Essere e Tempo I Domanda sull'essere. Heidegger si pone la domanda "cos' l'essere?". In tal domanda possiamo individuare un cercato (ci che si domanda), un ricercato (ci che si trova), e un interrogato (ci a cui si domanda); il nostro cercato l'essere, il nostro ricercato il senso dell'essere, l'interrogato non pu che essere un ente, in quanto l'essere sempre di un ente; questo ente l'esserci dell'uomo, poich costitutivamente apertura all'essere, dunque ne ha sempre una comprensione preconcettuale. Interrogare l'esserci significa studiare le strutture del suo modo d'essere, cio l'esistenza. Esistenza. L'esistenza una possibilit di rapporti che l'uomo pu determinare, trascendersi, progettarsi. Comprensione ontica ed ontologica. L'uomo posto di fronte alle scelte che deve compiere, ha dapprima una conoscenza ontica del mondo, cio lo assume come dato, poi per riflettendo si perviene ad una conoscenza ontologica cio delle strutture dell'esserci che danno un senso al mondo. Esserci. L'analitica dell'esserci non studiare il soggetto invece dell'oggetto, poich l'esserci costitutivamente apertura al mondo e comprensione di esso. L'esserci essere-nel-mondo, rapporto con esso, e l'esserci la totalit del rapporto, non solo un polo di essa. Mondo. il mondo in cui l'esserci , per Heidegger, non n l'insieme degli enti intramondani, n una cornice che li circonda, ma il campo d'apparizione degli enti che accompagna la comprensione; il mondo un esistenziale, cio una struttura dell'esserci, non un ente esso stesso. Essere-nel-mondo. L'essere dell'esserci essere-nel-mondo, il che significa prendersi cura degli enti, utilizzarli e maneggiarli, progettare trascendendoli per realizzare un progetto che fa capo all'esserci stesso. Enti. Gli altri enti dunque hanno il loro essere nella loro utilizzabilit
da parte dell'esserci. Fra l'altro, la semplice-presenza degli enti, cio il
fatto di prenderli come dati, anche essa una forma di utilizzo, utilizzo per il puro conoscere. Il prendersi cura ha una circospezione, cio una precomprensione dei rimandi degli enti fra loro: un ente rimanda sempre ad un altro e lo significa in rapporto ad un fine ultimo; tutti questi rimandi fanno capo all'esserci, , il quale ha una precomprensione della totalit dei rimandi, totalit che costituisce il mondo. Coesistenza. Rispetto agli altri, l'esserci ha cura di essi, e questo pu darsi in due modi: o togliere loro le cure, o aiutarli a prendersi cura delle loro cose. Modi di essere-nel-mondo. L'uomo si trova in una situazione affettiva, nella quale sente di essere-gettato, sente la sua fatticit, ed una modalit passiva. Poi nel comprendere, cio nel progettare; infine nel parlare. Esistenza inautentica. Alla base di questa c' una comprensione ontica, che prende il mondo come dato. l'esistenza del Si (si dice, si fa), l'esistenza in cui uno tutti e nessuno, in modo fittizio e convenzionale. Questa esistenza determinata dalla chiacchiera (il linguaggio che originariamente svela l'essere si banalizza), dalla curiosit (la ricerca del nuovo per l'apparenza visibile), dell'equivoco (non si capisce chi il "si dice"). Deiezione. La deiezione quella che permette all'uomo, avendo commerci coi fatti, di ritenersi un fatto, poich si sente un esseregettato; la situazione emotiva, che per natura fa sentire il proprio essere gettato, lo fa sentire abbandonato a ci che . Cura e circolarit della Cura. La Cura la totalit delle strutture dell'esserci, che si prende cura e ha cura. La struttura di questa cura circolare; infatti mentre da una parte progetta in avanti, nel futuro, dall'altra la situazione emotiva gli fa sentire la propria gettatezza che lo fa tornare indietro. Essere e Tempo II Morte. L'esserci determinato dall'incompiutezza, dalla mancanza. Fra ci che manca c' anche la sua fine, la morte. La morte non va concepita in modo epicureo come scomparsa dell'io, n in modo inautentico come fatto. La morte una possibilit dell'esserci, la
possibilit pi propria (concerne l'essere stesso), incondizionata
