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l complesso del rosso

Pubblicato il 13 nov 2015


di Paolo Favilli
In questi ultimi giorni la nostra parte (sinistra? cosa rossa?) ha registrato due
positivi segnali: la firma dei rappresentanti di tutta larea impegnata nella cost
ruzione del nuovo soggetto politico di sinistra sotto un documento comune intitola
to Noi ci siamo, lanciamo la sfida e la nascita del gruppo parlamentare di Sinis
tra italiana. Certamente ambedue questi avvenimenti possono essere soggetti a cr
itica per il ritardo colpevole e dai rischi esiziali con cui siamo arrivati a qu
esto primo passo.
E per il fatto che nella loro manifestazione appaiono evidenti eredit di sconfitte
, arretramenti, traversie e divisioni che hanno creato sfiducia e lacerato relaz
ioni (Carra, il manifesto, 7 novembre).
Il documento Noi ci siamo, ad esempio, risulta essere piuttosto generico e assai
debolmente analitico; nello stesso tempo, per, contiene anche impegnative discrim
inanti che, se prese sul serio dai contraenti e devono essere prese sul serio sa
ranno certamente portatrici di una stagione politica veramente nuova per la nost
ra parte. Sarebbero gravissime le responsabilit di chi facesse fallire il process
o per il prevalere delle logiche che hanno portato a sconfitte, arretramenti, tra
versie, divisioni.
Anche nei modi della formazione del gruppo parlamentare di Sinistra italiana, del
resto, sono presenti tracce di quelle antiche (e recenti) vicissitudini. In part
icolare la scarsa propensione ad andare alla radice dellattuale fase politica di
cui gli assestamenti in corso restano fenomeni di superficie. Da ci la ripetizion
e di logore litanie sulla necessit di tenersi a distanza da tutte le sfumature de
l rosso in quanto inesorabilmente vecchie ed affette da congenito settarismo minorari
tario. Coerentemente il colore del simbolo scelto per il nuovo gruppo parlamentar
e larancione.
Comprendo assai bene le ragioni di tale atteggiamento in coloro che solo di rece
nte hanno abbandonato il Pd ed in coloro che a suo tempo avevano scommesso sul c
entrosinistra buono di Bersani. Ma il compito assai difficile che tali componenti
del processo in corso si sono date necessita di un salto di qualit analitico, ed
insieme di un senso forte delle responsabilit assunte, in grado di relegare nella
sfera del contingente, e di un contingente ormai alle spalle, tutti i tatticism
i. Quelli s davvero vecchi, oltre che deleteri.
Condivido il fastidio per lespressione cosa rossa. Il termine cosa ci tormenta dai te
mpi delle continue metamorfosi del Pds, ma l idiosincrasia del rosso che colpisce a
nche rispettabilissime persone con storie tutte di sinistra la dimostrazione di qu
anto bene abbia scavato la vecchia talpa. Quella dei padroni per, non la nostra.
Mi succede assai spesso di utilizzare questa citazione da Mario Tronti: Una sinis
tra che non ha il coraggio di dichiararsi erede della storia del movimento opera
io non merita di esistere. Sia che le origini della bandiera rossa risalgano al 1
0 agosto 1789, quando i sanculotti la innalzarono contro le classi dominanti cam
biandone segno e dunque simbologia, sia che risalga agli scontri di Merthyr Tydf
il nel 1831, quando i minatori gallesi sventolarono le camice insanguinate dei l
oro compagni uccisi dalle guardie pagate dai padroni delle miniere, il rosso e le
sue bandiere sono i simboli di cui questa storia inestricabilmente tessuta. Sono
i simboli di quella irriducibilit espressa con mirabile chiarezza allorch gli ope
rai metallurgici inglesi, agli inizi degli anni quaranta dellOttocento, dichiaran
o la necessit di uno sciopero che appariva impossibile con queste parole: Come uom
ini non possiamo adattarci alla situazione, la situazione che deve adattarsi agl
i uomini. Storie lontane? Come si dir gi il Novecento storia prima di Cristo, lo ha
affermato Marchionne e Renzi ha convenuto, ed ora si vogliono addirittura ripro
porre lezioni ottocentesche? Cosa centra larcheologia con la politica?

Il fatto , per, che i due secoli e mezzo della nostra contemporaneit, cio della stor
ia del capitalismo moderno, sono caratterizzati da meccanismi di mutamento secon
do ritmi esponenziali e insieme da una straordinaria compattezza. La stessa stor
ia insomma, si svolta, e si sta svolgendo secondo temporalit diverse. Velocissimi
mutamenti alla superficie e compattezza negli strati profondi. indispensabile,
dunque, comprendere sia le ragioni sia le logiche dei meccanismi di mutamento.
Le forme assunte dalla necessit assoluta della continua accumulazione, sebbene non
appartengano agli strati profondi, hanno caratteri di novit veri, per cui altrettan
to nuove devono essere le forme oppositive. Chi, dalla nostra parte, oggi vuole co
struire un soggetto politico non novello, ma davvero nuovo, deve, per, muoversi alli
nterno di quel complesso di relazioni che continua a legare gli strati profondi
a quelli di superficie. E gli strumenti necessari, anche se non sufficienti, sia
teorici che politici, sono stati forgiati nellambito della lunga storia dei rossi.
Il perdurante esorcismo nei confronti dei rossi produce curiosi paradossi. Se noi
leggiamo in parallelo il documento costitutivo del percorso di quella che la pub
blicistica chiama comunemente cosa rossa ed una serie di argomentazioni (Tesi) che
Carlo Galli, uscendo dal Pd, pone a base della costruzione di una sinistra demo
cratica sociale repubblicana (idee controluce, 26 ottobre), del tutto evidente com
e sia questo secondo testo ad avere una pi rossa caratterizzazione. Nel breve artic
olo il termine capitalismo usato per ben sei volte. Nessuna nel primo documento, d
ove il riferimento principale della contraddizione strategica riguarda un generi
co neoliberismo. Galli invece delinea unanalisi strutturale degli elementi contradd
ittori dellattuale forma capitalismo ed usa esattamente questa espressione. Contemp
oraneamente Carlo Galli non intende partecipare alla costruzione di una cosa ross
a. Carlo Galli insomma analiticamente rosso e politicamente arancione. Vorremmo ci ai
utasse a capire.
fonte: il manifesto
Paolo Favilli, storico, professore associato presso lUniversit di Genova. Si inter
essato principalmente di storia e storiografia marxista e del movimento operaio
(bibliografia) ed autore di un bel libro su Rifondazione Comunista In direzione o
stinata e contraria edito da Derive Approdi nel 2011

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