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Il limite permette di immaginare, raggiungere l'infinito, ma impedisce di vedere la realt.

Infinito: oltre.
L'atmosfera lunare impedisce di cogliere lo scorrere del tempo. Leopardi ammira la luna.
Pianto: ostacolo interiore, che permette di fuggire dalla realt e permette il ricordo, fuga dalla
realt.
Siepe: ostacolo esteriore, mezzo di acceso.
Dolce naufragar in questo mare positivo dell'infinito.
A se stesso
Fase finale della produzione leopardiana fine 1830, dove approda ad una visione meno
nevrotica di se stesso e della propria esistenza giungendo ad un'accettazione pi consapevole e
serena del proprio esistere, e del dolore. Cambi a l'atteggiamento con il quale affronta la realt,
perch il Leopardi eroico affronta la negativit della realt con un orgoglio precedentemente
sconosciuto. Si predispone alla possibilit di aprirsi a nuovi rapporti umani: al Leopardi eroico
coincide la fase dell'antiidillio che abbandona la poesia del l'idillio.
Meccanismo dell'idillio: spinto esterno per interiorizzare il discorso, facendo una poesia che
diviene pensiero filosofico puro ed essenziale, diretto sotto forma di poesia breve.
Paragone: albero spoglio.
Composta a Firenze nel 1833, appartiene al Ciclo di Aspasia ed ha per tema la caduta
dell'amore, del pensiero di potersi innamorare, l'illusione, inganno estremo rappresentando la
fine dell'ultima illusione della capacit di innamorarsi.
Sdoppiamento dell'io: dialogo di Leopardi e il proprio cuore, che sereno ha compreso la realt
dell'amore che spiega all'io ferito, inconsapevolmente coinvolto da questa illusione che non
riesce ad accettare la sua inesistenza.
Da un punto di vista metrico sintetizza le caratteristiche dei piccoli idilli e dei grandi idilli. Strofa
libera, concisa, breve, alternanza di endecasillabi e settenari in sedici versi: 18 proposizioni->
estrema, incisivit, ricchezza di contenuti e versi carichi di significato. Presenza di una fitta
punteggiatura per sottolineare l'importanza dei contenuti ritmandoli da cui deriva una grande
tensione morale abbinata a quella stilistica. Frasi incalzanti, prive di narrazione, e pochi aggettivi.
Fine dell'amore-> fine di tutto.
1. Invocazione diretta al cuore, uso del futuro-> riposo ormai vicino.
2. Passato remoto-> per, azione chiusa morta per sempre con l'illusione la capacit di
amare. Ribadire il concetto attraverso l'anafora interna al verso, che indica una fine
ineluttabile.
3. In noi non solo la speranza, ma addirittura il desiderio si spento dei dolci inganni
dell'amore posa per sempre (imperativo). Dall'invito-> comando del verso posare (poliptoto)
calmati riposa per sempre, ti sei agitato fin troppo.
4. Non c' nulla nella vita che merita i tuoi turbamenti, n la terra ' degna di sospirare.
5. La vita solo dolore (amaro) e noia, nient'altro.
6. Il mondo solo fango (negativo). Tranquillizzati ormai(imperativo). Disperati per l'ultima
volta e fermati -> rifletti, smetti di soffrire, spera che l'amore non esista, ma cos non .
7. Il destino non ha dato che la morte , unico fine.

8. Ultimo ordine: ormai disprezza te stesso, la natura che ti ha creato, e il male che nascosto
domina a danno di tutti e l'infinito vanit del tutto (arcano consiglio dell'Ultimo canto di
Saffo).
Forte intensit (inganno esterno, e infelicit ricordano il lessico dell'idillio).
Benedetto Croce critica fortemente Leopardi che ritiene difficilmente rintracciabile rispetto a a
prima, perch si fa fatica a cogliere la sua vena poetica. Critici successivi come Flora definirono
questo canto di alta dignit morale anche della frase finale poetica.

