Vous êtes sur la page 1sur 90

Servizio Linguistico di Ateneo SeLdA

LANALISI DEL TESTO IN RELAZIONE AI DESTINATARI.


DALLA SELEZIONE ALLA DIDATTIZZAZIONE DEI TESTI.
ESEMPI DI DOMANDE DALLA PROVA B.
Silvia Gilardoni
Universit Cattolica del Sacro Cuore, Milano
aprile-maggio 2013

CORSO DI FORMAZIONE
Certificazione DITALS I livello

Sezione B - Analisi e sfruttamento didattico di


un testo

Parametri di analisi
COMPLESSIT LINGUISTICA
TIPOLOGIA TESTUALE
STRUTTURA DEL DISCORSO

Contesto di apprendimento
ET DEI DESTINATARI
LIVELLO DI COMPETENZA LINGUISTICA DEI
DESTINATARI
CONTESTO DI APPRENDIMENTO
RILEVANZA PER LAPPRENDENTE

Contesto di apprendimento e destinatari

Bisogni linguistici e formativi di adulti immigrati


accoglienza e regolarizzazione
lavoro
abitazione
salute e assistenza
formazione
socializzazione e tempo libero
(Vedovelli, 2002)

DOMINI
personale
pubblico
lavorativo-professionale
CONTESTI DUSO
ambienti, istituzioni, persone, oggetti, eventi,
azioni e testi
(Cfr. Sillabo di riferimento, 2010 e Vademecum, ai sensi della nota n
8571 del 16 Dicembre 2010 del Ministero dellinterno)

Livello di competenza linguistica dei destinatari


Cfr. Consiglio dEuropa, Quadro comune europeo di
riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento,
valutazione, trad. it. a cura di F. Quartapelle e D.
Bertocchi, La Nuova Italia, Firenze 2002;
B. Spinelli, F. Parizzi (a cura di), Profilo della lingua
italiana. Livelli di riferimento del QCER A1, A2, B1 e B2,
La Nuova Italia, Firenze Milano 2010.

Elementi per lanalisi del testo


le variet sociolinguistiche dellitaliano; il lessico;
aspetti sintattici e pragmatici del testo; le tipologie
testuali; la coerenza e la coesione testuale

VARIET DELLITALIANO
CONTEMPORANEO

glottodidattica e studi di linguistica italiana

lattenzione alloggetto
dellinsegnamento/apprendimento linguistico

quale italiano insegnare?


GILARDONI S., La didattica dellitaliano L2: approcci teorici e orientamenti applicativi,
Educatt, Milano 2005 (ristampa 2012)

Le variet della lingua


VARIET: i diversi modi in cui la lingua si realizza nei
suoi usi parlati e scritti
Variazione linguistica

Voci di riferimento dall Enciclopedia dellItaliano


Treccani
BERRUTO G., Variet, 2011
http://www.treccani.it/enciclopedia/varieta_(Enciclopedia_dell'Italian
o)/
SERIANNI L., Lingua scritta, 2010
http://www.treccani.it/enciclopedia/linguascritta_(Enciclopedia_dell'Italiano)/
VOGHERA M., Lingua parlata, 2010
http://www.treccani.it/enciclopedia/linguaparlata_(Enciclopedia_dell'Italiano)/
BERRUTO G., Variazione diafasica, 2011
http://www.treccani.it/enciclopedia/variazionediafasica_(Enciclopedia_dell'Italiano)/

Repertorio linguistico
linsieme delle risorse linguistiche possedute dai
membri di una comunit linguistica, vale a dire la
somma di variet di una lingua o di pi lingue
impiegate presso una certa comunit sociale
(BERRUTO G., Fondamenti di sociolinguistica, Laterza,
Roma Bari 19994, , p. 72)

In Italia ...
Litaliano e le sue variet
I dialetti e le loro variet
Le lingue minoritarie

variet DIACRONICHE (relative allevoluzione della


lingua nel tempo)
variet DIATOPICHE o geografiche (relative alla
differenziazione geografica)
variet DIASTRATICHE o sociali (relative alla
differenziazione sociale)
variet DIAFASICHE (relative alla situazione duso
della lingua; di tipo situazionale: registri; di tipo
funzionale: sottocodici)
variet DIAMESICHE (relative al mezzo della
comunicazione)

La variazione diacronica
litaliano delle origini, litaliano del Trecento, litaliano
del Cinquecento, litaliano contemporaneo ...

