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Francois-Marie
Aoruet
Voltaire:
il
pensatore
francese
propose
uninterpretazione laica della storia poich secondo lui uno storico doveva
prima di tutto indicare lapporto dato dagli uomini nelle varie epoche storiche;
William Robertson: il pastore protestante inglese oltre che cogliere le grandi
trasformazioni della societ dopo il Mille ebbe un vivissimo senso della
continuit storica.
Fu durante il Settecento che in Germania si superarono le polemiche sul Medioevo
poich:
per filosofi e letterati fu unepoca di serenit spirituale;
per i cristiani fu il periodo in cui oper la forza creatrice dellEuropa;
per gli storici del diritto e delleconomia fu let durante la quale si organizz
leconomia tedesca.
Anche in Italia si diede vita a un interessante dibattito storiografico sul Medioevo; il
dibattito si concentr sul rapporto tra latinit e germanesimo e sul ruolo svolto dal
papato in quei secoli:
Machiavelli pensava che lunificazione dItalia non era stata resa possibile
dalla presenza del papato;
Pietro Giannone e gli storici neo-ghibellini nel Settecento ripresero la
teoria di Machiavelli caratterizzando negativamente loperato del papato che in
un certo senso ostacol ogni tentativo di unificazione anche chiamando nel
territori potenze straniere;
ci furono anche storici neo-guelfi (Manzoni, Balbo, Capponi) i quali al
contrario videro nelloperato del papato medioevale aspetti positivi in quanto
aveva custodito il patrimonio di Roma e la cultura latina.
Benedetto Croce fu un esponente degli storici cattolici-liberali (neo-guelfi); secondo
lui lunit dItalia non era mai esistita ma erano esistiti i papi che avevano contrastato
gli stranieri e appoggiato le leghe nazionali e i Comuni.
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Bloch era un medievista e in un suo studio si occup della potenza che aveva la
psicologia collettiva; Bloch si occup della diffusa credenza secondo la quale il tocco
del re poteva anche guarire un malato; si interesso di come fattori culturali e sociali
potessero condizionare la scelta di determinati sistemi agrari, comp studi sul folkore,
sulla religione, sulla coscienza collettiva, sulle abitudini alimentari, sulla geografia
linguistica, ecc.
Dal 1956 la direzione della rivista fu affidata a Fernand Braudel; nella sua
opera Civilt e imperi del Mediterraneo nellet di Filippo II egli distingue nello
svolgimento della storia tre parti:
tempo geografico: quello di lunga durata, rapporto uomo/ambiente
tempo sociale: quello delle strutture economiche, sociali e politiche
tempo degli eventi: quella degli eventi, pi superficiale ma ricca di umanit.
Unit e articolazione del Medioevo
Tra il 1993 e il 1998 lEuropean Science Foundation ha promosso un progetto al
quale hanno partecipato numerosi storici e studiosi per delineare un quadro completo
che ci aiuti a capire il passaggio dallAntichit al Medioevo.
Alla fine si voluta lanciare una provocazione: il mondo romano non finito ma
durante il III e il IX secolo si trasformato in seguito allarrivo di nuovi popoli.
Secondo Paolo Delogu la tesi di spingere lAntichit fino allepoca carolingia
improponibile poich nel corso del VII secolo la societ e tutte le sue strutture
(sociali, culturali, politiche, religiose ed economiche) erano molto cambiate facendo
pensare pi a un processo di completa riorganizzazione piuttosto che di
trasformazione. (Il libro segue questa ipotesi)
Tra la fine dellAntichit e linizio dellEt moderna ci fu unet intermedia dotata
per di caratteri originali, con elementi propri che si vennero formando nellarco di
diversi secoli.
politica,
integrazione
economica,
alto
livello
di
urbanizzazione
acculturazione.
In questo periodo avvenne la definizione completa del Cristianesimo che cominci a
organizzarsi in modo pi compiuto dal punto di vista dottrinale e organizzativo e
lEuropa fu devastata dalle invasioni di Visigoti, Unni, Avati, Bulgari e Slavi.
II periodo: ALTO MEDIOEVO, dallVIII allXI secolo
Gli europei vivono in condizioni di precariet e insicurezza a causa delle invasioni di
Normanni, Ungari e Saraceni; in questi secoli nacquero i rapporti feudali e i sovrani
carolingi (seguiti dagli imperatori tedeschi) tentarono di riunire le tradizioni romane,
cristiane e germaniche.
III periodo: PIENO MEDIOEVO, dallXI al XIII secolo
Periodo che vede la piena realizzazione degli ideali medievali in tutti i settori: vita
sociale, religiosa, politica, economica, artistica, culturale.
IV periodo: TARDO MEDIOEVO, dal XIV al XV secolo
Furono i secoli della crisi demografica ed economica.
Ci furono molti processi di trasformazione con la nascita di nuovi modelli culturali,
nuovi valori religiosi e morali; gli ideali di papato e impero entrano in crisi.
Il 1492 segna uno spartiacque simbolico in quanto le frontiere del mondo conosciuto
si allargarono e fecero scoprire nuove terre, nuove culture e nuovi modi di rapportarsi
con la realt.
I caratteri originali della civilt medioevale
I caratteri del Medioevo furono ben definiti e godettero di continuit per tutti i periodi
sopra elencati.
Il Medioevo fu unepoca profondamente religiosa.
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La vita della societ era regolata da strutture locali; lo Stato assicurava servizi minimi
poich la societ medievale espresse una vitalit crescente che le permise di creare
equilibri sempre diversi e dinamici e di funzionare anche senza lintervento
significativo di uno Stato.
Componenti sociali, politici, religiosi ed economici si combinarono spesso dando vita
e situazioni diverse.
Tra il XIV e il XV secolo la societ ha fatto un grande sforzo per darsi un
ordinamento pi stabile attraverso la creazione di istituzioni politiche ed
ecclesiastiche in grado di poter operare in territori pi vasti e diversificati.
Questo lungo e lento processo ha portato allEt moderna.
Il merito dei Romani non fu tanto quello di aver creato le citt ma piuttosto quello di
aver esteso il modello urbano e la cultura ellenica a tutte le aree sotto il suo dominio.
Questo fu possibile grazie ai numerosi scambi commerciali tra le zone del
Mediterraneo e le altre aree romanizzate che favorivano anche scambi sociali e
culturali.
La citt romana aveva una struttura precisa, inizialmente non avevano mura
difensive che furono costruite solo dopo le prime minacce di invasioni; altre zone
della citt erano:
- lurbs: il centro cittadino dove si svolgevano tutte le funzioni amministrative,
politiche e commerciali,
- la civitas: territorio dove cerano le abitazioni sia dei contadini che le grandi ville,
- il suburbio: la zona intermedia tra il nucleo cittadino e la campagna dove si
trovavano gli impianti artigianali, gli anfiteatri, le necropoli e ville lussuose,
- la campagna: organizzata in un reticolo razionale di campi di forma geometrica.
La societ romana era caratterizza tata dalla presenza di una classe aristocratica
che conducevano un agiato stile di vita grazie alle risorse che provenivano dalla
costruzione dei grandi latifondi coltivati dagli schiavi.
Tali uomini praticavano la filantropia, si esercitavano in dibattiti sulla letteratura e
sulla filosofia infatti in ogni villa signorile si potevano trovare testi greci e latini(l
unico esempio di biblioteca privata la Villa dei papiri di Ercolano, sommersa
dalleruzione del Vesuvio del 79 d.C.). Che i libri fossero importanti nello stile di vita
aristocratico-borghese dimostrato dal personaggio di Trimalcione nel Satyricon di
Petronio il quale, per fare sfoggio di cultura, dichiara di avere una biblioteca greca ed
una latina. Luciano scrisse un trattato dal titolo Contro un ignorante che si compra
molti libri e Seneca ammon i bibliofili semianalfabeti, per i quali i libri non erano
strumenti di lavoro, ma ornamento delle sale da pranzo.
poich i cristiani venivano identificati con gli ebrei i quali pi volte avevano
manifestato intolleranza verso limpero.
Le ostilit divennero maggiori tra il II e il III secolo in concomitanza con una
profonda crisi dellimpero originatasi dallenorme crescita delle citt e dal
corrispettivo spopolamento delle campagne. Questo fenomeno caus una forte
riduzione della produzione agricola che costrinse lo stato ad acquistare frumento
dallEgitto ma tali spese risultarono essere troppo gravose per limpero che vide
aumentare spesa pubblica e inflazione che a loro volta causarono una svalutazione
della moneta e laumento dei prezzi. A ci seguirono carestie ed epidemie e limpero
sembrava cadere proprio per questo si decise di accentuare lintervento dello Stato in
ogni settore della vita: politico, economico e sacrale.
Lautorit imperiale divenne fondamentale per ristabilire unit, stabilit e pace e in
questo periodo si susseguirono imperatori dalle grandi personalit, uno di questi fu
Diocleziano il quale attu un progetto politico e sociale di grande portata infatti:
- leg i contadini alla terra e gli artigiani alle loro attivit
- fiss prezzi e salari
- riform la costituzione.
La riforma costituzionale di Diocleziano divise in due parti lautorit imperiale
tra 2 Augusti e 2 Cesari che avrebbero dovuto succedere ai due Augusti.
Il primo Augusto (Diocleziano) manteneva la sua importanza sacrale mentre gli altri
3 avevano mansioni e poteri riguardanti i bisogno quotidiani e ordinari dellimpero.
Naturalmente i cristiani furono restii a venerare gli imperatori come dei a causa della
loro fede monoteista furono considerati come una minaccia per lunit e la pace e
subirono le gravi conseguenze delle persecuzioni a partire dal 303.
Le cose cominciarono a cambiare con il successore di Diocleziano Costantino
che le cose cambiarono poich cap che il Cristianesimo poteva diventare un
elemento unificante. Sotto il suo regno la religione cristiana si diffuse in tutto
limpero e con leditto di Milano Costantino riconobbe alle chiese cristiane libert di
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Scopo degli eremiti era quello di poter giungere ad avere un incontro con Dio dopo
un percorso di ascesi e penitenza.
Nel mondo greco esperienze di isolamento furono condotte dai filosofi e nel
mondo giudaico dalle comunit degli Esseni e dai Terapeuti.
Il monachesimo cristiano nacque in Egitto nel III secolo ma nella sua maturit
espresse in sintesi la maggior parte delle esperienze precedenti.
In un primo momento il monachesimo si diffuse soprattutto tra le classi sociali pi
basse; questi uomini nutrivano una completa sfiducia per tutti i ragionamenti
intellettuali e decidevano di fuggire da ogni forma di civilt rifugiandosi in luoghi
solitari come caverne, tombe abbandonate e deserti, alcuni arrivarono alle scelte
estreme di vivere stabilmente sulla cima di un albero (dendrtai) o in cima a una
colonna (stiliti).
A questa forma di esperienza estrema di ascesi si affiancarono presto nuove
esperienze come quelle delle colonie di eremiti che vivevano non lontani gli uni dagli
altri; successivamente nacque la prima forma di cenobitismo grazie a Pacomio che
fond a Gerusalemme un monastero dove chi avesse voluto avrebbe potuto condurre
una vita ascetica caratterizzata dalla moderazione, dalla preghiera e dal lavoro.
Il vescovo di Cesarea, Basilio, ebbe inoltre una forte influenza sulla costituzione del
monachesimo visto che promosse la fondazione di vari monasteri ma soprattutto
perch scrisse delle Regole con lintento di dare un ordinamento stabile alle comunit
cenobitiche; un esempio la nuova figura dellabate che aveva il compito di guidare
tutta la comunit e dare lesempio agli altri monaci.
CAPITOLO 2
loccidente romano-germanico
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Gli Unni erano dei cavalieri nomadi non organizzati per in un vero e proprio
esercito; questi travolsero Alani, Ostrogoti e Visigoti che ottennero dai Romani il
permesso di stanziarsi in Tracia (lattuale Romania).
Lo stanziamento dei Visigoti in Tracia per gener molti problemi poich la
popolazione indigena si ribell a questa decisione e anche perch i Visigoti
praticarono razzie nelle citt per procurarsi viveri che pretendeva gli fossero inviati
da Roma.
Fu cos che inizi una guerra che si concluse nel 378 con la clamorosa sconfitta
romana ad Adrianopoli dove mor lo stesso imperatore Valente.
Questo episodio ebbe un forte impatto sullopinione pubblica del tempo tanto che
alcuni studiosi lo definiscono come linizio della fine dellimpero.
Una situazione molto delicata si cre anche in Oriente a causa della ripresa da parte
degli Unni delle incursioni a danno dei Visigoti e di altri popolazione germaniche che
erano stanziati nelle zone periferiche dellimpero e diventavano sempre pi inquieti e
pericolosi.
Costantinopoli incoraggi gli Unni nel tentativo di liberarsi una volta per tutte della
minaccia dei Germani; alla fine del 406 avvenne un altro episodio chiave per la storia
di Roma: il superamento del confine del Reno da parte di Valdali, Alani e Svevi che si
diressero verso la Gallia e la Spagna.
Questo episodio caus una caduta del prestigio di Stilicone il quale perse molti
consensi e fu ucciso da un gruppo di nazionalisti romani.
Dopo la sua morte i Visigoti, guidati da Alarico, riuscirono a penetrare in Italia e il 24
agosto 410 arrivarono a Roma e la saccheggiarono per tre giorni.
Il saccheggio di Roma ebbe profondi effetti psicologici sulla popolazione perch
Roma era stata da sempre considerata una citt inviolabile e sacra e il suo saccheggio
segnava quasi la fine dellimpero che per i pagani era stata causata dallavvento del
Cristianesimo e dallapertura verso i barbari.
Sicuramente il superamento del Reno e il sacco di Roma costituiscono due momenti
fondamentali che diedero inizio a un percorso tutto in discesa per lOccidente che
perse autorit e territori.
Nel 411 Alarico mor e i Visigoti risalirono la penisola stanziandosi come
federati in Aquitania; anche gli altri popoli germanici come Vandali, Alani e Svevi,
ebbero riconosciuto il titoli di federati e si stanziarono in territori imperiali.
I proprietari romani dovettero applicare listituto dellhospitalitas che prevedeva
lobbligo per i proprietari di cedere ai federati un terzo dei loro possedimenti; questi
erano ormai autonomi, avevano delle leggi proprie e sottostavano solo allautorit del
loro re.
I popoli germanici erano ormai liberi e senza controllo tanto che i Vandali
guidati dal re Genserico si spostarono prima i Africa, poi cominciarono a razziare le
isole del mediterraneo arrivando a saccheggiare Roma nel 455.
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Verso la met del V secolo dal fronte della Britannia entrarono nei territori
imperiali anche gli Angli, i Sassoni e gli Juti costringendo le popolazioni del luogo a
spostarsi in altri territori.
Tra questi imperatori si distinse lo sciro Odoacre, fu lui ad aver deposto nel 476 il
giovane imperatore Romolo Augustolo, a rimandare a Costantinopoli le insegne
imperiali dichiarando che il suo progetto era quello di governare i territori
dellimpero dOccidente non come imperatore ma come patrizio dellimperatore
dOriente.
In questo periodo laristocrazia senatoria romana cap che appoggiare Odoacre era la
cosa migliore perch vedevano in lui il personaggio giusto per garantire linserimento
non traumatico dei Germani nella struttura sociale romana unendo cos le loro doti
militari al loro potere politico-sociale.
Teodorico oltre a mantenere gli ordinamenti giuridici distinti, rimise in vigore una
legge romana che vietava i matrimoni tra Romani e barbari e sostenne la religione
Ariana professata dal suo popolo.
Dal punto di vista politico il Senato rimase un presidio della romanit mentre
gli aristocratici Goti entrarono a far parte del consiglio del re; gli Ostrogoti vissero
soprattutto nella Pianura Padana in abitazioni rurali mantenendo le loro tradizioni e la
loro cultura bellicosa.
Teodorico non fece nulla per agevolare un processo di integrazione tra il suo
popolo e i Romani perch era consapevole che tra i due popoli esistevano troppe
differenze perci si sarebbe dovuto aspettare che i Goti si elevassero al livello dei
Romani e che i Romani si aprissero di pi alla cultura dei Goti; naturalmente oper
sempre in modo che la cultura germanica non venisse mai soffocata di fronte a quella
latina.
Il sogno di Teodorico fu quello di essere custode della libert e propagatore
del nome romano ma alla fine si verificarono eventi che non ne permisero la piena
realizzazione.
Teodorico infatti aveva stretto alleanze matrimoniali con molti popoli germanici
come Vandali, Franchi e Visigoti ma ben presto dovette fare i conti con il re dei
Franchi Clodoveo che port avanti una politica estera molto aggressiva.
Contemporaneamente il papato strinse nuovi rapporti con limpero dOriente, questa
nuova alleanza fece s che laristocrazia guard con rinnovata fiducia allimperatore e
con diffidenza Teodorico che non aveva mai rinunciato a professare la religione
ariana.
Teodorico divenne molto diffidente e arriv al punto di far incarcerare lo stesso
pontefice Giovanni I; questo re mor nel 526 e con la sua morte inizi la parabola
discendente della storia degli Ostrogoti in Italia che toccher il suo punto massimo
nel 535 con larrivo in Italia di Giustiniano.
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In origine il popolo dei Franchi non era unito e coeso ma esistevano tanti piccoli
aggregati lungo il bacino del Reno che furono inglobati a partire dal 482da Clodoveo,
iniziatore della dinastia dei Merovingi.
Clodoveo pian piano allontan i Romani dalla Gallia, tolse lAquitania ai Visigoti,
riusc a espandersi a danno di altri popoli germanici e di piccoli gruppi etnici; solo
Teodorico riusc in parte a contrastarlo ma dopo la sua morte anche la Provenza e i
territori oltre il fiume Reno furono conquistati dai Franchi.
I punti di forza dei Franchi erano:
- il dinamismo militare
- la collaborazione con laristocrazia gallo-romana
- la coesione con la Chiesa.
Clodoveo cap subito quanto poteva essere importante lappoggio della Chiesa cos
favor una veloce conversione dal politeismo al Cattolicesimo; questa scelta cancello
ogni diffidenza verso Clodoveo e il suo popolo e acceler sia il processo di
formazione di uno Stato basato sul modello romano sia lintegrazione fra aristocrazia
romana e gota e poi fra i due popoli.
