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SCRITTI INEDITI
DI
BOLOGNA
N IC O L A Z A N IC H E L L I
1930 - IX
SCRITTI INEDITI
DI
BOLOGNA
N IC O L A Z A N IC H E L L I
1930 - IX
PREFAZIONE
VI
PREFA ZIO N E
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A lbano Sorbelli
Segretario del Comitato Marsiliano.
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5 I f .
OSSERVAZIONI FISICHE
I NTORNO AL LAGO D I G A RDA
D ETTO ANTICAM ENTE BENACO
INTRODUZIONE
L U IG I FERDINANDO M A R SIL I
IL LAGO DI GARDA
perch questi autori danno cifre sulle dim ensioni del lago, ed
egli vuole confrontarle con quelle che ricava d alle m isurazioni
proprie.
D a lla leggiadra riva bresciana egli com incia il suo lavoro e
procede in esso con metodo, rigoroso e sicuro. Fra le carte m a
noscritte d i lu i troviam o un fascicoletto di appunti e di anno
tazion i 1 per la descrizione del lago, ma sono solo una parte del
m ateriale che egli ritenne opportuno raccogliere prim a di porsi
a stendere con ordine lam pia m ateria. La quale saggiam ente
distribuita, poich prima la trattazione divisa in due
parti il M. considera il lago come individuo geografico, in d i
pendentem ente da ogn i vita che si possa svolgere iu esso, poi
sottopone a lla sua a n a lisi la v ita delle piante del Garda e dei
pesci e di talu ni invertebrati che si incontrano in esso. D istin
zione questa necessaria e logica, che d piena libert a llautore
e che lo esonera dal dovere di frequenti richiami.
Procedendo, il M arsili ha ritenuto prima opportuno localiz
zare il lago. Chi legge ha da conoscere la vera posizione sua, la
form a e le sue dim ensioni. Ma in questa determ inazione delle tre
condizioni necessarie al lettore, il M arsili originale: non ri
corre ad altri, non guarda altre carte (probabilm ente non ebbe
d avanti che una carta del territorio veronese e del lago di Garda
d i P aolo F orlani, in cisa a V enezia nel 1012), le cifre le prende
d a lle m isurazioni che egli stesso fa ; e se c, confrontate con le
odierne, qualche d ifetto o qualche eccesso, dobbiamo perdonar
g li, ch egli ha voluto, pur con scarsi mezzi, essere il determinatore delle distanze fra i vari luoghi e d elle dim ensioni del lago.
Le sponde costitu iscono poi la seconda conoscenza da offrire ;
e nel descriverle il M. si ferma non poco, perch eg li ne consi
dera la conoscenza come necessaria alla dim ostrazione ed in
telligenza d ellalveo . Com incia da Nord e torna a Nord, g i
rando prim a su lla riva veronese e poi sulla bresciana, ed in que
sto periplo non scorda i m onti che selevano dietro, ch son essi,
vicini o lontani, che determ inano la natura delle rive e dnno
a g li ab itan ti la p ossib ilit di essere agricoltori o li spingono
1 Ms. 97 I. di carte 9.
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Il
terzo capitolo trae completa, ragione dai precedenti; dopo
la cratera e le acque che la riem piono, ecco i tributari, i m ille
tributari, p alesi e nascosti. T ali tributari il M. cerca d indi
viduare in quanto alla provenienza, d i tu tti traccia il profilo,
m isurandone cos la larghezza come la profondit. N on pu per
determ inarne la velocit, ch i poveri strum enti che ha sono del
tu tto d isad atti alla bisogna. Anche del M incio non riesce a m i
surare il lento corso.
Onde il problema che si pone se le acque del lago si deb
bano tu tte al tributo degli im m issari od alle vene , m algrado
che egli calcoli la quantit im messa, quella em essa e quella
evaporata, non risolto in modo sodisfacente, ch egli conclude
genericam ente esser le vene num erose e ricche e recar buon tri
buto di acque al lago. La qual conclusione non poteva che essere
cos; la determ inazione in fa tti della portata dei fiumi non era
p ossibile con strum enti p rim itivi e con mezzi inadeguati, e
quindi m al sicuri erano i dati su cui si dovevano fondare i suoi
ragionam enti.
La n a lisi chim ica delle acque non lo porta ad alcun risul
tato positivo, come non lo ha portato ad alcun risultato lana
lis i delle acque del m are; la chim ica si basava allora del tutto
su i caratteri esterni, e perci tu tte le m escolanze che il M arsili
tenta, tu tte le reazioni a cui procede non lo fanno avanzar di
un passo. P iu tto sto qualche buona osservazione pu fare, met
tendo in rapporto il peso d ellacqua con la tem peratura e que
sta con la profondit.
Lultim o capitolo, il quarto, tratta dei venti e poi dei m oti
delle acque. T ratta prim a dei venti, perch essi sono causa non
ultim a dei m ovim enti delle acque; poscia di questi, che sono
anche originati da altre cause. B ello sopra tutto quanto, nella
m onografia m arsiliana, riguarda il vario incrociarsi dei venti
su lla superficie del lago ed il loro battagliare, e poich al testo
segue una carta che registra i venti che in diverse direzioni sof
fiano sul lago, cos questaspetto del clima gardense acquista
un evidenza grande.
Per i m ovim enti delle acque, che sono numerosi e di varie
cause, il M arsili io credo che abbia raggiunto il grado maggiore
di originalit : in questa parte egli quasi del tutto nuovo. Le
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a r io
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a co po
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questo biennio ! Il Fantuzzi (M em orie, pp. 258-261) cita coloro con cui
fu in relazione epistolare durante questo tempo ed a cui scrisse lettere
dotte, il Boerhaave, il dott. G. Monti, studioso di anatomia, il Micheli.
Ma anche qui, nella lettera dedicatoria al Poleni, il M arsili accenna
a due lavori, a cui attende nella tranquillit del soggiorno benacense,
cio allultim a redazione del trattato Dello stato m ilitare dellimpero
ottomano , ed a raccogliere le osservazioni fatte durante di suo viaggio
per mare da Livorno a llInghilterra (settembre-novembre 1722).
Il
M arsili dice che da gran tempo s'occupava del primo dei due
argomenti, tanto che sentiva un po di stanchezza ad occuparsene an
cora. E difatti fin dal 1679 cio dal suo primo viaggio a Costantino
poli aveva cominciato a raccogliere materiale, che la permanenza
nella capitale turca, pi tardi, (1692), ed i frequentissim i contatti o
durante la guerra o nelle trattative di pace avevano assai accresciuto.
N ella tranquillit della vita di poi il M arsili pot dare una disposi
zione alla vasta materia, che riceveva g li ultim i ritocchi allora. Ma il
M arsili non pot vedere lopera sua pubblicata : essa in francese ltat
m ilitaire de lEmpire ottoman, ses progrs et sa deeadenee apparve
nel 1732 a llAja e ad Amsterdam.
1
Al ms. 97 A. I. (Fondo M arsili), esiste la lettera che contiene le
osservazioni a cui il M arsili accenna Epistola continens observationes
addendas Tentam ini physico naturalis historiae maris, R egiae Societati
Parisiorum scripto ab Aloysio Ferdinando Co. M arsilli habitas occasione
novissim ae suae naviga tionis a Liburni portu per Fretum Gaditanum ad
plagas oceani respicientis Hispaniam, Lusitaniam , Galliam et canalem
inter Galliam, Angliam et Hollandam, ab eodem scripta ad eruditissimum
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PARTE
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CAPITOLO PRIMO
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sto 1 al pari d egli altri proviene, come si mostrer, pi d allacque sorgenti dal basso che defluenti dalla superficie della terra. 2
In quanto alla giurisdizione secolare soggiace a due P rin
cipi diversi, cio all'im pero germ anico, perocch ubbidisce per
un piccolo tra tto di cinque m iglia, n ella mappa notato d i color
giallo, al principato di Trento, membro del Tirolo ; 3 ed alla
repubblica veneta, confinando il Trentino co di lei sta ti fra le
due valli della P ola e Cresta di M onte di Eocca, detta V aim ar
cia. 4 D a questi due term ini per tu tto il rim anente dellesten
sione del lago diviso sotto due considerabili territori B resciano
e V eronese. Il principio di quello dalla valle della Pola, il fine
sotto D esenzano ad un luogo detto C astello de M artinenghi, per
le lin ee di Pozzolengo e da qui il V eronese va fino alla detta
Valm ancia.
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(li B rescia, che lasciano due valli, una che conduce a questa
citt , e laltra che ha il nome di Sabbia, che mena in altra chia
m ata T rom p ia.1 D a llaltura di Sal, questa linea di a lti m onti
si slontana un poco dal lago fino a Toscolano, e poco pi sopra
m aggiorm ente lascia una valle di tre communi m entovati e che
poi va ad u n irsi a l lago nella punta di San G ia co m o .2 Vorr il
lettore dare un occhiata n ella mappa a questa situazione s ben
difesa da tu tti li venti di tram ontana per ragione della linea de
m onti che form a come un muro con una falda esposta a levante,
a mezzo giorno, a ponente, e che a llopposta riva d i Torri e di
Garda fa godere anche di sim il clim a benefico alla coltura di
agrum i, ohe a suo luogo dir.
Da'lla punta d i San G iacom o a l P ra to della F a m e 3 non vi
che una scoscesa falda di rocca fa tta de consueti strati che non
1 Ricorda due valli : una conduce a Brescia e l altra la vai gabbia,
che conduce dice il M arsili alla vai Trompia. In realt da Sal
una strada che sale oltre un centinaio di metri porta alla vai Sabbia,
a Tormini ; di qui, scendendo la vallata del Chiese e allargandosi nel
piano, si perviene a Brescia, ovvero girando per le coste di S. Eusebio
si raggiunge la Trompia, indi Brescia. Questo probabilmente vuol dire
il Marsili.
2 La linea dei monti s'allontana, dopo Sal dalle rive del lago : a
Toscolano di nuovo savvicina (m. Lavino 807 m., m. Pizzcolo, 1582 tn.,
in. Castello, 866 m.) e alla punta di San Giacomo, a N. di Gargnano,
dove termina lampia strada rivierasca, i monti alti (m. Denervo, 459 m.)
selevano presiso le acque. Onde accade, perch una barriera di cime
discretam ente alte si erge a sud e ad est, che sul lago non soffino i
venti freddi di tramontana. Ed il beneficio non solo risentito dalla
riva occidentale, ma anche da quella doriente, s che Garda e Torri
possono allevare una vegetazione di agrumi e godere runa notevole m i
tezza di clima.
3 II Prato della Fame un breve tratto piano che si distende sulla
costa, ai piedi di una serie di dirupi scoscesi e grandiosi, che comin
ciano subito dopo Gargnano, ed al principio di altri dirupi che si pro
lungano assai verso Nord. Due torrenti solcano questo prato ed un
piccolo porto si apre davanti.
La strada ha gi lasciato la riva e s cacciata verso linterno ; torna
a riapparire solo dopo Campione. Una nuova ampia strada rivierasca
per in costruzione.
La punta di Forbisicole si avanza nel mezzo fra i 2 porticciuoli, che
rendono accessibile la costa per via dacqua.
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m e r c a n tili.1 Anno lim bianchim ento dei refi e delle tele essen
dovi il tratto di riviera fra F agian o e S al preparato con la str i
camenti di pietruzzuole votando dellistesso lago unite a mo
saico, sopra cu i distendono g li uni e le altre. 2
Gran parte d eg li abitanti alim entasi con la pesca di pi
sorti di pesce di squisitissim a qualit cio trote, carpioni, sarde,
tinche, lucci, anguille, che per le nom inate non solo ma pi
rem ote citt si trasportano.
Sicch questo popolo ed in specie il bresciano occupato
fra le dette arti, m anifatture e commercio, tan to che non vi
chi vada per cos dire elem osinando.
In fine la vicinanza della Germania fa c ilita lesito alla pro
duzione della natura e m anifattura di quella gente.
CAPITOLO SECONDO
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1
Buona la distinzione che il ila r s ili fa, per anatom izzare il lago :
l alveo e le sponde ; e buona pure laltra distinzione fra le rive
uscenti dalle acque e quelle coperte dalle acque distinzione per
aggiunge che uon esclude che luna parte e l'altra si considerino un
tutto.
8 Pare che il M arsili non si stanchi mai di dire al lettore che non
solo la morfologia del Benaco che lo interessa, ma un argomento assai
pi alto, lorganica struttura della terra , a spiegare il quale questa
monografia limnologica ed altri studi costantem ente mirano.
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Lidea del Marsili, meglio precisata da vari suoi schizzi ed appunti,
la seguente :
Sotto la cute terrea (cio sotto lo strato di alterazione e di ter
riccio) esiste sulle rive o un materiale roccioso unito, o un materiale
roccioso frantumato per varie cause (e spiegher poi che si tratta del
l azione del geli e del sole), e a frammenti angolosi o anche arrotondati
durante il trasporto. Il m ateriale roccioso, che forma i monti attorno
al lago, regolarmente stratificato ; 1 giunti o interstrati (chiam ati la
dini dai cavatori) posson essere larghi fino a tre dita e contenere anche
m ateriale diverso. Normalmente ai piani di stratificazione, la roccia
rotta da vene (fratture) disposte a distanze irregolari, aventi decorso
tortuoso ma dirette in complesso secondo la verticale; di varia pro
fondit e riempite di terra o di minerale di ferro (ocre).
Si noti la rigorosa esattezza di tali osservazioni, veramente mira
bili per il tempo In cui furono scritte, e impeccabili cos per rigore di
logica come per accuratezza di visione. (Gortani).
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La sponda bresciana da S. Giacomo fino alla citt di Riva quasi
verticale rispetto al piano delle acque del mare. Sulla sommit questi
monti sono intatti, poich minimamente su di essi hanno operato le forze
esterne, ghiacci e piogge. Per da essi sono stati frequenti i scivola
m enti di parti di rocce o di rocce intere.
T ali alture come si collegan con quelle del Bresciano, cosi si
uniscono ai monti del Tirolo : alla cima sono modellate a piccole pianure.
*
P. di Corlor e Riva Nanzel rispondono alla p. Per ed al sito di
Tensel, che il M. erroneamente chiama Tenzel.
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1 La punta di Gr segnata dal M arsili ad E della pen. di Sirmione, ed la sporgenza che pi si insinua nel lago in questo tratto,
bassa, triangolare. Le carte non la segnano con alcun nome.
Da questo punto savanza una breve serie di scogli che non giunge
a llaltezza della punta di Sirm ione: uno si avanza anche verso questa
penisola. T ali scogli sono rotondeggianti.
2 In queste tavole il M. vuole dimostrare che fra la punta di Sirmione ed il capo S. Vigilio e il vicino paese di Garda corre una linea
di tenue profondit. E difatti, due aree di minor profondit si avan
zano da S. e da N. abbracciando buona parte del lago. Queste aree
hanno poi qua e l brevi tratti a scogli o di assai minore profondit,
cos che s i pud supporre due coste non oltre i 35 m. protendentisi in
senso opposto e separate da un breve solco pi profondo.
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1 II M arsili pensa che la natura abbia dato alla cratera del lago
una determinata capacit e che in proporzione di essa siano le acque.
Cosi enunciato il concetto marsiliano pare ovvio. Per egli d alla
sua idea un significato di tanta prestabilita fissit che vengono escluse
logicam ente tutte le cause vere che hanno determinato il lago e ne re
golano la vita mutevole.
2 Qui ripete ci che ha gi detto nellH istoire physique de la mer,
e che non possiamo non considerare come una conquista dovuta al Mar
sili e da lui tratta dallesperienza.
Da pi scandagli nel mare aveva potuto constatare che le profon
dit maggiori erano presso le rive pi alte, e qui osserva che il fatto
si ripete. Perci considera come legge questa che gli risulta da tante
constatazioni.
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lago sino al principio del suo em issario pel M incio ascende alla
sola profondit di 12 piedi organizzazione datali dalla natura
perch questa m ole di acqua che risiede nel nostro lago rim anga
a quel livello che leconom ica disposizione ricerca per questo e
per g li a ltri laghi, che ho avvertito essere disposti alle radici
esteriori o ulteriori di queste A lp i dividenti l Ita lia dalla Rezia
e d a llE lv e z ia .1
La necessaria conservazione di questo livello, che la natura
vuole con un cos leggiero scarico costante dellacqua, si mostra
n ella m aniera che individuer, contro g lim petuosi venti da
qualunque parte che vengano.
