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b i b l i o t e c a
GiovanniS-rodiani
N. CATALOGO
S!0U
SMuFL ;
Orazio Barbieri
Ponti su llArno
Prefazione di Ferruccio Pani
Editori Riuniti
Prefazione
Per questo lungo studio e racconto, cosi impegnato, che Orazio Bar
bieri ha steso della Resistenza toscana, o meglio fiorentina, una prefazione,
intesa al modo tradizionale, al modo di un genere letterario stereotipo,
met divagazione met panegirico, sarebbe - mi sembra - un offesa. Egli
ha vissuto, ha sofferto quegli anni da attore non da spettatore, ha combat
tuto, ha creduto, ha sperato. E per il profondo rispetto dovuto ad ogni
sincero impegno dello spirito, egli ha diritto che Vintroduttore, rivivendo
con lui tempi, vicende ed uomini, penetri i motivi morali della sua storia
e, poich si tratta di un opera storica, sappia intenderne e chiarirne le ragioni
di validit e di utilit. Una recensione, non una prefazione : una valuta
zione critica, non la generica lode.
In quelVanno che corre tra la cacciata di Mussolini e la cacciata dei
tedeschi Firenze vive uno degli anni pi grandi e pi vivi della sua storia.
Non sono molte le citt d'Italia che hanno dato un gruppo cos eletto e
vivace di combattenti, di politici e di organizzatori : con gli anziani del
l'antifascismo, le coscienze maturate attraverso le crisi tormentose delle
generazioni fasciste, gli uomini nuovi svegliati dalla lotta e - pregio parti
colare - una ricca schiera di mirabili temperamenti femminili e di giovani.
Il vento della libert risveglia da antichi sedimenti e chiama alla ribellione
energie sopite ed energie nuove con un impeto che ha pochi confronti in
Italia.
Con questa ricchezza umana, Firenze uno dei centri politicamente
pi sensibili ed aperti : i grandi problemi della liberazione e dell'avvenire
F e r r u c c io P a r r i
Nota dellautore
Ponti sullArno
FIRENZE
1942
lari idee politiche, neanche lui, per questo. Il babbo stato tutto
per la casa e gli ha insegnato a vivere soltanto per la famiglia. In
lui, in Ahgino, figlio unico, ha riposto tutte le speranze. Aligi
ricorda che il babbo per portare il buon per la pace si era iscritto
al fascio e che ogni tanto doveva partecipare alle adunate al CRF
Luporini, ordinate dal Gambacciani. Qualche volta Duilio cercava
di eludere quelle riunioni, cercava pretesti per non andarci, ma i
gerarchi fascisti non mollavano. M olti di questi recalcitranti come
lui erano stati severamente richiamati. Aveva saputo anche di un
giovane ortolano, il M armugi, buttato in forno dal dirigente del
fascio, quel Gambacciani che terrorizzava tutti. Per questo qualche
volta Aligi andato al gruppo rionale a chiedere di sostituire il
padre, perch lo lasciassero a casa, m entre lui invece, giovane, poteva
partecipare anche alle adunate.
Ci penso io, babbo, ha detto una volta, vado io per
te! cosi che Aligi entra nel fascio.
Aligi ha studiato alla scuola Sassetti fino alla seconda tecnica
passando sempre con buoni voti. La leva m ilitare nel 1932 lo ha
portato a Messina. Congedato dopo due anni, la guerra contro lAbissinia lo costringe ben presto a rim ettere il grigioverde in un giorno
di aprile del 1934 e lo porta a Mogadiscio. M a quella guerra era
finita abbastanza presto e bene, con la vittoria contro il Negus.
Per questo i gerarchi fascisti erano andati a ricevere i reduci con
la banda. E quando Aligi era tornato, il babbo gli aveva detto:
Aligi, questo il giorno pi bello della m ia vita! O ra dob
biamo pensare a noi, alla mamma, alla casa nostra!
Ma la vita civile era durata poco per Aligi. Gli studi per corri
spondenza delle Scuole Riunite li aveva dovuti interrompere di
nuovo. E troncata era anche la carriera di impiegato statale che
aveva intrapreso. A R om a infatti aveva partecipato a cinque con
corsi e li aveva vinti tutti e cinque. Aveva scelto quello di ufficiale
doganale a Como, ove appunto si era recato a prendere servizio.
io
gli uomini fuggono verso la Corte <TAppello nel Museo del Beato
Angelico.
Fra questa folla, per incoraggiarla a manifestare e per frenarla
nel caso di eccessi e provocazioni, si trovano Fosco Frizzi e tanti
altri comunisti e antifascisti.
Lattenzione dei dirigenti comunisti si rivolge particolarmente
verso le fabbriche. Le cellule, gi clandestine, invitano ora tutti gli
operai antifascisti a unirsi per chiedere la pace. Il lavoro fermo
in quasi tutti gli stabilimenti. Gli operai discutono, si recano presso
le direzioni a chiedere la fine della guerra. Le preoccupazioni mag
giori sono per il massimo stabilimento fiorentino : la Galileo. Fosco
Frizzi, Baracchi, Tagliaferri ed altri si recano in viale Morgagni
per parlare agli operai, m a lo stabilimento circondato dai cara
binieri e dalla polizia. Pattuglie di carabinieri armati arrivano fino
a via V ittorio Emanuele e via del R om ito. Chi si avvicina invi
tato ad allontanarsi. Gli operai sono chiusi nello stabilimento ma
dalle finestre, dai muri e dalle torrette del deposito dellacqua agi
tano i berretti, alzano i pugni. Qualche gruppo di operai rimasto
fuori, alcuni riescono ad uscire dalla fabbrica e si raccolgono in
piazza Dalmazia. Q ui i comunisti parlano, tentano di tenere un
comizio, ma i carabinieri intervengono e ne portano via qualcuno.
I fascisti come tali non si fanno vivi. D i colpo sono sparite le
camicie nere. Tuttavia qualche gerarchetto riconosciuto sul Ponte
alla Carraia, in S. Nicol, alle Cure e nei paesi vicini e la folla
gli ricorda le violenze e i soprusi commessi. Qualche schiaffo e
qualche cazzotto chiudono la partita.
Pi decisa, quasi frenetica lazione per distruggere i simboli
del fascismo. Fasci littori, foto del duce sono distrutti, incendiati sulle
vie.
Nelle fabbriche, ai fiduciari e a qualche zelante, sono ricordate
le imposizioni, lobbligo subito di ascoltare in piedi alla mensa il
Bollettino di guerra, ma nessuna violenza grave: nessuno quasi
T
cortesia e si dice convinto della giustezza e della sincerit di quelle
proposte m a non ha facolt di accoglierle. D assicurazioni e consi
glia la calma. Intanto lesercito italiano si sfascia. Gli ufficiali non
sanno come intendere quella frase di Badoglio: Esse (le forze
armate italiane) reagiranno ad eventuali attacchi di qualsiasi prove
nienza....