I capi dei clan franchi impararono a gestire i grandi possedimenti fondiari e li
utilizzarono non solo per scopi rurali ma anche per costruire monasteri e chiese
mentre gli appartenenti allaristocrazia gallo-romana pian piano assimil gli elementi
culturali e gli stili di vita dei Franchi.
Anche i vescovi, scelti dal re tra i laici, mutarono il loro modo di pensare ma non
mancarono esempi di alta spiritualit come fu Gregorio di Tours.
Lo stato dei Franchi si svilupp forte e coeso e lordinamento pubblico fu
organizzato in distretti governati dai conti.
Alla morte di Clodoveo il regno fu diviso tra i suoi 4 figli, si crearono cos:
- la Neustria
- lAustrasia
- lAquitania
- la Borgogna
CAPITOLO 3
LOriente romano-bizantino e slavo
3.1. Le ragioni di un destino diverso
Mentre lOccidente non riusc a resistere alle pressioni esterne degli altri popoli e
and incontr a un destino di fusione tra le civilt germaniche e quella romanocristiana, lOriente mostr una maggiore capacit di resistenza maturata grazie a un
forte attaccamento alle tradizioni e a unottima capacit di adattamento al mutare di
situazioni politiche e sociali.
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Le origini romane, come la sua cultura, non furono mai dimenticate infatti Sia gli
imperatori che i sudditi fino al Medioevo vollero tenere lappellativo romani.
Uno dei motivi principali che caus unevoluzione cos diversa delle sorti
dellimpero dOriente fu il fatto che in Oriente non cera stata la concentrazione delle
terre nelle ani dei latifondisti; le citt inoltre erano pi popolose e numerose ma
soprattutto erano pi dinamiche dal punto di vista commerciale visto che i traffici nel
Mediterraneo favorirono molti scambi e lo sviluppo del ceto mercantile.
La classe aristocratica non fu pi una casta chiusa e inaccessibile visto che chiunque
poteva entrare a farne parte dopo aver ottenuto prestigio nella pubblica
amministrazione, o nelle professioni o nelle attivit economiche.
Lassenza di unaristocrazia chiusa, gerarchica e opprimente favor inoltre una
situazione pi ottimale e libera per il governo imperiale che applicava le riforme in
un clima sereno.
Altri elementi differenti furono: il controllo dello Stato sulle Chiesa, la
formazione di un esercito addestrato e il rafforzamento della flotta.
Gli uomini di chiesa orientali furono gli artefici di questo nuovo ruolo
dellimperatore che divenne anche arbitro delle contese riguardanti le dottrine di fede,
a lungo andare fin con presiedere i concili ecumenici, nominare i vescovi delle pi
importanti sedi vescovili dellOriente e la stessa cerimonia di incoronazione si
allontan dalla tradizione romana assumendo invece sempre pi una valenza
religiosa.
Tutti questi fattori favorirono una progressiva divaricazione tra Oriente e
Occidente; una tappa iniziale di questa frattura fu la divisione dellimpero tra Onorio
e Arcadio nel 395 ma fu la questione barbarica a segnare un punto di non ritorno in
quanto in quanto lOccidente vide un inserimento dei Germani nellesercito e nelle
strutture dirigenti di Stato e Chiesa in Oriente ci fu una chiusura netta verso i barbari
ai quali fu negato laccesso a qualsiasi alta carica sia civile, che militare, che
ecclesiale.
libert dottrinali e, su loro richiesta, tra il 543-544 eman leditto dei Tre capitoli
con il quale condannava gli scritti di tre teologi nestoriani che invece erano stati
approvati al Concilio di Calcedonia.
Questo provoc la rottura con la Chiesa romana guidata dal papa Vigilio, proprio
mentre era in corso la guerra con i Goti in Italia; il papa si rifiut di ratificare leditto
e Giustiniano nel 546 lo fece rapire e portare a Costantinopoli dove fu costretto a
piegarsi alle decisioni dellimperatore creando cos un vero scisma tra la Chiesa
orientale e quella occidentale.
Giustiniano mentre era ancora impegnato nella campagna militare in Italia
volse i suoi interessi verso la Spagna dei Visigoti; loccasione per intervenire gli fu
presentata dallo stesso re visigoto e filo-cattolico Atanagildo, il quale chiese aiuto a
Giustiniano per sconfiggere il vecchio re filo ariano Agila.
Lesercito bizantino non ebbe perci difficolt a conquistare la parte costiera a sud
della penisola fatto molto importante perch con questo ultimo pezzo di costa il
Mediterraneo tornava ad essere un lago romano con ampi riflessi nei commerci
internazionali.
La restaurazione dellimpero universale infatti aveva come obiettivo quello di fare di
Costantinopoli un collegamento tra tre continenti ma per fare ci erano necessarie
molte
risorse
finanziarie
che
limperatore
reper
potenziando
lapparato
perch troppe e troppo forti erano le forze, sia interne che esterne, che separavano le
due parti.
I problemi interni riguardavano diversi aspetti; prima di tutto cera la questione
religiosa caratterizzata dalle numerose tensioni che limperatore non era riuscito a
sedare e che al contrario alimentavano tendenze separatiste nelle province.
Inoltre la crescita della capitale aveva fatto aumentare in maniera abnorme il numero
della plebe che veniva alimentata dallo Stato; ben presto si presentarono problemi
legati alla fame di questa immensa popolazione che degener in rivolte e sfiducia
verso limperatore.
Per quanto riguarda invece la politica estera le conquiste di Italia e Spagna
andarono perse subito dopo la morte di Giustiniano mentre la situazione dei Balcani,
che lo stesso Giustiniano non riusc a risolvere, divent molto problematica a causa
delle pressioni sul fronte orientale di Slavi, Avari e Persiani.
Il sogno di Giustiniano perci non resistette dopo la sua morte; dopo il 565
limpero ridimension i suoi interessi al Medio Oriente e al Nord Africa e assunse
sempre di pi una fisionomia greco-orientale.
Le leggi furono scritte in greco e i successori di Giustiniano cominciarono a farsi
chiamare con lappellativo di basileus e non pi con i titoli latini di imperator, caesar
e augustus.
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assedi) Eraclio con il suo esercito si diresse nel cuore dellimpero persiano, la
capitale Ctesifonte, e la conquist facilmente in quanto era rimasta sguarnita delle sue
difese.
A questo punto Eraclio impose un trattato di pace che prevedeva:
- la restituzione di tutti i territori occupati (Armenia, Mesopotamia, Egitto, Siria,
Palestina),
- il pagamento di unindennit di guerra,
- la restituzione delle reliquie rubate dai Persiani a Gerusalemme.
Ristabilito lequilibrio esterno Eraclio rivolse la sua attenzione ai problemi
interni che riguardavano le questioni religiose e soprattutto le tensioni con i
monofisiti che rappresentavano una buona parte della popolazione della Siria e della
Palestina. Grazie allaiuto del patriarca Sergio, nel 638 fu elaborata una formula
teologica di compromesso tra le soluzioni del Concilio di Calcedonia e le idee dei
monofisiti; tale formula affermava lesistenza di Cristo nelle due nature (umana e
divina) come detto a Calcedonia ma le presentava unite da una sola volont
(Monotelismo).
Questa teoria, essenzialmente eretica, fu approvata anche dal pontefice romano
Onorio ma i pontefici successivi capirono la vera natura di tale teoria e la
osteggiarono; uno di questi pontefici fu Martino I che per volere di Costante II, nel
653, fu arrestato e deportato a Costantinopoli dove poi mor.
Nel 680 Costantino IV trov un accordo con il papa Agatone; si decise di tenere due
sinodi (uno a Roma e uno a Costantinopoli) per decidere definitivamente sulla
questione del Monotelismo.
Alla fine dei sinodi il Monotelismo fu nuovamente condannato a favore delle dottrine
elaborate nel 451 a Calcedonia.
Lostilit dei monofisiti cost per cara ad Eraclio, questi infatti delusi
dallimperatore, confidando nella loro tolleranza religiosa, accolsero con favore gli
Arabi che conquistarono la Siria e la Palestina nel 638 e lEgitto nel 640.
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CAPITOLO 4
LItalia tra Bizantini e Longobardi
4.1. La guerra greco-gotica
Nel 535 Giustiniano avvi la riconquista dellItalia ; protagonista della prima fase di
questa guerra contro i Goti fu il generale Belisario che riusc a ricacciare oltre il Po i
Goti.
Nel 542 il re goto Totila tent di formare un grande esercito arruolando anche
contadini e schiavi ma anche in questo caso i Bizantini, comandati dal generale
Naserte, riuscirono ad avere la meglio uccidendo sia Totila nel 552 che il suo
successore Teia.
Alcuni reduci dei Goti resistettero fino al 555 arroccandosi suo monti dellAppennino
ma non riuscirono comunque a fermare i Bizantini che ottennero il controllo sulla
penisola.
Giustiniano avvi un riassett amministrativo, ogni genere di legge attuata da
Totila in poi fu annullata mentre restarono valide quelle emanate durante il regno di
Teodorico.
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Le terre estorte dai Goti ritornarono ai vecchi proprietari, i beni delle chiese ariane
passarono a quella cattolica; lItalia fu divisa in distretti affidati per il settore
amministrativo a un iudex e per quello militare a un dux.
Si mise in piedi un organizzato apparato amministrativo e si ridussero le spese
pubbliche riducendo le risorse destinate ai soldati e ai poveri; questa scelta per
risult essere sbagliata in quanto favor il diffondersi di un sentimento di delusione
tra le truppe e di abbandono tra il popolo.
Dopo la morte di Alboino nel 572 e del suo successore Clefi nel 574 lo spirito
diniziativa dei duchi prese il sopravvento e fino al 584 ci fu un periodo di anarchia
militare durante il quale non vennero eletti re e si compirono moltissimi atti
vandalici, requisizioni di propriet e di beni e limposizione forzata a tutta la
popolazione latina della tradizione giuridica dei nuovi dominatori.
Con la venuta dei Longobardi si assistette a un nuovo sconvolgimento
dellordinamento territoriale; le circoscrizioni amministrative ed ecclesiali furono
sconvolte per vari motivi, sia perch i duchi non si posero il problema di ritagliare i
propri domini in aderenza con i vecchi domini sia perch molti vescovadi restarono
scoperti a causa della fuga in Oriente di molti ecclesiali.
I Longobardi mostrarono subito ostilit verso la Chiesa cattolica; questi si erano
infatti da poco convertiti dal politeismo al Cristianesimo ariano e non mostrarono
nessun rispetto per il clero a cui vennero sottratti beni e territori.
I Longobardi si stanziarono in siti gi abitati e cio nelle citt romane che comunque
si trovavano gi in uno stato di forte degrado gi dal IV secolo; non si deve infatti
pensare che la causa del degrado fu larrivo di questo popolo visto che anche citt
sotto il dominio bizantino come Roma vissero questa fase di decadimento.
Questo fu possibile perch la regina Teodolinda era cattolica e cerc di far diffondere
tra il suo popolo questa religione anche se al battesimo non segu una conversione di
massa come si sperava.
I duchi restarono sempre molto legati ai loro riti tradizionali e ci comport la
creazione di due schieramenti, quello filo-cattolico e quello nazionalista, e lalternarsi
al trono di re cattolici e ariani.
Al cattolico Adaloaldo per esempio segu lariano Rotari (636-652) il quale fece
mettere per iscritto le antiche leggi longobarde (editto di Rotari) e riprese con forza
loffensiva contro i Bizantini conquistando i territori liguri.
Uno tra i pi importanti sovrani longobardi fu per il cattolico Liutprando
(712-744); durante il suo regno i Longobardi si convertirono definitivamente al
cattolicesimo, si super la divisione etnica tra Longobardi e Romani e si oper
unapertura dellordinamento giuridico.
Questa forte coesione interna e i contrasti tra la Chiesa di Roma e Costantinopoli
favorirono la decisione di Liutprando di conquistare tutta la penisola italiana; i
Longobardi invasero la Pentapoli e lEsarcato giungendo fino alle porte di Roma qui
per papa Gregorio II gli and incontro e lo convinse a desistere dai suoi propositi e
fare un passo indietro.
Liutpando accett ma invece di riconsegnare le terre ai Bizantini nel 728 le consegn
alla Chiesa romana dando inizio al potere temporale dei papi.
Con Liutprando e poi con Astolfo (749-756) tutti gli uomini liberi e dotati di
reddito rientravano nella tradizione militare nel senso che tutti, sia Longobardi che
Romani, dovevano prestare servizio militare.
Si realizz anche un avvicinamento tra mondo longobardo e Chiesa cattolica
infatti quasi tutti i vescovi erano scelti tra laristocrazia longobarda che, per avere le
simpatie della Chiesa, fondava e proteggeva monasteri ed elargiva cospicue
donazioni. Una piena convergenza tra potere regio ed episcopato per non si realizz
mai a causa della ferma decisione della Chiesa di Roma di mantenere il proprio
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carattere universale non volendo perci entrare a far parte e subire linfluenza del
regno nazionale dei Longobardi.
Fu questo uno dei motivo che fecero incrinare i rapporti tra queste due entit
sotto il regno di Astolfo e di Desiderio (756-774); Desiderio aveva attuato un progetto
espansionistico di grande portata e poich la Chiesa non aveva le forze per
contrastarlo chiam in suo aiuto il popolo dei Franchi guidati prima da Pipino il
Breve (754-756) e poi da Carlo Magno.
La scelta di chiamare in aiuto i Franchi fu una mossa politica; i re Franchi non erano
certo pi religiosi dei Longobardi ma i sovrani longobardi fecero lerrore gravissimo
di intralciare i disegni politici della Chiesa cosa che imped qualsiasi tipo di
conciliazione.
Questa nuova classe sociale strinse rapporti con la Chiesa che affidava a
membri laici del ceto dirigente latino la gestione dei suoi immensi patrimoni fondiari
stringendo con essi rapporti di tipo clientelare.
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CAPITOLO 5
Il mondo arabo e il Mediterraneo
5.1. Il pi grande impero del Medioevo
Durante il VII secolo nella distesa desertica dellArabia si verificarono i primi eventi
che avrebbero portato alla nascita della nuova religione dellIslam.
LIslam fu anche unideologia capace di saper creare una forte coesione tra i popoli
nomadi del deserto che in poco tempo poterono lanciarsi alla conquista di
innumerevoli territori creando un vasto impero che si estese dalla Spagna allAsia.
Lavanzata araba in Europa ha avuto una grande importanza e questo fu notato
per la prima volta dallo storico Henri Pirenne il quale nella sua tesi afferma che
durante le invasioni dei Germani le citt romane avevano mantenuto i loro caratteri
fondamentali (centri di scambio, attiva vita politica) e il Mediterraneo aveva
continuato ad essere un fattore di unit tra i popoli.
Le cose cambiarono del tutto con larrivo degli Arabi infatti il Mediterraneo non fu
pi unito e in Occidente si assistette alla scomparsa delle citt, al ritorno di
uneconomia prevalentemente agraria.
Alcuni studiosi hanno contestato la tesi di Pirenne; Paolo Delogu ha osservato
che a determinare la crisi dellurbanesimo e dei commerci non fu larrivo degli arabi
ma in generale lacuirsi di una crisi gi in atti da tempo; Alphons Dopsch ha inoltre
chiarito che i traffici commerciali nel Mediterraneo non cessarono affatto.
La tesi di Pirenne ritenuta comunque ancora valida anche perch dei dati
restano certi come il fatto che gli Arabi misero in crisi limpero bizantino, crearono
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veneravano anche una divinit suprema, Allah (il Dio); non mancavano comunque
comunit ebraiche e cristiane.
Il punto di forza della penisola arabica fu la sua collocazione geografica infatti
proprio dai territori della penisola dovevano passare le merci provenienti dallIndia e
dirette verso il Mediterraneo.
Tutto il territorio era segnato dalle piste carovaniere che avevano come tappe le citt
pi ricche dellArabia; tra queste assunse sempre pi importanza la Mecca, un centro
che gi nel V secolo aveva una rilevanza per le sue sorgenti, i suoi traffici
commerciali e la sua vitalit politica grazie alle attivit della trib dei Quraish.
Questa trib aveva preso il controllo della citt, costruito un santuario detto
Kaaba per la sua forma a cubo dove avevano riunito tutte le divinit arabe; la citt
divenne cos un centro religioso ma anche politico in quanto tutti i membri delle
famiglie pi ricche e importanti si riunivano in un senato.
La Mecca divenne una piccola repubblica oligarchica di tipo mercantile e qui nacque
Maometto tra il 569 e il 571.
per da impartire la propria religione ai figli mentre invece una domma islamica non
poteva sposare un uomo di diversa religione se questo non si convertiva.
I pagani e politeisti caduti in mano agli islamici per non essere uccisi dovevano
convertirsi mentre gli appartenerti alle altre religioni monoteiste potevano continuare
a praticarla a patto di non fare proseliti.
Il secondo pilastro la preghiera; questa deve essere sempre compiuta con il
volto rivolto alla Mecca e la si pu recitare in forma individuale cinque volte al
giorno o in forma comunitaria nelle moschee, il venerd a mezzogiorno.
Durante il raduno del venerd si ascolta il sermone delliman, un direttore spirituale il
quale ha il compito di mantenere vivo tra i credenti lo spirito comunitario e di
uguaglianza.
Il terzo pilastro il ramadan: il mese consacrato alle pratiche di devozione,
lettura del Corano e riflessione; durante questo mese proibito mangiare ed avere
rapporti sessuali prima del tramonto.
Il quarto pilastro il pellegrinaggio alla Mecca, almeno una volta nella vita;
questo pellegrinaggio ha una funzione purificatrice e serve a rinsaldare ancora di pi
la fede.
Il quinto pilastro lelemosina legale che consiste nel versare un decimo del
proprio reddito; con i soldi ricavati si aiutano i fratelli indigenti.
A questi 5 pilastri alcuni gruppi di musulmani ne aggiungono un sesto: la
guerra santa (jihad) che ha una doppia valenza infatti, oltre a indicare la guerra vera e
propria per diffondere lIslam indica anche la lotta personale di ogni credente contro
se stesso e le sue cattive inclinazioni.