Fra la punta d ellisola de F r a ti ed il Prom ontorio d i San
V ilio e fine della valle d i Sal, bench il lago iv i sia si molto
dilatato, con tu tto ci una profondit in esso, che occupa tale
spazio che variasi prom iscuam ente e che al parere mio pro
viene d alla vicinanza degli a lti m onti che sono nella linea di
M onte A g n ella parte B r e sc ia n a 2 secondo i l preso sistem a
che le profondit sieno regolate d allaltezza de m onti vicini,
perch approssim andosi verso Peschiera, tanto i profili che i
num eri nella m appa puram ente idrografica m ostrano la dim i
nuzione de fondi s per l am piezza che piglia il lago come per
esser cinto in ta l plaga d i m iti colli.
Da tu tti i profili si vede che il fondo dove il lago pi an
gusto fra le sponde bresciana e veronese pende verso la mede
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palm i 10, che sono passi 50, piedi 2, palm i 10, che paragonata con
1 altra d ella larghezza m aggiore del M incio, eh piedi 251,
palm i 8, che fanno passi 41, piedi 5, palm i 8, vi corre la diffe
renza di 8 passi, piedi 3, palm i 2 di m inore estensione che ha
lapertura superiore del M incio alla M adonna del Faggio,dov
il passo della B arca un piccolo m iglio sotto Peschiera, differenza
di poco mom ento, e da non considerarsi nellessenziale per i
ta n ti accidenti che ponno essere accaduti nel pigliare le misure,
e perch li p iccoli alvei con le ripe loro trattengono il moto delle
acque, onde sembra che la natura abbia com pensata la difficolt
del corso con quella poca m aggiore q uantit di larghezza che ne
confluenti presi insiem e sincontrano, ed ancora perch si com
pensa cos in parte la m inore profondit de confluenti, di cui
diremo in appresso.
Le tre profondit prese n ella settione del M incio, cio nella
sponda Veronese passi uno, oncie sette, e nel mezzo piedi 5, P. 3,
ed a lla riva bresciana piedi 4 P. 8: che tu tte assiem e fanno
P. 198: onde prendendo la terza parte che P. 66: cio di
piedi 5 P. 6, si ritrova la profondit media del Mincio stesso.
Ora stando ferm i a lli tem pi delle nostre osservazioni e parago
nando nella tavola le profondit d e confluenti stessi, si arriva a
questa media profondit del M incio di piedi 5 P. 6, onde se ri
fletterem o al m aggiore pendio, e per conseguenza a qualche mag
giore velocit che i confluenti ponno avere ed a lla maggior lar
ghezza de confluenti stessi (di cui si detto) potremo conclu
dere che presso a poco ta n t acqua scarica il Mincio dal lago
quanto quella che nel lago istesso viene da questi piccoli con
fluenti introdotta. 1
N e llalveo d ellistesso M incio si vedono ad ambe le rive i
segni, che l acqua difluente pel proprio alveo alle volte cre
sciu ta sino a quattro piedi, e come dir a suo luogo parlando
dei m oti d ellacque di questo lago, queste nella m aggior loro
crescenza crescono sul lago sino a tre piedi e mezzo, tre piedi,
1
Circa la profondit degli im missri e dellemissario, il M arsili trova
che le cifre coincidono : 5 piedi e 6 pollici, cio m. 1,77, onde conclude
che tantacqua si scarica nel lago quanta ne esce.
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due e sei o n d e, due soli, com stato nel verno passato del 1724
e 2 5 ,1 dove fu s gran siccit, prove tutte che a mio credere
m ostrano che l acqua, chesce dal lago pel M incio non <4he
quella parte forastiera condotta nel lago pe descritti defluenti
ftum icelli e rivi (toltane quella che il sole attrae); del rim anente
la m ole acquea indigena del lago forse non ha esito, avendola
co n stitu ita l autore della natura a quella quantit, chera ne
cessaria a lleconom ia acquea dentro la terra, e che a noi non
nota, ma bens conosciam o che da questo livello non vuol retro
cedere anche ad onta dellim peto de venti, come a suo luogo di
m ostrer, parlando d elle correnti in questo lago; e non senza
la probabilit forse che l istesso ancora succeda dentro de
mari, cosa che non sapremo m ai senza la m agnanim a benefi
cenza de sovrani m arittim i, che istitu iscan o a sue spese navi
osservatorie, con una istruzione uguale, e com une a tu tte, eh
quello ho esposto nel mio saggio fsico, e n ellaltra disertazione
a ll amico m io Boerhaave. 2
In questa tavola 'ho pure aggiunte tu tte le osservazioni che
ponno indicare la natura delle acque superficiali del lago, lito
ra li e de fiumi e ruscelli confluenti in essi, e le ho ritrovate fra
loro in tu tto uguali pel colore e sapore, alla riserva della con
fluente del rivo a Gans 3 eh era trobida e di sapore paludoso
come proveniente da terreni palustri della Lugana, ed uguali
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Fra il maggio ed il luglio si ha pi frequenza di suver e di ra.
Nel maggio del 1923 dice il Malfer si ebbero 20 suver ed ra
e nel luglio 25. Pi forti sono i venti di S. e sincontrano con il loro
contrario presso il capo S. Vigilio, vero punto dincontro. Per il Suver
riesce a conservare il predominio nella parte di lago pi stretta.
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zoili andava in tal decadenza che fra la 20* e 21 ora era quasi
una calma p e r fe tta .1
N ellestate non nasce e non dura con ta l ordine s perch le
calm e sono pi frequenti, com e ancora perch le nevi su m onti
di Tirolo mancano. 2 TI Su ver tu tto che d i natura rigida non
reca effetti cattivi alle delicate piante degli agrum i ed olivi per
ch di leggieri tocca ambe le rive del lago, quando 1 ra nel
verno, e particolarm ente essendo le pianure d i Lombardia co
perte di nevi, per altro di natura non cos aspra come il Suver,
fa alla riviera bresciana gran pregiudizio perch di angolo retto
la percuote, cosa che non si pu fare da g li altri venti, da quali
affatto coperta, o se attaccata, sempre leggierm ente, di modo
che un s bel paese p osto in clim a per se stesso freddo, e sepolto
fra l A lp i coperte di nevi per tan ti m esi d ellanno, e confinante
per tu tte le parti con altri per cos dire g elati, nel cuore del
verno gode aria amena, a cui aggiungendo larte d i coprire le
loro cedrare, collaiuto delle ben poste linee de m onti e degli
a liti del lago que popoli non ostan te la natura sterile del ter
reno vivono in una (patria beata. 3
Quando le osservazioni de venti fussero state il m io primario
soggetto in questo lago averei m olto di pi potuto tentare; ma
contento d i avere conosciuto q uesti per quanto esiger potea il
mio bisogno su m oti che causano n ellacqua del lago; non m i
sono pi inoltrato, anche per m ancanza d i tempo e strum enti,
ma sempre pi m i sono conferm ato per le addotte succinte os
servazioni che lumido gran pascolo de venti e come laridit
un annientam ento di e ssi; e per questo la forza del sole distrut
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CAPITOLO QUINTO
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strato possa uscire dal lago, che al parer mio non che quella
piccola q u antit che viene portata da fiumi e rivi descritti, e
perch ci possa seguire con un ordine costante, anche la natura
ha fa tto un alveo che si vada inalzando sulla m aggiore pro
fon d it di 340 passi o piedi 2040 sino a quella dell em issario
ch d i p assi 2 e piedi 12, come pi chiaram ente si vede nel
profilo della, lunghezza del lago d escritto nel capitolo della
struttu ra organica del medesimo. Q uesto moto tanto leggiero
che per ogni m inim o vento se ne perde affatto la cognizione ben
ch a llem issario suo, che il principio del M incio pi volte men
tovato, sempre si veda pi e meno il corso d ellacqua causato,
secondo me, in quel caso dal peso della mole superiore del la g o .1
La seconda specie di questi m oti costanti naturali quella
che viene causata dalle sorgenti n atu rali sopra e sotto dello
rizzonte delle acque. A ppresso del villaggio di Cassone un tiro
di fu cile dal lago al pi della quasi m aggiore altezza d i m onte
B ald o abbiamo quella sorgente che parlando dellacque con
fluenti nel lago enunciai, la quale ci m ostra come sotto d elloriz
zonte d ellacqua del lago anche sortiscano, ch quello anche ve
diam o in ta n ti siti d ellAppennino, quando fra il mare e radici
di essi m onti vi sieno interposizioni di continenti che dalla
parte del M editerraneo vengono chiam ate maremme pel rista
gno che vien fa tto per ta li acque senza libero scolo nel mare
im pedito da venti, come le altre dellA driatico si chiama valli
e p a lu d i.2
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corso delle loro acque in quelle del lago sono di poca estensione
e quasi di nissun conto ed incapaci di resistere ad ogni mediocre
contrasto de venti.
I m oti di crescim ento e decrescim ento e stato delle acque
nel lago hanno la loro direzione, come d issi, dalle pioggie e li
quefazioni delle nevi che si scolano da quelle terre pendenti
verso del lago, fra la m oltip licit o scarsezza di quelle acque, che
hanno le gi descritte stagioni, per l augm ento, stato e dim i
nuzione della pi volte m entovata poca quantit di acqua, ch
quella unicam ente sottoposta a ta li variet, m entre la propria
e vera del lago, fa tta dalle sorgenti laterali e verticali, non esce
dal suo sodo e naturale livello prescrittole d alla n a tu r a .1
T u tti li m oti cau sati da venti sono in costan ti e variabili se
condo lincostanza e variet di essi fra loro, causando con le
loro im pressioni ta n ti diversi m oti; vero che uno pi abi
tuato d ell altro in certe stagioni, com e di sopra ho notato.
Quando questi m anchino si fa una somma calma, che tiene im
m obile l acqua, detrattone quel tenuissim o moto suo verso di
Peschiera, e quello che alle volte1 nasce per il gran caldo. 2 S i
pu pur presupporre che certi im provvisi m oti a m olti piedi
sotto della superficie d ellacqua provengono da sotterranei venti
che sbocchino nel lago senza che n ellam biente spiri un minimo
vento, se pur non fossero m oti causati da sbocchi im provvisi
d ellacque sorgenti sotterranee dentro del lago, che per al dire
de pescatori non alzano punto il livello dellacqua del lago, ma
solo predicono m utazioni gagliarde dei tem pi. 3
78
I raggi del sole cocenti, ho dim ostrato, che pur essi cagio
nano m oto in poca profondit dellacqua superiore, che da quelli
rarefatta si alleggerisce di peso, come ho detto n ellesame d ella
natura di essa, e questa istessa rarefazione per mezzo del sole
causa il moto che p iglia un corso di corrente verso di quella
parte, che ritrova nella parte superiore dellacqua qualche spe
cie di d e c liv io .1
S e la m ia dim ora fosse sta ta pi longa alle rive di questo
lago, per certo avrei sopra d i questo fa tto m oltissim e osserva
zioni per potere forse prendere qualche lum e da spiegare la
corrente del mare, che in m olta p rofondit attorno dello sco
g lio di C asidagno 2 in faccia di Cassi, territorio d i M arsilia, si
gira secondo il moto del sole, dove i raggi del medesimo non
possono penetrare a quellacque profonde che con ugual giro
d el sole corrono, come siegue nelle superficiali del lago. In que
sto sito dentro del mare ta li correnti si distinguono pescando il
corallo che vegeta in esso scoglio, che si pu appunto fare nei
m esi di lu glio e dagosto.
T ali osservazioni, che non hanno la corrispondenza daltre
in siti diversi, e nelle stesse stagioni, non lasciano altro luogo
che di riferire l osservato. A bbiansi i posteri il ratiocinio col
fondam ento delle considerabili corrispondenti osservazioni.
I m oti superiori nel lago causati da d escritti diversi venti
m etodicam ente obbligano a diverse profondit a ltri contram oti,
che con pi celerit in esso si osservano per la di lui piccola
esten sion e in lunghezza e larghezza. U n ta le inalterabile sistem a
un ito a lla ltra osservazione che quando vi calm a perfetta nel
IL LAGO DI GARDA
79
lago, egualm ente anche tu tte quelle correnti solite contro del
moto de venti non vi sono, perch cessati li venti, causa de moti
superficiali, anche g li airi di sotto in 24 o 30 ore cessano, e
tu tta la m ole dellacqua del lago si m ette in perfetta quiete, e
tran q u illit, alla riserva di una di quelle descritte estraordinarie
e rare e brevi correnti di sotto, che predicono m utazioni d i tem
po ; 1 c insegna che l acqua di questo lago ha il suo stabile e
naturale livello corrispondente a lla m ole acquea conservata
nelle viscere de m onti e terre circonvicine, come l intero m are respettivam ente a tu tta la m ole terrea del mondo. N el mare con
m aggior forza e per lunghissim e estensioni soffiano come nel lago
i venti, che cacciano a lla parte opposta le acque e senza la resti
tuzione a siti da dove partirono, si farebbono som m ersioni e non
vi sarebbe m ai l indispensab ile livello rim esso da questo contra
moto. 2 Losservazione m ia d ella contracorrente inferiore a lla su
periore del Bosforo Tracio sarebbe forse con questa osservazione
del lago spiegata m eglio che con quella che in tenera et stam pai
e che rende probabile forse che dentro dello stretto di G ibil
terra sia un egual contram oto di sotto a lloceano, che ivi tenga
il necessario livello con la restituzione di quelle acque, che per
di sopra vanno al M editerraneo. 8
Qui non sar soverchio accennare che questi m oti causati da
venti nelle parti superiori de m ari e la dim ostrata necessit
1 Se i venti non determinano moti superficiali, le parti profonde, ces
sati gli effetti dei moti superficiali (e gli effetti durano poche ore), si
tranquillano, ed il lago diventa placido specchio. Solo persistono brevi
e rare e straordinarie correnti subacquee che denunziano mutamenti di
tempo. (Si veda il Malfer nei paragrafi V ariazioni di livello e C orrenti,
op. c., pp. 66-71).
2 Se nel mare il che deve verificarsi anche nei laghi __ non avve
nissero i contramoti che restituiscono ad una parte le acque portate dai
venti altrove, allora avverrebbero sommersioni e si turberebbe il natu
rale livello.
3 E osservato il fenomeno, ma non data la causa esatta. Sul Bo
sforo Tracio lopera stam pata fin dal 1681; sullo stretto di Gibilterra
si veda la mia pubblicazione Intorno alla lettera al Boerhaave in buona
parte pubblicata (Annuario del R. Liceo Scientifico A. R ighi - Bolo
gna, 1929-30).
80
PARTE SECONDA 1
fi
sono
per la
82
IL LAGO DI GARDA
83
84
1
Non possibile dare indicazione esatta di quanto possono ritenersi
certe piante che possono tuttora venir attribuite alle Caraeee.
Siamo nellepoca in cui taluni autori, come nel caso presente lo Zannichelli o il Pontedera, seguivano ancora la denominazione polinomia,
altri invece, come il Vaillant, la binomia. Come si sa spesso litigioso il
riconoscimento specifico di queste crittogame e non poche volte non si
potr esporne una identificazione se non in base alla uguaglianza degli
epiteti specifici se conservati nella specie come oggi intesa : Qui dunque
1 Hyppuris aquatica fetida, polysperma, cosidetta dallo Zannichelli
con probabilit corrisponder a Chara foetida A. Br. oggi unificata con
Chara vulgaris Linn. Gli addotti sinonimi di C. Bauhin e del Vaillant
sono tenuti tuttora per tali.
Ch. vulgaris venne gi notata per il Benaco dal Garbini (op. cit. p. 11)
per la spiaggia sommersa, certo compresa in quella formazione che il
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paragone con altri vegetali scoperti nel B altico dal Boerhave, forse dalla
Chara baltica Bruzel., starebbe a dimostrarlo.
Nessun criterio pu ottenersi dallaver osservato la pianta con o senza
fruttificazioni avvenendo tutto questo sia nelle Citare quanto nelle H ip
puris.
