catalano Carod
Rovira si vanta del fatto che il suo colloquio con i terroristi, prima delle elezioni,
alla ricerca di una condivisione di obiettivi sia stato il primo passo del processo.
Al contrario, il patto antiterrorista firmato nella legislatura precedente era servito a sottolineare che il problema del
terrorismo dellEta doveva essere separato dalle aspirazioni del nazionalismo democratico e quindi richiedeva una strategia separata. Aznar infatti aveva esplicitamente collegato la lotta contro lEta alla lotta globale contro il terrorismo. Non
difficile scorgere come questa svolta
affondi le sue radici sul piano simbolico
nella lettura dellattentato dell11 marzo
ad Atocha.
sociales), sotto il titolo El fraude del buenismo (La truffa del buonismo) e curata
dallo scrittore Valent Puig. La parola buonismo sta a indicare le parole e i gesti (lisciare la schiena ad alleati e avversari,
come scrive Puig) che compongono il discorso di Zapatero, ossia quel vago sentimentalismo da I care (mi preoccupa,
minquieta) che apparentemente vuole sostituire alle passioni politiche violente un
atteggiamento (talante la parola amata
da Zapatero) pi tranquillo, pi morbido e
alla ricerca di compromessi. Una riflessione sui diversi piani dellazione politica del
governo (la scuola, la politica estera, il diritto) permette invece di delineare i tratti
di un progetto paradossalmente massimalista e illiberale. Sotto le sembianze del paternalismo bonario, infatti, il buonismo
porta con s un incremento dellabbandono del cittadino allo stato, come combinazione di inerzie e di fiducie non contrastate: poich siamo tutti buoni (e il male
comunque esterno a noi), il conflitto pu
essere eliminato dalla vita sociale e quindi il cittadino non deve rimanere allerta,
anzi diventa come un Peter Pan tuttal pi
con un capitan Uncino che bene o male
stato messo allangolo.
Il dialogo la terapia buonista postsocialista contro la societ liberal-democratica capitalista, in contrasto con la terapia
durto (la liquidazione del sistema) un tempo proposta dal vecchio comunismo e oggi
riproposta dal movimento no global, dai
disobbedienti. L unico modo di lottare
contro questinsidiosa forma di ipnosi, sottolinea Miquel Porta, sostenere che lintesa (ossia lo scopo del dialogo) non sempre possibile e desiderabile, e che esiste
e pu anche essere un dovere lintolleranza giusta.
Il collegamento fra buonismo-dialoghismo e relativismo dei valori esplorato lucidamente da Fiorentino Portero, segretario del GEES (Gruppo de estudios estratgicos), che mette a nudo il buonismo internazionalista dellalleanza delle civilt, e da
Andrs Ollero, professore delluniversit
Rey Juan Carlos, che esamina il buonismo
giuridico, ossia la concessione di diritti
in mancanza di fondamenti oggettivi. Ollero parla del derecho a lo torcido (the right to do wrong), ricordando che questa
idea spiega la convinzione generale che
laborto in Spagna sia un diritto, mentre esso continua a essere un delitto a termini di
legge, esente da sanzioni penali in determinate circostanze.
Colpisce in queste riflessioni un inedito interesse fra i conservatori per laspetto culturale della battaglia politica in corso. La FAES, ancora molto incentrata sulla politica economica e sulla struttura delle relazioni internazionali, sta producendo sempre pi studi sulla tradizione poli-
marzo con il Partito socialista. Sui giornali spagnoli degli ultimi mesi si levato un
coro unanime di critiche alla mancanza di
dialogo fra governo e opposizione, che
portava acqua al mulino di Zapatero poich sembrava una conferma di quella sua
insistenza nel talante come chiave per
la soluzione dei problemi, e riservava implicitamente al povero Rajoy il ruolo del
cattivo fratello che non vuole stringere la
mano che gli viene tesa. Quindi la visita di
Rajoy al Palazzo della Moncloa, sede del
presidente del governo, a pochi giorni dal
comunicato dellEta, stata salutata sui
giornali come una grande svolta che
aprir la via del dialogo anche tra Rajoy
e Zapatero, amplificando cos lesultanza
per lannuncio dellEta.