I partiti antifascisti, attraverso confidenze di ufficiali italiani
antitedeschi, sono informati che alti ufficiali del Corpo d Armata,
mentre formalmente mantengono quella incerta posizione, trasmet
tono segretamente ai reparti lordine di non resistere ai tedeschi, di
non mandare rinforzi.
Loperaio Gino Montelatici di servizio alle cabine telefoniche
ha intercettato gli ordini del Corpo d Armata di Firenze diretti a
sabotare lorganizzazione della resistenza sul valico appenninico.
I soldati, senza guida, non sorretti dalla partecipazione di for
mazioni civili, non possono pensare ad altro che a tornare a casa.
Cosi le caserme si vuotano, i soldati gettano gli abiti militari eie
armi e prendono automezzi per scappare a casa. I gruppi antifa
scisti tentano di tenere insieme lesercito e lo incitano alla resistenza.
Alcuni tedeschi isolati si arrendono senza resistenza. Le forze accam
pate a Firenze e in Italia non sono molte. Potrebbero essere annien
tate con la lotta di tutto il popolo.
Alla Futa una colonna militare tedesca transita verso Firenze.
Deboli unit militari italiane iniziano una resistenza eroica. Combat
timenti hanno luogo con la partecipazione di civili, ma, non sorrette
da ordini precisi e da rinforzi, le unit italiane ripiegano verso
Firenze.
I dirigenti dei partiti antifascisti ritengono che in queste condi
zioni sia ormai impossibile organizzare la lotta armata di massa.
Lesercito in sfacelo a causa del tradim ento dei generali. I soldati,
dopo tanti anni di guerra inutile, sono stanchi. Il loro primo naturale
desiderio quello di correre a casa, al paese, al proprio campo. Sol
ALIGI B A R D U CC I
E LA TRAGEDIA DELLA SUA G ENERAZIO NE
Donne Fiorentine !
Voi non dovete permettere che i vostri mariti, i vostri figli e fratelli
vengano strappati dlie vostre case ed inviati al macello per sostenere e
prolungare la guerra nazifascista, Voi non dovete permettere ohe aumen
ti ti numero degli orfani, delle vedove e delle madri in lotto. Non dove
te permettere ohe s continuino le fucilazioni e le deportazioni mentre
i vostri figli rimangono senza latte senza zucchero e senza pane.
Seguite lesemplo delle vostre compagne di Figline Valdamo che
hanno saputo lottare e strappare ai cani fascisti notevoli rivendicazioni
Manifestate in massa a fianco di tutti gh operai e operaie di Firenze
per imporre al barbari tedeschi e fascisti la cessazione d ele crudeli fu*
eduzioni e deportazioni, per imporre un aumento della distribuzione dei
generi tesserati; per assicurare a vot e ai vostri figh il necessario alla vita
hfessuoosla assente da questa manifestazione che deve riuscire imponente 1
Avanti per affrettare la fine della guerra e la cacciata del tede
schi e fascisti
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Q U A R TIER E G E N E R A L E DEL
GENERALE ALEXANDER
Messaggio
ai Cittadini
di Firenze
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COMITATO
TOSCANO
DI
LIBERAZIONE
NAZIONALE
1944
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Berle
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omimi
possono essere prese contro gli antifascisti e grazie a lui molte per
sone sono salvate. I comunisti hanno contatti prima col vice briga
diere Ferruccio Degli Innocenti e poi col capitano Arista della PAI.
I contatti avvengono spesso in luoghi diversi e talvolta anche nello
studio dellavv. Zavattaro. Attraverso costoro, i comunisti hanno
subito le notizie sulle intenzioni della polizia, sulle persone che i
fascisti ricercano. Grazie a queste informazioni, sono messi in guardia
Giuseppe Rossi, il prof. Maranini, lavv. Gatteschi ed altri. Anche
il dott. D i Stefano tiene contatti molto indiretti, ma si comporta da
burocrate senza rendere alcun servizio serio alla Resistenza. Attra
verso il capitano Arista e il vice brigadiere Degli Innocenti, tramite
il dott. R oberto Martini, comunista, le forze clandestine ricevono
notevoli quantitativi di armi e di munizioni. I tedeschi e i repub
blichini comprendono di non potersi pi fidare completamente della
Questura e ne riducono le funzioni a meri servizi ausiliari. evidente
che la maggior parte dei funzionari, anche quelli che hanno servito
ciecamente il fascismo come Messina, Rossi ed altri, pur non schieran
dosi ora dalla parte degli antifascisti, non vogliono neanche esporsi
troppo. Preferiscono fare dellordinaria amministrazione: quando i
tedeschi e i fascisti vogliono compiere grosse operazioni, la Questura
se la prende con una certa calma. H a cosi inizio quellatteggiamento
di doppio giuoco : non andare contro i fascisti, ma non fare eccessi
vamente gli zelanti e magari per mezzo di amici e conoscenti tenere
tenui contatti con le forze della Resistenza in modo da prepararsi
un aHbi per domani.
In queste condizioni i fascisti repubblichini hanno deciso di
costituire una propria polizia a cui affidare tutte le operazioni di
una certa responsabilit. Capo di questa polizia nominato il mag
giore Carit. Dotato di mezzi finanziari senza limiti, poich la repub
blica di Sal stampa denari a iosa, il Carit, di istinti feroci e san
guinari, assolda al suo servizio la peggiore teppa fascista e i delinquenti
comuni. In una villa in via Foscolo la sua banda trascina e tortura
operaia come alla prima condizione perch essa possa assolvere con
successo ai compiti cui oggi chiamata dalla storia. Lesperienza
m aturata nellutimo ventennio, lesempio dellUnione Sovietica,
gli avvenimenti storici di cui partecipe, indicano al proletariato
la via per il raggiungimento dellunit...
...Il mondo intero oggi guarda allItalia. Dalla nostra azione
dipender il giudizio che sar dato di noi e il nostro avvenire. Guai
a noi se attenderemo la nostra liberazione solo dal sacrificio e dal
sangue dei soldati sovietici ed anglo-americani. Il loro aiuto ci
prezioso, ma noi dobbiamo riconquistare anche con la nostra azione
e il nostro sacrificio la nostra indipendenza e libert. Dobbiamo
lottare strenuamente, con virile coraggio, senza esitazioni e debo
lezze. N oi non siamo un popolo di vili e di poltroni, n abbiamo animo
di servi. Alla prepotenza del nazismo che pretende ridurci in ser
vit con la violenza e il terrore, dobbiamo rispondere con la violenza
e il terrore. E continueremo la lotta finch del nazismo e del fascismo
non rimanga pi traccia nel mondo.
