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Cari Schmitt

Amleto o Ecuba
dramma
Lirrompere del tempo nel gioco del

Presentazione di Carlo Galli

I letiori che desiderano iniormarsi


sui libri e sullinsieme delle attivi1 della
Soeieta editrice il Mulino
possono consultare il sito Internet:
www.mulino.it

Societ editrice il Mulmo

Indice

Presentazione. Il trauma dell indecisione


di Carlo Galli

p 7

Premessa

39

Introduzione

41

I.

li tab della regina

47

lI.

La figura del vendicatore

III.

La fonte del tragico

71

Conclusione
Excursus

113N

978-88-15-23995-2

Liizionc orloinale: JIao,/c/ uJcr Hckjt/ja De, Lioh,nc/ 1cr ZezI IO Jas Spie!.
Licn Dicierichs \erla. Dusseldort-kln. 1956. Copyright 1956. 1985
Klctt ztta
1(3. Cottasche l3iiehhandlung Naehtolger GmbH. Stuttgart.
i ghi i 1983 2012 bv Soclet editrice il Mulino, Bologna Traduzione
di Simona Forti. Revisione ed edizione italiana a cura di Carlo Calli.

I. Amleto come erede al trono


TI. Sul carattere barbarico del dramma sha
kespeariano. A proposito del Dramma
barocco tedesco di Walter Benjamin

101

109

Post scripturn. Che cosa ho fatto?

119

Indice dei nomi

i
2
1

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\c,lii 1 si lo www.muIino.tJedizioni/fotocopie
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Presentazione

Il trauma dellindecisione

Quando parla di letteratura (come in questo caso,


ma anche in molti altri) Schmitt spesso illuminante
per Romanticismo politco glielo riconobbe un lette
rato di statura europea come Curtius
1 ma anche da
maneggiare con cura. Il testo letterario sempre, per
lui, un pretesto per parlare di s, e del suo principale
oggetto di riflessione: la presenza ubiqua, imprendibile
ed efficacissima, del politico e dcllimmane potenza
del Negativo che gli pertiene e che non puo essere
misurata, dialettizzata o esorcizzata ovvero, gli eftctti
delle catastrofi epocali che distruggono e ri-orientano
gli ordini politici Le opere artistiche e letterarie in
teressano a Schmitt in quanto in esse il SUO sguardo di
2 sa vedere ie potenze che rendono smisurata la
Giano
loro misura, che deformano la loro forma: sa vedere,
insomma, lOrigine e la Fine di unepoca.
11 teorico del decisionismo, nellaffrontare in Amleto
la figura emblematica dellindecisione, si cimenta in pro
blematiche e in polemiche il cui peso e la cui pregnanza
si lasciano cogliere nellExcurszis lI (infra, pp. 109-118),
che (insieme al Post scrzptum, che lo colloca nelle co
ordinate storico-politiche della Germania degli anni
Cinquanta) orienta la comprensione teoretica di tutto il
libro. Cos, fra romanticismo e Benjarnin, fra teologia e
geopolitica, fra letteratura e filosofia, in Amleto o Ecuba
il sapere politico schmittiano si dimostra intessuto di
rimandi, di allusioni e di prese di distanza: un affondo
conoscitivo che anche un gioco di specchi.

I TCV(ltdZlOfriC

p9

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<4

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<4

i / rrau,,,, dd/ inLcjsioue

Quindi, come Romanticismo politico uno studio


sul nesso fra intellettuale e politica, cos in Amleto o
Ecuba Schmitt interseca il problema dello Stato, nella
situazione storica del dissolversi dellordine tardo-me
dievale e del difficile affermarsi del nuovo nomos, del
moderno ordinamento giuridico e spaziale della terra
e del mare. Lanalisi delle modalit con cui queste
poca (gli inizi del Seicento) si autocomprende e si au
torappresenta in inghilterra veicola questioni quali il
rapporto fra rappresentazione e realt, i nessi fra cul
tura e politica, fra arte e storia, fra gioco e seriet, che
Schmitt sviluppa attraversando la strada di Benjarnin e
confrontandosi, sia pure in modo ellittico, con la grande
discussione tedesca intorno allessenza del tragico e alla
funzione del gioco. Cos, il tema del rapporto fra realt
politica e forme della rappresentazione, gi impostato
implicitamente in Teologia politica ed esplicitamente
(ma non analogamente) in Czttoliceszno romano e forma
politica, in questa sede viene riformulato da unottica
ancora differente, cio a partire dalle acquisizioni della
stagione aperta dal Nomos della Terra
.
4
Amleto o Ecuba non si vuole proporre come un
libro a tesi (almeno, Schmitt lo esclude, nel Post
scriplum; cfr. in/ra, pp. 119-J24); nellermeneutica
schrnittiana per molti versi lopposto di quella di
c;adamer, come si vedr loggetto stesso (Amleto)
viene lasciato parlare: nellautonomia della sua lingua
che linterprete individua un punto cieco, unafasia ri
velativa. Lopera darte per Schmitt unimmediatezza,
un unicum: e Amleto un dramma col protagonista
sbagliato, come si detto, ma anche un dramma dalla
trama incompleta e incomprensibile parla da s, e
parlando di s parla (anzi tace) dellimmediatezza e
dellunicit di una situazione storica contingente.

Si potrebbe dire che Schrnitt, che pure non ama


addentrarsi nellingens silva delle interpretazioni di
Amleto, comincia l dove finisce Thomas Stearns Eliot
(richiamato, come un segnale, nella Prenessa ui/ra,
p. 39), il quale in Il bosco sacro, aveva affermato, con
riguardo ad Amleto, che il vero problema, piuttosto
che il personaggio, il dramma stesso la stesura sha
kespeariana si infatti sovrapposta a un materiale
molto pi crudo, intrattabile e originario (per lui, re
dazioni precedenti di altri autori) Amleto, per Eliot
indeciso perch il suo debole carattere non trova il
correlativo oggettivo dei suoi sentimenti: perch la
madre non giustifica il disgusto che Amleto prova per
lei. E Shakespeare, da parte sua, nel personaggio Am
leto ha affrontato un sentimento che non ha saputo
esprimere in arte, ovvero un problema oggettivo che
lo trascende, e che pi grande di lui, unesperienza
che eccede i fatti.
Anche Schmitt si colloca davanti ad Amleto per
studiarne la sto, per capire dove e perch que
sta perda la sua sicura e lineare semplicit. Anche
Schmitt giunge alla constatazione che la parola dram
matica, in Amleto, si inceppa e viene meno di fronte
a qualcosa che non riesce a dire: il poeta si trova da
vanti a un qziid ineffabile, coperto da tab, a un ec
cesso (rispetto alla forma drammatica) che non pu
essere raccontato (e da questo punto di vista Amleto
dunque il contrario di un romanzo storico, in cui
la narrazione pretende di esaurire levento). Questo
scacco dellespressione, questa cosa tanto irrimedia
bilmente distante dal discorso. la fonte dellincom
prensibilit del dramma: dal testo di Anleto non
possibile spiegare perch in Amleto sia lasciata inso
Iuta la questione essenziale per lo svolgimento della
della colpevolezza o dellinnocenza della regina,
storv