La ginestra ' l'espressione della pars costruens del pensiero leopardiano e rappresenta il
testamento spirituale di Leopardi. Qui propone una soluzione dall'uscita. ' proprio un vero
trattato filosofico in versi di filosofia pura dove esprime la componente costruttiva. Secondo il
poeta gli uomini hanno la possibilit di affrontare la noia e il dolore esistenziale, se si aprono a
una fratellanza di sostegno reciproco di unione: fratellandosi, aprendosi, gli uni agli altri per
unirsi ad una fratellanza. Il "Leopardi progressivo" definito dai critici Timpanaro e Luporini,
secondo i quali ha compreso le contraddizioni della realt e sia andato oltre a se medesimo,
post ideologico, senza concetti preconfezionati anche se sia nulla.
La ginestra 1836, Torre del Greco.
Epigrafe, citazione greca ripresa dal Vangelo di S.Giovanni, che Leopardi riprende ribaltando la
prospettiva dell'evangelista, e i contenuti.
Seguire la luce-> Cristo
Tenebre-> peccato secondo Giovanni.
Luce-> natura matrigna
Tenebre-> falsit. Secondo Leopardi materialista, meccanicista e ateo.
L'uomo stenta a riconoscere, ammette la realt, ossia quella della natura maligna, la falsit
(favole) finch non ammette i propri limiti umani-> l'uomo ha intrapreso un cammino da tempo
verso questo percorso. La vera luce comprendere la realt, la condizione limitata dell'uomo
abbandonato dalla Natura, altro che Dio.
v.v 1-32 Leopardi introduce l'ambiente del Vesuvio-> episodio storico. Il Vesuvio un tempo ricco
di vegetazione, viene coperto di lava dall'eruzione vulcanica, che porta tragedia, distruzione e
morte, ma un creatura riusc a rinascere, a tornare alla vita, la ginestra; la quale ha abbassato il
capo con umilt, che dopo il passaggio della lava, ha ritrovato la forza per rifiorire. La ginestra
diviene cos il simbolo della nuova umanit che dopo la distruzione si dimostra capace di
reagire, di risorgere perch ha una nuova possibilit.
v.v 32-36 Aspra polemica nei confronti degli umani che della vita non hanno capito, volti alle
tenebre esaltano la natura e le sue sorti senza capire che la verit 'tutt'altro poich la natura '
ostile all'uomo, e all'insofferenza umana.
v.v 87-157 Esprime un nuovo ideale dell'uomo, propone una visione alternativa, affermando che
gli uomini debbano dar vita a una nuova confederazione, fratellanza, ed essere solidali gli uni
con gli altri, capendo i limiti della natura umana.

v.v 158-185 Leopardi si lascia andare a un momento di meditazione cosmica con i concetti di
immensit e infinito spaziale .
v.v186-201 Torna alla polemica contro la religione, in particolare si concentra sulla definizione
dei valori religiosi cristiani, traendo conclusione secondo il quale l'uomo si sempre lasciato
raggirare, irretire dai derisi sogni (fandonie) intese come favole sul valore di Dio.
v.v 202-236 Leopardi afferma che non ci sia alcuna provvidenza, poich nel mondo regna solo la
casualit degli eventi naturali, e l'uomo viene paragonato alla formica immersa nell'Universo v.v
232-236.
v.v 237-296 Leopardi paragona l'eternit della natura (giovane nella sua identit) alla finitezza e
ai limiti umani temporali.
v.v 297-317 il simbolo della ginestra della nuova umanit, tutto ci a cui l'uomo dovrebbe
essere, con l'atteggiamento che dovrebbe avere con la possibilit di rinascere.
Riassumendo..
La ginestra ' umile, sa quando abbassare il capo ma non opporsi, poich ammette i suoi limiti,
ed ella rappresenta l'uomo, l'umanit, che non dovrebbe supplicare, pregare, ' assente una
volont predefinita.
Disinteresse della natura per la condizione umana.
Le Operette morali
Racconti scritta in prosa filosofica, abbozzate negli anni 1820-1823, ma composte in anni
differenti. Il tema che le accomuna ' l'infelicit a cui approda dalle riflessioni su, destino
dell'uomo e del mondo. Opera e segue il passaggio da Natura madre a Natura matrigna,
rappresentando una tappa fondamentale del percorso di maturazione verso il pessimismo
cosmico. Il libro venne osteggiato dalla censura e dagli incontro difficile degli intellettuali e dal
pubblico. A causa dell'incompatibilit tra le sue posizioni filosofiche in opposizione a quelle
cattoliche, e la proposta di un nuovo genere letterario fra letteratura e filosofia dai toni elegiaci
ed una prosa scientifica.
1827 prima edizione che comprende 20 operette morali.
1845 ultima e definitiva edizione.
Tematica: infelicit insita.
Leopardi parte dalla consapevolezza dell'infelicit posta come un dato di fatto antropologico,
poich vincolato alla natura stessa dell'uomo, fa parte di tutto il creato. Il poeta parte da un dato
individuale per universalizzarlo a tutta l'umanit, affrontando questa tematica da diverse
prospettive e risvolti.
In "Storia del genere umano" Leopardi affronta l'intero corso della storia umana, intesa come la
ricerca della felicit, un ricerca verso un'illusione che diviene disillusione, perch comprende
che la felicit non esiste se non come l'interruzione dell'infelicit.
Nel "Dialogo di Malanbruno e Farfarello" immagina un dialogo fra un mango e il demonio, il
mago domanda demonio di ottenere un momento di felicit, ma il demonio non pu soddisfare
questa richiesta perch non esiste corrispondenza tra la misura del desiderio umano e la misura