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I PRIM I COLPI DEI GAP IN CITTA
1 Nel manifestino si parla di dieci fucilati perch gli stessi fascisti avevano
dato questa cifra nel loro comunicato.
more dei brigatisti neri di essere colpiti da fulminee azioni dei gap
pisti che sono costretti a portare il m itra non pi a tracolla dietro
la spalla, ma ciondoloni al collo, impugnato, con il proiettile in
canna, pronto per sparare immediatamente, come in azione di com
battimento. E quando un cittadino fermato per la perquisizione,
mentre un milite esegue loperazione, altri si pongono ad una certa
distanza con il mitra puntato, nellatteggiamento di soldati di ven
tura. Nessuno si sente pi sicuro, neanche il cittadino pi pacifico
perch si sa che i militi delle brigate nere non sono soldati o agenti del
lordine, ma avventurieri, grassatori, ricattatori, rapinatori, sanguinari
I ponti sullArno erano la vita della citt, le arterie pi liete
e simpatiche. Da ogni ponte c una prospettiva diversa, un interesse
anche sentimentale, intimo. Dal ponte alle Grazie si vede il piaz
zale Michelangelo, dal ponte alla V ittoria le Cascine, dal ponte a
S. Trinit (riprodotto nelle stampe popolari con lincontro di Dante
e Beatrice) si vedono le botteghe degli antiquari e le bigiotterie del
lungarno Acciaiuoli e il ponte Vecchio, tutto fitto di botteghe di
orafi. Su quei ponti, un tempo, la mattina e la sera passavano a
frotte allegri gruppi di impiegati, di sartine, di operai in bicicletta
fischettando le canzoni in voga, i tranvai provenienti dal Galluzzo
e da Legnaia carichi di giovani che discutevano. Giunti al centro
della groppa inarcata dei ponti da cui quasi si domina la citt, coi
suoi monumenti e la corona dei colli, i fiorentini non potevano
fare a meno di dare uno sguardo al panorama della loro citt, come
per salutarla, per darle il buon giorno e la buona sera, sempre ammi
rati come forestieri, e innamorati come esperti cultori dellarte.
Ora, invece, questi ponti altro non sono che dei passaggi obbligati
che volentieri si vorrebbero evitare.
Negli ultimi mesi lincubo dei bombardamenti aumentato.
Le incursioni dellaviazione anglo-americana sono frequenti. N on
passa notte che non sia dato lallarme e che ogni fiorentino non sia
obbligato a scendere nei rifugi. I centri vicini di Pontassieve, Ba
gnano, Poggibonsi sono bombardati.
U ninfluenza decisiva, non soltanto psicologica ma anche politica e militare, hanno le azioni condotte in citt dai Gruppi di
azione patriottica.
Riconosciuta la necessit di appoggiare con azioni militari
la propaganda politica fra la popolazione e le agitazioni degli operai
e dei contadini, occorre che la decisione di agire sul piano di
guerra sia collegialmente presa dal CTLN, anche se poi lesecu
zione delle azioni in citt e in montagna si realizzer attraverso le
diverse organizzazioni controllate dai partiti. Il partito comunista
dispone di una considerevole forza umana e di armamenti per con
durre a termine audaci azioni, ma necessario che ogni mossa, ogni
atto politico e militare, abbia lim pronta e lappoggio politico e
morale del CTLN. necessario che la lotta non assuma un ca
rattere, che possa prestarsi alle speculazioni delle forze di destra,
ma mantenga e accentui sempre pi un netto ed inequivocabile
carattere unitario e nazionale.
evidente per che, malgrado le decisioni del CTLN sul
piano militare, i partiti si muovono con m inore o maggiore decisione
e slancio, in base al loro particolare carattere e a seconda delle forze
a propria disposizione.
Attraverso alterne vicende, fatte di successi e di delusioni,
passata la preparazione e lattivit delle Squadre di azione patriottica
che agiscono in citt. Il prim o colpo im portante, quello contro
Gobbi, stato eseguito con pochissimi elementi, armati soltanto
di pistole, ma ora si va preparando una vera e propria organizza
zione specializzata per i colpi contro i grossi gerarchi fascisti, allo
scopo di terrorizzarli ed isolarli anche dai loro stessi gregari.
Si comincia a predisporre la fabbricazione di ordigni speciali.
In un laboratorio improvvisato alcuni uomini confezionano potenti
bombe al tritolo. Hanno la form a di un mattone, il colore in
metalcrom e possono quindi essere incartate e portate sottobraccio
come un innocente pacchetto. Diffcili sono stati i prim i passi per
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trovare gli ingredienti e lesplosivo necessari, e il locale per lofficina-laboratorio. Contemporaneamente stato provveduto al
lincetta di pistole moderne, anche automatiche, per larmamento
personale: spesso sono di provenienza tedesca. I comunisti si sono
procurati le armi, come si visto, attraverso elementi della polizia,
attraverso operai che lavorano nella Fortezza Da Basso ove sono
state ammassate tutte le armi recuperate dai tedeschi dopo* l8 set
tembre. Le armi pi piccole e di precisione sono destinate alle squadre
in citt, mentre quelle pi pesanti, in maggiore quantit, sono avviate
in montagna. I comunisti non possono contare sullaiuto degli
alleati con aviolanci, come altri partiti. Comunque, verso la fi
ne di dicembre, i comunisti hanno sotto il loro controllo alcune
squadre di giovani audaci, dirette politicamente da elementi pi
maturi ed esperti. Lorganizzazione semplice. I gruppi non sono
collegati fra loro e neanche i dirigenti hanno contatti diretti con
le organizzazioni politiche e sindacali: anzi ne sono del tutto isolati.
Anche il Partito dazione ha messo molta cura nellorganizza
zione militare, ma un tipo d organizzazione che appare piuttosto
complicata. Ha costituito diverse squadre in citt, con relativi capi
squadra, con compiti per che non sono n chiaramente militari
n politici: sono squadre inoltre composte da persone entrate nella
lotta dopo il 25 luglio, ex ufficiali genericamente antifascisti e anti
hitleriani, individualisti, spesso impreparati alla lotta clandestina.
Queste squadre hanno un carattere ben diverso dai GAP (Gruppi
di azione patriottica) organizzati dai comunisti che con loro non
hanno in comune n la ferrea disciplina n la tecnica.
Il Partito d azione ha schedato tutte queste squadre con i nomi
dei suoi componenti, e continua a recuperare armi, vestiari, me
dicinali, che ammassa in depositi. Tutta questa impostazione, im
perniata su uno schema e ispirata a criteri tattici e logistici, ha co
me presupposto una prossima grande offensiva alleata, da coadiu
vare e appoggiare entrando direttamente nella lotta al momento
COMUNICATO
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ceduto d cam erata.
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I fun erali ini c a m e ra ta CfJWTELLl a u ra
3 c o rr atte o r e 17,30, p a rte n d o dalla C sse m
della S cala.
I F ascisti Repubblicani seno tenuti parte
vorr elevato
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il comandante generai
era colui che aveva ucciso Lanciotto. Egli tentava di uccidere anche
me. Ma lo freddai. Il Commissario politico dette ordine di ritirarsi.
Di trecento caricatori che avevo me ne rimanevano quattro. Noi
avemmo Lanciotto e i due russi uccisi, tre feriti e tre dispersi. I
fascisti dodici m orti e ottantuno feriti dei quali alcuni morirono in
seguito .