Un fortissim o criterio per appigliarsi a l ultimo partito che non
possa cio trattarsi di una Chara rimarrebbe considerando la figura che
ne diede il Segujer (PI. Veron., t. I, p. 103, t. II) che certamente va rife
rita a H ippuris vulgaris L. sterile sia per il portamento della pianta,
sia per la presenza delle radici ad ogni articolo del rizoma prova evi
dente del suo carattere di Fanerogama. A questo proposito anzi il Goiran
che dice H. vu lgaris frequentissim a nel lago e in tutto il Veronese vi
avrebbe attribuito a questa specie del V aillant ambedue le H ippuris de
scritte dal Segujer.
Ma per laltra va fatta riserva come s detto nella nota che tratta
della prima delle specie del Marsili. Non basta : vi dovette attribuire la
pianta descritta sotto il genere Limnopeuce dal Segujer medesimo (suppl.
Tom. I l i , pag. 64) Hum ilis quaedam pianta in fundo lacus Benacensis
proveniens , nome che questo autore sostituisce a quello imposto alla
figura AeWHipp. subcinerea. Bim ane ehe il Segujer per non fa men
zione del nome di scola.
Non da escludersi infine che al Marsili sia potuto sembrare una
sola pianta un groviglio di Caraeee e di H ippuris che sono concrescenti;
a questo farebbe pensare leccessiva fragilit quando siffatte piante erano
disseccate.
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piede dal quale nasce il fu sto prim ario sottile come seta che
con a ltri filam enti diram asi senza una m inima foglia, i quali
nei tubi hanno grani di sem i uno appresso dellaltro nella forma
non d issim ile dal B alth eu m m a ris b a lth ic i e si come a quella
p ianta danno i B o ta n ici nome d i fuco, pensasi che fosse bene
il chiam are fuco anche questa.
A lid i del m are batavo, ed in specie nellisole di Tessei,
trovai fra le m olte specie di fuchi quella del m entovato B a i
theum ma/ris altM ci, come ho d etto n ell ultim a dissertazione
a Boerhaave, ed ebbi m olti indizi Che ne siti de sem i fossero
fiori v isib ili, quando di fresco il mare gli gettava. H o com
m esso nel m edesimo lago pi diligenza per osservare quei fiori
che non ho veduti fin ora. Q uesti semi, come sono nella figura
rappresentati, g li trovai ne m esi dagosto e di settembre, ma
inoltran dosi la stagione a llautunno vidi le seole senza alcuno
di questi, perch g li avevano probabilm ente g e tta ti nella so
stanza lotosa. H o chiam ata questa p ian ta repens, perch per
tu tto il tratto d ellestensione dessa, ho ritrovate piccole radici
che g li danno, dal lato dove sono, lalim ento serpeggiando per
esso.
Lottava fu ritrovata sopraequa fiorita in un seno di isola
il d 19 settem bre 1724. Q uesta chiam asi R am m cu loides foenicu li fo lio longiore. V a ili, nov. gen. in A ct. Reg. Acc. P aris,
anni 1719, edit. B at. 49. R an un cu lu s aqu aticu s a ltu s flu itan s
P eucedani folii. H. L. B. 514 Tav. 291 M illefolium aqm tticum
fol. fen icu li R anu ncu li flore e t cfppitulo C. B. P in. 1 4 1 .1
1
T rattasi quasi senza dubbio del Ranunculus trichophyllus Chaix, il
pi comune dei congeneri anfibii appartenenti alla Sezione Batrachum
lungo tutta la sponda del Lago di Garda (Goir., II, p. 14).
Ora ritenuto una semplice variet del R . aquatilis L. di cui non
presenta giam mai leterofillia specificata per la stazione terrestre e ac
quatica come il tipo. Il Garbini in fatti (op. cit., p. 10-11) cita ambedue le
forme e anche quella di R. D rou etti (F. Sch.) Rouy, ora ritenuta variet
di R. trichophyllus non ancor segnata nella flora italiana e neppur vero
nese ove sar da riconfermarsi (Cfr. Rouy Consp. FI. de France, Paris
1927, p. 5). Unultima prova che si tratti di R anunculus trichophyllus
Chaix si il riferim ento che il M arsilii fa di questa pianta a Millefo-
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92
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quae ut B ritan ni loquuntur, fluviis innascatur, spongia appellatur fluviatilis, anfractuosa, perfragilis, ram osissim a P luk. Phytol. Componitur haec fibrillarnm fascicu lis inter se denso or
dine congestis atque com plicatis inter quos anfractus relinquuntur quos u tricolis aqua plenis in viva stirpe referios e x i
stim o ideoque fllam enta non nulla quibus utriculi contexebantur soluta cernere licet. Coloratam hanc esse spongiam expicta im agine apparet, qui color ab aqua fit coloratis particulis
feta, hinc ea quam compressam m isisti, in pallorem languescit
effluxerant si qnidem cum aqua subrubra corpuscula. Hoc tamen coloris discrim ine apposito, ipsam definiendo com plectare .
Cos avendo io riguardo anche al colore la definisco sponcjia la
cu stri# su brubra friabili*.
Essendom i questa arrivata nuova nel lago, non avendola ve
duta fuori che nel mare, fu i curioso di fare quelli sperim enti
che potei nellangustia dei mezzi. Sprem etti da questa spungia la sostanza fluida chera in essa, Svelta che fu d al lago,
che aveva il colore di caff chiaro con un odore soave d i marea,
che accostavasi a quel di m enta. In due vasi a parte posi que
stacqua sprem uta. In uno m ischiai dello spirito di vetriolo,
n ellaltro dellolio di tartaro. N el primo parve un insensibile
ebullizione, nel secondo l olio tu tto unito precipit a basso, te
nendo sopra di s lacqua sprem uta, che poi con un lungo dibat
tim ento feci assiem e incorporare, e lo lio venne a galla. La
scia ti per ore 24 questi ne loro vasi, quellacqua chera collo
sp irito di vetriolo prese colore come di vino nuovo bianco tor
bido e dava un odore erbaceo gentile. Laltra collolio di tar
taro prese un colore terreo scuro e dava odore d i marea forte
come di gam bari p u tr e fa tti.1
1
E ancora possibile seguire questa rozza operazione chimica. Il li
quido cos spremuto sar stato carico di sostanze proteiche provenienti
dalla parte vivente del porifero. Trattato con lacido solforico e sotto
posto perci a violenta ossidazione le sostanze suddette subirono una scom
posizione con svolgimento di un gas probabilmente di anidride carbonica
e di vapor acqueo. Ci che rimase, spicole silicee, membrane cellulari
meno facili ad essere scomposte non subirono quel processo degenerativo
94
IL LAGO DI GARDA
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Solam ente nel tempo autunnale potei sapere elle nel forte
d ellestate, ed in specie in poca profondit nello spazio del
lago pi ampio 1 sincontrino palle di una sostanza di glutine
96
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98
IL LAGO DI GARDA
99
questi pesci vengono ora riuniti sotto il nome di Aiosa finta (Jenyns)
Cuv., un pesce anadromo ma che, naturalizzato nei laghi, venne dal Fatio
ritenuto costituirne la var. lacustris. Oltre le classiche ricerche del Pa
vesi, si potr trovare una sintesi sulla biologia di questo pesce nella
Fauna del Garbini (pag. 36S, 13) e una descrizione completa, anche dal
lato geografico pescatorio, nel gi tanto citato libro del Malfer (Il Benaco, a pag. 131).
Questultimo autore attesta che il giudizio popolare non ammette que
sta identit dindole sistem atica.
Per il pescatore la sardena pesa meno di 3-5 hg., e 1 agon in
vece di pi e raggiunge il chilogrammo.
100
IL LAGO DI GARDA
101
1
Anche in queste osservazioni si risente della costante collaborazione
avuta dal Marsilii coi pescatori ; notevole per l esattezza quindi lapprez
zamento, che il Marsilii dice inizialm ente fatto in base ai suo studi sul
mare, che ogni qualit di pesce preferisca un determinato letto per la
frega : o la ghiaia o la rena o la roccia o il limo. Ed ancora che tale
consuetudine si trovi perpetuata dal sguito delle generazioni e non
soffra eccezione dindividui.
Per molte delle specie pi redditizie cos le stazioni d frega anche
sul Benaco divengono dei luoghi fissi e ben noti sovrattutto ai pescatori
di mestiere. E ssi gi fin da quel tempo pagavano un contributo per lap
palto della pesca o alle loro communit o al principe secondo anche
quanto risultava al Nostro ; ma fin dallepoca medioevale esisteva un
diritto di pesca, anzi il Malfer (La Corporazione degli Antichi orignarf
di Garda - A tti Acc. di Verona (1924), pagg. 9-46) ne tesse la storia
di quello esclusivo che i pescatori fino dal 1452 cercarono di stabilire,
accompagnando lo studio di preziose notizie toponomastiche delle regioni
lacustri antiche e recenti e specialmente della riva prospettante Garda.
Ci lo induce anche a descrivere i metodi e gli strumenti come oggi
sono usati.
102
e del freddo, che variam ente sono nelle diverse altezze dellac
qua, e che sopra m ostrai col barom etro ed a ltri sperim enti col
sughero.
Or veniam o precisam ente alla m aniera con cui segue questa
operazione detta Prega.
In circa un mese avanti che la fem m ina di ogni sorte di pe
sce faccia lespulsione delle ova, solito che segua un accompa
gnam ento col maschio, pel qual tempo cadono in una somma m a
grezza e perdono le carni il loro gusto non meno che i loro vivi
in tern i colori, come accade nei carpioni e nelle trute che a suo
luogo dir.
La fem m ina in questo tem po desiderava di trovar in quei
s iti delle Freghe un sito a le i pi congruo, ciecam ente conduce
il m aschio che la siegue desideroso di accostarsele, guizzandole
attorno con carezze e con una specie anco di baci che partico
larm ente nei cavazini o cavedini si veggono pi che in altri,
perch dentro delle fiumare confluenti nel lago fanno in poca
profondit tu tto questo raggiro che probabilm ente in tu tti g li
a ltri l is t e s s o .1
Quando la fem m ina abbia trovato un sito pi aggradevole
per deporre il parto delle ova 2 com incia a preparare quello anche
con laiuto del m aschio, servendosi del grugno particolarm ente
su la durezza delle pietre spogliandole di quella tartarosa cor
teccia e rendendole quasi albeggian ti ed al tatto liscie come io
m edesim o vidi nella frega iem ale delle trute fra Peschiera e
Sirm ione. Se la fem m ina una di quelle specie appetente larena
so ttile, la pesta per premervi sopra il ventre da espellere le ova
e per collocarvele, com ponendosi una certa foggia di nido.
In questi preparati siti e dalla fem m ina ed anche dallopera
del m aschio con lei accom pagnatosi si prepara a scaricar le ova,
1 Anche il Garbini (Fauna, pag. 36816) nota che per questa specie ci
salpina Squalius cavedanus Bonap. la frega avviene poco lontano dalla
sponda e il M alfer ancor pi dice che vi convengono anche quegli indi
vidui che sono i pi che solitam ente stanno al largo e che tal funzione
avviene a S. Marco verso la fine dAprile (Il Benaco, p. 274).
2 A dire del Garbini ogni femmina di Cavedano porta circa cinquan
tam ila uova che si schiudono in 8-10 giorni (vedi : Fauna, pag. 368le).
IL LAGO DI GARDA
10B
104
1
Inutile il soggiungere come il non esser soddisfatto di quanto po
teva raccogliere dai pescatori sul perch le varie specie di pesci prefe
riscono un modo di fecondazione delle uova piuttosto che un altro e come
ogni specie abbia un luogo preferito facesse prorompere il Marsili in
questa lam entela che pu aver anche una base nostalgica dei suoi studi
sui mare.
Per egli suol sempre mantenersi fedele al suo punto di vista, gi
tante volte qui espresso, della corrispondenza che devesserci intera tra
i fenomeni del lago e quelli del mare. Anzi non se ne diparte neppur
quando invoca i fenomeni di caldo e di freddo a giustificare tali feno
meni di predilezione biologica, giustificazione non sempre da ritenersi
sufficiente almeno da sola.
IL LAGO DI GARDA
105
egli sia una sarda della m aggiore grandezza ; onde tal pesce ra
gionevolm ente non dovrebbe porsi in ta l classe. P ure ci pu
essere controverso dalli scrittori, che quantunque per la som i
glianza della sarda con lagone sospettassero che fossero una
cosa medesima, per non lassicurano. I l Gesnero dice: Sardellae ex Benaco admodum laudantur a P latina, qui hos pisciculos
ab agonis diversos assim iles tam en facit. Quaerendum sardellae
et A gones seuagoni aetate tantum differant ; ed in altro luogo
A gonos Romae m utare nomen postquam sa lsi sunt et vocari
sardenas .
Io
pertanto ho pensato di porre qui il processo della sarda
sino a llagone inclusivo.
La Sarda pi piccola ha il nome di scarabina. N ellannessa
tavola 17a la figura prim a m ostra la di lei grandezza e colore
sul dosso verde m isto di un aurato iride che n ellaccostarsi al
ventre cede in un bianco pellucido argenteo bellissim o, colori
costan ti fino che passi allo sta to di agone. Questa scarabina 1
nacque nel mese di m aggio e n ellottobre venne a tal crescimento. 36 di queste form ano una libbra.
La figura seconda ne dim ostra una pi avanzata della pre
cedente quasi tre m esi e ve ne vogliono 12 a fare una libbra;
questa siccom e la prima senza macchia nera.
La 3a rappresenta la sarda chiam ata n e r e lla ,2 perch comin-
106
sei-sette per lato. N elladone e nella cepa arrivano a 10-12 pure per lato
presentando fino a cm. 1,5 per 1,3 di diam etro.
Con piccole differenze, dovute a diversit di descrizione, troviamo
esposti analoghi i fa tti che riguardano la pigmentazione dei ClupeTli.
1
Qui esiste una pi apparente che sostanziale contraddizione con
quanto si esposto prima. Si tratta di distinzioni evanescenti di forma
e, pi che tutto, di dimensione dove ci pu essere impressione individuale.
IL LAGO DI GAKDA
107
1
A dir vero non risulta che l 'Aiosa, il cui cibo ordinario consiste di
crostacei lim netici, come qui sembra dire anche il M arsili in certe occa
sioni, secondo il M alfer (Benaco, p. 139) ne distruggerebbe fino a cin
quantamila al giorno (1-2% g.), si nutra anche di Spongille (vedi
quanto a proposito di questa Panata vien detto nel capitolo pre
cedente) pasto forse poco utile a un pesce eminentemente migratore e
che per lo pi vive nel gran lago.
108
tan te nei siti delle lor freghe che non sarebbe possibile il con
sum arle s fr e sc h e .1
Il naturale di questo pesce li conduce a deporre le ova in
quei so liti siti pieni di pietruzzole su la riva del lago, a segno
che non hanno sopra di loro un mezzo dito di acqua, dove a
truppe vanno a far la loro frega, restando in gran numero di
essi depredati da pescatori.
In quei siti si veggono le pietruzzole coperte di ova o nate
o da nascere, ponendovele sopra prom iscuam ente. Il loro cibo
dicon che siano l erbe o quella m ucillaggine che sopra di esse
si forma. Il loro gusto un poco am aretto. N ellautunno discen
dono a l basso del lago in siti cavernosi cam minando, e vivendo
a schiere numerose, ed i pescatori anche nel verno le insidiano
con gran reti per averne da m ettere negli am i da pescare i
carpioni, uso da pochi anni in qua introdotto, come a suo
luogo dir.
1
Qui v confusione, almeno di nome, fra lAlborella (Avola, Aola),
Alburnus A lborella de Filippi e la Sanguinerola (Sanguan Temal, dei
rivieraschi) che a colpo d'occhio se ne distingue, non fossaltro per la
lunga linea sui fianchi longitudinali scura e marcatissima e che pur es
sendo un Oiprinide ne genericamente distinto, il Phoxinus laevis Agass.
Pure questultimo ottimo pesce da friggere ma, a differenza delle sapo
ritissim e ole , la cui pesca rasenta le due tonnellate annue e sempre
vive in branchi enormi, si pesca di rado col bertovello pochi chilogrammi
alla volta, per lo pi di notte (Vedi : Malfer, Benaco, pag. 363). Questa
Sanguinerola ben distinta dal Vairone che pure suo congenere almeno
per quanto pensava anche il M'arsili su la scorta del Rondelet e del
Gesner. Il Garbini (Fauna, pag. 36816) m ette sotto il gen. A spius lAlbo
rella e sotto Leuciscus, il Vairone e la Sanguinerola.