Pri ,cniaziwn
1/ti diWd

Gertrude, e, soprattutto, non si potr render conto di


ci che Schrnitt definisce arnletizzazione delleroe,
cio della trasformazione delleroe di un dramma di
vendetta in un intellettuale malinconico e dubbioso,
incapace di azione, e che proprio in quanto tale
rotagonista del dramma.
Nella trama dellopera c unombra, una lacuna,
che non pu essere spiegata dallinterno dellopera
stessa, ma soltanto col fare riferimento a un nucleo
di esenti storici contemporanei: ma non un vissuto
psicologico di Shakespeare, come sembrava accennare
Llmot alla cui interpretazione soggettiva (nel senso
clic lelemento oggettivo che trascende Shakespeare
agmrehbe sulla sua soggettivit di artista), come a molte
altre, Sclmitt contrappone la propria interpretazione
oggettiva, politica. Che Shakespeare non abbia
potuto o voluto trattare il tema della colpevolezza o
dellinnocenza di Gertmude un fatto che per lui na
sconde, e insieme rivela, in negativo, il nesso fra la
madre di Amleto e la regina di Scozia, Maria Stuarda,
anchessa al centro di violente discussioni in relazione
alla sua implicazione nella morte del marito. Inoltre,
che Shakespeare non abbia saputo o potuto fare di
Amleto un tipico eroe, sicuro di s e della sua missione
di vendetta, nasconde e rivela, ancora una volta in ne
gativo, il flesso fra Amleto e la figura storica coeva di
Giacomo I, il difensore del diritto
divino dei re, con
dannato a veder crollare la sua concezione del mondo
e a vedere trasformata la propria origine e il proprio
potere regio in un fantasma.
Il flesso di cui si parla non unallegoria, una so
vrapposizione di significati, n istituisce un rapporto
diretto e univoco fra struttura e sovrastruttura; nellau
tononna del dramma e dei suoi personaggi fa irruzione
(Litibrucui) una problematicit umana e politica che

dc

il nJi ci 11011,

da una storia contemporanea, contingente


quindi trascendente rispetto al dramma stesso e alla
sua logica interna: lirruzione ha effetti sulla struttura
dellopera, ma non ne determina lesistenza come
dramma. Il dramma non rispecchia compiutainen te
la storia, e anzi, proprio in quanto autonoma, la pa
rola drammatica non riesce a esprimere direttamente
la durezza specifica della realt storica che ie sta di
fronte (<the rest is silence>, conclude Amleto morente).
Il tab tale appunto perche il dato esterno non
dicibile n rappresentabile, bench sia ben compreso
tanto dallautore quanto dal pubblico, La realt esterna
autonoma dal testo (e questo da quella): il mm unico
rapporto da un lato lirruzione, dallaltro la cicatrice,
il segno di questa, cio in questo caso lamietizzazione
delleroe, inspiegabile dall interno del dramma.
Ma dietro Gertrude/Maria Stuarda e dietro Am
leto/Giacomo irrompe nei dramma un nucleo duro
di realt di livello epocale, qualcosa che nella storia
contemporanea d al destino degli Swart una rile anza
epocale. E la spiegazione sta nel fatto che ia storia, per
Schmitt, non distesamente progettuale e progressiva,
e al contrario si rende riconoscibile solo per scarti, ca
tastrofi, rotture, contrapposizioni concrete, che fanno
epoca; in Amleto agisce dallesterno una di queste so
glie epocali sia pure colta da un punto di vista a
un tempo precedente e laterale rispetto alla nascita
dello Stato moderno che qui ricostruita secondo le
coordinate sistematizzate in Il nomus cIIL Jirni, punto
di precipitazione delle ricerche schmittianc iniziate
nei primi anni Quaranta sui rapporto terrai mai e. in
breve: il sistema europeo degli Stati continentali chiusi
(caratterizzati dalla neutralizzazione so rana del poli
tico) non comprensibile, per Schmitt. solo a partire
dall esperienza delle guerre civili di religione e dalla
scaturisce

li)

11

I I /r.

soluzione decisionistico-barocca di queste; alla chiave


interpretativa teologico-politica si aggiunge la grande
dicotomia fra terra e mare, nonch quella fra terre eu
ropee ed extraeuropee. Schmitt avverte insomma che
la nascita degli Stati europei determinata da un ele
mento non statuale, n statualizzabile, che consiste nel
passaggio dellInghilterra a una forma di potere non
orientata alla terraferma, come lo Stato, ma marittima
e imperiale. Lordine mondiale moderno, il moderno
nomos della Terra, lequilibrio fra la Seenahme inglese
(la presa del mare) e la Landnahrne degli Stati euro
pei (la presa della terra) questo equilibrio produce
anche attraverso le linee agonali damicizia la
distinzione fra spazi in cui la guerra interstatale limi
tata e resa convenzionale, e spazi extraeuropei in cui
invece la guerra illimitata. Il nome di questo nomos
moderno Jus Publicum Europaeurn, europeo e sta
male ma garantito da elementi non europei n statuali;
la sua origine una catastrofe epocale le guerre di
religione e, in parallelo, il passaggio dellinghilterra
allesistenza marittima.
Il grande evento storico in cui si trova coinvolto
Shakespeare e che determina il destino degli Stuart
dunque questo: il formarsi del moderno nomos della
terra, cio la nascita dello Stato attraverso le guerre di
religione, e attraverso lopposizione di terra e mare; in
somma, la fine della virt umanistica, come anche alla
fine del potere divino dei re (ecco le figure storiche e
determinate degli Stuart, e in particolare di Giacomo
h. Questo evento disorientante: Giacomo ha per
duto un ordine, quello tradizionale, e non ha capito
che occorre, per un nuovo ordine, una decisione; il ri
orientamento dell Inghilterra verso un esistenza marit
tima non verr infatti dagli Stuart, s invece dallinizia
tiva privata, e gli Stuart resteranno travolti nel difficile

12

iii.i

//iij/c LIsm1U

trapasso inglese verso la modernit. Siamo alla fine


dellautocomprensione dellepoca pre statuale, ma non
ancora alla rappresentazione politico/statuale chiusa in
s: lessenza di Amleto la percezione del catastrofico
disassamento del mondo: Il mondo fuor di sesto.
Oh maledetto dispetto che io sia dovuto nascere per
rimetterlo a posto!. comegli esclama verso la fine del
primo atto, portando nella storia moderna il tema mi
tico della sfasatura del perno dellunl\ erso, oggetto del
grande libro di De Santillana che Schmitt non poteva
conoscere ma che si adatta sostanzialmente alla sua
interpretazione di Amleto.
Si tratta ora di capire attraverso quale sofisticato
meccanismo interpretativo Schmitt riconosce allo
pera, in Amleto, lirruzione di questa tematica p0litica epocale. E a questo proposito si deve notare
che in questo libro Schmitt indllJdua in Shakespe
are una terza modalit della rappresentazione, oltre
a quella cattolica fondata sulleccesso della sostanza
e sulla coinplexio oppOsitorzim. e oltre anche a quella
pienamente politico-statuale. fondata sul Nulla della
decisione teologico-politica la cui efficacia epocale
che va dallincivilimenio delle buone maniere alla
costruzione psicologica del suddito alla diffusione del
controllo di polizia ne fa una soluzione transitoria
.
5
ma efficace del problema dei controllo del politico
La rappresentazione di Shakespeare. in Amleto, non
coincide con nessuna di quelle. perche si colloca in
un contesto ancora di erso: il contesto in cui la fine
dellordine tradizionale. e anche del sogno umanistico.
si avvia verso una direzione non statale ma marittima.
Cos Amleto o Ecuba, che tratta di questo livello bar
banco della rappresentazione, distinto da quello po
litico-statuale, non costituisce una ariazione sul tema,
piuttosto determina larretramento e lo spostamento

