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costruzione di un paradigma cognitivo
1. gli aspetti corporei e fisiologici delle emozioni
2. il rapporto tra cognitivo e razionale nella valutazione emozionale
3. il ruolo delle credenze nel processo emozionale
4. i casi di inefficacia del giudizio razionale nel controllare l’emozione
5. il nesso tra storia personale del soggetto e costruzione sociale delle
credenze abituali
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (1)
(1) aspetti corporei e fisiologici delle emozioni
Secondo la prospettiva neostoica gli aspetti corporei e fisiologici sono estranei al
processo cognitivo.
L’elemento costitutivo dell’emozione è la valutazione dell’importanza dell’oggetto
per il soggetto. La presenza di qualche sensazione corporea che si accompagna
all’emozione non è un elemento necessario, intrinseco, all’emozione:
l’emozione esiste indipendentemente dalla reazione corporea;
gli aspetti fisiologici sono variabili e diversificati: non c’è corrispondenza biunivoca
tra un’emozione e una certa configurazione di aspetti corporei.
le configurazioni corporee sono a‐specifiche : identifichiamo le emozioni non in base
a tali configurazioni ma in base al loro contenuto cognitivo
tendenza “dualista” di separazione mente‐corpo
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (1)
vs Damasio: le emozioni sono cognitive, tuttavia egli assegna un ruolo essenziale al
corpo.
emozioni: fenomeni “pubblici”, riconoscibili dall’esterno, direttamente osservabili o
empiricamente rilevabili;
le emozioni si esibiscono nel teatro del corpo; i sentimenti in quello della mente
Damasio considera essenziale la percezione del corpo nei sentimenti:
sentirsi felici ≠ pensare pensieri felici
•avere pensieri di contenuto “felice” e
•percepire un certo stato del corpo: una
sensazione di energia e di vitalità.
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (1)
Per la Nussbaum l’oggetto dell’emozione è esterno (coincide con l’intenzionalità
dell’emozione) e coincide con la persona o la cosa vista come importante per il
proprio benessere.
Per Damasio all’origine del sentimento c’è il corpo.
L’oggetto esterno rimane l’oggetto della valutazione implicita, tuttavia esso non è
l’emozione, esso induce l’emozione nel corpo e questa determina lo stato del corpo
come oggetto del sentimento
oggetto esterno oggetto del sentimento
persona o cosa su cui determina lo stato del
faccio una corpo come oggetto del
valutazione implicita sentimento
induce l’emozione come
fenomeno corporeo
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (1)
l’emozione consiste nel credere che l’oggetto intenzionato abbia una certa qualità (sia
allegro o pauroso, per esempio), ma tale credenza non è solo un giudizio mentale, ciò
che dà autenticità a questo giudizio, ciò che lo convalida è il corpo con la sua euforia o
il suo turbamento.
(2) il rapporto tra cognitivo e razionale nella valutazione emozionale
il modello della Nussbaum distingue tra “cognitivo” (elaborazione dell’informazione) e
“razionale” (elaborazione tramite pensiero verbale).
Tuttavia, poiché nella nostra esperienza passiamo dal vissuto emozionale irriflessivo a
momenti di riflessione verbale sui nostri stati emotivi e/o sulle credenze
eudaimonistiche che ne costituiscono il cuore, occorre un’ipotesi sul raccordo tra
questi due momenti.
Pb.1.: puntualizzare il carattere delle emozioni come valutazioni cognitive implicite
che includono una dimensione corporea; (Varela)
Pb.2.: precisare il rapporto tra fasi cognitive tacite e fasi di pensiero riflessivo (Varela e
Karmilloff‐Smith)
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (2)
Varela interpreta la vita etica come un vivere che implica il sapere come è bene essere
(know‐how) piuttosto che il conoscere astrattamente ciò che è giusto (know‐what)
Varela pone a fondamento della condotta etica ,
anziché la capacità razionale, una capacità di
confronto immediato (ossia di valutazione vicinanza alla concezione
implicita) con le situazioni e gli eventi che ci eudaimonistica nel riferimento al
capitano. bene come qualcosa da realizzare
Varela assegna alla corporeità un ruolo nel modo di vivere
fondamentale nella cognizione etica immediata.