I successori di Maometto usarono il tema della jihad per inviare i musulmani alla
conquista del mondo mascherando il tutto come tentativi di far convertire gli infedeli.
Il genero di Maometto, Al sentendosi poco sicuro in Arabia spost la sua sede a Kufa
ma anche lui fu deposto perch accusato di omicidio. Al tent di resistere con un
gruppo armato, detti sciiti, che lott contro la maggior parte dei musulmani, detti
sunniti.
Nel 661 mor violentemente e con lui fin il periodo del califfato elettivo e del
regime esclusivamente teocratico e inizi una nuova fase caratterizzata da forme
organizzative pi complesse.
52
Gli Arabi cercarono inoltre di espugnare Costantinopoli assediandola sia via terra che
via mare ma non ci riuscirono e anzi nel 677 i Bizantini distrussero la flotta araba; la
capitale bizantina per fu molto indebolita da questi ripetuti attacchi.
Nel frattempo altri Arabi si spinsero nel Mediterraneo orientale occupando le isole di
Cipro, Creta e Rodi e infine giunsero anche nel Mediterraneo occidentale.
Anche lAfrica non fu risparmiata dallespansionismo arabo: tutta la parte
settentrionale fu conquistata in meno di 50 anni; Cartagine cadde nel 698 e nel 711
gli Arabi giunsero a Gibilterra, penetrarono in Spagna e dopo soli 5 anni erano gi in
Gallia. Qui per furono fermati nel 732 nella battaglia di Poiters e successivamente
rinunciarono a penetrare ancora in Europa e si ritirarono in Spagna.
Altro fronte di conquiste durante il califfato degli Omayyadi fu quello
dellAsia centrale e dellIndia; anche qui la popolazione si convert velocemente
allislamismo e larrivo degli Arabi favor lo sviluppo dellurbanesimo e dei
commerci.
Proprio in Asia per scoppiarono delle rivolte che furono fatali per la dinastia
omayyade, queste nacquero in seguito alla difficile convivenza tra i nuovi convertiti e
gli Arabi che concentravano nelle loro mani tutte le ricchezze.
Nella parte centro-orientale dellimpero forti erano le spinte delle trib turche;
queste trib vennero accolte nellesercito e islamizzate diventando poi il sostegno
militare alla famiglia abbaside.
La dinastia abbaside riusc a mantenere il suo potere fino al 1258 quando la citt di
Baghdad fu occupata dalle orde mongole di Hulagu Khan.
La Sicilia per quasi tre secoli ha avuto la presenza araba nei suoi territori; gi dal 625
gli Arabi operavano incursioni ne suoi territori ma le operazioni di conquista
iniziarono nell827 per iniziativa degli Aghlabiti.
Le truppe arabe sbarcarono a Mazara, batterono i Bizantini a Corleone e si
diressero a Siracusa che riusc a resistere allassedio per quasi mezzo secolo.
Nell831 intanto altre truppe conquistarono Palermo e tutta la Sicilia occidentale
mentre tra l842 e l843 capitol anche Messina.
Nell878, dopo uneroica resistenza, Siracusa fu sconfitta e con essa la gran parte
della parte orientale; in mano ai Bizantini restarono delle roccaforti come Taormina
che fu conquistata nel 962.
Durante la dinastia dei Kalbiti la Sicilia fu dichiarata emirato indipendente e
attravers un periodo di particolare floridezza e ricchezza sia economica e culturale; a
testimoniarlo si pu citare il rigoglio urbano di diverse citt e su tutte di Palermo.
Qui vennero costruiti numerosi edifici sacri e profani, si svilupparono numerose
attivit commerciali e artigianali e nuove tecniche agricole grazie anche
allabbondanza di acqua.
In tutta lisola ci fu unelevata produzione di grano, frutta, ortaggi, cotone e
altri prodotti che venivano esportati; gli Arabi inoltre portarono in Sicilia nuove
colture come quella degli agrumi, della palma, del dattero e del papiro.
Destinati allesportazione erano anche molti altri prodotti come la carta-papiro
di Siracusa, le stoffe pregiate e i prodotti minerari (oro, argento, ferro, piombo)
estratti nei pressi dellEtna.
Dal punto di vista culturale la Sicilia ebbe un ruolo di rilievo sia per linterpretazione
del Corano ma anche per nuovi studi filologici e storiografici.
In quasi tre secoli di dominazione la cultura araba ha donato molto e ancora
oggi troviamo alcuni elementi arabi in alcuni termini, anche di uso quotidiano.
La conquista araba non caus una frattura nel Mediterraneo: i commerci dei prodotti
tipici, gli scambi culturali e i contatti diplomatici continuarono sempre.
La civilt araba inoltre ebbe la straordinaria capacit di saper unire civilt molto
diverse tra di loro e in certi casi fu di stimolo allOccidente nel far sperimentare
nuove forme di potere politico e di valori spirituali.
eremiti e santi e questo fece s che proprio nei boschi venissero ambientate storie sia
magiche che agiografiche.
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rudimentale degli attrezzi e alla perdite delle conoscenza tecniche; inoltre le citt
ormai spopolate non ebbero pi bisogno di grandi quantit di prodotti.
Ogni famiglia cercava di produrre da s tutto ci di cui aveva bisogno perci
coltivava diversi terreni anche distanti tra loro.
Gli storici hanno individuato come alcune citt era circondato da tre zone
concentriche caratterizzate da una produttivit che diminuiva pi ci si allontanava dal
centro abitato. A ridosso della citt cerano infatti gli orti e i vigneti, subito dopo cera
la zona adibita alla coltivazione dei cereali dove, dopo il raccolto, pascolavano gli
animali, e infine cera la fascia dei prati e dei boschi per praticare il pascolo, la
caccia, la pesca e la raccolta di frutti e legna.
Gli orti davano spesso molti prodotti mentre la produzione cerealicola era abbastanza
scarsa; lallevamento inoltre era praticato ma con molte difficolt visto che nellarea
mediterranea il terreno era arido e il clima secco.
Nellarea mediterranea il terreno dopo il raccolto veniva fatto riposare per un
anno (rotazione biennale); ogni terreno veniva diviso in due parti cos da alternare la
semina con il riposo; nella parte a riposo (maggese) venivano fatti pascolare gli
animali.
Le famiglie contadine vivevano in uno stato di povert e praticavano uneconomia di
sostentamento che impediva qualsiasi tipo di arricchimento o miglioramento delle
condizioni di vita.
Questi contadini erano tenuti a corrispondere al proprio padrone parte del raccolto e
alcune giornate lavorative (le corve) oltre che delle prestazioni in natura come polli,
uova o utensili.
Concessioni di terre furono fatte anche a favore dei contadini liberi ai quali per
veniva chiesta una quota minore del loro guadagno; quando la crisi statale si fece pi
grave questi coloni divennero piccoli proprietari e la grande propriet si venne
articolando in terre date in concessione ai coloni liberi o di condizione servile (pars
massaricia) e in terre gestite direttamente dal proprietario (pars dominicia).
Le due parti insieme anche a boschi, prati e terre incolte formava la curtis costituita
perci da tutti i beni che facevano capo al padrone.
In origine la condizione degli schiavi era ben diversa da quella dei coloni liberi; con
la diffusione del Cristianesimo (nonostante la Chiesa non condann mai la schiavit)
le loro condizioni migliorarono e gli fu concesso di farsi una famiglia e possedere
qualche bene.
I proprietari fondiari divennero invece protettori dei loro dipendenti e
cercarono di far valere anche la giustizia: organizzavano la difesa del territorio,
decidevano in merito a piccole controversie, prestavano sementi o grano per far
fronte alle carestie.
In questo modo i piccoli proprietari si trovarono ad essere sempre pi dipendenti dal
proprietario fondiario di cui riconoscevano lautorit.
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CAPITOLO 7
Limpero carolingio e le origini del feudalesimo
7.1. Lascesa dei Pipinidi
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Bonifacio diede solide basi organizzative alla sua missione: cre una serie di
distretti ecclesiastici che avevano come sedi centri fortificati e che divennero poi sedi
vescovili.
Molta cura fu rivolta verso lorganizzazione della Chiesa franca, furono sostituiti
prelati indegni, ordinati nuovi vescovi e ristabilita la disciplina ecclesiastica.
Nel 747 avvenne un fatto molto importante: Carlomanno abdic a favore del
fratello per ritirarsi nel monastero di Montecassino e lo stesso papa Zaccaria accett
la sua scelta legittimando il futuro potere di Pipino.
Nel 751 Pipino fece rinchiudere Childerico in un convento e si fece acclamare
re facendosi anche ungere con lolio santo da Bonifacio; questa fu una scelta ben
ponderata in quanto Pipino volle dare un segnale di apertura alla Chiesa e un
fondamento sacro alla sua elezione ponendo le basi per la nascita di una monarchia di
diritto divino.
Per rendere ancora pi salda lelezione discesa direttamente da Dio nel 754 si fece
ungere nuovamente insieme ai figli Carlomanno e Carlo dallo stesso pontefice
Stefano II che si era recato in Francia per chiedere aiuto contro i Longobardi.
che restavano accanto al loro capo militare che concedeva loro delle terre in cambio
del loro giuramento a prestare servizio militare.
Questo tipo di concessione delle terre ai guerrieri non differiva in nulla dalla stessa
concessione delle corve ai contadini con la sola differenza che il servizio reso dal
contadino era considerato vile e senza valore mentre i servizi militari resi dai
guerrieri erano considerati prestigiosi.
La societ franca era impregnata di valori militari cos ben presto si
formalizzarono i caratteri di una vera e propria cerimonia che formalizzava lingaggio
del cavaliere;durante questa cerimonia definita dellomaggio il giovane guerriero
(vassus) giurava fedelt e si legava al suo signore con un vincolo di fedelt.
La ricompensa per questi servizi e per la fedelt data fu usato il termine di feudo
che prima indicava gli animali e poi invece cominci a indicare i beni fondiari; la
concessione delle terre avveniva durante unaltra cerimonia, quella dellinvestitura.
Ogni cavaliere oltre ad avere abilit e buone caratteristiche fisiche doveva avere
anche un armamento efficace come cavalli, armature pesanti e armi resistenti.
Per avere tutto questo era necessario avere molto denaro ed per questo motivo che
poterono diventare vassalli e guerrieri solo i membri delle ricche famiglie
aristocratiche.
Al tempo di Carlo Martello i Pipinidi puntarono su un grande ampliamento
delle clientele vassallatiche e provvedevano loro stessi allarmamento giovandosi
dellimmenso patrimonio che avevano a loro disposizione. Oltre che nominare e
dotare di armi nuovi cavalieri Carlo Martello ingaggi anche membri dellaristocrazia
che potevano da soli fronteggiare le spese per il loro armamento.
Questo sistema di clientele politico-militari cre attorno ai Pipinidi un vasto
aggregato di alleati che non si opposero quando Pipino spodest dal trono lultimo
esponente della dinastia merovingia.
I Franchi avevano perci un forte potere militare che Pipino il Breve, una volta salito
al trono, sfrutt subito per iniziare la sua espansione in Europa.
Il primo popolo che i Franchi sconfissero fu quello dei Longobardi; come ben
sappiamo i Longobardi si trovavano in Italia e proprio nellVIII secolo, guidati dal re
Astolfo, stavano cercando di completare la conquista di tutti i territori rimasti in
mano ai Bizantini. I longobardi fecero lerrore di avvicinarsi troppo ai possedimenti
della Chiesa; il pontefice Stefano II nel 754 infatti, sentendosi minacciato, si rec in
Francia a chiedere aiuto a Pipino.
Stefano II confer a Pipino il titolo di patrizio dei Romani che aveva il significato di
protettore della Chiesa romana.
Pipino non si fece convincere subito anche perch a corte cera un forte partito filo
longobardo che era capeggiato dal fratello del re (il monaco a Montecassino) e che si
oppose a un intervento franco.
Nel 755 Pipino decise di avviare la spedizione militare e subito fu palese la
differenza tra lesercito potente e ben organizzato dei Franchi e quello formato da
uomini liberi dei Longobardi. Questultimo fu letteralmente travolto dalle schiere
franche alla Chiusa di San Michele, lesercito si rifugi poi a Pavia ma cadde dopo un
breve assedio.
Pipino strapp ad Astolfo la promessa di cedere al papa tutti i territori Bizantini che
avevano conquistato e la citt di Ravenna ma appena si allontan dallItalia Astolfo si
rimangi la promessa e attacc Roma.
Pipino fu allora costretto a intraprendere una nuova missione nel 756 e questa
volta sconfisse definitivamente Astolfo il quale fu costretto a cedere gli ex territori
bizantini alla Chiesa. Anche dopo questa seconda missione Pipino non richiese nulla
in cambio e onor solamente il suo titolo di protettore della Chiesa tanto che il
successore di Astolfo, re Desiderio mostr propositi pacifici volendo stringere
rapporti di amicizia con i Franchi.
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A sancire questi nuovi rapporti tra i due popoli furono i matrimoni dei due figli di
Pipino (Carlomanno e Carlo) con le due figlie di Desiderio (Gerberga e Ermengarda):
la pace dur circa 15 anni durante i quali morirono il papa, Pipino e Carlomanno.
Carlo, rimasto erede, ripudi la moglie e scacci la vedova e i figli del fratello;
questi tornarono da Desiderio che per vendicarsi attacc i territori pontifici e la stessa
Roma causando di nuovo lintervento dei Franchi chiamati dal nuovo papa Adriano I.
Anche questa volta i Franchi ebbero la meglio:nel 773 Carlo confisse i Longobardi e
dopo aver assediato Pavia per dieci mesi costrinse Desiderio a seguirlo in Francia
come prigioniero. Il figlio Adelchi prov a fare qualcosa ma nulla pot contro la
potenza franca e fu costretto a cercare rifugio in Oriente mentre invece i duchi
longobardi si sottomisero senza opporre resistenza al vincitore al fine di poter
mantenere i loro patrimoni.
Nel 776 per, in seguito a un tentativo di rivolta dei duchi, Carlo invi propri
funzionari, conti e vassalli franchi che assicurarono al sovrano un maggior controllo
sul territorio italiano.
Roncisvalle dove persero la vita molti cavalieri tra cui il leggendario Rolando la cui
sofferenza di Carlo fu menzionata negli Annales regni Francorum.
Nell801 Carlo intraprese una nuova spedizione in quei territori e nell813
riusc a creare il nuovo distretto della Marca hispanica comprendente la Navarra e la
Catalogna.
69
Negli anni tra la prima e la seconda spedizione Carlo aveva affrontato dei
problemi a Nord e a Est del suo regno: a Nord infatti i sassoni mostravano una fiera
resistenza allautorit franca e alla diffusione del Cristianesimo. Carlo era riuscito a
piegare i nobili ma non la grande massa di contadini che si mantennero in armi per
molti anni. Solo nell804 finalmente si raggiunse una situazione pacificata e si pot
dare un nuovo ordinamento ecclesiastico.
Nella parte orientale in concomitanza con la rivolta sassone cera stata la
rivolta della Frisia e della Baviera rivolte che persero subito vigore dopo la sconfitta
dei sassoni; nel 788 Carlo incorpor al suo regno Frisia, Baviera, Carinzia e Austria.
Con queste annessioni il regno franco aveva raggiunto notevoli dimensioni
estendendosi in tutta lEuropa centrale, in Spagna, nellItalia centrale, nel bacino
dellElba. Le molte spedizioni militari e missionarie ebbero come risultato quello di
stabilizzare i confini del regno e favorire la diffusione del Cristianesimo.
dellimperatrice Irene che, per avere il potere, aveva fatto accecare e imprigionare il
suo stesso figlio Costantino VI.
Ai vertici della massima istituzione politica cristiana ci fu perci un vuoto che si
aggiunse alla debolezza del papato retto dal 795 dal contestatissimo Leone III; il 25
aprile 799 il papa fu imprigionato in un monastero dal quale fu liberato solo dopo
lintervento di due missi franchi.
DallItalia raggiunse Carlo in Germania e dopo aver implorato il suo aiuto ritorn
sotto la scorta in Italia; il re stesso decise di scendere in Italia, arriv il 34 novembre
dell800 e organizz per il 1dicembre unassemblea di prelati dove si giudic il
pontefice che alla fine dei lavori, il 23 dicembre, fu giudicato innocente.
Il 25 dicembre, durante la Messa di Natale papa Leone III pose sul capo di Carlo una
corona mentre il popolo romano lo acclamava gridando la frase: A Carlo augusto,
coronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria!.
Questo episodio ebbe un grande eco e oggi gli storici si chiedono di chi sia stata
liniziativa ma di certo in quell800 Carlo Magno era di certo superiore al papa; Carlo
inoltre gi da tempo si sentiva pronto a ricevere il titolo di imperatore e il papa non
era di certo in grado di imporgli o negargli nulla.
Alcuni problemi si presentarono quando a Costantinopoli fu deposta Irene e
rileggittimato il potere imperiale con lelezione di Niceforo; tra i due imperi scoppi
un vero e proprio conflitto che si risolse nell812 quando il nuovo imperatore Michele
I riconobbe a Carlo il titolo imperiale in cambio dei territori della Dalmazia e
dellIstria.
Risolti i problemi con limpero bizantino restarono da chiarire quelli con il
papato: Carlo aveva il compito di difendere la cristianit occidentale dai pagani,
assicurare stabilit allapparato ecclesiastico e assicurare la diffusione della dottrina
cristiana nei suoi domini; il papa avrebbe invece pregato per la protezione divina
sugli eserciti imperiali e sul popolo divino. Il papato si trovava in una situazione di
netta inferiorit per cui dopo la morte di Carlo la questione si riapr.
71
74
Da parte sua Carlo sceglieva vescovi e abati tra coloro che gli erano pi fedeli proprio
perch
le
istituzioni
ecclesiastiche
svolgevano
un
ruolo
importantissimo
Di questa accademia fecero parte illustri intellettuali come Paolo Diacono, Pietro da
Pisa, Clemente Scoto e lo storico Eginardo il quale scrisse la biografia di Carlo
Magno.
