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La crisi economica italiana venuta davvero a galla sollo negli ultimi tre anni, quando
nel confrontarci con il resto dellUE si verificata una situazione di svantaggio
economico dellItalia rispetto alla Germania. Questa situazione ha fatto conoscere a
noi italiani una parola nuova: spread. Ma cos lo spread? Lo spread una parola di cui
tutti si sono riempiti la bocca, ad iniziare dalle agenzie di rating e dai politici italiani,
che se ne sono fatti scudo per poter attuare inutilmente una politica di tagli ed
austerit in un paese gi martoriato dalle tasse e dalla disoccupazione.
Lo spread, in realt, non altro che la differenza espressa in percentuale degli
interessi ricavati dai titoli di stato italiani rispetto a quelli tedeschi. Tutto qui. Niente di
cos eclatante. Eppure una differenza di punti percentuali dei titoli italiani rispetto alle
controparti tedesche il sintomo di qualcosa di ben pi profondo e radicato, qualcosa
che risale a 30 anni fa.
Durante gli anni 80 si sono succeduti una serie di governi che hanno pensato a dare
una parvenza di benessere al popolo, per nascondere gli sprechi e le magagne che
mettevano in atto. La messa in opera di grandi opere, di grandi manovre, di grandi
infrastrutture (basti pensare alla Salerno-Reggi Calabria) sono stati un tentativo di
sviare lattenzione dai loro impicci: denaro pubblico sprecato e rubato, appalti dati
senza regolari gare, connivenza con la criminalit organizzata ma il popolo stava
bene, non soffriva la fame e tutti chiudevano gli occhi su queste azioni. Azioni le cui
conseguenze paghiamo ancora adesso.
Dopo tanta corruzione e tanto spreco, lItalia si trovava in una situazione politica
confusa e ci ci port ad oltre 20 anni di immobilit politica assoluta.
Berlusconi, Fini, Prodi, Bossi, Veltroni Erano sempre loro! Cambiava il governo ma
mai gli esponenti. Ci ritrovammo una serie di governi tutti uguali, tutti ugualmente
inutili e fallimentari. Tutti con un solo pensiero: portare pi ricchezza possibile nelle
loro tasche e distruggere quanto fatto dal governo precedente spesso di parte
avversa.
E poi lEuro! Con lentrata dellItalia nellEuro i problemi che ci siamo portati dietro
dagli anni 80 sono aumentati a dismisura perch abbiamo dovuto fare i conti con
realt economiche diverse dalla nostra. LEuro stato fatto su misura del marco
tedesco e non come moneta unica europea. E mentre per i beni di consumo stata
fatta una conversione per cui 1000 lire = 1 , per gli stipendi non stata fatta la
stessa cosa, per cui 1.600.000 lire = 800 ed il potere di acquisto degli italiani
calato del 50% a fronte di un aumento dei prezzi, anche in base alle nuove leggi
europee alle quali abbiamo dovuto sottostare. Prima di mettere in campo la moneta
unica, gli stati membri dellUE avrebbero dovuto pensare a costruire un unico sistema
economico globalizzato, in cui ogni paese si affacciava ad esso da pari grado e non
creando dislivelli e punizioni verso gli stati meno ricchi. LItalia appartiene ai secondi
ed entrando nellEuro ha perso la sovranit monetaria e la possibilit di immettere nel
mercato la propria moneta e far girare leconomia secondo i propri standard e le
proprie necessit.
In questo scenario economico il cittadino italiano ha perso completamente fiducia in
una classe politica che non si rinnova mai, una classe politica che continua a chiedere
sacrifici al popolo senza mai rinunciare ai propri benefici ed ai propri privilegi, una
classe politica che ogni giorno ci rende partecipi di scandali, sprechi, rimborsi non