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IL FOGLIO

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO

ANNO IX NUMERO 327 - VENERD 26 NOVEMBRE 2004

Kuchma guida la trattativa tra i due rivali.


Ma al compromesso lavorano Mosca e
Washington. Nulla di concreto allAia

Chi media e chi protesta


Kiev. A fine gior nata ha provveduto la
Corte suprema a far guadagnar e tempo ai
fronti contrapposti della crisi ucraina. Con
una mossa a sorpr esa, i massimi magistrati
di Kiev hanno proibito la pubblicazione dei
risultati del secondo tur no delle presidenziali, resi noti mercoled dalla Commissione
elettorale centrale, e si sono concessi alcuni
giorni fino a luned 29 per esaminare il ricorso presentato dal candidato ufficialmente sconfitto, quel Viktor Yushenko che ha denunciato la mancata corrispondenza dei voti inviati per posta, riser vandosi di indicare
altre gravi scorrettezze in successive do glianze. Viktor Yanukovych,
il candidato proclamato vittorioso, rimane quindi
congelato e il suo rivale
stato in grado di dar e uno
scossone ai suoi sostenitori
a chiusura di un gioved
che ha visto linsediamento
in piazza, vicino allo stadio
della Dinamo, dei famosi
minatori del bacino del
V. Y USHENKO Don, annunciati da giorni e
finalmente approdati nella
capitale. Sono molti meno dei sostenitori di
Yushenko, che ieri hanno pacificamente
espugnato anche il primo piano del ministero dellEducazione, ma costituiscono una solida presenza a favore di Yanukovych, a conferma della spaccatura dellUcraina.
Di questa frattura si parlato al ver tice
dellAia tra Russia e Unione eur opea, appuntamento rinviato di due settimane ri spetto alla data originaria, per avere la Commissione Barroso nel pieno dei suoi poteri,
e finito per coincider e con la crisi ucraina.
Peggio non poteva andare. LEuropa, con il
presidente di turno Jan Peter Balkenende e
con il ministro degli Esteri Javier Solana,
non riuscita ad andar e al di l delle sem plici dichiarazioni di principio sullimpossibilit di riconoscere come legittimo il voto
ucraino e non ha neppur e tentato di aprire
una breccia nella monolitica posizione di
Mosca. Nella conferenza stampa conclusiva,
Vladimir Putin, rilassato dopo un incontr o
che immaginava ben pi impegnativo, si
anche consentito una lezione di democrazia
ricordando che i risultati elettorali si mo dificano attraverso le istanze giudiziarie e
non con le sommosse di piazza e non ha
avuto difficolt a sottoscrivere limpegno a
favorire a Kiev la via del confronto pacifico.
Le sue dichiarazioni sono ar rivate dopo la
diffusione di un comunicato del Cr emlino
sul riconoscimento della vittoria di Y
anukovych, accompagnato da voci sulla presenza nella capitale ucraina di un migliaio
di specnaz prestati allamico Leonid Ku chma nel caso la situazione precipiti.
La vicenda impantanata
LUe non in grado di r endere concrete
le sue dichiarazioni con misur e incisive. La
decisione della Corte suprema stata accolta allAia con un sospiro di sollievo, perch,
imponendo la presenza di rappresentanti
della comunit internazionale allesame del
ricorso di Yushenko, consente di tirare il fiato. Gli Stati Uniti, dopo aver
manifestato con il segr etario di Stato dimissionario
Colin Powell la lor o diffidenza, hanno avviato una
trattativa riservata con Mosca che contempla pi tavoli: Putin ha annunciato di
voler annullare il 90 per
cento del debito iracheno e
ha invitato il premier di BaV. YANUKOVYCH
ghdad, Iyyad Allawi, al
Cremlino per dicembr e. Il
presidente russo non ha certo intenzione di
concedere gratuitamente limprovviso sostegno al governo di transizione in Iraq.
A Kiev, Kuchma, che non ha abdicato ad
alcuno dei suoi poteri, r egge le fila di un
complesso gioco teso a sfinire Yushenko in
attesa di un embrione di soluzione, deciso
altrove che consiste nellindividuazione di
possibili e prestigiosi mediatori inter nazionali indipendenti cui affidare la tessitura di
un dialogo tra le parti. Ieri, a sorpresa, il capo dello Stato uscente ha indicato i nomi del
presidente polacco Aleksandr Kwasniewski,
che ha annunciato unimminente visita in
Ucraina, e del pr esidente lituano V aldas
Adamkus. Yushenko non ha potuto tr ovare
nulla da ridire e ha aggiunto il ministr o degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, e Solana.
Kuchma ha colto le dif ficolt europee
(evidenziate dalla decisione olandese di spedire a Kiev un emissario, posponendo ogni
iniziativa alla relazione di questultimo) nel
mettere insieme una concreta posizione unitaria e ha pensato di far leva sulle singole
personalit, solleticando anche le vanit di
chi sarebbe disposto a tutto pur di legar e il
proprio nome alla momentanea pacificazione dellUcraina. Ormai evidente: ogni compromesso non pu che fondarsi su un passo
indietro di Yanukovych e di Yushenko, mentre i poteri di transizione restano a Kuchma,
detentore di fatto di un terzo mandato che la
Costituzione non gli consente.

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DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La rivoluzione non russa

In Ucraina lalta corte d


tempo ai negoziati, Putin
mette sul tavolo lIraq

quotidiano

La Giornata
* * *
In Italia
ACCORDO SULLE TASSE. BERLUSCONI: E UNA SVOL TA EPOCALE. Il premier ha illustrato, assieme al ministr o dellEconomia Siniscalco, lintesa di tutta la
maggioranza sulla riduzione fiscale. Una
manovra da circa 6,5 miliardi di euro su base annua, che riguarder sia lIrpef che lI rap, con una copertura reale per il 2005 a
4,7 miliardi. Entro il 2006 ci saranno 75.000
statali in meno e un fondo per aiutar e le
imprese. Quanto al Sud: Non si tocca una
lira. Confermate le tre aliquote (23%, 33%
e 39%) e un contributo di solidariet del 4%
per i redditi sopra i 100mila eur o nel 2005.
I tagli entreranno nella Finanziaria con un
maxiemendamento che sar approvato oggi in consiglio dei Ministri. La no tax ar ea
per lIrpef, che potr ebbe raddoppiar e,
comprende un anziano a carico. T utti soddisfatti eccetto la Lega, che vuole alzare il
taglio dellIrap. Fassino (Ds): Con una mano si da e con laltra si toglie.

* * *

Siniscalco: Il mandato del gover natore


della Banca dItalia non riguarda il ddl sul
risparmio. Lo ha detto alle Commissioni
Finanze e Attivit produttive della Camera
che ieri hanno adottato il testo base dei relatori, chiedendo poi la competenza della
concorrenza bancaria a Banca dItalia.

* * *

Terremoto sul Garda: 9 feriti e 200 milioni


di danni. Bertolaso: Tutto sotto controllo.

* * *

S della Camera al decreto che proroga gli


ammortizzatori sociali per le aziende in difficolt (contiene laccordo per lAlitalia).

* * *

La polizia blocca un summit di camorra al


rione Scampia di Napoli. Sette i fer mati.
Mesina ha lasciato il carcere di Voghera.

* * *

Ispezioni della Gdf alla T oroc di Torino


per presunte irregolarit nella gestione del
Comitato delle Olimpiadi Invernali 2006.

* * *

Borsa di Milano. Mibtel: 22.493 (+0,47%).

Nel mondo
LA CORTE SUPREMA UCRAINA CONGELA I RISULTATI DELLE ELEZIONI.
Lorgano ieri si rifiutato di ratificar e i
contestatissimi risultati del ballottaggio
delle presidenziali, bloccando il verdetto
della Commissione elettorale che aveva
attribuito la vittoria al candidato filor usso e attuale premier Yanukovich. La Corte esaminer il ricorso pr esentato dallo
sfidante Yushchenko, il pr ossimo 29 no vembre. Il leader dellopposizione ha poi
chiesto ai suoi sostenitori di bloccare con
i picchetti il palazzo del gover no e quello
del Parlamento. Al momento r esta in carica lattuale presidente Kuchma. Intanto,
nel tentativo di mediar e, giunto a Kiev
lex presidente polacco Walesa, mentre il
presidente russo Putin si congratulato
con Yanukovych e ha intimato allUe di
non interferire negli affari interni russi e
ucraini.

* * *

Solana smentisce i contatti con Hamas. Ne


aveva parlato lo stesso Mister Pesc in unintervista rilasciata alla Bbc.

* * *

Trovato a Fallujah un laboratorio dar mi


chimiche. Lo ha dichiarato il ministr o di
Stato iracheno, ma i marine hanno fatto sapere di non esser e al corrente della sco perta. Due autobombe sono esplose a Sa marra: due le vittime.

* * *

Katsav favorevole ai negoziati con la Siria:


Bisogna verificare le intenzioni di Dama sco per saper e se vuole far e la pace con
noi, ha detto il presidente israeliano.

* * *

LIran non ha sospeso del tutto il processo


darricchimento delluranio, ha detto il ca po dellAiea, ElBaradei. A Vienna si discute
la bozza di risoluzione europea su Teheran.

Dice Pannella

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

Ateo devoto

Il Presidente firma la grazia e


la invia al Guardasigilli: soltanto
dopo pu sorgere il conflitto

STARE ALLATTACCO SI PUO


Vittoria anti-tasse del Cav.
BRATISLAVA, LETTERA al Foglio

Un gran libro di Habermas,


laica accettazione delleredit
cristiana e giudaica

Roma. Tutti parlano di conflitto di attribu zioni tra il ministr o della Giustizia e il pr esidente della Repubblica. Per ch Carlo Azeglio
Ciampi si detto determinato a concedere la
grazia a Ovidio Bompressi, mentre Roberto Castelli contrario. Tutti aspettano, gi da ades so, che Ciampi chieda una decisione della Corte Costituzionale sul potere di grazia, sulla controfirma, sulla proposta del ministro. Ma quale conflitto dattribuzioni? dice Mar co Pannella al Foglio, e spiega, ir onico, che un con flitto di attribuzioni non pu certo nascere tra
il presidente della Repubblica e uno degli ol tre venti ministri competenti promossi sul campo, individualmente, a poteri dello Stato. Che
succede, allora? Il Presidente decreta la grazia, la fir ma, la invia al Ministr o competente
per latto dovuto della contr ofirma. Se il ministro sceglie, o minaccia di sceglier e, lomissione di questo atto di ufficio, incorre nella violazione dellarticolo 289 del Codice penale, reato
passibile di una pena di almeno 10 anni; e non
in un automatico conflitto di interessi. Ma poi
il conflitto arriva. E a questo punto dice Pannella e non prima (come lo scorso anno ridi colmente sostenuto da qualcuno dal Colle), che
comincia a sorgere un problema istituzionale
e, immediatamente scoppia, divampa un cla moroso affare politico; uno di quelli che fanno
epoca, tornano a conferire al diritto, al rispetto
della legge, popolo sovrano, il fondamento della presa di coscienza democratica e popolar e.
Comunque, in tal caso non sor ge ancora, automaticamente, il conflitto. Sor ge, lo ripeto, un
clamoroso reato, non pi solamente quello di
omissione di atto di ufficio previsto dallart. 328
del Codice penale, ma da quello previsto dallart. 289. Cosa prevede questo articolo? Prevede, esattamente, che punito con la r eclusione non inferiore a dieci anni, qualora non si
tratti di un pi grave delitto, chiunque com mette un fatto diretto ad impedire, in tutto o in
parte, anche temporaneamente: 1) al presidente della Repubblica o al governo lesercizio delle attribuzioni o prerogative conferite dalla legge; 2) alle assemblee legislative o ad una di queste, o alla Corte costituzionale o alle assemblee
regionali lesercizio delle loro funzioni.
Nessun ministro davanti allAlta Corte
Deve essere ben chiaro, comunque, che il
potere di grazia, finalmente esercitato dal Presidente, non un bene costituzionale disponi bile; disponibile da parte del Presidente solo
per esercitarlo, ma mai per dismetterlo e af fidarne la possibile abrogazione o estinzione a
chicchessia: che si tratti o no della Corte Costituzionale. Anche perch, secondo Pannella, la Corte non di rado ha statuito a difesa della cosiddetta Costituzione materiale o vivente,
o di fatto, cio al di fuori o addirittura contro la
lettera della Costituzione scritta, a favor e di
prassi storiche e sistematiche di usurpazione
di poteri che si sono venute, nei decenni, affermando. Mentre la Costituzione, chiaramente,
attribuisce il potere di grazia al presidente della Repubblica. Ecco perch dice Pannella
occorre assolutamente impedire che un lungo
e complesso inganno pr osegua e si compia ai
danni della legalit costituzionale e, in primo
luogo, del pr esidente Ciampi: gi nellultimo
anno non ha potuto essere raggiunto tempestivamente dalle opinioni e dagli appelli che gli
venivano da una grande maggioranza di giuri sti e di personalit fino ad allora, notoriamen te, onorati dalla fiducia del Pr esidente stesso.
In queste ore importante che si accorra tutti
per impedire una operazione manifestamente
volta a far gli ritenere che tutto si risolva ac cendendo lui un conflitto di attribuzioni nei
confronti di un qualsiasi ministro competente.
Dice Pannella che i poteri dello Stato in eventuale conflitto potr ebbero essere solo presidente della Repubblica e gover no, quindi il
presidente del Consiglio. E allora il pr esidente del Consiglio ha da molti anni pubblica mente preso posizione a favore del potere presidenziale di grazia, reiterandolo in modo inequivocabile ancora a Pasqua di questanno.
Quindi, adesso, nessun conflitto dovr ebbe essere davvero sollevabile.

* * *

Al pi presto i negoziati con la T urchia


per il suo ingresso nellUe. Cos Fini, che
ieri ha incontrato il suo collega tur co Gul.
Articolo nellinserto I
La Giornata realizzata in collaborazione con Dir e
Questo numero stato chiuso in r edazione alle 20,15

IL FOGLIO 1 - IL FOGLIO + DVD (abbinamento facoltativo) 12,90 (1+11,90)

Ci piacciono le ultime
dichiarazioni dellono revole Fini dopo le letterine dellAmor nostro.
E bello che ora dica: Il
premier non ha messo
pistole sul tavolo n a
Roma n a Br uxelles.
Ed molto rasser enante che af fermi: Il
clima si sta rasserenando, vedo una situazione pi tranquilla. Non cerano mai stati dubbi sulla vista lunga e sulle capacit
strategiche del nuovo ministro degli Esteri,
certo che non ce nerano mai stati. Ma oggi
bisogna ammettere, a suo maggior merito,
che le ultime dichiarazioni gli rendono particolare onore anche dal punto di vista delle doti tattiche, della duttilit sfoderata al
momento giusto, e della rapidit di r eazione con cui egli ha sgombrato il campo da
ogni ambiguit. I nemici del taglio delle
tasse, svelti come i gatti, erano stati pr ontissimi a strumentalizzare alcune dichiarazioni limpide, anzi, per noi limpidissime
ma che pure, lette prima delle due letteri ne dellAmor nostro, potevano perfino prestare il fianco allimmancabile malizia dei
maligni. Ci che creava ansia.Ora che tutto
invece chiaro, Fini pu finalmente chiamare Follini e aprire la riunione del Gran
Coniglio.

e alla Ue: in due gior ni Berlusconi


rovescia il tavolo e vince. Una lezio ne politica
(editoriale pagina tre)

LEUROPA SEGUIRA: analisi delle

esigenze antifiscali dei grandi del


continente, dialogo tra vecchi rifor misti milanesi
(inser to I)

VOLGARITA MISOGINA DI LIDIA

Annalena Benini d il suo alla Ravera sul caso della conservatrice al potere Condi Rice
(inserto I)

I trotzkisti di An

Cos la destra di Alemanno


sottrae terreno alla sinistra
Uomini, pensiero (e potere) di una
corrente che pensa al dopo Fini
Roma. Quella della Destra sociale di
Gianni Alemanno la storia duna minoranza attiva dentro An con fisiologiche pr etese
degemonia. Culturalmente praticate senza
incontrare troppe rivalit. Politicamente
spesso frustrate dalla pi ef ficace capacit
amministrativa dei titolari delle altr e componenti di partito. Come i tatarelliani Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri che guidano Destra protagonista, la corrente di maggioranza sospettata (dai sociali) dintelligenza con Silvio Berlusconi. Sin da quando ha
assunto la leadership del vecchio Msi, per
poi traghettarlo in An e infine al gover no,
Gianfranco Fini ha scelto di triangolar e alternativamente con le correnti del suo partito, privilegiando ora luna ora laltra con
lobiettivo di mantenere basse le pretese dei
suoi diadochi, gestir ne la conflittualit e
controllarne la struttura. Per gli stessi motivi, in passato, ha favorito addirittura la na scita in provetta di una terza area marcatamente liberale (la Nuova alleanza di Alter o
Matteoli e Adolfo Urso) e, pi di r ecente, di
una quarta area a vocazione str umentalmente anticorrentizia (il cosiddetto gruppo
dei finiani, Mario Landolfi, Gennaro Malgieri, Andrea Ronchi e pochi altri). Il gioco ha
funzionato, fino alla promozione di Fini agli
Esteri e alla necessit conseguente di tri partire i vertici di An secondo criteri cor rentizi. Malgrado ci, dallassalto a Giulio
Tremonti del luglio scorso alla mobilitazio ne totale per ridimensionare il taglio delle
aliquote Irpef stabilito da Berlusconi, nelle
parole dordine e nellazione di Fini sono risultati predominanti il lessico e le movenze
aggressive della Destra sociale. Lo si visto
nei fatti: Alemanno e i suoi uomini hanno
presieduto le riunioni della consulta economica di An e il ministr o dellAgricoltura ha
accompagnato passo passo il suo leader nei
vertici che hanno condotto al licenziamento
di Tremonti. Lo si visto nellacribia con cui
Fini si ultimamente impegnato nella dife sa delle ridotte del pubblico impiego e del
mezzogiorno assistito. Fini il Foglio lo ha
scritto in pi di unoccasione ha er editato
dal suo maestro Giorgio Almirante un pragmatismo politico poco ideologizzato, abba stanza decisionista e r edditizio nel medio
periodo. Quanto a disegni strategici, non
molto. Forse nemmeno una visione del mondo cartesiana: chiara e distinta come quella
che invece permea la Destra sociale.
Ecco la cultura che c dietro
Alcuni militanti della Destra sociale non
disdegnano di autoproclamarsi allingrosso
come i trotzkisti di An. Per quanto approssimativa, la definizione r ende lidea di un
gruppo in perenne movimento, storicamente attento al sociale tanto da non amar e
troppo la parola destra. La destra sociale
dice Alemanno in un libr o intervista sullargomento, pubblicato da Marsilio nel 2002
si ritrova coscientemente in una cultura
politica di orientamento comunitario, e da
questa cultura declina un progetto politico
fondato sulla centralit dellidentit nazio nale, sui principi di partecipazione e di sussidiariet e, quindi, sul rinnovamento del leconomia sociale di mer cato. Una prima
forma teorica compiuta, allidentit sociale
della destra rappresentata da Alemanno, ha
provato a fornirla lo storico ed economista
Giano Accame nel 1996, con il libr o La destra sociale (Settimo Sigillo). Un manualetto distruzioni dedicato alla memoria di
Beppe Niccolai, figura storica della sinistra
missina. La tesi di Accame che lo spazio
dazione vitale per An si situa a debita di stanza dallultraliberismo di Lega e For za
Italia. E si colloca in un rappor to di diretta
discendenza con i punti pr ogrammatici stabiliti nel 1946 dalla generazione dei padri
fondatori del Movimento sociale italiano (di
cui Accame fa parte, anagraficamente e culturalmente). Si tratta dei principi di uno Stato nazionale del lavoro fondato sulla funzione sociale della pr opriet, sulla pr ogrammazione economica nel mezzogiorno, e sulla partecipazione dei lavoratori alla gestio ne dellimpresa. Idea, questultima, gi cara
alla destra nazionalista primonovecentesca
(impersonata da Alfr edo Rocco e Filippo
Carli, padre del futuro governatore della
Banca dItalia Guido Carli ) e ripescata nel
1943 dal sindacalista e ministr o del lavoro
fascista Tullio Cianetti. (segue a pagina quattro)

