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La filosofia stoica elabora la prima concezione razionale delle passioni.
Per gli stoici vivere in modo saggio significa vivere secondo ragione.
Fare il male o il bene dipende dall’uomo, mentre le cose che non dipendono
dalla nostra volontà non sono qualificabili né come bene né come male.
Rispetto a queste il saggio è indifferente perché non sono cose in suo potere.
Ciò vale anche per le passioni: non essendo dipendenti da noi, dovremmo
esser loro indifferenti.
Per gli stoici vivere in modo saggio significa vivere secondo ragione.
Fare il male o il bene dipende dall’uomo, mentre le cose che non dipendono
dalla nostra volontà non sono qualificabili né come bene né come male.
Rispetto a queste il saggio è indifferente perché non sono cose in suo potere.
Ciò vale anche per le passioni: non essendo dipendenti da noi, dovremmo
esser loro indifferenti.
Per gli stoici vivere in modo saggio significa vivere secondo ragione.
Fare il male o il bene dipende dall’uomo, mentre le cose che non dipendono
dalla nostra volontà non sono qualificabili né come bene né come male.
Rispetto a queste il saggio è indifferente perché non sono cose in suo potere.
Ciò vale anche per le passioni: non essendo dipendenti da noi, dovremmo
esser loro indifferenti.
L’errore del giudizio consiste nel valutare come oggettivo ciò che non lo è; o nel
giudicare come un bene o un male ciò che non dipende da noi.
presente futuro
bene piacere desiderio
male dolore paura
Dal momento che le passioni sono giudizi errati (in quanto valutano come bene o male
oggetti che non dipendono da noi ) le passioni devono essere estirpate così da
raggiungere l’impassibilità del saggio.
terapia delle passioni
la teoria stoica delle passioni
cura delle passioni (ovvero il giudizio secondo ragione)
male e che sia giusto o appropriato
II fase: giudizio patire per questo male.
razionale della
rappr.ne: è oggettiva? è “la tristezza è la convinzione della
legata a qualcosa che presenza di un mal, nella quale
dipende da noi? convinzione è compresa anche l’idea che
in seguito a questa questa tristezza vada fatta propria”
valutazione riceve o (Zenone)
meno l’assenso.
la teoria stoica delle passioni
eupatheia: passione positiva (passione che si accompagna al giudizio di ragione)
Le passioni positive , anziché costituire turbamento dell’anima sono espressioni di
fermezza derivante dall’impulso guidato dalla ragione. Se il giudizio è conforme ala
ragione, l’impulso verso un oggetto, anziché essere smodato e creare turbamento si
mantiene misurato e genera fermezza.
la teoria stoica delle passioni: limiti e aporie
1. Logocentrismo: le passioni sono giudizi errati e il giudizio è
una finzione del discorso razionale (del logos).
2. Rigorismo: le passioni sono errori di giudizio che turbano
l’anima. Il saggio, grazie alla propria capacità di giudizio ne
è immune. Le passioni anziché moderate devono essere
estirpate.
3. Capacità esplicativa della teoria: la teoria stoica non spiega
due tipi di fenomeni.
• Il progressivo scemare dell’intensità della passione con il
passare del tempo.
• Il mantenimento dell’intensità della passione in presenza di
un cambiamento di giudizio.
teoria stoica delle passioni e problematicismo
«Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma i giudizi che essi formulano sulle
cose» (Epitteto)
Modello a due fasi:
1.“vedo” una cosa in un certo modo, cioè me ne faccio una rappresentazione che è
responsabile dell’insorgere di una passione.
2.Formulo un giudizio sulla rappresentazione in conseguenza del quale nego o
concedo l’assenso. L’assenso dà corso all’emozione, il rifiuto impedisce l’insorgere
dell’emozione o la modera.
•La rappresentazione è una forma di giudizio implicito (analogo alla coscienza
preriflessiva di Sartre)
Omogeneità di presupposti paradigmatici tra la concezione stoica e del
razionalismo problematicista in quanto il rapporto tra ragione ed emozione è
visto come una relazione tra due ordini di giudizi: tra un giudizio implicito,
immerso nel vissuto preriflessivo e un giudizio su tale giudizio, inerente la
ragione riflessiva.
L’esistenza di aporie ci induce a optare per una concezione neo‐stoica che
risolvendo le anomalie possa costituire una base teorica per un’educazione
affettiva di tipo razionale.