Pi difficile riesce a comprendersi invece perch il Phoxinus Bellonij
dellAldrovandi possa essere stato attribuito dal Marsili come sinonimo
all'Alborella, col muso mozzo che presenta la figura originale qui citata
dell'opera De piscibus et cetis . Non vi ha dubbio che si tratta invece
del Vairone.
Considerando invece il sinonimo di Phoxinus M arsili, specie dello
Heckel, oggi relegato nella sinonimia della Sanguinerola (Canestrini,
Pesci, nella Fauna dItalia, pag. 17) si confortati dalla precedente opi
nione che il Marsili confondesse come sinonimi la Sanguinerola con lAl
borella e non il Vairone.
IL LAGO DI GARDA
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IL LAGO DI GARDA
111
Il Magnarone il Cobes flu viatilis Rondel. 203 1 Cottos fluv ia tilis Gesn. Gobus flu viatilis capitatus Aldrov. 612. Questo
frega nel mese di marzo sotto di sassi o d i rupi ed anco attacco
alla riva e si pasce di ci che lavola.
I l V a r a n e 2 il Phoxinus Rondel. P. 2. 204. Gesn. p. 283.
P hoxinus prim u s Aldrov. 619. Frega nelle paludi e fondi del
lago. Questa frega la pi fertile di tu tte perseverando copio
sissim a per m esi 3. Tal pesce vive di erbe, pescetti e sue ova.
I l verno si ritira in 20 o 30 passi dacqua ne siti.
Il
Temolo o Gobbo flu via tilis, Rondel. p. 206. Gesn. 285 A l
drov. 612, frega per lo pi nelle acque correnti e si pasce di
quel che Favolai. 3
112
I
d escritti fin qui sono della classe de minori. Veniam o a
m aggiori.
LA gone gi descritto nel processo che ho posto della sar
della.
L Orata del lago non 1 ho mai vista, ma per relazione de
p escatori l istessa di quella che si trova nelle paludi sal
m astre, delle quali parlano g li autori, che sono le medesime con
quelle delle acque dolci. Aldrov. Unii e nobis Bononiensibus Comachium aurata subm inistrat, imo vero dulces quoque aquas .
S i deve per notare che tan to il Gesn. quanto lAldrov. fanno
m enzione di una specia particolare di aurata che da loro viene
detta aurata P adi. Cos pu darsi che queste del lago sieno di
quelle che nel piccolo stato loro pel Mincio fuggono dentro di
esso. Questo pesce frega vicino a Peschiera su llerbe ed abita
per lo pi verso le bocche dellistessa Peschiera. S i ciba di
erbe ed altre cose, che trova in a c q u a .1
La Scardeva frega nelle paludi e fondi del lago e tu tta
1 estate sta vicino a questi siti paludosi. Quando principia ad
irrig id irsi 1 aria ed acqua r itir a si n ell altura di a cq u a .2 II
verno non se ne prende veruna, si ciba di ci che l orata.
IL LAGO DI GARDA
113
Il
Carpione il pesce che rende fam oso questo la g o .1 sopra
tu ttaltri, pretendendosi che n egli altri non siavi. V i sono per
alcuni che vogliono che nel lago di Ocrida n ellA lbania ve ne
siano, come io nel lago di Zug n ell E lvezia ho trovato pesci
m olto som iglian ti al cai-pione, specialm ente nelle carni ros
s e g g ia c i, e di un sapore anco pi grato del carpione, che non
pregiate per aver troppe spine. Oggi vien detta Scrdova ma in dia
letto ancora Scrdeva, Scardoa .
E esatto che predilige per la frega la palude e il fondo del lago per
ch attacca le uova alle canne.
Vve a branchi di m igliaja, assai sensibile al cambiamento di tempo
ed esattissim a l osservazione che durante linverno le Scardove vanno
nelle acque profonde donde risalendo alla superficie spesso muoiono la
sciando traccia del loro passaggio. (V edi: Garbini, Fauna, pag. 36518, sub
Leucisco ; Malfer, Benaco, pag. 282 e seguenti).
1
Gi al tempo del M arsili si riteneva che il Carpione fosse una
forma propria del Benaco. Quantunque Linneo ne avesse fatto dopo una
specie indipendente Salmo Carpio come pur attualm ente ritengono i pe
scatori, cui sarebbe impossibile dar a credere che due pesci che hanno
abitudini ed anche aspetto cos diversi come questo e la Trota avessero
ad avere un cespite comune. S i propende oggi col M arsili a credere che si
tratti di un endemismo caratteristico per adattamento della Trota, Salmo
lacustri Linn. e ristretto a l solo bacino del lago idi Garda. A differenza
della Trota che migratrice, cacclatrice, anzi predatrice audace di tutti i
pesci che appena presentino dimensioni minori fino al pi efferato canniba
lismo, il Carpione si nutre di piccoli crostacei lim netici e di Spongille.
Patto questultimo che not anche il M arsili che giammai ebbe a trovare
un pesce nel tubo gastro-enterico di quegli esemplari di Carpione che ebbe
a sezionare. Ma oltre il fenomeno della diversit del cibo abituale vi
che la Trota raggiunge dimensioni assai superiori (nel Benaco 15-18 Kg.)
laddove sono eccezionali i carpioni che superano il chilogramma di peso.
La frega della Trota avviene sulle ghiaje di fiumi influenti ed emissarii
o poco lungi dalle rive ad acqua bassa ; quella del Carpione avviene nella
parte profonda del lago in posti ben determinati e ben noti fino dal tempo
del M arsilii che li segna anche sulla mappa idrografica premessa allo
studio.
Non certo agevole controllare se veramente ci sia il Carpione nel
lago dOchrida in Albania che a tu ttoggi assai poco noto per quanto
riguarda la pesca. Ma quelli che il nostro Autore diceva di aver trovato
8
114
nel lago di Zug e che per squisitezza delle carni afferma non cedere al
Carpione, forse non sono stati altro che individui di Trota argentina ,
una variet quasi sempre sterile della cosiddetta Trota di montagna
(vedi: Plehn-iScotti, I pesci del mare e delle acque interne (1909), pag.
334, Tav. 18, fig. 3) dal ventre bianco lucente che pu essere confuso con
quello bianchiccio che proprio del Carpione. Ne differisce per i piccoli
punti neri che son sul dorso, ma trattandosi di caratteri accessori facile
che al Marsilii non siano rim asti nella memoria per il confronto. Coinci
derebbe anche il fatto delle dimensioni ridotte comune alluna e allaltra
forma. E questo e il fenomeno della minore vivacit in confronto della
Trota tipica dei laghi lasciano supporre che in un caso e nellaltro si sia
in presenza di specie di adattamento ; questa del Carpione di natura pret
tamente locale con modificazione persino delle abitudini riproduttive di
venute pi frequenti ; quella della Trota argentina di indole involutiva,
interessante lattivit riproduttrice che fu riconosciuta in questo ultimo
tempo non m anifestarsi che di tratto in tratto a l risalire che fanho coi
branchi dei congeneri per gli influenti dei laghi. Unico ostacolo a rico
noscere una certa affinit esteriore fra Carpione e Trota argentina si
avrebbe nellaffermazione del M arsilii che tal pesce non si trovava che
nel lago di Zug, laddove la Trota argentina oggi presente in tutti i
laghi della Svizzera ; ma pu essere stato tanto uno sbaglio di informa
zione quanto un essersi quel pesce propagato da un lago allaltro soltanto
negli ultim i tempi.
Il
nome di Rutilo ora conferito a Lauciscus ru tilu s L. delle acque
dolci dellEuropa centrale e salmastre del Baltico. Non si sa con quale
fondamento il Pollini (Viag. al L. di G. etc. (1816) pag. 21) cita un Cyprinus ru ttilu s per il Benaco. Nessun pesce del suo genere si pu ritenere
propriamente del lago. E un pesce assai diverso dalle Trote, dalle pinne
rosse, un ciprinide come il Pigo e come quello ha carni insipide ; non
dunque da confondersi con questo salmonide del lago di Zug saporitissimo
cui allude il Marsili.
Che il Carpione sia possibile che riduca la sua voracit al tempo della
IL LAGO DI GARDA
115
frega ma che sm etta di nutrirsi del tutto dubbio. Certo invece che
oltre alla p a n a ta (Spongille) risale subito dopo a nutrirsi di micror
ganismi lim netici degli strati superiori del lago e frega due volte. La
prima accade di Dicembre e Gennaio, laltra di Luglio e Agosto. Qui dal
M arsilii poi esattam ente riconosciuta laccentuazione dei colori tanto
nella fem mina quanto nel maschio del Carpione durante il periodo degli
amori molto meglio che allepoca del Pollini (Viag. al L. di G. (1816),
pag. 81), tempo in cui si ebbe il coraggio di descrivere due specie 8. Car
pio per il maschio e 8. unibla per la femmina (Vedi : Garbini, Fauna,
pag. 368M) dello stesso Carpione. Il M alfer (Benaco, pag. 100) ampia
mente con la sua pratica del lago di Garda da provetto pescatore qui
accennerebbe a voler mantenere il carattere specifico al Carpione (Carpi
ver. riv., C-arpi bresc.) basandosi sullincerto lim ite del concetto di specie
e sul valore di taluni caratteri anatomici differenziali ; si troverebbe cosi
per questo particolare in contrasto col M arsili che a sua volta si accor
derebbe col punto di vista del Fatio, del Pavesi e del Garbini (vedi
Fauna, pag. 36814) che non ne fanno che una variet acclim atata : Salmo
lacustris L. var. Carpio (L.) v. Sieb. secondo anche il parere di Heekel
e Kner.
Il
Canestrini erroneamente riporta (Fauna dItalia, Pesci, pag. 23-24)
che il Carpione abbia a trovarsi in vari bacini lacustri del Veneto e della
Lombardia e che di 11 soglia discendere al mare. Deve esser successa una
confusione con quella forma di Trota che veniva detta Salmo F ario L.
giovanile e fluviatile, pur essa nota per le carni saporite e rosee.
116
IL LAGO DI GARDA
117
118
Il
Barbio 1 frega in tu tte le rive e si ciba di ogni sorta di
p escetti e di erba. Per tu tta l estate guizza tra lerbe e poi nel
verno si perde. S e ne vedon rarissim i allora e questi p igliasi
in alto tra caverne del lago.
La T inca 2 frega a ll altezza d i 3 o 4 passi, e pon sempre
n ellalga suo nutrim ento, e vive in acque di 10 e 15 passi in
circa.
Il
Luccio 3 frega di m arzo e finisce in due m esi, poi va a
nodrirsi, dove lerbe sono pi grosse, e cibarsi di ogni pesce.
1 Barbus plebejus Val. dal quattro cirri carnosi intorno alla bocca per
giustificarne il nome secondo il Garbini (Fauna, pag. 368w) la forma
meridionale di montagna del B. barbus (L.) Agass. Secondo il Malfer
(Benaco, pag. 249) invece 'deporrebbe le sue uova dal maggio al luglio
allargine o sui pianori a fondo ghiajoso-sabbioso alla profondit da 2 a
5 metri. Ogni fem mina depone da 8 a 25 mila uova che mangiate dnno
fenom eni di avvelenamento, fatto infrequente per gli altri pesci in cui
le uova sovente costituiscono la parte pi delicata.
2 Tinca vulgaris Cuv., il pi caratteristico dei pesci erbivori ; anzi il
Malfer (Benaco, p. 225) descrive una sorta di mimetismo del colore, pi
chiaro destate con maggior luce, pi scuro laltro tempo e nei giovani
che stanno pi nel profondo. La fregola di giugno o luglio avviene fra
due e 15 m. segnatamente sulla sponda meridionale ed anche fra i can
neti e le giuneaje ; ogni femmina porta da 250 a 300 mila uova, ma se
ne trovarono portare fino ad oltre un milione e mezzo. Il lim ite di 15
passi esposto dal M arsilii come optimum di esistenza suol ritenersi anche
il pi frequentato allepoca della riproduzione, ma Tesservi un posto
adatto per la frega della tinca sul lago dipende soprattutto dallo stato
della vegetazione. E molto frequente anche nelle acque vallive come
attesta 11 Garbini (Fauna, pag. 368le).
3 E sox Xucius Linn., il pi terribile predatore delle nostre acque dolci
di cui detto il pesce-cane; giustissim o perci l'apprezzamento sul suo
appostarsi dove lerbe sono pi grosse e cibarsi dogni pesce . Esatto
anche il termine di Marzo-Maggio esposto dal M arsilii per l'epoca nu
ziale in tutto conforme a quanto espone il M alfer (Benaco, p. 185) e cosi
che le uova vengano dissem inate d ove lerbe sono pi grosse (Malfer,
op. cit., pag. 186; circa la descrizione della G rossa ( Chara tomen
tosa L.) vedi lo stesso libro a pagg. 48-49).
La sodezza delle carni del Luccio fa dire al Marsili di preferirne il
gusto persino a quello dei salmonidi. E per questo un giudizio assai
discutibile ; non fossaltro per la quantit di lische sottili che le inva-
IL LAGO DI GARDA
119
dono fino a renderle pericolose; siffatte carni non hanno poi neppure lon
tanamente la fragranza di quelle della Trota e del Carpione.
Strana e acuta poi la distinzione di due sorta di lucci che variano per
il rapporto tra lunghezza e larghezza, il pi corto macchiato da due linee
laterali, distinzione che sembra sfuggita agli ittiologi pi moderni.
I Si gi detto che la Trota del lago di Garda da ritenersi appar
tenere alla tipica specie abitante i laghi dEuropa, il vero Salmo lacu
stri Linn., forma migratrice, risale e discende i fiumi per la frega, ad
dentrandosi talvolta per i pi impervii ruscelli tra dirupi e cascate, vin
cendo inattese difficolt con i pi poderosi e violenti slanci fuori del
l acqua (vedi Garbini, Fauna, pag. 36814). La regina del lago (Malfer,
Benaco, pag. 85), la cui pesca e la cui conservazione divenuta una delle
principali ragioni di industria del pescatore delle acque interne, che
viene preoccupato per la grossezza, che una delle massime, delluovo,
dimensione che in ragione inversa del numero per ogni femmina ge
stante. E ovvio che ogni accorgimento per la riproduzione artificiale
ebbe prim itiva origine per codesto prezioso salmonide, certamente il
pi diffuso in tutto il mondo e che con le dimensioni pi che cospicue
ha raggiunto anche per produrre cibi conservati una produzione appena
contesa dal Salmone del Reno. Sono per da escludersi dal confronto i
pesci da salare o da disseccare sempre multipari marini e che presen
tano opere e industrie speciali per la loro preparazione.
II M arsili parla di due epoche di frega, lestate vicino a Torbole,
l inverno tra Desenzano e Peschiera. Secondo il Malfer (pag. 867), la
Trota entrerebbe nel periodo di m aturit sessuale il secondo anno di vita
deponendo le sue uova, che possono costituire un sesto del peso del corpo,
alla profondit di m. 1 a 3 in acque correnti. Rimonta il Sarca per oltre
15 Km. e discende il Mincio per oltre 5. Tutto questo dallOttobre al Gen
naio col massimo nel Dicembre.
Si pasce di ogni sorta di pesce , ma non parrebbe della panata ,
forse invece dei crostacei lim netici quando non ha avannotti o piccolo
pesce o quando non in periodo damore, perch sembra non volere a l
lora cibarsi per nna o due settimane. La frega contribuisce a far perdere
del loro adipe e della sodezza e colorito delle loro carni anche alle trote,
un fenomeno che il Marsili ebbe ad osservare a proposito del Carpione.
120
IL LAGO DI GARDA
121
1
II Gambero (A stacus astacus (L.) oppure Potam obius astacus (L.)
Keilh. ; vedi Garbini, Fauna, pag. 320) si trova anche attualmente nel Benaco; ma preferisce le sorgenti limpide e fresche anche ad una certa al
tezza sul mare dove si riproduce ancor attualmente pervenutovi in modo
che ancor oggi non si giustifica. Non esatto che questi crostacei depon
gano le uova ; mantenendole le femmine aderenti ai pleopodi anche dopo
fecondazione, anzi per tutto il primo tempo della vita delle larve; come
non esatto che esista vera congiunzione fra i sessi avvenendo la fe
condazione allo esterno. E satte invece sono le osservazioni circa la rico
struzione degli arti m utilati sovente in dimensione ridotta, come avviene
nei crostacei di mare. Unico difetto in tutta questa argomentazione sulla
mutilazione dei gamberi si ha nella causa del fatto cercata dal Marsili
nella rapacit dei pesci, sovrattutto del Luccio, laddove non occorre
nulla di tutto questo essendo provato che nelle mute del tegumento, che
avvengono frequenti sovrattutto durante laccrescimento, gli arti si di
staccano alle giunture restando accluse al loro posto nella vecchia tegumentazione smessa. C chi asserisce perfino che il Gambero pratichi una
autoamputazione (Vedi : M. Lessona, Storia N aturale Illustrata, IV, In
vertebrati (1892), p. 599).