del bene, della felicit, effettivamente ottenibile dall'uomo. Il desiderio umano supera la felicit
ottenibile dall'uomo perch questa ' una sete inappagabile e finita.
Nel "Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio famigliare" affronta il tema della noia ( risvolto
della infelicit) unica alternativa al dolore. Il piacere esiste ma ha un difetto, passato, e futuro
ma mai presente (come nel sabato del villaggio).
"La scommessa di Prometeo" : l'infelicit umana viene spiegata partendo da un dato fisico,
ovvero consapevolezza di un male fisico in cui l'uomo pu incappare, nella malattie, cause della
sofferenza-> imperfezione, dato autobiografico.
Ironia e comicit delle operette morali
I modi del sole?(della risata) e del ridicolo, tipico della commedia di Plauto (commedia latina) e
Lucano (autore greco comico), che scrivono opere in prosa prendendo di mira i limiti dell'essere
umano.

Temi
1. Fugacit del tempo, nostalgia verso il passato gloriosa dell'antica Roma.
2. Critica verso l'amore dei romantici per la Natura contrapposto al disprezzo leopardiano.
3. Ricerca umana della libert ossia della verit che rende di nuovo schiavo del pensiero
(ragione che ha svelato la verit) il romantico.
4. All'uomo non piacque la verit sulla sua condizione, e volt le spalle all'infelicit perenne
che la nostra Natura ci ha imposto. -> negazione dell'infinito, affinch il piacere inappagato
della vita resti tale perch il mondo ' solo un freddo meccanismo, indifferente all'uomo che
ha solo senso fine a se stesso, ossia la sua esistenza, perch senza nascita, dolore e
distruzione non potrebbe esistere. ' la ragione che ha svelato la verit sulla condizione
umana
5. Critica all'illuminismo che ha esaltato l'uomo e lo ha posto al centro dell'universo per
consolarlo, esaltando la sua condizione umana.

Cultura illuminista e romantica in Leopardi: pensiero innovativo leopardiano


Le considerazioni leopardiane derivano dalle tesi del poeta e drammaturgo tedesco Schiller il
quale distinte la "poesia ingenua" derivata dal rapporto originale con la Natura degli antichi e la
"poesia sentimentale" dei moderni, ma la conoscenza razionale non soddisfa tutte le risposte sul
senso della vita e tantomeno solo l'uso dei sensi con il dolore da qui nasce una poesia intrisa di
filosofia, che fa leva sulla crisi tra finito (l'uomo,mortale) e infinito (Natura, immortale in quanto
ciclo continuo) con cause ed effetti. La sua poesia ' una vera rielaborazione due sentimenti
suscitati dalla meditazione, ovvero un'indagine sul vero che concilia l'analisi critica della realt
attraverso la ragione la sofferenza suscitata dalla consapevolezza della verit.
Leopardi certamente si isola, essendo incompreso come i romantici perch comprende una
realt che nessuno accetta, e frustrato combatte contro le sofferenze della vita che la Natura
infligge: la fragilit umana sottoposta a sofferenze fisiche come le malattie e la vecchiaia, le
sofferenze morali che derivano dalla negazione della giovent dipendente non solo dalla
bellezza morale anche da quella fisica, poich la vita non ha senso d'essere vissuta se non si vive
l'auge dell'et dove la felicit viene colta almeno a tratti, questa et primaverile che promette

l'illusione dell'amore ma giovanile, vissuta nelle illusioni, nell'immaginazione quando la Natura