Le variet dellitaliano contemporaneo

L architettura dellitaliano contemporaneo

Le variet diatopiche

italiani regionali;
italiano di Roma, italiano di Milano;
dialetti regionali (urbani) e locali (rustici)

Le variet diastratiche

litaliano dei ceti colti, litaliano dei parlanti non istruiti


(italiano popolare), la lingua dei giovani

Le variet diafasiche

le variazioni nellinterazione comunicativa in relazione al


rapporto tra gli interlocutori e allargomento del discorso
a) le variazione di registro (litaliano della conversazione
quotidiana, litaliano formale, informale, solenne,
famigliare, ecc.)
b ) sottocodici o linguaggi settoriali (litaliano
delleconomia, litaliano giuridico, litaliano burocratico,
litaliano tecnico-scientifico, ecc.)

Le variet diamesiche
italiano scritto, italiano parlato;
il parlato-parlato, il parlato-scritto, il parlato-recitato, lo
scritto-scritto (G. NENCIONI, Parlato-parlato, parlato-scritto, parlatorecitato, in G. Nencioni, Di scritto e di parlato. Discorsi linguistici,
Zanichelli, Bologna 1983, pp. 126-179);
litaliano trasmesso (cfr. F. SABATINI, La comunicazione orale, scritta e
trasmessa: la diversit del mezzo, della lingua e delle funzioni, in A.M
Boccafurni S. Serromani ed., Educazione linguistica nella scuola
superiore, Istituto di Psicologia del CNR, Roma 1982, pp. 103-127).

nelle reali variet duso della lingua spesso le


varie dimensioni si intersecano, e le relative variet
possono determinarsi (o, pi latamente, assumere
valori, o funzionare) contemporaneamente secondo
pi assi di variazione
(BERRUTO G., Le variet del repertorio, in Sobrero A.A. a cura di,
Introduzione allitaliano contemporaneo. La variazione e gli usi,
Editori Laterza, Bari 200410, p. 10)

Larchitettura della lingua come un continuum


multidimensionale

cfr. anche lo schema in BERRUTO G., Sociolinguistica dellitaliano


contemporaneo, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1987, p. 21.

necessario tenere presente la differenziazione tra


le variet nella programmazione didattica e nella
definizione degli obiettivi, che devono essere
individuati a partire dai destinatari dellofferta
formativa e dalle loro esigenze.

Possibili percorsi curricolari di italiano L2 che


tengano conto delle variet sociolinguistiche in
base alla tipologia dei destinatari

a.
provenienti da stati in cui lemigrazione italiana stata numericamente
pi alta: coscienza della dimensione diacronica e regionale, dialetto
italiano standard;
b.
provenienti da stati con una forte tradizione di studi umanistici e di
ambito romanistico: variet legate allo scritto e formali, standard italiano
colto;
c.
persone interessate al nostro mondo culturale in senso lato: standard
italiano delluso medio o neostandard;
d.
studenti europei occidentali inseriti in programmi di scambio europei:
livello di lingua comune parlata e microlingue relative ai loro studi, standard
italiano delluso medio o neostandard;
e.
immigrati extracomunitari: lingua parlata e lingua burocraticoamministrativa, lessico dei settori lavorativi in cui pi frequentemente si
inseriscono, italiano popolare/italiano regionale italiano delluso medio o
neostandard.
(A. BENUCCI, Le variet del repertorio linguistico italiano nellinsegnamento agli
stranieri, in P. DIADORI (a cura di), Insegnare italiano a stranieri, Le Monnier,
Firenze 2001, p. 117)

Suddivisione dello spazio linguistico dellitaliano in


base alla progressione per livelli:
A: italiano neo-standard o delluso medio fin dai livelli elementari;
B: italiano standard e italiano neo-standard o delluso medio nei
livelli avanzati;
C: italiano regionale e dialetti (solo come riconoscimento) nei livelli
superiori
(A. BENUCCI, La grammatica nellinsegnamento dellitaliano a stranieri, con la
collaborazione di M.S. Bruttini e S. Semplici, Bonacci, Roma 1994, p. 67)

Alcuni approfondimenti nella prospettiva della


didattica dellitaliano L2
registri linguistici
sottocodici
lingua scritta e lingua parlata
italiano delluso medio o neostandard

Registri e sottocodici
Fattori della variazione diafasica
campo (field)
tenore (tenor)
modo (mode)

Variazione di registro e variazione di sottocodice

variazione di registro tenore


variazione di sottocodice campo

I registri
una variet della lingua di tipo
diafasico situazionale

Per una classificazione dei registri:


Familiare o colloquiale o volgare
Civile o standard
Formale o sostenuto o aulico

formale vs informale

I sottocodici
I sottocodici sono competenze culturali specifiche
che delimitano aree comunicative particolari
all'interno del codice generale
rappresentano una variet diafasica della lingua
di tipo funzionale, cio collegata all'espletamento
di determinati compiti o all'esercizio di specifiche
professioni

rappresenta la variet di una lingua naturale,


dipendente da un settore di conoscenze o da un
ambito di attivit professionali; un linguaggio
settoriale utilizzato, nella sua interezza, da un
gruppo di parlanti pi ristretto rispetto a quelli che
parlano la lingua base e risponde allo scopo di
soddisfare le necessit comunicative di un certo
settore specialistico
(L. Serianni, Italiani scritti, Il Mulino, Bologna 2003)

lingua o linguaggio settoriale, speciale,


specialistico, microlingua

(A.A. Sobrero, Lingue speciali, in Introduzione allitaliano


contemporaneo. La variazione e gli usi, a cura di A.A. Sobrero,
Laterza, Bari 200410, pp. 237-277)

Stratificazione "orizzontale" e stratificazione


"verticale"
I livelli della comunicazione settoriale

I livelli della comunicazione settoriale:


il livello scientifico
il livello divulgativo
(due poli stilistici)

Caratteri generali dei linguaggi settoriali


Lessico: tecnicismi specifici e tecnicismi collaterali
Morfologia e sintassi
Strutture testuali

L. Serianni, Italiani scritti, Il Mulino, Bologna 2003;


A.A. Sobrero, Lingue speciali, cit.

Lessico
tecnicismi specifici
rideterminazione semantica di parole
di uso comune
ricorso a una lingua straniera
(forestierismi)
sigle e acronimi
tecnicismi collaterali

tecnicismi specifici
stomatite, crocidismo
indulto, evizione
inflazione, isoquanto

rideterminazione semantica di
parole di uso comune
base
lavoro
momento
colpa
positivo e negativo

ricorso a una lingua straniera


(forestierismi)
marketing, target, budget, bypass
stagnazione, fluttuazione, antibioticodipendente

sigle e acronimi
TAC, LASER
eliporto, stagflazione

tecnicismi collaterali
Si tratta di termini (e in misura ridotta di
costrutti) altrettanto caratteristici di un
certo ambito settoriale, che per sono
legati non a effettive necessit
comunicative bens allopportunit di
adoperare un registro elevato, distinto dal
linguaggio comune.
(L. Serianni, Italiani scritti, Il Mulino, Bologna 2003, p. 82)

Il paziente accusa vivo dolore alla regione


epigastrica.
Non si apprezzano lesioni focali.
Lazione mucolitica si manifesta a livello delle
vie aeree.

Morfologia, sintassi e testualit

Formazione della parole: uso esteso


di prefissi, suffissi e confissi
(prefissoidi e suffissoidi)
clorato, cloruro, cloridrico
epatopatia, nefrocele

Lo sviluppo del nome rispetto al


verbo
La deagentivizzazione
Lo sviluppo delle frasi passive

Lingua scritta e lingua parlata


Scritto e parlato
canale fonico-acustico /canale grafico-visivo
comunicazione in situazione / a distanza
feedback
modalit di fruizione
pianificazione

Lingua scritta
Presupposizione e deissi
Strumenti della coesione
Uso delle relazioni connettivali (connettori)
Caratteristiche sintattiche
Caratteristiche lessicali

Italiano delluso medio o italiano


neo-standard

il problema del rapporto tra luso concreto della


lingua e la norma linguistica, cui fanno riferimento
le grammatiche descrittive del sistema linguistico
dellitaliano

ITALIANO STANDARD

lingua di confronto per tutte le altre variet; le variet


si definiscono sulla base del rapporto con la lingua
standard
scritto formale, corretto, colto (prestigio), codificato
dalle grammatiche (stabilit), insegnato a scuola

Gaetano Berruto, Italiano standard, Enciclopedia


dell'Italiano (2010)
http://www.treccani.it/enciclopedia/italianostandard_(Enciclopedia_dell'Italiano)/

Litaliano normativo corrisponde allitaliano


standard, che si caratterizza per essere un italiano
sovraregionale, colto e formale, a base fiorentina
emendata secondo le definizione di Nora Galli
de Paratesi, ripresa da Berruto
(G. BERRUTO Le variet del repertorio, cit., p. 9 e N. GALLI DE
PARATESI, Lingua toscana in bocca ambrosiana. Tendenze verso
litaliano standard: uninchiesta sociolinguistica, Il Mulino,
Bologna 1984)

La nozione di standard
(a) codificato
(b) sovraregionale
(c) elaborato
(d) proprio dei ceti alti
(e) invariante
(f) scritto

Formazione dello standard


la formazione di una lingua standard un processo
sociale e culturale in cui opera lintervento congiunto
di pi agenti:
(a) parlanti e scriventi professionali, che producono testi
modello;
(b) autorit normative in fatti di lingua (per es., accademie)
che provvedono istruzioni e correzioni;
(c) codici linguistici (i manuali descrittivo-normativi di
riferimento);
(d) esperti di lingua, che descrivono e giudicano le produzioni
linguistiche.