13

Prc. c,,t :,o,Ic

i //la

laterale del punto di vista, che permettono a Schmitt


di allargare il campo dosservazione.
La rappresentazione shakespeariana prestatuale
e non ancora classjcarnente chiusa in se stessa si
riferisce a un mondo che si Concepisce come teatro,
ma. afferma Schmitt, in modo elementare; la categoria
critica che interpreta lautorappresentazione dellin
ghilterra nei primi anni del Seicento non il barocco,
ma la Elizabethan World Piciure, un compromesso che
cerca dintegrare i residui elementi della visione me
dievale del mondo e della concezione divina del po
teri- regio. Ora, il punto che in una situazione sto
rica (lcui elisabettiana) in cui la rappresentazione pu
essere definita pel, Schmitt vuole dimostrare che
proprio quando questo si complica e si raddoppia in
meta-teatro, il dramma vivente (la rappresentazione)
non si separa dal dramma presente (la societa), che
pu rronipere immediatamente in esso. Questa irru
zione della realt nella rappresentazione insomma
i.ercepibile non tanto nella tragedia classico-statuale
di Corncillc e di Racitie, quanto in una situazione non
ancora statuale come appunto quella elisabettiana, che
consente a Schmitt di usare, per indicare la rappresen
iazioflc, uno stesso ocabolo, Sp/ei, sia per riferirsi al
dramma teatrale sia per indicare il contesto sociopoli
neo iii cui il dramma rappresentato. Sp/cl \ ale qui.
insomma, quello che se riferito a unepoca pi avanzata Schmitt avrebbe dovti mo nominare (listintarnen te
come Reprtveutatio,i (al livello propriamente politico)
e come Iradie al livello dramrnatjco),
Cosi, il teatro nel teatro del [Il atto di Amleto (la
rappresentazione del cosiddetto t1svissizi di Gonzago,
la Aloztsctrap il passaggio in cui massimamente Sha
kespeare aderisce alla vita (di Amleto): e non si tratta
dcl gioco di specchi e di raddoppianienti che sar tipico

14

Je!1znd,Llsm,ie

dellautorappresentazione del potere assoluto (in cui il


mondo rappresentato come se fosse visto dallocchio
del sovrano), n si tratta dello sguardo dietro le quinte
del teatro sociale dellOttocento. s invece dello spetta
colo stesso, davanti alle quinte, che risulta un vero po
tenziamento della realt capace di accogliere la seriet
tragica esterna al dramma, pur restando dranmia autononio. Attraverso il dramma nel dramma non si realizza
il massimo di artificio ma si apre la via allirruzione del
massimo di realt. C invece una teatralizzazione del
mondo che Schmitt assume nel titolo di questo libro
coi nome di Ecuba riferendosi alla recita del lamento
di Priamo, nel Il atto, che programmaticamente non
comprende la realt contemporanea extradramma
tica, una rappresentazione che pura arte bench
proprio attraverso di essa Amleto entri in contatto con
il nucleo tragico dellassassinio del padre e del matrimo
nio della madre con lomicida: quando Amleto guarda
lattore piangere per Ecuba (della quale nulla gli im
porta), piange per il proprio padre e la propria ma
dre, e medita piani di vendetta Amleto, insomma, e
messo davanti alla tragica seriet della propria sorte da
due rappresentazioni: una finta e una sera. Entrambe lo
scuotono, e al tempo Stesso lo paralizzano.
Ed ecco il cuore dellargomentazione schmitmiana:

non pensabile che Shakespeare, in -I,,et. avesc


unica intenzione di fare del suo Amleto unLeuba, di farci
piangere su Amleto come lattore piange sulla regina di
1 piangere allo stesso
Troia. Ma noi finiremmo davvero co
modo per Amleto come per Ecuba, se olessimo separare la
realt della nostra esistenza presente dalla rappresentazione
teatrale. Le nostre lacrime sarebbero in tal caso laerim di
attori. Non avremmo pi nessuna ..ausa e nessuna mis,ione.
e le avremmo sacrificate per godere del nostro interesse
estetico al gioco del dramma (in/ia, cap. III, pp 83-84).
15

Pn

ltdZ/O)?

1!

Nellipotesi di Sdbmitt, Amleto scosso e amie


tizzato non in quanto personaggio teatrale (come se
egli, per i lettori, fosse analogo a Ecuba, ma in
quanto attraverso Amleto Shakespeare lascia che nel
dramma irrompa Giacomo I, lattardato difensore del
diritto divino dei re, incapace di raccapezzarsi nel
nuovo mondo post-tradizionale; come attraverso le
due rappresentazioni entrava in scena, per Amleto, la
seriet tragica, cos in il mieto, e nei suoi interni rad
doppiamenti che non chiudono ma aprono, attraverso
Amleto-personaggio, tragico e scosso, fa irruzione lin
decisione di Giacomo, che genera lindecisione di Am
leto (altrimenti incomprensibile), e che la spiega. E il
trauma di quella indecisione storico-politica, lo smar
rimento del filo della storia, dellorizzonte del mondo,
da parte degli Stuart, ci che spiega lindecisione, la
strana malinconia di Amleto, leroe della vendetta che
invece di agire gira a vuoto.
Insomma, come Shakespeare col dramma nel
dramma rivela un non-detto (il destino tragico del pa
dre e della madre di Amleto), cos Schmitt a sua olta
sveia nellindecisione di Amleto un non-detto: linca
pacita di Giacomo I Stuart di decidersi per la moder
nit in questo caso, per la conversione dellInghil
lei ra alla politica moderna, in modalit marittima (la
Seenihme) ovvero di assumere la decisione necessaria
perch linghilterra uscisse dalla catastrofe dellordine
tradizionale. Sono questa catastrofe e questa incapacit
di decisione a irrompere dallesterno nel personaggio
di Amleto, rendendolo un mito vivente, che parla oscu
ramente a tutta la modernit, anche a quella classica.
lv/eio o Ecziba quindi lanalisi del momento in
cui la tradizione viene perduta, delle modalit in cui
tale perdita si manifesta (la teoria del nomos come ri
oIgimento e catastrofe), e degli effetti di indicibi
-

trahia

/1

/1/Jn izoii

lit che ne sono prodotti (la trascendenza del tempo


del nomos su1 tempo dello Sp/ei); come la scoperta
del politico poneva fine al discorso sul potere, alla
tilosofia politica nella sua forma classica, cos ,iii
leto o Ecuba, per accenni e in forma non sistematica,
si inserisce nel pensiero schmittiano come levidenza
propria del pensiero negativo dello scarto fra rcalt
e rappresentazione, della loro sconnessione di princi
pio; ovvero con levidenza della contingenza e della
sua cogente necessit che epocalizza. cio sospende, il
ritmo e il senso del iogos. E significativo che Sdhmitt
ci dica che Amleto va partecipato, e non letto o goduto
privatamente (che cio va rispettata la distanza fra Am
leto ed Ecuba). ma che rifugga dal concetto di arte
impegnata: questa sarebbe infatti per lui la pretesa
di dire lorigine, lesterno, nella rappresentazione, e
dunque si risolverebbe in propaganda o in Kitsb che
appunto lesito dello sforzo di autenticit).

Se in Joiogia politica Schmitt aveva colto lorigine


non-detta dello Stato nella decisione sul caso decce
zione, approfondendo genealogicamente le logiche in
terne della statualit moderna, in questo saggio su Sha
kespeare Schmitt coglie dunque lorigine della moder
nit dal punto di vista barbarico, esterno e precedente
allo Stato politico, dello Spiel, cio di una rappresen
tazione (Amleto) non ancora statuale, che inquietata
non dalla decisione ma dalla sua mancanza, non della
zione sovrana ma della inazione. In entrambi i casi,
chiaro che secondo Schmitt lOrdine implica la lacera
zione, la decisione: del sovrano sul caso deccezione nel
libro del 1922, di una civilt sui modo di uscire dalla
crisi dellordine tradizionale, nel i 96. La melancolia
e lindecisione del principe Io rendono s moderno ma
disorientato, lo collocano cio al di qua sia della mo
17