Uno strumento assai importante per la ripresa degli studi fu la nuova scrittura
carolina che per la sua semplicit si diffuse velocemente in tutta Europa mettendo
fine al particolarismo grafico che aveva imperato fino ad allora.
Carlo Magno ebbe il merito di aver dato il via alla rinascita culturale
dellEuropa (ridefinita appunto rinascita carolina), rinascita che non si arrest con
la sua morte perch il cuore pulsante erano le scuole e non i dotti, non era pi un solo
centro ma un fenomeno diffuso in tutta Europa.
CAPITOLO 8
La crisi dellordinamento carolingio e lo sviluppo dei rapporti feudali
8.1. Le difficolt della successione imperiale
76
Mete preferite delle razzie erano le abbazie ricche di oggetti preziosi e le citt
costiere anche se nemmeno quelle nellentroterra erano al sicuro se si pensa che
arrivarono a saccheggiare Capua, Isernia e la stessa Roma nell846.
Nelle citt i Saraceni andavano alla ricerca di Giovani e donne che poi rivendevano
come schiavi nei mercato arabi.
Molte citt dellItalia meridionale per fermarli accett di pagare pesanti tasse;
solo con molta fatica le flotte di Gaeta, Napoli e Amalfi si allearono e riuscirono a
ottenere due vittorie a Gaeta e a Ostia rispettivamente nell846 e nell849.
Nonostante ci ancora molta strada gli Stati cristiani dovevano fare per sconfiggerli e
ci dimostrato dal fatto che ancora nel XII secolo nuclei di pirati saraceni erano
attivi in tutto il Mediterraneo.
83
Il risultato di questi cambiamenti e la nascita dei nuovi poteri locali ebbe come
risultato la nascita di una complessa rete di rapporti politici caratterizzata per dalla
frammentariet e dalla frantumazione politica.
Solo i grandi complessi feudali riuscirono a mantenere una struttura pi o meno
stabile e a far valere i propri principi.
In Francia, ad esempio, la famiglia dei Robertingi assunse la corona con Ugo
Capeto (987-996) ma il potere regio si esercitava solo su una zona ristretta compresa
tra Parigi e Orlans mentre il resto del territorio era strutturato in tanti piccoli
organismi territoriali autonomi.
CAPITOLO 9
LItalia fra poteri locali e potest universali
9.1. La frantumazione politica dellItalia
Allinterno del complesso quadro socio-politico dellEuropa nel X secolo lItalia
mostr caratteri particolari; nei suoi territori si verificarono tutti i fenomeni esistenti
nel resto dellEuropa ma ci che la caratterizz fu la coesistenza di localismo
(esasperato particolarismo politico) e universalismo (presenza di autorit con funzioni
universali).
Il quadro politico della penisola era molto frammentato in quanto esistevano
diverse entit sul piano giuridico-politico:
85
Il papato senza il sostegno del potere imperiale aveva perso il suo ruolo privilegiato
allinterno della Cristianit occidentale; ben presto si prov a dover fronteggiare
laristocrazia romana che divenne arbitra dellelezione papale, che perse la sua
dignit, e usurpava il patrimonio fondiario della Chiesa mentre la citt di Roma
diventava sempre pi povera e spopolata.
In quel periodo a Roma aveva grande influenza la famiglia dei conti di
Tuscolo; Marozia, unappartenente di questa famiglia, nel 932 aveva sposato il re
dItalia Ugo di Provenza sperando che il figlio di questa, Giovanni XI, potesse fargli
ottenere la corona imperiale.
Il fratello del papa, Alberico, promosse per una rivolta popolare per fermare questa
incoronazione e fino al 954 govern sapientemente la citt e il papato con il titolo di
principe e senatore dei Romani.
Alberico non permise a nessun sovrano di entrare a Roma per essere incoronato come
imperatore per cui limpero dal 924 era rimasto vacante; solo suo figlio, salito al
seggio pontificio con il nome di Giovanni II, permise nel 962 a Ottone I si ricevere da
lui la corona imperiale. Ottone tuttavia nel 963 lo fece dichiarare decaduto da un
sinodo.
modo omogeneo in tutti i ducati e inoltre mise dei suoi familiari a capo dei ducati
anche se a volte la sua fiducia fu mal ricompensata con rivolte che sempre riusc a
sedare.
Un altro grande appoggio di cui si giov Ottone fu quello dei vescovi che il re
coinvolse nel governo delle contee e delle citt dotandoli anche di nuclei armati e in
cambio chiese maggiore rigidit dei costumi religiosi e la ripresa degli studi nelle
abbazie e nei monasteri.
Il re si configur come vero capo religioso della Chiesa tedesca in quando aveva
piena libert nella nomina di vescovi e abati che venivano scelte tra i membri delle
famiglie a lui pi fedeli.
Lincoronazione a Roma nel 962 fu paragonata dai contemporanei a quella di
Carlo Magno poich si ripresentarono le condizioni per la ricostituzione di un saldo
impero basato su uno stretto connubio tra Stato e Chiesa, sulla ripresa di unattivit
culturale, religiosa e su un riordinamento dellapparato statale.
Come fu anche per limpero carolingio il nuovo impero trasse ispirazione
dalluniversalismo dellantica Roma a dalla missione di protettori della Cristianit e
del papato.
ebbero per alcun risultato positivo. Altre trattative si svolsero con il successore di
Niceforo, Giovanni Zimisce, il quale nel 972 riconobbe il titolo a Ottone e acconsent
alle nozze tra e Ottone II e la principessa Teofane la quale portava come dote i
territori bizantini dellItalia meridionale.
Ottone I mor nel 973 lasciando una costruzione politica abbastanza stabile
grazie allappoggio dei vescovi che aveva ottenuto grazie alla sua lunga residenza in
Italia; ma per suo figlio Ottone II governare non fu cos facile visto che dovette
affrontare molte situazioni difficili:
in Germania i duchi di Lorena, Svevia e Baviera volevano recuperare la loro
indipendenza;
in Italia la situazione si complic in quanto a Roma laristocrazia aveva
ripreso potere uccidendo il filo imperiale Benedetto VI e eleggendo Bonifacio
VII
nella parte meridionale della penisola i Longobardi stavano organizzando
rivolte, i Saraceni avevano iniziato a fare le loro incursioni e i Bizantini non si
curavano pi dei patti stipulati tra Ottone I e Zimisce.
Nel 980 Ottone scese in Italia e arriv a Roma; nel 982 fu sconfitto dai Saraceni in
Calabria e nel 983 mor a soli 28 anni.
Il suo erede, Ottone III, era ancora piccolo a la reggenza spett prima alla
madre Teofane e poi alla nonna Adelaide; nel 996 comp 16 anni e pot raccogliere
leredit del padre. Con lui si rinvigor il carattere universale dellimpero e il suo
connubio con la Chiesa.
Come primo atto Ottone III nomin pontefice un suo parente, Gregorio V (996-999) e
quando questi mor nomin il suo maestro che prese il nome di Silvestro II (9991003).
Per tenere sempre saldi i rapporti con il pontefice Ottone III si trasfer a Roma; il sup
programma di restaurazione dellimpero prevedeva la sottomissione di tutte le
90
Nel 1014 Enrico II si era fatto incoronare imperatore dal papa Benedetto VIII; sia
Benedetto VIII che il suo successore Giovanni XIX appartenevano allaristocratica
famiglia romana dei Tuscolo e ci dimostra come gli imperatori tedeschi avessero
difficolt a contrapporsi allaristocrazia romana e non avessero un potere effettivo in
Italia.
La situazione politica del regno era complicata anche perch a causa delle
continue incursioni saracene e ungare, la vitalit delle citt legate ai loro valori
tradizionali e la presenza di re continuamente in armi, non avevano permesso la
formazione dei grandi principati capaci di coordinare le forze signorili locali.
Le citt italiane si erano notevolmente accresciute durante il regno di Ottone;
tutti i vescovi risiedevano nelle citt e contavano molto nelle comunit cittadine per
dare basi solide alle loro attivit politiche.
Le comunit cittadine erano ben liete di appoggiare le attivit dei vescovi e
dellimperatore poich questo consentiva loro di avere liberta di movimento e di
essere coinvolti attivamente nella vita politica locale.
Il nuovo imperatore Corrado II (1024-1039) cerc di affermare lautorit
imperiale in Lombardia che negli anni Trenta del XI secolo stava attraversando dei
moment di tensione a causa dei contrasti tra il vescovo di Milano Ariberto
dIntimiano
ereditaria dei feudi minori per impedire la crescita della piccola nobilt.
Corrado II giunse in Italia nel 1026 e si schier con i valvassori (la piccola
nobilt) nonostante la nobilt maggiore fosse filoimperiale e nel 1037 eman la
Constitutio de feudis con la quale assicurava ai valvassori lereditariet dei feudi.
Corrado II aveva anche deciso di deporre larcivescovo di Milano ma la popolazione
cittadina si oppose vittoriosamente alle truppe imperiali costringendo Corrado a
ritornare in Germania.
Anche il sud della penisola italiana nel corso del X secolo conobbe un processo di
ripresa economica e demografica soprattutto in Campania e Puglia, regioni tra le pi
urbanizzate del tempo.
Citt come Amalfi, Gaeta, Napoli, Salerno, Bari, Taranto e Reggio si erano
sviluppate molto grazie ai commerci con il mondo bizantino e i contatti con quello
arabo; in queste citt (sia bizantine che longobarde) erano nati nuovi ceti sociali legati
alle attivit commerciali e artigianali e pian piano emergeva sempre di pi una
coscienza cittadina che dava consapevolezza di poter avere un ruolo politico.
Le differenze tra citt bizantine e longobarde erano pi nette fuori dei centri urbani:
nelle zone longobarde ci fu la tendenza alla creazione di signorie fondiarie e
territoriali per iniziativa dei funzionari pubblici che tendevano a radicarsi sul
territorio e sottrarsi ai poteri del principe.
Il potere di questi funzionari non aiutava alla diffusione di un clima di sicurezza e
proprio per questo anche al Sud si assistette al fenomeno dellincastellamento.
Le aree bizantine di Puglia, Basilicata e Calabria erano organizzate in tre temi,
Longobarda, Lucania e Calabria poste ognuna sotto il controllo di uno stratega
bizantino e nel X secolo per creare un ancora pi stabile rapporto con Bisanzio questi
tre temi furono inseriti nel catepanato dItalia con sede a Bari.
I Bizantini cercarono anche di avere lappoggio dei vescovi e di sottometterli
allautorit di Costantinopoli, concessero molti titoli onorifici ai membri del ceto
dirigente locale, potenziarono ancor di pi lefficiente struttura amministrativa e
cercarono di far diffondere i modelli culturali e spirituali del mondo bizantino.
Tutto questo fu messo il atto con il solo obiettivo di dare stabilit alla
dominazione bizantina nel sud Italia che di certo appariva molto diverso se
confrontato alle formazioni politiche post-carolinge.
93
CAPITOLO 10
Splendore e declino di Bisanzio
10.1. La grecizzazione dellimpero
Alla fine dellVIII secolo i territori bizantini corrispondevano a circa un terzo del
territorio del tempo di Eraclio (610-641); le perdite a causa degli attacchi arabi, slavi,
longobardi e bulgari erano state molte e solo a partire dal IX secolo le dinastie
bizantine iniziarono con rinnovato vigore una politica espansionistica per ritrovare
lantico splendore. Nel periodo pi buio comunque vennero attuate diverse riforme
come:
quella amministrativa: per dare una struttura organizzata al territorio
devidendolo in temi con a capo uno stratega,
quella territoriale, per distribuire in maniera razionale i possedimenti,
quella militare, i soldati (stratioti) erano allo stesso tempo colonizzatori e
proprietari delle terre,
quella sociale, venne favorita la nascita di una classe di contadini liberi che
potevano godere di piccole propriet.
94
Un ritorno dellideologia iconoclasta si ebbe con Leone V in modo per non vigoroso
e solo nell843 Michele III si richiam formalmente al concilio del 787 riaffermando
la leicit del culto alle immagini.
Questo evento non a caso coincise con lattenuarsi del pericolo arabo e con la ripresa
della grande propriet terriera ad opera di funzionari e burocrati, di membri del clero,
dei vertici militari e dei mercanti.
Contemporaneamente per il ceto dei piccoli proprietari, stratioti e contadini
liberi, entr in crisi; diversi imperatori dome Romano Lecapeno (920-944),
Costantino VII Porfirogenito (944-959) e Romano II (959-963) emanarono leggi in
difesa della piccola propriet: in caso di vendita ad esempio erano agevolato i vicini
che non fossero grandi proprietari. Nonostante queste leggi per i contadini, molto
impoveriti, preferivano vendere ai grandi proprietari; si ripropose lo stesso processo
gi avvenuto in Occidente.
Limperatore Niceforo Foca (963-969) al contrario dei suoi successori eman
leggi a favore delle potenti famiglie aristocratiche, alla quale lui stesso apparteneva, e
agevol il concentramento delle terre nelle mani di pochi proprietari.
I suoi successori Giovanni Zimisce e Basilio II ripresero una politica
antinobiliare; questi cercarono di tenere laristocrazia sotto pressione ma un dat6o era
ormai evidente e cio che la maggior parte delle terre erano in mano ai grandi
proprietari.
Nellimpero bizantino comunque non si ebbe il completo trasferimento dei
poteri ai signori poich lesistenza di un efficiente apparato pubblico rendeva sempre
necessaria la presenza dello Stato.
96
che dal Figlio mentre il Concilio di Nicea del 325 aveva postulato una derivazione
solo dal Padre.
Per rimettere la pace limperatore Basilio I convoc un concilio nell869-870 durante
il quale si decret la deposizione di Fozio e la sottomissione a Bisanzio della Chiesa
bulgara.
I contrasti di natura religiosa per alcuni anni furono sopiti ma ripresero
violentemente nel corso del XI secolo quando alla guida delle due Chiese si trovarono
due prelati molto intransigenti: Leone IX a Roma e di Michele Cerulario a
Costantinopoli.
La Chiesa Occidentale doveva fronteggiare problemi come il matrimonio dei preti
(non consentito) e luso di pane lievitato durante lEucarestia ma il problema
principale rimaneva quello del Filioque.
Nessuno sforzo di conciliazione si ebbe dalle due parti; nel 1054 tre delegati
bizantini si recarono a Roma nel falso tentativo di appianare le tensioni e senza
nessuna motivazione di apertura tanto che al loro ritorno a Costantinopoli portarono
la bolla di scomunica del papa al patriarca che, ovviamente, fece la stessa cosa col
papa.
Lo scisma tra le due Chiese si comp senza che per fosse avvertito come un
evento traumatico dal mondo cristiano visto che non era la prima volta che si erano
verificate tensioni tra i vertici della Chiesa romana e di quella bizantina.
si mossero
verso Costantinopoli.
Come gi detto in questo periodo ci fu una grande estensione delle terre coltivate; in
aree come quelle italiane e francesi dove gli insediamenti antichi furono pi estesi si
dovettero solo recuperare aree abbandonate mentre nellEuropa centrale si dovette
procedere con pi numerosi disboscamenti e opere di bonifica.
Nelle aree gi popolate la coltivazione veniva praticate nelle zone incolte
vicino il villaggio; il proprietario terriero stipulava un contratto (accordi verbali) con
il coltivatore secondo il quale concedeva terra, sementi e materiali per consentire
lavvio dellattivit produttiva in cambio di un canone in natura.
Nelle zone incolte monasteri, membri del clero e signori laici si impegnarono
ad attirare coloni per valorizzare quelle terre e per avere un numero maggiore di
uomini sotto il loro controllo. I religiosi pi impegnati in questopera di
colonizzazione furono i certosini e i cistercensi.
I membri di questi due ordini monastici ricercavano la povert e la solitudine e spesso
si rifugiavano nelle foreste dove fondavano i loro monasteri; ben presto attorno ai
monasteri sorsero dei villaggi di contadini desiderosi di mettersi sotto la guida
spirituale dei monaci.
Costruzione di nuovi villaggi e borghi non deve per far pensare che le case
rurali scomparvero; molti contadini vivevano in dimore di legno sparse per i campi.
In alcuni luoghi, come in Toscana, artigiani e mercanti facevano degli investimenti
nelle zone rurali promuovendo la costruzione di case coloniche che diventavano il
centro di unazienda agraria che riunificava varie terre.
Le zone dove furono possibili maggiori investimenti furono quelle dove lo sviluppo
rurale fu pi massiccio mentre altre zone pi disabitate e meno ricche ebbero uno
sviluppo pi lento e difficile.
Un esempio dato dalle fino allora disabitate terre costiere dei Paesi Bassi;
queste erano infatti terre paludose e cerano molte piccole isole che accoglievano
pochi pescatori. Dopo le operazioni di bonifica e la costruzione di dighe e canali di
drenaggio, anche per volere dei conti di Fiandra, molte terre vennero recuperate e si
pot pensare a uno sviluppo dellagricoltura e dellallevamento anche in quelle terre
prima invase dalla salsedine.
Un altro esempio si ebbe in Germania; qui i principi territoriali incoraggiarono
i contadini promettendogli concessioni e libert a impegnarsi nella valorizzazione
delle terre. I principi tedeschi inoltre incoraggiarono anche la conquista di territori
orientali fuori dai loro confini, i pi attivi colonizzatori furono i duchi di Sassonia e
alcuni membri del clero tedesco.
Territori conquistati furono la Pomerania, il Brandeburgo, la Slesia, la Boemia, la
Baviera e lAustria dove, nel 1018 fu fondata Vienna.
103
Il modello di rotazione triennale non ebbe larga diffusione nelle aree mediterranee a
causa del clima con primavere brevi e asciutte. Si adottarono allora due modelli di
agricoltura:
- quello a rotazione triennale in Europa centro-settentrionale (Inghilterra, Germania,
Paesi Bassi, Francia settentrionale) con limpiego dellaratro pesante e da campi
aperti distribuiti su grandi strisce,
- quello a rotazione biennale nellEuropa mediterranea (Francia meridionale, Italia,
Spagna, Grecia) con limpiego dellaratro leggero e da campi quadrati con
assegnazioni strettamente individuali.
Laratro leggero consentiva solo unaratura superficiale che doveva essere
compensata con il lavoro manuale del contadino che aveva anche difficolt a
procurarsi buoi o cavalli.