Malgrado la vigilanza tedesca, i partigiani portano a Campi
Bisenzio il corpo di Lanciotto e il 12 gennaio organizzano solenni
funerali. Lanciotto Ballerini molto conosciuto perch la sua fa
miglia molto numerosa ed ha altri fratelli. T utta la popolazione
partecipa ai funerali, dando alla cerimonia un evidente significato
morale e politico. Anche molti partigiani sono presenti mentre i
fascisti non si fanno vedere. questo un segno dellisolamento in
cui sentono di trovarsi.
Altri scontri minori, ma sempre dolorosi per le forze della R e
sistenza, hanno luogo nelle settimane seguenti. In questi scontri per
dono la vita Faliero Pucci e Gino Bozzi che, insieme a Vittorio
Sinigaglia e Gino Tagliaferri, sono stati i pionieri del movimento
partigiano nei momenti pi critici e hanno fugato con lesempio
della loro azione la sfiducia di chi voleva attendere gli alleati o pre
pararsi per momenti migliori.
Anche Vittorio Sinigaglia, che faceva continuamente la spola
fra la direzione militare comunista e le formazioni combattenti,
ucciso dai fascisti in unaggressione.
Sinigaglia era un uomo coraggioso, pronto, di media statura,
forte, il volto bruno, largo e intelligente, con gli occhi e gli zigomi
simili ai mongoli.
N el 1928 attivamente ricercato dalla polizia perch accusato
di attivit comunista; rientrando a casa, una sera, viene fermato
da tre agenti che, non conoscendolo, gli domandano il nome e il
piano della sua abitazione. Sinigaglia intuisce che cercano lui, e,
fingendo di temere unaggressione, dice agli agenti di avere un al
IN M O N TA G N A C O N ALIGI
volont di difendere il diritto alla vita contro il sistema di affamamento nazi-fascista, ma altres dimostrato il grado di maturit po
litica raggiunto dalla classe operaia nel suo insieme che ha posto al
prim o piano della sua lotta la necessit della cacciata degli oppres
sori nazisti, la distruzione dei loro servi fascisti, per il raggiungi
mento della pace e della liberazione del nostro paese.
Lavoratori ! I vostri nemici hanno dato una prova da quale
paura sono presi quando la classe operaia si mette in movimento
contro di loro. Essi hanno fatto uno schieramento di forze repressive
come mai si era visto. Hanno obbligato gli operai di diverse officine,
specialmente quelli della Galileo , a riprendere lavoro sotto la
minaccia dei fucili mitragliatori tedeschi, ed hanno proceduto al
larresto di alcuni tra voi che ritenevano maggiormem te decisi alla
lotta.
Questi metodi sono quelli di un nemico debole, vacillante
e pauroso. La maggior parte degli industriali con alla testa la dire
zione delle officine Pignone hanno dimostrato ancora una volta
il loro tradimento della causa nazionale e la loro collaborazione
coi nemici della patria. Essi hanno dimostrato ancora una volta che
per loro non esiste che un solo dio : il loro profitto. Anzich trattare
coi loro operai, onde soddisfare le loro sacrosante rivendicazioni
ed aiutarli nella lotta contro i nemici del nostro paese, essi hanno
preferito chiamare nellintemo delle officine le baionette tedesche
e fasciste per costringere gli operai a riprendere il lavoro. Agli stessi
repubblicani socializzatori voi avete fatto cadere la maschera,
voi li avete fatti apparire quelli che sono sempre stati e che sono
tuttora: i servi del grande capitale, i nemici del popolo e della causa
nazionale.
Gli operai non dimenticheranno la posizione di tradimento
assunta dalla quasi totalit degli industriali nei confronti degli inte
ressi nazionali. La resa dei conti si approssima. Sappiano questi si
gnori che alla loro brutalit il popolo risponder con la necessaria
decisione.
L'AZIONE COMUNISTA
O R & A M O >*_E A
r E C E R A Z iO N E C O M U r f9 T A
Fondato d e
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Stai; <inui a resa di Svbf *ai<a irif-rri* Dr'r.cipale -M dal piedi dai E*xpri *-nur ia
vet-bslav* senta le a eoedo otdfw dai
via aaaatvairie oacaperioBa di Boif*?aw arile
'c.ra^gip\ dai Caraa-'l. de e e- iispfeda**te -nato <s*iVialattri paS'olller* Ai aentta* delie
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loti danne bomperdato -t pc >Grii-l ted*He e *d di Ceen. te c-olo.ne n<erean punlaoa m
Ptngi- -n Brgna on*nna *, tattr1emenri del *edwdd aiM*nd*tt Patriot* l-anoeti nanne liberativari *58*11*1 ri -dlaboraidone oa gli riterit.
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f<s!i teli?* di ferie, : 'stri m d aeiira
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cingile, sc i ioiMi nelle >t sena riie % sia
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l'altro r ib r iie Io *o$v fsiwrgie. Sr SClU:
di cmi per cerca: &s ried ite, <*** uedldtia,
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nateu.oselai^. H&ant
floririttlne voi p n rn tlvAns i vostri ligll.
Avitnb diiiigt, Scm.eti ir. masait eMe
stessa. Assai m inori sono gli esempi di sacrificio che vengono dalla
vecchia classe dirigente tradizionale. Q uindi, se un insegnamento
di classe c, come c, in questa guerra questa il fallimento della
vecchia classe dirigente, dei grossi industriali, agrari, generali, grossi
burocrati, prim i responsabili d aver creato il fascismo ed ora inca
paci di combatterlo, anche quando esso tradisce gli ultimi interessi
della patria.
E linsegnamento vale non soltanto per la classe operaia che
vede il grosso padrone a braccetto col tedesco e prende coscienza
della propria forza ma anche per i contadini, i mezzadri, per gli arti
giani fiorentini, per i bottegai, per gli impiegati, per gli intellettuali.
Ed anche per la stessa massa del ceto medio che vuole la liberazione,
che disposto a fare qualcosa, ma non unito, non organizzato.
Le ultime lotte, le azioni di guerra e gli scioperi hanno mostrato
dove la forza principale, la forza motrice, pi generosa: la classe
operaia. Per il ceto medio come se gli si fosse rivelata una forza
nuova, ignota. Per questo anche a Firenze durante gli ultimi mesi
della lotta, la massa della popolazione guarda con simpatia, con fidu
cia, agli operai delle fabbriche e ai comunisti che in modo evidente
ne sono la guida, gli educatori. E non soltanto per le presenti batta
glie ma anche per lavvenire, per la ricostruzione del paese.
Lo sciopero del marzo appare lesempio pi coraggioso, pi
eroico, perch i lavoratori, scioperando, commettono un palese
reato agli occhi dei fascisti e dei tedeschi. N on si sono nascosti, n
lo avrebbero potuto. come se avessero dato il loro nome e cognome
agli aguzzini. Quale classe, quale categoria di cittadini ha saputo
far questo finora? Esempi di coraggio e di spirito di sacrificio sin
golo o di piccoli gruppi ce ne sono stati, certo, ma mai di
massa.