122
IL LAGO DI GARDA
123
donta cygnea (L.) Lamie. e Vnio irictorum (L.) Rossm. di cui descrive il
modo di cattura oggi ancora usato dai ragazzi e le traccie che lasciano
trascinandosi per il fango immergendo la cerniera.
Il
Marsili vanamente cerc j n questi lamellibranchi del Benaco le
perl, n sembra neppure vi siano pi state trovate. Ma certo che al
trove il fatto di rinvenirle stato accertato; di recente i giornali ne par
larono come avvenuto nei Canali del Gombo nei dintorni di Pisa, presso
la tenuta reale ti S. Rossore. Sono sempre perle di scadente qualit.
NOTA *
IL LAGO DI GARDA
125
126
Prof. A.
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T at i
D elle m isure di larghezza e profondit d ellacque confluenti nel lago di Garda dalle tre
chino ili esso lago e delle misure del fiume Mincio em issario delle medesime, presa alla 111
quelle del lago fatti alla distanza di 100 pertiche in circa da tali confluenti, per i sapori
d ellacido dello spi rito di vitriolo, e d ellalcali d ellolio di tartaro.
T ali esperim enti furono fatti nel m ese di Dicem bre, 28-29-30, l anno 1724: ed a 4 e s
L a rg h e z z a
d ell ac q u e
co n flu e n ti
P ro fo n d it
d ell a c q u e
co n flu e n ti
- o n ce
P ied i - o n ce
P ied i
0
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25
1 w
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3.0
8.0
90.0
4.0
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2.0
80.0
3.0
3.0
4.0
B ard olino......................................
C i s a ................................................
T esta a l t a ...................................
G a s p e r in a ...................................
G a n z .............................................
R iv o lt e ll a ...................................
D is i n z a n o ...................................
Sotto P alengo ..........................
P a l e n g o ......................................
D u sa n ............................................
Fium e delle rive di Minerbo
Acqua di S. F elice di sotto .
Acqua di S. F elice di sopra
Porto P o r t e s e .............................
P o r t e s e li......................................
Molin di S a l ............................
B a rb a ra n o ...................................
C a s e tta ..........................................
B u rn ig o .........................................
Toscolan F i u m e ......................
Zufan .............................................
San C a r l o ...................................
G am barara...................................
Prato della fa m e ......................
Sopra del Prato della fame .
Cangimi intiero fiu m e.............
Prato dellA s i n o ...................
Boza F iu m e ................................
L im o li.............................................
L o v a ................................................
C o lo ri
d ell ac q u e
co n flu e n ti
S ap o ri
d e lle a c q u e
co n flu e n ti
Pesi
dell a c q u e
co n flu en ti
G ran i - ro tti
0.7
3.0
0.4
0.9
4.0
0.5
0.4
0.3
2.0
0.7
0.7
0.9
chiaro
insipido
grave
quasi naturale
grave poco
quasi insipido
insipido
grave
insipido
quasi insipido
insipido
23 i/2
0.0
4.0
20
5.0
3.0
30
3.
5.0
0.0
(',.0
7.0
0.0
3.0
2.0
1.0
4.0
0.0
0.3
02
0.6
0.11
0.7
0.7
0.6
0.0
0.1)
0.8
0.7
02
0.2
0.2
0.4
0
chiaro
torbido
chiaro
0
chiaro
0
28 V*
*
,
0
23 V*
0.0
2.0
4.0
10 10
7.0
4.0
3.0
6.0
3.0
17.0
2.0
12.0
4.0
2.0
010
0.2
1.4
0.9
0.6
0.13
0.3
0.5
2.4
0.0
0.3
011
0.9
03
0
insipido
paludoso
insipido
0
insipido
poco g rav e
in s ip id o
poco grave
g ra v e assai
po co g ra v e
MISURE
La profondit m inore dell acque, d ie si trov nel tempo, che si presero le misure de et
piedi 6 e oncie 3 = alla riva che guarda il Bresciano piedi 4 e oncie 8 e lin ee 8 = Sopr
tem po della m aggiore escrescenza del lago .[.a larghezza n ella parte superiore piedi 251 e
LA
X.
rive che lo cingono - Trentina, Bresciana e G enovese - poco innanzi che le m edesim e sbocilonna del F aggio ini m iglio sotto a Peschiera, e degli esperim enti tanto in esse, quanto in
pesi di ciascheduno, e perm anenza ed alterazione, di ferm enti e colori a causa dellem issione
Gennaio l anno 1725:
E ffe tti
d elle m is tio n i d e llac id o
in q u e s te a c q u e confi.
C o lo ri
S a p o ri
d e ll a c q u e
d e ll a c q u e
d e l lago
del lago
alla
d irittu ra alla d irittu r a
di ta li
d i tali
c o n fle n ti c o n flu e n ti
com e sopra
lolio doliva
lo stesso
dam etisto languido dolio doliva insen sib ile chiaro
damet. insensibile
olio languidissim o
niente
niente
am etisto
niente
E ffe tti
E ffe tti
d e ll im iss.
d e ll im iss.
d e llac id o di d ell alcale
v itrio lo nelle d o lio di ta r
a c q u e del ta r o a lla d i
lag o alla dir. ri tu r a d e
d
G ra n i - ro tti i ta li co n fi. c o n flu e n ti
Peso
d ell ac q u e
d e l la g o a lla
d ir ittu r a di
tali c o n fle n ti
23
V*
niente
niente
>>
niente
chiaro
insipido
niente
niente
2 3 V2
X>
niente
niente
chiaro
insipido
niente
niente
y>
r>
>
am etisto languido
niente
intorbidisce
niente
7>
gran nubi
n iente
am etisto languido
niente
ametisto
am etisto carico
EL
(N
niente
CO
IVI I rsj C I O
fluenti nel lago alla riva che guarda il veronese, piedi 6 e oncie 7 = N el m ezzo del fiumequesto livello dellacque di minor Molle si vede crescere piedi 4 = nel m ese di M aggio in
oncie 5: si osserva, che queste rive non hanno m olta scarpa.
T av
D egli sperim enti fatti nel mezzo del Lago, tanto per la parte superficiale della di Lui
o idrometro per indagare. La diversit de pesi, come della diversit de colori, sapori, odi t
esplorare la di lei natura, si sono egualm ente sperim entate le acque sorgenti al pelo della s
T e m p o d eg li e s p e rim e n ti
L u o g h i d e g li e s p e rim e n ti
C o lo re
A cqua superficiale
In faccia di Maderno
un m iglio dentro del Lag'o
A nno
M ese
G io rn o
1724
Agosto
24
limpido
1724 settembre
17
1724 settembre
17
un poco torbido
In faccia di Maderno
tre m iglia fuori del Lago
1725
22
limpido
Sorgente d'acqua al
P elo di quella del
Lago
1724 settembre
17
Acqua de Pozzi
1724
agosto
24
limpido
Acqua Piovana
In Maderno doppo la
gran siccit che piovette
sei giorni continui
1724
dicembre
18
chiaro come al so
lito d ell acque
piovane
In faccia dell'isola di
Sirm ione per Tramon
tana di un m iglio la
sortina dal fondo alla
superficie del Lago di
stinta per gallo Troie
sopra di essa detta
Bulea
1724
dicembre
28
limpido
gennaio
In questo sito il Lago ha un fondo di quattordici passi, guarnito delle solite erbe seni
presenza viddi prendere, com e di questi involti nelle m entovate erbe. Evaporai quest acqua
et alcali., si m antenne quasi affatto im mobile.
equa, quanto profonda in diversi tempi, cio estivi, autunnali ed invernali m ediante la bilancia
ed unione di acido, cio di spirito di vetriolo, od alcali, cio olio di tartaro, o per m eglio
perfce del L ago, come altre dal fondo del L ago, e de P ozzi, e di pi ancora le piovane.
Im istio n e
O d o re
S a p o re
P eso
G ran i
A cido di v e trio lo
A lcali d i olio
di ta r ta r o
R otti
veruno
grato
2 1 .0
nessun movim.
nessun movim.
nessuno
gra to , ma non
tanto come l altra
sopra
2 2 .0
palustre mite
gostoso con un
poco di amaro
2 3 :/a
nessuno
grato 111 a n o n
tanto come nel1 agosto
23: V2
'
q u e s ta p o rta ta al m io
c a m m in o in d is ta n z a
d a l fu o c o in u n o ra
p re s a la te m p e ra tu r a
di q u ella di a g o s to 2t l/2
nessuno
28:/
>/
nessuno quando
in pozzo ben fatto
perch per altro
vi del Ferreo
22: V*
sapore niente
come al solito di
questa
22: Vi
Al principio, che
l acqua in bocca,
non ingrato ma
di poi si m anife
sta di un costante
amaro mordace
23 :*/,
n essu n fetore sulfureo decantato, dove abitano T inche, e Gamberi, che con la Frocina ili mia
che nel fondo lasci 1111 poco di polvere terrea di color cinericcio, che neU im istione dacido
T avola
XII.
D egli esperim enti, che si sono tentati per riconoscere qual proporzione rii gradi sia fra il temperamento dell'aria so tta cq u a ,
e quello sopra m ediante un Termometro pieno del consueto spirito.
A 17 : settem bre 1724: indicano lo stato del calore a gradi 80:
In faccia d ell isola de Prati, m ezzo m iglio distante da essa si cal nel fondo di 118: passi.
In esso lasciossi fermo m inuti cinque.
Fra discendendo dalla Nave, e ritirando in essa passorno 10 minuti.
Da ci si vede, che il tubo stette 15 minuti dentro d ellacqua.
Questo venuto n e llam biente si trov che tutto lo spirito era ristretto alla met della palla.
Dopo che lo spirito stando n e llam biente era tornato a llaltezza di 80: gradi si rifece lo sperim ento, e ne avvenne ristesso che
prima, ed un altro di pure si replic co llevento medesimo.
I)a ci vidi, che non era da sperarsi alcuno aiuto. Per lo che tentai pi esperim enti m ediante il sughero, che conobbi che
ristrigneasi stando dentro del lag'o nel freddo.
D egli sperim enti fatti con dei pezzi di sughero di u gu al lunghezza e larghezza, tavola e grossezza appesi in diverse distanze
ad una fune, che alla lunghezza di 170: passi and a toccare il fondo. Questa tavola divisa nel luogo dello sperim ento, e
tem po di esso, e precise misure de sei pezzi di sughero, e n elle sei differenti profondit, con le annotazioni a quanti
passi ognuno sia stato posto, ed a qual ristringim ento siasi ridotto.
L u o g o d e ll e s p e rim e n to
T em po
L un g h ezza d e su g h eri
L a rg h e z z a d e s u g h e ri
G ro ss e z z a d e s u g h e ri
A nno
M ese
il orno
O n cie
L in ee
O n cie
L in ee
O n cie
L in ee
1724
Ottobr
D im o ra d e s u g h e r i nel lago
Fra G rigliano
Le sei diverse profondit dove furono appesi i sugheri, ed i loro accorciam enti per lo lungo e restringim enti pel traverso.
Prim a profondit di
passi 15
11 sughero per il lun
go si scort oncie 0
lin ee 5
Seconda profondit di
passi 85
Il sughero per il lun
go si scort oncie 0
lin e e 3.
T erza profondit di
passi 80
Il sughero per il lun
g o si scort oncie 0
lin ee 9.
Quarta profondit di
passi 100
11 sughero per il lu n
go si scort oncie 1
e linee 3.
Quinta profondit di
passi 120
Il sughero per il lun
go si scort oncie 1
e linee 4.
Sesta profondit di
passi 170
Il sughero p erii lun
go si scort oncie 1
e linee 4.
Il sughero per tra Il sughero per il tra Per il traverso il su Il sughero per il tra Il sughero si strinse Il sughero si strinse
verso si strinse on verso si strinse on ghero si strinse on verso si strinse on per il traverso on per il traverso on
cie 0: lin ee 0.
cie 0 : - linee 0.
cie 0: linee 0.
cie 0: lin ee 7.
cie 1: e linee 5.
cie 1 : e lin ee 5.
T a v o l a X I LI.
Jb u s t i *
c it V e n ti
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nella iuifa.
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s c ia m o
in. a u z s to Socio v is i
chi, 0/aticc.n.i l \ nciviga.ii.ti PO'
ce Kami i\a.utic.i '
AIX v'ioA vx
S p i e g a z io n e d e lla T a v o la Q u in d ic e s im a .
ig .
ig
7.
- Panata ad un bivalvo.
. S. -
io
T a vola XV.
T a v o la
XVI.
Bulbaro al pi n. 45, 0, 50
Truta al pi il. 43 da ine veduta, e 95
Luccio da m e visto n. 31 ed anche 45
T inca veduta da me u. 11 e dicono 16
A n gu illa al pi n. 16
Maggiori
Barbio n. 14
C anazzino n. 8
M usella al pi 7,20
Trota al pi n. 3
Carpione al pi n. 9
A gone al pi n. 3
Sardina nuova
Sardina grande
Minori
Crostacei
Squille
IIA X v'ioAVX
F io . 2. - Il
io
io
. 1. - R a p p r e s e n t a
. 3. - L a
il
c a rp io n e m a s c h io
c a rp io n e fe m m in a
te s ta
il i l i b b r e
ilu e .
( li m i n o r p e s o .
d e l c a rp io n e p e r
m o s tra re
il
s ito
d e d e n ti.
T a v o l a X IX .
S p ie g a z io n e d e lla T a v o la V e n t e s im a .
T avola
XX.
130
131
132
LO
IMPERADORE,
E
LA
C A S A
OTTOMANA,
e ciocche n e ll aifedio di Vienna,
c per alcun tempo dapoi a Turchi auucnne,
COMVOSTA
DA UNO STORICO TURCO,
e nella noftra volgare favella rid u tta .
IL
S I G. P I E T R O
S E N A T O R G A R Z O N I .
Frontespizio della rara edizione della Brieve Storia curata dal Marsili.
133
D i V. E.
D ivotiss. & O bbligatiss. Servidore
L u ig i F erdinando M a r s il l i
134
B E N IG N O LETTORE
E ccoti, um anissim o Lettore, questa brieve Storia, intorno alla
quale io potrei di m olte cose avvertirti, le quali come soverchie
m i passer in silenzio.
V engo ora a d irti quello, chie io reputo necessaria cosa di
sapersi. Prim ieram ente lo Storico Turco, secondo lusanza di Sua
Nazione, dice, che lassedio d i V ienna succedette lanno 1093 dellH agira d i M aometto. Per dichiarazione d ella qual cosa, fa me
stieri di sapene, che M aometto, venuto n ell et di 40 anni, co
m inci a pubblicare il suo falso A lcorano tra li Saracini, per
eagion del quale nascendo fra loro m olte briglie, e a quistion
venendo, convenne, chegli fu ggisse dalla Meca, e che da quivi
si portasse a M edina. Or d a llA nno d i questa fuga, la quale da
g li Arabi H agira viene n ella lor lingua chiam ata, i Turchi prin
cipiano ad annoverare g li an n i loro. E perch questa fuga suc
cedette nel tem po, in cui secondo lEra, o Epoca nostra volgare,
erano g li anni della fruttifera Incarnazione del F igliu ol d id d io
a l num ero p ervenuti di 622 ; ed essendo g li anni de Turchi d i
dodici Lune ciascheduno, n e avviene, ch e lanno 1093 d ell Hagir di M aometto fu lanno di Cristo 1683.