Il modello di lingua che viene codificato il


toscano urbano della classe colta di Firenze (Galli
de Paratesi 1984)

ITALIANO NEO-STANDARD
(O DELLUSO MEDIO)

una variet di lingua comunemente usata dalle


persone colte che ammette come pienamente
corretti alcune forme e costrutti sino a tempi non
lontani ritenuti non facenti parte della buona
lingua
(G. BERRUTO Le variet del repertorio, in Sobrero, A.A. (a cura di), Introduzione
allitaliano contemporaneo. La variazione e gli usi, Editori Laterza, Bari 2004,
decima ed.)

variet ancora in formazione


maggior apertura regionale (alle variet diatopiche)
e stilistica (ai diversi registri)
avvicinamento di scritto e parlato
semplificazione

Tratti caratterizzanti

Cfr. F. SABATINI, Litaliano delluso medio: una realt fra le


variet linguistiche italiane, in G. HOLTUS E. RADTKE (a cura
di), Gesprochenes Italienisch in Geschichte und Gegenwart,
Narr, Tbingen 1985, pp. 154-184; G. BERRUTO,
Sociolinguistica dellitaliano contemporaneo, cit.

luso di costruzioni sintattiche che consentono di focalizzare


lelemento rematico: la posposizione del soggetto al verbo
(Prendo io la valigia); il ricorso a un ordine marcato dei
costituenti con la dislocazione del tema a sinistra (Il caff lo
prendo amaro) o a destra (lo prendo amaro, il caff); luso di
frasi scisse ( stato lui che me lo ha detto) o del c
presentativo

luso di che polivalente (in funzione di subordinatore


generico), in frasi come Aspetta, che te lo spiego,
unora che ti aspetto, Quand che parti

SISTEMA VERBALE

Modificazioni dei rapporti duso di tempi e


modi verbali
imperfetto, passato prossimo e futuro
indicativo

Uso del congiuntivo


la tendenza a sostituire il congiuntivo con lindicativo,
in particolare nelle frasi ipotetiche dellirrealt (Se
me lo dicevi, ci pensavo io) e in dipendenza da verbi
che esprimono opinioni, verbi di richiesta, verbi che
indicano piacere, dispiacere, ira, timore, sorpresa (Mi
sembra che hai ragione, Gli ho chiesto se arrivata
Caterina, Sono contento che vieni presto )

PRONOMI
luso quasi esclusivo delle forme di pronomi personali lui, lei, loro
con funzione di soggetto al posto di egli/ella/essi/esse;
luso generalizzato della forma pronominale dativale gli (al
posto di le e loro);
luso raro di ci come pronome neutro a favore dellutilizzo di
questo/quello;
leliminazione del dimostrativo codesto;
la prevalenza della particella ci al posto di vi e il suo uso come
elemento di rinforzo e valore attualizzante accanto a verbi come
avere, essere, sentire, vedere, volere;
...

Schema giustappositivo modificando-modificatore


(N+N):
casi in cui il legame implicito equivale a una
relativa appositiva: es. indagine pilota, donna
poliziotto
casi in cui il legame implicito corrisponde a una
preposizione specificante: es. scuola guida, treno
merci, fine settimana
Uso del costrutto modificatore -modificando
(per influsso dellinglese)

Espressione dellelativo
Uso di forme analitiche e di prefissi per il superlativo
degli aggettivi: estremamente , quanto mai ,
assai , stra-, ultra- super-, extraFormule di elativizzazione per i nomi:
uso di -issimo
ripetizione del nome
prefissazione con super-

Casi di metaplasma
uso aggettivale di no, gratis, bis, niente, bene, super (giornata
no; governo bis; biglietto gratis; niente caff per il signore?
gente bene, ragazza super)
agg. in funzione avverbiale (mangiare sano, guidare veloce)
agg. sostantivati con valore di neutri astratti collettivi (il
nucleare, il privato )

I fenomeni rilevati sono per la maggior parte non


tanto innovazioni, quanto tratti attestati in epoche
passate e dunque gi esistenti nel sistema linguistico
italiano, ma rimasti a lungo sommersi a causa del
normativismo di stampo bembiano che ha
caratterizzato una parte della storia della lingua
italiana
lestensione delluso parlato della lingua

Litaliano delluso medio viene proposto da Sabatini


come punto di riferimento per linsegnamento a
stranieri, cos da poter rispondere allesigenza
prevalente dei discenti di acquisire una
competenza linguistica adatta alluso orale (diretto
e trasmesso), ricettivo e produttivo in situazioni di
media formalit, e ad un uso scritto
prevalentemente ricettivo, esercitato su generi di
testo di larga circolazione e di attualit.

