Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
Per una grammatica dei gesti nella tragedia greca (I): cadere a terra, alzarsi; coprirsi, scoprirsi il
volto
Author(s): Mario Tel
Source: Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici, No. 48 (2002), pp. 9-75
Published by: Fabrizio Serra editore
Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40236215
Accessed: 15-08-2015 05:55 UTC
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at http://www.jstor.org/page/
info/about/policies/terms.jsp
JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content
in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship.
For more information about JSTOR, please contact support@jstor.org.
Fabrizio Serra editore and Accademia Editoriale are collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to
Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici.
http://www.jstor.org
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
Mario Tel
Per una grammatica dei gesti nella tragedia
greca (I): cadere a terra, alzarsi; coprirsi,
scoprirsi il volto*
Toutes deux d'ailleurs ajoutaient
leur rle de nobles gestes que je distinguais clairement et dont je comprenais la relation avec le texte, tandis
qu'elles soulevaient leurs beaux pplums
M. Proust, l'ombre des jeunes filles
en fleurs
1. Considerazioni preliminari
Dopo la pubblicazione nel 1977 dello studio di Taplin The
Stagecraft of Aeschylus\ che affrontando per la prima volta in
maniera sistematica la trattazione di uno degli aspetti pi importanti della morfologia della tragedia attica, quale il complesso delle entrate e uscite dei personaggi, apriva nuove prospettive di ricerca sul teatro greco, i successivi tentativi eli ricostruzione della dimensione scenica dei testi tragici si sono
orientati prevalentemente
verso la definizione dell'uso che
*
Questo il primo di una serie di contributi che ho tratto dalla mia tesi di laurea dal titolo La grammatica dei gesti nella tragedia grecaf discussa presso l'Universit degli studi di Pisa nell'anno accademico 1999-2000. Desidero rivolgere un
vivo ringraziamento al prof. F. Ferrari, che mi ha affidato questa ricerca, e agli
altri relatori, i proff. E. Medda e M.C. Martinelli per numerosi e preziosi suggerimenti. Ho beneficiato anche di alcune discussioni con il prof. DJ. Mastronarde, che ha seguito la stesura di parte della tesi durante un periodo di studio
trascorso presso U.C. Berkeley nell'autunno 1999 grazie a una borsa di studio
della Scuola Normale Superiore. Ringrazio anche gli amici Luigi Battezzato e
Lucia Prauscello per l'attenzione con cui hanno letto diverse parti del mio
lavoro.
1. O. Taplin, The Stagecraft of Aeschylus: th Dramatic Use of Entrances and
Exits in Greek Tragedy, Oxford 1977.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
10
Mario Tel
nei singoli drammi viene fatto delle diverse aree dello spazio
scenico2, verso l'individuazione dei meccanismi convenzionali che regolano alcune forme della comunicazione tra gli attori3. Scarsa attenzione stata invece riservataalla gestualit
dei personaggi, ovvero a quelle indicazioni verbali, contenute
soprattutto nei drammidi Sofocle ed Euripide,da cui si ricava
che un attore cade a terra, s'inginocchia, supplica, fa ricorso
alla violenza fisica, si copre il volto, lo abbassa lo gira
indietro4.
2. Rinunciando a una rassegna bibliografica esaustiva si possono ricordare
(tralasciando gli studi di carattere generale): V. Di Benedetto, Spazio e messa in
scena nelle tragedie di Eschilo, Dioniso 59, 1989, pp. 65-101; M. Ewans-G. Ley,
The Orchestra as Acting Area in Greek Tragedy, Ramus 14, 1985, pp. 77-82; F.
Ferrari, Visualita e tragedia: per una lettura scenica di Persiani, Sette contro
Tebe e Supplici, Civ. class. crist. 7, 1986, pp. 133-154; M. Fusillo, Lo spazio
di Filottete, Stud. ital. filol. class. 83, 1990, pp. 19-59, M.R. Halleran, Stagecraft
in Euripides, London-Sidney 1985; G. Ley, A Scenic Plot of Sophocles' Ajax and
Pbiloctetes, Eranos 86, 1988, pp. 85-115, idem, Scenic Notes on Euripides' Helen, Eranos 89, 1991, pp. 25-34; DJ. Mastronarde, Actors on High: th Skene
Roofy th Grane, and th Gods in Attic Drama, Class. Ant. 9, 1990, pp. 247294; E. Medda, La casa e la citt: spazio scenico e spazio drammatico nell'Oreste
di Euripide, Stud. ital. filol. class. 92, 1999, pp. 12-65; G. Monaco, La scena allargata, Dioniso 53, 1982, pp. 5-18; L. Polacco, Come Euripide rappresent le
Supplia, Atti Ist. Ven. scienz., lett., arti 145, 1986-1987, pp. 1-13; R. Rehm, The
Staging of Suppliant Phys, Greek Rom. Byz. Stud. 29, 1988, pp. 263-307; S.
Said, L'espace d'Euripide, Dioniso 59, 1989, pp. 107-136, S. Scullion, Three
Studies in Athenian Dramaturgy, Stuttgart und Leipzig 1994; D. Seale, Vision and
Stagecraft in Sophocles, London-Chicago 1982; S. Stelluto, La visualizzazione
scenica dell'Aiace di Sofocle, Civ. class. crist. 11, 1990, pp. 33-64; O. Taplin,
Greek Tragedy in Action, Berkeley-Los Angeles 1978; idem, The Mapping of Sophocles' Philoctetes, Bull. Inst. Class. Stud. 34, 1987, pp. 69-77; idem, Spazio e
messa in scena in Sofocle, Dioniso 69, 1989, pp. 103-105, D. Wiles, Tragedy in
Athens. Performance Space and Theatrical Meaning, Cambridge 1997.
3. D. Bain, Actors and Audience. A Study of Asides and Related Conventions,
Oxford 1977; idem, Masters, Servants and Orders in Greek Tragedy. A Study of
Some Aspects of Dramatic Technique and Conventions, Manchester 1981; L. Battezzato, // monologo nel teatro di Euripide, Pisa 1995 e DJ. Mastronarde, Contact and Discontinuity. Some Conventions of Speech and Action on th Greek
Tragic Stage, Berkeley-Los Angeles-London 1979.
4. Al di l degli studi a carattere meramente elencativo di G. Capone, L'arte
scenica degli attori tragici greci, Padova 1935, F.L. Shisler, The Use of Stage Business to Portray Emotion in Greek Tragedy, Amer. Journ. Philol. 66, 1945, pp.
377-397 e A. Spitzbarth, Untersuchungen zur Spieltechnik der griechischen Tragdie, Zrich 1946, si riscontrano tentativi di valorizzazione di queste stage-directions in F. Lasserre, Mimsis et mimique, Dioniso 41, 1967, pp. 255-263; A.
Pickard-Cambridge, The Dramatic Festivals of Athens, second dition revised by
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
11
Trattandosi in ogni caso di notazioni registiche involontarie, non inserite deliberatamente dall'autore con un intento
informativo nei confronti degli spettatori
degli attori, ma
nel
naturale
testo
come
presenti
accompagnamento verbale5
dell'azione scenica in corso, risulta chiaro che il loro valore
didascalico non pu essere che indiretto e parziale.
Questa conclusione non in realt scontata dal momento che
alcuni studiosi, in primis la Capone6, hanno ritenuto di poter
J. Gould and D.M. Lewis, Oxford 1968, pp. 171-176; Taplin, Greek Tragedy in
Action cit., pp. 58 ss. e V. Di Benedetto-. Medda, La tragedia sulla scena. La
tragedia greca in quanto spettacolo teatrale, Torino 1997, pp. 198-201. Dedicato
esclusivamente alle scene di contatto fisico il lavoro di M. Kaimio, Physical Contact in Greek Tragedy. A Study of Stage Conventions, Helsinki 1988. Utili considerazioni generali si trovano in L.E. Rossi, Livelli di lingua, gestualit, rapporti
di spazio e situazione drammatica sulla scena attica, in Scena e spettacolo nell'antichit, a cura di L. De Finis, Firenze 1989, pp. 63-78. Il recente studio di C. Marzolo, L'ultimo Euripide: tra gesto e parola, Padova 1996 non adotta una prospettiva di tipo ricostruttivo, ma cerca di dimostrare semplicemente la presenza nell'ultima parte della produzione tragica euripidea (Ifigenia in Taunde, Elena, Fenicie, Oreste) di una pi spiccata ricerca di effetti spettacolari sulla base della
maggiore ricchezza verbale delle indicazioni gestuali. Concerne solo parzialmente l'ambito drammatico A.L. Boegehold, When a Gesture was Expected. A
Slection from Archaic and Classical Greek Literature, Princeton 1999.
5. Cf. Taplin, The Stagecraft cit., pp. 28, 31. Recentemente J.P. Poe, Multipliatyy Discontinuity, and Visual Meaning in Aristophanic Comedy, Rhein. Mus.