(l'uomo vi si trova davanti da solo), insormontabile (si eliminano tutte le altre possibilit), certa. Con la anticipazione della morte, l'uomo comprende autenticamente s stesso, ma ha anche la situazione emotiva dell'angoscia, che lo pone di fronte al nulla della morte, che possibilit dell'impossibilit di possibilit. Essere-per-la-morte. La morte non va rifuggita, ma affrontata con la decisone anticipatrice di essa: non il suicidio o l'attesa (forme di realizzazione che tolgono il carattere di possibilit), ma tenere presente che questa possibilit c' sempre: cos l'uomo si considera come poter-essere e vede le cose come possibilit, vede la sua possibilit di realizzarsi. Voce della coscienza. Quello che porta l'uomo alla decisione anticipatrice e all'inizio della vita autentica la voce della coscienza che lo richiama alla sua nullit. L'esserci nullit: sia perch fondamento di s, ma essendo gettato, infondato; sia perch nella scelta nullifica altre possibilit; sia perch sar nullificato dalla morte. L'esserci il nullo fondamento di un nullificante. Tale nullit non privazione ma il nulla assoluto che precede tutto. La voce della coscienza richiama a tale nulla e spinge a sceglierlo, cio a scegliere la morte, per progettarlo. Temporalit. La Cura, cio l'essere dell'esserci, temporalit. Il progetto il futuro, l'essere-gettato il passato e la deiezione il presente; si parla di essere-avanti-a-s, di essere-stato e di esserepresso. Questa temporalit dell'essere ha poi originato la temporalit della progettazione, quella ordinaria. Storia. L'esserci, storicizzarsi, determinare mondi storici nel lasso di tempo fra la vita e la morte; progettare, tornare indietro alle possibilit ricevute in eredit, e tramandarne di nuove. Circolarit di vita autentica ed inautentica e differenze con la circolarit della Cura. Un esserci pu passare tutta la vita nell'esistenza del Si o percorrere un circolo fra vita autentica ed inautentica. L'esistenza possibilit, ma le possibilit sono istituite dall'uomo; quindi quando ci si chiede il proprio senso, o lo si cerca nel mondo (valore dell'universo all'interno del quale io mi trovo), o in me
stesso come dato (io padrone di me faccio delle scelte perch ho un
valore di me intrinseco). L'esserci si sente gettato quando capisce che il mondo non ha senso e nemmeno lui stesso; ma sentendosi gettato, sostituisce un progetto assolto, un valore assoluto, un senso assoluto con un altro di assoluto, ma in questo modo non entra affatto nella vita autentica. Questa circolarit della Cura ben diversa dalla circolarit di vita autentica-vita inautentica. Essere-per-la-morte non significa sentirsi gettato, ma significa considerare che tutte le scelte non sono assolute ma destinate a essere superate; l'uomo deve scegliere con una riflessione sulla morte, deve pensare che quello che sceglie non va elevato a valore assoluto. Tuttavia, in questa situazione, rischia di rimanere paralizzato, perch nulla assurge ad assoluto; allora cade nell'errore opposto, cio progettandoti considera il suo progetto come un assoluto, ma ci necessario, poich per fare qualcosa bisogna crederci. In questo modo per si eleva una scelta a valore assoluto, e cos ricadi nella vita inautentica. Il problema della terza sezione di Essere e Tempo Il rovesciamento. Heidegger, una volta evidenziato che la temporalit era il senso dell'essere dell'esserci, avrebbe dovuto vedere l'essere in quanto tale e la sua temporalit; dopo aver studiato il rapporto dell'esserci con l'essere, avrebbe dovuto studiare il rapporto dell'essere con l'esserci. Quindi non si trattava pi di andare dall'ente all'essere come aveva fatto finora e come avevano fatto i metafisici tradizionali, poich in questo modo l'essere risulta sempre in misura dell'ente. Heidegger doveva andare dall'essere all'ente. Ma, appunto, questo era un processo che la metafisica non aveva mai fatto, e dunque Heidegger non aveva la terminologia adatta al percorso che si riproponeva. Verit. L'essere per Heidegger infatti qualcosa che mette in luce gli enti, che ne fa da sfondo. L'essere verit, ma non come adaequatio rei et intellectus , cio uguaglianza di essere e verit, fondando l'essere sulla verit; la verit per Heidegger aletheia , disvelamento, apertura. La verit si disvela, e disvelandosi si apre, cosicch in essa uomo ed enti si possono incontrare. Ma se disvelamento, c' anche una parte celata: l'essere stesso, che niente (= non-ente), implica una parte negata, nascosta. Si capisce perch Heidegger parli di verit chiaroscurale.