Alla base del know‐how etico c’è una mente
incorporata (embody mind) che ha come
corrispettivo una corporeità cognitivizzata
(l’azione è guidata dalla perceszione e il prcesso
cognitivo dipende dal significato)
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (2)
Pb.: alternanza di fasi di vissuto emotivo tacito a fasi di riflessione sugli eventi
emozionalmente rilevanti o sui nostri stati emotivi.
micromondo 1 microidentità
(stati mentali
breakdown corporei
descrivibili come
passaggio da un “prontezze di
micromondo con un micromondo 2 azione”)
certo significato ad un
altro con un altro
significato e da un certo
stato mentale emotivo ...
corporeo ad un altro.
stati dove la mente si
può disinserire dal flusso
cognitivo incorporato per
riflettere sulla situazione.
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (2)
Pb.: come l’esperienza emotiva irriflessiva diventa disponibile per la meditazione
razionale (Karmiloff‐Smith)
la dicotomia immediato/riflessivo sembra infatti troppo netta e non dice nulla del
passaggio tra un livello e l’altro.
Modello RR di ridescrizione rappresentazionale che prevede l’esistenza di livelli di
rappresentazione intermedia e di un meccanismo di ricodifica (RR) dell’informazione
da un livello ad un altro.
I livello implicito (I): informazione codificata in modo meramente procedurale (know‐
how)
II livello esplicito (E1): ridescrive in modo compresso l’in formazione del livello
precedente, fornendo rappresentazioni disponibili al sistema anche se non in forma
cosciente né verbale.
III livello esplicito (E2): ridescrive l’informazione a livello consapevole, ma non ancora
codificata nella forma del linguaggio verbale.
IV livello (E3): conoscenza dichiarativa, consapevole e d espressa nel codice verbale.
ipotesi di revisioni della concezione neostoica (2)
esistenza di livelli intermedi rappresentazionali di tipo inconsapevole o
consapevole ma non verbale. Ciò supera il logocentrismo della
concezione stoica e la dicotomia immediato/riflessivo.
l’individuazione di un processo, la RR, che permette di spiegare il modo
in cui le rappresentazioni implicite divengono consapevoli ed esprimibili
in forma proposizionale e dunque manipolabili a livello verbale.
Ciò ci permette di giustificare come le rappresentazioni implicite nel vissuto
cognitivo‐emozionale immediato possono diventare oggetto di una
valutazione di secondo livello, di carattere consapevole e razionale come
quella ipotizzata dal problematicismo.
Grazie ai livelli intermedi di rappresentazione (non codificati nel formato del
codice verbale) è come se il soggetto si dicesse qualcosa, come se formulasse
una valutazione proposizionale anche se tale rappresentazione resta non
verbale. La RR rende possibile il passaggio dell’informazione tra un livello e
l’altro e dunque la sua traduzione in forma verbale.
il ruolo delle credenze nel processo emozionale (3)
Abbiamo visto che:
•l’emozione è legata alle credenze circa l’oggetto che valutiamo come rilevante in
rapporto al nostro benessere (Nussbaum);
•le emozioni sono valutazioni implicite autenticate da sensazioni corporee (Baldacci);
nelle emozioni sono coinvolti atteggiamenti proposizionali impliciti (“ho/ha agito così
perché credevo/a che...”) tramite i quali si rende ragione del proprio comportamento e di
quello altrui e che vertono sull’oggetto emozionalmente appropriato.
“credo che questo volto sia spaventoso”
credo che P
la credenza ha una struttura bipartita
una relazione di accettazione di P ha un contenuto proposizionale P
(relazione con una rappresentazione (contenuto della rappresentazione che può
interna) (Fodor) essere vero o falso in rapporto alle
vero o falso
è uno stato mentale (Mc Ginn) caratteristiche dell’oggetto rappresentato).
la credenza funziona su base soggettiva
il ruolo delle credenze nel processo emozionale (3)
S crede che P
“credo che quel volto sia spaventoso”
l’emozione provata è la paura
Il tipo di emozione dipende dal contenuto proposizionale, ossia alla natura della
rappresentazione mentale.
l’emozione è connessa con lo stato mentale in cui si esprime la credenza
(credere che quel volto sia spaventoso, indipendentemente dal fatto che lo sia
“realmente”)
l’emozione appare come una valutazione autenticata dal corpo (un vissuto cognitivo
incorporato).