Lo sciopero effettuato dagli operai nel marzo ha vaste ripercus
sioni nelle campagne toscane. I mezzadri vedono negli operai della
citt lesempio, una forza, un alleato per la loro stessa causa. E tutto
perte, di sigarette, in. una parola di tutto ci che era possibile sot
trarre alla dotazione dei suoi soldati. Rubava, con la complicit
di magazzinieri suoi compaesani, pane, scarpe, indum enti di ogni
genere ed anche rivoltelle. U na volta egli sottrasse alla sua compa
gnia tutta la dotazione di sigarette che doveva essere distribuita
in una settimana, facendo distribuire per due settimane di seguito
met razione. Il capitano era venuto a prendere il comando dei suoi
uomini per portarli ad assistere al lugubre spettacolo. Stava impa
lato in mezzo al viale con la bustina un po piegata da una parte,
con la sua aria di conquistatore come quando veniva nella cameretta
dei sergenti a raccontarci le sue avventure amorose. In quei giorni
si era fatto crescere barba e baffetti. Egli non sapeva discorrere e
parlando emetteva talvolta suoni cosi strani che nessuno riusciva
a comprendere. Aveva, quella mattina, una bella macchina foto
grafica a tracolla per riprendere i particolari dellesecuzione.
Fatta la presentazione, iniziammo di nuovo la marcia e percor
remmo lentamente le strade che dalla fine del viale portano vicino
al Campo di Marte. La notte si era fatta chiara e stellata, di tanto
in tanto lampi illuminavano il cielo: quei lampi richiamavano
dinanzi alla nostra immaginazione i lampi dei bengala e ci augura
vamo un allarme aereo, un bombardamento, qualcosa che allon
tanasse il momento della strage. Giungemmo al Campo di Marte
che gi albeggiava, attraversammo le strade bombardate, sperando
sempre in un altro bombardamento, ma ci trovam mo ben presto
di fianco allo stadio. Alcuni reparti di fanteria ci avevano preceduto
e facevano istruzioni sul posto. A brevi intervalli cominciarono
a giungere formazioni di altri corpi, insomma tutti i militari di stanza
a Firenze dovevano accertarsi coi propri occhi che si faceva sul serio.
N ulla per si era detto agli altri soldati sullavvenimento a cui avreb
bero assistito; si era loro comunicato che si sarebbero tenute eserci
tazioni collettive, movimenti di truppa e niente altro. Soltanto
noi della caserma del Poggio Imperiale eravamo a conoscenza di
quanto sarebbe accaduto. Arrivarono anche uno dopo laltro, su
effetti nessuno dei partiti ha la forza di rispondere subito a quelleccidio. Anche la denuncia morale e politica piuttosto debole, poich,
per alcune settimane, non esce nessun foglio clandestino salvo l'A
zione Comunista.
Il 24 marzo essa pubblica un veemente e rapido appello in cui
detto: Bisogna che la protesta di tutta la cittadinanza si levi alta
e potente perch gli assassini non ripetano altri massacri.
Donne fiorentine, con le vostre grida di protesta e con lazione
salvate i vostri figli e i vostri fratelli dal massacro.
Giovani fiorentini, nessun compromesso coi sanguinari fascisti.
Lazione che gli ora affidata viene condotta dal suo gruppo
con una perizia e una disciplina veramente ir p *essionanti. In questa
azione attuata la formazione tipica di attacco dei GAP. Poco
prima delle ore 10,30 del mattino, i sette giovani che compongono
il gruppo si sono disposti nelle posizioni previste. Due devono con
durre lazione a fuoco per uccidere Ingaramo al momento in cui
egli uscir dallalbergo per montare in auto. Cinque devono restare
a copertura per garantire libert di movimento ai due esecutori.
Dei cinque di copertura, tre si appostano sul lungarno Acciuoli
allangolo del vicolo che fiancheggia ledificio, mentre gli altri due
prendono posizione sul lungarno stesso, vicino allalbergo. Per la
ritirata essi non hanno altri mezzi che le biciclette. Il loro armamento
costituito da pistole automatiche tedesche e, per alcuni, anche
dei solidi mattoni in metalcrom.
Lauto di Ingaramo sosta davanti allalbergo da qualche minuto.
guidata da un milite della guardia repubblichina, accanto al quale
siede un altro milite di scorta. Alle ore 11 precise Ingaramo esce
dallalbergo. Calza lucidi stivali sui quali batte nervosamente il fru
stino. Lautista scende ed apre lo sportello dellauto; il primo gap
pista con calma si avvicina, gli spara contro a bruciapelo e lo elimina.
Laltro gappista spara su Ingaramo mentre sta per salire in auto.
Ferito soltanto al collo il console fascista non muore e tenta di rea
gire. Ignesti, che per primo ha sparato sullautista, con esatta perce
zione della situazione comprende il pericolo, si avvicina allauto,
infila il braccio armato entro la macchina attraverso il finestrino
e spara ancora due o tre colpi sullIrg ir amo.
Nel frattempo sopraggiungono alcuni fascisti e tedeschi richia
mati dalle detonazioni, ma immediatamente entrano in azione i
GAP di copertura: sparano contro il prim o milite fascista che so
praggiunge, mentre un altro gappista fa rotolare sotto la macchina
di Ingaramo una potente bomba che, scoppiando provoca il panico
generale e la fuga di tutti i fascisti dal luogo dellazione. I gappisti
Il teatro, che per gli impianti recentemente rinnovati uno dei tea
tri pi moderni d Europa, fu quasi distrutto.
I danni pi gravi sono stati causati al popoloso quartiere di
Rifredi, il centro industriale proletario. Gravi danni hanno subito
le Officine Meccaniche delle Ferrovie di Porta a Prato.
Alle Officine Meccaniche di Porta a Prato, ove stato riassunto
per necessit di mano d opera, lavora anche Duilio Barducci. Era
intento al lavoro quando ha avuto inizio lincursione. Insieme a
molti altri operai ha fatto appena in tempo a rifugiarsi in una buca
sul greto dellArno. Cessato l'allarme anchegli corre disperato
verso casa, fuori di s, pi per il pensiero della moglie e del suo Aligi,
che per lo spavento personale.
Lo stesso pensiero ha avuto mamma Bruna. Al momento del
lallarme scesa nel giardino sottostante ove ha dei parenti. Pensa
ad Aligi e al marito e, appena cessato lallarme, ella pure corre in
cerca del suo uomo, guarda fra tutti i gruppetti, interroga tutte
le persone che conosce. Nelle strade la gente corre, piange, impreca
alla guerra. Lesistenza personale sembra non conti pi: limportante
finirla con quella vita. Dopo aver cercato invano per tanto tempo,
Bruna ritorna a casa ad attendere sulla porta, finch vede sbucare
il marito dalla cantonata, stanco, polveroso e spaventato. Si corrono
incontro, si abbracciano e il loro pensiero corre ad Aligi.
Ed Aligi non li ha dimenticati. Lass, sui monti, bench tutto
preso nellorganizzazione delle unit partigiane, non sa resistere
e corre gi a vedere cosa successo. Ed arriva il giorno dopo,
di sorpresa. Per poche ore si ritrovano tutti e tre: mamma, babbo
e figlio. M a la piccola famiglia appena ricomposta in unintima
commozione, che Aligi sente di non poter restare pi a lungo, e,
confortata la madre, poco dopo riparte per la montagna.