Nonostante queste differenze in tutta lEuropa tra il X e il XII secolo si verific
un grande ampliamento delle zone coltivate; la scarsit di produzione che spesso si
verific fu causata dalla scarsit di concimi animali.
Questi infatti non venivano allevati in stalle ma allo stato brado, inoltre la riduzione
di prati, utilizzati per coltivare, non permetteva lo sviluppo dellallevamento e ci
peggior ancora di pi la situazione della produzione agricola.
104
CAPITOLO 12
La ripresa del commercio e delle manifatture
12.1. Caratteristiche del commercio nellAlto Medioevo
I progressi avvenuti durante lXI e il XIII secolo fecero riprendere i commerci e
ridiedero vitalit alle citt; bisogna precisare comunque che n le citt n i commerci
si erano completamente estinti durante lAlto Medioevo.
Le popolazioni commercialmente pi attive furono quelle che occupavano le
zone che si trovavano nei punti dincontro tra pi Paesi come, ad esempio:
- i Veneziani: dalla collegavano Pianura Padana il mondo bizantino con lEuropa
Centrale,
- gli Amalfitani che collegavano lItalia centro-meridionale con i mercati arabi e
bizantini,
- i Vichinghi che collegavano il mare Baltico con i mercati bizantini,
- gli Ebrei che furono importanti intermediari intercontinentali visto che collegavano
la Germania allEstremo Oriente e importavano dallOriente allOccidente beni di
lusso.
105
Oltre a nuove rotte marittime furono introdotti miglioramenti tecnici che resero i
viaggi pi sicuri e pi veloci. Le innovazioni furono molte come ad esempio:
- la bussola introdotta nellarea mediterranea dalla Cina,
- i portolani: guide di navigazione e descrizioni dei porti,
- le carte nautiche,
- navi pi grandi e pi sicure.
Per quanto riguarda i trasporti via terra bisogna dire che questi erano quelli pi
frequenti nonostante le condizioni delle strade non fossero ancora ottimali; il
vantaggio stava per nel fatto che la rete viaria si faceva sempre pi fitta e rendeva
pi breve il viaggio permettendo di risparmiare sulle spese.
107
Lo sviluppo dei commerci rese ormai obsoleto il sistema monetario creato da Carlo
Magno poich esso si basava sulla circolazione di moneta argentea di scarso valore
che andavano bene ormai solo per scambi locali ma non per quelli di carattere
internazionale per i quali erano necessarie le monete auree bizantine o arabe.
Ma anche le monete bizantine e arabe a causa del declino dei due imperi
avevano perso stabilit cos i mercanti occidentali sentirono il bisogno di dotarsi di
una moneta prestigiosa e stabile che potesse circolare dappertutto.
Liniziativa fu presa da Venezia che, nel 1202, coni una grossa moneta dargento; a
questa iniziativa segu quella di Firenze e di altre citt italiane e francesi che
coniarono sempre monete dargento.
La svolta si ebbe nei primi decenni del XIII secolo grazie a Federico II il quale
nel 1231 riprese a far coniare monete doro (laugustale) nel Regno di Sicilia; circa
ventanni dopo furono coniati i fiorini a Firenze e il genoino a Genova, nel 1284 lo
zecchino a Venezia e alla fine del secolo lo scudo in Francia.
110
caratteri di vere e proprie confraternite poich esisteva una mutua assistenza tra i
soci.
111
CAPITOLO 13
Lo sviluppo dei centri urbani e le origini della bottega
13.1. Dalla citt antica alla citt medioevale(medievale)
A partire dallXI secolo le citt riacquistarono il ruolo di primo piano culturale e
sociale che avevano avuto nellantichit; le antiche citt romane costruite nelle zone
pi abitate non erano scomparse ma avevano solo visto decrescere le proprie
dimensioni.
Il merito della sopravvivenza delle realt cittadine fu anche dei vescovi i quali furono
un punto di riferimento per le popolazioni sia cittadine che contadine.
Durante lepoca romana le citt erano prevalentemente centri di consumo
governato dai ceti dirigenti costituita dai grandi proprietari terrieri.
Durante lepoca medioevale la citt era centro di produzione e di scambi; nelle
citt risiedevano esponenti dei ceti produttivi che diedero vita a nuove attivit
economiche e ad organizzazioni commerciali che si affiancavano al governo.
113
erano poche e di piccole dimensioni; solo nel XIII secolo di ebbe un loro notevole
ampliamento.
Anche in Inghilterra la dominazione romana aveva lasciato dei segni di
urbanesimo; una rete di citt si riform in pieno Medioevo anche se si tratt sempre
di centri di piccola e media grandezza nelle coste meridionali e occidentali dellisola.
accomunate dallo svolgere un ruolo decisivo per aver dato una forte accelerazione al
processo autonomistico dei comuni.
Nel resto dEuropa il processo fu pi lento per la scarsa capacit diniziativa
della comunit cittadine ma pian piano ovunque si riuscirono ad ottenere maggiori
spazi dautonomia.
CAPITOLO 14
Il rinnovamento della vita religiosa e la riforma della Chiesa
14.1. La crisi dellordinamento ecclesiastico
Lordinamento ecclesiastico durante il X secolo aveva attraversato un periodo di
profonda crisi dovuta alla frantumazione del potere politico e alla conseguente
mancanza del suo sostegno: i laici iniziarono a influenzare lelezione del papa e delle
altre cariche ecclesiastiche, i membri del clero trascurarono i loro doveri pastorali e si
occupavano dei loro interessi mentre il livello culturale e morale di tutta la Chiesa di
abbassava inesorabilmente.
A far peggiorare questa situazione contribuirono vari aspetti di corruzione della
Chiesa come ad esempio:
la diffusione della simonia: questa era una procedura di vendita delle cariche
religiose infatti sovrani, vescovi e signori non esitavano ad accettare denaro da
chi volesse acquistare la dignit ecclesiastica;
il problema dei chierici sposati: tale fenomeno si diffuse molto nellItalia
meridionale a causa degli influssi della Chiesa greca che invece ammetteva il
matrimonio dei preti.
La crisi della Chiesa fu sentita molto dalla popolazione che negli uomini di Chiesa
aveva sempre riposto fiducia; le manchevolezze di questi ultimi furono perci
118
avvertite come molto gravi e imperdonabili sia dai grandi signori che dai semplici
fedeli.
La Chiesa per aveva le energie intellettuali per capire la natura di quei fenomeni e
cercarne la soluzione tanto che al suo interno nacque un movimento di riforma
destinato a imprimere un volto nuovo allassetto organizzativo ecclesiastico.
pian paino persero quello slancio iniziale che li aveva caratterizzati e lasciarono
campo libero allaffermazione degli ordini mendicanti.
Nel 1046 Enrico intervenne anche per portare ordine e moralit a Roma; la gestione
della Chiesa era caduta in mano allaristocrazia romana che aveva eletto ben tre papi,
arrivato in Italia Enrico convoc il Concilio di Sutri durante il quale depose i tre papi,
fece eleggere un suo candidato, Clemente II e depose tutti gli ecclesiastici giudicati
simoniaci.
Pian piano si fece strada lidea che fosse giusto eliminare ogni ingerenza laica
dagli affari della Chiesa; nel 1049 sal al soglio pontificio Leone IX il quale riun a
Roma i maggiori riformisti del tempo e insieme a loro organizz concili durante i
quali furono condannate simonia e concubinato e fu proclamata la superiorit del
papa sulla Chiesa universale.
Leone IX si fronteggi anche con i Normanni che avevano occupato i territori
dellItalia meridionale; Leone IX fu sconfitto e fatto prigioniero per un anno e
liberato dopo aver accettato di stringere con loro unintesa che prevedeva ai
Normanni di aver riconosciute le loro conquiste e al papato di aver il loro appoggio
militare e politico.
Lattivit moralizzatrice dellimperatore Enrico nel frattempo incontr diverse
difficolt poich Leone IX stava prendendo autonomia dalle sue direttive, i vescovi
erano ostili allidea di cambiare stile di vita e anche alcuni riformisti sentirono il
bisogno di separare lattivit ecclesiastica da quella dellimperatore che nel 1056
mor; la sua morte evit temporaneamente lesplodere dei contrasti e consent ai
riformatori romani di delineare con calma una strategia.
Nel 1075 il pontefice scrisse un testo, il Dictus papae, dove riteneva estesa la sua
giurisdizione anche allambito temporale e si considerava un monarca universale
superiore a ogni carica laica.
Queste sue affermazioni fecero nascere la lotta per le investiture fra Gregorio VII
ed Enrico IV che fu combattuta non solo con le armi ma anche con interventi di
intellettuali, scrittori e filosofi che si contrastavano anche sul piano ideologico.
Nel 1112 un nuovo concilio annull le concessioni estorte al papa e nel 1116
Enrico V fu scomunicato.
126
127
CAPITOLO 15
Rinascita culturale e nuove esperienze religiose
15.1. Una rinascita improvvisa?
Una prima rinascita culturale durante il Medioevo si ebbe durante il periodo
carolingio, centro della cultura era la corte imperiale e gran parte del patrimonio
letterario classico dei latini fu recuperato.
Con il disgregarsi dellimpero carolingio i centri culturali divennero le abbazie
dove continuarono gli studi e gli insegnamenti; durante il X secolo gli imperatori di
Sassonia, come Ottone I, portarono in Germania grammatici e teologi mentre nellXI
secolo il ruolo di centro culturale fu preso dallabbazia di Cluny e da altri monasteri
sorti nella Francia settentrionale.
Verso la met dellXI secolo unaltra importante realt culturale si stava
formando in Italia meridionale grazie alla vicinanza con il mondo greco e quello
arabo; il maggiore centro fu la citt di Salerno, famosa per le scuole di medicina e di
filosofia.
Nello stesso periodo in Italia settentrionale invece si ebbe la fioritura degli
studi giuridici e la citt che pi si contraddistinse in questo settore fu Bologna.
La Francia comunque rimase per tutto il XI secolo il centro culturale pi importante
in quanto si approfondivano tutti gli aspetti della cultura come le atri del trivio e del
quadrivio, le arti liberali, la teologia, la filosofia, la poesia latina e volgare.
128
Per tutto il XI secolo i monasteri avevano svolto un compito molto importante per la
cultura in quanto l venivano trascritte le opere degli autori classici e si compivano
studi dei testi antichi; i monasteri pi famosi furono quelli di Montecassino e quello
di Bec in Normandia che per non poterono competere con labbazia di Cluny che
durante la conduzione del suo abate Pietro il Venerabile attravers un periodo di
splendore che per ebbe fine con la sua morte.
Durante la met del XII secolo nacquero i nuovi ordini religiosi dei cistercensi,
dei certosini e dei camaldolesi ma questi pi che ad attivit di studio si dedicavano
allascesi mistica e perci contribuirono poco allo sviluppo culturale del tempo.
In quel periodo la maggior parte dellattivit culturale si svolse nelle cattedrali,
inserite in pieno nella rinascita delle citt; in Francia furono importanti le cattedrali di
Reims, Orlans e di Parigi, in Inghilterra quella di Canterbury e in Spagna quella di
Tolosa.
Le scuole cattedrali erano sotto il controllo del vescovo i quali davano una licenza
agli insegnanti; mancava per un vero e proprio programma di studio n erano
previsti esami alla fine del corso.
- quella di medicina
- quella di teologia.
In Italia le prime universit furono quelle di Salerno (per la medicina) e di
Bologna (per il diritto) seguite successivamente da quelle di Padova e Napoli; in
Francia le origini delle universit si devono collegare alla scuola della cattedrale di
Notre Dame dove operavano un gran numero di maestri; in Inghilterra furono fondate
le universit di Oxford e di Cambrige.
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CAPITOLO 16
Rapporti feudali e processi di ricomposizione politico-territoriale.
Limpero e lItalia dei Comuni
16.1. Il movimento delle paci di Dio e la nascita della cavalleria
Il rinnovato dinamismo della societ europea richiedeva maggiore sicurezza per gli
uomini; ci poteva realizzarsi con la cessazione delle guerre nate per lesuberanza
delle famiglie aristocratiche sempre il lotta tra loro per la conquista di nuovi territori.
Alla fine del X secolo una autorit forte e stabile era rappresentata dalla Chiesa
attraverso il movimento francese delle paci in Dio: i vescovi organizzarono delle
assemblee per promuovere la diffusione dellordine pubblico e la protezione delle
classi pi deboli della societ spesso succubi dei signori locali.
Ben presto fu proibito di combattere durante la domenica e le feste religiose e anche i
sovrani si impegnarono a creare organismi di controllo per ridurre i disordini.
Nel corso dell XI secolo cominci a formarsi un particolare spirito di
appartenenza tra i cavalieri che godevano di una particolare condizioni giuridica e
sociale. Chi faceva parte di questa stretta cerchia aveva dei privilegi: erano esentati
dal pagamento delle imposte per le loro terre, erano sottratti alla giustizia dei signori,
potevano tramandare ereditariamente la loro condizione giuridica.
Gli ecclesiastici francesi inoltre elaborarono un modello di comportamento
cavalleresco e la cerimonia dellinvestitura assunse forti caratteri religiosi.
Nel corso del XII secolo il codice di comportamento cavalleresco si arricch
ancor di pi grazie alla figura di cavalieri celibi e senza un feudo; questi giovani
erano alla ricerca di un signore e di un buon matrimonio ed elaborarono un ideale di
vita avventurosa e gioiosa che si concretizzava nei tornei e nelle conversazioni
amorose, nelle poesie e nei romanzi cavallereschi.
Gli ideali cavallereschi furono celebrati da poeti e scrittori ma resta da precisare che
la loro vita era sempre votata alla guerra tanto che i vescovi elaborarono un modo per
136
frenare la violenza dei cavalieri. Nel 1054 si svolse un concilio a Narbona dove tutti i
cavalieri furono definiti miles Christi e cio combattenti nel nome di Cristo contro gli
infedeli; da questo concilio furono perci legittimate le crociate in Oriente, in Spagna
e nella Sicilia musulmana.
Listituzione ecclesiastica con la sua autorit e il movimento delle paci in Dio
durante questi secoli sopper alla mancanza di un potere politico forte e in grado di
mantenere lordine nella societ.
consules civitatis(i consoli della citt) e non del Comune(termine che invece compare
pi tardi, poco prima della met del XII secolo).
Il programma di Federico aveva dei punti ben precisi infatti lui aveva
intensione di:
disciplinare e coordinare tutti i poteri signorili sia in Germania che in Italia
stringendo legami feudali;
governare saldamente su tutti i territori dipendenti dalla Corona e recuperare
tutti le regalie, i diritti inalienabili del potere regio;
rinnovare il controllo sulla Chiesa tedesca.
Nellottobre del 1154 Federico era gi in Lombardia e indisse una dieta a Roncaglia e
gli ambasciatori di Milano offrirono del denaro allimperatore per aver riconosciuto
il loro potere su Como e Lodi ma Federico rifiut e in pi distrusse la citt alleata dei
milanesi, Tortona.
Federico subito dopo si diresse a Roma per essere incoronato imperatore dopo per
aver abbattuto il regime comunale capeggiato da Arnaldo da Brescia il quale
contestava con un forte spirto radicale, il potere temporale dei papi.
Nel 1155 Federico fece ritorno in Germania per ritornare in Italia nel 1158
accompagnato da un numeroso esercito.
I Comuni per non gradirono il voltafaccia del pontefice cos rifiutarono la sua
mediazione e lanno dopo concessero a Federico una tregua di sei anni al termine dei
quali, nel 1183, di stipul un trattato di pace a Costanza che salvarguardava la
derivazione imperiale dei poteri pubblici e concedeva ai Comuni lesercizio delle
regalie e la possibilit di formare leghe in cambio del versamento di unindennit una
tantum in occasione della venuta dellimperatore in Italia.
I consoli continuarono ad essere eletti dai cittadini ma ogni cinque anni dovevano
ricevere linvestitura formale da parte dellimperatore o di un vescovo titolare di
poteri pubblici.
vari ceti che formavano dei veri e propri clan che si riunivano tra loro in federazioni
le quali si divisero poi in due raggruppamenti opposti: guelfi e ghibellini.
I guelfi erano gli aderenti al partito filo papale ed erano convinti che la Chiesa di
Roma potesse dare ai Comuni una solida copertura mentre i ghibellini erano i
sostenitori di un forte legame con il potere imperiale.
Allinterno del ceto popolare le tensioni esplodevano ad esempio per la scarsa
comunanza di interessi tra mercanti e artigiani; i mercanti in fatti avevano interesse a
superare i vincoli di tipo corporativo e le stesse corporazioni non erano solidali tra
loro. Lunico punto in comune era la lotta contro i nobili e alla fine fu questo intento a
far unire mercanti, artigiani, intellettuali laici, cambiatori, nobili del contado in
unassociazione detta societas populi, anchessa organizzata con capi e consigli.
Il risultato fu che allinterno del Comune coesistevano pi centri di potere
dotati di molto potere e pronti a scendere in campo non solo per fronteggiare lotte
contro nemici esterni ma pronti anche ad iniziare lotte interne.
146
Il governo dello schieramento popolare non si cur del benessere delle classi
inferiori che perci si allearono con i nobili vittime anch essi di una politica
antinobiliare.
Laspetto positivo delloperato dei governi popolari fu lallargamento della
partecipazione dei cittadini alla vita della citt infatti non cera un numeroso apparato
burocratico e molti servizi erano gestiti dai cittadini.
Durante questo periodo fu effettuato laffrancamento dei servi della gleba;
questo provvedimento per non ebbe un carattere sociale ma pi che altro fiscale
visto che si voleva far aumentare il numero dei contribuenti. A dare solidit a questa
ipotesi si unisce un provvedimento che vietava limmigrazione in citt degli
affrancati e rendeva pi opprimente la pressione fiscale sul contado e lo sfruttamento
economico dei contadini.
CAPITOLO 17
147
I vari territori inoltre non erano molto compatti: nei territori longobardi il
principe di Capua avvi un tentativo di riaggregazione dei vari territori che ebbe buon
fine. Pandolfo I Capodiferro infatti riun sotto il suo potere la Longobardia minore ma
la sua costruzione non sopravvisse alla sua morte avvenuta nel 981.