In secondo luogo, mi paruto ben fatto, d i non mutare in
questa Storia una bench m enoma p arola per renderla pi to
scana, ne h solam ente cam biate alcune, nelle quali tracorse
l A utore, che non ha un d iritto conoscim ento della vera legge di
D io ; lasciandone per altro cori-ere alcune, in cui appropia alcuni
grandissim i tito li al di lu i Principe, e com menda d i soverchio
la sua N azione
In terzo luogo dicoti, che se pi agio avessi avuto non avrei
la scia to d i fare alcune aggiunte a questOpera, intorno a quello
che vidi essendo io rim asto Schiavo de Turchi nellassedio d i
V ienna, ed eziandio alcun tem po dopo ; ma aiutantem i la D ivina
G-razia, se staimperassi la gloriosa V ita di Carlo D uca d i Lorena,
dal d i lu i Serenissim o F igliu olo, io t impromietto d i dare alla
luce un libro d i annotazioni sopra dessa, le quali per avventura
non saranno note a g li S to rici; e nello stesso tempo narrer tutto
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dato assenso ad altro, cha quanto n ella lettera era sta to scritto,
m ossasi larteria del Zelo Im peradorio, secondo la naturai esiggenza della riputazione Ottom anica, fu duopo a llobbligo del
Su ltan o prender vendetta, e comandar la guerra contra g linfe
d eli Todeschi; perci i Gran M inistri stando sopra istancabilm ente agli apparecchi di guerra, si tennero pronti alla marcia.
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Il saccheggio dellAustria,
fatto dal Cham de Tartari, e dall Esercito Ottomano.
II V esir, dopo daver creato Car Mahamet B ass coman
dante d ella V anguardia, diede licenza al detto Cham de Tartari,
ed ad altri volontari, e scorridori d ellesercito, d i guastare, e
saccheggiare il P aese del Nemico. D urante la marcia, presero
m olte palanche e villagi, e ne riportarono con lor lode un gran
bottino: strascinando si g li O ttom ani, come i Tartari gran
ricchezze.
1 Questa parola figura solo nella stampa.
io
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M ossosi il Supremo V esir con l esercito Ottomano direttam ente contra V ienna, vi giunse a 21 del mese Regeb, ed abbru
ci i suoi Borghi. A 22 poi del mese medesimo tu tte le m ilizie
Ottom ane, cos a piede, come a cavallo, col Supremo V esir sac
cam parono ne contorni, dirim petto alla fortezza, con tu tti i loro
padiglioni, e tende. Il giorno appresso, essendo stato com andato
laprir le trincee, i G iannizzeri le com inciarono ancor in quella
n otte da tre parti. E ssendo poi arrivato il cannone d i batteria,
fu allora battuta la fortezza col cannone di cam pagna; e per
ch essa bagnata in una parte dal Danubio, il Nemico con
chiuse di difendere il ponte con un esercito di 30000 fanti, e ca
valli, e d i portarle in questa form a soccorso.
E ssendo fuggito dalla fortezza un prigioniero Ottomano,
diede al Prim o V esir m olte notizie, toccanti lo stato della
piazza; con riferire, che nelle tre Isole, che sono nel Danubio,
bagnata ciascuna da un ramo di detto fiume, erano altrettan ti
p on ti; e che il ramo, che passa sotto i bastioni della fortezza
era tan to picciolo, che p otea passarsi appiede ; e che non sarebbe
stato m olto difficile l im padronirsi d elliso la , dirim petto alla
fortezza; circondandola cos da tu tte le parti, che nessuno di
fu o ri potesse entrar dentro, e nessuno d i dentro uscir d i quella.
In conform it di ci furono com andati alcuni Beglierbeghi
a 4 del m ese Saban a passar appiede il suddetto ramo ; con che
sim padronirono d ell Isola, vicina alla Fortezza. U na parte del
ponte, il quale si trova fra le due Isole, fu da Todeschi conser
vata ; e laltra parte dagli Ottom ani, trincierandovisi gli ultim i.
Avendo presa lis o la con alcuni cannoni, e poca truppa d i Gian
nizzeri, Isir, B ass di B osnia, pass c o ll esercito d el suo Go
verno a llIso le; e chiusa cos da tu tte le parti la Fortezza, si
diede principio ad angustiarla col cannone grosso, e con i mortari. Ma questa Piazza cos perfettam ente fortificata, che il
volerla descrivere cosa diffcilissim a.
La profondit delle sue fosse cos grande, eh i pi esperti
ngegnieri ne restano stup iti.
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posero il loro campo alla falda dun m onte, due ore lontano dal
Danubio medesim o. Dopo, il giorno, chOsein B assa venne al
loro ponte, i Todeschi, per paura che g li Ottom ani potessero
im padronirsene, levato il campo, m arciarono contea il B ass, il
quale, insuperbitosi de vantaggi riportati, avanti, ne contorni
di Neiheesel, con essersi reso padrone d i Levenz, e N itria, e con
aver d issip a ti i nem ici, con s numeroso esercito contrario a t
tacc una fiera zuffa; ma, finalm ente lu i stesso ferito; scam
pando verso il ponte, gi dal Nem ico prima tagliato; e vedendosi
disperata la salvezza, buttossi nel D anubio, e con lui lesercito,
chavea seco. A llora g l infedeli m artirizzarono tu tti i fedeli col
m oschetto. Successe questo caso a 3 del mese Ramazan ; e fu la
prima rotta degli Ottom ani.
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Il principio dell'avarizia,
e del mal governo del Supremo Vesir.
A l P on te dOessek, d i due paghe, chera debitore allEsercito,
ne cont una sola; e ci fece con fine di rapacit, ed avidit;
perche prevedendo, Che dovessero morir m olti nelle trincee, re
stassero a lu i le paghe, a loro dovute.
In secondo luogo, avendo d ata licenza a llesercito Turco, a
Tartari, ed altri volontarj di saccheggiar il paese de C ristiani;
ed avendo f a t t i qu esti assai schiavi, e m olta preda ; perche, ri
torn ati al campo, resero la m aggior parte de schiavi a quei
d ellesercito, che non erano andati a scorrere, pretese di fare
il Pongik, >cio. d esiggere il dazio d ella vendita, de schiavi, che
im port 80 m ila r e a li,1 i quali ncass per il suo tesoro. D opo al
q u anti giorni, con pretesto di non voler confusione, e pericolo
nel campo, fece un decreto, che tu tti i schiavi m aschi fossero
condotti avan ti del suo padiglione, dove li fece tu tti decapitare ;
e p ortati i loro cadaveri su i carri, li fece buttar nel Danubio.
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puzzolenti, e per la putredine di ta n ti cadaveri, colla sopravvegnenza d ellum idit con fan ghi per le gran pioggie, m olte m i
gliaia d i persone, gi dalla fam e estenuate, morirono.
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Consiglio di guerra,
se si debbia o no, andar contro il Nemico.
A llora il V esir fece ragunar Ibrahim B ass, lA g de Gian
nizzeri, M ustaf P asci, il Car Muhamed P asci, ed a ltri Capi
sperim entati, per dibbattere con essi, come si potesse far testa
al Nem ico vicino. Ibrahim P asci com inci a parlare, e disse al
V esir: 'Signore, il consiglio, che vi detta la vostra prudenza
senza dubbio degno d esser preferito al m io parere. D ico per,
eli il pi fa ttib ile , che caviam o i G iannizzeri dagli approcci, e
1 Nella stampa leggesi Alemana .
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d ici ore lontani dal campo, furono lo spoglio de soldati dellE sercito. Se li suddetti anim ali fossero sta ti in un luogo, vi
cino al campo non sarebbe restata tan ta m unizione, e bagaglio
al Nem ico.
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loro un B eg con 100 in 200 huom ini, avendo inteso la rotta del
l esercito, scacciarono dalle dette fortezze i due Beghi, li quali
venuti al campo sotto G iavarino, fece ambedue privar d i vita,
con pretesto, chaveano abbandonato le fortezze. In tan to essen
dosi sparso tra certe truppe tim ide, e nude d ellEsercito un falso
rumore, la m attin a del secondo giorno, che 1 Nemico veniva per
attaccare il campo, e perci nata qualche confusione, il perfido
V esir comand a suoi Segbani, o Gente a cavallo, collespressio
ne, che le teste de fu g g itiv i fossero sue, e le robe le loro, questi
infam i trucidarono m iseram ente tre, in quattro cento G ianniz
zeri, Spahy, ed altra gente fu ggita dal campo, con saccheggiar
le loro robe, ed averi. Levato dopo il campo sotto Giavarino, e
portato sotto la fortezza di T ata; m inate le mura della mede
sim a, la fece saltar in aria, e totalm ente ruinare.
160
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La presa di Strigonia.
Il
Nem ico, in proseguim ento delle m editate operazioni, dopo
davere steso un fermo ponte da Barkan sul Danubio, lo pass,
e si pose ad assediare Strigonia. Dopo una resistenza fatta di
tre giorni, e tre notti, g li A ssediati resero a p atti la fortezza,
ed u scitin e tu tti li M uhamedani, si salvarono altrove.
ti
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164
1 Cos nella stampa come nel manoscritto sembra che qui ci sia
una lacuna ; ma non , perch il periodo segue colle prime parole del
capitolo che segue, e il senso torna benissimo. La bizzarria dello scrit
tore o del compositore sta nel mettere il titolo -del capitoletto in mezzo
a un periodo.
R E L A Z IO N E D E L L A S S E D IO D I V IE N N A
16 5
il'
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quella veram ente d ettata dal M arsili; senza contare che qua e
l il traduttore si prese qualche libert, staccandosi d allorigi
nale.
D i questa redazione volgare pubblic una piccola parte il col
lega dottor Lodovico F ra ti nella R ivista d elle B iblioteche , 1
quella parte cio che si riferisce a lle reliquie d ella celebre B i
blioteca Corviniana d i Buda, dal M arsili am orosam ente e fra il
cannone e l incendio raccolte, come eg li stesso efficacemente dice;
ma m olta parte rim ase inedita, sopratutto quella autografa del
M arsili, e g li ste ssi passi pubblicati, non avendo potuto l autore
farne esatta collazione, presentano diversit di qualche im por
tanza.
Era dunque indispensabile che d i questa Prefazione a un
libro d i ta n ta im portanza (la c u i stam pa purtroppo si aspetta
ancora) s i d esse una esatta e com piuta edizione nella sua forma
genuina ed originale ; e questo ho fatto, corrispondendo alla pre
ghiera rivoltam i dal C om itato per le onoranze al M arsili nel se
condo centenario della morte.
H o detto dhe tra tta si di una lettera-prefazione e che era d esti
nata a lla stam pa, ma la stam pa non pot aver luogo. Spe
rava m olto il M arsili di poter dare fuori il catalogo nella Stam
peria da lu i stesso fondata in Bologna e affidata ai P adri Dome
nicani c o llin ten to appunto che da essa uscissero, colle pure
spese d i stam pa, i lavori d ei professori dello Studio e delli s t i
tu to ; e a tal fine aveva anche negli u ltim i anni della sua vita
provveduti e d on ati alla Stam peria bolognese d i S. Tommaso
dA quino, com e eg li volle si in titolasse, caratteri ebraici e orien
ta li vari, sopratutto arabi ; 2 ma la m orte lo colse proprio quando
stavasi pensando alla grande im presa, per la quale quasi tutto
era orm ai pronto. Ben vero che sino dal 1702 ne aveva iniziata
1 Anno IV, n. 37-8, pp. 7-16. In esso lavoro il Frati pubblica anche il
Catalogus librorum in Arce Budensi repertorum anno 1686 .
2 Sulla Stamperia Marsili, e su questi particolari, vedasi il mio la
voro nel volume delle Memorie che usciranno, contemporaneamente a
questo volume, in celebrazione del Marsili1 nel secondo centenario dalla
morte.
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delle quali le prime tre sono interam ente di mano del M arsili,
le altre (a llin fu ori della quarta che bianca) di altra mano,
ma con frequenti correzioni autografe del M arsili, mentre que
sta seconda mano corregge o modifica di tanto in tanto anche la
parte autografa del generale. La lettura non certo agevole,
d ate le m olte correzioni, i pentim enti, le aggiunte, le cancella
ture, ma ci abbiam m esso tu tto l im pegno e ci pare di essere riu
s c iti a risolvere tu tte o quasi tu tte le difficolt. A lla 17 seguono
altre quattro carte sc r itte da una terza mano con proposte di
m odificazioni a l testo m arsiliano, che non sempre vennero ac
colte; avvertasi inoltre che le m odificazioni si riferiscono ad una
redazione diversa da q u ella originale, a cui ci siamo a ffid ati.1
Singolarissim o questo scritto, nel quale il M arsili, pur sem
pre cos m odesto, sente tu tto l orgoglio d ellopera com piuta rac
cogliendo e illustrand o un m ateriale storico-letterario-etnogra
fi co che sin o a lu i nessuno aveva conosciuto e che eg li per il
primo godeva d i poter offrire al mondo letterario . 2
A
lbano
orbelli
1 La data della lettera si trae dalla redazione latina : Datum Bononiae VI Nonas Maij JIDCCXXI .
2 Ecco le precise parole del Generale : Per fine questa mia informa
zione... persuader il mondo letterario che... fui io il primo che comin
ciassi a tentare il dissotterramento di tante cose erudite, che stavano se
polte in gran parte appresso di Nazioni incolte .
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Gioanni Morosini, che dal suo arrivo attendeva desser cam biato
per ripassare a godere il prem io, ed il riposo della sua P atria,
dopo tante am bascerie in servizio di lei sostenute nelle prime
C orti dEuropa.
G iunsi adunque in C ostantinopoli con sim ile comodit nel
fine del m illeseicentosettan tanove appunto in tempo che lor
goglio Ottom ano era pervenuto a l sommo grado per non avere
m ai sino a quel tempo fa tte paci con tu tte le potenze confinanti
se non con conquiste e vantaggi e Che preparava con tu tta larte
e con tu tte le forze la strepitosa guerra di Vienna, nella quale
poi trov quellostacolo e principio della decadenza sua, e fra
le tante propsperit m ai creduta possibile alla C ristianit.
G li Am. de P rin cip i che erano alla P orta Ottom ana, doveano
soffrire strapazzi contro il diritto delle genti, ed esser contenti
di com prarsi la quiete con p a ttu iti regali, anzi tributi.
Ognuno di loro si doleva senza per m ai pensare al rimedio,
chi per tim ore di perire ne S ta ti del proprio Principe e chi go
deva su lla speranza di riportar vantaggi nelle possibili risolu
zioni tem erarie del G abinetto O ttom ano. Ogni cristiano tremava
a l suono del nome Turco. Lavvilim ento de negozianti, bench
di nazioni straniere, e p otentissim e era giunto a llultim o grado,
quindi ognuno mi dissuadeva non solo d allintraprendere le
m ie tante osservazioni fisiche sul canale di C ostantinopoli per
che esiggevano operazioni pubbliche e di possibile gelosia, m as
sim e in faccia di cos gran Popolo Barbaro, ma della stessa r i
cerca d ella notizia che m i poteva erudire del vero S ta to d el
lim pero.
Mi getta i pertanto nel commercio di tu tte le N azioni Cri
stia n e d Europa e poi in quello delli stessi Turchi E ruditi, e di
credito nel Governo, stipendiando al m io servizio un Ebreo di
nom e Abram G abai che trovai di tu tta fede, ed abilit per ser
virm i d interprete, e questo mio libero modo di vivere, e trattar
coi C ristian i, e Turchi non fu ne meno d isutile ad ambi li B aili,
che per ragione d ellorgoglio del Gran V isir, Cara M ustaf, poi
conduttore d ell esercito sotto V ienna, Che credeva alla sola
sua com parsa d averne le chiavi sostennero con petto, valore e
costanza i d ir itti del proprio P rincipe il decoro d e suoi sten-
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e che poco dopo nella fam osa battaglia di N ancam ene fu ucciso.