orse qualcuno parler di folgorazione


F
sulla via di Damasco. Ed singolare, infatti, che una delle pi radicali lezioni anti-

laiciste debba arrivare oggi da Jrgen Habermas, illustre erede della Scuola di Francoforte. QuellHabermas considerato nel
mondo di lingua tedesca come il pi puro
dei laici, secondo la definizione del cardinale Joseph Ratzinger, che con lui ha dialogato in pubblico nello scorso gennaio. Da
qualche anno, il filosofo non perde occasione per indicare nella riscoperta delle radici giudaico-cristiane delloccidente unopzione senza alternative. E uscito da pochi
giorni il suo T empo di passaggi (Feltrinelli, 162 pagine, 15 euro), che raccoglie nove scritti sulle transizioni in atto nel campo
delletica, della politica, della cultura (e la
cui lettura raccomandata da Camillo Ruini, il presidente della Cei). Ed nel cuore di
un lungo dialogo su Dio e il mondo che
Habermas il laico, il cultore del giovane
Marx, un tempo spietato critico del capita lismo parificato al comunismo sovietico
(considerato colpevole di tradimento verso un originario e puro progetto rivoluzionario), il teorico dellassenza di significato prodotta dalla societ capitalista, dichiara: Luniversalismo egualitario da cui sono derivate le idee di libert e convivenza solidale, autonoma condotta di vita ed emancipazione, coscienza morale individuale, diritti delluomo e democrazia una
diretta eredit delletica ebraica
della giustizia e delletica cristiana dellamore. Questa eredit
stata continuamente riassimilata,
criticata e reinterpretata senza
sostanziali trasformazioni. A
tuttoggi non disponiamo di opzioni alternative. Anche di fr onte alle sfide attuali della costellazione postnazionale continuiamo ad alimentarci a questa sorgente. T utto
il resto sono chiacchiere postmoderne.
E, quello del filosofo settantacinquenne,
un riconoscimento netto del fatto che il discorso religioso custodisce in s potenziali
semantici irrinunciabili che n la filosofia
n la politica possono pensare di sostituire
o di eludere. Servendomi del concetto di
persona individuale scrive che nel lin guaggio religioso delle dottrine monoteistiche noi troviamo fin dallinizio articolato
con precisione, io ho cercato di segnalare
questo deficit, questo arrancare dei tentativi di traduzione filosofica dietro lintuizione teologica. Per questo, auspica che la filosofia sappia lavorare sulleredit religiosa con una sensibilit maggiore di quanto
non sia finora avvenuto, e ribadisce, a proposito di quello che lui non chiamer mai
scontro di civilt: Credo che solo un confronto intenso con le tradizioni forti di diversa origine ci consenta di prendere pi
chiaramente coscienza delle nostr e radici,
cio del nostro radicamento in tradizioni
giudaico-cristiane.
Ma quella di Habermas non certo una
conversione. Assomiglia, piuttosto, al rico noscimento di un debito. Resta convinto, e
lo dice, che debba rimanere sempre riconoscibile la differenza metodologica dei discorsi religioso e filosofico. E anche sul
piano politico, dice che sulla famigerata
trinit di colonialismo, cristianesimo ed eurocentrismo non abbiamo pi bisogno di litigare. La civilizzazione che vorrebbe solo
mostrarci la faccia radiosa dei diritti delluomo e della democrazia stata nel frat tempo sufficientemente illuminata nel suo
rovescio oscuro (laltra faccia, per cos dire,
della modernizzazione). Sennoch aggiunge proprio luniversalismo egualitario con
cui oggi i neoliberisti sbandierano una prospettiva politicamente sfrenata di scambio
mondiale (con lo stesso slancio con cui i colonizzatori di ieri sbandieravano il cristia nesimo) resta anche, tutto sommato, lunico
criterio convincente per criticare la miseria
di una societ mondiale economicamente
lacerata, stratificata, tuttaltro che pacificata. E aggiunge che il regime di Pol Pot in
Cambogia, Sentiero luminoso in Per, la
dittatura della miseria in Nord Corea mostrano come, dopo il fallimento dellesperimento in Unione sovietica, la societ capi talistica mondiale non consenta pi nessuna exit option, pi nessuna via duscita allindietro. Nessuna terza via.
Non la prima volta
Non la prima volta che Habermas esce
dagli stereotipi di un progressismo di maniera. Gi in un libro del 2002 (Il futuro
della natura umana. I rischi di una genetica
liberale, Einaudi), il filosofo segnalava, in
assonanza con posizioni che a torto qualcuno ritiene di matrice solo confessionale, la
sua condanna della manipolazione dellembrione. Interferenza inammissibile nella vita dei nascituri, fatta magari in nome del loro bene. Ma mentre la critica di una visione salvifica della scienza senza dubbio
farina del grande e a volte contraddittorio
sacco della Scuola di Francoforte, e la critica di Habermas alla genetica liberale pu
ancora esser fatta risalire a quel retroterra,
pi inedito questo Habermas: Non avrei
nulla da obiettare, se qualcuno mi dicesse
che la mia concezione del linguaggio []
sviluppa uneredit cristiana. Non gli capiter mai di spiegarlo agli inquisitori del
Parlamento europeo.

Le tre aliquote di Berlusconi

Il Cav. vince sulle tasse


Il manierismo liberale e
de sinistra mugugna
Per Giuseppe Vitaletti il blocco sociale
che ha sostenuto gli sgravi per le
imprese fermo a un secolo fa

Gi lIrpef, per cominciare


Roma. Laccordo sulle tasse stato raggiunto. Il taglio vale mezzo punto di pil, 6,5
miliardi di euro. Tre le aliquote Irpef: al 23,
33 e 39 per cento, pi un contributo di soli dariet sopra i 100.000 euro di reddito. Il
Cav. ha detto di puntar e a una ulteriore riduzione a due sole aliquote, e ha ricor dato
che questo taglio con lIrpef sotto il 40 per
cento non ha precedenti. Gli alleati hanno
dunque ceduto alloffensiva del Cav, e con
pochissimo entusiasmo. Del resto, tutta questa lunga odissea fiscale stata occasione di
giaculatorie. Buffo che in testa agli schifil tosi ci fosse proprio il ceto imprenditoriale.
Giuseppe Vitaletti, professore di economia
dei tributi a Viterbo, dice che le virtuose lamentele del blocco sociale fatto di industriali, manager e grandi professionisti il risultato della cultura
liberal-comunista regnante. La
definizione bella, rimanda va gamente ad Antonio Delfini (e al
suo Manifesto per un partito conservatore e comunista). La cultura liberal-comunista spiega
ritiene che il motore economico
sia fatto di risparmio e investimenti. Uno schema liberale ottocentesco, cio: lastensione dai
consumi crea spazio per gli investimenti attraverso il risparmio. Un modello ampiamente
superato. Nel mondo moder no non la quota dinvestimenti sul pil a garantir e sviluppo. Negli Stati Uniti (leconomia con il pi alto tasso di crescita
degli ultimi venticinque anni) il rapporto
tra investimenti delle imprese e pil di circa il 10 per cento, due punti meno dellEu ropa. Ci che conta per lo sviluppo innanzitutto il capitale umano e poi la reazione
delle imprese allo stress della domanda. E
la parentela con il comunismo? Anche loro hanno sempre detto male dei consumi e
predicato le virt del risparmio. Poi c un
elemento sovietico, novecentesco: il macchinismo comunista, lallargamento della
base produttiva, la massima attenzione concentrata sulle imprese, senza tenere conto
della domanda. Ma, nonostante persino
Marx ricordasse che la produzione ha bisogno di sbocchi, la cultura liberal-comunista
dominante siccome tiene al centr o di tutto
impresa e investimenti trascura la necessit
di mettere carburante nel motore.
E qui si arriva allIrpef. V italetti ritiene
che il sostegno ai consumi sia visto come
superfluo o addirittura contr oproducente
non solo perch toglie risorse alle imprese.
In realt dice il nostro sistema fiscale
nettamente diviso in due. Da una par te vi
sono i redditi dei lavoratori dipendenti, e
dei cinque milioni e mezzo di par tite Iva;
per loro limposta lIrpef, che pone nella
sua modulazione un pr oblema di equit.
Dallaltra ci sono le impr ese che pagano
limposta sulle societ, lIr es. E non hanno
alcun interesse per lIrpef, anche per ch
molte di esse non hanno bisogno di stimoli
ai consumi interni (cio il taglio delle tasse
dei lavoratori) giacch la loro domanda viene dalle esportazioni. Vogliono ridurre i costi, allo Stato chiedono sgravi. E solo una
rivendicazione di categoria. S, ma c il rischio che in un sistema cos condizionato
dallinfluenza sindacale e corporativa lu nico costo che si possa ridurre sia quello fiscale. Le impr ese dovrebbero essere pi
attente a ottimizzar e i costi e lo stato do vrebbe provvedere a dare una mano alla
domanda.
Il distacco dalla realt
C stata anche una certa avversione personale diffusa in una parte degli alti redditi a riconoscere valore alla battaglia sulle
tasse. Qualcuno osserva che per alcuni le
rendite finanziarie (tassate al 12,5 per cen to) contano pi del reddito da lavoro. Sicuramente un manager non ha lo stesso interesse di un impiegato a misurare lIrpef. Di
solito ragiona sul suo reddito netto e psicologicamente sottovaluta il peso fiscale. C
un altro fatto. Da noi chi sale nella scala dei
redditi subisce la sirena di rispettabilit sociale che il liberal-comunismo offre. Questo
atteggiamento genera una distanza spaventosa dalla realt. Un esempio: ho letto decine di articoli liberal-comunisti sul fatto che
il superbonus in busta paga per ritardare il
pensionamento di anzianit era una bufala
berlusconiana. Invece due terzi degli interessati se ne sono serviti per aumentare i
consumi famigliari. Persino la ragioneria
generale dello stato, di stampo liberal-comunista, ha cifrato zero i risparmi che il superbonus avrebbe prodotto nel 2005. E il
simbolo pi evidente della distanza di questa cultura dalla realt.
Vitaletti tende a circoscrivere invece leffetto delle riduzioni fiscali sul perimetro
dinfluenza dello stato. Al momento la di fesa dello stato che spende e ridistribuisce
ancora un fatto di immagine. Questo taglio
allIrpef osteggiato dai liberal-comunisti
anche perch suona come un segnale di allarme, ma in sostanza solo una scalfitura.

ANNO IX NUMERO 327 - PAG 2

Tre palle, un soldo

Il taglio alle tasse ci sar


ma i conti non tornano
Era meglio sostenere di pi le imprese
E da l che pu arrivare lo sviluppo

bbiamo il taglio alle tasse, ma i conti


non tornano, n quelli economici n
quelli politici. E chi nel centro-destra ha
piegato la testa al diktat di Berlusconi si assunto una
bella responsabilit. Se,
come appare evidente,
An e Udc le componenti distinte e qualche volta distanti della maggioranza si sono
convertite alla causa fiscale berlusconiana perch
convinte di non potersi presentare
ai loro elettori come quelli che avevano
fatto ostruzione sulle tasse, sappiano che
si sono infilate in un gioco pericoloso e per
nulla redditizio. Di certo lo per il Paese (e
gi questo dovrebbe bastare), condannato
ad una Finanziaria con effetti minimi sulla
crescita e nessun obiettivo anti-declino. Ma
a ben vedere lo anche per le anime della
maggioranza che lhanno accettato obtor to
collo, tuttaltro che sicure di vedere realizzati i loro disegni politico-elettorali. La caduta delle ultime resistenze di An e Udc
appare dettata dalla convinzione che questa Finanziaria non si misura secondo gli
indicatori classici della macroeconomia,
ma solo in base agli effetti di consenso che
riuscir a produrre. E dalla paura che il
Cavaliere decisionista avrebbe fatto presa
sullopinione pubblica, e che resistergli
avrebbe potuto significare la sconfitta alle
prossime elezioni, evento che Berlusconi
ha sapientemente minacciato di avvicinare
(solo strumentalmente?) nel momento pi
duro dello scontro.
Persino il raid dei tecnici di parte Renato Brunetta e Mario Baldassari il fr utto di una manovra tutta politica: limpr obabile elenco di tagli da quasi 10 miliar di
servito a vincere le resistenze del ministro-notaio Domenico Siniscalco e ottene re il via libera alle richieste di Berlusconi
sullIrpef per poco pi della met. Peccato
che il ragionamento sia sbagliato. Vediamo
perch.
Ora che abbiamo unidea pi pr ecisa
delle caratteristiche delle manovra di bi lancio, c poco da esser e soddisfatti: lo biettivo di spostare tutti i vantaggi possibili sui redditi delle persone fisiche signifi ca marginalizzar e ogni inter vento sul si stema produttivo (basti veder e le proporzioni della manovra: 6 miliar di di sgravi
sullIrpef, 500 milioni sullIrap), rinunciare
alle misure, anche fiscali, che avr ebbero
potuto assecondare la transizione delle nostre imprese verso compor tamenti e pr oduzioni diverse. Persino il disegno di legge
sulla competitivit ormai uscito dal perimetro della Finanziaria e i tagli alla spesa
in conto capitale per coprir e gli sgravi fi scali saranno consistenti (almeno 1 miliardo, ad una prima appr ossimazione). Per
non parlar e della coper tura, che stata
concepita con lunico criterio di grattare
6 miliardi dal bilancio pubblico ovunque
fosse possibile, col solo criterio della rapidit. Nessuna ambizione dintervenire sui
rami pi inefficienti della spesa o di privilegiare interventi di riduzione per manenti rispetto a quelli una tantum, poca si curezza sulla r eale possibilit di quei ri sparmi o sugli effetti che avranno sulleconomia nazionale.
Insomma, i prezzi di questo accordo sono abbastanza evidenti: nel migliore dei
casi, una legge Finanziaria che archivieremo come inutile, con obiettivi di cor tissimo respiro (6 mesi al massimo) e una serie di occasioni perse per controbattere il
declino della nostra economia; nel peggiore dei casi, invece, si riveler addirittura dannosa, se linerzia dellazione di governo finir per accelerare certi meccanismi degenerativi gi in atto (testimoniati
dalle numerose crisi aziendali) e soprattutto se la famosa copertura dovesse rivelarsi pi difficile da realizzare di quanto
non si proclami in questi giorni. Mettendo
governo e Paese a rischio di una manovra
correttiva a giugno e/o costringendo palazzo Chigi ad un braccio di ferro con lEuropa (perdente) sul rispetto dei parametri
del Patto di stabilit.
Unincognita per le famiglie
E tutto per ottenere cosa? Le famiglie
sperimenteranno un alleggerimento dellimposizione fiscale diretta da parte dello Stato, con lincognita che sia vanificata
da un aumento di altr e forme di tassazione come quella locale o quella indiretta
(condono edilizio e prezzi dei servizi pubblici). Poi bisogner capire quanto la disponibilit di reddito si trasformer effettivamente in un aumento dei consumi (poco) e in crescita del pil (pochissimo) e so prattutto se i conti pubblici reggeranno alla prova. Solo alla fine di questo processo
verr consegnato il vero premio. Berlusconi convinto di conquistarlo vincendo
le prossime politiche. I suoi recalcitranti
alleati hanno accettato di fare lo stesso.
Ma mentre sicuro che i partiti di Fini e
Follini condivideranno con Forza Italia e
Lega le conseguenze di un naufragio del
progetto, molto meno certo che rimarranno al suo fianco in caso di un eventuale successo. Un Berlusconi in grado di presentarsi agli italiani con il contratto ri spettato integralmente, potrebbe decidere
ugualmente di correre da solo, per chiedere un mandato pi ampio, senza dover
mediare con alleati riottosi come An e
Udc. Basta guardare alle pagine dei giornali per vederli pieni di progetti su nuovi
partiti pronti a cambiare in senso sempre pi berlusconiano la geografia del
centrodestra. E probabilmente non bisogner nemmeno aspettare il 2006 per vedere i nodi venire al pettine. V isto che
proprio ieri ufficialmente nata una Finanziaria pre-elettorale.
Enrico Cisnetto

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 26 NOVEMBRE 2004

IL TAB CINEMATOGRAFICO DEL TERRORE / 1

La Hollywood democratica e ciarliera tace su Theo van Gogh


IL PUBBLICO VUOLE VEDERE FILM SUL JIHAD. MA I REGISTI PER ORA NON NE PARLANO, NEMMENO PER LUCCISIONE DI UN COLLEGA

in dal 2 novembre ho provato una senF


sazione sgradevole. Essendo unardente sostenitrice di Bush, la mia indisposizio-

ne non ha nulla a che far e con i grandiosi


risultati elettorali, ma causata da un as sassinio che stato compiuto lo stesso giorno ad Amsterdam. Il cortometraggio Submission del regista olandese Theo van Gogh, dedicato al trattamento delle donne nellislam e scritto dalla parlamentare olandese ed ex musulmana Aayan Hirsi Ali, era
stato trasmesso in agosto dalla tv olandese.
Van Gogh stava andando in bicicletta vici no a casa sua quando un ter rorista musulmano gli ha sparato, gli ha tagliato la gola e
ha infilzato sul suo corpo un biglietto di minacce contro la signora Ali. A quanto pare,
si trattato di un omicidio organizzato e
non del gesto di un folle isolato: le autorit
olandesi hanno fermato 13 sospetti. Dopo
lassassinio ho guardato Submission (disponibile on line sul sito ifilm.com) e sono
tuttora sbalordita dal fatto che 11 minuti di
critiche contro la violenza sulle donne possano scatenare una simile violenza. Negli
anni passati molti film hanno sparato a zero sui cattolici, ma non riesco a ricordarmi
di alcun cristiano che abbia ucciso il r egista per punire loffesa. La National Rifle
Association non ha ordinato di uccidere
Michael Moore per il film Bowling for Columbine.
Dal mondo dello spettacolo ci si sarebbe
aspettati, in nome della libert artistica,
una posizione decisa contro lostracismo di
scrittori come Salman Rushdie o lassassi nio di registi. Eppure da Hollywood non
giunta nemmeno una voce. Anzi, sul tema
del fondamentalismo islamico Hollywood
sempre stata molto cauta. La versione cinematografica del libro di T om Clancy
The Sum of All Fears ha trasformato i
terroristi palestinesi in neonazisti per evi tare di offendere gli arabi e i musulmani.
La guerra contro il terrorismo un tab a
Tinsel Town, per quanto un sondaggio del
giornale Hollywood Reporter abbia mostrato che circa due terzi degli spettatori
abituali intervistati pagherebbero per vedere un film su questo argomento.
In una conversazione con uno sceneggiatore liberal ho citato il film tratto dal libro
di Clancy per dimostrare che Hollywood
non ha il coraggio di affrontare ci che davvero interessa agli spettatori, ossia la minaccia di al Qaida. Lo sceneggiatore ha
strenuamente difeso la scelta del copione.
E un obiettivo facile, ha detto riferendosi al terrorismo arabo ed un colpo bas -

so. Ma quanti spettatori americani lo penserebbero? In realt, si tratterebbe di un


film realista ed proprio questa mancanza
di connessione con gli spettatori che ha in flitto un colpo gravissimo ai botteghini di
Hollywood.
Il presidente Bush non stato il solo a ricevere un mandato nel giorno delle elezioni. Gli elettori americani hanno dimostrato
che non gli importa ci che pensano le ce lebrit. La democrazia a suon di dollari dei
botteghini ha provato gi da molti anni che
questi stessi elettori sono stufi della solita
pappa. Hollywood non ha prestato attenzione alla sua malattia, e ora persino la Miramax, guidata dallultra-liberal Harvey Weinstein, costretta a licenziare personale. Gli