143, 2000, p. 263 ha sostenuto: If tragedy often calls verbal attention to what th
audience can plainly see, that is because a work that represents events as meaningful is naturally inclined to emphasize what is more meaningful. Quest'osservazione pu essere condivisa purch non implichi un deliberato intento di segnalare agli spettatori ci che sarebbe meaningful. Nell'analisi di Phil. 934-935
' $ )
Poe, tuttavia,
',
' , /'
(...'
afferma: The function of th description of Neoptolemus' gesture is to communicate to th audience not so much th motion that th gesture conveys but th
importance of th motion. Credo invece che il potenziale descrittivo di questi
versi non sia nient'altro che un portato della situazione: Filottete sta cio verbalizzando pateticamente la sua disperata ricerca di contatto comunicativo con
Neottolemo. Si veda la struttura esattamente parallela dei w. 932-937 e 950-953
(ricerca di contatto, constatazione del rifiuto di Neottolemo, ripiegamento sul
contatto con gli elementi della natura circostante). Cf. Seale, Vision and Stagecraft cit., p. 40.
6. L'arte scenica degli attori cit., pp. 1-7, 51-97. Su una linea simile si mostrano, pi recentemente, anche Rossi, Livelli di lingua, gestualit cit., p. 66, che
commenta:
'
in margine a Eur. Ba. 647 (
\
)
Questa chiaramente una indicazione per il regista, e M. Di Marco, La tragedia greca. Forma, gioco scenico, tecniche drammatiche,
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
12
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
13
11. Clitemestra, dopo aver supplicato Achille, gli chiede se vuole che lo stesso
gesto venga compiuto direttamente da Ifigenia:
;
12. Obiezioni simili si possono rivolgere all'idea di Di Marco, La tragedia greca
del famoso
)
cit., p. 114 secondo cui il v. 1070 ('
addio ai figli di Medea nell'omonima tragedia euripidea nasconde nella sua formulazione una precisa istruzione per i piccoli attori a compiere, in quell'istante,
il gesto che il testo appunto suggerisce. Formulazioni molto simili si trovano
tuttavia anche in casi in cui il destinatario del gesto non un personaggio muto:
Ion. 519 (Xuto si rivolge a Ione)
,
dove
Erech. fr. 2, 32-33 Diggle TGFS '
,
,
Eretteo sta apostrofando il figlio ritrovato (sul problema della sua identit cf. C.
Collard, M.J. Cropp, K.H. Lee, Euripides. Selected Fragmentary PUys, I, Warminster 1995, pp. 181-182). Inoltre, la struttura espressiva dei w. 1069-1072 ricalca da vicino quella della richiesta d'abbraccio fatta da Oreste ad Elettra in Or.
1047-1049 (per la difesa di questi versi cf. E. Medda, Un nuovo commento all'Oreste di Euripide, Riv. filol. istruz. class. 117, 1989, pp. 115-116): 1) enunciazione della volont di compiere il gesto (Med. 1069
,
*
Or. 1047-1048
)
2) esecuzione che trova il
suo corrispettivo testuale nell'apostrofe alle singole parti del corpo coinvolte nel
/
contatto fisico (Med. 1071-1072
,
)
3) elemento di autoreferenzialit nella menzione al
Or. 1049
vocativo del gesto stesso (Med. 1074
,
'
).
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
14
Mario Tel
tazione, non si capisce perch per alcune azioni non fosse avvertita l'esigenza d'introdurre esplicite note informative13.
Anche l'idea di indicazioni gestuali inserite a beneficio degli
spettatori14 difficilmente sostenibile, dal momento che molte
presentano un senso didascalico insufficiente, che lungi dall'integrare, doveva al contrario essere integrato dalla visualizzazione scenica15: esemplari a questo proposito sono alcune
scene di coercizione fisica, in cui il correlato verbale del singolo gesto poteva risultare perspicuo allo spettatore antico
(non sfuggente
ambiguo come al lettore moderno)16, sol13. Per esempio, nel caso del gesto di supplica si deve tener presente che non si
trova mai un'indicazione testuale relativa al momento in cui un supplice pone
fine al rituale e si alza in piedi, anche se un'informazione didascalica di questo
tipo non sarebbe irrilevante nella prospettiva di una rappresentazione affidata
esclusivamente agli attori: prova ne sia la presenza all'interno dell'apparato didascalico del teatro shakespeariano. In un passo del King Lear (II, 4, 152) Lear simula di fronte a Regan la supplica che si vedrebbe costretto a mettere in atto se
ritornasse da Goneril: in corrispondenza del v. 155 si trova una didascalia esterna
che sopperisce a una lacuna informativa del testo: (rising) Never, Regan...
14. Su questa linea: O. Taplin, Did Greek Dramatists wnte Stage Instructions*,
Proc. Camb. Philol. Soc. 23, 1977, pp. 129-130; D. Del Corno, Scena e parola
nelle Rane di Anstofane, in La polis e il suo teatro, a cura di E. Corsini, Padova
1986, pp. 205-214; N.J. Lowe, Greek Stagecraft and AHstophanes,in J. Redmond,
Farce, Cambridge 1988, p. 34, e P.D. Arnott, Public and Performance in th
Greek Thtre, London-New York 1989, pp. 49 ss.
15. Come metteva in luce gi A.M. Dale, Seen and Unseen on th Greek Stage:
a Study in Scenic Conventions, Wien. Stud. 69, 1956, p. 96 (= Collected Papers,
Cambridge 1969, p. 103) perch si possa pensare a una funzione integrativa della
parola rispetto a elementi dell'allestimento scenico, presenti in forma rudimentale oppure difficilmente visibili per gli spettatori, le indicazioni verbali devono
caratterizzarsi per un elevato grado di chiarezza e precisione informativa, cosa
che generalmente non appartiene alle didascalie gestuali. Esse di conseguenza
non devono essere trattate alla stregua delle indicazioni che funzionano da complemento descrittivo dell'apparato scenografico [cf. in proposito M. Fantuzzi,
Sulla scenografia dell'ora (e del luogo) nella tragedia greca, MD 24, 1990, pp. 912, con ulteriore bibliografia], degli annunci che facilitavano l'identificazione di
un nuovo personaggio entrato in scena, su cui cf. N.C. Hourmouziades, Production and Imagination in Euripides, Athens 1965, p. 138; Rossi, Livelli di lingua,
gestualita cit., p. 66; J.P. Poe, Entrance-Announcementsand Entrance-Speechesin
Greek Tragedy, Harv. Stud. Class. Philol. 94, 1992, pp. 142-156; Di Marco, La
tragedia greca cit., pp. 116-117.
16. Per le difficolt ricostruttive poste da queste scene si veda la rassegna di
Kaimio, Physical Contact in Greek Tragedy cit., pp. 69-78. Il problema che si
presenta in questi casi di stabilire di volta in volta quando nelle intenzioni del
poeta-regista una certa minaccia doveva rimanere confinata al livello verbale e
quando tradursi in azione fattuale; nelle seconde rappresentazioni, gestite diret-
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
15
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
16
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
17
lettura propria, frutto di personale interpretazione: di conseguenza ogni tentativo di ricostruzione scenica poggerebbe su basi illusone. Ci che mi sembra del
tutto inaccettabile della tesi di Goldhill l'idea secondo cui il il poeta-regista durante l'allestimento della performance si sarebbe limitato a scegliere una delle
plural potentialities of th text: pi verosimile pensare, invece, che l'autore
componesse il testo di una certa scena sulla base dell'assetto registico che gi
aveva in mente (cf. J.R. Green, On Seeing and Depicting th Thtre in Classical
Athens, Greek Rom. Byz. Stud. 32, 1991, p. 17; L. Edmunds, The BUme of
Karkinos: Theorizing Theatncal Space, Drama 1, 1992, p. 235). Questo probabilmente lo stesso principio di cui Aristotele predicava l'applicazione in Poet.
1455a 22-23:
ifl
(cf. Aristote. La Potique, texte, traduction, notes par R.
nella Poetica di
Dupont-Roc et J. Lallot, Paris 1980, p. 279; M. Di Marco,
Anstotele e nel Tractatus Coislinianus, in Scena e spettacolo nell'antichit cit., p.
147 e M.G. Bonanno, Ali th (Greek) World's a Stage: Notes on (not just Dramatic) Greek Staging, in Poet, Public, and Performance in Ancient Greece, edited by
L. Edmunds and R.W. Wallace, with a Preface by M. Bettini, Baltimore-London
1997, pp. 119 ss.). Credo pertanto che abbia un senso cercare di superare quelle
che solo al lettore moderno appaiano come ambivalenze registiche, in vista della
ricostruzione dell'assetto registico autoriale. Il metodo comparativo, come cercheremo di dimostrare concretamente (cf. per esempio il problema neWlpsipile,
quello dei movimenti di Fedra, discussi infra) si rivela particolarmente utile a
questo proposito: l'individuazione di elementi differenziali rispetto a tendenze
ricorrenti ricavabili dall'analisi dei casi non problematici consente, infatti, in
quelli incerti, di verificare se una certa soluzione scenica, a prima vista giudicata
possibile, davvero ammissibile.
21. Il concetto jakobsoniano stato produttivamente utilizzato per il dramma
antico da Mastronarde, Contact and Discontinuity cit.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
18
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
19
un'esplicita ripetizione dell'ordine23; in altre due scene euripidee (Hcld. 630-645; Hec. 492-502), invece, l'iniziale ritrosia
del personaggio, che si trova a terra come risultato di un
evento scenico precedente, viene risolta diversamente grazie
alla persuasione argomentativa dell'interlocutore, che pu
consistere anche solo nella rivelazione della propria identit.
Mentre nel caso dell3Andromaca il momento in cui Peleo si alzava era facilmente determinabile, nel senso che esso coincideva con la cessazione delle sollecitazioni del Messagero, in
questi due passi sar invece necessaria una pi sottile disamina
dell'articolazione del dialogo.
