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Banca delle Marche a un passo dal fallimento. I correntisti


perderanno tutto
4 novembre
2015

Sar il maggior disastro bancario in Italia dopo quello di Calvi e Sindona. Parliamo della Banca delle Marche.
Listituto di credito un passo dal fallimento. E, come scrive il quotidiano Il Nord, la notizia sfuggita a tutti i
grandi giornali italiani.

Quello di Banca delle Marche costituisce il maggiore disastro bancario verificatosi in Italia dopo
quelli risalenti al secolo scorso dei casi Sindona e Calvi. Lo scrivono gli avvocati dellistituto
nellatto di citazione in giudizio per 282,5 milioni di euro di danni presentata al tribunale di Ancona
contro gli ex amministratori (tra cui lex direttore generale Massimo Bianconi e gli ex presidenti
Michele Ambrosini e Lauro Costa) e lex societ di revisione Price Waterhouse Coopers.
La notizia sfuggita ai telegiornali nazionali tanto quanto al Corriere e a Repubblica non di
oggi, ma di un assolato 8 luglio di questanno. Solo il Giornale ne ha scritto, ma si sa, un
giornale di parte, avversa alla parte politica di riferimento proprio della Banca delle Marche, e
cio il Pd. Come per Mps.
Nellatto di citazione in giudizio c scritto testualmente: c prova di un gran numero di
irregolarit, carenze e violazioni commesse da amministratori, sindaci e funzionari che si sono
succeduti dal 2006 nella gestione di Banca Marche, in quadro impressionante di anomalie e
violazioni gestionali, particolarmente riferiti a 37 grandi finanziamenti plurimilionari che sarebbero
stati concessi a costruttori e imprese marchigiani e non, senza una adeguata valutazione di merito
o garanzie.
Tradotto: la banca finita in dissesto con un buco nei conti superiore ai 2 miliardi di euro perch
ha prestato somme colossali ad amici che non avevano n garanzie n solidit per poter ottenere
tali ingentissimi capitali in contanti da Banca delle Marche.
Cos, andando a guardare i conti dellistituto di credito, sono emerse 83 delibere di finanziamento
approvate dal cda a luglio del 2008 in meno di cinque minuti, il che la dice lunga sullanalisi
puntigliosa dei documenti presentati dai richiedenti i prestiti. Ma non stato un episodio, bens uno
stile: il Comitato esecutivo, cio il massimo organo operativo della banca, in venti minuti nel 2009
diede lok ad altri 78 finanziamenti a clienti importanti nonostante i conti dellistituto continuassero
ad accumulare perdite colossali.
A ottobre sono scaduti i due anni di commissariamento imposto da Bankitalia (dovera, mentre
accadevano le scempiaggii appena scritte?) e se entro il 31 dicembre 2015 il fondo di salvataggio
interbancario non finanzier Banca Marche per due miliardi (al momento ha le casse vuote), in
gennaio assisteremo al primo defualt di una banca italiana secondo i nuovi criteri imposti dalla Ue
e della Bce: azionisti e obbligazionisti perderanno tutto, corrrentisti idem, sopra i 100.000 euro,
fermo restando che per rientrare in possesso dei loro soldi depositati sui c/c anche per importi
inferiori ai 100.000 passeranno mesi, tanti, forse perfino anni.
Tuttavia, Banca Marche non lunica mela marcia del sistema bancario italiano.
Partendo dal Monte dei Paschi di Siena, passando per la Banca Popolare di Spoleto, e poi per la
Banca dellEtruria, arrivando alla Tercas di Teramo per poi approdare alla Cassa di Risparmio di
Ferrara, si percorre una strada che conduce al cimitero degli istituti di credito a un solo passo dalla

bancarotta. Avete letto bene: bancarotta. Linsieme dei capitali indispensabili per salvare queste
banche fallite e la data limite sempre quella, il 31 dicembre 2015 ha i connotati di una
manovra finanziaria: come minimo 10 miliardi di euro, come massimo la catastrofica somma di 30
e c chi dice 40 miliardi di euro. In contanti. E non forniti dallo Stato italiano, ma sempre da quel
fondo di salvataggio interbancario che gi far i salti mortali per recuperarne, sempre che ci
riesca, due per la Banca Marche.
E c anche un altro aspetto da non dimenticare: in questa infornata di banche in dissesto c la
politica. Quale politica? Quella del Pd. Infatti, sia le Fondazioni che detengono quote azionarie
degli istituti di credito citati, sia le Regioni nelle quali suddette banche operano, anzi, operavano,
sono amministrate e controllate proprio dal Partito Democratico il cui segretario di chiama Matteo
Renzi.
E non basta. Perfino allnterno delle stesse banche sedevano in posizioni di vertice personaggi
direttamente connessi con il governo Renzi. Un esempio?
Il vicepresidente della dissestata e prossima al fallimento Banca dellEtruria era Pier Luigi Boschi,
padre della ministra delle Riforme Maria Elena. A gennaio 2015 la Banca dellEtruria stata
attenzionata dalla Consob per movimenti anomali del titolo in Borsa prima dellapprovazione
della riforma sulle Popolari voluta da Renzi. Quattro mesi dopo, il Tesoro ne ha stabilito il
commissariamento, adesso siamo al capitolo finale, che verr scritto col sangue o se si
preferisce coi soldi dei correntisti, dei risparmiatori, degli ingenui cittadini italiani che credevano
che depositare i risparmi di una vita in banca fosse lunica cosa giusta da fare. E invece, li hanno
dati a banchieri gangster associati a una politica marcia fino al midollo.

Lennesimo danno della finanza creativa di sinistra, capace solo di rovinare le eccellenze italiane, spremere fino
allosso tutto lo spremibile e poi abbandonarlo.
Riproduzione riservata - 2015 Qelsi Quotidiano
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