Un bivio drammatico e una speranza
Rajoy sembrato in effetti di nuovo travolto dagli eventi: come non accettare linvito di Zapatero ad affiancarlo negli sforzi per farla finita con le morti che insanguinano la Spagna da quarantanni? Ancora una volta il copione e la retorica sono stati quelli dettati da Zapatero, langelo buono che veglia sulla Spagna e che
dirige tutti i suoi sforzi volti a ottenere
che, nel paese e nel mondo, tutti si vogliano bene e siano felici. La sua benevolenza
nei confronti di Rajoy si espressa nella
decisione di partecipare personalmente
assieme al leader popolare alla conferenza stampa che ha chiuso lincontro. Rajoy
tornato a casa avendo ribadito le posizioni del suo partito di rifiuto di ogni concessione allEta e di ogni sospensione dello stato di diritto e della legislazione vigente nei confronti dellEta, ma avendo incassato pure il rifiuto del presidente del
governo a far riferimento al patto costituzionale contro il terrorismo. Non a caso
nella lettera aperta di Francisco Jos Alcaraz (presidente dellAssociazione vittime del terrorismo) si sottolinea luso dellespressione processo di pace e della
parola incidenti per definire gli attentati e il mancato utilizzo del termine assassini. Non ricordo quando ha chiamato per lultima volta assassini i terroristi
della banda Eta, scrive Alcaraz, parente
di tre dei morti nellattentato di Zaragoza
dell11 dicembre 1987, nel quale morirono
undici persone fra cui cinque bambini.
Per la verit, sia la sua Associazione sia
Iniciativa ciudadana Basta Ya hanno denunciato il distacco dalle premesse condivise del Pacto Antiterrorista che si desume dai comunicati dellEta e dalle dichiarazioni di Zapatero.
La societ spagnola si trova a un bivio
cos drammatico che forse render possibile liberarsi dellefficacissima ragnatela
di parole costruita da Zapatero.
Ana Milln Gasca
re, parlare della Dottrina Monroe senza neppure nominare John Quincy
Adams, allepoca segretario di stato e vero ispiratore della stessa.
Seconda: non possibile, come ha fatto Omero Ciai sulla Repubblica di sabato 25 marzo trattando del libro LArgentina non vuole pi piangere del giornalista Italo Moretti, scrivere che lor ora
citato titolo fa il verso al famoso hit del
film su Evita Dont cry for me Argentina visto che non alla pellicola di Alan
Parker, del 1996, si doveva nel caso fare
riferimento ma al precedente (1978) musical di Tim Rice e Andrew Lloyd W eb-
Consigli a Lapo
Larte del packaging ovvero come
fare della confezione lelemento
(pi) importante del prodotto
a qualche settimana circola su internet
uno strepitoso filmato. Nel video sinD
scena la bizzarra ipotesi che lideazione del
packaging delliPod Apple venga affidata al
MARKETING CREATIVO
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Chiagitailconflittodiinteressinonhafiducianellademocrazia.RicossavsMauro
Milano. Che cosa ha da dire in proposito
la destra, visto che lanomalia evidente ed
un problema della democrazia, non della
sinistra? Che proposta hanno gli intellettuali preoccupati solo dellinesistente esproprio?. Domande cruciali per il direttore di
Repubblica Ezio Mauro. Il tema naturalmente il conflitto dinteressi; naturalmente gli intellettuali preoccupati solo dellinesistente esproprio? sono Giuliano Ferrara, Piero Ostellino e Sergio Ricossa, che
marted hanno co-firmato sul Foglio un Appello a Prodi in cui si chiede al candidato
unionista di dichiararsi contro ogni futura
ipotesi legislativa intesa a impedire a Berlusconi di proseguire lattivit politica, in
forza del suo conflitto dinteressi. La risposta di Romano Prodi non ancora pervenu-
Arriva lafghano
Cambiare fede? Rispondono gli
italiani seguaci del Profeta e i
pochi immigrati non pi islamici
Milano. Larrivo in Italia di Abdul Rahman, il cittadino afghano convertito al cristianesimo che rischiava di essere condannato a morte nel suo paese, apparentemente non sembra aver scosso la coscienza degli italiani, convertiti allislam. Diecimila
persone circa che sono tornate ad Allah
perch Maometto sul punto stato chiaro:
tutti gli uomini nascono musulmani e quindi solo questione di tempo. Eppure, davanti alla vicenda di Rahman, i volti italiani dellislam parlano di sostegno della libert religiosa, del libero arbitrio davanti
a Dio e della necessit di contestualizzare
lhadith del profeta che prevedeva lomicidio in tre casi: fornicazione, omicidio e la
murtad, lapostasia. Hamza Piccardo, segretario dellUcoii, insiste sul fatto che ai
tempi di Maometto le condanne a morte
per apostasia furono previste per quelle
trib che si ribellarono allautorit dei Califfi e vanno associate alle guerre dellepoca. E dice che chi abbandona la ummah se
la deve vedere con Dio, non con gli uomini.