Al v. 635 degli Eraclidi il Servo di Ilio rivolge il consueto
ordine a Iolao, che era caduto a terra prima dell'intermezzo
corale (w. 602-603
/
,
*
):
,
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
20
Mario Tel
vuole accertare preventivamente dell'identit dell'interlocutore (v. 638). Questo stesso tipo di articolazione interna caratterizza il dialogo tra Taltibio ed Ecuba in Hec. 499-507. Dopo
che Taltibio le ha ordinato di alzarsi (w. 499-500):
9,
Io.
',
;25
Clitemestra di calpestare il tappeto rosso senza curarsi del biasimo degli uomini)
e Hipp. 103 (il Servo cerca di convincere Ip.
polito ritroso a venerare Afrodite)
25. Accolgo per questo verso, che presenta un caso di violazione apparente del
ponte di Porson (cf. Euripides Heraclidae, Edited with Introduction and Commentary by J. Wilkins, Oxford 1993, p. 134 e M.C. Martinelli, Gli strumenti del
poeta, Bologna 19972, p. 101, n. 95), l'assetto testuale tradito, senza considerare
necessari i tentativi di correzione avanzati recentemente da Kovacs. In Coniectanea Euripidea, Greek Rom. Byz. Stud. 29, 1988, pp. 122-123 Kovacs proponeva di dare al verso il seguente assetto testuale:
>
[]
mentre in Euripidea Altera, Leiden-New York- Kln 1996, pp. 12-13 e nel,
l'edizione della tragedia (Euripides Children of Heracles-Hippolytus-Andromache-Hecuba, Edited and Translated by D. Kovacs, Cambridge-London 1995) ne
'
;.
accoglie un altro, suggeritogli da Willink: ',
Quest'ultima scelta testuale comporta che al vocativo
segua un verbo al
plurale (i cui referenti sarebbero il Servo e l'esercito di Ilio) e che nel verso successivo (*
*
)
venga considerato come
aggettivo. Il testo tradito fa difficolt all'editore per la presenza del pronome ,
del quale risulta difficile stabilire i referenti (Why, we might ask, is th rescue
from harm restricted only to two persons?); un'equivalenza con
problematica dal momento che l'unica possibile attestazione euripidea di quest'uso, ovvero /. A. 1207, inserita in un contesto fortemente corrotto (cf. J. Jackson, Marginalia Scaenica, Oxford 1955, p. 81 e W. Stocken, Eunpides, Iphigenie in Aulis,
Band 2, Wien 1992, pp. 538-539) e quelle certe sono estremamente tarde (cf.
Quint. Sm. 1, 213, 369). Credo tuttavia che non sia impossibile giustificare e sai-
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
',
21
'
vare questo duale pensando che esso si riferisca a Iolao e agli Eraclidi considerati
come gruppo unitario (di personaggi muti) secondo un uso che si trova sporadicamente attestato anche in Omero. Cf. i casi di //. 5, 487-488 (Sarpedone esorta
'
/
,
Ettore)
in cui, come sostiene R. Gordesiani, Zur Interpretation der Duale
,
im 9 Buch der Utas, Phologus 124, 1980, pp. 173-174, la ragione del duale si
ricava dai w. 485-486 dove si delinea la distinzione tra Ettore e il gruppo degli al*
tri guerrieri, e 23, 413
(Menelao si rivolge ai suoi cavalli) su cui si vedano la spiegazione dello scolio (V, p. 432, 45-46
e il commento di N. Richardson, The Iliad:
Erbse)
a Commentary. Volume VI: books 21-24, Cambridge 1993, p. 217. Alla seconda
obiezione di Kovacs (Why indeed is th bearer of th news that Hyllus has returned treated as if he had th rescuing property of Hyllus himself?) si pu rispondere con la seguente osservazione: quando Iolao pronuncia il v. 640 non fa
altro che riprendere l'annuncio preventivamente dato dal Servo al v. 637 come
incentivo per avviare il contatto (
).
Quindi,
quando Iolao dice Carissimo, sei venuto allora salvandoci da danni?, la sfumatura retorica che va probabilmente sottolineata : ... sei venuto risparmiandoci
cattive notizie?. Si deve vedere in altre parole nel verso un'applicazione del motivo per cui dagli araldi ci si attende buone notizie (facilitata in questo caso dal
fatto che lo stesso Servo al v. 637 da sua sponte un segnale esplicito in questa direzione), per cui si veda Phoe. 1072-1073 dove Giocasta uscendo dal palazzo
vede l'araldo e instaura subito il contatto: ',
/
del verso successivo, inIn questa prospettiva
...
teso come forma verbale, ha pieno senso, e viene ad aggiungere un dato nuovo,
ovvero la vittoria militare
non ridondante rispetto al precedente
,
si connota automaticamente nel contesto cf. M.
(per questo valore di cui
McDonald, Terms for Happiness in Eunpides, Gttingen 1978, p. 62). A queste
considerazioni si deve aggiungere l'incongnienza che l'intervento congetturale
produrrebbe dal punto di vista dell'articolazione dialogica e dei suoi risvolti scenici: pi naturale infatti, data la funzione di avvio del contatto del v. 640, che
come in Hec. 505, anche qui all'apostrofe segua una forma verbale di seconda
persona singolare.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
22
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
24
Mario Tel
29
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
25
omerici qui visti si riscontra anche in Apoll. Rhod. 4, 1324-1325, dove le Nereidi
esortano Giasone in questo modo: '
/ ,
,
'
' ;
chiaro che anche in questo caso un'equivalenza di ava con
ava del tutto disomogeneo con l'ordine coordinato.
renderebbe '
Nessuno di questi esempi epici (a cui si aggiunga Od. 18, 13) autorizza quindi di
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
26
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
11
Quali segnali offre il testo per stabilire quale tra questi ordini
viene effettivamente eseguito? L'intervento di Eracle al v. 1231
(
'
;)
rappresenta una sorta di
ad
esecuzione
avvenuta
della
seconda37 e conseguenrisposta
267), deve essere verosimilmente eseguita (il contrario non sarebbe in linea con
Fatteggiamento di Teseo nei confronti del figlio in questo finale del dramma):
dunque in corrispondenza del v. 1456 Ippolito in piedi, sostenuto dal padre e
forse dai servi. dunque improbabile un'altra caduta tra quella minacciata del v.
1445 e il collasso finale preannunciato dai w. 1457-1458.
36. Basti segnalare i dubbi di Bond (Euripides Herakles, with Introduction and
Commentary by G.W. Bond, Oxford 1981, p. 374): It is not certain when Herakles stands up.
37. La risposta di Eracle implica davvero che Teseo scopra il volto di Eracle?
Di questo avviso si dichiarano Bond, Euripides Herakles cit., p. 374, Kaimio,
Physical Contact in Greek Tragedy cit., p. 21, contro invece Halleran, Stagecraft
in Euripides cit., p. 91. Supporre un'azione diretta di Teseo mi sembra eccessivo,
soprattutto se si confronta il v. 1231 con il precedente 1202, dove Teseo ordina
letteralmente ad Anfitrione di scoprire Eracle (
ma ci comporta
),
non che Anfitrione sia materialmente autore del gesto, ma soltanto che cerchi di
persuadere Eracle a compierlo, come si evince chiaramente dai w. 1203-1204 (
*
Inoltre se fosse
,
/ ,
,
).
direttamente Teseo a scoprire Eracle, ci aspetteremmo una maggiore enfasi nel
testo sul tema dell'impurit di Eracle, che viene messo in forte evidenza nei w.
1398 ss. quando il contatto fisico con Teseo certo (si confronti l'ammonimento
di Eracle quando Teseo cerca di sollevarlo al v. 1399 '
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
28
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
29
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
30
Mario Tel
;):
questo il risultato scenico della violenza usata contro di lui dall'Araldo argivo nel prologo (w. 66-72)42. Il problema che si pone a questo punto il seguente: quando Iolao
si solleva da terra? Che ci avvenga non dimostrato soltanto
dalla successiva drammatizzazione di una seconda caduta (w.
602-603), ma ancora prima dal fatto che Iolao comincia al v.
181 un discorso solenne rivolto a Demofonte, che non pu,
anche solo per pure ragioni di decoro, pronunciare rimanendo disteso a terra, e poi mette in atto una supplica (w.
226-230), che comporta, qualunque sia la sua forma43,il superamento della condizione scenica descritta dal Coro. Manca
tuttavia, come abbiamo gi accennato, il consueto ordine di
sollevarsi: questa assenza pu essere certo motivata dal fatto
che la caduta a terra non frutto di uno svenimento (ovvero di
un'azione, per quanto non completamente volontaria, comunque dipendente dal soggetto), ma di un atto coercitivo subito, e dunque l'invito, che ci aspetteremmo, a ripristinare le
condizioni sceniche normali della comunicazione viene trascurato dal Coro a causa del prevalere di un atteggiamento di
sympatheia tipico di molte parodoi44.
Bisogna tentare d'individuare nella sezione di testo compresa tra i w. 77-180 il punto in cui verosimilmente l'azione
inespressa abbia luogo. Kovacs45,che il primo a prendere in
considerazione il problema, sceglie la soluzione pi semplice,
42. Questa Tunica scena del teatro tragico attico in cui un personaggio viene
gettato a terra. Cf. Kaimio, Physical Contact cit., p. 73 e Wilkins, Eunpides Heraclidae cit., p. 58. Il testo dei w. 59-72 non consente una visualizzazione scenica di
ogni fase dell'azione dell'Araldo: tuttavia per almeno due punti si possono avanzare delle ipotesi dotate di un buon grado di probabilit. In corrispondenza del v.