Ontologia. Heidegger vuole fare dell'ontologia, cio vuole esporre il
pensiero dell'essere, il pensiero che viene pensato dall'essere, il suo disvelamento. Le strutture esistenziali, riferite prima all'esserci, andranno all'essere. L'esserci ora potr conoscere ma solo perch in un mondo che fa capo all'essere e in cui ci sono altri enti illuminati dall'essere; l'esserci deve dunque aprirsi all'essere, abbandonarvisi, e interpretarsi come appartenente all'essere; ma l'essere ha bisogno dell'uomo come termine del suo disvelarsi; l'uomo il pastore dell'essere, custode della sua verit rivelata. Critica alla metafisica Storia. Per Heidegger l'essere, come l'esserci, si storicizza nella forma dell'invio; l'uomo sempre rinviato ad un mondo storico che ha gi una sua comprensione dell'essere. La successione dei mondi la storia dell'essere; ma tale storia fatta di epoche, cio di momenti di sospensione del disvelamento dell'essere. L'essere evento, poich si storicizza, e l'evento di questo non-disvelamento, di questo oblio dell'essere nel mondo occidentale la metafisica. Metafisica. La storia della metafisica storia dell'oblio dell'essere. La metafisica e il suo oblio dell'essere il corrispondente dell'alienazione di Marx, della reificazione di Lukcs, cio la causa dello scadimento della societ occidentale. La metafisica, pi in particolare, come oblio, oblio della differenza ontologica fra essere ed ente; differenza di cui si tenuto conto, che ha operato, ma mai fatto oggetto di attenzione. Heidegger vuole superare la metafisica tornando alla verit chiaroscurale dell'essere. Storia della metafisica. Dapprima i metafisici hanno stabilito l'essere come essere oggettivo, poi hanno posto l'uomo al punto massimo, poi hanno reso l'oggettivit un prodotto del soggetto, e infine l'uomo stato elevato ancora pi in alto, spezzando ogni legame colla realt. La metafisica comincia con Platone, il quale nasconde il carattere chiaroscurale della verit e la definisce conformit intelletto-oggetto. Con Cartesio l'essere-vero certo per il soggetto, poich il pensiero viene assolutizzato. Hegel riconduce tutto allo Spirito. Nietzsche infine parla di volont di potenza che esaurisce tutta la realt; Nietzsche fa metafisica sbagliata (a differenza di Heidegger che fa una metafisica pi corretta), poich in lui non c' esistenzialismo, non c' uno scarto fra essere ed esserci, ma la volont di potenza viene posta come
assoluto. Dopo Nietzsche la metafisica non pu pi espandersi.
Tecnica La tecnica per Heidegger il compimento della metafisica, poich la tecnica ritiene l'uomo capace di utilizzare tutto l'ente, fino in fondo (imposizione). Ma la stessa imposizione svelamento dell'essere. Opera d'arte Un'opera d'arte non un ente intramondano nella rete dei rimandi, ma ente che dischiude un suo mondo, istituisce un mondo di valori e di significati, che provengono dalla materialit fisica della terra. La terra il tratto di chiusura implicato in un'apertura, ma una chiusura che contiene molti altri significati per epoche e culture successive. Linguaggio La poesia un arte molto importante, poich si avvale della parola, cosa che schiude mondi nuovi. Il linguaggio la casa dell'essere, perch l'incontro degli enti pu avvenire solo col linguaggio. Per non si pu parlare del linguaggio: infatti, parlando del linguaggio siamo gi in esso, che ci ha preceduto. Esiste una circolarit ermeneutica fra uomo e linguaggio: infatti, usare il linguaggio per parlare di qualcosa significa che gi abbiamo una comprensione di quel qualcosa come un mondo, e la comprensione non pu avercela fornita che il linguaggio. Tale circolarit si articola come chiamata e ascolto: il linguaggio che pensiamo di usare, in verit viene prima di noi, poich senza di esso nemmeno possiamo pensare, dunque essere uomini.