Questo rinegato aveva tuttavia il posto di Zecchiero d ellImperio Ottomano, nel quale esercizio aveva inventata l alterazione
d'elle m onete in sollievo dell E rario allora esausto, che pagava
con queste nuove m onete le m ilizie, e da sudditi non le tirava,
che per il loro valore intrinseco : e maggior danno alla cristian it
fu la proposizione ed assistenza, che costui diede alla nuova fab
brica d i vere navi da Guerra, facendo venire artefici d alla Cri
stia n it p agati senza risparm io, ed io doloroso spettatore di
questa nuova fabbrica m ai pui praticata per avanti da Turchi
ricchi di legnam i som inistrati dalle selve del mar Negro, e di
ferro dalle loro fam ose m iniere di Samach, e d i Telam i dal
l E gitto, e di a ltri luoghi dellim pero Ottomano previdi quello
che purtroppo arrivato perch con ta li insegnam enti, di cui il
rinegato ne fu lautore, provvedendosi di buon numero d ottim e
poderose navi da Guerra, con le quali com inciarono ad uscire
d a lla loro relegazione de D ardanelli navigarono con ardire a
fronte dellesercitata A rm ata navale V eneta. Costui fu quello
che per obbligarm i con lopera de suoi am ici, m i tir dal Seragl'io tu tti li volum i m anoscritti greci, e riferiti n ellElenco, e
mi procur la traduzione, e mappe de gli a tla n ti di B lao, che fu
fa tta fare dal Sultano M eemeto quarto, con tanta gelosia de Mi
n istr i de P rin cip i C ristiani con lopera di tu tti li m igliori inter
preti che si trovassero a C ostantinopoli e de Turchi intendenti
di Geografia, e pratici m assim e n elle parti d ellA sia e d ellA ffri
ca, le mappe delle q u ali pretesero di m igliorare. Questo libro
anche mi fu carissim o, perch li Turchi si presero la cura di
scrivere li nom i dei luoghi del loro Im perio, come appunto in
ora si praticano quando le nostre mappe stam pate hanno le de
nom inazioni tu tte diverse, o ta n te corotte, che a n ulla servono
quando, per la Turchia si viaggia, come anche succede in altre
parti, ed io conoscendo questa necessit, com inciai un Lessico
geografico dei soli nom i Turchi, V alacch i ed U ngari. U ltim o mi
procur la fam osa G enealogia tu tta ripiena di bellissim i ritratti
dipin ti, che com inciava dAdamo e veniva sino al Sultano Mee
meto quarto con m olta erudizione, ben che in pi luoghi mesco
lata d i favole e la rem iniscenza di questo rarissim o e bellissim o
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riua alla V ena del Solfo quasi allo stesso Liuello del Piano
del Vallone. In questi Pozzi l acqua li m olesta, m olte uolte, e
causa in fettio n e aglOperarij, che alle uolte sono sta ti obbli
g a ti dabandonare li m edesim i per quel ferm ento, che li cagionaua 1 iste ss acqua ; bens fam igliarissim o l Accidente, che
l A ria m anchi a danno degl H uom ini, e senza p ossib ilit di
m antenere il Lume di Candella, e ne meno il fuoco de carboni
accesi, essendoui li P ozzi della M iniera d i F alcino doue per
un insopportabile freddo n ellE sta te, come caldo poi tem perato
n ell [In vern o] bisogna abbandonare per tu tta l E state, e sino
a prim i dO ttobre doppo seguita qualche pioggia si rip iglia la
solita escauazione trauandosi allora un caldo tem perato. Nell E sta te il Lume di Candella benche non estin gu asi a fatto
in qualche m iniera ad ogni modo debolissim o per quando il
contrario n ell Inverno tu tto viuace. N elle V ene del Solfo
d etto P ietra di S o lfo si trouano differenze de Colori, e qualit
interne. Li Colori sono com unem ente dun berettino giallastro,
e Terreo, a ltre sono d un g ia llo ambrino alle uolte m escolato
d un R ossigno ad apparenza O leaginosa, e questi non sono cos
com uni, per ch sosservano solam ente ne pezzi d i solfo detto
V ergine alle u olte disposto in piccoli granj ed alle uolte in glebe
grosse com e un Pugno, ed alle uolte in una Crosta, che inueste
pezzi di M iniera, come nelP Instituto dessi ue n una bellis
sim a serie, e quando ci in abbondanza sincontra segno che
la m iniera corre del S o lfo vicina al fine, e che quello, che
anche accade nelle M iniere de M ettalli, che quando hanno le
Loro V ene cos ricche d i pezzi puri del proprio M inerale sos
servano u icin e al fine.
Questo solfo chiam ato V ergine si raccoglie con premura per
uenderlo ad uso di M edicina, ed in fa tti acendendolo si con
suma con una bellissim a fiamma senza lasciare un m inim o segno
di Terra, ne d altra m ateria, che fosse stata con essa mesco
lata, come sosserua nella m iniera corrente, che lascia, come a
suo luogo si dir una considerabil parte di se stessa in Capo
m orto, che [<Zi] diversissim o uso.
L a Proporzione d ella ricchezza, o Pouert della M iniera de
in . esim i solfi si m isurano con la quantit di solfo fluido che
ST O R IA N A T U R A L E D E G E S S I
E SO LFI
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FIGURE
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FlG. I
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Fig. II. - Per questa figura valgono le osservazioni fatte alla seguente.
Si noti come il Marsili, nel Suo rilievo, segu i banchi del Gesso sino
alla fine, dove, assottigliandosi, terminano, fornendo cos la figura di
una lente , termine che usiamo noi ora.
Interessante poi luso della parola O rizzonte, che troviamo qui per
la prima volta applicata in Geologia, con un significato molto chiaro, e di
uso generale. Questo vocabolo comparir assai pi tardi, e sempre ser
vir ad indicare un accidente, paleontologico, litologico, o mineralogico,
che, caratteristico in una data regione, serva come punto di riferimento
al geologo per orizzon tarsi rispetto ai terreni sotto- e soprastanti.
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f ir & n f* 3 .
v.
COMPENDIO
DI UNA STORIA DELLA TIPOGRAFIA
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cesco ; e che esso pure fece le scanzie, non essendoci altro nella
citt, che sia capace d i tal lavoro; che, replico, deve esser fatto,
e con buon gusto e m olta sem plicit, andante, con le proporzio
nate scorniciature, e senza niun intaglio, e con due scale lu
mache, da collocarsi dentro d elle p ilastrate d i legno, che saranno
alla porta d ell ingresso, come appunto si praticato in quelle
d ella Minerva di Roma.
E perch indispensabile che il bibliotecario abbi il suo
alloggio dentro d ell In stitu to, propongo che allo stesso pia.no
d ella libraria se li accom odino le due stan te che sono dentro
la Specola allo stesso piano, com e ho gi deto di sopra 1 .
Qualche anno p i tardi, non essendosi provveduto come convenivasi al compimento e definitivo assetto d e ll'istitu to , egli dolevasi ripetutam ente e con il Senato e con le autorit governa
tive delle p essim e condizioni in cui trovavansi i libri e la biblio
teca, insisteva su llinteresse di tale su pp ellettile e sopratutto so
pra la scelta di un valente bibliotecario, ed esponeva le ragioni
perch a tale scelta dolorosam ente non si era provveduto, dando
anche lum i, notevolissim i a i suoi tem pi, su lle qualit che il bi
bliotecario dovrebbe possedere, contro il concetto di faciloneria
che della sua m ansione avevasi d ai pi.
V al la pena, nonostante sia un poco diffuso, d i riprodurre il
tra tto delle doglianze del M arsili che riguardano appunto questo
argomento.
F ra li C apitali uno de m aggiori quello de Libri stam
pati, m an oscritti di lingue esotiche e nostrane, cio latin a, ita
liana e francese, che si trovano nella B iblioteca, cos disordinata
e meno coltivata da stu diosi con discredito non solo d ellistitu to ,
ma di tu tta la citt, perch di questa g li stranieri sino nelle
stam pe ne hanno parlato, quasi con deriso e com passione, e come
che lim portanza ne vuole una particolare classe, da tu tti gli
a ltr i C apitali qui sotto la stabilisco per dim ostrare le cause e
quelle rim ediarle.
1 Cf. lo scritto del prof. E. B o i t o l o t t i , La fondazione dellis titu to e la
riform a dello Studio di Bologna, in Memorie intorno a L. F. M orsili,
Bologna, Zanichelli, 1930, a p. 442.
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1
B o b t o l o t t i , op. ci't., pp. 449-452. Questa vivace esposizione ci fa
ricordare che in tutti i tempi molti concorsi sono fa tti cos !
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E con tale volume, del resto, qualche som iglianza o contatto qua
e l si trova. Ma a un pi attento esame risu lta che i co n tatti
derivano dal fa tto che tu tti e due g li scrittori, il M arsili e lOrlandi, attinsero a una stessa fonte; e nello stesso tem po che il
M arsili scrisse il suo lavoro prima che fosse apparsa l opera dellOrlandi, giacch i modi, la econom ia, i giudizi talvolta, le con
clusioni sono spesso diverse, senza contare che il M arsili non ri
corda mai l Orlandi, laddove, se se ne fosse servito, o se lopera
d ellO rlandi fosse stata gi edita quando il M arsili scriveva,
lavrebbe ricordata certam ente. Il titolo d ellOpera dellOrlandi
questo : O rigine e p ro g ressi delia S ta m p a o sia della rte im presso ria e n o tizie d ellopere sta m p a te d a llanno M C C C C L V II sino
allanno MD. 1
Del resto abbiamo per altre vie la prova che il M arsili com
pose il suo scritto prima della stam pa d ellOrlandi. In fa tti egli,
citando il B a illet, si riferisce, com e sopra accennammo, alla
prima edizione apparsa nel 1685; m entre la seconda edizione di
questopera, assa i pi com piuta, venne fuori nel 1722. chiaro
che se questa seconda edizione fosse gi stata posta in luce, la
citazione del M arsili si sarebbe riferita a questultim a ; ed ovvio
perci conchiudere che lo scritto del M arsili fu com posto prim a
del 1722 e dopo luscita d ellopera dello C hevillier del 1694.
Se poi pensiam o che sino dal 1719 il M arsili, a testim onianza
di un m anoscritto dellOrlandi conservato nella B iblioteca dellA rch ig in n a sio ,2 aveva gi im piantata una stam peria in una
sua casa d i via Centotrecento, e che sino dal 1711, redigendo
l a tto di donazione al Senato bolognese delle sue raccolte per il
futuro Istitu to , aveva fa tto cenno e a lla libreria e agli strum enti
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15
lbano
S orbblli
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i C h e v il l ie r , p . 38.
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vi fece stam pare l Opere M ediche dA vicena, Alcorano di Mahom etto, et a ltri libri, che furono poco ricercati da Levantini.
I
lib ri arabici sp ettan ti alla religione C hristiana stam pati
dappoi a Roma nel collegio di Propaganda F id e hanno avuto
un m iglior esito. P arim ente sono sta ti stim ati quelli, che sono
stam pati in Olanda d a Tom asso Erpenio e Jacopo Gollio, et a
O xford in Ingh ilterra da E duardo Pocokio ecc.
Le stam perie, che si trovano in A sia, e t Sin Am erica sono
condotte da C hristian i e la m aniera di stam pare, che s i prattica a lla China da m olti secoli, differente di quella in Europa,
e co n siste in tavole scolpite, e non in caratteri m obili, e d i
staccati.
E gid io Gourmont fece a P a rig i nel 1508, i primi saggi della
stam paria ebraica sotto la scorta d i Francesco T issa r d ,a, che
aveva im parata la lingua ebraica da un ebreo di Ferrara, e
stam p una G ram m atica ebrea l anno 1509.
A gostin o J u stin ia n i Dom enicano vescovo di Nebbie venne
a P arigi per inisegniarvi la lingula ebraica, e vi fece stam pare
la G ram m atica di Rabbi Kim chi, e t un P salterium quintuplex,
o in cinque lingue.
R itornando a lli pi fam osi stam patori di caratteri greci, e
la tin i, dir, che G iovanni dAmerbachio, M aestro neglOrti nelP U niversit d i P arigi, eresse una fam osa stam paria d i belli ca
ratteri tond i a B asilea, e perch aveva un gran fondo d i piet,
e di religione, questo l im pegn a stam pare tu tte l opere de Santi
Padri, e com inci da S a n tAm brogio, che usc d alli suoi torchi in
tre tom i in foglio lanno 1492. E ra huomo dotto, et emendava
d a petr se le 'sue prove, ma n on potendo fa r tutto, fece venire a
B a silea G iovanni Frobenio per aiutarlo, et ad esso seco associato,
stam parono insiem e m olti lib ri d i conseguenza, il principale
d e quali fu SaintA n gostin o in dieci tom i in folio.
G iovanni Frobenio fu dunque uno de primi, che con G io
vanni Am erbachio ricerc la delicatezza nella stam pa facendo
1 N el m s. F issard .
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tu tta volta osservare, che nel fine del Regno d i Giacomo Prim o,
e t al principio di quello di Carlo primo G uillelm o Turner ac
quist gran fama, e la cedeva a ipochi a ltri stam patori d el suo
tempo per la bellezza, e schiettezza d e suoi caratteri.
Ma le scienze, e la rti avendo ricevuto in quellisola un ac
crescim ento, et un splendore m araviglioso da mezzo secolo in
qua, m assim e doppo, che Carlo 'Secondo messe, e trattenne l emulation e tra ta n ti lettera ti aggregati in varie accadem ie; si pu
dire pure, che la stam paria vi ha fa tto ancora grandi progressi,
e che il solo Theatro d i Sheldon a Oxford ne dar delle prove
segnalate alla posterit sino che dureranno. I belli lib ri che
sono u sciti d a lli torchi d i quella isq u isita officina, dove si sono
ristam p ati tu tti g li autori cla ssici in varie forme tu tte stam
pate in belli caratteri la P o lig lo tta in Londra di B riano W alton in sei tom i in folio, le Gran C ritiche d ella Sacra Scrittura
in dieci tom i in folio, e la Sinopsis C riticonim d i M attia P olo
pure in dieci tom i in folio hanno m olto decorato la stam pa in
Inghilterra, quanto il nuovo T estam ento greco cum variantibus
L ectionibus d i M aestro Giovanni M ill e il suo S an t Ireneo, e
la Bibbia greca del Signore Grabbe in folio tre volum i. Mi
m ancar il tempo se vorr accennare il San Cipriano, e lo Sui
das Lexicon del V escovo Pearson, il Thuccidide, A nacreonte del
Signore H udson, e Papere d Ussenio, Baronio, Gregori, N ew ton,
W allis, et a ltr i d o tti M atem atici di Roberto B oile, Thomas W illis, Richard M ortlon, et a ltr i fam osi Medici.
C bristoforo P ia n tin o F rancese nato a Tours si stab il in A n
versa, dove stam p lib ri in quantit duna bellezza de caratteri,
e duna correttione am m irabile, che g li acquistarono una fam a
im m ortale; stam p Itra g li a ltri quella bella B ibbia in lingue
orien tali in dieci volum i in folio finita Panno 1569 sotto la cura,
e direttione d i B enedetto A ria M ontano dedicata a F ilippo Se
condo Re di Spagna, che som m inistr le spese con m agnificenza
regia, i cui caratteri la tin i, greci, ebraici, arabici furono g etta ti
a P a rig i da G uglielm o Leb.
P ia n tin o m or in A nversa Panno 1589, e non ebbe che figlie
fem m ine; lasci il suo fondaco dAnversa al suo nepote B alta-
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sarre 1 M oretto, la sua insegna era il Compasso. Oh ri staf oro Raphalenigo suo correttore, e suo gemer si stab il a Leida in
Olanda, dove stam p m olti libri greci, e nelle lingue orientali,
che possiedeva perfettam ente, anzi profess le lingue ebraica,
e t araba in Leida, dove prese la stam parla, che vi m anteneva
C ristoforo P ian tin o. Una altra figliuola del medemo Piantino
fu m aritata ad Adriano Peniero libraro in P arigi, et ebbe per
dote la bottega, e magazzeno, che quel arcistam patore teneva
in quella gran citt.
H uberto G oltzio di Venloo nel paese d i Gheldria, dotto antiquone, 2 s i sta b il a B rugges al tempo del P iantino, vi scolp le sue
m edaglie in rame, e stamp i suoi libri per dichiararli in cin
que tom i in fo lio ; la sua editione si preferisce a quelle che si
fecero doppo in Anversa, appresso P ian tino, e Moretto.
B ench g li Olandesi non siano sta ti i prim i a stampare,
hanno superato quasi tu tte le altre n ationi nella bellezza, e
m oltip licatiou e de loro libri anzi nel secolo passato non dubi
tarono d arrogarsi F inventione della stam pa. Marco Zuerio
Boxhornio ne assegna la scuoperta a Lorenzo Coster Custode
del P alazzo pubblico d ella c itt di H arleem , il quale trovandosi
in cam pagna circa Fanno 1420 savvis di far lettere d i legno
con le quali stam p alcune lettere sopra il cartone, e poi in
vent un certo glu tin e negro, come l inchiostro della china
proprio d essere a ttaccato su lla canta, o papiro; uno de primi
libri che stam p e che si trova ancora in alcune B iblioteche
aveva per titolo S pecu lim i n o stra e sa lu tis, le cui lettere e figure
paiono scolpite in tavole di legno, non d i meno A m alincort, 3 che
ha riconosciuto la falsit della data, o m illesim o, certifica che
vi sono sta ti aggion ti alcuni fo g li per farlo comparire cos an
tico. Cornelio a Beughen Olandese nella lista , che ha fatto
stam pare nel suo libro in tito la to Incunabulo, T ypographiae in
dodici A m stelodam i delle antiche im pressioni
di
libri fa tte
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avanti l anno 1500, parla dun D on ati G ram m atica la tin a stam
p ata in Olanda lanno 1440.