PICCOLA POSTA

cambiare idea davanti allaltare e da un ingegnere militare che non sapeva quale filo
tagliare per disinnescare una bomba prodotta da David Zucker, un autodefinito repubblicano del 12 settembre, che ha prodotto classici come Airplane! e The
Naked Gun. Nel frattempo, le loquaci celebrit liberal venivano messe in croce nella commedia Team America: World Police di Trey Parker e Matt Stone.
Un amico liberal mi ha chiesto che cosa
fosse la cinematografia conservatrice, pensando a film antiquati e noiosi. La si pu descrivere come una ribellione dallo status
quo di Hollywood, il sogno di poter fare un
film il cui contenuto politico non debba essere alterato per far apparire malvagi i re-

Tempo fa Fabio Roggiolani e i


suoi mandarono a Palermo due
Tir uguali, uno via ter ra e uno per
mare: quello di mare arriv parecchio prima, e cost enormemente meno. Roggiolani, che un vulcanico dirigente ver de toscano, e specialmente meritevole ai miei
occhi come difensore dei fringuelli, avendo
io lamentato uno scarso interesse verde per
lecologia un po scher zavo, un po no mi
ha elencato una mirabolante serie di innovazioni culturali e scientifiche e tecniche
capaci di correggere radicalmente il nostro
modo di vita. L elenco era cos fitto, dalle
nanopolveri alla lavatrice senza cestello,
che ho temuto di esser e preso in giro. Specialmente quando mi ha garantito limmi nenza delleolico senza pale. Io sono molto

favorevole alleolico, un po per ragioni metafisiche, un po per convinzione tecnica,


bench ammetta che coprirebbe una quota
assai parziale del bisogno. Sono perplesso
per lopposizione al deturpamento del paesaggio, non perch non ami il paesaggio, dal
quale anzi dipende il mio stato danimo: ma
forse si potrebbe stare un po pi attenti alle collocazioni degli impianti. Vedo anche
che c anche qui un gigantismo, e i mulini
a vento sono ormai apparati alti fino a cento metri: ma forse si potrebbe osservare un
po pi la misura. Fatto sta che, pur non
avendo capito come funzionerebbe, ho pensato che leolico senza pale non in fondo
pi sconcertante di come devessere stato a
suo tempo il telegrafo senza fili, e ho votato
la mia fiducia a Roggiolani e ai suoi inventori. Prima o poi qualcuno penser a un carcere senza sbarre.

studios non possono pi continuar e a digerire nuovi fiaschi. Per attraverso Hollywood sta anche muovendosi unentusiasmante sottocorrente, incoraggiata dai risultati delle elezioni e dalla stessa campagna elettorale che aveva messo in rilievo divisioni spesso sottolineate dalla sinistra. Si
tratta di qualcosa che il pubblico non pu
ancora vedere, fino a quando i nuovi talenti cinematografici del movimento conservatore (scrittori, produttori, registi e attori)
non supereranno le difficolt della distribuzione e passeranno al cineplex.
Durante la campagna elettorale abbiamo
potuto vedere una brevissima anteprima:
una divertente pubblicit per il Club for
Growth in cui i voltafaccia di Kerry erano
parodiati da uno sposo che continuava a

pubblicani, e in cui parti politicamente


scorrette ma pertinenti al tema non debbano essere tagliate nel montaggio finale. Si
tratta di credere nel fatto che gli spettatori
sosterranno con forza film che sentono vicini alle loro preoccupazioni. Si tratta di fare
film tanto per i cinema degli Stati rossi
quanto per quelli degli Stati blu.
Un mese prima delle elezioni, il Liber ty
Film Festival di West Hollywood ha suscitato eccitazione tra i conservatori dellindustria cinematografica e chi si accoda per
gettare una sbirciatina sul mondo del cinema. Una folla svariata e alla moda si unita ai produttori Stephen K. Bannon (In the
Face of Evil), Lionel Chetwynd (Celsius
41.11), Dough Urbanski (The Contender),
David Zucker e molti altri ancora. Un film,

di Adriano Sofri

Brainwashing 101 di Evan Maloney , ha


sottolineato i tentativi di soffocare la libert
di parola nei campus universitari. Alla fine
della proiezione uno spettatore immigrato,
Boris, ha proclamato con tono arrabbiato:
E esattamente come in Unione Sovietica!. Un altro film, Relentless, ha smascherato gli ambigui discorsi di Arafat, rivelando come fosse a favore della distruzione di Israele, e ha mostrato spaventose scene di bambini che, davanti a una tv palestinese, esprimevano il loro desiderio di diventare attentatori suicidi, incitati da una
ragazza che si era fatta saltare in aria a Gerusalemme, poco prima della proiezione.
Ogni film era la prova di registi che, rischiando in prima persona, dicono verit
che devono essere dette. Ma van Gogh ha
pagato con la vita e il silenzio di una comunit apparentemente cos interessata alla libert di parola mi fa impazzire di rabbia. Si
fosse o no daccordo con lui, cera forse
qualche giustificazione per ammazzarlo?
Il copione e la battuta
Facendo altre ricerche ho trovato il blog
del romanziere e sceneggiatore Roger L. Simon, che ha convenuto: E stupefacente
che la comunit artistica americana, e Hollywood in particolare, sia rimasta comple tamente muta sullassassinio del regista
olandese Theo van Gogh; lo sanno che cosa
appena successo a uno dei loro colleghi?
Hanno mai sentito il suo nome? Gli importa
che qualcuno sia stato ucciso per avere fatto un film che protestava contro gli abusi
nei confronti delle donne? Gliene frega davvero qualcosa?.
Allinizio di questanno avevo in mano un
copione in cui figuravano alcuni terroristi
arabi accanto ad altri positivi personaggi
arabi. Diverse case cinematografiche erano
interessate, ma dopo lo scandalo di Abu Ghraib, tutti i copioni mi ritornarono indietro.
Perplessa diedi la colpa a una piccola bat tuta sulle convenzioni di Ginevra pronunciata da un personaggio arrogante, e la modificai, continuando tuttavia a incontrare timori sul tema della guerra al terrorismo.
Dopo aver cominciato a collaborare con altri autori cinematografici conservatori ho
reinserito quella battuta nel copione e non
ho pi alcuna intenzione di cambiarla. In
ogni caso, sarebbe davvero una sciocchezza
mostrare dei neonazisti europei che scarpinano per aggirare il confine pachistano.
Bridget Johnson
Copyright Wall Street Journal
per concessione di Milano Finanza

IL LATO CINEMATOGRAFICO DEL TERRORE / 2

I terroristi si sono trasformati in registi da reality horror show


Roma. Una stanza. Macchie di sangue
rappreso. Un tavolo avvolto in una bandie ra nera e or o. Computer. Programmi per il
montaggio. Videocamere. I soldati entrati a
Fallujah si sono trovati di fronte, durante i
rastrellamenti, i set una ventina in cui i
terroristi giravano i loro video di morte. Ad
accompagnarli in uno di questi covi, ha raccontato la Cnn, stato un miliziano irache no catturato dalleser cito americano: qui
sono stati uccisi gli ostaggi stranieri, ha
detto, qui si consumata la tragedia della
decapitazione di Ken Bigley, forse anche di
Margaret Hassan. Qui, in queste stanze, i
terroristi hanno trasformato la loro telecamera in unarma di guerra. Jason Burke, un
esperto di terrorismo e autore del libro Al
Qaida: la vera storia dellislam radicale,
ha commentato, in un lungo ar ticolo sul lObserver, levoluzione del r eality horror
show, dai primi video amatoriali a quelli
pi professionali di oggi, definendo i terroristi autori, registi di mini-film. Anche
Michael Ignatieff, sul New York Times, ha
usato la stessa espressione, registi, riportando il racconto di un ostaggio rilasciato:
lattenzione con cui i ter roristi studiavano lapparizione in video, dove puntare le
armi, come mettere lo sfondo, dove fare in-

ginocchiare la vittima, cosa farle dir e.


I video sono strumenti, secondo Burke, di
un genere di propaganda che si sviluppato negli ultimi decenni: Af fondano le loro
radici nellessenza del progetto terroristico, lo spettacolo drammatico, in altr e parole, il teatro. Non un caso che i ter roristi ceceni abbiano assaltato un teatro, per
mettere in scena la loro opera su un palcoscenico vero. Dai messaggi dei kamikaze
prima del martirio Osama bin Laden
ha copiato questa modalit di testamento
dai gruppi libanesi, spiega Burke ai ter roristi algerini che sgozzavano le lor o vittime dopo le imboscate fino ai set pr edisposti per il sacrificio, la capacit di immor talare e diffondere il terrore si affinata, le
forme stilistiche sono diventate unefficace
espressione dellorrore, la scenografia ha
cominciato ad avere importanza.
Secondo Daniele Aramu della rivista
Nocturno cinema, esper to di mondo-mo vie, cio il documentario estr emo tra finzione e realt, spericolato attribuir e ai
terroristi una velleit cinematografica: la
brutalit di ci che viene rappr esentato
non ha bisogno di scelte for mali particolari. Sottolinea per come linserimento di
nuovi elementi nellallestimento delle sce -

ne come la gabbia in cui stato rinchiuso


Bigley in uno degli ultimi appelli prima
della decapitazione abbiano un valor e
simbolico, siano predisposti per enfatizzare il sistema rituale.
La tecnologia ha dato una mano: le vi -

IL RIEMPITIVO

di Pietrangelo Buttafuoco

AGENZIA SISMA: Se vero


che lepicentro Sal. E chiaro:
stiamo tornando.
deocamere digitali sono facili da usar e,
laccesso a Inter net ubiquo, i metodi di
trasmissione sono istantanei, immediati. Il
nostro medium pi moderno, quello meno
minaccioso ormai fuori controllo, spiega
Burke. Non pi sufficiente spegnere la televisione e non fa alcuna differenza che alcuni direttori abbiano deciso di non tra smettere i video pi cruenti.
Il messaggio duplice, come duplice il
pubblico cui questa forma di pornografia
destinata. Ci sono le tute arancioni e i sim boli islamici, c loccidente costr etto a
guardare e ci sono i nuovi adepti. Secondo

Gillo Pontecorvo lunico dei registi italiani contattati dal Foglio che abbia voluto
commentare il lato cinematografico del terrorismo questultimo laspetto pi pe ricoloso: Non siamo solo noi i destinatari
di questi messaggi di mor te, che sono un
potente strumento di reclutamento. I giovani pi fragili si fanno attirar e da questi
messaggi, ne restano affascinati: questo il
risvolto pi deleterio. T ant vero che in
uno degli ultimi messaggi attribuiti ad al
Zarqawi cera una critica ai ter roristi stessi: non avete r esistito abbastanza a Fal lujah. La propaganda funziona in modo ambivalente: spaventa loccidente, radicalizza
gli jihadisti.
Linvasione di questi r eality hor ror
show soltanto una par te della produzione filmica dei terroristi: laltra stipata nei
bazaar di Baghdad. Prima che linsurrezione sciita fosse domata, a Najaf e a Sadr City
giravano troupe di r egisti al soldo di al
Sadr che, al Christian Science Monitor ,
hanno dichiarato di avere un unico compito: immortalare le vittorie. Immagini della guerriglia, degli incidenti in cui muoio no gli americani, delle umiliazioni dei ca daveri: il palcoscenico dei r eality horror
show anche questo. (p.ped)

ALLE ORIGINI DELLA RIVOLUZIONE ORANGE

Da un calcolo sbagliato di Putin al risveglio europeo dellUcraina

fu eletto la prima volta, nel marQuando


zo del 2000, Vladimir Putin si tr ov a

dover fare i conti con una vera e pr opria


luna di miele tra lUcraina e loccidente,
che lo inquietava non poco e che divenne
la sua priorit assoluta in politica estera o,
per meglio dire, nella politica r ussa verso
lestero vicino, ossia lex Urss. La posi zione di Mosca, fissata da Eltsin fin dai primi anni Novanta, pr evedeva infatti la pos sibilit che Polonia e altri ex satelliti en trassero nella N ato, ma non intendeva
transigere sulle Repubbliche ex sovieti che. LAmministrazione Clinton, incorag giata soprattutto da Br zezinski che ne era
un membro non ufficiale, si era per spin ta molto in l, quasi come con i paesi baltici: aveva patrocinato la rinuncia unilaterale di Kiev alle armi nucleari ereditate dallUrss, aveva incoraggiato e appr ezzato la
stesura della Costituzione del 1996 e il di sinnesco delle tensioni in Crimea, abitata
da una grande maggioranza r ussa con velleit secessioniste; inoltre, al vertice Nato
di Madrid, nel luglio 1997, aveva promosso
un trattato bilaterale con lUcraina che ri sultava assai pi concreto e dettagliato di
quello, piuttosto for male, siglato con la
Russia; nei tre anni successivi la collabo razione si era molto intensificata, al punto
che nelle elezioni pr esidenziali del 1999,
Leonid Kuchma svolse il r uolo oggi interpretato da Viktor Yushenko, ossia quello di
alfiere del progressivo distacco da Mosca.
Allora non ci furono brogli, e Kuchma sembr avviato su una strada al ter mine della
quale cera lintegrazione eur oatlantica
dellUcraina.
Qualche mese dopo, per, venne eletto

Putin e le cose cambiar ono in poco tempo.


Tanto per cominciar e, il ministr o degli
Esteri di Kiev, Borys Tarasyuk, venne silurato su richiesta di Mosca e sostituito con
un personaggio meno intrapr endente. Poi,
nellautunno 2000, scatt una micidiale
trappola ai danni di Kuchma, dai contor ni
ancora misteriosi (probabilmente destinati
a rimanere tali) ma dagli ef fetti inequivocabili: il giornalista Gongadze, molto criti-

dariet a Kuchma, e in tal modo se lo mise


in tasca e ne fece un suo docile str umento.
Venne poi l11 settembre, che modific le
cose: Putin moll la presa sui baltici e concluse unalleanza strategica con Bush e la
Nato in funzione anti-terroristica, e da allora ha lavorato sistematicamente per ri condurre lUcraina nellalveo di una nuova
e pi ridotta sfera dinfluenza moscovita,
con il tacito assenso della Nato stessa.

AGENDA MIELI
Compleanno Martina Stella.
Auguri. Farglieli.
Luc. Finalmente una
sua bella foto su Stampa.
Marcel. Incoraggiar.
Nuova Ferrari. Approntare speciali e
insert. Doppio formato di Specchio. Suggerirlo.
Carbonia. Ridente sito. Ottimo per vil leggiatura. Dirlo.
Cazzul. Eccede in retorica azionist. Rischia depennamento albo Capalbio. Depennamento morale. Dirglielo.
co verso il presidente per questioni di cor ruzione, fu trovato decapitato in un bosco e
quasi contemporaneamente una guar dia
del corpo di Kuchma r ese pubblico un nastro in cui si sentiva il pr esidente che auspicava la messa fuori gioco di Gongadze
stesso. Gli Usa reagirono indignati, a maggior ragione in quanto n il neoeletto Bush
n Condi Rice erano par ticolarmente interessati allUcraina: Putin invece of fr soli-

Il problema ora nasce dal fatto che gli


ucraini non ci stanno. Lallargamento dellEuropa a 25, comprendente quasi tutti i vicini occidentali dellUcraina, e i negoziati
per lingresso della Turchia hanno scosso il
gigante dormiente, la cui identit naziona le, culturale e linguistica molto pi defi nita di quanto non si pensi. La campagna
elettorale per le pr esidenziali stata in centrata interamente sul tema Mosca o

Varsavia/Bruxelles, ma questo non significa che alla spaccatura elettorale possa conseguire una spaccatura del paese (vedi Stati Uniti). Le inter ferenze russe nella cam pagna elettorale hanno sfiorato il grottesco
e i brogli le cui dimensioni sono state gi gantesche sono stati compiuti con il pieno
assenso, anzi, con lattiva complicit di Mosca, la quale pr obabilmente anche r esponsabile di aver tentato di avvelenar e
Yushenko. Putin evidentemente contava
sulla tradizionale apatia degli ucraini, abituati a pr endere bastonate senza r eagire,
ma ha fatto male i calcoli e ora non sa che
fare: davanti a lui si pr esenta lo stesso dilemma di Michail Gorbaciov quindici anni
fa, di fr onte alle rivoluzioni in Ger mania
est e Cecoslovacchia.
E loccidente che fa? Le prime r eazioni
sembrano rassicuranti, nel senso che tutti
sono unanimi nel denunciare i brogli e nellesigere un radicale chiarimento: c da
sperare che questo atteggiamento venga
mantenuto, senza che lEur opa soccomba
alla cupidigia di servilismo verso Mosca
e senza che lAmerica sia tentata di barattare lUcraina con un pi attivo coinvolgi mento russo nel dopoguerra iracheno. Ma il
dato pi rilevante, che potr ebbe rivelarsi
pi potente di tutte le considerazioni geo politiche, che unantica nazione eur opea
si risvegliata e r eclama il posto che le
spetta nel consesso continentale. Se e quando la rivoluzione orange trionfasse, gli effetti non potrebbero che essere benefici
sulla stessa Russia: bisogner veder e non
soltanto se Putin lo ha capito, ma anche se,
politicamente, in grado di accettarlo.
Federigo Argentieri