63 (
si pu immaginare che l'Araldo alzi mixfie
;)
nacciosamente la mano contro Iolao (la sottolineatura deittica di
eloquente
da questo punto di vista): lo scudiero di Eracle viene gettato a terra quando (v.
67) l'Araldo pronuncia il brusco imperativo
(facile correzione di Cobet
del tradito ').
43. Si tratta con tutta probabilit di una figurative supplication, che non implica instaurazione di contatto fisico con il supplicato. Cf. Kaimio, Physical Contact cit., p. 57.
44. Su questo motivo si vedano M.P. Pattoni, La sympatheia del coro nella parodo dei tragici: motivi e forme di un modello drammatico, Stud. class. orient.
39, 1989, pp. 33-82 (per la scena degli Eraclidi, p. 45) e DJ. Mastronarde, // coro
euripideo: autorit e integrazione, Quad. urb. cult, class. 89, 1998, pp. 61, 64
(dove il motivo viene considerato una novit euripidea).
45. Euripides Children ofHeracles-Hippolytus-Andromache-Hecuha cit., p. 29.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
31
ovvero quella di collocare il movimento di Iolao in corrispondenza del v. 181, poco prima che prenda la parola di fronte a
Demofonte. Ma si rende a questo punto necessaria un'ulteriore considerazione, trascuratada Kovacs; quando Demofonte arriva in scena e chiede ragione dell'inusitato affollamento intorno all'altare,il Corifeo descrive la situazione scenica contingente in questi termini (w. 123-125):
'
,
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
32
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
33
Stabilito ci, si pu ritornare a esaminare la didascalia introdotta da Kovacs al v. 181: rising to his feet. Essa, se intesa come indicazione del momento in cui Iolao abbandona il
causato dall'atto violento dell'Araldo, scorretta perch non tiene conto dei w. 123-125, dai quali si
evince che Iolao ha gi riassunto la sua condizione scenica
originaria; se invece essa implica un effettivo sollevarsi in
piedi come superamento momentaneo, indotto da scrupoli di
decoro nei confronti di Demofonte, dello stato di supplice,
Kovacs aggiunge arbitrariamente un'indicazione ex silentio
non necessaria, dal momento che il confronto con scene simili
dimostra che previsto che un personaggio
possa pronunciare una rhesis rimanendo in questa condizione52.
Come si vede, anche a causa del valore ambiguo di
e 266
...
oscillante tra luogo e postura (cf. le giuste osservazioni di M. Cropp, Herakleidai 603-4, 630 ff, and th Question of th MutiUtion of th Text, Amer.
Journ. Philol. 101, 1980, pp. 283-286), non si pu ricavare con certezza la conclusione che Andromaca sia effettivamente seduta (considerazioni simili si possono fare anche per l'indicazione contenuta in H. F. 48
Se la ricostruzione della postura di Iolao che abbiamo proposto
).
corretta, si pu ben comprendere il valore assai generico di un'indicazione come
e la validit dell'affermazione di
Hcld. 55
&
'
Cropp, Herakleidai cit., p. 285, secondo cui sitting is a naturai but not a necessary posture for suppliants to adopt at altars. In Supp. 93 Teseo ricorre all'e(ovvero all'inarca la stessa espressione utilizzata da Iospressione
lao al v. 33) per qualificare lo statuto scenico di Etra, che tuttavia non compare
nel prologo in veste di supplice; secondo Collard (Euripides Supplices, edited
with Introduction and Commentary by C. Collard, II, Groningen 1975, p. 137) il
nesso
implies simply that she has sat down to await Th.'s coming..., in altre parole dopo il prologo Etra avrebbe modificato la sua condizione scenica senza che di ci rimanga un segnale nel testo. D'altra parte
potrebbe indicare semplicemente che la donna sta occupando la zona intorno all'altare (senza specificare con quale postura), e in quanto tale non differire nella sostanza dall'informazione prologica (v. 33)
coincidente con la descrizione della madre data ancora da Teseo al v.
,
NeVElena i punti chiavi per ricostruire la
290
.
*
condizione scenica di Elena sono i w. 528-529 '
*
e soprattutto la domanda rivolta a Menelao dopo il riconosci/ ...
con l'immediata risposta (v.
*
mento (v. 797
;)
da cui si pu desumere che intorno alla tomba ci sia
,
,
798) ,
una specie di pagliericcio dove Elena effettivamente siede.
lascia intendere che
52. Per esempio Ermione in Andr. (266 *
...)
Andromaca ha pronunciato la lunga contropreplica dei w. 183-231 permanendo
nella sua condizione di supplice presso l'altare, e d'altra parte anche Elena nella
tragedia omonima dialoga a lungo con Teucro rimanendo seduta accanto alla
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
34
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
35
steso56, risulta verosimile, sulla base del parallelo di Hec. 5996, che al trapasso metrico si accompagni un mutamento di
condizione scenica57.Inoltre l'indicazione contenuta al v. 138
non pu essere utilizzata come in(,
)
dizio a favore di un permanere a terra di Ecuba: infatti, se
nessi simili possono essere impiegati per denotare la condizione di un personaggio seduto58, non questo il caso perch
56. Sulle precise condizioni sceniche di Eracle mentre canta prima la sequenza
di anapesti dei w. 983-1003, e poi la sezione strofica dei w. 1003-1016 e 10231040 si possono formulare solo ipotesi; Tunica scena accostabile Hipp. 208 ss.,
dove Fedra, in preda al delirio, canta una serie di anapesti, dopo che tuttavia
stata sollevata dalle ancelle in adempimento degli ordini impartiti ai w. 199-201
(su cui cf. Bain, Masters, Servants, Orders cit., p. 21). Si potrebbe pensare che in
maniera simile Eracle pronunci i w. 983-1003 stando sollevato, anche se il gesto
non esplicitato dal testo, e che alla fine di questa sezione anapestica stia per distendersi di nuovo, ma questo tentativo sia bloccato dai servi (a questo si potrebbero riferire le proteste dei w. 1004-1006
/
/
,
che lo rimettono nella posizione idonea per la prosecuzione del
),
canto. Sembra difficile pensare infatti che un canto
(cf. Sopbocles. The
Phys and Fragments, by R.C. Jebb, part V, th Trachiniae, Cambridge 1892, p.
147), assimilabile a un'aria d'opera, venga cantato mentre l'attore si trova
sdraiato.
57. Prima di cantare la sua monodia prologica in anapesti (w. 68-97), Ecuba ordina (sempre in anapesti recitati, w. 59-67) alle ancelle di concederle sostegno fisico. Dopo averlo ottenuto, si mette a cantare. Di Benedetto-Cerbo {Euripide.
Le Troiane, introduzione di V. Di Benedetto, traduzione di E. Cerbo, Milano
1998 p. 136 n. 32 e pp. 29-30 dell'introduzione), che si mostrano sostanzialmente
sulla stessa linea interpretativa che abbiamo accolto, citano come parallelo anche
Hipp. 1347-1388: in concomitanza col passaggio dagli anapesti recitativi (w.
1347-1369) alla sezione lirica (w. 1370 e ss.) si avrebbe un mutamento nella condizione scenica di Ippolito, perch cesserebbe l'opera di sostegno fisico dei servi
.
Tuttavia
in esecuzione dell'ordine dato da Ippolito al v. 1372
l'esecuzione di quest'ordine non scontata (dubbi in questo senso sono mostrati
gi da Bain, Masters, Servants and Orders cit., p. 23, n. 4), soprattutto se si tiene
)
presente che quello simile formulato da Alcesti in Ale. 266 (
rimaneva irrealizzato (cf. le considerazioni fatte supra): mi sembra obiettivamente difficile che i servi possano lasciare la presa da Ippolito sofferente, per
quanto venga loro richiesto. L'idea che Ippolito si appoggi su un letto (cf. Battezzato, // monologo cit., p. 42, n. 55) si scontra con la difficolt dell'assenza di un
esplicito riferimento testuale ad esso, e soprattutto con quella di stabilire in quale
punto del testo il giovane si rialzerebbe prima della perdita dell'equilibrio del v.
1445 (cf. supra, n. 35).
Il
58. Prendiamo in considerazione gli usi tragici di ,
,
.
verbo impiegato per descrivere un personaggio seduto ne\VAiace, w. 105-106
e soprattutto 325 (Tecmessa de/,
(Aiace descrive Odisseo) ...
.
In diversi passi lo stesso verbo definisce genescrive Aiace) ...
ricamente la condizione del supplice: Ai. 1173, .