Il predominio fu assunto successivamente da Salerno sotto la guida di
Guaimario IV che si avvalse anche dellaiuto militare di qualche contingente di
cavalieri normanni.
I Normanni capirono subito che lItalia meridionale era un territorio assai ricco di
risorse ma politicamente debole e approfittarono di questa situazione per infiltrarsi
nelle lotte locali.
Ogni gruppo operava in modo autonomo, tra questi il primo ad emergere fu quello
capeggiato da Rainulfo Drengot il quale nel 1029 ottenne dal duca di Napoli come
feudo il territori di Aversa per aver combattuto contro il principe di Capua.
Altri gruppi di cavalieri normanni aiutarono i salernitani ad appropriarsi dei territori
bizantini di Melfi, delle Puglia e della Basilicata. I Benevantani per sottrarsi alle loro
mire preferirono mettersi sotto la protezione della Chiesa cos nel 1077 la citt
divenne dominio della Chiesa.
Durante lXI secolo il papa Leone IX si fece promotore di una coalizione
contro i temibili cavalieri; il suo interesse si basava sia sulla promessa di protezione
verso Benevento sia sul fatto che voleva ridurre lrea dinfluenza bizantina in Italia.
Tale coalizione fu sconfitta nel 1053 a Civitate, in Puglia; lo stesso papa fu fatto
prigioniero e rilasciato solo dopo che riconobbe le conquiste normanne e accett in
cambio lappoggio politico e militare dei cavalieri.
Nel 1059 a Melfi Roberto il Guiscardo (nominato duca di Puglia, Calabria e
Sicilia) e Riccardo (nominato principe di Capua) giurarono fedelt a Niccol II.
Roberto il Guiscardo nel 1061 avvi la conquista della Sicilia affidandola per al
fratello Ruggero; lisola aveva una fiorente economia ma politicamente era in crisi a
causa delle spinte autonomistiche delle autonomie locali e questo agevol la
conquista normanna.
150
Roberto intanto nel 1071 conquist Bari, nel 1073 Amalfi e lAbruzzo, nel 1076
Salerno; nel 1081 linsaziabile Roberto mosse contro Costantinopoli.
La prima missione non fu completata perch dovette tornare in Italia per aiutare il
pontefice Gregorio VII contro Enrico IV; nel 1085 durante la seconda missione in
Oriente mor su una delle sue navi.
I successori di Roberto il Guiscardo non furono in grado di continuare la sua opera e
di potenziare la fragile costruzione politica da lui creata; una svolta si ebbe per con
Ruggero II; gi padrone della Sicilia alla morte senza eredi del nipote Guglielmo
(1114-1127) rivendic il titolo di duca di Puglia e di Calabria.
La sua elezione fu contrastata dai baroni e dal papa Onorio II ma quando questi mor
nel 1130 approfitt della mancanza del papa per nominare un antipapa (Anacleto II)
che lo incoron re di Sicilia.
La costituzione nel regno di Sicilia di uno Stato che prevedeva lesistenza di rapporti
feudo-vassallatici mentre nel resto dItalia iniziavano a nascere le autonomie cittadine
dinamiche e vivaci ebbe s il merito di creare un governo stabile ma in un certo senso
chiuse molte possibilit di sviluppo sociale e politico.
organizzazione attraversando le valli del Reno e del Danubio e quei pochi che
riuscirono a giungere in Terrasanta furono massacrati dai Turchi.
La prima crociata ufficiale inizi nel 1096, ad essa prese parte il fior fiore della
feudalit europea (soprattutto francese) che raggiunse Costantinopoli attraversando i
Balcani o con le loro navi.
I cavalieri (chiamati in generale Franchi) si stabilirono a Costantinopoli e fu stabilito
che limperatore Alessio Comneno li rifornisse dei viveri loro necessari e delle armi
in cambio della restituzione dei territori sottratti allimpero e del riconoscimento da
parte delle future formazioni politiche franche in Oriente della sua superiorit.
La spedizione part nel 1097 ma subito i crociati dovettero affrontare molte difficolt
dovute:
al clima estivo sfavorevole per i cavalieri armati in maniera inadeguata;
la migliore tecnica militare turca che usava arcieri e cavalieri armati alla
leggera;
gli odi e le rivalit che dividevano i pi importanti crociati;
la scarsa autorit di Goffredo di Buglione, capo dellesercito crociato.
Il 15 luglio 1099, nonostante tutti questi aspetti negativi e sconfortanti, la citt di
Gerusalemme fu conquistata dai crociati e tutti i musulmani i gli ebrei furono
massacrati.
153
Sicilia); i tre giovani sovrani per fallirono perch ognuno persegu i propri fini
personali.
La riscossa turca si realizz completamente con il curdo Saladino che si rese
indipendente da Baghdad e cre un personale sultanato che si estendeva dal Tigri
allEgitto; il 2 ottobre 1187 dopo aver sconfitto ripetutamente i Franchi entr a
Gerusalemme.
Questo evento produsse una grande mobilitazione tra i sovrani tanto che
parteciparono alla successiva crociata limperatore Federico Barbarossa, il re
dInghilterra Riccardo Cuor di Leone e il re di Francia Filippo Augusto ma ancora
una volta i risultati furono scarsi.
Gerusalemme rimase in mano ai musulmani, lentusiasmo religioso si affievol e la
crociata fu intrapresa solo da pochi fervidi idealisti.
I crociati si riunirono nel 1202 a Venezia per raggiungere lOriente via mare; il doge
offr ai crociati le sue navi con la promessa che facessero prima scalo a Zara e
riprendere il possesso della citt che si era data al re dUngheria. Il doge, conquistata
Zara, riusc a convincere i crociati a dirigersi verso Costantinopoli con la promessa di
lauti compensi.
I crociati allora nel 1203 si impadronirono di Costantinopoli e misero al trono Alessio
che per non riusc a sedare lostilit del popolo verso gli occidentali e la Chiesa di
Roma.
I crociati allora nel 1204 saccheggiarono orribilmente la citt e dopo essersi spartiti il
bottino fondarono limpero latino dOriente che venne diviso tra i cavalieri.
Un quarto di esso fu assegnato a Baldovino di Fiandra; degli altri tre quarti una met
and a Venezia mentre laltra met fu divisa in vari domini assegnati come feudi ai
capi dei contingenti armati che avevano partecipato allimpresa.
156
riusc a salire al trono in quello stesso anno dando inizio alla dinastia dei Paleologhi
che rest al potere fino alla presa di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453.
Lesito sconfortante della quarta crociata non aveva demoralizzato Innocenzo
III il quale non rinunci al suo progetto di recuperare almeno la citt di Gerusalemme
e gli altri luoghi sacri della Palestina. Poco prima di morire, nel 1215, il pontefice
durante il IV Concilio lateranense riusc a far bandire una nuova crociata. La
spedizione part nel 1217 ma gi nel 1221 si concluse senza aver raggiunto risultati
importanti; un luogo strategico per il controllo della Palestina divenne lEgitto.
Proprio sullEgitto concentr i suoi sforzi il sovrano francese Luigi IX che
credeva fermamente negli ideali religiosi della crociata. Purtroppo anche lui non
riusc ad ottenere risultati importanti durante le sue spedizioni che ebbero un esito
disastroso in quanto durante la prima (1248-1254) il re e il suo esercito furono fatti
prigionieri e la seconda, nel 1270, non inizi nemmeno perch nellaccampamento
francese si diffuse la peste che non risparmi nemmeno il re.
Tra la quinta e la sesta crociata ci fu quella di Federico II che, nel 1229, era
riuscito ad aver restituita Gerusalemme senza fare ricorso alle armi.
Federico II aveva infatti stipulato un patto con il sultano del Cairo che prevedeva
anche lo smantellamento di tutte le fortificazioni in citt; questo per lasci
Gerusalemme senza difese e infatti nel 1244 una trib di Turchi nomadi ne approfitt
per occuparla e saccheggiarla.
Mentre Luigi IX di Francia era impegnato nelle sue spedizioni sempre in Egitto
si cre una situazione nuova che vide la presa di potere da parte dei Mamelucchi, una
casta di schiavi-guerrieri, i quali riuscirono a mettere da parte gli ultimi discendenti di
Saladino e nominare un loro sultano che avvi la conquista sistematica dei territori
rimasti ancora in mano ai cristiani. Le ultime citt a cadere furono nel 1291 Tiro,
Sidone, Beirut e S.Giovanni dAcri.
157
CAPITOLO 18
La ripresa della lotta tra papato e impero e le monarchie dellEuropa
occidentale
18.1. Innocenzo III e lapogeo del papato
Nel XII secolo il papato attravers una svolta in senso monarchico iniziato durante il
pontificato di Alessandro III il quale aveva assunto il ruolo di mediatore tra Comuni e
impero e di garante della giustizia e della pace.
158
Il caso volle che la morte di Enrico VI (1197) coincidesse con la salita al soglio
pontificio di Innocenzo III (1198-1216), un papa che voleva ripristinare la piena
dignit papale. Egli si dichiar non vicario di san Pietro ma dello stesso Ges Cristo e
fece ricorso allimmagine del sole e della luna per spiegare i rapporti tra il papato e
limpero. Innocenzo III ebbe la caparbiet di rendere concrete le sue idee e ci fu
possibile visto che sia limpero che glia altri regni stavano attraversando un momento
di crisi e di debolezza.
Il primo intervento del papa fu diretto al Regno di Sicilia che il papato considerava un
suo feudo; nel 1198 infatti mor anche Costanza dAltavilla, la vedova di Enrico VI,
la quale aveva posto sotto la tutela del papa suo figlio Federico, che allepoca aveva
solo quattro anni, per tutelarne i diritti.
Questa per il papa fu la possibilit per tradurre una sovranit teorica in un governo
reale.
Federico fu cresciuto alla corte papale e quando nel 1208 comp 14 anni,
uscendo cos dalla minorit, gli fu conferita la corona regia; nel frattempo Innocenzo
III estendeva il suo potere in Umbria, nelle Marche e in Romagna e si nomin arbitro
fra i pretendenti alla corona imperiale.
I pretendenti erano Ottone di Brunswick (figlio di Enrico il Leone e capo del partito
guelfo) e Filippo di Svevia (fratello di Enrico VI). Innocenzo III per difendere sia i
diritti di Federico sia gli interessi del papato (che non si voleva trovare stretto tra i
territori imperiali) scelse il primo al quale consegn la corona imperiale nel 1209.
Ottone per non si dimostr disposto a cedere alle direttive papali, come aveva
fatto intendere prima dellincoronazione, e punt verso la conquista del Regno di
Sicilia provocando lira del papa che lo scomunic e assegn la corona imperiale al
giovane Federico.
159
Lattenzione di Innocenzo III oltre che sulla costituzione di una forte monarchia
papale e alla guerra crociata contro i musulmani si interessarono anche del problema
delle comunit eretiche che minacciavano lintera comunit cristiana.
Una comunit di eretici che destava molta preoccupazione era quella dei catari,
numerosi in Provenza e in Linguadoca e in particolare nella citt di Albi (nella contea
di Tolosa): di qui il nome di albigesi col quale furono indicati.
La contea di Tolosa era una delle pi autonome di Francia, l la sovranit del re
era solo nominale e i conti oscillavano tra la dipendenza feudale dal re di Francia e
quella dal re dInghilterra.
In questa contea fior la cultura provenzale e i catari erano protetti da tutti gli strati
sociali; lintento di Innocenzo III di mettere fine a questa situazione trov favorevole
anche il sovrano francese che aveva cos loccasione per ristabilire la sua piena
autorit della Francia meridionale.
Liniziativa papale inizi nel 1208 quando i catari uccisero un legato papale;
questo permise al papa di bandire contro Raimondo di Tolosa e tutti gli abitanti della
contea una crociata alla quale parteciparono molti cavalieri del Nord della Francia.
I successi non tardarono ad arrivare visto che i cavalieri erano spinti dal desiderio di
avere un ricco bottino in una regione molto ricca e dinamica sia economicamente che
culturalmente. Degli orrendi saccheggi, in quel clima di esasperato fanatismo
religioso, furono vittime anche i cristiani nonostante il papato avesse invitato tutti alla
moderazione.
Lintervento contro i catari della Francia fu inquietante anche perch da questo
momento il papato rivendic il diritto di indicare volta per volta i nemici della Chiesa
e della fede promuovendo crociate non pi solo contro i musulmani e gli eretici ma
anche contro i suoi nemici politici (sovrani e principi ghibellini).
La parabola ideale della crociate giungeva cos al termine poich da fenomeno
religioso divennero uno strumento politico nelle mani del papa.
Nel 1215 Innocenzo III riun il IV Concilio lateranense al quale partecip
unimmensa folle di prelati, vescovi e abati ma anche rappresentanti di sovrani e
160
principi. Durante questo concilio si tracciarono le strategia per la lotta agli eretici e si
presero importanti decisioni sullorganizzazione complessiva della vita religiosa dei
cristiani. Nel 1216 Innocenzo III mor lasciando la Chiesa al culmine del suo
prestigio.
163
Laiuto degli ecclesiastici non fu per disinteressato, in cambio nel 1213 Federico
dovette emanare la Bolla doro con la quale rinunci ai diritti di eleggere vescovi e
abati che limpero aveva acquistato con il Concordato di Worms nel 1122.
Innocenzo III aveva riposto molte speranze in Federico, il papa voleva evitare
che i territori imperiali e quelli del regno di Sicilia fossero sotto la guida di un unico
sovrano perch questo avrebbe costituito un pericolo per i territori della Chiesa.
Innocenzo III nel 1216 si fece promette dal suo pupillo che avrebbe ceduto la corona
del Regno di Sicilia al figlio Enrico; la morte dopo due settimane dalla promessa
indusse Federico a ritenersi sciolto da quella promessa cos fece tornare il piccolo
figlio Enrico in Germania dove fu nominato re dei Romani, anticamera del titolo
imperiale. Cos facendo Federico design gi il suo successore senza essere ancora
lui stesso imperatore e mostrando lintento di introdurre lereditariet della
successione imperiale.
Federico comunque non si interess molto di rafforzare il potere regio in Germania
da cui si allontan nel 1220 per farvi ritorno solo nel 1235 dopo aver nominato
reggente larcivescovo di Colonia Engelberto.
Il dinamismo politico di Federico fu possibile anche perch il successore di
Innocenzo III, Onorio III (1216-1227) era un papa bonario e con il solo intento di
liberare Gerusalemme; Onorio concesse il permesso a Federico II di mantenere le due
corone in cambio della promessa di partire verso la Terrasanta e di combattere gli
eretici: il 22 novembre 1220 Federico fu incoronato imperatore a San Pietro e subito
dopo si rec nel Mezzogiorno.
Lassenza di otto anni della figura imperiale aveva creato una situazione di
confusione e disordini; il regno era in mano ai feudatari e alle autonomie cittadine.
Federico rivendic subito i diritti regi, convoc una dieta a Capua dove si ordin di
abbattere tutti i castelli abusivi e di combattere le autonomie cittadine; i baroni
cercarono di organizzare una resistenza ma dopo due anni di lotte Federico riusc a
vincerli giocando dastuzia e mettendoli gli uni contro gli altri.
164
Risolto il problema dei feudatari Federico affront quello dei Saraceni che in
Sicilia possedevano molti territori; le spedizioni militari si attuarono tra il 1222 e il
1224 e si conclusero con la sconfitta dei Saraceni che vennero deportati a Lucera (in
Puglia) dove comunque poterono continuare a professare la loro religione.
Questo gesto di tolleranza di Federico fu premiato con la completa dedizione degli
aitanti di Lucera che gli fornirono le guardie del corpo e molti contingenti militari.
Federico si preoccup anche di risollevare le condizioni economiche del regno
facilitando gli scambi, costruendo porti e garantendo la sicurezza; egli volle dare vita
ad un apparato burocratico amministrativo statale e avendo bisogno per questo di
giuristi e funzionari specializzati istitu a Napoli la prima universit statale.
Dal 1224 Federico cominci a guardare anche alla situazione dellItalia
settentrionale dove i Comuni avevano ormai piena autonomia; nel 1226 indisse una
dieta a Cremona in cui si sarebbe dovuto discutere dei diritti imperiali, della lotta
alleresia e alla preparazione di una crociata in Terrasanta. Alla dieta fu invitato anche
il figlio Enrico che sarebbe dovuto giungere dalla Germania con il suo esercito, i
Comuni lombardi, preoccupati per gli intenti dellimperatore, ricostituirono la Lega
lombarda e si appellarono al pontefice che, da parte sua, era irritato per i continui
rinvii della partenza di Federico per la crociata.
Limperatore in quel momento non si sentiva militarmente pronto per affrontare una
battaglia cos annull la dieta e fece ritorno al Sud.
Nel 1254 mor anche il figlio Corrado IV e il trono rimase vacante fino al 1253
quando a prendere il potere fu il debole Rodolfo dAsburgo che per si interess solo
dei suoi domini privati.
Nel Regno di Sicilia invece in figlio naturale di Federico, Manfredi, l11 agosto 1258
assunse il potere del regno ma il papa voleva eliminare definitivamente gli Svevi dal
contesto politico italiano e perci chiam in suo aiuto Luigi IX di Francia che nel
1266 uccise a Benevento Manfredi.
Il cambio di vertici del Regno non caus un declino; i francesi proseguirono
lopera di consolidamento dellapparato burocratico-amministrativo dello Stato.
CAPITOLO 19
Le origini della Russia e limpero mongolo
19.1. IL principato di Kiev e la conversione dei Rus
Tra lVIII e il IX secolo i Vichinghi cominciarono a muoversi verso le vie che
conducevano allimpero arabo e bizantino; le popolazioni slave chiamarono Rus
questi stranieri che si stabilivano presso le via commerciali.
Verso la met del IX secolo per i Rus non si limitarono a stabilire insediamenti
commerciali ma vollero imporsi alla popolazione; sotto la guida di Oleg diedero vita
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a una vasta dominazione territoriale che riuniva intorno a s le trib degli Slavi
dellEst, il principato di Kiev.
I principi di Kiev strinsero alleanze commerciali con Bisanzio e la capitale Kiev
divenne in breve tempo un grosso centro commerciale e militare.