PO TEN TE
CO M A N DA N TE
DELLA
LA N C IO TTO .
IL
IL RA FFO RZA M EN TO
DELLA BRIGATA D ASSALTO GARIBALDI SINIGAGLIA
5,30
6
O re
O re
O re
O re
Ore
O re
O re
O re
O re
6,30- 8,30
8,30-9,30
9,30-11,30
12
12,30-15
15
19,30
20
22
II Comandante: Gracco
II Comandante
4 giugno 1944
gliamo chesse siano attuate. Tutto resta im mutato, salvo per quanto
riguarda la composizione del Comando della tua futura Divisione.
E qui ci riferiamo alle funzioni del compagno Giobbe attuale com
missario della Brigata Sinigaglia. Eravamo cosi abituati a ritenere
questo compagno elemento indispensabile a questa Brigata da non
prospettarsi lidea di unaltra sua utilizzazione. Ma, prospettataci
in concreto la creazione di una Divisione e considerato che il grosso
delle nostre forze passer dalla parte ove attualmente opera la Si
nigaglia, balza evidente la necessit di utilizzare nel modo migliore
la capacit e lesperienza del compagno Giobbe. Abbiamo quindi
deciso - ed ecco dove sta la modifica delle decisioni di massima
prese con te - che il compagno Giobbe sar nominato commissario
della Divisione al tuo fianco. Il compagno Emilio sar invece vice
commissario. Questa soluzione assolutamente la migliore. In te
e nel compagno Giobbe il partito ha i due compagni migliori. N oi
siamo certi che, accomunando le vostre esperienze, garantirete
alla futura Divisione un comando allaltezza dei suoi compiti.
Nellincontro che dovrete avere fra voi, consideratevi dunque
come gi ufficialmente investiti di queste funzioni. O ltre al resto,
decidete sul nome che intendete dare alla futura Divisione ed alla
terza Brigata che viene creata con gli uom ini della tua attuale Bri
gata che passeranno ad operare su altro territorio. N oi pensaremo
a fissare le decisioni prese a questo proposito in un ordine del giorno
che sar pubblicato e letto agli uomini delle formazioni.
T i salutiamo fraternamente.
Per quanto riguarda il contributo delle varie forze politiche al
potenziamento della guerriglia partigiana, permangono ancora defi
cienze e ritardi in tutti i partiti, salvo il partito comunista.
Lorganizzazione delle bande di ex m ilitari ed ex prigionieri,
promossa dal Partito d azione subito dopo l8 settembre, ha perso
m ordente dopo levidente im probabilit di ima immediata avan
zata alleata. Il Partito d azione ha ima piccola banda comandata
DI
ROM A
per le riproduzioni
carte topografiche
direzioni delle vie
di sbarramento di
I l Ponte Vecchio e le
fu m a n ti macerie di Por
Santa M a ria dopo lo
scoppio delle m ine tede
sche
(foto M aggini'
civili. Alcuni di questi, fra cui il socialista Siro Curti, sono messi
al muro per essere fucilati, ma un dissidio tra i fascisti impedisce
l'esecuzione del massacro. Per puro caso in quellora doveva li riu
nirsi il sottocomitato rionale di liberazione. I partecipanti cercano di
dileguarsi ma alcuni sono arrestati. Fra questi vi sono Valentino
Pancrazi e Armando Castellani. Sono comunisti sullet di 40 anni
circa, gi condannati dal Tribunale speciale a diversi anni di carcere.
I fascisti progettano di deportarli al nord insieme a tanti altri.
Due giorni dopo si svolgono i funerali delle vittime. Tutta
la popolazione, con la commozione propria del popolo, vi partecipa
mostrando cosi lo sdegno verso i fascisti e la soHdariet verso le
vittime. Soltanto il fascista Achille Selmi non sente questa condanna
morale e a bordo di unauto tedesca, armato, passa avanti e indietro
al corteo con atteggiamento provocatorio.
N ei diversi rioni della citt, nella provincia e nelle officine,
lattivit militare e politica si intanto sviluppata sotto la direzione
di centri locali. In questa attivit con la pi chiara prospettiva della
liberazione e certamente nel proposito di organizzare una nuova
vita a liberazione avvenuta, lunit fra i partiti si rafforza. Il centro
dirigente di questa attivit il CTLN la cui autorit si via via
accresciuta fino a divenire addirittura popolarit. Ma prim a di ri
tornare allesame degli atti ufficiali del CTLN bene aver pre
sente limpetuoso sviluppo dellorganizzazione clandestina capillare.
In quasi tutti i rioni e nelle fabbriche sono costituiti i comitati
di liberazione interpartitici. Il nerbo di questi comitati dato dalla
zione stimolante dei comunisti i quali hanno dietro di s conside
revoli masse. Il coraggio e lattivismo dei comunisti, anche nei
rioni, d fiducia e forza anche ai rappresentanti degli altri partiti,
i quali spesso non hanno un seguito di elementi organizzati. La rete
gi fitta delle cellule comuniste costituisce spesso il tram ite per la
diffusione delle direttive del Comitato di Liberazione. In appoggio
allazione politica agiscono le SAP, le squadre cittadine che hanno
D u ra n te Vem ergenza
le d o nne fa n n o la
fila p e r attingere u n
po'* d acqua alle con
du ttu re p ubbliche nei
p r im i g io rn i d i ago
sto
(foto Maggini)
B a n d in i M a r io ,
F r a n c h i M a u r ilio .
B a r f u n c h e n G io r g io .
M a r i M a r in o .
liberale.
F r a n c e s c o . - Abuso di titoli, di grado, di funzioni
pubbliche. Confesso e recidivo negli stessi reati.
D A g o s t i n o
S p eranza E d o a r d o .
M a g h e r in i E r n e s to .
C ite n n i A ld o .
M a z z o li U m b e r to .
B o n i P ila d e .
G ran d e R o b e r to .
omicidi.
F lo r io G e n o v a A lb e r to .
B e r te lli V a sc o .
P a g n i P ie r o tti
S ilv a n o .
- Propaganda antifascista.
G a g g i o l i G iu se p p e .
T e iy W i l l i A lb e r t o .
R o c c h i G iu se p p e .
R o s s i S c o t t i L u ig i.
Di
S a n G io r g io G u g lie lm o .
B a s i l i c o F ilip p o .
B o n i I ld e b r a n d o .
P ro v v ed i V a sco .
B o n i G iu lia n o .
B o n i C esa re.
zano.
Il io luglio nella riunione del CTLN, il rappresentante della
D C solleva il problema degli ostaggi politici e lestensore mette
a verbale questa conclusione: Il rappresentante della DC, in consi
derazione dellarresto di ostaggi e della minaccia della loro fucilazione,
chiede che tutti i partiti diano prova del massimo senso di responsa
bilit nella loro azione contro i tedeschi.