Ma il testim onio d ellAbbate Trithem io, che d a llinventione
d ella stam pa alla natione germ anica si deve preferire, essendo
eg li autore contem poraneo senza passione, e senza rim prof'
vero a tu tto quello, che gli O landesi pubblicano in favore della
loro im prim erla di H arleem , d ella quale producono un libro
solo, perch il loro D onato senza data, e non vien stim ato
tan to antico daglintendenti. I libri pili antichi con una data
certa sono 1 lo P sa lteriu m in quarto stam pato a M agonza 1 anno
1457, e g li a ltr i libri d i sopra accennati.
Questo sia detto senza disprezzare le stam pe dOlanda, che
prevalgliono a tu tte le altre per la bellezza de tipi, e caratteri,
la qualit, e bianchezza della carta, e la negrezza, e lustro del
l inchiostro, oltre laccuratezza n ella correttione, e la buona
sc ie lta della m ateria : la H ollanda sola ha som m inistrato a l pub
blico un m agior numero di stam patori, che alcun altro stato
d ellEuropa, e la stam peria vi si accresciuta, secondo che
quella Republica s ingrandita. Cristoforo P ian tin o deve es
sere rim irato come fondatore della sampa nelle Provincie
unite, avendo un m agazzeno a Leida d iretto dal R afelengo suo
genero. Ma non impremeva libri, se non nelle lingue orien tali;
a poco a poco vi si stantiarono m olti stam patori, e librari, et
anche in Am sterdam , e nelle altre c itt principali dOlanda,
che vi stam parono libri volgari, e la tin i in buona forma, che
furono trasp ortati in tu tte le principali parti del mondo. Li
Blaeu, e li Jansonij si resero fam osi dappoi principalm ente per
i loro A tla n ti, e carte geografiche, e pure Guglielm o B laeu era
sta to discepolo del fam oso astronom o Tico Brache Non v stam
parla in O landa donde siano u sciti ta n ti belli libri n in tanto
gran numero quanto dalle officine d egli E lzeviri: Bonaventura,
Abrahamo, Luigi, e D aniele. G iovanni Le Maire, che stamp li
opuscoli 2 d Erasm o, le republichette, lopere d i Renato D es Car* Nel ms. .
2 Nel ms. le opuscule.
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N e l m s . m i l a .
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1 N el ms. C lasse .
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1 N el ms. Cloca .
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1 N e l r a s . c u r a .
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dove seguit a stam pare m olte opere sino a llanno 1559, che il
m isero vi m or a d 7 settem bre n ellet sua di 56 anni, doppo
aver privati d ella sua eredit i suoi figli, che erano restati a
P arigi per non abbandonare lan tica e vera religione.
Goffredo Thouri di Bourges stam patore e libraro giurato era
stato R egente nel Collegio d i Borgogna, com pose un libro in ti
to la to il Campo fiorito, che contiene larte, e scienza della pro
p o r te n e delle lettere antiche o Rom ane nel 1 1529.
Tradusse dal greco, e dal latin o m olti buoni autori in fran
cese, che stam p con m olte altre tr a d u z io n i di Claudio Seyssel
A rcivescovo di Torino, come Eusebio, Thueidide, Senofonte, G iu
ntino, Diodoro, 2, A ppiano ecc. che sono 'poi cadute per la m u la
tto ne d ella lingua, bench per altro i traduttori fossero uomini
d o tti ; Thouri compose altre opere piene deruditione, che stam p
egli medemo.
N icol Prevost era perito a stam pare gli usi ecclesiastici,
com e M essali Breviarij D ivin i Offizioli per diversi Ordini R eli
giosi, se ne vedono alcuni stam pati sopra il velino nelle buone
B iblioteche di Parigi.
M ichele V ascosan genero di Badio, e cognato di Roberto
Stefan o m arit la sua figlia a Federico Morel, fu libraro giu
rato d ellU niversit di P arigi, e stam patore ordinario del Re
C ristianissim o; divenne uno de pi bravi, e celebri stam patori
dlel suo tem po, tanto per il suo sapere, quanto per la scielta, che
faceva de libri buoni, che im prim eva di tu tta perfettione, e tra
g li a ltr i D iodoro Siculo, Q uintiliano, Plutarco, P alili E m ilij H i
storia Francorum tu tti in folio, e t altri. V isse fino a(l tempo di
H enrico I I I ; e morendo lasci due figli P ietro, e Michele, che
seguitarono la professione.
E gidio Corozet parigino era dotto nelle lingue, compose molti
libri, e li stam p, tra la ltr i A n tich it di Parigi, e poi quelle
d ellaltre citt di F rancia in pi tom i in folio, stamp in oltre
l anno 1555 il libro di G iovanni B elloni della N atura degli ucelli
in folio con figure, et altri, e m or lanno seguente.
1 Nel ms. en .
2 Nel ms. Didoro .
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1 Nel ms. magior rustiq . Il titolo tuttavia della prima edizione era
in latin o: P raedium rusticum .
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buoni. Ebbe un figlio chiam ato P ietro, che successe al suo fon
daco.
D ion igi Thierry figlio di R olino stam p D igestum Sapientiae
Y yonis C apucini fo lio tre volum i, Tournaldes A udiences du 1*9lay 4 undeci volum i. Lasci un figlio chiam ato pure D ionigi
Thierry, che tenne una fiorentissim a stam paria donde uscirono
libri squisiti, e correttissim i, come Corpus Ju ris Canonici cum
n o tis Pitheorum fo lio due volum i, Ciceronis O rationes e t Epistdlae cum n o tis ad usum Serenissim i D elphini in quarto, quat
tro volum i, ristam p il gran Mezerai in folio tre volumi, l Bescription de l U nivers, e t les Travaux de Mars du sieur M allet 8
otto volum i riem piti di figure, la Coutume de P aris eommente
par M. D e Ferreries, Journal du P a la is 4 10 vollum es, le Suppleinent au Grand D ictionnaire de M orevi folio due volum i ecc. Era
solo stam patore degli usi ecclesiastici delli tre Ordini di San
Francesco, il cui privilegio pass ad Edm undo Couterot, che
haveva stam pato la Theologia Scotica del Padre F rassen folio
quattro volumi ecc. D ipnisio Thierry pass per tu tte le cariche
d ella citt , e della sua professione, e li esercit con sommo
onore.
G iovanni Cusson ricevuto libraro nel 1630 pass per i-1 pi
esperto legatore di lib ri del suo tempo, fu il primo a stampare
il giornale de letterati, seguitato da G iovanni Cusson suo1figlio,
che fu prim o avvocato e poi ricevuto libraro lanno 1659 m olto
in tellig en te nelle lingue greca, e latina, e capace d i correggere
se stesiso le prove d e libri da lu i stam pati.
D io n isio Bechet nepote di Gieronimo D rouart, che haveva
stam pato P olybius et S veton ius cum notis Casauboni, Salm asii
E x ercitation es P liuianae, Solinum , et altri buoni lib ri in folio.
F ricevuto libraro n ell anno 1632. La su a integrit, e suffi
cienza lo fecero passare per tu tte le cariche d ella sua communit, e per le d ign it della citt so lite conferirsi a cittad in i pri
m arii; egli stam p B iblia m agna Joan n is D e la H arpe folio
cinque volum i 1641, e poi eiusdem B iblia m axim a folio 19 volum i
in Compagnia d i Sim on P iget, e dA ntonio Bertier.
Questo ultim o nepote de P ro st di L ione im presse n ella mdema com pagnia B ibliotecha Patrum Concionatoria CombesiS
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folio o tto volum i, l H istoire, et mem oires de Cardinal de Bicheli en par Auberi folio 3 volum i, G oneti Clypeus Theologiae Thom isticae folio cinque volum i. Era libraro d ella R egina madre, e
vendeva m olti libri spagnuoli, che conosceva bene per haver habitato m olti an n i in Spagna, dove rese m o lti servitii al Cardinale
di R ichelieu, perch era cos buono politico, quanto libraro.
A nton io Cellier era il pi fam oso libraro tra gli eretici fulgo
ri otti, e t im prim eva a Charentin tu tti i lib ri de C alvinisti, metUa
quale religione egli mor, ma il suo figlio Claudio si convert
doppo la revocatione de 1 ed itto d i N antes d ell anno 1686, e la
sua figlia m oglie di C laudio H ortem els olandese, che faceva
un gran traffico di libri di stam pa forastiera a Parigi.
N icol D e Laulne fra tello d i Leone de Laulne fu ricevuto
stam patore, e libraro Li 28 febraro 1636. O ltre il suo talento nella
libraria, invent l arte d i fare globi, e sfere di cartone, e faceva
M appamondi per tu tti i sistem i dogni grandezza m olto ricercati,
de q uali aveva un gran sm altim ento; lasci tre figli librari, et
em ulatori d ella virt del padre P ietro Giovanni, e Francesco e
da P ietro sono u sc iti P ietro, e F ioren tin o pure librari.
Simon P ig et P arigin o ricevuto stam patore, e libraro li 30 giu
gno 1639, divenne uno de pi celebri librari del suo tempo, tanto
per la cogn ition e d e libri, quanto per le corrispondenze, che
tratteneva per tu tta l E uropa col suo commercio d i libri de quali
faiceva un gran traffico. F ece stam pare R itu ale Graecorum Jacobi
Goar folio 1648, Sam uelis P e titi O bservationes 4 et eiusdem leges a ttica e fol., e altri. Era d ella gran com pagnia per lim pres
sione d e S a n ti Pad ri e degli usi ecclesia stici riform ati, della
B ib lia Magna, e t M axima ecc. H aveva comprato i fondi d i libraria
d e M orelli, e d i G iuseppe Cottereau, che stam p Ivone Ca-n
tense in folio ; il suo fondo d i libraria pass doppo la sua m orte
a l suo figlio G iacom o Piget., e poi a Giovanni de La C aille suo
genero, che fece stam pare P etri B lesen sis Opera folio, et altri
libri, e t autore d e llisto r ia deHim prim eria e libraria donde
cavato in parte questo discorso.
E gid io Morel figlio d i Claudio stam patore ordinario del Re
im presse 'Saneti! G regorii N issen i Opera gr.-lat. Isid ori P elusiot,
Opera gr.-lat. folio A ristoteli Opera. Omnia gr.-lat. cum noti,
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D uvally folio quattro volumi, M agna B iblioteca Sanctorum Patrum fo lio d icissette volum i 1643 ecc. F u associato con Simon
P iget, e sii fece ricevere consegliero al gran conseglio del1 Re,
e cos pass a lla nobilt.
C arlo Savreux ricevuto libraro li venti marzo 1642, stamp
A cta iSanctorum Ordinis S a n cii B enedicti seculum secundum fo
lio due volum i, Spicilegium D acheri 4 13 volum i P aris, e m olte
a ltre opere de sig n o ri de Porto R eali essendo uno de* librari, che
ha il pi stam pato per loro, nel che sattir una gran fam a, mor
a P ort R eale de Campo li ventidue settem bre 1669, essendosi ro
vesciato la carrozza, che ve lo conduceva, e vi fu sotterrato.
G uglielm o D esprez successe al su o fondo di librario, e fu
ancora stam patore del Re, fece spiccare la sua virt nella p r
fessione, seguitando a stam pare l opere de? signori d i P orto Reale
ta li che i signori de Sassi, F loriot, P ascal, R ohault, N icole S.
Beuve ecc.
Edm undo M artino ricevuto stam patore e libraro l i 3 ottobre
1642, era il pi speditivo stam patore del) suo tempo, intendeva le
lingue, e lavor a lleditione d un grandissim o numero di libri
d ogni sorte di letteratura tan to in suo nome, quanto per conto
d i m o iti librari, che gliene confidarono l im pressione, m assim e per
Sebastiano, e Gabbriello Cram oisi, del quale haveva sposato la nep ote figlia d i Claudio, e s pu dire che l opere pi riguardevoli,
che com ponevano il fondo, quasi immenso d i quei fam osi librari,
erano u sc iti d i sotto i torchi di quello stam patore, il cui cata
logo farebbe un volum e intiero, anzi g li au tori p ra tica v a n o con
i loro librari, che le loro com positioni si darebbero a stam pare
a M artino.
E g l stam p per su o conto tu tte le opere del dottore Launoy
in pi tom i in quarto et ottavo. Mor li d ieci m aggio 1670; Ga
briele M artino suo figlio fu ricevuto libraro n ell anno 1677,
avendo d ato saggio della sua pratica nella stam pa del G lossario
D u Cange, che im presse per L uigi B iliaine, e va seguitando, in
tanto, che sua m adre seguit il commercio in com pagnie del suo
a ltro figlio Stefan o M artino, e t uno de su o i generi chiam ato
G iovanni B oudot n ip ote d A n ton io B ertier, et allievo d i L uigi
B iliain e. B oudot fu stam patore dellA ecadem ia delle scienze et
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1 N el
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esem pi, che lo fanno conoscere, tra g li a ltr i Jacopo P iccolom ini
Cardinale d i Pavia, havendo pregato D onato A cciaioli d i com
prarli un m anoscritto di Gioseffo Istorico, e g li si scus d i farlo,
perch era troppo caro, Josephus, d e quo scribi, cariusculus
meo judicio est, hoc praesertim anno, quo non m ultum abundo .
Ma quello che A cciaiu oli g li rescrisse p o i circa il gran prezzo
d a k u n i a ltr i libri, e m olto pi riguardevoli D e tribus volu*
m inibus P lutarchi, a it, in quibus P a rallela X X IV : continentur
titu lo s 'sumpsit, u t m ones, praetium m inus 80 aureos esse non
potesti, ex traetatib u s Senecae iam E pistola* invenim us, pr
quibus 16, vel saltem 15 petuntur aurei . A nzi i Ee medemi non
sdegnarono d im piegarsi al com m ercio de libri, il prezzo d elle
case appena eguagliava quello de lib ri m anoscritti, com e s i vede
in questa ep istola d A ntonio B eccatelli sopra nom inato Panorm ita 1 ad A lfon so Re d i N apoli e d i S ic ilia : Significasti m ihi
nuper ex F lo ren tia ex tare T iti L i v ii Opera venalia libri pulcherrim is, libro praetium esse CXX aureos; quare m aiestatem
tuam oro, u t Livium , quem Regem librorum appellare consuevimus em i meo nomine, ac deferri ad nos fa cia s; interim ego pecuniam procurabo, quam pr lib ri practio tradarn. Sed illud a prUdentia tua scire desidero, uter ego an 2 P ogius m elius fecerit, is
u t villani F loren tiae emeret Livium vendidit, quem sua manu
pulcherrim e scripserat ; ego u t Livium emani fundum prose ripsi.
H aec, u t fa m ilia riter a te peterem su asit hum anitas, et m odestia
tua. V ale, e t trium pha . E per dim ostrare, che questa carestia
non era solam ente in Ita lia , ecco il fram m ento d una lettera di
Roberto G aguino circa, un libro, che egli cercava a P arigi per
Uno d e suoi am ici, che glielo domandava da Roma. Concordantia's in hanc diem nu llas om nino inveni, m isi quod P aschasius
B ibliopola nobis p raetiosissim as unas scire venales dixit, sed
Dom inum abesse, easque liceri aureis centum ; et a questo pro
posito osserva piacevolm ente P aolo G iovio che il dottore Gia
sone Maino, 3 stu d ian d o la legge a Pavia, cadde in ta le m iseria
1 Nel ms. : Panorma , evidentem ente per l errore del La Calile che ha
Pamorme (op. cit., p. 3).
* Nel n s . cain , errore strano dellainamTiense.
s Nel ms. Maiale .
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1 Parma rts
nel ms.
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INDICE
r e f a z io n e
P ag.
1
3
17
81
124
1
113
124
125
167
Romagna a
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