Silenzi elettorali
A gennaio si va alle urne, ma
gli inviati italiani in Iraq pensano
solo a Fallujah e a Berlusconi
si va alle elezioAllora
ni. Conoscendo gli
umori e la visione del

mondo e le passioni
del collega che mi
telefona, mi sorprende che Sharm El
Sheikh abbia acceso perfino
in lui una speranza. Allora ha
OCCHIAIE DI RIGUARDO

colto che qualcosa cambiato, che da quel


vertice uscito non solo un documento
unanime, ma un patto di quelli destinati a
funzionare, perch non roboante, perch
ancorato al minimo comun denominatore:
unuscita pragmatica. Che ha due punti, al
suo centro: il riconoscimento del governo
di Allawi, e il riconoscimento, persino nella sua data non simbolica, delle elezioni
del 30 gennaio come cardine della transizione democratica.
Certo, il documento concede che la missione della forza della coalizione dei volenterosi non sia a tempo indeterminato
e chi lo vorrebbe tale? e condanna in linea di principio tutte le violenze, quasi genericamente. Ma la sostanza tale che al la Francia ricordate la battaglia per ch
al tavolo partecipassero anche i gruppi
della cosiddetta resistenza? non restato che essere pragmatica a sua volta: sil
vous plait, gli appalti per la ricostr uzione
siano assegnati in maniera equa.
E dunque si va al voto, e persino le televisioni arabe si sono rassegnate a non considerarlo impossibile, a non farsi schermo
del terrore che vuole impedire le elezioni.
In origine i partiti che avevano presentato
domanda per prendere parte alla competizione elettorale erano 212, secondo i da ti dellIndependent Electoral Commission.
Ma 56, tra questi, non hanno soddisfatto i
criteri basilari discrizione, e sono stati
esclusi. Dunque, al momento, 156 partiti,
che potranno unirsi in coalizioni, ma costituiscono gi una misura, oltre che della
frammentazione, del fervore entusiasta e
confuso di un mondo che per la prima volta andr a votare. Certo, tra attentati ai
seggi, minacce, suasioni e dissuasioni, e al
termine di una delle campagne elettorali
pi naif e turbolente che la storia ricor di
(ma non la storia del medioriente che di
campagne elettorali autentiche non ne ri corda nessuna). Per quanto riguarda lIraq
mi pare di ricordare che lultimo appuntamento con il voto fu il referendum con
cui Saddam, con il 99,9 per cento dei voti,
si conferm al potere. Campagna e voto seguiti senza troppi scandali, anche dalla
stampa italiana (o ricordate campagne
sdegnate, manifestazioni, riflessioni sulla
libert di voto?). Stavolta i dubbi sono le citi e il principale riguarda quel meccanismo poco discutibile che assegna il governo alle maggioranze. La maggioranza
sciita, Al Sistani sta lavorando da tempo a
far fruttare il dato demografico, e loccidente forse avrebbe solo il compito di ve gliare sulle garanzie delle minoranze, a
cominciare da quella robusta e non inerme dei sunniti. Vegliare per coinvolgerli
in una scadenza che li vede perdenti garantiti. Ma che, grazie ad una Carta costituzionale cos disinvoltamente trascurata
nei dibattiti, riuscita dopo una faticosa
discussione a comprendere per la prima
volta in Iraq il riconoscimento formale dei
diritti dei singoli (e, soprattutto, delle sin gole) e delle minoranze. Tutto questo ha la
fragilit di ogni processo rivoluzionario,
quando le cose accadono per la prima volta e testimoniano il cambiamento di un
mondo, assecondandolo e promuovendolo.
Lo spirito di Sharm El Sheikh, come stato chiamato, lo testimonia.
LUlivo al blocco dell11 settembre
E il dibattito italiano? LUlivo, la sinistra, il pacifismo? Apparentemente, come
se non fosse successo niente, e, ancora di
pi come se niente dovesse succeder e.
Come se tutto fosse rimasto ancorato per
sempre al passato, ai blocchi di par tenza
(la guerra a Saddam, l11 settembre), come
se la politica non fosse anche la nobile e
faticosa arte di tenere fermi i principi, ma
di adeguarli al mondo che cambia. Dob biamo sempre ritirare il contingente ita liano? Detto di Falluja, si pu parlare delle elezioni di gennaio? Silenzio, un fanta sma.
No, il collega, al telefono, intendeva la
sfida del premier italiano, cos come la ritrovava sui giornali al ritorno in Italia. Le
sole elezioni che accendono in lui la speranza, o minacciano un altro sconforto, sono quelle italiane.
Toni Capuozzo

IL FOGLIO
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ANNO IX NUMERO 327 - PAG 3

EDITORIALI
Stare allattacco si pu
Il Cav. spiazza tutti, il taglio fiscale cosa fatta, e in Europa sar battaglia

opo la dichiarazione di Bratislava,


il manifesto pubblicato dal Foglio e
la lettera al presidente dellUe sulla stupida rigidit di Maastricht, in due gior ni abbiamo il taglio fiscale concordato
con la maggioranza, la fine del rimpasto
pi lungo e tortuoso del secolo, soprat tutto linizio di una cr edibile e realistica battaglia sul fronte delleuro grasso e
dei suoi parametri. Prendano nota il
Cav., protagonista di un recupero fantastico a tempo scaduto, il suo staff troppo
timido, i suoi critici che se ne stanno l
interdetti, con un palmo di naso, a sproloquiare di regali ai ricchi come faceva
lopposizione negli anni Cinquanta. Stare allattacco in politica si pu. Si pu in
modo credibile, mentre tutti parlano di
concertazione come premessa della paralisi e della consumazione a fuoco lento del significato della politica, agire
per decisioni, correre dei rischi realistici, sollevare questioni direttamente
discendenti dal mandato elettorale ricevuto, rincuorare truppe sparse e derelitte perch costrette a farsi spettatrici di interminabili verifiche in cinese.
Berlusconi ha letteramente rovesciato
il tavolo, e ha vinto. Limportante adesso che riscopra la sua forza senza abusarne mai, sapendo che anche sul resto
questa la procedura giusta: discuter e
con pazienza, decidere con la giusta do-

se di irruenza, soprattutto quando gli interlocutori (oppositori o amici-rivali)


nicchiano e si fanno i fatti loro invece
che quelli del paese o della coalizione.
Non una rivoluzione fiscale. Non
ancora laccoppiata di ristrutturazione
della spesa pubblica e modifica del
rapporto tra cittadino e Stato che il manifesto di Berlusconi ha richiamato
con linguaggio chiaro. Ma un passo in
quella direzione, un buon inizio e sostanzioso dopo anni di timidezze e mesi in cui sembrava possibile perfino un
rinnegamento di quellorizzonte. La cosa pi importante di tutte che il premier deciso a far valere il parere dellItalia in Europa senza complessi, e
che la lettera a Balkenende ha raggiunto il capo di un governo, quello
olandese, che annuncia di aver sforato
come Francia e Germania il parametro
del deficit fissato a Maastricht. Il Cav .
lha detto, e ne siamo davvero compiaciuti: le rivoluzioni fiscali si fanno, so prattutto nei periodi in cui occor rono
politiche anticicliche, anche governando in deficit con duttilit non stupida.
E una piattaforma vincente per la nostra politica economica e per la nostra
politica estera, una scelta americana
che lascer gli avversari di stucco e li
indurr a mangiarsi per intero il loro
fegato fiscale.

Zapaterismo senza nome


Le regioni di sinistra si fanno statuti la carte, e violano le procedure

apatero, da noi, il nome dei consigli regionali. I nuovi statuti delle regioni di sinistra, e in particolare quello dellUmbria, scardinano di soppiatto principi costituzionali, a par tire da
quello del matrimonio. Le maggioran ze consiliari, se zoppicanti sostenute
da qualche oppositore collaborazionista, hanno coniato infatti il riconoscimento (T oscana) o la tutela (Umbria) delle tante forme di convivenza, senza specificare: eterosessuali,
gay, terzetti, poligamie islamiche? Da
fatti liberi e privati, le convivenze divengono diritti pubblici senza capire
bene come. Si vuol cambiare, col grimaldello degli statuti, non solo la Costituzione, ma la stessa societ italiana.
Si gioca coi santi, per, per lasciar
fare i fanti. L azzeramento sottinteso
del matrimonio una icona volgaruccia per attrarre la politica sul simbolico del politically correct. Serve a distrarre lattenzione dalla tenera polpa
neostatutaria, che la moltiplicazione,
in tempi di magra nazionale, di un
quarto o un quinto dei posti di consigliere regionale. Anzi, di pi della
met, con il trucchetto del consigliere
supplente, un fantoccio che sostituisce quello diventato assessore. E non
basta. Si aggiungono le nano-corti costituzionali locali, costosi e fedeli cani

da guardia dei gover natori. Ecco i pri mi, nuovi costi del federalismo di sinistra: sono quelli del crescente suo ceto
politico, lo stesso che grida contro gli
sprechi del federalismo governativo.
Al fine di sdoganare questi concreti
obiettivi e fare le apposite leggi elettorali in tempo utile per le elezioni di
primavera, si trovano tutte le corsie
preferenziali per accelerare il giudizio
costituzionale, timidamente avviato dal
Governo con un suo ricorso.
Ma lo scandalo peggiore quello
dellUmbria. Si deve solo al coraggio
civile di Carlo Ripa di Meana, che l
consigliere regionale, se la Corte Costituzionale ora sa, e non pu non sapere, che, per la fretta di assaltare la
diligenza, stata spudoratamente
stracciata la regola costituzionale delle due letture di delibere consiliari
conformi. La posta in ballo , a questo
punto, la stessa procedura costituzionale. E consentito alle regioni di sinistra farsene beffa? Il come della democrazia, e Bobbio quando non comodo, non vincolano anche loro ? E chi
chiamato a custodire la legalit costituzionale, se non la Cor te ? Il giudice relatore alla Consulta il fiorentino
Ugo De Siervo. Alludienza del 16 novembre segue una sentenza sulla quale bisogna tenere gli occhi aperti.

Ucraina, non si scherza con il voto


Dobbiamo riconoscere tutti gli interessi, ma la corruzione elettorale no

a profonda crisi che attanaglia lU craina simile, per qualche aspetto


non secondario a quella che si svilupp,
con esiti disastrosi, nei Balcani nel de cennio scorso. Allora lUnione europea
mostr tutti i suoi limiti, non riusc a
scongiurare le tragedie della Bosnia e
del Kosovo, e inter venne, quando la si tuazione era gi arrivata oltre il punto
di rottura, solo al ripar o delle tr uppe
americane. Anche per questa ragione
le credenziali europee nella nuova crisi sono piuttosto scarse, come dimostra
il sostanziale fallimento, su questo te ma, del vertice euro-russo di ieri. Vla dimir Putin, anche se ha appoggiato la
posizione franco-tedesca nella vicenda
irachena, non ha stabilito con i leader
della vecchia Europa un rapporto stabile e costr uttivo. La par tita russa e
quella franco-tedesca con lAmerica sono restate distinte, e oggi sono netta mente separate. Tuttavia la questione
ucraina si pu risolvere con danni limitati solo con una collaborazione della
Russia, che ha nellar ea interessi prevalenti, da quelli che riguar dano gli

oleodotti fino alle produzioni militari.


Se lUnione europea su queste materie afona, uno spazio reale si apre per
la diplomazia italiana, naturalmente
non in alternativa, ma come elemento
che pu rendere dinamica quella europea. Gianfranco Fini, grazie soprattutto
ai rapporti stabiliti da Silvio Berlusconi con la Federazione russa, ha una
buona occasione per far valere le sue
doti e il ruolo che lItalia si conquistata nelle relazioni internazionali. Evitare o almeno limitare il processo di
balcanizzazione dellUcraina, scongiurare il rischio di una guerra civile, consolidare la pace nel nostr o continente.
Per farlo bisogna favorire una soluzione politica che garantisca le parti in
conflitto e gli interessi reali dellEuropa e della Russia. A un esito di questo
tipo si pu giungere per solo sulla base di una preventiva presa di distanza
dalla manipolazione della democrazia
elettorale, denunciata in modo chiaro
da una parte consistente del popolo
ucraino, dagli Stati Uniti, dalla Gran
Bretagna e dallUnione europea.

IL FOGLIO QUOTIDIANO VENERD 26 NOVEMBRE 2004

La Corte sudafricana rinvia il processo al 2005. Il figlio della Lady di ferro rischia 15 anni. Laccusa: tentativo di golpe in Guinea

Cos Mark Thatcher finito nella trama di un libro di Forsyth


Londra. Mark Thatcher finito nei guai e questa volta ri schia 15 anni di prigione per il r uolo che avrebbe avuto nel
tentato golpe in Guinea equatoriale nel marzo 2004. Arrestato
in agosto, fuori su cauzione e ieri la magistratura di Cape
Town ha deciso di rinviar e allaprile 2005 linizio del pr ocesso in cui dovr rispondere alle accuse.
La situazione non appare rosea per Sir Mark, da sempre affascinato da quel posto al sole per gente misteriosa che il
continente africano, sia che si trattasse di politica, di materie
prime o magari di un ser vizio di ambulanze aer ee, come in
questo caso. Il suo associato in Africa Air Ambulance appun to, Crause Styeyn, si gi dichiarato colpevole di cospirazio ne e sar un testimone daccusa contr o Thatcher.
Un passo indietro, al 6 marzo di questanno. Siamo allaeroporto di Harare, Zimbabwe, e un 767 privato appar tenente
a Simon Mann bloccato sulla pista con a bor do 64 mercenari, armeni e sudafricani, diretti ufficialmente in Congo ci sono miniere da proteggere laggi ma secondo laccusa in transito verso il golpe in Guinea equatoriale. Intato a Malabo, la
capitale del minuscolo Stato, altri 15 mercenari cadono in arresto. Dovevano essere lavanguardia, il welcome par ty, li
definisce Nick Du Toit, il leader del gruppo, che non ci mette
molto a confessare tutto davanti alle telecamer e. Ritratter

qualche settimana dopo Du Toit, confessione sotto tortura dice e intanto il procuratore generale chiede la pena di morte. proprio Du Toit la prima pedina del domino a cadere: fa
il nome di Simon Mann, quello di Executives Outcomes premiata ditta di mercenari for hire e di Sandline International,
stessa faccenda, mercenari coinvolti in Sierra Leone. Mann
aspettava il gruppo di 64 a Harare ed gi stato condannato a
sette anni per aver tentato di comprare armi illegalmente in
Zimbabwe. Mann e Thatcher si conoscevano bene e par e sia
stato proprio Mann a mettere in contatto Crause Steyn e Thatcher, ufficialmente per la joint-ventur e di Africa Air Ambu lance. Thatcher investe 260 mila dollari e la loro societ vede
bene di depositare 100 mila sterline sul conto di Mann e soci,
intanto in stand by per loperazione in Guinea equatoriale. I
soldi dovevano servire a comprare un elicottero, apparentemente essenziale per il golpe. Steyn ha gi confessato, i mer cenari Mann incluso sono tutti condannati in Zimbabwe o
Guinea e Du Toit nei guai con la pena di morte. Le cose si
mettono male per Sir Mark, figlio di Margaret, e il processo potrebbe mettere fine alle sue operazioni in Africa, le stesse che
hanno risuscitato una situazione finanziaria disastrosa nei primi 80. Un esempio? Mrs Thatcher , nel 1985, fu costr etta a dover rispondere in Parlamento riguardo a un considerevole ap-

palto in Brunei che il sultano aveva visto bene di affidare a


Cementation, inutile dire che Sir Mark deteneva una share sostanziale nel consorzio britannico. Questo il gener e di operazioni andate bene a Mark, che a piccoli passi mette insieme
una fortuna di 60 milioni di sterline.
La Guinea equatoriale era ed un bersaglio gr osso perch
il minuscolo Stato dellAfrica occidentale con capitale, Mala bo, nellisola di Bioko, ha scoper to un sostanziale giacimento
petrolifero off-shore e produce 200 mila barili di gr eggio al
giorno. Leconomia della Guinea equatoriale cr esce al ritmo
del 65 per cento annuo il pi alto tasso di sviluppo sul pianeta ha soltanto 500 mila abitanti e un presidente ottuagenario,
Obiang Nguema, in carica dalla fine degli anni 70 e che cer tamente non un santo. La Guinea sembrava e sembra il set
ideale per unimpresa di sicuro successo. Fr ederick Forsyth,
in I mastini della guer ra, laveva descritto come un paese
straordinariamene vulnerabile ai colpi di mano. C chi ha imparato a sue spese che i tempi sono cambiati. Mark Thatcher
ora deve vedersela con la giustizia sudafricana, che lo accusa
di aver violato la legge che vieta ai residenti di partecipare a
operazioni militari allestero, pena prevista 15 anni. Peggio di
quando si perse nel Sahara durante la Parigi-Dakar , e poi
nell82 la lady di ferro era il primo ministro delle Falklands.

Mistero asiatico. La Corea del nord vuole coesistere con gli Stati Uniti. La Cina ammassa truppe, ma Pechino smentisce

Scene da cambio di regime ombra tra Pyongyang e dintorni


Roma. Dalla Corea del nord continuano
a giungere notizie contraddittorie. Le ulti me riguardano il dislocamento di 10 mila
soldati cinesi lungo il confine tra i due paesi e un messaggio positivo sulla questione
nucleare affidato dal governo di Pyongyang
a un funzionario dellOnu.
Il movimento di tr uppe ordinato da Pe chino viene messo in relazione a possibili e
forse traumatici cambi al vertice politico: in
poche parole, la caduta di Kim Jong Il. I soldati avrebbero il compito di bloccare le fughe in massa dei nordcoreani, ma secondo
fonti sudcoreane, che hanno dato la notizia,
la Cina si preparerebbe anche a fare fronte
a tumulti in caso di caduta di Kim Jong Il.
La presa di posizione ufficiale della Cina
stata fornita da Wu Dawei, viceministro degli Esteri, che ha smentito il movimento di
truppe e ha assicurato che il ver tice nordcoreano al suo posto. Con qualche riserva,

per, in quanto Wu si riferito a un proprio


viaggio nella Cor ea del nor d effettuato a
settembre, durante il quale avr ebbe anche
notato un miglioramento delle condizioni
di vita della popolazione.
Lipotesi di un rovesciamento del regime
sarebbe invece avvalorata dalla lunga as senza in pubblico del presidente e dalla rimozione dei suoi ritratti: cosa, questa, per
smentita da un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano, che anzi ha affidato
allagenzia di stampa cinese Xinhua la sua
versione, e cio che si tratter ebbe di un
complotto americano, di una manovra tipi ca di Washington quando intende rovesciare un regime. Un modo incruento, verrebbe
da dire, ma anche simbolico per definire di
cartone quel regime stesso. L
agenzia
Xinhua non precisa quando le dichiarazioni sarebbero state fatte, mentr e la russa
Itar-Tass ha confermato nei giorni scorsi la

rimozione delle immagini dagli edifici pubblici. E lagenzia Radiopr ess di T okyo ha
notato che nei giornali della Corea del nord
i roboanti titoli con cui viene sempr e accompagnato il nome del presidente si sono
ridotti. Secondo alcuni analisti, Kim avrebbe scelto un profilo basso per non essere indicato come il principale o solo r esponsabile delle difficolt, economiche e alimen tari, del paese. Per lagenzia sudcor eana
Yonhap, invece, i soliti titoli grande lea der e grande comandante continuano a
essere usati normalmente.
Queste notizie contraddittorie dallultimo
dei paesi del mister o consigliano la pr udenza. Intanto il presidente dellAssemblea
generale dellOnu, il cinese Jean Ping, in contrando mercoled scorso funzionari del
governo sudcoreano al ritorno da una visita
compiuta nella Corea del nord, ha detto di
essere latore di un messaggio di Pyongyang

secondo il quale il regime comunista vuole coesistere con gli Stati Uniti. Se fosse vero, significherebbe che Pyongyang, che aveva interrotto il dialogo probabilmente in attesa del risultato delle elezioni americane,
considerando la conferma di George W. Bush e larrivo di Condoleezza Rice al Dipartimento di Stato, avrebbe deciso di lanciare
un segnale distensivo, anche in risposta al lincontro di Bush, il 21 scorso, a Santiago
del Cile, con i leader della Cor ea del sud,
del Giappone, della Cina e della Russia, per
stringere i tempi sul pr oblema della proliferazione nucleare che vede in primo piano
la Corea del nor d e lIran. W ashington fa
molto affidamento sul ruolo del presidente
cinese Hu Jintao, ma Pechino, prima di ap poggiare a fondo le tesi americane, vuole
garanzie su Taiwan, dove la prospettiva di
un referendum sullindipendenza turba i
sonni della leadership cinese.