Il CLN prende atto con profonda comprensione delle dichia
razioni fatte dal rappresentante della D C anche a nome delle fa
miglie degli ostaggi.
Il CLN d mandato al C(ornando) M (arte) di cercare di libe
rare gli ostaggi e di prendere degli ostaggi tedeschi.
I singoli partiti dichiarano di mettere a disposizione del
C(omando) M(arte) tutte le forze di cui dispongono.
Questo ordine del giorno presentato con la richiesta ai partiti di
astenersi di compiere azioni contro i tedeschi per il timore di ve
dere cadere rappresaglie sugli ostaggi.
Uno studio sulla condizione dei trasporti rimesso anche dal
lapposita Commissione la quale lamenta, in data 15 luglio, lassen
teismo prolungato del rappresentante comunista e fa voti che vi
partecipi, poich la situazione tale che richiede la partecipazione
di tutte le energie per la soluzione dei gravi problemi.
U na relazione dettagliata rimessa al CTLN dalla Commis
sione alimentazione. La Commissione fa presente le difficolt per
unesatta rilevazione dei dati per laccertamento della situazione
alimentare, e soprattutto come la paralisi dei trasporti e la razie
effettuate dai tedeschi, peggiorino di giorno in giorno la situazione,
tanto che ogni previsione continuamente superata dalla situazione
reale. E non si tratta tanto di provvedere a tutte le necessit ali
mentari, quanto soprattutto di assicurare il pane alla popolazione
poich lapprovvigionamento tragicamente compromesso. Dalla
relazione risulta un drammatico quadro della situazione disastrosa
in cui si trova la citt: non esistono scorte n di grano n di farina
che possano assicurare il pane per un giorno; i tedeschi e i fascisti
hanno distrutto una parte notevole dei mulini della provincia e
stanno continuando sistematicamente in tale opera di distruzione.
Il raccolto granario pur essendo stato superiore allanno scorso, si
ne fanno tre parti; una per la Toscana, una per la provincia e una
per la citt. Col triciclo, i grossi quantitativi sono trasportati in tre
diversi recapiti. Spesso sono recapiti volanti; sotto lArco delle
Carrozze, sotto lArco dei Tintori, in piazza della S.S. Annunziata
e cosi via. Per chi fa i giornali il compito finito e non s neanche
dove vanno quei grossi pacchi. Da tre centri diversi, altri incaricati,
senza contatto fra loro, provvedono allo smistamento nelle citt
della Toscana, nei comuni della provincia, nei rioni e nelle fabbriche
di Firenze. Decine e decine di migliaia di copie arrivavano cosi
quasi ovunque.
I fascisti hanno esercitato una sorveglianza accanita. Sono fu
ribondi ogni volta che escono i giornali o trovano per le strade, sui
muri, manifestini. Tutte le tipografie di Firenze, perfino quella di
Vallecchi, sono sotto controllo e vengono adesso perquisite. Ed
un controllo meticoloso se tutte le altre tipografie ove si stampato
materiale clandestino sono state scoperte: come quella usata da
La Libert degli azionisti, e quella di via dei Servi ove, il proprie
tario fascista ha fatto pagare prezzi da speculatore e ricattatore
alla stampa socialista e azionista. La tipografia del Marcanti invece
resiste ancora. D altra parte, tipografi e redattori stanno sempre sul
chi vive: nellimpossibilit, se sorpresi, di nascondere il materiale,
stanno sempre armati di pistola, di bombe a mano ed hanno piaz
zato su un banco un fucile mitragliatore che prende d infilata il
cortile d entrata.
Talvolta, per ordine del CTLN e talvolta di loro iniziativa,
ma sempre sulla piattaforma politica del CTLN, i comunisti
stampano centinaia di migliaia di manifestini diretti, con slogan
appropriati, a tutte le categorie: alle donne, ai giovani, agli ebrei,
ai commercianti, agli operai e ai tecnici, ai contadini, ai proprietari
agricoli, ai carabinieri, alla Pubblica sicurezza, ai m iliti fascisti e
perfino ai tedeschi in lingua tedesca. Questa offensiva propagandi
stica comincia ad esercitare una pressione morale, ha un effetto psi
LE TRAGICHE O R E DI FIREN ZE
Invita tutti i cittadini a ricordarlo, a prepararsi a combattere tutti quanti - per la salvezza di ci che ci pi caro : le nostre fami
glie, la nostra civilt.
Viva la libert, fuori i barbari!
O rm ai non ci sono pi dubbi: tutta la popolazione deve affron
tare la lotta! I due manifesti parlano chiaro: i tedeschi intendono
resistere e minare il centro della citt, e il CTLN assume la sua
responsabilit chiamando tutto il popolo alla lotta.
O ra incomincia una nuova estenuante battaglia politica anche
nel seno del CTLN poich vi chi ritiene possibile trattative
coi tedeschi e chi comprende che lunico modo per salvare la citt
linsurrezione armata di tutte le forze politiche e del popolo.
Il CTLN stato informato gi alla fine di giugno dallo stesso
rappresentante del partito liberale che i liberali hanno ricevuto
offerte di trattative dai fascisti i quali avrebbero offerto la liberazione
di alcuni prigionieri politici in cambio di talune garanzie di sicu
rezza personale. D i fronte a tali aleatorie proposte, il CTLN de
cide di offrire alcune garanzie soltanto dietro effettivi servizi resi
in favore della Resistenza. Deciso su tale questione il Partito d a
zione. D opo un certo periodo di tempo il partito liberale accusa
i comunisti di proseguire quelle trattative per proprio conto, ma
nessun dato di fatto comprova tale accusa.
Il CTLN consente comunque di mantenere soltanto contatti
limitati a singoli individui, mantenendo ferme precise richieste di
liberazione di prigionieri, di notizie utili alla Resistenza ed altri
servizi.
Pi inclini a coltivare speranze per questa via sono i liberali
e i democratici cristiani.
In questa situazione i fascisti cercano di giocare sullequivoco,
mettendo in giro la voce di un intervenuto accordo col Com itato
per il trapasso dei poteri.
Eccone il testo:
Lei sa, Eminenza, che io come Comandante in capo delle
truppe tedesche in Italia ho sempre fatto di tutto per salvare, nel senso
pi completo della parola, i luoghi e i monum enti della cultura
e civilt occidentale e cristiana in Italia dalle distruzioni di questa
guerra e che purtroppo hanno dovuto essere accettati gravi svantaggi
militari per raggiungere questo scopo. In tale occasione mi forse
lecito prim a di tutto accennare ai miei sforzi di preservare i luoghi
di cultura celebri nel mondo : Cassino, Chieti, Anagni, Rom a, Assisi,
come anche ultimamente Siena, dagli attacchi aerei degli alleati e
dalle distruttive conseguenze del combattimento in codesti luoghi.
Sono pronto ad eseguire tutte le misure gi prese per la protezione
della citt di Firenze, luogo eccezionale di cultura cosi im portante e
significativo, anche trascurando interessi militari, se anche da parte
avversaria sar data assicurazione degna di fede di rispettare Firenze
come citt aperta in tutto lavvenire.