Unimportante svolta si ebbe nel 989 con il principe Vladimir (978-1015) il quale,
per stringere e consolidare le trib, favor la conversione al Cristianesimo facendosi
battezzare la domenica di Pentecoste; questa conversione di massa fu uno dei risultati
migliori ottenuti dai missionari bizantini; la Chiesa russa fu posta sotto il dominio del
metropolita di Kiev, nominato a Costantinopoli; il metropolita ebbe innanzitutto il
compito di creare una rete di diocesi e di far diffondere i culti della Chiesa greca.
A partire dalla met dellXI secolo il principato di Kiev cominci a decadere
sia per gli attacchi delle trib turche sui confini meridionali sia per la perdita di
importanza delle vie commerciali russe in seguito alla riaffermazione dei traffici nel
Mediterraneo. A determinare il declino del principato furono per anche le lotte
dinastiche alimentate anche dalla consuetudine di dividere il potere tra i vari membri
della famiglia del principe, questo favor la nascita di formazioni politiche autonome
come il principato di Novgorod e quello di Mosca.
La maggior parte dei Russi rimase comunque sotto il protettorato dei Khan e questo
comportava la presenza di ufficiali mongoli nei loro territori, lobbligo di pagare
tributi e rendere conto del loro operato.
Questo per non intacc n lautonomia religiosa (Chiesa ortodossa) n sullassetto
politico basato sempre sulla successione dei principi.
Nei primi anni del Trecento la citt di Mosca acquist molta importanza in quanto la
sua posizione al centro di una grande rete fluviale favoriva i traffici commerciali;
inoltre dopo la conquista dei Mongoli molti russi si spostarono verso la citt protetta
da boschi e paludi per sottrarsi dal loro dominio diretto.
I principi di Mosca, primo tra tutti Ivan I (1325-1359) che ottenne un consolidamento
del potere quando gli venne assegnato anche il compito di riscuotere i tributi per
lOrda doro.
Nel 1380 inizi la riscossa verso i Tartari (i Mongoli) che furono sconfitti vicino il
fiume Don da una coalizione guidata dal principe Dimitri (1359-1389) anche se gi
due anni dopo i Tartari ripresero Mosca saccheggiandola e devastandola.
Sempre tra il Duecento e il Trecento nellarea russa si formarono altre due
formazioni politiche: il Granducato di Lituania e il principato di Novgorod.
SETTORI IN CRISI
SETTORI IN SVILUPPO
Produzione di panni di lana di qualit
Produzione di tessuti meno costosi
Esportazioni di lana grezza inglese(1279- Esportazione dei tessuti fini di
1530)
Manifattura laniera a Firenze
Commercio di spezie (Genova, Barcellona)
Anche i cali demografici non si realizzarono in tutte le aree con la stessa intensit: a
nord Trieste, Udine, Vicenza e Torino; al centro Roma e Pesaro; Napoli, Aversa,
Sessa Aurunca, Capua e Teano al sud; di Catania, Siracusa e Lentini in Sicilia e di
Sassari in Sardegna: in Sicilia ci fu un caso limite di ridistribuzione della
popolazione, ad occidente ci fu un notevole calo demografico, ad oriente e nelle zone
interne ci fu una crescita, tanto che si formarono grossi centri a carattere rurale,
definiti da qualche studioso agrocitt.
Molti mercanti abbandonarono i commerci e divennero proprietari terrieri,fondiari o
ufficiali pubblici: questa una spia inequivocabile di depressione economica. Come
ha affermato Fernand Braudel, il ritiro dal mondo degli affari e la destinazione del
capitale mercantile alla terra o allacquisto di cariche non significava la su uscita dal
circuito capitalistico. Essi vi rientrava attraverso quegli investimenti che resero
possibili quei processi ricomposizione fondiaria e quei miglioramenti colturali, che
sono allorigine dei progressi dellagricoltura tardomedievale.
I governanti cercarono di immettere nel mercato maggiori quantit di moneta
metallica(in quanto la scarsa circolazione frenava leconomia europea del TreQuattrocento), ridussero i dazi di importazione sui metalli preziosi ma queste erano
misure che non potevano arginare la grande crisi che sar risolta definitivamente solo
nel Cinquecento con larrivo in Europa delloro americano.
A Firenze, i lavoratori edili erano pagati in grammi di argento: da molto nel 1331 a
poco nel 1500.
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CAPITOLO 21
Il consolidamento delle istituzioni monarchiche in Europa
21.1. Levoluzione del pensiero politico e il conflitto tra Filippo il Bello
e Bonifacio VIII
Durante il Trecento e il Quattrocento molto lentamente si andarono a costituire degli
organismi politici consolidati al loro interno; i pensatori del tempo intuirono come
lideologia imperiale era ormai quasi del tutto superata e dei sovrani stavano
conquistando i pieni poteri nei loro regni.
Al completamento di questo quadro si opponevano per due fattori: la resistenza del
papato che non voleva perdere la sua funzione di regolatore supremo della cristianit
occidentale e la persistenza di lotte e conflitti tra i nobili per ottenere il potere.
Un primo evento che fece intendere come i rapporti tra impero e papato
stessero cambiando ebbe come protagonisti il re di Francia Filippo il Bello (12851314) e il papa Bonifacio VIII (1294-1303) appartenente alla famiglia romana dei
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Caetani. La sua elezione era stata contestata da altre famiglie di nobili romani e
soprattutto dai Colonna, sostenitori degli ordini mendicanti e di coloro che volevano
un ritorno alla Chiesa pia e povera.
Sempre nel 1294 era stato eletto papa leremita Pietro da Morrone che prese il
nome di Celestino V; molti vedevano in lui la speranza di un ritorno agli ideale
evangelici della Chiesa ma egli si mostr troppo debole e solo dopo pochi mesi
prefer rinunciare alla carica.
Il suo successore alle accuse di aver condizionato la sua elezione rispose con
arresti dei suoi nemici; nel 1300 indisse lanno santo per sottolineare come solo la
Chiesa fosse dispensatrice di salvezza.
La promessa dellindulgenza per chi avesse visitato le tombe degli apostoli in stato di
grazia attir a Roma pellegrini da ogni parte dellOccidente.
Bonifacio comunque oper anche in ambito politico, soprattutto su due fronti:
quello del Comune di Firenze e quello del Regno di Francia.
Per quanto riguarda i Comuni bisogna infatti dire che il papa aiut la fazione dei Neri
(famiglie dei grandi operatori economici) contro i Bianchi (di cui faceva parte anche
Dante) che volevano pi indipendenza dal papato. I Bianchi furono sconfitti anche
perch in aiuto dei Neri il papa chiese laiuto del francese Carlo di Valois.
I successi non arrivarono invece con il re francese.
Filippo il Bello voleva dare basi solide al suo regno, per farlo aveva bisogno di
denaro e per questo nel 1296 decise di imporre dei tributi anche al clero senza
lautorizzazione della Santa Sede. Questo primo contrasto si risolse con il
compromesso che Filippo avrebbe potuto prendere tali iniziative solo in caso di grave
necessit e linvio del fratello Carlo a Firenze sembrava aver placato ogni astio.
Il conflitto riesplose quando Filippo fece imprigionare il vescovo Bernardo
Saisset e riun a Parigi gli Stati generali per far approvare la sua politica che
prevedeva la completa autonomia da Roma.
Bonifacio VIII allora nel 1302 eman la bolla Unam Sanctam con la quale
riaffermava la sovranit della Chiesa e lobbligo di ogni creatura umana e di ogni
178
autorit politica ad esservi sottomessa in quanto sia il potere spirituale che quello
temporale (le due spade) erano stati creati da Dio ed erano ad appannaggio della
Chiesa, la quale ne aveva affidata una ai laici.
Filippo il Bello non si lasci intimidire anzi si circond di collaboratori giuridici e
pensatori e promosse una violenta campagna scandalistica contro il papa che fu poi
portato in Francia per essere sottoposto al giudizio di un tribunale francese: il papa fu
raggiunto da un manipolo di francesi ad Anagni che per furono costretti a ritirarsi di
fronte alla popolazione che difese il papa.
IL gesto fu considerato sacrilego ma non ebbe conseguenze gravi per Filippo visto
che il Papa mor pochi giorni dopo laffronto di Anagni e il sovrano francese colse
loccasione per esercitare un controllo diretto sul papato la cui sede fu trasferita ad
Avignone quando nel 1305 fu eletto il francese Bertrand de Got (Clemente V 13051314) il quale non sentendosi sicuro a Roma prefer trasferirsi in Francia dove la
Sede pontificia rimase fino al 1376.
Purtroppo limpresa di Enrico VII fall in quando mor nel 1313 dopo che
lanno prima era riuscito, dopo molte difficolt, a cingere la corona; il suo successore,
Ludovico il Bavaro (1314-1346) si fece incoronare a Roma da Sciarra Colonna
(rappresentante del popolo romano) non curandosi della scomunica inflittagli dal
papa.
Il Bavaro sembrava appoggiare le teorie sulla sovranit di Marsilio da Padova il quale
credeva alla sovranit popolare basata sulla teoria aristotelica dellistituto naturale
delluomo a vivere in societ. Il potere politico per il dotto padovano, veniva s da
Dio ma poggiava sul consenso del popolo che delegava al principe il compito di
garantire pace e giustizia.
Secondo Marsilio anche la Chiesa doveva dare importanza al consenso dei fedeli e il
principe poteva intervenire bellelezione del pontefice; Ludovico il Bavaro cerc di
rafforzare e legittimare la sua azione politica per creare anche il presupposto alla
riforma dellelezione imperiale.
Nel 1338 convoc una dieta a Rhens dove i principi tedeschi dichiararono che
la dignit imperiale sarebbe stata attribuita automaticamente a chi avesse detenuto il
titolo di re di Germania e lincoronazione sarebbe avventa ad Aquisgrana.
Nel 1356 il nuovo imperatore Carlo IV (1346-1378) con la celebre Bolla doro
diede riconoscimento definitivo alla volont dei principi tedeschi precisando che
lelezione spettava a sette grandi elettori: tre ecclesiastici e quattro laici.
dove era in atto una rivolta antifrancese e dopo essersi proclamato re di Francia si
diresse verso Parigi.
1a fase della guerra: Nel 1337 inizi perci la vera e propria guerra; questa prima
fase fu favorevole agli Inglesi che a Crecy nel 1346 sorpresero il pesante esercito
francese con i loro arcieri. Il diffondersi in Francia della peste e molti anni di
estenuanti guerre indusse le due parti a stipulare una pace a Bretigny nel 1360 con la
quale il sovrano inglese rinunciava ai diritti sul trono di Francia ma in cambio
riceveva la piena sovranit su un terzo del territorio francese.
2a fase della guerra: Nel 1369 ripresero le ostilit; non si combatterono grandi
battaglie ma si ebbero molte incursioni e scontri locali che sfinirono lesercito inglese
lontano dalle proprie basi tanto che alla fine gli inglesi persero parte dei territori
conquistati a Bretigny.
3a fase della guerra: Dal 1380 entrambe le monarchie furono scosse da crisi
dinastiche e da conflitti sociali; al trono inglese salirono i Lancaster e linglese Enrico
V (1413-1422) si alle con il duca di Borgogna, Giovanni Senza Paura, contro il re di
Francia Carlo VI (1380-1422).
Enrico V sbarc in Normandia e nel 1415 travolse lesercito francese occupando la
Francia nord-occidentale mentre il duca di Borgogna occupava Parigi: Carlo V
dovette accettare le condizioni degli inglesi e fu costretto a diseredare il figlio e
trasferire la successione a Enrico V.
Tutto sembrava perduto per la corona francese quando per entr in scena
Giovanna dArco, una pastorella dal forte spirito patriottico la quale dichiar di aver
avuto delle visione durante le quali Dio stesso le aveva ordinato di salvare la Francia
dagli invasori. Nel 1429 Giovanna si present al delfino Carlo e si fece affidare la
guida dellesercito dando cos inizio alla liberazione; le sue gesta ebbero una grande
risonanza e richiamarono nelle fila dellesercito molti francesi. Carlo riusc a
raggiungere Reims e si fece incoronare re con il nome di Carlo VII. Purtroppo
Giovanna venne catturata in Borgogna, portata in Inghilterra, processata come eretica
e condannata al rogo nel 1431.
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La riscossa dei francesi comunque non si ferm cos nel 1436 Parigi fu
riconquistata e in pochi anni tutta la Francia centrale torn in mano ai francesi.
Alla fine agli inglesi rimasero solo la piazzaforte e il distretto di Calais.
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Il dominio catalano nelle isole del mediterraneo occidentale ha lasciato molte tracce,
intanto si costitu un impero marittimo che un le culture favorendo la circolazione di
merci, uomini e idee, si fece ricorso alla divisione dei poteri (vicer, luogotenenti,
governatori) il che consent comunque la conservazione di costumi e leggi dei regni
nazionali inglobati: si cre un equilibrio tra autorit del sovrano e libert dei sudditi.
Tale equilibrio non evit per la nascita di rivolte e tensioni, il Regno era sul
punto di dissolversi e il re Giovanni II (1478-1479) trov non solo il modo per
salvarlo ma addirittura quello di ampliarlo facendo sposare il figlio Ferdinando con
Isabella di Castiglia.
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CAPITOLO 22
Potere e societ del Mezzogiorno angioino-aragonese
22.1. I difficili inizi della dinastia angioina
Il Regno di Sicilia per la sua posizione strategia nel cuore del Mediterraneo stato
sempre preso di mira dalle dinastie europee e del papato.
Fu proprio il papa Urbano IV a favorire la conquista del regno al francese Carlo
dAngi perch cos voleva rendere effettivo il vincolo feudale della monarchia
meridionale alla Chiesa e anche per assicurarsi un sostegno politico-militare nella
lotta contro le forze ghibelline dellItalia centro-settentrionale.
I piani del papa per non si realizzarono in pieno visto che Carlo approfitt
della situazione per creare una forte egemonia politica in Europa e nel Mediterraneo;
nacquero cos dei dissapori con il papa poich i funzionari regi avevano compiuto
saccheggi e soprusi sulla popolazione gravata da un enorme carico fiscale.
Il re risolse la questione dei soprusi ma non pot ridurre il carico fiscale visto che il
suo progetto espansionistico richiedeva lutilizzo di molte risorse finanziarie; il
malcontento si diffuse velocemente e una rivolta esplose in tutto il Regno di Sicilia
quando Corradino di Svevia scese in Italia.
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191
Anche questa seconda battaglia fu persa da Alfonso che fu battuto dai Genovesi e
consegnato come prigioniero agli Sforza di Milano, alleati con gli Angi; Alfonso
durante la sua prigionia per riusc ad ottenere la fiducia degli Sforza che lo
liberarono e strinsero con lui unalleanza che permise allaragonese di riprendere la
conquista, questa volta con il forte appoggio dei milanesi.
Nel 1442 si impadron di Napoli ricostituendo lantica unita del Regno di Sicilia;
inaspettatamente Alfonso spost la sua residenza a Napoli e cerc di rivalutarne
leconomia prendendo precise misure:
- i prodotti tessili catalani e aragonesi penetrarono facilmente nei domini italiani e
spagnoli
- i sudditi iberici furono obbligati a rifornirsi solo delle derrate agricole italiane.
Alfonso il Magnifico govern in unepoca di sviluppo e ricchezza per il
meridione, oltre a favorire lo sviluppo economico avvi anche unopera di
rinnovamento e di razionalizzazione delle strutture politiche e amministrative, apr le
porte della capitale ai pensatori umanisti e port avanti una discreta politica estera.
Come suo successore al trono napoletano scelse il figlio naturale Ferrante
mentre affid la Sicilia al fratello Giovanni. Ferrante (1458-1494) continu lopera di
ammodernamento iniziata dal padre, favor i settori dellindustria e del commercio e
appoggi i Comuni per contrastare il potere della feudalit.
La nobilt feudale cerc spesso di ostacolare il sovrano arrivando nel 1485 a
organizzare la cosiddetta Congiura dei baroni.
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CAPITOLO 23
Chiusure oligarchiche e consolidamento delle istituzioni in Italia
centro-settentrionale
23.1. La crisi degli ordinamenti comunali e le origini della Signoria
cittadina
La struttura comunale era molto diffusa in Italia ma anche molto instabile poich si
basava su una struttura sociale assai dinamica e vivace che in poco tempo permetteva
il cambio di categoria sociale e lasciava grandi spazi di democrazia.
I Comuni non furono capaci di creare saldi ordinamenti che proteggessero le
istituzioni dalle lotte per il potere cos dopo anni e anni le lotte tra le grandi famiglie
aristocratiche con i nuovi ceti e con le clientele vassallatiche diedero avvio alla crisi
dellordinamento comunale e alla nascita delle Signorie.
Il primo Comune a capitolare nel 1240 fu Ferrara; in questa citt dopo lunghe
lotte tra le famiglie aristocratiche ottennero il predominio gli Estensi poich si
allearono anche con laristocrazia cittadina e concessero in feudo parti dellimmenso
patrimonio fondiario che possedevano.
Molte altre famiglie si affermarono sui Comuni nonostante fossero prive di
contatti nellambiente cittadino e fossero ancora legate al mondo feudale; tra questi
ricordiamo le famiglie dei Romano in Veneto, dei Pelavicino e dei Monferrato in
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Pianura Padana, dei Visconti a Milano, Degli Scaligeri a Verona, dei Gonzaga a
Mantova e dei Malatesta a Rimini.
Il passaggio dal Comune alla signoria non fu rapido ma si tratt di un lento
processo che prima vide le istituzioni comunali svuotarsi di contenuto e poi il
definitivo superamento. Molti mercanti inoltre per garantire alla citt pace e stabilit
politica preferirono porsi sotto la tutela di un signore.
costumi e strinsero con i nobili legami matrimoniali senza per mai lasciare la loro
mentalit ordinata e razionale propria del ceto mercantile.
Nel corso del Tre-Quattrocento per lassimilazione si fece sempre pi stretta e
parte di questa mentalit and persa; fu in questo periodo che nacque il patriziato
cittadino: un ceto chiuso, interessato alla cultura e alla ricchezza intenzionato a
frenare lascesa sociale e politica di altre famiglie.