Uomini nuovi, pi spie, pi potere al Pentagono nelle azioni coperte, ma controllo della Casa Bianca sul budget

Scene da cambio di regime alla Cia, Bush rivoluziona gli 007


Milano. Geor ge W. Bush sta facendo le
pulizie di casa alla Cia, lagenzia di intelli gence accusata di moltissime cose, tra cui
di aver sottovalutato il pericolo ter rorista
prima dell11 settembre, di aver sbagliato
previsioni sulle ar mi di sterminio in Iraq
(ma ieri a Fallujah stato tr ovato un laboratorio di armi chimiche), di aver spr ecato
energie per danneggiar e lex favorito del
Pentagono, Ahmed Chalabi, piuttosto che
per catturare il capo terrorista al Zarqawi
e, da ultimo, di aver condotto una campa gna per screditare Bush e favorire il candidato democratico John Kerry. E assurdo
ha scritto il vicedir ettore (uscente) John
McLaughin in un ar ticolo pubblicato dal
Washington Post La Cia non ha istituzio nalmente complottato contr o il presidente. Ma McLaughlin non ha potuto negar e
che negli ultimi mesi dalla Cia siano usciti
documenti che hanno messo in cattiva luce
le posizioni della Casa Bianca. Pi volte,
nel corso della campagna elettorale, il New

York Times ha avuto sof fiate da anonime


fonti della Cia che hanno imbarazzato di
volta in volta il pr esidente, il Pentagono e
il Dipartimento di Stato: dagli apocalittici
scenari iracheni, a opinioni contrarie alla politica
della Casa Bianca, fino
allautorizzazione concessa a un agente per scriver e in
forma anonima
un libro fortemente critico della politica di Bush, Impe rial Hubris (Ar roganza imperiale).
Daltra par te, per, il
premier iracheno
Iyyad Allawi, sul
quale Bush oggi
fa tanto affidamento, luomo
che gli stato consigliato dalla Cia.
E unagenzia canaglia, ha detto il se natore repubblicano John McCain. I ne -

mici di Bush sono in cer ti uffici della Cia


aveva scritto due settimane fa sul New York
Times leditorialista David Brooks Se non
pagheranno il prezzo per il lor o comportamento nessuno pagher un prezzo per niente, e ogni cosa sar consentita.
Il prezzo sta per essere pagato. A settembre Bush ha nominato il nuovo dir ettore
dellAgenzia, lex agente segr eto in Sud
America, ex deputato repubblicano ed ex
presidente della Commissione parlamen tare sui servizi, Porter J. Goss. Il neodirettore nei mesi scorsi si era scontrato con lallora capo, George Tenet, chiedendo un ampio rinnovamento. Larrivo di Goss ha pr ovocato tensioni allinterno dellAgenzia al
punto che si sono dimessi il direttore operativo e il suo vice, mentre laltro ieri si sono ritirati il capo della Cia in Eur opa e
quello nel sud-est asiatico. Contempora neamente Goss ha inviato un memo ai suoi
dipendenti ricordando che compito della
Cia quello di servire il presidente, non di

fargli lopposizione. Ma la rivoluzione in


corso non si ferma al repulisti di Goss. Bu sh ha ordinato di aumentare del 50 per cento il numero degli analisti e delle spie e,
contemporaneamente, di ampliare il ruolo
del Dipartimento della Difesa nelle azioni
coperte antiterrorismo e paramilitari che
tradizionalmente sono state di competenza
della Cia. Entro 90 giorni, la Cia dovr riferire alla Casa Bianca come intende miglio rare la sua performance antiterrorismo.
Poi c il progetto di legge di riorganizzazione delle attivit di intelligence, nato per
accogliere i suggerimenti della Commissione sull11 settembre. La legge incontra lopposizione di una buona par te dei deputati
repubblicani e, sottotraccia, anche del Pentagono, perch prevede listituzione di una
nuova figura dentro lAmministrazione, il
national intelligence dir ector, che avr il
potere di controllare il budget dei servizi e
di coordinare lafflusso delle infor mazioni
dalle varie agenzie.

In Iraq il Partito islamico minaccia di boicottare il voto e Zarqawi accusa di tradimento gli ulema. I guai vengono anche da fuori

La umma sunnita va in frantumi, emarginata perch in crisi


Roma. Abu Mussab al Zarqawi, via Internet, si scaglia polemicamente contro gli ulema sunniti iracheni, colpevoli, a
suo dire, di non avere spinto lintera umma musulmana a rivoltarsi contro lassedio e la presa di Fallujah: Oh ulema della nazione, ci avete tradito nelle cir costanze pi oscure. Ci
avete consegnato al nemico. Avete lasciato i mujaheddin ad
affrontare da soli la pi grande potenza mondiale. Fino a
quando lascerete lumma musulmana ai tiranni dellest e dellovest che stanno infliggendoci le peggiori sof ferenze, tagliando la gola ai mujaheddin, ai migliori figli della umma, e
che ci prendono le ricchezze? Centinaia di migliaia di mu sulmani hanno avuto la gola tagliata dagli infedeli per colpa
del vostro silenzio. Se non siete campioni del jihad, allora lasciate che a fare la guerra santa siano le donne!.
E evidente che con questo delirio, al Zar qawi tenta di gestire il disastro della peraltro scontata e certa sconfitta di
Fallujah, ma altrettanto evidente che si tratta soltanto di
uno sfogo infantile, pur nella tragedia, che ha per leffetto di
frantumare ulteriormente il mondo sunnita. E la riprova che
in nessuna crisi mondiale come in quella irachena si mai
visto un movimento in grado di sviluppare una potenza di fuoco e di distruzione cos imponente, cui non corrisponde per
nessuna capacit di gestione politica. Prima con Moqtada al
li dicono che deve difender e il ponte
e lui, che si chiama Lelio Zoccai e ha
G
ventanni, ci va. Perch un guastatore al-

pino, perch a Rossosch i russi stanno per


piombare sul comando dellArmir. Quando arrivano i fanti con la stella r ossa spara col suo mitragliatore. Per un momento
pensa davvero di poterli fermare. Poi i sovietici, che sono tanti, che sono tr oppi,
piazzano il mortaio. Arrivano anche i carrarmati, di quelli grandi col cannone,
quelli che sfondano le par eti e ti stritolano. I guastatori fanno quello che solo loro
sanno fare: correre, infilarsi sotto i cingoli, agganciare la mina magnetica.
Restano vivi in 50 su 135, gli tocca scappare come tutti gli altri, smar riti in una
lunga fila grigiover de che solca la neve
bianca. Lelio si perde, resta solo in un deserto bianco. Lo catturano i partigiani, lui
scappa, lo riprendono i regolari. Finisce
nel gorgo della prigionia. I campi sono
enormi, pieni di feriti che muoiono ab bandonati nei propri escrementi. Il cibo,
una sbobba di pesce marcio e verdure im-

Sadr, rapidamente isolato politicamente nella comunit sciita e poi sconfitto militar mente dalla coalizione, e oggi con i
ribelli del triangolo sunnita si constata quellincr edibile
differenziale tra forza militare e consistenza di strategia politica che rende difficile la ricomposizione della crisi. A fianco di una componente terroristica islamica, che non si rende
conto che la coalizione fa sul serio e che a Fallujah finir come il topo in trappola, si schierano i miliziani baathisti che
seguono la stessa logica suicida, uniti da ununica strategia:
la convinzione ideologica che i cr ociati siano deboli e vili
(che era anche quella di Saddam Hussein). Quando poi van no a sbattere nella loro determinazione, manca qualsiasi strategia di ricambio.
Purtroppo non molto diversa la situazione nelle compo nenti sunnite non eversive, che non riescono a svincolarsi
dallabbraccio mortale dellappello jihadista dei ter roristi.
Ecco allora che il principale par tito sunnita, (il Partito islamico iracheno, di Mohsen Abdul Hamid, che fa riferimento
al presidente Ghazi al Yawar, della grande trib degli Shammar) ha dichiarato ieri che forse boicotter il voto, se non
sar rimandato. In realt, questa presa di posizione pi una
dissociazione dallassedio di Fallujah, che un attacco di so stanza. Ma resta il fatto che anche in Iraq, come gi alla con -

LIBRI
Lelio Zoccai
PRIGIONIERO IN RUSSIA
188 pp. Mursia, euro 14.50
balsamate, ar riva ogni due o tr e giorni.
Chi non vuole r ubare o picchiare si adatta a masticar e aghi di pino, a far bollir e
pellicce. Mentre gli alpini cr epano, qualche altro italiano, che sta a Mosca da un
po, ci vede solo la concr eta espressione
di quella giustizia che il vecchio Hegel diceva essere immanente in tutta la storia.
Zoccai sopravvive come pu, fa finta di
essere un meccanico, ripara i cinturini
degli orologi delle guar die, strombazza
nella banda per avere un pezzo di pane in
pi. I russi ballano contenti, peccato che

ferenza di Sharm el Sheikh, par titi o governi sunniti (anche


Giordania ed Egitto) non sono in grado, di fronte alle proprie
opinioni pubbliche, disolare nettamente la strategia dei terroristi, e si limitano a una mediazione di bassa lega: il rinvio
delle elezioni, in piena sintonia con lunica tappa politica
chiara che hanno in mente al Zarqawi e i baathisti.
Questo pesante velleitarismo di tutte le componenti politiche sunnite irachene, anche quelle inter ne al processo democratico, il portato non soltanto della desertificazione culturale operata da Saddam Hussein, ma anche della pochez za di proposta politica che viene oggi dal mondo sunnita. La
Turchia, per prima, non riesce a espor tare un islam sunnita
che pure condiziona il partito al potere e interviene soltanto per porre pregiudiziali anti curde; la Giordania esporta soltanto limmagine di un giovane r e saggio, privo per di
proposte politiche coinvolgenti; lEgitto tenta soltanto di di sinnescare la bomba dei Fratelli musulmani e naviga sul la corruzione; lArabia Saudita esporta e importa in e dallIraq terrorismi e terroristi; la Siria ferma alla strategia
baathista. Lemarginazione dei sunniti iracheni a favor e degli sciiti non dunque una scelta di questi ultimi, ma il drammatico sintomo di una crisi epocale che attraversa il mondo
musulmano.

lui sappia suonare solo Giovinezza e Il


Piave mormorava. Finisce nel mirino del
commissario politico. Del resto c chi per
tornare a casa fir ma accuse contr o tutti.
Quelli come lui, che non vogliono puntare
il dito contr o nessuno, r estano a racco gliere cotone negli assolati campi del lUzbekistan. Quando finalmente lo la sciano andare il 1950, non gli risparmiano nemmeno un processo politico.
Questo lallucinante racconto che Lelio
Zoccai si deciso solo ora a pubblicare, a
partire dai diari scritti dopo il ritorno. Da
allora ha sempr e fatto limpr enditore,
chiudendo in un cassetto il passato che
nessuno voleva ascoltare. Lo riviveva solo
di notte, negli incubi che non lo hanno
mai abbandonato. Riaffiorano per anche
i ricordi di chi riusc, in tanto abisso, a
comportarsi da essere umano. Tra gli altri
quello terso e sognante di una ragazza
bionda, vestita di sacco, alla stazione di
Mosca. Credeva che il comunismo fosse
Garibaldi con la camicia r ossa e che in
Italia ci fosse sempre il sole.

OGGI Nord: nuvoloso con possibilit


di precipitazioni in serata. For mazione
di banchi di nebbia sulle zone pianeg gianti. Centro: molto nuvoloso su Toscana, Umbria e Lazio, poco nuvoloso sulle
regioni adriatiche. Sud: par zialmente
nuvoloso con schiarite su Sicilia e Calabria.
DOMANI Nord: molto nuvoloso, con
possibilit di qualche debole pr ecipitazione sui rilievi. Centr o: molto nuvoloso. Sud: molto nuvoloso sulle zone
del versante tirrenico peninsulare, con
sporadiche pr ecipitazioni sulla Cam pania.

ANNO IX NUMERO 327 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 26 NOVEMBRE 2004

Deputato ci titilla sullUcraina, la libert di Caruso, la sterlina di Felli e Tria


Al direttore - Il car cere di V oghera stava
stretto a Mesina. Evitabile e dimenticabile la
spaventosa battuta sul carcere di Voghera: lo
stretto di Mesina.
Gianni Boncompagni
Al direttore - Rispetto a Ciampi, il ministro
Castelli ha una diversit di vedute. La notizia
che il ministro Castelli ha delle vedute.
Maurizio Crippa
Al direttore - Commentando la nota biografia di Giovanni Agnelli scritta dallo storico Valerio Castronovo oggi arricchita di nuovi e in
parte inediti contributi (dai quali emer gerebbe che egli non solo assegn leducazione dei
nipoti a precettori di solida fede antifascista
quali Augusto Monti, Franco Antonicelli e
Massimo Mila, ma finanzi anche di nascosto

la resistenza par tigiana nella r epubblica di


Sal) il Corriere della sera di marted scorso
ne deduce tra laltro che il fondatore della Fiat
accett il fascismo per convenienza e per pragmatismo: ma al di l di una benemerita frase
(devo pur dare da mangiare a duecentomila persone. E mi debbo piegare) non dato alla fine saper e granch sullentit di quella
convenienza in nome della quale il pi grande industriale italiano accett la dittatura
per pi di ventanni e cio fino al cr ollo definitivo. E sperabile magari che lo storico Castr onovo ce ne renda conto in una eventuale edi zione ulteriormente aggiornata della sua bio grafia ?
Duccio Trombadori
Al direttore - LUcraina ribolle. Ue, Usa, Nato chiedono lo svolgimento di nuove elezioni

denunciando i brogli del partito di regime filorusso. Il paese rischia la guer ra civile. Osservo
incuriosito i media italiani. Repubblica r elega
lUcraina in 14ma pagina, il suo gior nale in
penultima. Daltronde un popolo che scende in
piazza anelando la N ato e la Ue non
trendy come la resistenza irachena o le due
Simone e sfugge allo schema amico/nemico di
certa sinistra confor mista. E questo vale per
Rep. (come voi mirabilmente la chiamate).
Non capisco, invece, la vostra penultima pagi-

na. Non vorrete mica, proprio voi, compiacere


lamico Putin? Certo di un vostro clamoroso recupero arancione, i miei migliori saluti.
Gianni Vernetti, deputato della Margherita

Alta Societ

Al direttore - Sono sicuro che si schierer a favore della libert di Francesco Car uso di poter
dire tutte le cose assur de che dice senza temer e
di essere condannato al pr ocesso di Cosenza:
spero che Bertinotti non sia lasciato solo a di fendere questo basilare principio liberale!
Gennaro dAndria, via Internet

Tatler pubblica la lista dei Golden Ol dies. In testa c Sir Mick Jagger. Ottima scelta.

Sabato scorso lUcraina in pagina tr e.


Marted scorso in pagina I dellinserto. Mercoled in prima pagina, come oggi. Ieri era
in terza. Il gior nale, inser ti a parte, di
quattro pagine. Perch non prova a leggerlo, gentile onorevole?

Sono sicuro anchio. Libert di dire, naturalmente, il fare pi complicato.


Al direttore - Come hanno ben notato nel loro diario i due economisti Felli e T ria davvero sorprendente la crescita del Regno Unito negli ultimi quattro anni rispetto allar ea euro.
Ricordo decine di articoli scritti prima e dopo
lintroduzione dell'euro sulla fine certamente
triste delleconomia britannica: dicevano in fatti che le aziende straniere sarebbero scappate dal Regno Unito e che la piazza finanziaria
di Londra (la cara vecchia City) sar ebbe divenuta marginale (peggio di Milano). Invece il
denaro va dove possibile impiegarlo meglio.
Buona lezione per lItalia e per Berlusconi:
non dia r etta a nessuno, tagli le tasse il pi
possibile e pi in fretta possibile.
Federico Baldini, via internet

I trotzkisti di An
Economia sociale di mercato
e socialismo tricolore. Con
richiami a Disraeli e Bismark
(segue dalla prima) Alleconomia sociale di
mercato e al socialismo tricolore (che anche il titolo di un altro libro scritto da Accame nel 1983, mentre il craxismo avvicinava senza pruriti luniverso missino), la destra alemanniana mescola il conservatorismo anglicano di Benjamin Disraeli, la critica anticapitalistica di Thomas Carlyle, il
nazionaldirigismo di Bismarck, il volontarismo rossobruno fiorito nella Germania guglielmina e il sindacalismo nazionale di Enrico Corradini. Aggiunge anche, e in alto dosaggio, alcune suggestioni provenienti dalla
dottrina sociale della Chiesa. Nel suo libro
Accame invita a leggere le encicliche di Pio
XI (Quadrigesimo anno, 1931), di Giovan ni XXIII (Mater e Magistra, 1961) e di Giovanni Paolo II (Laborem exercens, 1981, e
Centesimo anno, 1991). Di queste encicli che Accame ha enucleato ed enfatizzato i
toni ostili alla prevalenza del capitale e i
passaggi orientati invece alledificazione di
una societ del lavoro, dellimpresa e della partecipazione. E un dato culturale si gnificativo, questo, che trover un preciso
riscontro politico nellintesa tra la destra sociale e spezzoni post-democristiani confluiti in An e nellUdc, oppure orbitanti attorno
al paesaggio sindacale e del volontariato.
Per giungere al traguardo, occorso un lavoro che lo stesso Alemanno, e gli aleman niani, definiscono con categorie metapolitiche di tipo gramsciano.