Pi ,iCi/t,iZiO//C

1/

dernit compiutamente disincantata e formata dello


Stato, sia della decisione marittima dellinghilterra (e, si
vedr, ne fanno anche un simbolo della Germania, del
suo Sondcrweg fra Est e Ovest). Per Schmitt, Shake
speare che un altro cattolico defin un barbaro non
privo dingegno ha insomma creato nella sua rappre
sentazione non statuale (barbarica) il mito vivente di un
eroe tragico. che in modo diverso (cio in negativo) e
in un contesto diverso (cio marittimo) rivela il segreto
che (quasi) celato al Dio mortale di Hobbes, allo
Stato leviatanico rappresentativo: ovvero, che lOrigine
della politica una concretezza storico-epocale, unim
mediatezza non-detta esterna alle mediazioni e alle rap
presentazioni moderne che ha, alloro interno, effetti
perturbanti indiretti
UnOrigine che agisce tanto
(ieila direzione dellefficacia) nella decisione sovrana
quanto (nella direzione dellinefficacia) nellindecisione
amietica, tanto nella forma classica dello Stato politico
allinterno del quale per meno visibile, e in ogni
caso sottoposta alle derive neutralizzanti quanto nella
forma barbarica dello Spiel.
Il rapporto fra interno ed esterno. in questo dramma
barbarico, quindi assai lontano sia dalla loro (pre
sunta) netta separazione che si ha nella rappresenta
zione dello Stato e della tragedia sia dalla vittoriosa
conquista dellesterno da parte dellinterno, cio da
parte del soggetto. che il cuore dellidealismo hege
liano In Schmitt non c n lautonomia del diritto
.
1
e dellarte, n la elaborazione spirituale del mondo a
opera del soggetto; c una terza posizione, lirruzione
dellesterno nellinterno che la cifra della particolare
declinazione che Schmitt d del pensiero negativo.
Sotto il profilo del metodo, lirruzione, implicando
la trascendenza della contingenza rispetto allarte, co
stituisce una terza via fra lautonomia della bella

I 1Iiti 1(Jk

apparenza e il materialismo dialettico, Il realismo


schmittiano proprio qui si conferma iscnvibile a pien
o
titolo nel pensiero negativo, cio interno allassunto
di
una sconnessione di principio fra la parola e il mondo.
e alla sfiducia nellafferrabiit della cosa da parte della
parola; un assunto che governa tanto il decisionismo
di
Teologia politica quanto il saggio sul Parlaim o/anim
o
oltre che Romanticismo politico e la critica, l cont
e
nuta, all<eterno dialogo dei romantici: se il genio li
rico romantico pu ricamare intorno al proprio vissuto
fino a renderlo irriconoscibile, nella pretesa di esaurire
cos la totalit dellesprimibile, il genio drammatico
(Shakespeare) distingue ci che raipreseniabile da
ci che non lo : appunto, il tragico.
Lo Spiel di Shakespeaie ha dunque unorigine se
ria, tragica. E ci costringe Schmitt a inciociare, in
Amleto o Eco ha, il rapporto fra gioco, tragico
e
mito, ovvero a fare i conti con la polisemia de] termine
gioco e con la serie di significati che gli sono stati
attribuiti, e soprattutto con la tesi, da lui rifiutata, del
gioco come metafora dcl mondo oppure come supera
mento della politica, come la forma pi alta di libert.
Schmitt non ha dubbi sul fatto che il gioco sia un
sistema secondario, rispetto al quale la Seriet della
politica il fattore primario; non ha dubbi nLppure sul
fatto che il gioco abbia le suc regoL, in sr conchiuse,
che non gli permettono di mediare alcan significa
to
esterno; n ha dubbi, inline, sul fatto chc i drammi di
Shakespeare siano giochi. pri\ i C1OL di ogni intento
filosofico, di ogni volont di messaggio o di impe
gno. Lincontro fra gioco e serieta un irruzione
: il
risultato non la negazione determinata, il conc
etto,
la dialettica di forma e contenuto, di screnita e di mipegno di libert e necessit, ma lapertura. pote
,
4
n
-

1 -1

Itt

Il ,rzzi,

IitcZlfl

zjalmente nichilistica, della parola sulla dimensione


e>tra-Jinguistica. sui silenzio (o sul fragore della storia.
giunta a un punto di svolta epocale). La metafora dello

Spiel, insomma, in s n vera n falsa, non accenna


dialetticamente a un Altro come Vero, ma si apre alla
tragicit reale della storia, si sporca, per dir cos;
in Amleto la moderna distruzione dellordine simbo
lico tradizionale non raccontabile per esteso (non
mito, se per mito si intende racconto), ma pu esser
solo presente in negativo; una tragicit, dunque, senza
catarsi e senza azione, testimonianza muta (eppure ri
conoscibile al livello pubblico della O/fentlzchkeit) di
ma catastrofe in atto. Non vi mediazione tra Spiel e
1nigik, n attraverso lestetica n attraverso letica Am
leto non la tragedia del destino, e non implica il sa
crificio delleroe): piuttosto, vi una fonte del tragico.
in un momento determinato e contingente della storia
(la frattura catastrofica epocale del ri-orientamento

del 2\oinos della Terra). Inchiodato in questa frattura


storico-politica, Amleto/Giacomo la cifra immediata
(il mito vivente, non raccontato) dellimpotenza del
potere tradizionale e della non ancora avvenuta libe
Ia7ione (la decisione) del nuovo potere moderno: il
tragico la sua inactiou, non il suo agire.

avere come emblema lespressione del Prologo del Wi/


/ensfejn, citata da Schmitt: seria la vita, serena
larte (Ernst ist das Leben, beiter ist die Kiin>t Ma.
oltre che la polemica con Schiller, vi in Amleto
Ecuba un accenno critico a Nietzsche, lultimo mo
.

mento ottocentesco della grande riflessione tedesca sul


tragico: lecito supporre che, liquidando i due estremi
ditale riflessione, Schmitt abbia espresso un giudi
zio negativo, anche se implicito, su quanto tra questi
estremi contenuto, e cio sulla nozione di tragico
propria dellidealismo tedesco. Questo, da Hulderlin
a Hegel ha fatto della possibilit di una tragedia mo
derna Iexperimentum crucis di una libert che, sotto
ponendo l<anima bella schilleriana alle torche cau
dine dellinfinita lacerazione dellepoca )la rivoluzione
francese, e il mondo borghese che ne nato. tentava
di affermarsi come libert nella necessit. Dal sacriticio
hlderliniano della soggettivit che tace affinch possa
parlare la natura
, alla soluzione dialettica della tra
1
gedia delletico fornita da Hegel, che contiene ancora
la possibffit di unautodescrizione in figure delle tappe
della scissione tragica fra soggetto e Assoluto, Schmitt
riconosce implicitamente un tragitto che conclude la
propria tensione etico-politica soggettiva nellestetica
nietzschiana cio nella dissoluzione dello stesso sog
getto e della sua rappresentabilit. Le tesi di Nietzsche
sul tragico come conflitto fra i principi fraterni di
Apollo e Dioniso (dellapparenza e della profondit)
lo conducono infatti ad una prospettiva post-tragica.
alla visione del gioco del mondo con se stesso a cui
il singolo risponde col <s a un destino di gioco, con
la libera superficialit dellinfinita possibilit (il pais
paizn di Eraclito, fr. 2), in una prospettiva di in
nocenza del divenire, Nellimmediatezza come esito
del pensiero negativo leggero di Nietzsche Schmitt

linsistenza schmittiana sul rapporto immediato,


non dialertizzabile, di gioco e seriet, e in ultima
istanza di libert e necessit, una cosciente polemica
contro Schiller, la cui bella parvenza sviluppava il
concetto espresso cia Kant nella Critica del Guidizio di
una finalita senza fine (Zweckmissigkeit ohne Zweck)
e di una legalit senza legge (GesetzmYssigkeit o/.me
GLsetz) e si concludeva nei progetto di uneducazione
estetica delluomo, che nello Stato estetico realizzava
lindilferenza per la realt, e che appunto poteva

20

21

Prcc )ltaZIOIIC

1/

riassume probabilmente anche le venture del pensiero


dialettico, il cui sforzo di stare espressivamente nella
contraddizione si svuota in lirismo soggettivistico.
in Schmitt portatore di unimmediatezza pe
same, ovvero del lato oscuro del pensiero negativo
il tragico, invece, un nucleo di realt (o meglio una
catastrofe) concreto e determinato storicamente nella
sua unicitil, e non ha quindi nascita n sostanza: per
esso SI pUO parlare soltanto di Urspruig, di scaturigine,
cioe dellemergere di una frattura epocale. 11 tragico,
come si configura in Amleto o Ecuba, strutturalmente
affine al politico (come sostantivo neutro).