U na ripetizione degli avvenimenti di R om a dove il rispetto
alla citt stato eseguito senza restrizione da parte tedesca, mentre
il nemico sfrutt unilateralmente le circostanze senza riguardo, io
non potr tollerarlo in nessun modo.
M i rimetto a Voi dunque,Em inenza,perch procuriate una
chiara e valida dichiarazione degli alleati, che essi rispetteranno
Firenze come citt aperta e cio di non sfruttare militarmente
in nessun modo il territorio della citt; allora da parte mia sono
disposto a mantenere integralmente le mie misure gi prese.
Da parte mia, Eminenza, do lassicurazione che sarei specialmente felice se, malgrado le folli distruzioni fatte dei luoghi di cul
tura della mia patria, mi fosse concesso di impedire che la guerra
imperversi in luoghi unici per cultura e arte cristiana.
Intanto, proposte del cardinale per consentire a una delegazione
di fiorentini di prendere contatti col Comando alleato non otten
gono nessuna soddisfacente risposta da parte di Kesselring.
- Fiesole M ontalgiro
- Settignano
- penetrano nella
scuola Verrazzano
entro Fiienze
sotto la direzione
di Francesco Leone
dei ponti. Qualora non fosse stato possibile attuare il piano anzi
detto, i patrioti avrebbero dovuto dare esecuzione ai compiti del
piano originario e cio a scopo:
LA M O R T E DI PO TEN TE
E L N S U R R E Z IO N E D ELLTi AGOSTO
li, era lacero e senza scarpe. Anche ai patrioti erano state derubate
le scarpe. Uno dei conducenti il carretto, forse mi conosceva,
mi salut con una mossa del capo. Al comandante non sfuggi quella
mossa e, rivoltosi a me, disse: T u conoscere tutti.
Io volli spiegare allinterprete che non ero io che conoscevo
tutti, ma erano tutti che conoscevano me perch proprietario di una
cartoleria e negozio di articoli fotografici in citt. N on ne ebbi il tem
po : ancora quattro condannati restavano da martirizzare quando vidi
il comandante gettarsi a terra. U dii un sibilo; era una cannonata
alleata in arrivo.
O h! sante cannonate! potevate essere giunte qualche ora
prima!
Vidi allora i carnefici avventarsi sui patrioti che ancora rimane
vano da impiccare, alzai lo sguardo verso i m orti che dondolavano
in modo spaventoso per lo spostamento d aria derivato dalla gra
nata esplosa e fuggii dietro ad un muro. Anche alcuni tedeschi fug
girono e si rifugiarono dietro quel muro. Intanto altre cannonate
giungevano. Due tedeschi mi rintracciarono e m i obbligarono a
raggiungere il comandante portandom i presso la rivendita di tabac
chi ove il maggiore si era rifugiato. Le cannonate seguitavano a
fioccare! Io scappai di nuovo: due tedeschi mi inseguirono e m i ri
condussero presso il comandante in un negozio di fronte al cancello
del giardino di casa mia. In casa vi erano donne e bambini spaventati
e piangenti. I tedeschi chiedevano vino. M ia moglie - allo scopo
di calmare le loro ire port una bottiglia di liquore che venne be
vuto, dai tedeschi, in pochi istanti. La pioggia dei proiettili non ten
deva a cessare. Io, presa per mano una piccola bimba, m i rivolsi
al comandante chiedendo il permesso di condurre i piccoli e le
donne al vicino rifugio. Egli mi guard esitando, poi disse di si.
D opo una mezzora di cannoneggiamento il fuoco cess. Io
e mia moglie uscimmo dal rifugio. Se non avessi eseguito gli ordini
del comandante avrei pagato anchio con la vita. Il paese era deserto.
Sembravo uno spettro che si aggirasse nella citt dei m orti . Stavo
cercando aiuti per rimuovere i cadaveri e dar pace, ormai, ai poveri
giovani. Nessuno si affacciava. Tutte le case erano chiuse. Il primo
essere umano che incontrai fu il dott. Bettini, che - ignaro di quanto
era successo in Figline - transitava casualmente di l. Informatolo di
tutto, si uni a m e per la dolorosa bisogna. Ci recammo alla parroc
chia. Incontrammo li un certo Raoul ed un altro che risponde al
cognome di N igro. Ci demmo tutti briga di cercare uomini ed aiuti
e ne trovam mo alfine.
Il tedesco tiranno aveva ordinato di mostrare al popolo il triste
spettacolo. Come fare? Nessuno si sarebbe sentito di invitare la po
vera gente terrorizzata a vedere tanto orrore. N oi eravamo l, non
per obbedire al tedesco, ma per compiere una pietosa missione:
eravamo attori del pietoso dramma!
Quando giungemmo presso i cadaveri cerano solo quattro
tedeschi che tentavano forse depredare le vittime. Appena ci videro
scapparono. M a dalle prospicenti alture gli osservatori ci guardava
no col binocolo. E rividi il ghigno del comandante che seguiva le
mie mosse!
Seppi che un giovane condannato, profittando dello scompiglio
causato dalle granate che scoppiavano e dal panico cui erano stati
invasi i tedeschi, era riuscito a fuggire. Era Santino Grassi. I con
dannati erano trenta: ne vennero impiccati ventinove e, fra questi,
alcuni gi m orti perch colpiti da piombo o da pugnale te
desco !
Incominciava a piovere. Noi, nel fango e sotto lacqua, con
tinuammo la nostra missione. Intanto gli uomini occorrenti erano
affluiti. Vennero form ate due squadre. I pi coraggiosi ebbero
lincarico di staccare i cadaveri degli impiccati dalle corde; i pi
adatti, a fare la fossa presso il cimitero del villaggio. Il dott. Bettini
ed il N igro si presero lincarico di identificare le salme e raccogliere
i pochi oggetti personali atti a identificarli. Io facevo la spola fra
INDICE
_J
Prefazione
Nota
Firenze 1942
La caduta del fascismo e le speranze di pace
v
xi
3
35
49
60
83
103
114
118
156
172
175
184
194
204
219
23 6
243
253
268
276
295
321
327
330
340
BIBLIOTECA
DELLA RESISTENZA
Alcide Cervi : I miei sette figli, a
cura di Renato Nicolai, 7a edizio
ne, pp. 172, L. 400.
Giovanni Pesce : U n Garibaldino in
Spagna, pp. 256, L. 500.
Silvio Micheli : Giorni
pp. 416, L. 600.
di
fuoco,
Gastone
Sozzi,
citt
insorge,
del
Dalle
prim e
popolo
azioni
contro
guerra di
le
ricca di
lotte
politiche
note
alVopinione
-
al f a
episodi gloriosi, di
dure
collana
del
di libe
Resistenza
poco
sta
A rd iti
razione nazionale, la
scismo
degli
sociali
ancora
pubblica.
attraverso
la
Que
pubblica
fa r rivivere
quella
epopea, fa r
quadro
della
Resistenza
ita
sull
Ponti
E d ito ri R iu n iti
un