20, O. G 1160 (dove si trova
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
36
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
37
al v. 505. Mi sembra che una semplice osservazione possa essere utile a questo proposito. L'ordine '
si
ritrova anche in Hipp. 198 dove viene pronunciato da Fedra
chiaro che in questa scena
(
,
):
Fedra non chiede di essere aiutata ad alzarsi in piedi, ma semplicemente ad assumere una posizione eretta, pur rimanendo
sul letto. Quindi nel caso di Tro. 465 pensare che l'ordine del
v. 465 venga immediatamente eseguito non in contrasto con
l'indicazione del v. 505 dal momento che la lettera dell'ordine
comporta semplicemente che Ecuba raggiunga temporaneamente una posizione eretta, non stabile, che probabilmente in
corrispondenza del v. 505 sta di nuovo per perdere, provocando un nuovo intervento delle serve62.Il dato pi rilevante
non
che la protesta dei w. 466-467
...
tale
da
anfa
un
elemento
come
essere
considerata,
Bain,
pu
nullare l'azione scenica innescata dall'ordine dei w. 464-465:
significativo in questo senso il confronto con Soph. Tr. 10049
1007, in cui Eracle protesta slmilmente contro i servi (
che stanno
/
/
),
cercando di modificare la sua posizione sulla barella, ma non
riesce a fermare la loro opera, come si evince chiaramente dal
Per queste ragioni riv. 1007
;
<nq>
;
nella
scena
che
annoverare
categoria dei counquesta
tengo
termanded orders come fa Bain non tenga conto dei dati offerti dal testo.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
38
Mario Tel
delle condizioni sceniche normali coincide con la piena reintegrazione nei ranghi della finzione dialogica. Un ragionamento simile pu essere utilizzato anche per Pesegesi di un'altra categoria di situazioni sceniche, quelle in cui un personaggio si copre il volto e riceve successivamente Pordine di svelarsi: anche in questo caso, dunque, si pu ovviare alle ellissi
didascaliche del testo (riguardanti il punto in cui Pordine di
svelarsi viene eseguito) considerando il livello di contatto verbale tra i due personaggi (autore e destinatario dell'ordine)
coinvolti63. Bisogna per rilevare una differenza rispetto alla
categoria gestuale esaminata in precedenza: mentre la caduta a
terra di un personaggio pu essere segnalata testualmente anche solo attraverso l'ordine di sollevarsi64,il gesto di velarsi riceve sempre una segnalazione verbale diretta. La verifica di
questo principio d'integrazione tra opsis e lexis ci consentir di
chiarire il senso di un'indicazione gestuale problematica.
alzare il volto?
Il fr. 60 delVlpsipile, che tramanda una delle parti pi consistenti della tragedia, presenta Ipsipile sul punto di essere condannata a morte da Euridice, che la ritiene responsabile della
morte del figlio Ofelte. La speranza, espressa ai w. 16-19, che
Anfiarao la possa salvare dalla morte immediatamente esaudita dall'arrivo dell'eroe (si veda al v. 27 la reazione di Ipsipile
63. La determinazione del momento in cui un personaggio si svela non si pone
generalmente in termini problematici. Il principio generale che abbiamo enunciato a testo trova chiara applicazione in Supp. 111-113; dopo l'ordine che ha ricevuto da Teseo (111 1/
Adrasto instaura il
),
contatto verbale (113
lo svelamento avvenuto
'
):
dunque immediatamente. Per quanto concerne la simile esortazione rivolta da
Teseo alla madre nella stessa tragedia ai w. 286-290, si pu fissare il momento
delPesecuzione da parte di Etra in corrispondenza del v. 293, quando recupera finalmente il contatto (
Slmilmente la dida, ,
;).
scalia che segnala lo svelamento di Elettra in adempimento dell'ordine di Oreste
in Or. 294 (
si dovr collocare al v. 307, con
',
,
)
cui si apre il primo intervento di Elettra dopo la rbesis del fratello. Per /. A. 11221123 cf. infra, per Ion 967, n. 74.
64. Gli unici due casi in cui si riscontra uno Svenimento annunciato* sono
Hcld. 602-603 ( ,
e Hec. 438 ( ', / ...)
'
,
).
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
),
39
[]
9
9 []
<>
9
[]
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
40
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
41
zione comparativa di tutti i passi d'interpretazione non problematica, se possibile che un personaggio si veli durante un
dialogo senza che nel testo rimanga alcuna traccia verbale di
ci, come appunto dovrebbe fare Euridice stando al commento di Bond.
Cominciamo da Eur. Supp. 110-111. Teseo apostrofa Adrasto che si trova in un angolo della scena con il volto
coperto:
,
'
< >70
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
42
Mario Tel
l'indicazione verbale di questa azione non compare mai altrove nella forma diretta di un annuncio71, ma sempre come
reazione dell'interlocutore. Si veda a questo proposito il caso
dell' Oreste; al v. 294 Oreste ordina alla sorella:
',
Quando Elettra si coperta il volto? Oreste rendeva conto in71. Mi sembra interessante notare come una situazione scenica del tutto speculare a quella dell'Evade sia riscontrabile in Or. 459-469. I commentatori (Bond,
Euripides Herakles cit., p. 361 e Eunpides Orestes, With introduction and commentary by C.W. Willink, Oxford 1986, p. 163) segnalano un rapporto tra le due
scene soltanto per quanto concerne Or. 467-469
/
;
che presuppone
/,
;,
/ *,
certamente, per quanto riguarda l'equazione metaforica Velo =
. F. 1216-1217
*
/
. D'altra parte una ricognizione contestuale consente forse di individuare anche una concezione strutturale comune: Eracle vede appressarsi Teseo
*
' ),
come conseguenza di questa perce(1154
zione visiva, che funziona da informazione scenica sull'ingresso di un nuovo personaggio, l'eroe decide di velarsi, e subito dopo l'annuncio del gesto (w. 11591160), Teseo inizia a esporre le ragioni e le modalit del suo arrivo (
Allo stesso modo Oreste si accorge dell'arrivo di Tindareo (459-461...
...).
/
/
'
,
'
'
sente l'esigenza di coprirsi (w. 467-469 quale oscurit potrei
),
prendere per il mio volto? Quale nube potrei mettermi in fronte, evitando le pupille degli occhi del vecchio?), e a quel punto interviene Tindareo (w. 470 ss.).
L'elemento comune consiste nella connessione causale esistente tra l'annuncio,
in s del tutto normale e poco connotato, dell'arrivo di un nuovo personaggio e
l'intenzione di coprirsi. Oreste si trova evidentemente nella stessa condizione di
Eracle, ma l'intenzione di coprirsi, a cui Eracle dava effettiva realizzazione, non
supera in questo caso il livello puramente verbale. Ma c' un'ulteriore osservazione da fare: nel momento in cui si chiede retoricamente
...
/ ...
Oreste sembra evocare un modello comportamentale gi costruito a cui
,
cerca di adeguarsi, proprio come in Andr. 859-860 faceva, in relazione a un gesto
diverso, Ermione, abbandonata da Menelao e spaventata dall'atteso ritorno di
Neottolemo:
/
;
;
In quel caso veniva richiamato il gesto effettivamente compiuto da Andromaca
all'inizio della tragedia, w. 115per resistere a una simile situazione di
116 (parole di Andromaca)
'
/(cf. in proposito F. Ferrari, Struttura e personaggi nelVAndromaca di Euripide, Maia n.s. 23, 1971, p. 218). Nel passo dell'Oreste il fenomeno pi sorprendente perch il 'modello' a cui Oreste si richiama non si ritrova in una sezione antecedente del dramma, ma appartiene a una scena di una tragedia rappresentata probabilmente circa dieci anni prima (cf. Bond, Euripides Herakles
cit., pp. XXX-XXXII), scena della quale, come si visto, viene riprodotta anche
l'articolazione complessiva.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
43
;...
,
,
9 9
9
9
<9> $,
;
Il testo fornisce un'informazione sul mutamento scenico intervenuto, ma a ci non segue una sollecitazione a scoprirsi,
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
44
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
45
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
46
Mario Tel
210
;
.
'
'
'
'
'
.
;77
1265
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
47
in forma soltanto parentetica, sembra connettere questo passo con CycL 211 ss.,
e sottolinea giustamente lo scopo concreto dell'ordine, ovvero la riacquisizione
del senno. Non si vuole naturalmente postulare un rapporto diretto tra Ciclope e
Baccanti (sulle analogie di motivi e situazioni esistenti tra questi due drammi si
veda comunque R. Seaford, Dionysiac Drama and Mystenes, Class. Quart. n.s.
31, 1981, pp. 272-274), che reso impossibile anche da ragioni di pura cronologia:
come noto infatti le Baccanti furono rappresentate postume nel 406 (T.B.L.
Webster, The Tragdies of Euripides, London 1967, p. 238), per il Ciclope mancano invece dati certi, anche se tutti concordano nel collocarlo nell'ultima fase
della produzione euripidea (cf. Euripides Cyclops, With Introduction and Commentary by R. Seaford, Oxford 1984, pp. 48-51 secondo il quale l'anno pi probabile sarebbe il 408, e le precisazioni di Battezzato, // monologo cit., pp. 134135). Abbiamo richiamato il passo delle Baccanti soltanto per dimostrare che un
ordine come quello che, al di l delle sue reali intenzioni, viene pronunciato da
Polifemo, necessita convenzionalmente della conferma esecutiva rappresentata
Un altro esempio certo della situazione scenica presente in Ba. 1264da .
1265 si trova, in contesto comico, in Ar. Av. 175-176 dove Pisetero indirizza lo
sguardo dell'Upupa verso il firmamento, sito della nuova citt che gli uccelli intendono fondare: anche in questo caso all'ordine segue una marca deittica con
/
/
funzione di ratifica esecutiva, (
/
).
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
48
Mario Tel
...