L’insorgenza di alcune perturbazioni fisiologiche convalida l’atteggiamento verso il
contenuto proposizionale.
vedere un volto come spaventoso equivale all’essere in uno stato mentale che dipende
dal concorso di due componenti: mi dico implicitamente che “quel volto è spaventoso”
mentre la percezione di uno stato corporeo perturbato mi conferma che credo
veramente che sia tale.
i casi di inefficacia del giudizio razionale nel
controllare l’emozione (4)
situazione: incontro con uno sconosciuto dal volto spaventoso
micromondo 1
microidentità: perturbazione dello stato fisico breakdown
“essere tranquillo” mi appare spaventoso (rappresentazione)
istante durante il quale decido di varcare la soglia o richiudere la porta (assenso o
enazione). L’assenso può essere tacito, espresso dal linguaggio del pensiero o del tutto
incorporato
micromondo 2
microidentità: con un processo di RR traduco la
“essere impaurito” rappresentazione in un pensiero verbale,
mi dico che “è spaventoso”, ma aggiungo
il giudizio razionale “è solo un volto
sfigurato”. Dunque, “non c’è da aver
paura”.
pb. della prospettiva stoica; può accedere che nonostante il giudizio
prevalenza delle credenze razionale mi dica che è solo un volto
abituali sul giudizio razionale sfigurato ceda alla paura, cioè dia il mio
(Nussbaum) l’assenso
i casi di inefficacia del giudizio razionale nel
controllare l’emozione (4)
L’emozione può svanire, anziché per l’intervento di un giudizio razionale, per il
sopraggiungere di un’altra emozione:per es. l’ira, la compassione.
“un affetto non può essere impedito né tolto, se non
mediante un affetto contrario e più forte dell’affetto da
impedire” (Spinoza, Etica).
in che senso ?
la paura, l’ira e la compassione corrispondono a giudizi appropriati (corrispondono a
stime cognitive emozionalmente adeguate). Nussbaum: adeguate in quanto eudaimonistiche;
Damasio: pensiero e percezione di una
perturbazione del corpo;
Varela: valutazione cognitiva incorporata,
compiuta con tutto l’organismo.
un’emozione, in quanto valutazione cognitiva incorporata, può essere estinta o
indebolita solo da un’altra valutazione di questo tipo.
i casi di inefficacia del giudizio razionale nel
controllare l’emozione (4)
la concezione di Spinoza. Ciascun essere ha la tendenza a perseverare nel proprio
esistere. Il rapporto con il mondo è articolato su tre livelli.
immaginazione: le nostre idee si presentano confuse e inadeguate. Ciò determina
l’insorgenza delle passioni come un genere di conoscenza inferiore;
ragione: raggiungimento di idee chiare e adeguate, ma anche grado più elevato di
potenza di esistere; la più potente passione di comando e di ordine.
la ragione può dominare le passioni non solo in quanto le comprende alla luce di idee
più adeguate, ma perché essa stessa si dà come ragione appassionata.
Spinoza suggerisce che l’emozione può essere vinta non solo da un’emozione del
medesimo livello (immaginazione), ma anche e soprattutto da un affetto di livello
superiore, situato sul piano della ragione.
intuizione: ultimo grado della potenza della mente. La conoscenza delle idee universali
della ragione è messa al servizio della comprensione delle realtà particolari; la mente
accede all’amore intellettuale, ossia ad uno stato di beatitudine interiore nel quale le
passioni si estinguono, non perché domate ma in quanto trasfigurate in un’ascesa
spirituale
il nesso tra storia personale del soggetto e costruzione
sociale delle credenze abituali (5)
è plausibile che il giudizio razionale, anche se appassionato, risulti poco efficace di
fronte a credenze ormai divenute abituali (Nussbaum).
parlare di disposizioni caratteriali o di credenze abituali appare troppo generico ⇒
riferimento al pensiero di Bateson e di Dewey.