Cos la pensa anche Patrizia Khadija dal
Monte, che ha scritto il libro autobiografico
Storia di una veneta musulmana (pubblicata dalla casa editrice dellUcoii, al Hikma), che era cristiana praticante e dice: E
inconcepibile voler punire la persona nellespressione della sua libert religiosa, soprattutto per noi musulmani occidentali
che siamo cresciuti in una societ basata
sul rispetto delle libert individuali.
E difficile sapere se le loro parole siano
dettate dalla prudenza politica o dipendano dalla necessit di giusticare il loro tradimento dogmatico. Anche perch durante le nostre inchieste sul tema abbiamo incontrato numerosi italiani tornati allislam. Tutti convinti che il cristianesimo
una menzogna e che Maometto rappresenta lultimo sigillo della profezia. Cos come
abbiamo visto pi di una volta imam e leader religiosi sussultare davanti alleventualit di tradire lislam per il cristianesimo ed esclamare: E un peccato grave che
viene punito con la morte. E infatti Omar
Camilletti, convertito annoverato tra i musulmani liberali, spiega al Foglio che non si
pu far finta di niente, giocare con le parole e negare le prescrizioni del Corano: In
uno stato islamico lapostasia un peccato,
sanzionabile con la morte, dice. Il problema un altro: bisogna aprire un dibattito allinterno delle comunit musulmane
europee e interrogarsi sulla necessit di aggiornare il messaggio del Corano. Sia sul divieto di cambiare religione sia su quello di
sposare una musulmana per un cristiano o
su quale educazione si debba trasmettere
ai propri figli in occidente.
Il timore di essere riconosciuti
Altra cosa invece la percezione dei
convertiti di segno opposto, i catecumeni
provenienti dallislam, che hanno sposato
la fede cristiana. Poche centinaia di cittadini arabi, che vivono in Italia, hanno paura di rivelarsi e vanno in chiesa di nascosto.
Timorosi di essere riconosciuti dai loro fratelli musulmani perch sanno che potrebbero essere colpiti da una fatwa e sanno
che per loro la morte sociale, decretata dalla comunit di appartenenza, irreversibile. Come sostiene Hamid Laabidi, cittadino
italiano immigrato da Rabat che nei giorni
scorsi ha deciso di uscire allo scoperto e rivelare la propria conversione. Una scelta
decisa a met degli anni 90 per ribellarsi al
fondamentalismo diffuso allinterno della
sua comunit di provenienza. Per i musulmani che si convertono, tradire la propria
religione come tradire la patria, dice al
Foglio. Non comprendono il valore della
libert individuale e risentono della pressione ricevuta nei loro paesi di origine.
Ecco perch, quando ha abbandonato lislam, alcuni fratelli che frequentavano la
moschea di Varese gli fecero sapere che sarebbe stato punito, anche se poi non mai
successo niente. Ed ecco perch oggi, davanti al suo atto di coraggio, lo hanno
chiamato in tanti, tutti musulmani convertiti, per dirgli bravo, vai avanti, ma noi
preferiamo stare a guardare, se non ti succede niente, allora magari un giorno anche
noi. Hamid pensa per che ora le cose
potrebbero cambiare e infatti vuole addirittura aprire un sito web per dare ospitalit a tutti gli ex musulmani che come lui
hanno cambiato fede perch erano stanchi,
ci dice, di sottostare ai dogmi inconfutabili
del Corano insegnato dai fondamentalisti.
Come Abdul Rahman, che davanti alle telecamere ieri ha detto di aver scelto la Bibbia allet di sedici anni per il suo messaggio di amore e di temere per la sua vita e per quella dei suoi figli.
Cristina Giudici
IL FOGLIO
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