se la gravezza, la seriet, la pesantezza del tra


gico non possono stare nella superficialit, non stanno
neppure in una proondita metafisica; il tragico, per
Schmitt, piena immanenza. E ci emerge bene dal
contronto di Schmitt con Benjarnm (Excursus Il), e con
le interpretazioni cristiane di Amleto.
Nel Dramma barocco tedesco
Benjamin distingue
2
tra la classica Trag/idie, in cui lelemento tragico era
tornito dal mito, e il moderno 1)auerspiel Uetteral
mente. gioco drammatico triste, rappresentazione
luttuosa). la cui tragicit dovuta invece alla storia,
vista alla luce cristiana che la illumina come panorama
di catastrofi e di rovine (proposito esplicitamente de
bitore allanalisi della sovranit condotta da Schmitt
in teologia 21
politici e lallegoria moderna, che si
),
sostituisce al simbolo, la dimensione in cui ie cose
appaiono nella loro tragica nullit.
Uno strano destino accosta Benjamin a 22
Schmitt
:
non soltanto la citazione diretta di Teologia politica,
non soltanto la lettera del 1930 in cui Benjamin dedi
cavaaSc bmitt [i dnimma barocco tedesco, ma anche
lesplicito riterimento alta metodologia schmittiana,

frau,,ea

JL/l !flclCLRIOflL

contenuto in un Curriculum del 19282, costituiscono


motivi di riflessione. In questultimo testo, infatti,
Benjamin nomina Schmirt, accanto a Riegi. come
esempio di un metodo capace di affrontare, in modo
multiforme e metadisciplinare. le tendenze espressive
di unepoca, sotto il profilo religioso, metafisico e poli
tico, La volont di integrazione dei fenomeni attorno
ad un unico centro che li spieghi era dunque quello
che Benjamin vedeva in Schmitt, a cui lo legava anche
il rifiuto dello storicismo borghese e marxista con
la sua mitologia del soggetto creatore che si tradu
ceva nella metodologia delleccesso, del caso decce
zione (<la necessaria tensione verso gli estremi, che
nelle indagini filosofiche costituisce la norma della for
mazione dei 24
concetti nel vedere cio la catastrofe
).
come norma della storia, segnata da una irrimediabile
discontinuit (dalla irruzione, nelluniverso metaforico,
dellelemento politico). Una parziale affinit di me
todo e una relativa comunanza di orizzonti tematici da
critica al parlamentarismo, che Benjamin conduce per
autonomamente da Schmitt, c linteresse benjaminiano
per il romanticismo, come risposta estetica alla trage
dia del moderno ma su questo terna le posizioni (lei
due, bench indipendenti luno dallaltro, sono con
trapposte: il carattere di mediazione della conoscenza
e della critica che Benjamin individua positivamente
nel romanticismo assai vicino proprio a quella ro
manticizzazione del mondo che Schmitt bolla come
debolezza fatale della Roma,itik) fanno dcl rapporto
di Benjamin con Schmitt qualcosa che a ben oltre
latteggiamento di chi chiede c/ ab bosie consilium.
Anche lutilizzazione di categorie benj aminiane
(essenzialmente quella di lauerspiel, oltre alla stessa
nozione di Ursprung) in Amleto o Ecuba , da parte
di Schrnitt, assai pi di un civettare: una risposta,
-

23

PrcntLIonc

che come altre risposte schmittiane giunge dopo lo


spazio di una generazione; ed una risposta, al solito,
parziale e capziosa, unutilizzazione estremistica dei
concetti di Benjamin, che si risolve in una vera e pro.
pria Geendeutnn, in una controinterpretazionc. E
infatti evidente che per Schmitt la seriet tragica non
la deiezione creaturale ma un preciso rivolgimento
epocale, ed altrettanto evidente che la componente
della iaiier, del lutto, risulta quindi modificata: il lutto
politico. Oltre al tema della malinconia, anche quello
dellallegoria sostanzialmente appena sfjorato, con
un rinvio a una nota del Nomes della Thrra in cui si
afferma che la tendenza alla personificazione dello
le La
.
rinascimenta
6
Stato frutto del soggettivismo 2
distinzione schmittiana fra il dramma in Germania e
il dramma in Inghilterra poi un esplicito rinvio alla
teoria del no,ios, ad una re-interpretazione della storia
che differisce radicalmente da quella di Benjamin. In
fine, la separazione schmittiana fra gioco e seriet la
testimonianza dello sforzo di prendere sul serio la sto
ria senza conferirle un telos extrastorico, n cristiano
n messianico: per Schrnitt il tragico moderno inerisce
s alla storia, ma la dimensione catastrofica di questa
il risultato di fratture politiche reali. Linsensatezza
della storr di Amleto non rende il dramma di Shake
speare riscattabile su di un piano metastorico, non lo
rende cio, come invece afferma Benjanini. un dramma
cristiano. Per Schmitt, insomma, la trascendenza della
stona rispetto al gioco del dramma (il tragico che entra
nei barbarico) tutta nellimmanenza, e non rinvia ad
unulteriore trascendenza, al dramma del destino che
Benjamin vede accennato in controluce nel presunto
cristianesimo di Amleto.
E non rinvia neppure allanalogia fra drammatica
e Ieo-drammatica che un teologo cattolico come Hans
2-I

Il

t,d/una

dcli mdccL1w/e

Urs von Balthasar


2 ha in seguito introdotto per spie
gare come lAssoluto divino entri nella storia ed agisca
fra gli uomini. Dal punto di vista di Balthasar Amleto
il dramma del perdono, e il fatto che il protagoni
sta risparmi la madre nella sua vendetta il segno che
nella forma del dramma luomo moderno cerca non un
travestimento ma un rispecchiamento come autenticit,
e che questa gli viene dallagire di Dio nel mondo. Da
una posizione rovesciata, cio fortemente finalistica (e
il fine il superamento della stessa rappresentazione
alla ricerca di un incontro con lAltro, oltre la dimen
sione del ruolo e oltre la metafora del teatro del
mondo), Balthasar ripropone quanto Schmitt aveva
gi escluso incidentalmente (parlando di Benjamin a
proposito dellinterpretazione luterana di Amleto come
attore di Dio, come segno dellinsensatezza radicale
dellagire umano di fronte alla volont divina: ripro
pone cio uninterpretazione religiosa di Amleto.
La seriet immanente, non superficiale ne tra
scendente, che Schmitt vede fuori dello Spiel nel suo
rapporto barbarico col tempo storico ha poi un al
tro referente implicito: nellattribuzione del primato
allErnstfall (il caso serio) non possibile non vedere
un richiamo diretto e polemico a Hoiio liideni di Jo
han Huizinga
. Lo storico olandese teorizza infatti un
2
rapporto inscindibile fra gioco e seriet, vedendo nella
dimensione ludica il convergere del desiderio di libert
dalla vita, limpulso agonale e limpulso rituale/cultu
rale, in una costellazione di significati assai ampia; la
vera contrapposizione, semmai, sarebbe, per I luizinga,
non quella fra gioco e seriet ma quella fra gioco e
morale. A questo risultato egli pervenuto non solo
attraverso il suo kantismo, ma specificamente in pole
mica con Schmitt, il cui concetto di politico come
25

li

Prcs ,iIaZlOflc

amico/nemico resta per lui, dopo tutto, allin


terno della dimensione agonale, ma nella sua forma
primitiva, incivile, meccanica; mentre la vera seriet
sarebbe vedere nellagone la possibilit della pace. in
quanto in essa la complessit delluomo si manifesta
interamente.
Gi nel 1938 (lo stesso anno di pubblicazione di
Homo iudens) Schmitt aveva risposto indirettamente
29 ribadendo che oltre alla guerra agonale
a Huizinga
(in cui il nemico un partner indispensabile, richiesto
dallo stesso agire bellico) esiste anche la guerra come
ita/ns, in cui il nemico presupposto come tale, esi
stenzialmente e primariamente nemico, e che, inoltre,
gli elementi ludici della politica (linterpretazione della
guerra come un piav evolventesi in fair piav: in ogni
caso Schmitt esclude una politica che sia game, del
tutto priva di conflitto), insieme alla umanizzazione e
razionalizzazione della guerra nei diritto internazionale,
sono forme secondarie del politico, rese possibili
dalla neutralizzazione che ne realizza lo Stato moderno.
flesso