•riduzione dell’educazione all’apprendimento (riduzione empirica di Laporta)
•riferimento alla teoria dei tipi logici dell’apprendimento di Bateson:
protoapprendimento: modificazione del comportamento e/o dell’organizzazione
mentale del soggetto (assimilazione di conoscenze e abilità);
deuteroapprendimento: cambiamento di questa modificazione (acquisizione
collaterale di abitudini mentali ).
evidenzia un cambiamento dell’individuo relativo alle
sue disposizioni mentali e legato alla continuità
dell’esperienza
il nesso tra storia personale del soggetto e costruzione
sociale delle credenze abituali (5)
Qual è il genere di abitudini mentali che sono connesse alle emozioni?
struttura che definisce il significato di una situazione o di un evento
contesto
attraverso il processo di appercezione (identificazione dei contesti
come unità discrete che compongono il flusso dell’esperienza).
il significato appercepito è connotato eudaimonisticamente;
è in relazione alle credenze dell’individuo (credenze e significati tendono a
influenzarsi reciprocamente)
il nesso tra storia personale del soggetto e costruzione
sociale delle credenze abituali (5)
una parte delle abitudini mentali prodotte dal deuteroapprendimento sono abitudini
appercettive.
Durante il corso della sua storia personale e della sua socializzazione il soggetto
tenderà ad attribuire con regolarità certi significati a certi eventi; nello stesso processo
diventano abituali anche le credenze che controllano l’attribuzione di significati.
Questi abiti mentali, una volta strutturati, in maniera indiretta e semi‐inconsapevole
sono persistenti e difficili da modificare. Ciò (esposizione alle pratiche sociali);
spiega la scarsa efficacia del giudizio razionale in maniera diretta ed esplicita (educazione)
nel moderare o estinguere un’emozione
intensa.
il nesso tra storia personale del soggetto e costruzione
sociale delle credenze abituali (5)
Bateson suggerisce due vie per favorire il cambiamento degli abiti mentali.
1.sostituzione delle premesse acquisite a livello del deuteroapprendimento
un’emozione negativa ha come premesse credenze che
influenzano le nostre valutazioni eudaimonistiche
esame critico delle credenze; confronto con credenze
alternative; mantenimento dell’atteggiamento critico.
2. Suppone l’esistenza di un livello 3 dell’apprendimento come modificazione
del deuteroapprendimento. L’apprendimento 3 è innescato dalle contraddizioni
(“doppi vincoli”) che possiamo sperimentare nella nostra esperienza e che inducono il
passaggio ad una cornice interpretativa più larga e inclusiva per poter ricomporre la
contraddizione e ritrovare la coerenza interiore.
un paradigma cognitivo delle emozioni. conclusioni
nucleo fondamentale:
1.le emozioni sono legate a valutazioni del significato di oggetti, situazioni ed eventi
per il proprio benessere;
2.tali valutazioni sono correlate a credenze relative alle proprietà degli oggetti,
situazioni ed eventi e a che cosa è bene o male per noi.
1.le emozioni sono legate alla costruzione del significato di oggetti, situazioni ed
eventi per il proprio benessere;
2.tale costruzione è correlata a costrutti cognitivi relativi alle proprietà egli oggetti,
situazioni ed eventi e a cosa è bene o è male per noi.
un paradigma cognitivo delle emozioni. conclusioni
teoria tradizionale: evento ⇒ emozione
paradigma cognitivo: evento ⇒ costrutti/costruzione di significato⇒ emozione
•le valutazioni emozionalmente efficaci sono per lo più stime cognitive di carattere implicite,
tacito e immediato (Nussbaum);
•la valutazione immediata è un processo incorporato (Varela): il significato emozionale emerge
dall’attività dell’intero organismo;
•nell’emozione è sempre implicata la percezione di uno stato del corpo (Damasio): essa è una
valutazione implicita autenticata dal turbamento corporeo;
•le credenze che influenzano le valutazioni emozionalmente efficaci sono acquisite dalla storia
personale del soggetto (Nussbaum);
•le credenze e gli schemi interpretativi connessi alle emozioni tendono a diventare abiti mentali e
a rendere naturali certi modi di vedere le cose (Bateson);
•le valutazioni implicite e le credenze correlate possono essere ridescritte nel linguaggio verbale
(karmilloff‐Smith) e diventare così oggetto di riflessone consapevole (Bertin, Ellis);
•un’emozione può essere estinta o moderata solo da un’altra emozione di adeguata intensità
(Spinoza);
•la ragione critica riflessiva può risultare efficace nel moderare le passioni se è una ragione
innervata di passione (Spinoza, Ellis).