Ecco la didascalia di Taplin: She probably
/
,
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
49
Un confronto con una situazione omologa pu forse fornire la risposta: Oreste all'inizio della tragedia omonima giace
su un letto ricevendo le cure di Elettra81.In corrispondenza
della visione delirante delle Furie (w. 255-257) l'eroe accenna
probabilmente un tentativo di alzarsi (questo il senso scenico
che si pu ricavare dalla reazione di Elettra al v. 258 5,
subito
bloccato
da
Elettra
',
),
che riuscir a trattenere fisicamente il fratello fino al punto,
compreso tra i w. 265-276, in cui egli si allontana effettivamente dal letto82.Il dato rilevante che si pu ricavare che anche un solo tentativo di Oreste produce un'immediata reazione da parte della sorella.
Vediamo se le reazioni della Nutrice possono costituire un
simile mezzo di verifica del presunto movimento di Fedra. A
dire il vero, esse collocano su un piano puramente verbale i
*
9
propositi di evasione di Fedra (v. 215
stands up and may even almost dance as her desire to be with Hippolytos finds
this barely concealed expression.... Prima di Taplin (dello stesso suo avviso si
mostra anche Bain, Actors and Audience cit., p. 27 che non prende in considerazione specificamente il problema, ma afferma after 249 Phaedra has sunk back
on her couch presupponendo di conseguenza un precedente spostamento di Fedra) Barrett (Euripides Hippolytos, Edited with Introduction and Commentary
by W.S. Barrett, Oxford 1964, pp. 201-202, 205) aveva mantenuto una posizione
moderata sull'argomento liquidando giustamente come riflesso di una pratica
scenica ellenistica le indicazioni dello scolio (
',
'
ma nello stesso tempo marcando la necessit di some show of ac),
tion durante la performance. Ma questo quid attraverso cui il testo diventava
rappresentazione pertineva all'abilit di ogni attore, ci che invece da un punto
di vista ricostruttivo si deve stabilire se nel testo si possono rinvenire segnali
che inducano a pensare che nell'ideazione registica dell'autore era previsto un simile movimento da parte di Fedra.
81. Cf. Medda, La casa e h atta: spazio scenico cit., pp. 14-15.
82. Di Benedetto (Euripidis Orestes, a cura di V. Di Benedetto, Firenze 1965, p.
57) sembra ritenere che in corrispondenza dei w. 258-259 Oreste si sia gi alzato
in piedi (Gi nei w. 258-259 Elettra afferra il fratello cercando di farlo ritornare
nel suo letto...). Credo tuttavia che il v. 263 (
),
pronunciato da Elettra, non consenta di immaginare in corrispondenza dei w.
258-259 pi di un tentativo di movimento. L'esclamazione di Elettra ai w. 266indica chiaramente un senso di dispe*
267 ( ' ,
,...)
razione che risulterebbe drammaticamente ben giustificato se si correlasse al definitivo fallimento nell'azione di trattenere il fratello. Sulla base di quest'osservazione si pu avanzare l'ipotesi che Oreste si svincoli del tutto da Elettra e si allontani dal letto proprio in corrispondenza del v. 265.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
50
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
51
86. Se Fedra rimanesse sul letto, ci equivarrebbe a un permanere della malattia, e ci renderebbe del tutto impossibile per la Nutrice la messa in atto della
supplica, che gi in condizioni normali, come nota efficacemente J.P.A. Gould,
Hiketeia, Journ. Hell. Stud. 93, 1973, p. 87, comporta an atmosphre of strain
and embarassment prodotta dal fatto che il supplice varca i confini del proprio
status per esercitare una pressione psicologica su un individuo detentorc di condizione sociale superiore. Sulle modalit di realizzazione della supplica della Nutrice cf. Kaimio, Physical Contact cit., pp. 50-51.
87. Greek Tragedy in Action cit., p. 116.
88. Euripides Hippolytos cit., p. 206.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
52
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
53
,
,
,
.
Appare chiaro, come tra l'altro hanno gi messo in luce alaltro
cuni lavori fondamentali sui realia omerici95,che
non che una fascia, talvolta ornata di pietre preziose, che veniva posta dalle donne intorno alle tempie di modo che le
chiome venissero compattate sulla parte superiore del capo. A
questa benda, come mette chiaramente in luce Apollonio Sofiche
sta, poteva aggiungersi un altro copricapo (il )
consentiva di avvolgere e coprire tutta la massa dei capelli ed
93. Cf. LIMC, VII, 2, pp. 314-316 e per considerazioni generali P. Ghiron-Bistagne, // Motivo di Fedra nell'iconografia e h Fedra di Seneca, Dioniso 52,
1981, pp. 261-270.
94. Cf. H. Erbse, Untersuchungen zu den Attiztsttschen Lexika, Berlin 1950, pp.
160, 98.
95. Cf. in particolar modo Lonmer, cit., p. 387.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
54
Mario Tel
era equiparabilea una specie di cuffia. Menzione di questo si trova anche in Ar. Thesm. 257, dove il travestimento femminile di Mnesiloco deve essere completato con un
copricapo acconcio, di cui Euripide fa richiesta ad Agatone:
.
Dunque, come in Apollonio Sofiil
in
cos
anche
Aristofane
viene associato a
sta,
un altro indumento, la mitra. Alcuni studi specifici hanno dimostrato quasi concordementeche con
veniva designata
nel corso del quinto secolo una benda utilizzata per raccogliere i capelli sulla testa, dunque assimilabile, almeno dal
in questa
di et arcaica96:
punto di vista funzionale, &
direzione esegetica sembra indirizzareanche una delle attestazioni tragichedel termine, ovvero Hec. 923-924
dove il nesso /
,
facilmente accostabile alla funzione indivi...
97
duata per 1'
da Apollonio Sofista:
.
Collegando i dati e le testimonianze raccolte finora diventa plausibile, dunque, un'equiparazionetra
e.
A questo punto, se si recuperala testimonianza del grammatico Pausaniacitata all'inizio, si potrebbe ricavareuna sostanziale identit tra
e una mitra (corrispettivo in et
96. L'equivalenza tra 1'
e la mitra sostenuta esplicitamente da Lorimer,
E. Abrahams-L. Evans, Ancient
cit., p. 387, . 3. Cf. specificamente sulla :
Greek Dress, Chicago 1964, pp. 111-112 e R. Tolle Kastenbein, Zur Mitra in
KlassischerZeit, Rev. Archol. 1977, pp. 23-36, che reagisce contro l'idea di H.
si dovrebbe
Brandenburg, Studien zur Mitra, Mnster 1966, secondo cui la
identificare con una cuffia a forma di turbante. Anche se le testimonianze iconografiche attestano questo tipo d'indumento, credo che la Tolle Kastenbein abbia
ragione nel distinguere la natura della mitra (benda che pu lasciare visibile parti
dalla chioma) da quella del
che aggiunge un effetto coprente paragonabile appunto a quello di una cuffia (si vedano le Figure 1 e 2 per un confronto
tra l'effetto prodotto dalla sola mitra e quello derivante dall'aggiunta di un ).
Quest'interpretazione viene confermata anche dalla maschera della
commedia nuova identificata come
(si veda la Figura 3), su cui cf.
L. Bernab Brea, Menandro e il teatro greco nelle terracotte liparesi, Genova
1981, pp. 230-232 e F. Ferrari, La maschera negata: nflessioni sui personaggi di
Menandro, Stud. class. orient. 46, 1996, pp. 244-245. Per Thesm. 257 cf. L.M.
Stone, Costume in Aristophanic Poetry, New York 1981, pp. 203-204.
97. Su questo passo cf. Gregory, cit., pp. 156-157. Le altre ricorrenze tragiche
sono rappresentate da Ba. 833...
1
928-929 '
,
/
,
'
1115, su cui cf. Dodds,
,
Euripdes Bacchae cit., pp. 177-178 e Tolle Kastenbein, Zur Mitra cit., pp.
29-31.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
55
classicadi un 98),
e di conseguenza si avrebbe che Fedra
sta indossando un indumento che, data la parodia aristofanesca, doveva essere spesso utilizzato dalle eroine euripidee. Bisogna tuttavia chiedersi se Fedra stia indossando soltanto la
benda oppure anche il ,
che, come si ricava dal
Aristofane
che
da
di
(oltre
Apollonio Sofista), risulta
passo
Il
femminile
associato
/ .
nell'abbigliamento
fatto che a partiredal v. 243 il ripristinodella condizione antecedente all'ordinedel v. 202 venga definito in termini di potrebbe autorizzarea immaginareche anche il faccia parte del copricapo di Fedra, anche se ci naturalmente non sicuro e in ogni caso non toglierebbe nulla alla
come indumento
specificit nell'uso linguistico di
assimilabilealla mitra al v. 201".
non pu coRisulta chiaro in questo modo che 1'
prire il volto della donna, e non pu essere equiparatoai veli
Si
utilizzati nelle scene di cui abbiamotrattatoin precedenza100.
che
Barrett
i
di
dubbi
di
giuconseguenza superare
possono
98. Per l'uso di quest'indumento nel quinto secolo si veda per esempio Plut.
,
Sol. 8, 5 ...
...
del tipo di quello raffi99. In realt non necessario pensare a un
gurato alla Figura 2, dal momento che come si pu vedere dallo schema riportato
alla Figura 4, le fogge che la mitra poteva assumere erano molteplici, ed essa poteva avere anche un effetto 'coprente' della testa (v. 243 ,
).
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
56
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
57
...
(su
parodica nel momento in cui descrive Mnesiloco-Elena come
questa scena cf. infra).