Dal rautismo al dopo-Fini


Alemanno studia da capo di partito e ministro del Lavoro da almeno quindici anni.
Da quando, segretario del Fronte della giovent, divent il responsabile del dipartimento per le politiche economiche e sindacali del Msi. Il percorso del leader della Destra sociale, tuttavia, non si decritta se non
a partire dalla figura dellex segretario missino Pino Rauti, che di Alemanno anche
suocero. Per i militanti missini il rautismo
stato il secondo nome della cultura che risiede alla sinistra del post-fascismo r epubblicano. Cultura quintessenziata in un ma re non grande e poco incline allelaborazione ideale, ambiziosa e mobilitante in termini di iniziative editoriali e librarie, ma incapacitante al netto delle controversie di
partito contro la dirigenza almirantiana,
prima, e poi finiana. Teorico di un gramscismo nero, nazionalpopolare e fascista al
contempo, di Rauti in An si dice ancora che
fosse un perfetto nocchiero di anime giovani, prelevate dallo squadrismo e traghettate nellisola abbandonata di unintellettua lit inconcludente. Alemanno gi rautia no nel 1977, quando emergono la corrente
Linea futura e la N uova destra di Marco
Tarchi. Alemanno segue Rauti nellesperienza dei Gruppi di ricerca ecologica (i primi Verdi di destra), nellesperienza svecchiante dei campi Hobbit e cos via fino alleclissi del rautismo. Alemanno si congeda
da Rauti con la vittoria del Polo nel 1994,
conservandone dopo la palinodia di Fiuggi
(1995) leredit sociale e il blocco militante
su cui si innestato il populismo di Francesco Storace. Da quel momento il progetto
gramsciano riprende quota attorno a una
corrente sociale che influenza a ondate la
linea del partito. Nel 95 Fini dichiara che
Alleanza nazionale anzitutto una destra
sociale e legittima Alemanno nella pr etesa che An rappresenti lanima sociale del
centrodestra. Un anno dopo il Polo, senza
la Lega, perde le politiche. Per An inizia
una breve stagione di autoanalisi. Per la destra sociale un arretramento di posizione.
Fini vagheggia una svolta liberal-liberista e
la sua classe dirigente viene riunita a San
Martino del Cimino, dove i professori di
Forza Italia le negano il cer tificato di sana
e robusta costituzione liberale. Messo allangolo da colleghi di par tito e alleati, nel
marzo del 1996 Alemanno risponde fondando Area, tribuna mensile di tutti coloro
che si contrappongono alla trasfor mazione
in senso liberista del partito. La direzione
della rivista affidata a un ex militante extraparlamentare degli anni Settanta, Marcello De Angelis. Da Area si irradiano, non
sempre condivise dal ministro, battaglie europeiste e filo-palestinesi, alter mondiste e
anti-Ogm. Per farsene unidea, basta scorrere gli editoriali di De Angelis scritti dal 96
a oggi e appena raccolti (Otto anni in area
di rigore, Il Minotauro). Tra i quali colpisce
quello dellaprile 2003, con la seconda guerra del Golfo appena iniziata: poche righe
senza titolo su sfondo nero luttuoso nelle
quali sinvoca il silenzio. Parallelamente al
lavoro di Area, Alemanno allarga la sfera
dinfluenza intensificando la collaborazio ne con gli ex dc Publio Fiori e con Rocco
Buttiglione. Lamicizia con questultimo la
chiave daccesso per la penetrazione nellassociazionismo cattolico. Quella con Gaetano Rebecchini apre le porte del Vaticano.
Quella con Massimo Pini avvicina ambienti
ex socialisti. Quella con il segretario dellUgl, Stefano Cetica, consente un discr eto
controllo sul sindacato ex missino. Sulla fedelt del segretario dellInail, Maurizio Castro, si basa il consolidamento dei gi buo ni rapporti con banche e imprese (ieri, in un
convegno a Milano, lincontro ufficiale tra
Alemanno e la finanza ulivista rappresentata da Corrado Passera). La ricaduta interna agli equilibri del partito si avverte presto. La svolta elettorale del 2001 permette
infine ad Alemanno di gestire un potere
crescente che proviene dalla guida del ministero dellAgricoltura (anche se lui, no to, puntava al Tesoro) e del Corpo forestale
dello Stato. Un potere coltivato allinsegna
dellintervento pubblico (con almeno due
grandi tornate di assunzioni) e dellideologia concertativa (vedi la mediazione sullarticolo 18). Un modello che piace a Confindustria e Banca dItalia, agli udc e alla sinistra; che ha sedotto nuovamente Gianfranco
Fini e sul quale a luglio inciampato il thatcherismo di T remonti. Ora che Fini in
uscita dicono gli alemanniani la destra
sociale muover allassalto del partito.

ANNO IX NUMERO 327 - PAG I

Una porta a oriente


Il ministro degli Esteri Gul ci spiega
che la Turchia rafforzer lEuropa.
Unica soluzione: piena adesione
Roma. Sostiene il ministr o degli Esteri
turco, Abdullah Gul, che la soluzione alternativa alladesione a pieno titolo della T urchia nellUnione europea non esiste. Lo di ce in una conferenza stampa a lato del Forum di dialogo italo-turco, che si tenuto ieri a Roma, seduto accanto al ministr o degli
Esteri Gianfranco Fini, alla sua prima assoluta in Italia. Risponde cos a chi, come lex
presidente della Convenzione eur
opea
Valry Giscard dEstaing, sul Financial T imes, propone una semplice par tnership
privilegiata, per ch Ankara, spiega, una
partnership privilegiata con Bruxelles lha
gi: lo provano i molti accordi sulla sicurezza, leconomia e lo sviluppo comuni. La nuova Europa, come la vorrebbe Gul, dovrebbe
arricchirsi di nuove esperienze e culture. La
Turchia pu contribuire in questo senso, assicura. Il ministro degli Esteri turco ha chiesto che i negoziati dadesione possano ini ziare nei primi sei mesi dellanno prossimo.
La decisione sar pr esa il 17 dicembr e, al
Consiglio europeo.
Dopo la conferenza stampa, prima delli nizio dei vari workshop, che pr oseguiranno
oggi, il ministro turco ha detto al Foglio che
Ankara pu aiutare lUnione anche sul fronte della lotta al terrorismo. La T urchia, infatti, una nazione a maggioranza musul mana ed un paese dinamico. La sua en trata nellUnione sar un segnale molto
forte per tutto il mondo. Ankara condivide
i valori dellEuropa, assicura Gul. Infatti la
Turchia ha innalzato negli ultimi anni i suoi
standard democratici, abolendo per esem pio la pena di mor te e rafforzando le sue
leggi contro la corruzione. Dice il ministr o
Gul che il r uolo politico dellUnione eur opea a livello inter nazionale, con laiuto di
Ankara, sar molto pi forte. Sar possibile lapertura dellEuropa al medio oriente e
al Caucaso. Bruxelles avr cos unimportante influenza sulla pace globale.
Gul, in confer enza stampa, aveva detto
che viviamo in un mondo in cui i confini fisici non hanno pi senso, che si stanno ri creando le fr ontiere della nuova Eur opa,
che sar caratterizzata dal pragmatismo. Ma
se Ankara un gior no entrasse a far par te
dellUnione a pieno titolo, lEur opa sbarcherebbe in medio oriente. I suoi vicini sa rebbero Iran, Iraq e Siria e le turbolenze
della politica levantina, gi molto vicine oggi, sarebbero realmente alla porta di casa.
In questo caso la T urchia sarebbe investita
di un ruolo tuttaltro che marginale nella politica estera dellUnione. Lo sa Gul, che al
Foglio spiega che Ankara conosce molto
bene i paesi del medio oriente, i lor o caratteri e gode di tanto rispetto nella regione.
La Turchia uno dei pochi Stati della zona
ad avere ottime relazioni sia con Israele sia
con i palestinesi. Entrambe le par ti sono
contente di questi rappor ti, fanno di tutto
perch si consolidino e spingono per ch
Ankara svolga un ruolo pi attivo per quanto riguarda il processo di pace.
C un terzo fronte, quello siriano
Pochi gior ni fa linviato delle N azioni
Unite per il medio oriente, Terje Roed-Larsen, al termine di un incontro con il rais di
Damasco, Bashar al Assad, ha fatto saper e
che la Siria disponibile alla ripr esa dei
negoziati di pace con Israele, inter rotti nel
2000. Senza condizioni. Israele per scettico. Il ministero degli Esteri di Gerusalemme ha archiviato la dichiarazione dicendo
che i siriani reagiscono cos perch hanno
le spalle al muro, dopo le sanzioni imposte
dagli Stati Uniti a maggio e il voto dellOnu
per il ritiro delle forze armate di Damasco
dal Libano. Al Foglio Gul ha detto che le
relazioni della T urchia con la Siria sono
molto sviluppate e che c uniniziativa di
Ankara per coinvolger e Damasco nel pr ocesso di pace. Per ora sono soprattutto le relazioni economiche a esser e attive. Il pr emier T ayyp Erdogan si r echer infatti a
met dicembre in Siria, alla testa di una delegazione di 300 impr enditori tur chi, per
colloqui sullo scambio commer ciale tra i
due paesi.
A far emergere ancora di pi limportanza geopolitica della Turchia ha contribuito
senzaltro il complicato dopoguerra iracheno. Ankara, da sempre porta e cerniera tra
Europa e Asia, medio oriente e Balcani,
Caucaso e Mediterraneo, alleato di ferro
degli Stati Uniti, cer ca oggi il suo r uolo di
nuova potenza regionale attraverso gli sforzi del suo attivo leader Erdogan. Ma con il
conflitto in Iraq tornata in primo piano la
questione curda. La caduta del regime di
Saddam Hussein ha fatto nascere ad Ankara preoccupazioni per uneventuale cr eazione di uno Stato cur do indipendente, capace di destabilizzare internamente la Turchia, dove i problemi con la minoranza curda sono ancora pi che vivi. In questi ulti mi mesi in Iraq si costituito un movimen to per un referendum teso a rivendicare il
diritto dei curdi allautodeter minazione.
Ma a prevalere il realismo politico di leader curdi come Jalal Talabani, dellUnione
patriottica del Kurdistan (Upk), e Massud
Barzani, del Partito democratico del Kur distan (Pdk). I curdi hanno infatti abbandonato lobiettivo dellindipendenza, ma esi gono la fine della caratterizzazione araba
dellIraq e la costituzione di una regione federata del Kurdistan, lasciando nellambiguit il suo carattere etnico o geografico.
Questa ambiguit, secondo Ankara, peri colosa, perch i curdi chiedono che la capitale della regione sia Kirkuk. A Kirkuk
c una situazione particolare spiega il
ministro Abdullah Gul una zona petr olifera in cui vivono insieme arabi, cur di e
turchi. Infatti la legislazione irachena riconosce questo statuto particolare della citt,
che per fa parte dellIraq. Si terranno elezioni non soltanto per la costituente, ci saranno anche le amministrative. Noi speriamo che tutto proceda secondo il calendario
e ci auguriamo che questo pr ocesso politico in Iraq non venga mai inter rotto.
Rolla Scolari

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 26 NOVEMBRE 2004

Meno tasse. Pure Francia e Germania bussano a Bruxelles


ulla riduzione delle tasse in Italia si gioS
ca una partita politica decisiva, nella
maggioranza e tra maggioranza e opposizio-

ne. Tra gli argomenti impiegati per contrastare la riforma, uno dei pi frequenti che
essa ci allontaner ebbe dallEuropa. In
realt i principali paesi di Eurolandia sono
tutti impegnati in una pi o meno sotter ranea competizione fiscale, che si svolge su
due fronti. Da una parte si cerca di indurre
i paesi dellEur opa orientale, appena en trati nellUnione, a ridur re il loro differenziale fiscale, che li mette in posizione di netto vantaggio nellattirar e gli investimenti
dallestero. Su questo obiettivo si particolarmente distinta la Francia, che in un pri mo tempo, aveva convinto la Ger mania a
proporre che i paesi dove gi esiste una
pressione fiscale inferior e fossero esclusi
dagli aiuti comunitari per le ar ee depresse
e per lagricoltura. Ma alla fine la Ger mania, che temeva di veder sfumar e in questo
modo la sua egemonia economica sullarea,
si sfilata e il progetto naufragato.
A quel punto la questione della concorrenza fiscale si trasferita nei fronti interni, e cos Germania, Francia e Spagna, oltre
allItalia, hanno scelto la politica dei tagli,

che quindi in Europa tendono a diventare la


regola, non leccezione come sostengono gli
oppositori della rifor ma italiana. Daltra
parte la leva fiscale, una volta messa in co mune quella valutaria, lunico str umento
classico di politica economica che i gover ni
nazionali possono maneggiare. Sono peraltro quasi costr etti a farlo per gli ef fetti indotti dalla politica monetaria inetta esercitata dalla Banca centrale europea. LEuropa
dei banchieri, col pr etesto di una lotta al linflazione che non c, ha depr esso leconomia produttiva, che deve vender e i prodotti, merci o servizi, in una competizione
internazionale in cui gli altri usano lo strumento monetario in modo attivo e aggr essivo. In compenso ha favorito lintermediazione finanziaria, tant vero che in un panorama di generale stagnazione, solo gli istituti
di credito, in Europa, hanno registrato una
crescita del reddito: il 9 per cento rispetto
allanno in corso.
Probabilmente i gover ni si stanno pen tendo di aver messo il potere economico europeo in mano ai banchieri, che spesso fini scono per arricchire solo le banche a spese
delle imprese. Ed per questo, nonostante
le rituali difese del patto di Maastricht, che

la richiesta di discutere della sua revisione


avanzata da Silvio Berlusconi ha colpito nel
segno. Daltra parte quelle regole non sono
state rispettate da Francia, Ger mania, Grecia e Portogallo, e questanno saranno violate anche dallOlanda. La Spagna socialista,
che ha ereditato una r obusta stabilit dei
conti pubblici dal gover no precedente, per
questanno arriver a ridosso del fatidico 3
per cento nel rapporto tra deficit e prodotto
interno, il che fa prevedere che lo superer
lanno prossimo.
Per cercare di uscire dalla stagnazione i
principali governi, in attesa di riveder e il
patto monetario che strangola leconomia,
puntano a ridurre limposizione fiscale per
liberare risorse per consumi e investimenti.
Gerhard Schrder, il cancellier e socialdemocratico, per contrastare la disoccupazione (in Germania superiore al 10 per cento)
ha lanciato lo slogan meno tasse eguale pi
lavoro, che sembra una sintesi del Berlu sconi-pensiero, e ha annunciato che a partire dal gennaio dellanno pr ossimo, che
quello che precede le elezioni, le aliquote
dellIrpef caleranno, le minime al 15 per
cento, le massime al 42, mentr e la no tax
area sar di 7.600 euro per i single, 15 mila

per le coppie. Anche in Germania la sinistra


e lestrema destra hanno attaccato la ridu zione dellaliquota massima di 3 punti, ma
senza successo. In Francia, dove una rifor ma era gi stata attuata da Alain Jupp, il
premier Jean-Pierre Raffarin promette di ridurre lIrpef nel 2006, ma forse per allora ci
sar un altro al suo posto. Intanto ha deciso
una linea di controllo autarchico degli investimenti stranieri in sette settori strategici,
una misura protezionistica assai poco eu ropea. Se questa misura, contraria ai trat tati, non funzioner, lunica via rester quella della competizione fiscale, cio dei tagli.
In Spagna il governo sostiene lesigenza di
ridurre lIrpef, ma il segr etario di Stato al
Bilancio, Miguel Angel Fernandez Ordonez,
ha spiegato che, per farlo, bisogner inter venire sulla selva di deduzioni e di facilita zioni concesse a varie categorie. Ha aggiun to che non si legifera contro il 90 per cento
dei cittadini, riprendendo, un po sarcasticamente la tesi zapateriana che nella mag gioranza risiede la verit. Ma quando le spese concesse alle autonomie per aver e i voti
dei partiti regionali avranno portato al dissesto, si dovr ridiscutere tutto.
Sergio Soave

La lettera di Berlusconi a Balkenende


Signor Presidente, caro Jan Peter,
come ho avuto modo di sottolineare con
i miei inter venti nellultimo Consiglio
Europeo, occorre riflettere insieme sulla
nostra situazione economica.
Stiamo per dendo sempre pi terreno
nei confronti degli Stati Uniti e dei Paesi
emergenti. Rischiamo di finir e ai margini della globalizzazione economica. Lo
stesso processo di Lisbona, pensato appe na quattro anni fa e in un contesto inter nazionale completamente diverso, non
riesce a decollare.
Bisogna pr endere atto con r ealismo
che:
- il nostro commercio estero condizionato dalleccessivo appr ezzamento dellEuro;

- gli investimenti, soprattutto quelli


in infrastrutture, vengono spesso
sacrificati per rispettare i vincoli
del Patto di Stabilit e di Cr escita;
- lo sviluppo eur opeo frenato da
una domanda interna debole;
- le riforme strutturali, da tutti au spicate e da molti introdotte anche
con notevoli sacrifici, non paiono
sufficienti ad innescar e circuiti
virtuosi di ripresa;
- la politica monetaria della Banca
Centrale persegue quasi meccanicamente lobiettivo della lotta con tro linflazione, anche se questul tima ha smesso di esser e un problema in quasi tutti i Paesi.
Negli ultimi anni il mio Paese ha sem -

pre rispettato, grazie ad enormi sforzi, gli


impegni assunti in sede eur opea. Lo ha
fatto con quello spirito eur opeista che ci
ha sempre contraddistinto: dal Trattato di
Roma del 1957 alla firma della Costituzione Europea.
AllEcofin del 5 luglio del 2004, mi sono impegnato personalmente per ch lItalia continui a contenere il proprio deficit entro il limite del 3 %.
Nei mesi passati, anche su stimolo eu ropeo, abbiamo realizzato profonde e difficili riforme strutturali: da quella del mercato del lavoro a quella previdenziale.
Credo sia urgente una riflessione sugli
effetti che la rigidit del Patto pu pr ovocare sul funzionamento delle nostre economie perch, con lattuale sistema di interpretazione e di applicazione del Patto,

gli Stati e i gover ni risultano ingabbiati


in uno schema troppo rigido.
In particolare, i vincoli del Patto, che si
applicano anno per anno, non consentono
ai governi di operare in funzione del ciclo
economico.
Sono cos impedite le politiche espan sive nelle fasi di bassa cr escita e non esistono incentivi al par eggio di bilancio
nelle fasi di sviluppo.
Per queste ragioni, anche al fine di av viare per tempo una proficua discussione
durante la prossima sessione di dicembre,
Ti prego di portare a conoscenza di tutti i
colleghi la mia richiesta di iscriver e allordine del giorno del Consiglio Europeo
del marzo 2005 il tema in oggetto.
Un forte abbraccio
Silvio Berlusconi, 23 novembre 2004

Due antichi riformisti ex Pci si dividono su tasse, giustizia e libert


Milano. Si discute molto di tasse collegate
agli effetti sullo sviluppo, alle risorse dispo nibili, alle compatibilit e alla risposta del
mercato. Ma la questione fiscale anche problema di valori. Il segretario della Cisl Savi no Pezzotta ne parla come di scelta morale.
Per altri le tasse devono premiare o punire i
comportamenti degli imprenditori. Anche
nella tradizione del rifor mismo socialista,
messa in crisi da T ony Blair, le tasse sono
elemento di redistribuzione del reddito, la
via per unuguaglianza e una giustizia socia le che prescinda dai metodi dei rivoluzio nari, dalle dittature del proletariato. Il Fo glio ha chiesto che cosa pensano oggi della questione fiscale a due esponenenti della
pi classica tradizione rifor mista del Pci,
quella milanese lombarda, e che hanno di varicato i loro destini: Antonio Panzeri, gi
segretario della Camera del lavor o di Milano, eurodeputato ds; Piero Borghini, gi
condirettore dellUnit (e, successivamente,
sindaco di Milano), assessor e nella giunta
di centrodestra di Roberto Formigoni.
Pochi dubitano che il pubblico impiego
sia fonte di sprechi, tagliare le tasse non
innanzi tutto il modo per non fare bere il cavallo, per costringere a tagliare la spesa e il
numero di dipendenti pubblici, lunica via
seria per battere unaggueritissima corporazione?
Panzeri: A parte il giudizio che do sulla
capacit del governo in carica di ef fettuare
manovre sensate, in cui ci siano ef fettivi tagli del fisco e non solo partite di giro. Co-

munque, per gestire processi complessi come


quello della razionalizzazione del pubblico
impiego, c bisogno di pr ogetti non di gesti
simbolici o di r ottura. Questa lunica via
possibile per evitare di finire nei pantani corporativi. E soprattutto per riguadagnar e un
clima di fiducia che sostenga le manovre economiche. Non solo questione di consenso
verso il governo, c bisogno che vi sia fiducia
anche in chi vota contr o sul fatto che le scel te della maggioranza abbiano un senso. Altrimenti sono gli stessi compor tamenti individuali, i consumi, i rispar mi, a vanificare le
manovre. Questa fiducia oggi non c, la ma novra non solo impasticciata ma nelle con dizioni attuali diventa impossibile.
Borghini: Senza dubbio ci vuole un pr ogetto per cambiare lItalia, senza dubbio solo
su un progetto si rilancia fino in fondo il Paese. Ma oggi ci vuole una scossa, che indichi la
direzione. Poi seguir il processo. Oggi lItalia
in qualche modo nelle condizioni dellIn ghilterra anni 70 e richiede una cura come
quella di quel periodo: chiusure di miniere,
dei centri di costo insopportabili come allora
era ledilizia pubblica ( Mar gareth Thatcher
regal le case popolari agli inquilini), taglio
dei sussidi di disoccupazione, privatizzazioni
di tutti i tipi. E soprattutto un radicale taglio
delle tasse. Questo serv allora e ser ve ancora. Poi verranno i progetti come quelli per cui
oggi Blair pu chiedere addirittura piccoli incrementi fiscali. Ed una politica che si pu
fare anche da sinistra: cos successo in Nuova Zelanda con il governo laburista.

