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Ritratto appassionato di unopera aperta

- Claudio Vercelli, 17.09.2015


Saggi. Primo Levi. Di fronte e di profilo di Marco Belpoliti per Guanda. Lattualit di uno scrittore
eletto a simbolo di una vicenda consegnata agli archivi della storia
Affrontare il rapporto che la cultura italiana e quella internazionale intrattengono con il continente
Primo Levi quanto di pi arduo uno studioso possa darsi come compito. Ci malgrado il fatto che
Levi si presenti, agli occhi dei suoi innumerevoli lettori, come un autore il cui spessore culturale, ma
anche il senso della sua stessa esistenza, siano evidenti nel loro significato letterario e nel loro
lascito etico. Quanto meno in Italia, dove divenuto il testimone per eccellenza della deportazione
nei lager nazisti. Generazioni di studenti, soprattutto dagli anni Ottanta, si sono confrontati con
alcuni suoi testi che sono diventati veri e propri classici della memoria. Quasi una sorta di canone
culturale, che si affianca alle letture, rigorosamente obbligate, di un Manzoni piuttosto che di un
Dante e cos via. Non di meno, da dopo la sua tragica scomparsa, avvenuta nel 1987, lattenzione
verso il personaggio pubblico, costruito soprattutto in assenza della persona, ha fatto premio su
molti altri ordini di considerazione. Inevitabili, quindi, le stratificazioni di interpretazioni, di usi e,
forse, anche di alcuni ricorsi inflattivi.
Rimane il fatto che il lascito intellettuale, al netto degli investimenti operati dallindustria culturale,
dalleditoria, dalla scuola e da quantaltri, sia ancora a tuttoggi una sfida aperta. Come la sua opera,
caratterizzata per intero e in tutto il suo percorso, da un senso di interiore insoddisfazione per il
modo in cui andava, di volta in volta, proponendo al pubblico ci che era oggetto delle sue riflessioni.
Quindi, dal bisogno di andare oltre se stesso.
Il senso dellinsufficienza delle parole, da questo punto di vista, uno dei temi ricorrenti nella scrittura di Levi: insufficienza come inadeguatezza rispetto alle cose del modo ma anche riguardo al bisogno di dare a queste cose un nome. Si tratta del lascito dellesperienza della deportazione ma va ben
oltre essa, divenendo un po la cifra fondamentale del suo rapporto con la vita. Se nel Lager le cose
perdevano il loro abituale significato, nellesistenza di ogni giorno il problema di costruire dei nessi,
di offrire delle interpretazioni, diventava prioritario.

Un procedimento chimico
Una radicale domanda di senso, infatti, ha accompagnato tutta la traiettoria esistenziale di questo
autore, intersecandosi con il senso della casualit, che era in lui molto spiccato. Uno dei maggiori
studiosi e conoscitori di Levi, Marco Belpoliti, ne offre adesso uno spaccato vivo con il volume Primo
Levi. Di fronte e di profilo (Guanda, pp. 737, euro 38). Si tratta di una enciclopedia interattiva
sullautore, trattandosi, del pari ai volumi e alle tante parole licenziate dal biografato, di un dispositivo di interpretazioni aperto ad ulteriori evoluzioni.
Il metodo con il quale il biografo ha affrontato Levi, infatti, quello di cogliere nelle infinite pieghe
delle sue tante pagine, di un repertorio fotografico circoscritto ma significato, di un lemmario composito, di indizi e tracce, i tratti di fondo di una figura che per essere restituita nella sua unitariet
richiede, prima di tutto, di essere smolecolarizzata, ossia scomposta, e poi ricomposta passo dopo
passo. Si tratta di un procedimento chimico, applicato alla letteratura, del pari alla professione che
Levi da sempre ha esercitato, aiutandolo a salvarsi dal gorgo di Auschwitz prima, a dare voce a s,
alla sua esperienza esistenziale ma anche alla sua personalit dopo, nonch a preservarne la vita finch ci valso a farlo. Cercare quindi nel corposissimo testo di Belpoliti la biografia definitiva non
solo vano ma, per pi aspetti, inutile. Non ci che il volume intende offrire quanto, piuttosto,

lintreccio delle strade di significato intellettuale, politico, letterario che ne compongono lesistenza.
Sotto il segno della complessit, poich Primo Levi era figura di per se stessa complessa, stratificata,
a tratti non prevedibile. Qualcosa di molto distante, per lappunto, dei ripetuti processi di sacralizzazione del nome di cui, a morte consumatasi, sarebbe diventato involontario protagonista.
Ci sono per anche altre chiavi di lettura che si impongono per un testo cos impegnativo ma avvincente. A parte la sconcertante erudizione dellautore, che sembra avere esplorato ogni anfratto
dellaltrui esistenza, di cui ha una conoscenza pressoch millimetrica, quel che ne emerge anche il
bisogno di un confronto tra generazioni diverse.

Epoche a confronto
Belpoliti nato una decina danni dopo la guerra, e quasi trentacinque anni dopo Levi, attraversando
le vicende molto intense, non meno che molto ideologiche, dei decenni successivi, fino alla caduta
del Muro di Berlino, al declino della politica e alla privatizzazione dei sentimenti collettivi. La maggiore fortuna di Levi si accompagna a questa stagione sopravveniente, pur non vivendola in prima
persona poich la sua esistenza si era nel mentre gi conclusa. Quasi che le sue parole, scolpite una
volta per sempre in un capolavoro universale come I sommersi e i salvati, svolgessero gi una supplenza rispetto ad unepoca di passioni tristi, di ripiegamento, di annullamento del conflitto, e della
sua mediazione, come occasioni per andare oltre lesistente.
Per il biografo c quindi sia la necessit di consegnare al lettore chiavi di comprensione che non
inchiodino Levi alla sola esperienza del campo di concentramento, trattandosi, al contempo di
unopera letteraria che parte da quelle vicende per poi assumere una fisionomia autonoma, sia di
riflettere su una differente ricezione generazionale, quindi variabile nel corso del tempo, dei testi
che ci sono consegnati.

Un testimone totale
Non esiste un Primo Levi sempre uguale a se stesso e neanche un testimone totale, completamente assorbito in questa funzione in ci, quindi, differendo molto da Elie Wiesel ma una materia letteraria molto malleabile, sottoposta al tempo cos come avviene con i reagenti chimici. Levi, da
questo punto di vista, costituisce per eccellenza la figura dellautore incompiuto. Vuoi perch in
eterno conflitto interiore tra il bisogno di dire e, nel medesimo tempo, il pudore estremo che lo
accompagnava, vuoi per una pervicace insoddisfazione verso le cose ma anche nei confronti delle
proprie parole. Su questo versante non fonda un filone o un genere ma recupera e rielabora molte
delle suggestioni della letteratura del secolo appena trascorso, mettendola in tensione con le grandi
questioni che hanno attraversato il suo tempo, a partire dal tema della radice del male.
Belpoliti ci restituisce questo ritratto in movimento. Una sorta di figura magmatica, inquieta, irrisolta perch sorprendente. La questione di fondo questa: pu Levi aiutarci ad andare oltre lultimo
testimone, offrendoci lessico e sintassi per affrontare i tempi correnti con lo spirito di chi non si
sente da essi sconfitto anticipatamente? Poich in lui la scrittura sempre una commistione tra
lordine della ragione individuale e linesorabilit del processo storico. Un corpo a corpo, in altri
termini.
2015 IL NUOVO MANIFESTO SOCIET COOP. EDITRICE

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