104. Su questa linea si vedano: L.K. Taaffe, Arstophanes and Women, Londondi Lisistrata viene analizzato tra gli
New York 1993, p. 64 dove il
external components of gender identity; R. Finnegan, Women in Anstophanes,
Amsterdam 1995, p. 75 e da ultimo M. Dorati, Lisistrata e U tessitura, Quad.
urb. cult, class. 58, 1998, pp. 45-46.
105. La Montiglio, Silence cit., pp. 179-180 assimila impropriamente questo
passo di Aristofane ai casi tragici, che abbiamo richiamato in precedenza, in cui
un personaggio si vela come mezzo di isolamento comunicativo. Che questo accostamento non sia legittimo dimostrato anche solo dalla determinazione
che, come si visto, incompatibile con la designazione di un velo.
,
Inoltre, se in Thesm. 890 la possibilit che un personaggio col viso velato parli
eccezionalmente ammessa in conseguenza della necessit di riprodurre in forma
parodica una tipologia situazionale tragica, non si capisce per quale motivo Lisistrata dovrebbe velarsi (cosa che sempre presentata come eccezionale e quindi
ben motivata) e continuare in queste condizioni a parlare per tutto il corso della
commedia.
106. C poi da tener presente che Fedra dopo il v. 249 si e probabilmente sdraiata
sul letto, riassumendo la condizione che aveva caratterizzato il suo ingresso in
scena. Cf. su questo punto Barrett, Eunpides Hippolytos cit., p. 208; Taplin, Greek
Tragedy in Action cit., p. 94; Halleran, Eunpides Hippolytos cit., p. 171.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
58
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
59
,
;
'
1120
,
/
'
112. Si vedano in proposito: Dale, Euripides Alcestis cit., pp. 119, 128; Halleran,
Stagecraft in Eurpides cit., p. 52; Conacher, Euripides Alcestis cit., pp. 194-195;
Kaimio, Physical Contact cit., pp. 32-33, che tuttavia si mostra per altri aspetti
cauta nella ricostruzione della scena, e Kovacs, Euripides Cyclops-Alcestis-Medea
cit., pp. 155, 274.
113. U. Hbner, Text und Bhnenspiel tn der Anagnortsisszene der Alkestis,
Hermes 109, 1981, pp. 156-166.
114. E. Masaracchia, // velo di Alcesti, Quad. urb. cult, class. 71, 1992, pp.
29-35.
115. Euripides Cyclops-Alcestis-Medea cit., pp. 272-27.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
60
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
61
cando di fornire una spiegazione scenica congruente. Su questo punto l'idea della studiosa non convince: uno sguardo alle
testimonianze iconografiche sull'uccisione di Medusa da parte
di Perseo sar eloquente in proposito. vero che la tradizione
attribuisce alla testa della Gorgone il potere di pietrificare anche dopo essere stata mozzata (come dimostra il contesto di
ma
Phoe. 455
/ ),
siamo sicuri che l'espressione che si ricava mantenendo il testo tradito si possa considerare equivalente a
il capo reciso che indurrebbe Perseo a voltarsi indietro?
,
indichi piuttosto la GorCi sembra che
gone con la testa mozzata, ovvero ci che rimane di Medusa
dopo che il capo gi stato asportato (cos intende anche la
Dale). Il corpo cos mozzato non possiede pi il potere di pietrificare dal quale Perseo dovrebbe cercare di cautelarsi. La testimonianza offerta da una calpis attica databile all'incirca al
460 a. C. (Fig. 5) significativa a questo riguardo: Perseo ha
ormai reciso la testa della Gorgone, che fa capolino dalla sua
borsa, e rivolge spavaldamente il volto verso il corpo mozzato
quasi a sottolineare con spregio la condizione di totale innocuit a cui il mostro stato ridotto. Posto dunque che la situazione che si avrebbe stando alla lettera del testo tradito non
motiverebbe il gesto (quello di voltarsi indietro) richiesto dal
contesto120,si deve aggiungere che il risultato testuale prodotto
dalla correzione di Lobeck ha il vantaggio di produrre una
duplice specularit gestuale con la tradizionale rappresentazione dell'uccisione di Medusa: essa121prevede, infatti, non
solo che Perseo abbia il volto girato, ma che protenda una
mano per afferrare il corpo del mostro, mentre con l'altra impugna la spada122.
120. Questa testimonianza iconografica (e al suo interno in particolar modo la
rappresentazione dell'atteggiamento di Perseo) confuta l'idea espressa dalla Madi . 1118
saracchia in questi termini: ...anche se vogliamo vedere nel
il riferimento ad un tronco privo di testa, l'espressione mantiene la sua validit
perch un mostro che abbia perduto il principale mezzo per incutere terrore non
provoca necessariamentepiacere in chi lo avvicina^ ma piuttosto una sensazione
di repulsione e fastidio che spinge a distogliere lo sguardo* (il corsivo
mio).
121. Si veda Polpe attica di Vulci databile alla seconda met del sesto secolo riportata alla Figura 6.
122. Connessioni tra la messa in atto di un gesto e il paradigma mitico della Gor-
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
62
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
63
.
.
,
',
'
'
,
390
Ancora pi interessante perch inserito in un contesto di riconoscimento il caso di El 566-567: il Pedagogo, ormai certo
della presenza di Oreste di fronte a s, cerca di avviare Elettra
verso la stessa conclusione, dunque di accelerare l'agnizione, e
le ordina in un primo momento di pregare gli dei (v. 565).
Ecco il prosieguo della scena (w. 566-567):
.
123. Euripidis Tragoediae, ex recensione A. Nauckii, I, Lipsiae, p. LUI; U. Wilamowitz-Moellendorf, Analecta Eunpidea, Berolini 1875, p. 196.
124. L'apostrofe ai figli del v. 389b assicura che l'ordine del v. 388 stato esenon pu che riferirsi a un gesto
,
guito; di conseguenza
d'interruzione di contatto distinto da quello stigmatizzato al v. 388.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
Mario Tel
64
.
',
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
65
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
66
Mario Tel
stante presenza di cambio d'interlocutore127. Questi due elementi sono entrambi assenti nel v. 1119, e ci sembra un argomento non irrilevante per negare la paternit euripidea del
distico128.
Cerchiamo di vedere ora quale funzione drammatica potrebbe avere nel contesto lo scambio di battute .
.
;
129: in questa fase Admeto non ha ancora abbracciato
,
Alcesti, come invece indicheranno i w. 1134-1135, dunque
127. La trattazione fondamentale relativa a questi fenomeni rimane W. Khler,
Die Versbrechung bei den Griechischen Tragikern, Darmstadt 1913. Si veda pi
recentemente anche M. Bonaria, L'antilab nella tragedia greca antica, in Studi di
filologia cUssica in onore di G. Monaco, I, Palermo 1991, pp. 173-188. Riporto qui
tutti i casi tragici di doppia antihb per mostrare la caratteristicacomune che ho
ricordato sopra. Casi con conclusione sintattica e cambio di interlocutore: Soph.
El. 1502 . '
.
.
'.
(il verso successivo introdotto da Egisto); Phil. 810 . ,
.
.
.
;
(successiva battuta pronunciata da Filottete); 816 .
. .
;
.
(successivo verso introdotto da Neottolemo); . G 832 . .
.
;
.
(nel verso successivo si trova un intervento di
.
.
;
;
'.
(con
Edipo); Eur. Ale. 391 .
successivo intervento del Coro); Hipp. 310 . ...
.
.
.
;
(verso seguente pronunciato da Fedra); H. F. 1418 .
.
\
.
,
(successivo intervento di Eracle). Unico caso
di sermo fractus in Soph. Phil. 814 .
.
.
',
;
(la
successiva battuta, che interrompe Filottete, pronunciata da Neottolemo) sul
quale cf. Mastronarde, Contact and Discontinuity cit., p. 66.
128. A ci si aggiunga poi il fatto, gi notato da Hbner, Text und Bhnenspiel
cit. p. 164 con n. 39, che l'ordine con cui si apre il v. 1121 viene introdotto da un
brusco asindeto. Secondo P. Riemer, Die Alkestis des Euripides. Untersuchungen
zur tragische Form, Frankfurt am Main 1989, p. 192 Pasindeto segnalerebbe una
pausa in corrispondenza della svolta scenica costituita dallo svelamento di Alceci si aspetterebbe un elemento connetsti, ma dato l'imperativo precedente
tivo pi marcato a sottolineare appunto den nun einsetzenden Wiedererkenintrodotto in asinnungsteil. Supp. 284, in cui si trova un imperativo ()
deto rispetto al periodo precedente concluso da ,
non pu essere utilizzato a favore della difesa di Riemer, dal momento che in questo caso la presenza
dell'asindeto ben si spiega come conseguenza del carattere di supplica-preghiera
di questo intervento del coro (non necessario pensare a un'indicazione di Personenwechsel, come fa Hbner).
129. Anche l'uso asseverativo di questo vai posto dopo il verbo lascia perplessi
(Weil tentava di correggerlo in viv), e, stando almeno agli esempi ricordati da LSJ,
sembra un caso unico. Riemer, Die Alkestis des Euripides cit., p. 190, n. 473 cita
come parallelo Ba. 534, che tuttavia non pertinente perch vai costruito qui
con l'accusativo all'interno di una sorta di giuramento (w. 534-536):
vai
/
/
(come per esempio anche in Ar. Vesp. 1438 ... vai
).