Tradizionalmente i sindacati hanno sostenuto la centralit della domanda interna come


volano della crescita. Ora che il governo rilancia la domanda con il taglio della tassa sui redditi personali, la sinistra si allinea a chi chiede
interventi in favore delle imprese. Come mai?
Panzeri: Naturalmente lideale tagliare
sia le tasse sui redditi personali sia quelle
sulle imprese. Sto parlando astrattamente
non delle proposte del governo che mi sembrano un depistaggio. Comunque oggi non si
esce dalla situazione di stagnazione vir tuale
puntando solo sulla domanda. Con un euro
cos forte non esistono i cir cuiti virtuosi su
base nazionale. Vanno premiate fiscalmente
le imprese che investono e innovano: per
competere sui mercati globali c bisogno
dimprese pi produttive. Comunque non
condivido lidea di un centrodestra che taglia
le tasse e un centr osinistra che le mette (an che se ci sono posizioni del mio campo, e che
non condivido, per nuove tasse patrimoniali).
Per quel che riguar da limposta sui r edditi
personali si tratta di sapere come si taglia: secondo me il punto principale su cui intervenire il cuneo fiscale, la differenza tra il salario netto e quello lor do del lavoratore cos
si premia impresa e lavoro
Abbattere i cunei fiscali
Borghini: Certo, oggi la domanda sem pre pi globale. Ma anche i pr oblemi di produttivit diventano globali. Se abbatti i cunei
fiscali devi fare un salto culturale nelle politiche retributive, devi ottenere in cambio un

sistema di contrattazione che ne tenga conto


e agevoli la competitivit.
Si detto di spesa pubblica e domanda interna, ma tagliar e le tasse sui r edditi personali significa anche far ar retrare lo Stato. E
un obiettivo auspicabile?
Panzeri: Alla fine i compor tamenti individuali da soli non sono decisivi, i pr ocessi
vanno governati. Lo Stato deve controllare e
verificare. Si visto con la legge sul sommerso: gli incentivi da soli non bastano senza pi
intervento dello Stato
Ma si constatato che abbassando le ali quote per le rendite finanziarie, scelta fatta
solo qualche anno fa, dal 50 per cento della
cedolare secca al 12,5 non solo cr ollata levasione ma aumentato il gettito.
Panzeri: Levasione va innanzitutto contrastata. Su questo sono daccordo con Tabacci.
Ma Tabacci parla anche di deducibilit di
pi voci possibili: un controllo sociale pi che
repressivo. Borghini: Questa la chiave: tra
lo Stato il mercato c la societ. Tagliare le
tasse non significa affidarsi solo al mercato
ma anche alla societ e ai suoi corpi. Panzeri: Eppure senza un governo pubblico, con la
spontaneit dei compor tamenti la societ
non funziona.
I due antichi riformisti ex Pci trovano qui
il loro punto di divisione: per Panzeri la li bert per sposarsi alla giustizia sociale va governata (da qui una certa politica fiscale), per
Borghini la libert ( e quindi il taglio priori tario delle tasse) la molla che fa scattare tutto il resto.

Moins taxes pour tous, parola di Chirac (frenato da Sarkozy e centristi)


Parigi. Marted, il primo ministro JeanPierre Raffarin ha dichiarato che il gover no
riprender la politica di tagli alle tasse gi nel
bilancio dellanno prossimo, e questo grazie
ai nuovi margini di manovra dovuti alla crescita economica. Nicolas Sarkozy non ha an cora dato le dimissioni da ministro dellEconomia, previste per luned 29 novembre, che
gi Raffarin intende riprendere il filo della
diminuzione della pressione fiscale, spezzato
da Sarko al suo arrivo a Bercy, lo scorso aprile. Il fatto che sia Raffarin, per conto del
presidente Jacques Chirac, sia Sarkozy hanno
tenuto conto di fattori diversi e contingenti, legati sia alla politica economica del paese e alla congiuntura sia alle strategie personali dovute alle ambizioni incrociate del ministro
dellEconomia e di Chirac.
Durante la campagna elettorale, nel 2002,
il presidente francese aveva pr omesso di diminuire di un terzo limposta sul reddito nei
cinque anni di governo. Forse per smentire
la voce che da anni gli attribuisce una cinica
battuta: Le pr omesse non impegnano che
quelli che ci credono, Chirac ha davvero cercato di mantener e fede agli impegni, e nel
biennio 2002/2003, per ridare ossigeno alleconomia, ha chiesto e ottenuto che il governo
riducesse limposta sul reddito di quasi il dieci per cento. Questa scelta ha poi por tato il
deficit di bilancio del 2002 al 3,2 per cento e
al 4,2 nel 2003. La Commissione europea alz
allora il dito e fece gli occhi cattivi. Senza successo, perch lallora ministro dellEconomia
francese, Francis Mer, difendendo la sovranit parigina nelle scelte di bilancio, in una
riunione dellEcofin si rifiut di fir mare un
impegno comune per ripor tare allo 0,8 per
cento, entro il 2006, il deficit tendenziale. Su
questo, Le Monde chiese un par ere a Romano Prodi. Il presidente della Commissione rispose dicendo che il Patto di stabilit era
stupido perch troppo rigido. Scalpore.
Prodi cerc poi di spiegarsi meglio e, per rendere le cose pi chiar e, precis che il Patto
era s stupido, ma anche utile.

Nel frattempo Jean-Pierre Raffarin, a proposito delle critiche della Commissione al deficit del bilancio francese, aveva detto in di retta televisiva: Il mio primo dovere non di
risolvere equazioni contabili o problemi di
matematica perch questo o quellufficio in
questo o quel paese sia soddisfatto aggiun -

gendo, per essere ancora pi chiaro Bisogna


paragonare la Francia ai suoi concorrenti; gli
Stati Uniti, il Giappone, la Ger mania. Abbiamo tutti, pi o meno, lo stesso deficit. Anzi,
Stati Uniti e Giappone hanno un deficit pi
importante del nostro, ma la loro crescita
pi forte. A chi gli faceva notare che la Fran-

cia rischiava sanzioni, Raf farin, evidentemente preoccupatissimo, rispose con un gesto della mano, come per scacciar e una mosca. I ministri dellEconomia dellUnione poi
hanno addirittura scelto di sospender e la
procedura dinfrazione contro Francia e Germania. Questo era il quadro. Chirac, deciso a
realizzare la promessa elettorale, era soste nuto da Alain Jupp, allora pr esidente dellUmp, che si diceva favor evole a una nuova
diminuzione della pressione fiscale, e dallex
primo ministro, Edouard Balladur.
La prudenza dellUdf
I centristi erano allora pi prudenti:
Pierre Mhaignerie, presidente della commissione finanze dellAssemble Nationale,
non considerava ragionevole la diminuzione
delle imposte; Jean Arthuis, centrista pure
lui e presidente della commissione Finanze
del Senato, disse: La Francia non ha i mezzi per ridurre la pressione fiscale. Stessa
cosa per Franois Bayrou, presidente dellUdf, il partito centrista per antonomasia,
che non si capisce mai se nella maggioranza o allopposizione e torner a farsi sentire ora, che chiedeva al governo di rinunciare al taglio delle imposte.
Poi, in aprile, al ministero dellEconomia
arrivato Nicolas Sarkozy, che ha convinto
Chirac di quanto fosse meglio, per il pr estigio e il credito della Francia in Europa, e
magari per un anno soltanto, far e una pausa. E pausa fu. Sarkozy, con misure puntuali
e senza riforme strutturali, riuscito a far
passare il deficit dal 4,1 per cento al 2,9. Per
questanno il bilancio francese a posto, ma
se le cose rimar ranno come ora il pr ossimo
anno il deficit torner inevitabilmente sopra
il 3 per cento. Ma non importa perch nel
frattempo: la Commissione contenta; Chi rac contento; Sarkozy contento. E anche
Raffarin contento, perch pu annunciare
la riduzione dellimposta sul reddito gi per
lanno prossimo. Applausi.
Gianluca Arrigoni

Donna s, Condi no
La Ravera vuole sparare alla Rice
ma il coro contro il nuovo
segretario di Stato non unanime
Roma. Lidia Ravera, in quanto pacifista e
femminista, ha un sogno: sparare un colpo in
testa a Condoleezza Rice, con dolcezza. Ha
scritto proprio cos, nella sua r ubrica sullUnit: In quanto femminista, lo sparerei direttamente a lei, il colpo. E come un qualunque
misogino frequentatore di caserme e del piacere solitario davanti ai calendari, lei che da
sempre teorizza la superiorit antr opologica
della sinistra, (una diversa sensibilit, lha
scritto spesso), ha usato contro una donna, nera, ma di destra, potente e bushista, lar gomento orrido e abusato delle mestr uazioni
che non vengono pi, della menopausa che
annebbia un po la mente: Condoleezza Rice,
certamente afflitta da una vita di mestruazioni a cui, probabilmente, data let, seguita la
mai troppo rimossa menopausa eccetera eccetera. Ha riportato in vita allimprovviso, per
troppo odio, ci che ogni donna, anche post
femminista, menefreghista, magari maschilista, immediatamente ficca nel contenitor e
becerume, tutto quello contro cui la Ravera
di certo ha lottato, manifestato, urlato e riempito pagine sullUnit. Spesso continua a far lo, ma adesso, e con un articolo solo, tra laltro
dal titolo Fa qualcosa di sinistra ha spo gliato il suo femminismo e lha lasciato nudo
e fasullo: viva le donne, ma solo se sono identiche a me, lidiaraveriste con il sacrosanto disprezzo verso questa qui, con quelle guan cette da impunita. Perch a Condoleezza, fulgido esempio di femmina
che ha conquistato tutto
da sola, dai sobbor ghi
dellAlabama dove la
segregazione razziale fu durissima a morire,
la femminista Ravera
non concede nemmeno la
dignit
di persona, ma la
infila nella categoria, da lei
creata, di
donne-scimmia, ancora peggio delle
donne-oggetto, un miserabile genere di femmine da offendere, emarginare, magari sparare. Anche per le mestr uazioni e la menopausa. Del resto laveva detto, quando le chiesero se, come donna, era contenta che final mente una donna, per di pi nera, per di pi
povera, avesse fatto tanto strada, cinquantanni e segretario di Stato: Sono agghiacciata,
aveva risposto. Anche Lella Costa era ag ghiacciata, e Rossana Rossanda pur e, tanto
che sul Manifesto di domenica scorsa scrisse
lefferata Condoleezza Rice. Nessun or goglio di genere, nessun rispetto per il nemico,
ma nemmeno nessuna solidariet femminile
per un riscatto conquistato coi sandali pescura ai piedi e i libri in mano, in un posto in cui
la prima volta che, ragazzina, entr con i suoi
genitori in un ristorante fino ad allora riser vato ai bianchi, tutti smisero di mangiare e la
osservarono in silenzio. La diversa sensibi lit della Ravera sta forse qui, allora ben
poca cosa.
Donne-persona e donna-scimmia
Si aspettava che il coro sarebbe stato unanime, che tutte le donne-persona avrebbero
desiderato sparare a Condoleezza Rice, la
scimmia, con femminile dolcezza. Invece Lucia Annunziata e Sandra Bonsanti, presidente dellassociazione Liber t e Giustizia,
hanno detto: Evviva, e due femministe, giornaliste, da sempre di sinistra, Paola Tavella e
Alessandra Di Pietro, hanno scritto una let tera un po scandalosa al Manifesto, una set timana fa: da vecchie (politicamente, sin tende) femministe, siamo contente che Condoleezza Rice diventata una delle persone
pi potenti del mondo. E una gran soddisfa zione avere una femmina nera cos in alto tra
i nostri avversari. Ci aspettiamo che pr esto
faccia qualcosa di strano. Finora lha fatto. Si
chiama Con dolcezza ed una tosta. Ha vissuto uninfanzia nella segregazione razziale
ed diventata di destra. E stata tirata su po liticamente dal padre di Madeleine Albright,
Korbell, ma lavora con i Bush. Il texano dice
che mostrer al mondo la forza, la grazia e la
cortesia degli Usa. Per il momento si dimo stra solo che anche un mondo gover nato con
una donna non tutto r ose e pace, nel caso
qualcuna si fosse fatta illusioni. T utto sommato, anche questo ci interessa. Restiamo in
fervida attesa di altr e sorprese. Pi piacevo li, magari. Riccardo Barenghi ha risposto
brusco, che c da esser e contente?, e poi
una breve dissertazione sulla mancanza di testoterone che diminuirebbe laggressivit,
una risposta banalmente da maschio che fi niva con laugurio, per il segretario di Stato (o
la Segretaria, come ha titolato con disprezzo Internazionale, in un ser vizio con grande
foto), di finire come Irene Pivetti, a condurre
una trasmissione di chirurgia estetica. Il solito destino ancillare, che non ha af fatto scandalizzato Lidia Ravera e le sue amiche, di solito con lindignazione pronta. Solo Katia Bellillo, deputato del partito dei Comunisti italiani, ha scritto a Bar enghi rivendicando tutte le differenze e un altro modo di trattare le
avversarie: Per molte donne, intellettuali e
di sinistra, Condoleezza Rice uno scandalo
perch rifiutano anche solo lidea che fra le
donne ci possa esser e una molteplicit di
punti di vista. Io non mi sento sorella proprio
di nessuno, ma sono contenta ogni volta che
una donna emerge in territori tradizionalmente maschili e strappa il monopolio del
potere monosessuale. Anche se si tratta di
una avversaria come per me Condoleezza
Rice Segue una frase tipo: appr ezzo lonest intellettuale di dire che non sei un femministo, spero per tu non sia misogino, mi
crollerebbe un altro mito. La misoginia di
Barenghi si potr anche discuter e, quella di
Lidia Ravera certo mai pi.
Annalena Benini

ANNO IX NUMERO 327 - PAG III

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 26 NOVEMBRE 2004

DA SCHOPENHAUER A CALIFANO
Lamore secondo leretico Rensi, filosofo nichilista
cambiamento affinch il pr oblema della more sia risolto alla stregua di tutti gli altri
problemi sociali, ovverossia con la solita
modificazione dei rappor ti economici allinterno della societ: come se amore e nutrizione fossero la stessa cosa, come se per
esempio un pane e una donna racchiudesse
appunto una soluzione. Basta collinfantilismo socialista e comunista, con ler rore in
cui mille volte inciamp lumanit e in cui
mille volte seguiter a inciampare: leterna
illusione dei giovani, listintiva illusione
che il mondo abbia a cominciare con loro e
che loro possano ricominciar e il mondo.
Non possono: sicch ne abbiamo le tasche
piene del lor o impeto, del lor o vano e ri bollente miraggio.
In altre parole: si comincia dai pr elimi-

Gli spiriti maschile e femminile


hanno un diverso atteggiamento
verso il sesso, il che impedisce una
razionale soluzione dellamore
nari anche nelle prefazioni e quindi siamo costretti a occuparci della prima e pi
noiosa parte di questo saggio. La par te che
Giuseppe Rensi af fronta sbrigativamente
con lansia di chi i preliminari proprio non
li regge: perch vorrebbe, si capisce, fecondare subito la materia. E siccome non c
tempo da perdere, facciamola nondimeno
finita con lidea che la realt sia solamente
puro atto di spirito in continuo sfor zo di sviluppo, traduzione: basta coi crucchi, basta
con lanima tedesca cocainizzata. Beccate vi i nostri Guicciar dini e Machiavelli, i no stri Vico e Leopardi, evviva lo scetticismo
moderno & occidentale, lo storicismo, il relativismo da spalmare su ogni cosa, evviva
la convinzione che non esista un autentico
corso totale umano eterno processo dello
spirito-atto ma solo delle diverse civilt
che via via si succedono: ciascuna delle
quali muore definitivamente, e i cui valori
sono tali solo per essa, ciascuna con la sua
filosofia, idee, passioni e volont, vita e sentimento. Lo sviluppo etico non cumulati vo, non siamo necessariamente migliori di
nostro padre o dei nostri avi, cominciamo
sempre da capo, il miglior e dei nostri non
detto che sia eticamente miglior e di un
greco dellepoca di Aristotele: e questo non
lha detto Giuseppe Rensi, e neppure noi, lo
disse leconomista Carlo Maria Cipolla.
Ci sono altr e cose che Rensi non dice:
forse perch lespr essione riformismo era
poco familiare alla sua epoca. Da una par te vi dunque il materialismo storico degli
innamorati di primo pelo, patetici rivolu zionari assetati di assoluto, giovinastri che
agognano un rivolgimento da cui rinasca la
societ dei liberi e degli eguali, piccoli
messia convinti che liber t e uguaglianza
regneranno solo quando tutto sar raso al
suolo e ogni Bastiglia frantumata. Dallaltra
c il fallimento storico delle rivoluzioni
aggiungiamo noi che ipotizza come la Storia pi solida, al pari dogni storia damor e
pienamente riuscita, sia maledettamente
riformista: perch non c passione che non
vada regolarmente a schiantarsi contr o il
principio di realt, perch amore e Storia
si sono sempre rivelati dei lenti gr ovigli di
compromessi e pratiche, istituzioni e car tacce, valori e inter essi. Il tutto subor dinato a riadattamenti cr onici e insopportabilmente lenti tuttavia accompagnati, sin qui,
da una sorta di riformismo permanente
senza il quale muoiono sia la Storia che lamore. Serve un passo da alpino, lento e r egolare, altrimenti Storia e amore vanno in
affanno, si rischiano scontri sociali (scher maglie di coppia) e dittatur e del vincitore
(dispotismo coniugale) sino alla minacciata
secessione (separazione) e sovente guerra
(divorzio) come non accade quando Storia
e amore sono invece governati dalla moderazione: ed dif ficile da digerire, per noi
passionali. Non ci piace. Noi ex ideologiz zati o wagneriani fradici qualche volta
semplicemente stupidi un amor e senza
passione lo sentiamo come espiantato di se
stesso, agognamo una segr eta estasi del lannientamento e non di rado vor remmo
guarire la malattia del viver e con la cura
della morte. Vogliamo che Storia e amor e
siano perturbanti, passaggi verso lignoto,
esseri ninfe e satiri, menadi e amazzoni, dei

Luomo poligamo e la donna


monogama poich la sua
soddisfazione sessuale possibile
solo con un determinato uomo
e animali: vogliamo sedurre Afrodite con la
bellezza, Ermes con la par ola, Giove con il
potere, una donna con la passione.
Ma a Giuseppe Rensi non gliene fr ega
niente. Per il filosofo, la vita oscilla non solo tra dolor e e noia come vogliono Leo pardi e Schopenhauer , suoi pr ediletti
bens disarmonia, dissimmetria, squilibrio
nonch teatro di lacerazioni prive di conciliazione. Se la vita insomma non pare granch, e se la morale e il lavor o non permettono che lo spirito si dispieghi sino a ritr ovar se stesso, tantomeno lamore pu tardare al fatale appuntamento col nichilismo: la
libert pienamente realizzata racchiude il
conoscere attraverso lamore, sicch luomo
essenzialmente libert, e la libert non
altro che amor e, ma questultimo, allatto
pratico, si scontra con alcune ir riducibili
disarmonie della natura umana. Quali?
Comincia il divertimento.