Schmitt guastafeste, dunque, secondo Huizinga;


e lo stesso Schmitt, nel Post scripturn, persiste nel defi
nirsi tale (sia pure in relazione al problema del metodo
utilizzato in il mieto o Ecuba). Insomma, la seriet,
il dato primario, la tragicit che irrompe nel gioco il
tempo dcl nomos, proprio perch il nomos stesso con
tiene in s la frattura originaria, poich il nomos ri
volgiinen to, ri-orientamento, non tempo/spazio disteso
e lineare (anche se cos si modernamente progettato),
s invece tragico nel suo originarsi. La barbaricit di
Shakespeare non una primitiva vitalit capace di ro
vesciare la chiusa e asettica rappresentazione statuale:
Shakespeare non un irregolare, ma il genio che
accoglie il segno del tempo, accettando la presenza ne26

/rasine ci Cli

sfld(cjwne

gativa dellevento tragico; e la tragicit di Aizlcto non


un generico destino di scontro fra il patticolare e lu
niversale ma la tragicit concreta non mediabile n
eticamente n esteticamente dellinizio lacerante di
un nuovo nomos. Solo cos la distruzione aniletica della
soggettivit prodromo e insieme verit profonda della
crisi che inerisce alla modernit compiuta, dopo che
questa ha dispiegato la propria potenza decisionistica
e si adagiata in una superficialit neutralizzante o in
un moralismo criminalizzante (due modi diversi del
Moderno, per Schmitt accomunati dalla rimozione del
caso serio e della sua centralit politica nawralinente
Schmitt non pot pensare il ritorno delleccezione come
normalit, che caratterizza let globale ). Solo cos ha
senso laffermazione schmittiana che Amleto sia dive
nuto uno dei miti principali della modernit.
Questa ha in s, secondo Schmitt, la tendenza alla
neutralizzazione, ovvero alla leggerezza del gioco, allir
responsabilit romantica del consumo e del godimento:
ma n il grande gioco di Kipling n il gioco cultu

3
rale di Huizinga n quello estetico/erotico di Marcuse
gioiosamente
n
quello
schilleriane
(dalle ascendenze
nichiistico di Nietzsche n quello teologico di Baltha
, ne la defini
32
sar n quello ri-creativo del carnevalesco
zione legale del gioco come tempo libero, ironicamente
prevista da Schmitt, possono dire lorigine del Mo
derno. Che invece detta dal silenzio e dallindecisione
di Amleto; non perch questo sia un mito dorigine,
un esplicito racconto intorno alle radici e ai fonda
menti di una comunit, ma in quanto Amleto, mito
vivente, la figura in cui si fissato, dallesterno, la
cicatrice della dolorosa frattura che ha segnato il de
stino dEuropa. Nella unbiidizche Buldlichkeit di Sha
kespeare, cio nella sua arte attraversata dalla durezza
del reale, c qualcosa di non ancora compiutamente

27

Pr> >eilazi,i
I! [a>:> >11 a /1

moderno che pu dire la verit sui Moderno perch


per Schmitt (che non certo un progressista o un dia
lettico) lavventura dellAufklrzing non si mai mossa
da dove era partita, cio da una perdita. Amleto, in
quanto mito, non tanto il ritorno del rimosso, ma la
muta testimonianza di quella perdita, il lato oscuro
dellindecisione romantica. questa, col suo linguaggio
soggettivo, pretende di esprimere senza riuscirci
quella lacerazione che Amleto, col suo silenzio, indica.

11 rapporto tra letteratura e realt storico-politica


elaborato da Schmitt in Amleto o Ecuba si nutre di
ragioni polemiche ben vive nellepoca in cui il libro fu
scritto. Come appare dal Post scrl#u!7z (Was babe Ich
eta,z?, 1957) oltre che dalla Introduzione, Schmitt si
vuole presentare come terza via fra il Diamat (il ma
terialismo dialettico) e la bella apparenza dellarte
per larte, cio fra le due met della Germania divisa
e incerta, ansiosa.
Contro lo storicismo idealistico, contro lestetismo
romantico-borghese e contro la teoria marxista del ri
specchiarnento. questa sorta di rivisitazione schmittiana
del Paizdosso sullattore di Diderot vuole sconfiggere la
tesi a-storica dellautorappresentazione perfetta, della
modernit come metafora assoluta e autosufficiente,
che si concluder nello Stato-spettacolo, nella societ
dei simulacri, il tardo esito dellepoca dellimmagine
del mondo ( abbastanza evidente che Schmitt accetta
il presupposto che larte sia autonoma, per poi affer
mare che tale autonomia preservata e insieme violata
dallirruzione del tragico; lopacit tragica dellarte adialettica tanto quanto la serenit, bench allopposto);
e vuole anche contrapporsi (con veemenza e con vitti
mismo) alla tesi marxista della Widerspielung, con una
terza posizione, con la teoria del rapporto immediato fra
28

iflC>i[ [aia

concretezza e dramma, fra levento particolare e lopera


darte. E questo, in Amleto o Ecuba, il modo in cui si
presenta il pensiero negativo, nella sua variante forte:
come polemica contro il liberalismo e contro il marxi
smo, ovvero come teoria dellirruzione (dellEiihruch),
dellimmediatezza, dellorigine contingente.
Leggere questo grumo oscuro che dallesterno en
tra nel dramma lo sospende e lo inquieta, lermeneu
tica peculiare di Schrnitt: lopposto di quella di Cada
mer. Non a caso questi polemizza>
3 contro Amleto o
Ecuba, sostenendo che dal punto di vista dello Spie!
non vi alcuna contrapposizione fra Spiel e Zeit, fra
dramma e tempo storico concreto, e che Schmitt, con
tro ci che egli stesso sostiene, in realt fa di Amleto
un romanzo a chiave (Schlisselroman) perdendone ap
punto la concretezza drammatica e letteraria. Semmai,
si deve parlare per Gadamer di irruzione dei dramma
nel tempo, cio del deciso intervento dellautore sul
proprio pubblico e sul suo orizzonte dattesa, e non,
come fa Schmitt nel suo cattivo storicismo, di irruzione
del tempo nel dramma. Evidentemente, le ragioni
dellermeneutica e le ragioni della genealogia, della
letteratura e della politica, dellarte e della concretezza
puntuale, non sono fatte per intendersi: il rapporto fra
ci che interno e ci che esterno alla forma rappre
sentata , per loro, del tutto opposto.
Lorigine da cui nasce un ordine, o da cui nasce lin
quietudine del disordine, la decisione o lindecisione,
non rappresentabile ma agisce dallesterno allinterno
della rappresentazione. Questa perde il proprio centro,
poich ha il centro fuori di s. Cos, quando Schmitt af
ferma nel Post scrzptum che questo libro non ha un cen
tro vuoi dire nellapparente e poco credibile umilt
di un dimesso e perseguitato povero vecchio che
leccentricit di Amleto (e del suo protagonista) esprime