Il caso pi famoso quello di Venezia, questo caso stupisce perch proprio a
Venezia non cerano mai state tensioni o instabilit sociali a causa dellassenza di
artigiani e operai tessili e le famiglie ricche erano quasi tutti dedite ai traffici
commerciali.
A Venezia il ceto dirigente aristocratico-borghese cominci invece ben presto a
chiudersi e nel 1297 istitu la Serrata del Maggior consiglio grazie alla quale
laccesso al governo della citt veniva riservato alle famiglie che ne facevano gi
parte da almeno quattro anni.
tentare un colpo di mano per prendere il potere ma il fallimento della rivolta rafforz
il potere delle Corporazioni delle Arti e del patriziato cittadino.
Le lotte tra i ceti dirigenti della citt continuarono comunque; alcune famiglie (come
quella degli Alberti) furono cacciate dalla citt mentre la famiglia degli Albizzi
risultarono tra i vincitori perch si erano schierati con il patriziato cittadino. Questa
famiglia con uno stretto numero di collaboratori cre un gruppo oligarchico di
governo e tra il 1382 e il 1396 portarono avanti un progetto di riforme istituzionali
che ressero possibile lammissione alle cariche pubbliche solo a chi era stato fedele
alla famiglia degli Albizzi.
Quando allinterno delloligarchia si vennero a creare contrasti e tensioni la stabilit
fin e ne approfitt la famiglia dei Medici che per molto tempo si era tenuta distante
dal potere politico dedicandosi alle attivit economiche e bancarie che lavevano resa
una delle famiglie pi prestigiose di Firenze.
Artefice di questa fortuna fu Giovanni e il figlio Cosimo; il prestigio della
famiglia crebbe fino al punto che la corrente moderata del patriziato cittadino vide in
lui lunica persona per riportare a Firenze pace e prosperit. Il suo avversario,
Rinaldo degli Albizzi, con un colpo di mano lo esili ma in dieci anni di esilio
Cosimo strinse alleanze con Venezia, Padova, Ferrara e con lo stesso papa Eugenio
IV. Il 29 settembre 1434 Cosimo ritorn trionfalmente a Firenze govern la citt
senza di fatto avere cariche politiche ma anzi lasciando in vigore le istituzioni
comunali.
Anche per quanto riguarda gli interessi economici si allargarono i confini nel senso
che ci fu una sempre pi intensa circolazione di uomini e merci che necessitavano di
grandi aree su cui operare e muoversi.
In Veneto la famiglia degli Scaligeri cerc di allargare sempre di pi i confini
della propria Signoria anche verso la Toscana e la Lombardia; gli esponenti pi
famosi sono Cangrande I e Mastino II i quali riuscirono a conquistare citt come
Padova, Brescia, Parma, Lucca. Lascesa degli Scaligeri fu per fermata dai Visconti.
Questa famiglia governavano a Milano e in domini ad essa vicini; maggiore
esponente fu Gian Galeazzo che riusc addirittura a stringere legami matrimoniali con
la casa regnante francese. I Visconti si estesero molto in Lombardia, Piemonte,
Liguria, parte del Veneto e divennero potenti tanto che Bologna fece una resa
volontaria mentre citt come Firenze riuscirono a resistergli. Nel 1412 Filippo Maria
Visconti deteneva il potere in tutti questi luoghi e cominci a guardare verso i territori
della Svizzera.
CAPITOLO 24
Al di l dei confini dellimpero.
Le altre realt politiche del continente euro-asiatico
24.1. Un paesaggio politico instabile e tumultuoso
Nel corso del Tre-Quattrocento limpero and perdendo il suo carattere universale per
diventare uno dei molti Stati che si stavano creando in Europa; nello stesso periodo in
zone pi lontane maturavano grandi eventi che avrebbero poi condizionato la storia
dellEuropa e dellAsia:
Tamerlano crea il suo impero e mette fine alle ondate di conquistatori asiatici
nel Mediterraneo;
la caduta di Costantinopoli conclude lesperienza dellimpero bizantino e
spiana la strada per lavanzata dei musulmani in Europa;
Mosca rafforza il suo potere;
molte piccole nazioni iniziano la loro storia nazionale.
201
24.5. La Polonia-Lituania
La Polonia nacque nel corso del X secolo dallaggregazione di piccoli Stati slavi sotto
il regno di Boleslao il Prode; alla sua morte il regno si sfald e solo con Casimiro il
Grande (1333-1370) si pot riavviare la restaurazione del potere regio e di
ricomposizione politico-territoriale e lo fece:
promuovendo lo sviluppo della capitale Cracovia;
riducendo il peso politico della grande nobilt;
avviando la formazione di un ceto di funzionari pubblici;
potenziando lamministrazione giudiziaria;
migliorando le condizioni dei ceti rurali.
Quando per Casimiro mor la nobilt appoggi Luigi dUngheria che cambi
radicalmente la direzione politica del suo predecessore; nel 1382 gli successe il
principe Jagellone di Lituania al quale fu per imposta la conversione del suo popolo
al Cattolicesimo.
Con la conversione della Lituania si cre un grande Stato polacco-lituano che
negli anni fu capace sia di espandersi territorialmente (verso il Baltico e la Russia) sia
di progredire sul piano economico, culturale e commerciale.
Nel 1222 il re Andrea II dovette concedere la Bolla doro con la quale concedeva
privilegi allaristocrazia e stabiliva precisi rapporti di forza tra il sovrano da una parte
e la nobilt e il clero dallaltra. La Bolla conteneva anche una clausola pericolosa per
il re: lo jus resistendi, il diritto di ribellarsi al sovrano in nome degli interessi della
nazione che fu usato dallaristocrazia come unarma per tenere sotto scacco il re.
I problemi dellUngheria derivavano anche dalla sua posizione geografica che
la vedeva circondata da grandi formazioni politiche e soggetta alle invasioni delle
popolazioni nomadi provenienti da est come i Mongoli che invasero il territorio nel
1241.
Vista la drammatica situazione e le molte crisi dinastiche il papa decise di
assegnare la corona dUngheria a un ramo della dinastia degli Angioini di Napoli, il
maggior esponente fu Luigi il Grande (1282-1342) il quale riusc a riappropriarsi dei
territori persi con i Mongoli e divenne anche re di Polonia.
Luigi govern un territorio molto vasto e fu un buon sovrano: cerc di modernizzare
lo Stato e di stringere delle alleanze con i nobili e promosse la nascita delle citt.
Purtroppo mor senza eredi cos la Polonia riacquist la sua indipendenza e
lUngheria cadde tra le mani dellimperatore e dei re di Boemia.
Quando Alberto dAustria mor ci fu una crisi dinastica e solo la minaccia turca
spinse la nobilt a eleggere re Giovanni Hunyadi che riusc a difendere le frontiere,
suo figlio Mattia Corvino.
Mattia Corvino fu un abile regnante e con lui il prestigio della monarchia
ungherese torn alto anche allestero; egli tent di far alzare il livello culturale della
nazione, esercit un rigido controllo sullaristocrazia terriere e sia appoggi alla
nobilt minore; la sua politica espansionistica riport agli ungheresi il possesso della
Bosnia, della Moravia e di parte dellAustria ma anche questa fu una costruzione
politica effimera.
Nel 1526 unUngheria sempre pi debole e in preda al potere aristocratico fu
annessa definitivamente ai territori degli Asburgo.
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CAPITOLO 25
La Chiesa tra crisi istituzionale e dissenso religioso
25.1. Il papato ad Avignone
Nel 1309 la sede papale fu trasferita ad Avignone; il papato divenne sempre pi un
centro di potere assoggettato alla monarchia francese e sempre meno una guida
spirituale per la cristianit.
Molti teorici del tempo, come Dante, connotarono negativamente questo
periodo ma gli storici attuali lo stanno rivalutando nonostante lindubbia influenza
della monarchia francese ma ancor di pi della Chiesa francese, soprattutto della
parte meridionale dalla quale provenivano la maggior parte dei cardinali, del
personale di curia e anche dei papi.
Un aspetto positivo della permanenza del papato ad Avignone fu che in questa
piccola citt francese i pontefici poterono operare in tranquillit, lontani dagli intrighi
della curia romana e dalle lotte tra gli aristocratici. Lorganizzazione della curia
raggiunse un livello molto efficiente e riusc ad accentrare nelle proprie mani tutta la
direzione della vita della Chiesa togliendo di fatto potere alle istituzione
ecclesiastiche. Fu il papato che riprese il compito di nominare vescovi, arcivescovi e
superiori di monasteri maschili e femminili.
Questo progetto di accentramento e di ripresa di vecchie competenze e di
potere non fu ben gradita da tutti coloro che prima del 1309 avevano goduto di una
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certa autonomia: nobilt del luogo, comunit cittadine, vescovi, capitoli delle
cattedrali e chiese locali.
Gli uffici della Cancelleria papale avevano sempre molto lavoro da svolgere
perch dovevano occuparsi di:
- assegnazione di benefici
- risoluzione di controversie in seguito a trattative
- problematiche disciplinari e giurisdizionali.
Fu creato anche lufficio della Camera apostolica per la gestione delle finanze; i
tributi dovuti alla curia papale dovevano essere riscossi in tutto il mondo cattolico e
per farlo al meglio erano necessari un gran numero di collaboratori.
fu condannato al rogo e il nuovo leader fu Dolcino da Novara, un frate con una buona
preparazione biblica che prefer spostarsi con la sua comunit in Valsesia dove intanto
la comunit continu a crescere anche se le sue dottrine si diffusero solo nellItalia
centro-settentrinale.
Un altro grande teologo le cui idee ebbero pi larga diffusione fu Giovanni
Wyclif che per la prima volta tradusse la Bibbia in inglese; le sue idee, basate sulla
conoscenza del pensiero sia delle Sacre Scritture che dei Padri della Chiesa,
risultarono essere molto autorevoli. Anche Wyclif condannava la Chiesa
mondanizzata di cui denunciava i privilegi e le ricchezze e non accettava alcuni
sacramenti (eucarestia, confessione) e non accettava alcune sue istituzioni (le decime,
le scomuniche); egli inoltre rivalutava le prerogative del potere civile partendo dal
fondamento che la grazia garanzia di autorit.
Un teorico di Praga; Giovanni Hus, del pensiero di Wyclif approfond il
discorso sulle degenerazioni mondane e monarchiche della Chiesa e anche lui a causa
di ci fin sul rogo nel 1415.
213
Nel 1379 al nuovo pontefice si affianc un antipapa, Clemente VII eletto dai cardinali
francesi e insediatosi ad Avignone; nessuno dei due pontefici volle rinunciare al
proprio potere cos di formarono due curie, due collegi di cardinali, due sedi papali.
Questo scisma, che fece abbassare ancor di pi il prestigio e la dignit della Chiesa,
non termin con la morte di uno dei due papi visto che ogni collegio cardinalizio alla
morte di un papa ne eleggeva un altro.
La situazione era drammatica, principi e docenti cercavano una soluzione e alla
fine si decise di convocare un concilio universale per ridare un assetto unitario alla
cristianit; tale concilio si svolse a Pisa nel 1409, qui vennero deposti e dichiarati
scismatici ed eretici Gregorio XII e Benedetto XIII ed eletto un nuovo papa, il
milanese Alessandro V. Purtroppo le decisioni conciliari non furono considerate
autoritarie e valide cos ai due pontefici se ne aggiunse un terzo!
Il nuovo pontefice indisse allora il primo, ma inconcludente concilio a Pisa nel 1423 e
il secondo a Basilea nel 1431, qui si parl della riforma della Chiesa che doveva
ridimensionare i poteri del papa e della curia romana.
Il pontefice Eugenio IV cap che quelle decisioni stavano intaccando il suo potere
cos sospese i lavori e spost la sede pontificia prima a Ferrara e poi a Firenze; questa
decisione per non fece altro che rendere pi risoluti i conciliarismi i quali rimasero a
Basilea, deposero Eugenio IV e, al suo posto, elessero nel 1439 Felice V. Questo
scisma dur poco visto che nel 1449 i conciliarismi riconobbero il papa romano
Niccol V (1447-1455).
1426 nomin cardinale suo nipote Prospero Colonna, tale pratica dur per anni tanto
che nel 1538 la figura del cardinale nipote fu istituzionalizzata e dur fino al
Seicento.
Contemporaneamente la Chiesa cerc di dare un ordine al proprio sistema
tributario e fiscale per far aumentare le entrate e far diminuire le uscite; i soldi
guadagnati furono investiti sia per pagare gruppi di soldati mercenari che
mantenevano il controllo dello Stato sia per attivare un processo di rinnovamento
edilizio e urbanistico di Roma.
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CAPITOLO 26
Alla ricerca di un difficile equilibrio.
Politica e cultura nellItalia del Quattrocento
26.1. Tentativi di egemonia dei Visconti
Durante i primi decenni del Quattrocento in Italia si ebbero molti tentativi di
egemonia da parte delle grandi citt (Milano, Venezia, Firenze) che volevano
consolidare i propri organismi politico-territoriali.
La forza politica e dinamica nel contesto italiano fu il Ducato di Milano, qui
Filippo Maria Visconti a partire dal 1412:
si circond dei migliori condottieri del tempo (Francesco Sforza, Niccol
Piccinino, ecc) per avviare la riconquista di alcuni territori in precedenza
perduti;
avvi delle missioni per la conquista di nuovi territori in Veneto e Romagna;
cominci a tessere alleanze con le citt toscane di Lucca e Siena.
Venezia, Firenze, il papa e il duca di Savoia si sentirono minacciati
dallespansionismo visconteo tanto che scoppi una guerra (1423-1447) combattuta
da eserciti mercenari che diventarono arbitri dei conflitti in quanto diventavano alleati
veri e propri di chi li aveva assoldati. I principi cercavano di conquistare la loro
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alleanza donando feudi o con politiche matrimoniali ma poteva anche capitare che un
condottiero decidesse di passare al servizio del nemico.
Ad esempio il conte di Carmagnola era a servizio dei Visconti ma poi pass dalla
parte dei Veneziani ottenendo per loro una vittoria che assicur alla Serenissima il
controllo dei territori bresciani e bergamaschi.
Sul fronte toscano e romagnolo i Visconti registrarono invece dei successi; tra vari
successi, insuccessi, tradimenti e colpi di scena la guerra and avanti per molti anni
anche perch il duca di Milano si inser nella guerra in Italia meridionale tra
Aragonesi e Angioini.
Nel 1447 il duca mor senza eredi; a succedergli si presentarono moltissimi
candidati: il genero (Francesco Sforza), il nipote (Carlo dOrleans), il duca di Savoia,
Alfonso dAragona e molti membri del patriziato milanese tanto che si diede vita a un
regime oligarchico e si proclam la Repubblica ambrosiana.
Per rendere pi stabile la pace Milano, Venezia e Firenze diedero vita alla Lega
italica alla quale aderirono lanno dopo anche il papa e il re di Napoli; laccordo di
pace prevedeva una tregua di 25 anni e la creazione di un esercito per la difesa dalle
minacce esterne ma il progetto non fu mai realizzato visto che la pace fu garantita ma
molti conflitti interni misero pi volte a repentaglio il fragile equilibrio creato.
Molte opere inoltre furono trascritte nuovamente per colmare le gravi lacune e i
molti errori degli scrivani medioevali che spesso avevano anche aggiunto parti ai
testi; per arrivare alla forma originaria del testo si avviarono i primissimi lavori di
filologia in quanto degli studioso comparavano le varie stesure di un testo per capire
quale fosse loriginaria.
In questo periodo si riscopr anche il greco; Salutati chiam a Firenze dei dotti
da Costantinopoli i quali portarono in Italia molti codici; inoltre anche lunificazione
nel 1439 delle due Chiese (greca e latina) e la successiva presa di Costantinopoli dai
Turchi (1453) provoc il trasferimento in Italia di molti ecclesiastici greci
bizantini.
Il Quattrocento, dal punto di vista filosofico, fu il secolo di Platone.
Prima, infatti la cultura filosofica di basava principalmente sul pensiero aristotelico
ma grazie a Marsilio Ficino e a Cosimo dei Medici le opere del filosofo greco
vennero tradotte per essere studiate.
Lesaltazione della cultura classica, e quindi delle cultura pagana, ben presto
cre dei problemi agli Umanisti riguardo al tema della religione cattolica; la perfetta
fusione tra Umanesimo e Cristianesimo che essi cercavano di raggiungere fu invece
un traguardo difficile a cui arrivare.
Gli intellettuali credevano che tra le persone colte questa integrazione si sarebbe
realizzata spontaneamente mentre il popolo avrebbe potuto continuare a praticare i
suoi riti.
Gli Umanisti comunque volevano elaborare una cultura universale, valida per tutti i
popoli; Marsilio Ficino riusc in qualche modo a conciliare filosofia cristiana e
platonica abbandonando lesaltazione delluomo in s e individuando il motivo della
sua esistenza nel destino di ricongiungimento con lEssere supremo.
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Gli intellettuali umanisti con il passare degli anni diedero vita a vere e proprie
accademie; essi si radunavano attorno ai grandi centri del potere politico del tempo,
le corti dei principi.
La culla dellUmanesimo fu Firenze, qui si svilupp la prima fase del
movimento caratterizzata dalla laicit e del concetto di repubblica e operarono
intellettuali come Bracciolini, Salutati, Bruni; la seconda fase caratterizzata da una
maggiore adesione agli ideali principeschi di Lorenzo che era pure un grande
estimatore della cultura e per questo offr protezione a molti intellettuali.
Lorenzo riun a Firenze un grandissimo numero di artisti e pensatori come Ficino,
Poliziano, Pulci, Brunelleschi, Michelozzi, Botticelli, Donatello, Leonardo da Vinci e
anche Michelangelo Buonarroti.
Durante il Cinquecento Firenze fu superata in prestigio da Roma che, grazie al
mecenatismo dei papi, si orn di opere grandissime e prestigiose; a questo periodo
risalgono i progetti della biblioteca vaticana, della basilica di san Pietro, dei palazzi
vaticani, dei palazzi cardinalizi e dellaristocrazia.
Altri centri dellUmanesimo-Rinascimento furono Napoli con la sua immensa
biblioteca, Milano, Urbino, Mantova, Ferrara e Venezia.
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