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
67
dovrebbe significare la tieni. Ma per quale motivo Eracle dovrebbe chiedere conferma di un gesto, la cui esecuzione
con implicito valore di
era gi stata chiarita
dalla precedente battuta di Admeto (
Risulta
)?
fortemente
verosimile
che
la
del
verso
sia
dunque
prima parte
stata coniata sul modello dei w. 1134-1135, dove a
5 di Admeto segue la conferma di Eracle ,
che, data la
condizione di personaggio muto di Alcesti, rappresenta un
surrogato della tradizionale risposta asseverativa prevista in
queste scene da parte dell'altro personaggio coinvolto nel
riconoscimento130.
Una parte della tradizione (BOLP) attesta per il v. 1121 (condel solo V) la variante 5 , che frutto verosimiltro
mente di un intervento successivo alPinterpolazione (dopo il
v. 1118, infatti, l'ordine di ripristino del contatto visivo intronon necessita di alcun connettivo del tipo di
dotto da
finalizzato
),
proprio ad evitare l'asindeto ed ottenere un levisibile
con i due versi precedenti. Il fatto che quegame pi
sia
presente in tutta la tradizione rende prost'interpolazione
babile che appartenga per lo meno all'et tardoantica, ma forse
consente di aggiungere un'altra consila presenza in V di
derazione: se essa fosse prodotta dall'intervento di un lettore
erudito, sarebbe strana la mancanza (attestata appunto da V,
che da questo punto di vista configura uno stadio pi antico
della tradizione rispetto a BOLP) di una particella che elimini
l'asindeto. Si pu immaginare invece che in una fase in cui il
testo veniva ancora utilizzato con una finalit performativa
questa difficolt venisse poco percepita: per questa ragione si
pu ipotizzare che i w. 1119-1120 siano il frutto di un'interpolazione istrionica131,prodotta dall'esigenza di dare un ri'
130. Cf. Soph. El 1226 .
; Eur. El 579 .
.
;
Hei 650 .
'
...,
;
'
.
'... Per un elenco completo vedi Kaimio, Physical Contact cit.,
652 ,
pp. 35-37.
131. Hbner, Text und Bhnenspiel cit., p. 166, . 43 sembra invece considerare i
due versi un caso di Binneninterpolation (su cui cf. Jachmann, Gott. Nachr. 1,
1936, pp. 123-133). Accogliendo l'origine istrionesca, che abbiamo proposto, si
potrebbe qualificare l'interpolazione come expansive interpolation (secondo la
classificazione di Page, Actors* Interpolations cit., pp. 117 ss.): attraverso materiali attinti da un'altro momento dello sviluppo drammatico (quello, come si vi-
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
68
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
69
tener presente il meccanismo, esemplificato da Eur. Supp. 111112133,per cui, se un personaggio fa il suo primo ingresso in
scena coperto da un velo, la prima menzione di questa sua
condizione coincide con l'ordine l'indicazione fattuale della
sua rimozione: di conseguenza la reticenza testuale, lamentata
dalla Masaracchia134,deve essere considerata del tutto normale.
Per quanto concerne specificamente lo svelamento da parte
di Eracle, credo che possa essere utile un confronto con scene
in cui un personaggio A scopre un personaggio
senza che vi
sia stata una richiesta esplicita in questo senso da parte di B.
Come abbiamo gi notato135,in H. F. 1226-1231 assai difficile
che sia Teseo a scoprire direttamente il volto di Eracle, quindi
l'unica scena in qualche modo comparabile Hec. 679-682, in
cui si ritrova lo stesso connubio di situazioni, svelamento e riconoscimento, ipotizzabile neYAlcesti: Ecuba infatti non riconosce l'identit del cadavere che la Serva ha portato in scena
fino a quando esso non viene privato del velo che lo copre. Ci
troviamo dunque di fronte a un caso di ritardo nel riconoscimento di un personaggio a causa del diaframma realistico rappresentato da un velo. Ecco come si arriva allo scioglimento di
questo nodo drammatico:
.
... '
,
9
680
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
70
Mario Tel
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
71
conoscitivo nuovo che confermi l'impressione sulla somiglianz espressa da Admeto all'inizio. Questa funzione deve
essere pertanto svolta da un'azione la cui realizzazione sia
per compatibile con la mancanza nel testo di un'indicazione
verbale esplicita. Pensare a uno svelamento probabile proprio perch anche nella scena delYEcuba (dove pure la presenza di un velo sul corpo di Polidoro emergeva attraverso il
di un'azione del genere, concernente un
participio )
un
cadavere, dunque
personaggio 'muto' (a tale ruolo sostanzialmente ridotta anche Alcesti139nel finale della tragedia),
si ha una menzione verbale soltanto indiretta, tutta centrata
che essa
/ ),
sull'effetto, 'una nuova visione' (
sull'interlocutore
di
chi
la
sta
produce
compiendo.
Appendice
xoa Nota a Ar. Tbesm. 902-903
Credo che alcune delle considerazioni svolte nella discussione
di Ale 1119-1120 possano contribuire all'esegesi di Ar.
Thesm. 902.
Tra le metamorfosi tragiche a cui Mnesiloco si sottopone
nel corso delle Tesmoforiazuse, quella derivata aAVElena euripidea riveste primaria importanza perch ampi spezzoni delin
l'ipotesto tragico vengono ripresi in maniera letterale,
forma variata140.Nella sequenza testuale compresa tra il v. 855
e il 916, tuttavia, al di l del vistoso modello di base si possono
rintracciare altri motivi scenici tipicamente tragici, ma non ap-
139. Le possibili ragioni del 'silenzio* di Alcesti nel finale della tragedia sono ancora oggetto di discussione. Si vedano a questo proposito: G.G. Betts, The Silence of Alcestisy Mnemosyne 18, 1965, pp. 181-182; Riemer, Die Alkestis des
Eunpides cit., pp. 93-103; Di Benedetto-Medda, La tragedia suUa scena cit., p.
222; V. Wohl, Intimate Commerce. Exchange, Gender and Subjectivity in Greek
Tragedy, Austin 1998, pp. 150-151, 255 (con discussione della bibliografia
precedente).
140. Fondamentali a questo proposito: H.W. Miller, Some Tragic Influences in
th Thesmophoriazusae of Aristophanes, Trans. Amer. Philol. Assoc. 77', 1946,
pp. 171-182 e P. Rau, Paratragodia. Untersuchung einer Komischen Form des
Aristophanes, Mnchen 1967, pp. 53-65.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
72
Mario Tel
.
.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
Fig. 1 - Monaco, St. Ant. Slq., 2305. Anfora attica a figure rosse. Et
tardo-arcaica.Immagine trattada R. Tolle Kastenbein,Zur Mitra in
KlassischerZeit, Rev.Archol. 1977, p. 32.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
Fig. 8 - Toronto,
Royal Ont. Museum 635. Loutrophoros attica a figurerosse attribuita
a Polygnotos. Immagine tratta da J.
Boardman, Athenian Red Figure
Vases:th Classical
eriod. A Handbook,London 1989.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
73
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
74
Mario Tel
della presunta moglie. In sostanza il v. 902 pu essere equiparato agli ordini di ripristino del contatto visivo formulati,
proprio alla vigilia di un riconoscimento, in due scene tragiche
gi esaminate148:quello rivolto da Eracle ad Admeto in Ale.
1121-1122 (
/
,
e quello indirizzato dal Pedagogo a Elettra in Eur.
)149,
El. 567 (
L'unica
',
,
).
differenza che nel nostro caso a sollecitare la verifica visiva
dell'identit non un personaggio terzo, ma direttamente uno
dei personaggi coinvolti nel riconoscimento. Appare chiaro a
fornita dallo scoquesto punto che la spiegazione di
lio va sicuramente accolta.
La risposta di Mnesiloco-Elena potrebbe sembrare incongruente con la ricostruzione qui proposta, nel senso che il
contatto visivo con Euripide-Menealo era stato interrotto non
ma per l'esigenza
per l'insorgere di un sentimento di ,
di un rapporto comunicativo polemico con la seconda Donna.
L'incongruenza si risolve immaginando un altro gioco paratragico: la lettera dell'ordine
presenta
infatti tratti di affinit con quelli impartiti a personaggi con il
volto abbassato in segno di vergogna150. Mnesiloco-Elena
sfrutta, dunque, la polisemia scenica di quest'ordine per dare
una risposta che almeno nell'incipit riproduce la giustificazione che un'eroina tragica potrebbe dare del proprio pudico
modo di presentarsi con il volto abbassato151.Si veda a questo
proposito la spiegazione data da Ecuba a Polimestore in Hec.
968:
Tornando ora al problema iniziale dello svelamento di Mnesiloco-Elena, si deve concludere, sulla base dell'interpretazione
148. Cf. supra.
149. Si veda l'analogia tra la reazione manifestata da Admeto dopo il riconoscimento (1123 ,
e quella di Euripide-Menelao
;
'
)
'
attinta da Hel. 72 ( ,
'
nel momento
( ,
;),
;),
in cui ha percezione di trovarsi di fronte la moglie.
150. Si veda per esempio l'ordine impartito da Alcmena a Euristeo in Hcld. 942943
/
'
.
Cf. per una rassegna completa n. 69.
151. Per l'effetto di parodische Deformation che si realizza nella seconda
parte del verso cf. Rau, Paratragodia cit., p. 61.
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions
75
This content downloaded from 83.137.211.198 on Sat, 15 Aug 2015 05:55:12 UTC
All use subject to JSTOR Terms and Conditions