29

Pr $L/ltazlont

Il

la verita profonda, e le aporie, del rapporto fra la nostra


civilt europea e lidea di un ordine. Ma vuoi anche
dire che quelleccentricit di Amleto determina an
che leccentricit di questo libretto. A quale ordine
pensasse Schmitt nel secondo dopoguerra non dato
sapere con chiarezza; anchegli in questi anni ha qua!
cosa di amietico, dopo che la sua grande decisione
del 1933 si rivelata una tragedia, oltre che un cri
mine e un fallimento; una catastrofe che non stata
un inizio ma una fine. Nel disorientamento di Amleto
si specchia. probabilmente, anche quello di Schmitt. il
quale (come si coglie dallultima citazione dellamatis
simo Konrad Weiss) si lascia attraversare, e dare una
forma e un senso, dallesterno: a questo allude anche

il motto adottato dal tardo Schmitt Mciii Geheirnnis


is dic Schrift il mio segreto la scrittura in cui
si esprime la peculiare relazione che Schmitt instaura
tra la forma (larte, il logos, il diritto, la scrittura) e la
sua origine (opaca rispetto alla scrittura) che in essa fa
irruzione.
In Amleto o Ecuba lesterno, lorigine, il tempo
che fa irruzione nel logos schmittiano e le d una
forma e un senso la Germania divisa (cio de-cisa,
ma in quanto oggetto e non soggetto di decisione):
un esterno che per lui soprattutto sconfitta e lace
razione. Nell Am1eto di Shakespeare Schmitt legge
insomma oltre che lindecisione di Amleto/Giacomo
anche quella della Germania perduta (dai suo punto
di vista, naturalmente; dal nostro, era una Germania
che nella sua divisione era almeno ancorata allEuropa
e sottratta alla barbarie; non a quella pre-moderna
dellet elisabettiana ma a quella troppo moderna di
Hitler), e perfino la sua propria indecisione Amleto
per Schmitt anche uno specchio, quindi, non solo
un sintomo e un enigma Schmitt infatti da quella
,

/ri. ,ni

iI

1/ flI,IC LI fl,i,

perdita non si mai riavuto, e contro ci che da essa


implicato, cio contro la divisione del mondo nei
due emisferi Est e Ovest, non ha mai cessato di pen
sare, cercando un nomos che egli sapeva tramontato
per sempre
.
34
E non a caso, a margine del testo dattiloscritto ori
ginario di Was babe Jch etau? leggibile una tarda
aggiunta a penna, di mano di uno Schmitt ormai
vecchissimo (forse degli anni Settanta o Ottanta la
sua morte del 1983), in cui egli, dopo avere scritto
che levoluzione della Germania amletjzzata verso
lEuropa amietizza anche questa e rende dubbiosi
anche gli europei, aggiunge: daun inziuzschen isi Jw
ganze westlzche Welt Hamlct gelcorlien nei frattempo
lintero mondo occidentale diventato Amleto),
Il trauma dellindecisione non letteratura, ma un
evento esistenziale; non solo dei primi anni del Sei
cento, ma anche della met del Novecento; non coin
volge solo linghilterra di Shakespeare e di Amleto
Giacomo, ma anche la Germania. lEuropa e il inondo
di Schmitt.
Nellet globale, oggi, si potrebbe a buon diritto
aggiungere, da una posizione che si colloca ormai oltre
Schmitt e i suoi problemi (contingenti come contin
gente tutta la politica), che tutto il mondo Amleto
o, meglio, che lo sarebbe se avesse ancora la capacit
di interrogarsi su se stesso, e di porsi il problema, que
sto s veramente intrattabile, di un nuovo nomm glo
bale della Terra.
C,iaiu (LL1

30

31

i! .Ydlifl dei: indi Ciliolie

Pre.ienlazionc
Note

de

Schmitt, Rooianizcis,no politico 11919. Milano, Giuffre.


1981 ci r. anche BrieJi i on Ernst Rohert Curtzu.i do Cari Schmitt, in
Archi\ fiir <1cr neucren Sprachen, n. 218, 1981, pp. 1 16.
C. Galli, Lo sguasio di Giano Saggi ii Cari Schrnitt, Bologna,
li Mulino, 2008.
(. Sclnnitt, idologi polilica. Quattro capitoli mila dottrina del
la ,oi-i-,ontsl 1922. in Le categorie del politico. Bologna. Il Mulino,
1972 pp. 27-86; Id., (Jattolicevimo romano e jdrma politica (1923),
Bologna, Il Mulino, 2010.
(. Scbmitt, Il noiiios della Terra nei diritto ii/lernaZiO/lale dello
los psiblicu so europacuni (1950), Milano. Aclelphi. 1991.
Th.S. IZliot, Il bosco sacro (19201. Milano. Bompiani, 1967. pp.
119-126 )al,nleio e i suoi problemi).
Oltre alla saggistica raccolta da A. Campi in C. Schmitt, Scritti
polituogiuridici (7933-1942), Roma, Pellicani, 2003, si veda soprat
tutto (7 Schmitt, lerra e mare. Una riflessione sulla storia d<l mondo
(1942), Milano. Adelphi, 2002.
(7 De Santillana e H. von Dechend. Il niulioo di zlmleto Sag
io o,I mio e snl struttura del tempo (1969), Milano. Adelphi, 1983.
(7 Schmitt Soiranit dello Stato e lihertc lci mari (1941), in
Id la ritti politico gniridici, cit., Pp 141-164.
La traduzione ha dovuto (li volta in volta adattarsi al conte
sio. e rendere piel ora con gioco, ora con gioco del dramnsa
so gioco drammatico), ora con dramma, ora con rappresen
- (1963), in
tazione>. Lo stesso Schmitt. in Il concetto di Olii1CO
Id., Le categorie del politico. cit -, p. 138 )nota), afferma che la
ti adozione di Spiel richiederebbe luso del termine inglese plriv.
che conser\ a una traccia del concetto di agire (e intatti cos av
viene nella traduzione inglese: C. Schmitt, Hamlc t or Hecuha: The
Intsu,ion o/the lime into the Plco, New York, Telos Press, 2009,
con introduzione di .1 .R. Rust e i. Reinhard Lupton e una Postia
zionc di 1). Pan). Ora, il termine Spie!, che ha anche una valenza
rappresentativa, potrebbe probabilmente essere ben tradotto in una
lingua neolatina da lodo> e derivati: ma poich in italiano gioco ha
perso ogni traccia del concetto di azione (anche rappresentata).
-

si ricorsi spesso alla locuzione gioco del dramma (infatti in

dramnsa contenuta, etimologicamente l<azione), Una tradu

zione italiana parziale (le pp 42-46, 62-67 delledizione tedesca)


di ,-lml,to o hcuha. apparsa in Calibano. n. 4. 1979, Isp- 99 107,

traduce sempre dramma. mentre una traduzione parziale spa

32

gnola ) Haiiilet s- JacoPo I


l,,.latcr,a - in sRe ista de Ls:nd o>
politieos. n. b5 , 1956, P> 59-91) i code sempre /1i1 I on ts
che ha gli Stessi problemi del nostro gloio usato anche ne
1 luogo
eit. del Concetto di pulita-o
Per una lettura di I Iobbes che cerca di mini cnirvi clementi
di presenza del tema dellOrigine non razionale della politica cfr. C.

Galli, Contingenza e necessit lidia ragione politica modcsn,s, RomaBari, Laterza, 2009. cap. Il.
Un luogo per tutti: G.s\F. Hegel. Liio ao,chi. di JiIoso/ia dcl
diritto 11821), Roma-Bari. Laterza, 1999, 270, Nota. p. 208: (im
mane trapasso dellinterno nellesterno al cile ha ias orato lintera
storia del mondo, e grazie al quale lavoro lumanita cii ihzzata ha
conquistato la realt.
C. Schnsitt, La condizioni storicss-,tnitoals dell ojhl)io
/
mentarismo 1 1923), Torino, G iappichelh. 2004.