' benevola verso l'uomo. Leopardi si vede la sua giovinezza stroncata come quella di Silvia che
gi preannuncia la morte indicando il vero fine umano. Il poeta arriva alla maggiore "et del
kuros" della piena vitalit dell'individuo, all'apice di tutte le sue facolt perch la vita non ha
senso di esser vissuta dopo la giovinezza " muori giovane colui che caro agli dei" (epitaffio
tratto da Menandro), ma non ' altro che un'illusione pure negatali, e a questo punto inizia il
precipizio verso l'accettazione di un pessimismo cosmico totale.
"La ragione ha bisogno dell'immaginazione e delle illusioni ch'ella distrugge"-> le illusioni sono
i miti, le false verit, le belle favole, che rivelano in realt la presa di coscienza, che l'uomo cerca
di ignorare con distrazioni, dimenticandosi infine anche di se stesso. Senza la ragione non vi
sono illusioni, perch l'uomo nell'atto di crearle ' consapevole di tale necessit, e senza
l"immaginazione non vi sono illusioni da nutrire.
Il vero metodo che aiuta Leopardi a formulare la sua riflessione finale ' legato al l'educazione
illuminista, la scienza che svolge un duplice ruolo, poich rivela la verit con il suo metodo
analitico, permette la presa di coscienza e di seguito aiuta a realizzare le illusioni perch
consapevole non vuole accettare la realt ed adattarsi attraverso distrazioni che permettano di
distogliere lo sguardo dalla realt circostante e della consapevolezza della realt e dal suo
innegabile pessimismo. Allo stesso tempo la scienza distrugge le illusioni, in quanto tali, quindi
al scienza ' necessaria come rivelatrice seppur apporta dolore solo se la filosofia ' in grado di
rielaborare i dati e concedere una crescita morale nell'uomo.
Il piacere repentino, come una bolla destinata a scoppiare presto, quando a rimanere
qualcosa di inappagato, a cui l'uomo aspira ma non pu farlo all'infinito, ma questa realt sar
costante perch mai l'uomo avr tutto il tempo per realizzare i propri desideri e sogni
giungendo alla felicit. Questo ' il destino umano segnato dal l'infelicit destinato a
terminare nel nulla perch nato dal disaccordo dell'uomo stesso con la natura, meccanismo
freddo, con il suo ordine naturale delle cose che governa l'Universo che ha il solo fine indirizzato
alla propria esistenza senza fine, che inoltre esclude l'esistenza di un dio che possa permettere
uno spazio dove la felicit umana si realizzi. Dunque questo pessimo si realizza a causa della
razionalit che indaga sulla realt circostante, che esclude l'esistenza di un creatore perch se vi
fosse l'umanit non sarebbe condannata ai suoi mali, all'invecchiare, alle malattie, ma cos non '
e resta solo la Natura l'unica madre dell'uomo che lo accompagna durante la nascita
abbandona ai suoi mali e alla morte, rivelandosi del tutto indifferente, ma responsabile della
sofferenza umana e di conseguenza dell'infelicit, il solo compito che segue ' regolare il
meccanismo dell'Universo con il suo ciclo di nascita e morte.
Nell'attesa del piacere della giovent durante la fanciullezza come la festa, che si consuma gi al
suo inizio perch intravede la fine, e la felicit segue lo stesso corso in quanto effimera.
Felicit: momentanea cessazione del dolore.
Dialogo della Natura con un Islandese
1.Esperienza rapporto uomo e societ: impossibilit di trovare la felicit come bene supremo
perch gli uomini "tanto pi si allontanano dalla felicit quanto pi la cercano". Cos per evitare
l'odio umano, l'islandese si prefigge lo scopo di non far del male agli altri uomini, ma nemmeno
in questo modo gli riesce possibile evitare l'offeso degli altri uomini.

2. Rinuncia alla societ , si separa da essa per seguire la "vita quieta" nella solitudine.
3. Fuori dal mondo civile si aggiunge l'ostilit costante della Natura che sembra perseguitare
l'uomo ovunque, anche nei luoghi inabitati.
Conclusione: non esiste luogo naturale dove l'uomo possa vivere una vita tranquilla, realizzando
la sua felicit o almeno vivendo senza il dolore, perch la Natura perseguita l'uomo con
indifferenza e senza motivo. Ai mali esterni della Natura causati dalla sua forza che si scaglia
contro la specie umana con eventi di ogni natura e con le sue malattie, si aggiunge la vecchiaia
e la morte, accompagnate dal caducit del tempo.
Non esiste alcuna fine provvidenziale o interesse verso il destino dell'uomo e tantomeno la
centralit di esso nell'Universo, perch la Natura ' totalmente indifferente.

Gli argomenti proposti in merito all'infelicit umana sono inizialmente legati sostanzialmente al
problema della societ, al piacere inteso esteso sia spazialmente che temporalmente in
confronto alla limitatezza della vita umana, la fugacit del tempo e al ruolo della Natura.
L'islandese avendo compreso la vanit delle cose, il costante odio tra gli uomini, i mali che
causano tra di loro per ottenere la felicit, decide di seguire un'etica mirata a non offendere non
gli uomini per non essere offeso, ma in questo modo gli riesce impossibile evitare l'offesa. La
seconda soluzione esclude la vita nella societ per realizzarne una "oscura e tranquilla" nella
solitudine, astenendosi dal provare piacere come "cosa negata alla nostra specie" sebbene mai
inappagata pur di evitare le offese; ma nemmeno questa volta riesce a trovare sollievo, perch
subentra la forza della Natura che interferisce con la tranquillit della vita voluta dall'islandese,
perch ' viva e costante, con i disagi che procura attraverso le stagioni, le tempeste, i
cambiamenti climatici che apportano turbamento nell'uomo che soffre per il continuo contatto
con la realt della sua condizione e i suoi affanni dell'esistenza umana.
La risposta della natura ' breve e in tono quasi di oracolo

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