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Busi D LExport secondo la Modern Money Theory

LEXPORT SECONDO LA MODERN MONEY THEORY


di Daniele Busi
14 ott 2015

La ricchezza reale di un Paese, cio i beni e i servizi che consuma, la sua unica vera ricchezza.
Se vi fossero solo soldi, ma nessun bene da consumare, allora non si potrebbe certo dire di
essere ricchi, poich si morirebbe di fame. E questo vero proprio perch il consumo, e non
laccumulazione, il fine delleconomia. Se quindi consideriamo i beni reali che un Paese
consuma come la sua ricchezza, abbiamo che questa composta da:

Tutti i beni e servizi che il Paese in grado di produrre internamente e poi consumare;
PI tutti i beni e servizi importati e consumati;
MENO tutti i beni e servizi esportati (quindi non consumati internamente).

Le esportazioni sono quindi privazione di beni e servizi, un costo in termini reali. Esportare
significa impiegare lavoro e tempo per produrre internamente un bene per poi non usufruirne,
non godere del beneficio derivante dal consumo di quel bene, poich lo si esporta. Altri ne
beneficeranno, allestero.
Le importazioni, al contrario, sono un beneficio in termini reali, poich altri, allestero, hanno
impiegato lavoro e tempo per produrre un bene che ora si consuma nel Paese importatore, che
deve solo preoccuparsi di usufruirne al meglio.
In questottica, le esportazioni sono il costo da sostenere per poter poi beneficiare delle
importazioni. Quindi, se volessimo ottimizzare i rapporti del nostro Paese con il settore estero,
dovremmo cercare di ottenere le massime importazioni a parit di esportazioni.
In un Paese dotato di valuta a cambio fluttuante, questo significa che ogni apprezzamento della
propria valuta deve essere salutato positivamente, poich implica un vantaggio in termini reali.
Facciamo un esempio numerico considerando Italia (euro) e Giappone (yen):

Ieri una Ferrari valeva 1000 euro, una Toyota valeva 1000 yen e il cambio euro/yen era
1:1, allora lItalia, vendendo una Ferrari al Giappone, poteva ottenere 1000 euro,
convertibili in 1000 yen, utili a comprare una Toyota. Possiamo dire che 1 Ferrari era il
costo da sostenere per beneficiare di una Toyota.
Oggi leuro si apprezzato del 100% rispetto allo yen, quindi il cambio euro/yen
divenuto 2:1, cio un euro equivale a due yen. A questo punto, vendendo una Ferrari al
Giappone si possono ottenere 1000 euro, convertibili in 2000 yen, utili a comprare due
Toyota. A parit di costi (una Ferrari) sono raddoppiati i benefici (due Toyota).

Ma se lapprezzamento della valuta un fatto positivo, allora il deprezzamento della stessa, o


peggio, una svalutazione artificiale (una svalutazione competitiva), un fatto negativo. Se si
svalutasse la propria valuta della met si dimezzerebbero i benefici reali a parit di costi (si
ritornerebbe, nellesempio precedente, a dover vendere una Ferrari per ottenere una sola
Toyota).
Queste considerazioni dovrebbero condurre ad unovvia conclusione: tutte quelle politiche
tendenti a massimizzare le esportazioni a priori sono politiche contrarie allinteresse pubblico.
insensato svalutare per riuscire ad esportare, insensato abbattere i salari per riuscire ad
esportare, insensato fare austerit e deprimere la domanda interna per riuscire ad esportare.
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Tutte queste azioni vanno a danneggiare in termini reali (che sono quelli che contano)
leconomia interna. In generale, inutile pensare in termini di denaro. Vanno sempre
considerati i costi e i benefici reali delle politiche economiche, poich il denaro, in un Paese
dotato di sovranit monetaria, non una risorsa scarsa. Alloccorrenza, il denaro pu essere
creato o distrutto, poich non si tratta di altro che di un codice utile a mettere in moto processi
produttivi e mantenere cos la piena occupazione.
Lasciatemi concludere con un piccolo focus riguardo la situazione delleurozona e della
Germania in particolare. Si soliti pensare che la Germania abbia ottenuto e stia tuttora
ottenendo grandi vantaggi dallingresso nelleurozona, poich la mancanza di apprezzamento
della propria valuta nei confronti di quella dei Paesi periferici le garantisce la possibilit di
continuare ad esportare grandi quantit di merci, ottenendo grandi profitti. Questo avrebbe
consentito alla Germania di rispondere meglio alla crisi, mantenendo un livello di disoccupazione
pi basso di altri Paesi.
Tutto questo discorso pu avere senso solo se si ignora tutto quello che abbiamo detto in
precedenza. Di fatto, avendo la Germania adottato la stessa valuta dei Paesi periferici, essa si
condannata ad una perenne svalutazione artificiale nei loro confronti. Se la Germania avesse
mantenuto il marco a cambio fluttuante, oggi si troverebbe a gestire una valuta molto pi forte
delleuro, e potrebbe godere di maggiori benefici reali, cio maggiori importazioni, con meno
costi reali, cio esportazioni. Chi in Germania sta guadagnando da tutto ci sono i soci delle
grandi aziende esportatrici, ma tutti gli altri tedeschi non dovrebbero essere contenti della loro
situazione, poich potrebbe essere molto migliore di come non sia.
In generale, la situazione delleurozona paradossale: viene imposta lausterit per smorzare la
domanda interna e cercare la ripresa con le esportazioni. Che esattamente come tirarsi
martellate sullalluce per non sentire pi il dolore della prima martellata.
Articolo gi pubblicato sulla rivista Caff Graziani

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