E. Fink, Spiel a/i W


eltss,ihol. Stuttgart. Kohlhaminer. 1960.
7
Sulla dialettica fra impegno e serenit dellarte, e solltmitiliz
zabilit delle due categorie per la situazione contemporanea, cfr. TI
1
W. Adorno, E serena larte? (1967), in Id .,.\otc /1: r la li itt ratiira,

Torino, Einaudi, 1979, voi. Il, pp. 273 280; per la seremta

iii

quanto

determinata dallatteggiamento del pubblico. etr. FI. \X


etnrtch. ,\L
1
taJra e menzogna. Bologna, Il Mulino. 1976, pp. 251 267 i [re tesi

sulla serenit dcllarte)


11
M. Caeciari. Ham!ctica, Milano, Adeipiti. 2u09. pp. 1>-4u,
sviluppa la riflessione su Amleto differenziandosi da Schnuitt su due
punti fondamentali. In primo luogo, egli sede in Amleto la ttagedia
di tutto il potere nsoderno, prigioniero dcl passato che non i noie
passare (lo spettro del padre e quindi incapace di liberta. di decisio
ne rispetto a questo: mentre Schmirt enfatizza, accanto alla continuit
in cui inviluppato Amleto
Giacomo. anche lelemento di rottura
7
catastrofica che sta allorigine del tragico e del Moderno, in secondo
luogo, per Cacciati Amleto lensblema della politica moderna in
generale, costretta dalla propria ontologica insicurezza e mcomple
tezza ad agire solo nella dimensione della rappresentazione. allinter
no della quale lazione tuttavia propriamente impossibile e cos
Cacciati d meno peso <li Sehmitt alla distinzione tra .Spiel barbarico
e rappresentazione politico-statuale. Nel riconoscere che il iilato
dramma (anzi in-azione) tutto interno alla politica, Cacciati e quindi
in sinfonia con Schmitt; ma per Schmitt lindecisione di Amleto e
solo un lato del Moderno, mentre il caso serio efficacemente tiat
tato dalla decisione >ul caso deccezione, operata dallo Stato >os rano
(efr. Teologia politica); per Cacciati mi ecc da Amleto lindecisione si
estende a tutta la politica moderna. Va per sottolineato (cfr.n/ra(

33

Pr,.scttazione

1/

che anche Schmitt pare volere fare di Amleto lemblema di tutta la


modernit, soprattutto del suo esito finale, quando cio questa ha
perduto. pcr lui, ogni capacit di fronteggiare la seriet, cio quando
uno dci due .olti del Moderno, quello della neutralizzazione, ha
pievalso su quello della decisione. Sui due volti del Moderno cfr.
(7 Galli. GenLaiogla della politica. Cari Schmitt e la crisi del pensiero
politico moderno, Il ed. Bologna. 11 Mulino, 2010.
1. Schiller. LedilLazione estetica de/I uomo (1795). Milano,
2007.
l,
f lHlolderhn, Sul tragico, Milano, leltrinelli, 1980.
P. Szomli, Poetica dc//u/ea/ismo tcdi.ico (1973;. Torino, Einau
di. 1974. Id., i doria del dramma moderno 1580-19 0 ti 956). Torino,
[inaudi, 1962, soprattutto le pp. 10 Ss.; G.VCF: Hegel, Estetica, Tori
no, Emaudi, 1967, pp. 1295 ss. (La poesia drammatica)
E Nietzsche. 1_ci ,,a.vcita della tragedia. Milano. Adelphi, 1972;
SI. Peekham, Oltre la visione tragico (1962), Milano. Lerici, 1965;
L. 1 ;nk, La fi1noJo di \ietzschc (1960), .Milano, Mondadori, 1977.
VC Bcnjamin, il dramma barocco tedesco (1928). Torino, Ei
naudi, 1999
lindeni, pp. 59 41.
M. Rumpf. Radika/e F/oologie. BenJamins l3eziebung zu Cari
,3e/mitt. in AA.VV., Walter Ben/amPi
Zcztgenosse der Moderne,
Kronherg, Scriptor Verlag, 1976, pr 37 50; Weinrich. Metafora e
menzogna. eit., PP 115-132 (sullirruzione, nel campo meraforico di
l3enjaniin, dellorizzonte politico qualificato da Schmitt come rap
porto amico nemico).
\.7 Bcnjansn, Lettera del dicembre 1930, in Id., Gesammelte
Scbritten, Band I, 3. Frankfurt aM., Suhrkamp. 197, p 887; alla
precedente sono citati i brani del curriculum del 1928 interes
il
intellettuale
Benjamin Sehmitt.
Benjamin, Il dramma barocco, cit.,
32.
5. Benjamin, Per la critic,c della LiolLflZi (1921),
Id.. Il
i ()ilLctto di cIitiLSi nel romanticismo tedesco. Scritti 1919.1922,
Tori
no, Linaudi, 1982, pp. 133-156. di due anni precedente il libro di
Schmitt sul parlamentarsmo; Il concetto di critica nel romanticismo
tcdetco (ivi,
1-116) di Benjamin invece perfettamente coevo
rispetto Roi,aiiticei isio politico di Sehmitt (1919).
2
Sehnsmtt, 1/ nomos della Terra. eit.. (3. 169; i qui un ac
cenno al fatto che Shakespeare coinvolto nellallegorszzazione e
(.7arzantl,

-,

-,

pagina

santi

rapporto

fra

p.

-,

in

pp.

nella personalizzazione della politica. Per comprendere la distanza


fra Shakespeare e lo Stato nella sua forma politica compiuta non

si dimentichi che per Sehmitt lo Stato moderno, bench abbia il

34

traunoc

deii:oje, 0/0)/i

suo cuore nella decisione personale del sovrano, una costruzione


impersonale.
2.
H.U. von Balthasar, iioDrammat/La. ol, i, in! rod2Zione 0/
dramma (1973), Milano, Jaca Book, 19b0 mie pp 127 249 sul teatro
come metafora del mondo; sullAmleto di Shakespeare. le pp. 450 ss).
J. Huizinga, Ho,no ludens (1938), Milano, Il Saggiatore. 1964
(la polemica con Schrnitt alle pp. .297 ssi.
2
Schmitt, io/la relazione iniereorrcnlt /; Olii ettI dz ,
1,crru
4
e di nemico (1938), in Id., Le categorie, eit. pr 193 203
O
C. Sehmitt, il concetto di politico in Id.. l.e cat oric. cir.,
p. 138.

H. Marcuse, Eros e cui/ta (1955), Torino Lmaudi. l9ts?s, pp.


194-214 (La dimensione estetica).
F.Ch. Rang, P.vicologia storica dcl carnevale (1927, Venezia.
Arsenale, 1983.
H.-G. Gadamer, f1er,neneu!b Il. li
20
,\i/!
e
il iiiJ 1
,
Ergnzungen, in Id., Gesammelte Werkc, Tubingen islohr, (986,
pp. 37938l.
o C. Schnsirt, 1.u,nta del niondo ;1951). in ld.. L ninO, dei mn
do e altri maggi, cit., pp. 197-208: Id.. Lordioamento plonmiario dopo
la seconda guerra mondiale (1962), itt. pp. 209-224; E. Tungcr e (7
Schmitt, Il nodo di Gordio. Dia/oo tu Oriente e Occideni nella
Storici del inondo (1953, 1955). Bologna. Il Mulino, 1987 Sui limi
ti dellapplicabilit allet globale delle considerazioni chmittiane
intorno alle relazioni internazionali cir. Galli, Lo
(diano.
cit.. cap. V.
O Aggiunta
non Presente nellultima pubblicazione del testo
apparso dapprima in una rivista nazionalista tiamminga nDiesdand
Europa. Uitgegeven door de Jong-Nederiandse Gemeeiisehapa. 11.
n. 1, 197, pp. 7-9) in Sdbmitnana V, hrsg. von P. Tominissen,
Berlin, Duncker & 1-Iurnblot, 1996, pp. 13 19. Nel documento dat
tiloscritto (in mio possesso. in fotocopia) unulteriore annotazione
di pugno di Schnsitt asserisce che si tratta di una eontercnza stampa
tenuta presso leditore Dicderichs di Dusseldorf nel giugno 1955
(evidente lapsus d uno Schmitt che scris e a molta distanza dagli
eventi; si tratta in realt del giugno del 1956. cmoe dellanno in cui fu
pubblicato il libro, come si cvince del resto dai riferimenti crcsnolo
gici presenti nel testo).
,

cii

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