Questo non significa per labbandono della variet standard


nelleducazione linguistica, come precisa Sabatini:
[] non ho affatto suggerito di abbandonare le certezze del modello
standard della nostra lingua, per aprire la porta solo alle variet molto
particolari di essa (i saporiti e variopinti italiani regionali o le varie forme
di italiese). La conoscenza delle variet standard indispensabile, anche
al fine di aprire gradualmente laccesso al vastissimo patrimonio di cultura
che ad essa si lega; ma del pari indispensabile la pratica e la
conoscenza di quella variet delluso medio che va, finalmente, ravvisata
nella sua fisionomia e nelle sue funzioni
(F. SABATINI, Litaliano di uso medio: un punto di riferimento per linsegnamento
dellitaliano allestero, cit., p. 472)

necessit di riconoscere nella realt linguistica e


quindi nellinsegnamento la distinzione tra variet
standard per luso scritto formale e variet
neostandard per luso medio parlato e scritto

(C. ANDORNO F. BOSC P. RIBOTTA, Grammatica. Insegnarla e


impararla, Guerra, Perugia 2003, p. 216)

ASPETTI DI LINGUISTICA DEL TESTO

Criteri di testualit

De Beaugrande R.-A., Dressler W., 1994 [1981], Introduzione alla


linguistica testuale, Il Mulino, Bologna.

http://beaugrande.com/introduction_to_text_linguistics.htm#Basic
notions

Criteri di testualit
A una produzione linguistica si attribuisce generalmente la
caratteristica di testo se valgono alcuni criteri di testualit .
Robert Alain de Beaugrande e Wolgang Ulrich Dressler (1981)
indicano:
la coerenza
la coesione
lintenzionalit
laccettabilit
linformativit
la situazionalit
lintertestualit.

Coerenza
si coglie grazie alle conoscenze che vengono dal
mondo del testo, sempre presente nelle relazioni
semantiche fra le componenti del testo.
il reticolo logico e semantico del testo, il filo del
discorso

Un testo coerente se vi concordanza di contenuto


e concordanza di stile
COERENZA DI CONTENUTO
COERENZA DI STILE
(cfr. F. Sabatini, C. Camodeca, C. De Santis, Sistema e testo.
Dalla grammatica valenziale allesperienza dei testi, Loescher,
Torino 2011)

coesione
assicurata dalla rete di relazioni che
collegano le diverse parti del testo
Un testo deve essere coeso: le sue parti
devono essere correttamente connesse dal
punto di vista linguistico

La coesione a livello morfosintattico e


semantico

La coesione a livello morfosintattico: desinenze e


concordanze, preposizioni, sostituenti, congiunzioni,
ecc.
La coesione a livello semantico: ripetizione (o
anafora), sostituzione (uso di sostituenti, sinonimi,
iperonimi ecc.), ellissi, contatto di concetti (ad es. tra
parole dello stesso campo semantico)

LE TIPOLOGIE TESTUALI

Generi testuali e tipologie testuali: una


precisazione terminologica e concettuale

Generi testuali
Il rapporto tra elementi del contenuto ed
elementi dellespressione organizzati
convenzionalmente a partire da una o pi
funzioni socialmente riconosciute e in vista di scopi
determinati ci che a grandi linee costituisce un
genere testuale
(B. Mortara Garavelli, Italienisch: Textsorten, in Lexikon der romanistischen
Linguistik, hrsg. von G. Holtus/M. Metzeltin/C. Schmitt, Niemeyer, Tbingen
1988-2005, p. 159)

romanzo
poesia
lettera
testo giornalistico
diario
pubblicit
canzone
fumetto
ricetta
istruzioni
...

Tipologie testuali:
descrizione, narrazione,
argomentazione ...
una tipologia funzionale dei testi in
relazione alla tipologia di atti
linguistici

Leterogeneit composizionale dei testi

il testo come commistione


di andamenti testuali

Il testo narrativo
Il testo descrittivo
Il testo argomentativo
Il testo regolativo
Il testo espositivo
Il testo scenico

Vous aimerez peut-être aussi