Gli spiriti maschile e femminile hanno


un diverso atteggiamento nei confr onti del
sesso dice Rensi e questo impedisce una
soluzione razionale del problema amore: fine della questione. E se ci par e istintivamente evidente a un qualsiasi adolescente,
e parimenti a filosofi della scuola di un
Franco Califano, lo stile ar gomentativo a
dividere la filosofia di Rensi da analoghe
conclusioni gi vendemmiate in un qual siasi bar dello sport se ne esistono ancora
o in qualsivoglia cir colo di maschilismo
acceso e compagnonesco. Oggi come allora.
Affrontiano gli snodi, dunque.
Quello fondamentale: luomo poligamo
e la donna monogama. L attivit spirituale di entrambi i sessi, dice Rensi, non di versa: grandemente diversa. Mentre luomo
non prova riluttanze morali di alcun tipo, la
donna di riluttanze ne muove eccome: per
costituzione psicologica. Luomo - fioccano
le citazioni - portato allinstabilit e la
donna alla stabilit, beccatevi Schopenhauer: Listinto poligamico delluomo
() gli d la possibilit di trovare una soddisfazione sessuale pressoch identica, e solo diversificantesi per quasi imper cettibili
sfumature, con un numero indeterminato di
donne. E poniamo pure che sia vero, che la
donna sia invero diversa: ma quanto? Risposta: Listinto monogamico della donna
fa spesso s che la soddisfazione sessuale
sia per lei possibile soltanto con un deter minato uomo () cos da sentire un profondo ribrezzo al solo pensier o di un accostamento sessuale ad un altro.
Non c niente da ridere. Disavventure di
segno contrario da par te del lettore donne che abbiano vinto un profondo ribrezzo e
che ugualmente siano riuscite ad accostar si ad altri uomini - sono r ondini che non
fanno primavera. Ma quali parassite, quali
piante infestanti: le donne sono eder
e,
muoiono laddove si attaccano, sono r ealmente capaci di amar e un solo uomo per
tutta la vita. I poemi omerici citati da Ren si, e che peraltro oggi sono tornati di moda
al cinema a esser sinceri descrivono delle donne indifferenti allesser preda di questo o di quello; e forse il Rensi poteva far e
a meno di citar ci proprio Elena di T roia
(Teseo, Menelao, Paride, ancora Menelao) e
poteva semmai limitarsi a questa definizione femminile strappata a un commentario
dellIliade: Oggetto di possesso, oggetto
prezioso, cosa di pregio. Donna che in ogni
caso, ogni volta, pare crederci davvero: ogni
uomo sar lultimo.
Le lettrici che frattanto avranno imbracciato la pistola non hanno ancora letto
niente. Per contrappasso eccoti luomo: nella fisica dellamore egli agogna chella sottosta e sia schiacciata, con lui che dunque soprast, lui agente e lei passiva , lei che sempre atta a pr estarsi passivamente allamor e
(insomma sta sotto) giacch concava rispetto alla convessit maschile: e occor re che
tutto questo le piaccia, come parimenti le
piace inginocchiarsi davanti alluomo. Certo.
E perch?
Perch una schiava. Lo dice Rensi: Ella brama brama ed esige di sentirsi domi nata e padroneggiata, ha desiderio e biso -

La donna desidera sentirsi


dominata e vuole provare un
qualche lontano sentore di
schiavit
gno di provar almeno un qualche lontano
sentore di schiavit, vuole sentirsi prigione
in mano altr ui. Chiara la spiegazione.
Obiettivo della donna che lintera sua
personalit sia annientata nella dedizione
a un uomo, che la sua vita ne sia scolorita e
distrutta: ella per de interesse per tutto
fuorch per lui. Questultimo in compenso
sar magnete dellanima e dei sensi di una
femmina che tr ova nella pr ostrazione la
pi intensa delizia: giacch luomo sente,
poich si vede letteralmente adorato, di esser e
diventato un dio.
Lui un dio. Lei una schiava.
Il mestiere del Dio: godere con gioia, restare se stesso, esser e il padr one che co manda risolutamente e imperiosamente; pur
vero che la donna si d e luomo la pr ende.
Obiezioni?
Questa: che la donna possa esser br utta
come il peccato. Poco male, luomo la prende lo stesso: Non vi sono donne br utte. La
donna cosiddetta brutta spesso solo come
la musica difficile, che alla prima audizio ne sembra un accavallamento scomposto di
suoni. E va detto, nellaugurar e al Rensi
eccellente discografia, chegli attribuisce
ogni spiegazione sempre alla natura: Una
donna bella pu soddisfar e sessualmente
un uomo brutto o che non le piaccia, men tre un uomo non pu soddisfare una donna
brutta o che non gli piaccia () Occorre che
avvenga in lui una cer ta modificazione fisiologica. Ditelo con par ole vostre. N on
sappia il Rensi quanto ci cost, nei mo menti difficili, ribellarci alla legge natura le. Con o senza farmaci.
Resta un dato intollerabile. Il Rensi si
sofferma lungamente nel descrivere queste
schiave e aggiunge che alcune avrebbero in
particolare il genio dellamore, inteso come
inarrivabile capolavoro di assoluta dedizione e
di passione spirituale inestinguibilmente zampillante e mantenentesi sempre sulle vette pi
alte del rapimento febbrile, della devozione in crollabile, schiave ma parimenti muse, an celle, gheishe, pupe del boss, femmine che
non sono capaci che di amare. Il dato intollerabile che di tali donne il filosofo non al leghi anche indirizzo e numero di telefono.
Ci detto, il succitato filosofo pr oposto a
comparazione - il Califano ridurrebbe tutto a indegna sintesi: 1) gli uomini non pen -

mutabile fisiologia delluomo, assai spesso,


ci che potrebbero invece definirsi sue
preferenze caratteriali o addirittura culturali: perch non vero come invece dice
Rensi - che agli uomini piacciano solamente le schiave, le contadine, le serve, le
operaie; vero semmai che gli uomini mediamente le preferiscono e se ne rassicurano. Non vero come pure dice che gli
uomini non siano mai veramente attratti
da una donna di condizione superiore alla
loro: vero semmai che preferiscono dominare, e che parimenti tendono a rifuggire anche le loro pari grado. Non neppure
vero come sempre dice il Rensi che un
uomo non possa giacere con una donna
brutta o che non gli piaccia: andrebbe semmai indagato il perch non gli piaccia,
dunque che cosa, in lei, vada a minare le di
lui velleit dominatrici. Si prenda, per li-

douard Boubat, Fotografie, Ed. Contrasto

basta con questo materialismo storico


dellamore, basta con la convinzione
E
che basti un passo, un ur to, un cr ollo, un

sano che a quello; 2) basta che r espiri; 3) le


donne sono tutte Elene. Sbrigativo, cer to:
del Rensi, al Califano, mancher ebbe la capacit dimostrativa. Spiega infatti, il Rensi,
che la donna pur sempre cosa di lui che allo stesso modo assicura non solo il piacer e
delluomo, ma il pr oprio. Peraltr o, luomo
sguazza nella poligamia che un piacer e,
la donna, se non di un uomo solo, rinne ga lessenza del rappor to medesimo. Prove? Spesso donne intelligenti riconobbero
questo diritto alla poligamia. Esempi?
Aspasia con Pericle, Livia con Augusto.
Nulla di pi prossimo.
Colpa di questi tempi grami: domina lassurdo enorme della aiuto uguaglianza
delluomo e della donna in campo sociale e politico. Schopenhauer aveva gi osservato come i ridicoli concetti della dama e della signora - queste venerazioni impastate di ga lanteria francese e di stupidit cristianogermanica - sono qualcosa di innaturale
che fa ridere alle nostr e spalle tutta lAsia e
lAfrica. Diteglielo, a certe femministe che
si battono contro linfibulazione.
Poi c lOriente: giacch la citazione
stavolta di N ietzsche luomo non pu
pensare che orientalmente cir ca la donna. E
non un caso che la medesima, da certi diritti, dice Rensi, si difende mani e piedi : anche perch in caso contrario nostra po stilla sovente glieli mputano. Non come
da noi, laddove la donna or mai ambisce a
occuparsi della cosa pubblica: chi, al pen siero che la donna che pr eme sotto di s fa la
deputatessa, non si sentir ebbe diventare immediatamente frigido? Qualche nome e indirizzo stavolta potremmo fornirli noi.
Alle donne, oltretutto, piace essere menate. Rensi lo dice chiaramente: essenza
del rappor to damor e far della donna
quel che si vuole non rinunciando alle
declinazioni della cr udelt gi amate da
entrambi: opprimere, martoriare, umiliare,
disporre a capriccio, brutalizzare, sciupare,
ci in cui affondano le solide radici del piacere sessuale femminile. N on colpa di
Rensi: la natura. Lo stallone e la cavalla,
il gallo e le galline, queste cose: per natura
lamore sempre imposizione. E per questa
ragione che ogni uomo trae una voluttuosa
eccitazione dal pensiero di violentare una donna, per questo che i gesti damore rivolti
dal primo alla seconda - cinger e la vita,
stringere il braccio, afferrare i polsi sono
pallide rappresentazioni della violenza. La
donna deve trarre unaltrettanto viva e voluttuosa eccitazione al pensier o di venir
violentata. E obbligatorio. Non la contino
su, certe avvocatesse: Una ragazza che
passi per una via o una campagna deser ta,
deve posseder e listesso senso di volutt
() e il pensiero Se un uomo qui massalisse . Se l cercata, signor giudice: Nessun
uomo, che non sia un bruto sensuale, molester mai una donna, n di giorno n di notte, n in casa n fuori, se ella non lo invita.
Le donne, oltretutto, sono tutte alleu femismo abbiamo prediletto una gergalit
pi in linea, pi maschia puttane. Il Ren si dice chiaramente anche questo: non la
miseria che spinge una donna a far mer cato di s, altrimenti ci sar ebbe unequiva lente domanda di prostituzione maschile. E
non c. Dunque la mer etricio un sur ro-

Il perpetuo compiacimento di
Rensi, nello sfregiare la figura
femminile, pare nascondere una
paura tutta maschile delle donne

gato dellatavica violenza maschile, la


plusvalenza del suo desiderio, ladegua mento del proprio impulso al mezzo di soddisfarlo. N ella pr ostituzione in fondo av viene quel che gi avviene nel formarsi dogni rapporto normale: la donna cer cata e
scelta. E tutto cos solar e, metaforizzabile;
se noi non lo compr endiamo immediata mente solo colpa del nostr o tempo cor rotto: In nessun popolo dellantichit pr eromana il fatto che la donna si concedesse
a tutti era fuori dai confini della costuma tezza. La prostituzione presso alcuni popoli aveva addirittura una consacrazione r eligiosa, il cui bando fu soprattutto opera del
giudaismo. Mancava. Bei tempi, quando
nella Roma augustea la r elazione con una
prostituta era considerata alla str egua di
GIUSEPPE RENSI (1871-1941) fu scrit tore prolifico e filosofo eretico e raffinato,
gi esponente di quella filosofia italiana
altra interpretata da solitari e ribelli come Martinetti e T ilgher, che parlando di
lui, nel 1932, non esit: E il migliore scrittore di filosofia che abbia oggi lItalia.
Giudizio lusinghiero, quanto probabilmente polemico contro Croce e Gentile che dominavano la scena. Schernito dal fascismo
trionfante, emarginato dal neopositivismo
e dal marxismo, il nichilismo di Rensi non
ebbe scampo e molte sue opere finirono negli scantinati dove riposano per buona parte ancor oggi. Insegnante di filosofia in sedi diverse (Bologna, Ferrara, Firenze, Messina, poi stabilmente a Genova, dove tenne
la cattedra di filosofia morale dal 1918 al
1930), fu confinato a bibliotecario sino al
1941, anno della scomparsa, per insanabili
contrasti col regime di Mussolini.
qualsiasi altra; a cer to moralismo di oggi
resta piuttosto preferibile lavversione dei
greci verso i sofisti: giacch vendere il proprio insegnamento era ritenuto peggior e
che vendere il proprio corpo. Quando una
persona vende la sua bellezza a chi vuol pagarla, la chiamano bagascia. Nella stessa
guisa, quegli che vende la sapienza per denari a chi la vuole, si chiama sofista. Dac cordissimo con Rensi. E con Socrate, prima
di lui. Con Senofonte.
Tutto ci premesso, una catastrofe. Milioni sono le combinazioni, gli amori possibili, le felicit o le infelicit possibili. Quel
che incr edibile spiega Rensi - che
amore e matrimonio siano considerati di versamente da altri rappor ti umani: indegni cio di una prova. Eppure non v automobile, radio, motor e, macchinismo di sor ta
che esiga una prova cos attenta, delicata, lunga come il coniugio tra uomo e donna . Ineccepibile. Lunica prova adeguata insiste
- sarebbe una prova completa () in diver se circostanze ripetuta. La nostra epoca,
va detto, non difetta di uomini disponibili a
prove anche estenuanti e capillar mente
diffuse: semmai la donna, al solito, a voler
restringere i tempi della pr ova e dellac quisto finali.
Catastrofe, dunque. L unione familiare
serve normalmente a due scopi: quello dellappagamento del bisogno sessuale e quello

della soddisfazione del bisogno di creare una famiglia. Una cosa naturalmente nega laltra:
Bisognerebbe che la stessa persona che si
apprezza intellettualmente e spiritualmente fosse quella medesima che avesse una
bellezza incendiante e sferzante i sensi. E
siccome non succede, rispunta Schopenhauer: la monogamia contro natura, la
donna come un libr o di lettura amena, lo
si legge con piacere, non lo si rilegge senza noia.
Molti contraggono matrimonio si amareggia Rensi - soprattutto con la mira di non
finire la loro vita nellisolamento e senza lasciare eredit daffetti. Naturalmente tutto inutile, perch luomo poi ridiventa solo
come allinizio, finch la sua societ stretta (Leopardi) vada a sfilacciarsi. E intanto,
tra uomini e donne, comunque sia, la mancanza temporanea di coincidenza sensuale
fa sfracelli. E per questo che le brutture,
le iniquit e le tragedie sessuali continue ranno a contristare lumanit. T utto qui.
Tutto qui?
No. Liquidata la natura maligna, mancano allappello gli dei. Nella versione paga na, in principio, i sessi erano tre: primeggiavano una sorta di uomini-femmina ed
erano terribili per forza e vigore, tanto che
giunsero ad assalire gli Dei finch Giove decise di spartirli ciascuno in due; da allora
viviamo segati come sogliole e ognuno di
noi eternamente alla ricer ca del contrassegno di se stesso. Fummo interi e al desi derio di riunione diamo il nome di amor e:
lo dice Platone nel Convito. Allo stesso mo do la versione cristiana, la Fraude, la sorgente di tutte le trasfor mazioni: Egli cre
luomo a sua immagine: lo cre maschio e
femmina. Da qui ogni disgrazia, ogni cagione di iniquit. Maschio e femmina, creatori della forza e della tenerezza, entit necessarie allevoluzione dellessere completo: la loro separazione dunque genesi di
ogni ingiustizia e disuguaglianza. L amore
esige la coincidenza, lincontro perpetuo,
lunit che irrimediabilmente mancante e
irraggiungibile: la contraddizione originaria della vita, quella per cui ciascuno ha bisogno dellaltro da s, dellantitesi. Degli altri.
Da qui la mancata soluzione del pr oblema amore: e il caso volle che tale disar monia toccasse lapice in una specie (umana)
che frattanto aveva annacquato limpulso
sessuale con lamore spirituale. Lumanit,
da allora, sconta con sovrapprezzo larcana
deviazione. Una fr egatura, una fr ode che,
nel complesso, secondo Rensi, ha riservato
a una parte della specie lattivo godimento
della procreazione (gli uomini) mentr e allaltra (le donne) solo il far dello della ge stazione dolorosa.
Un bel quadretto. Questultimo affondo
di Rensi, tuttavia, questo suo perpetuo compiacimento nello sfregiare la figura femminile oltre il necessario, questo suo negar e
al destino materno financo la dignit di chi
meramente insostituibile, questo accani mento, insomma, pare infine nostro parere - il millesimo indizio di ci che in questa
Critica dellamore il convitato di pietra, la
grande assente, linnominabile, la grande
rimozione del Rensi: la paura maschile delle donne.
E come se il filosofo scambiasse per im-

cenza, il dissoluto Don Giovanni: il temerario, colui che non teme il fantasma del
Commendatore n quello femminile. Egli
annovera, nel suo celeberrimo catalogo,
ogni variegata tipologia sociale v han fra
queste contadine cameriere cittadine, vhan
contesse baronesse marchesane principesse
e cos pure annovera ogni categoria estetica
la bionda, la bruna, la magrotta, la grande, la
piccina, la vecchia, la principiante, la br utta,
la bella: purch porti la gonnella e questo
semplicemente perch non ha paura. Di
nulla, nel suo caso: sicch un esempio da
prendere con le pinze. Ma al pari dello
stra-citato filosofo gi proposto a comparazione il Califano il Don Giovanni non vede come inferiore anche la donna che non
lo . Mai.
Questo fa invece il Rensi, temiamo. Ci
probabilmente fece anche Schopenhauer:
il quale, pure, disse che laffidarsi al responso delle donne poteva rivelarsi cosa
utile. Perch sono sibille disse le quali
vedono le cose semplici che di norma sfuggono alla vista delluomo. Sibille. Essen do pi calme di noi parole sue - non vedono nelle cose pi di quel che realmente
c, mentre noi, eccitati dalle passioni, vi
aggiungiamo limmaginario. Troppa grazia: ci pensa il Rensi a tradurre tutto ci in
mera mancanza di logica e insomma nel
cosiddetto e stranoto intuito femminile.
Intuito. Qualcosa che sfugge e che sovente
port le donne a esser e ritenute - annota
il Rensi - esseri che potevano aver rapporto con le forze occulte, sibille o streghe.
La paura delluomo tuttavia cr esce con
esse. Nel tempo. T ra il 1450 e il 1800, lot tantacinque per cento delle vittime tor turate, e arse vive, erano str eghe, erano donne. Sulla fragilit emotiva dei maschi in quisitori di fronte a tali presunte streghe
nonch sulla scoperta dei primi seri anti concezionali da parte di questultime, motivo ritenuto sufficiente per sterminarle tutte si potrebbe aprire un trattato di psico logia spicciola: non ne uscirebbero risparmiate le modalit tecnico-sessuofobiche
impiegate dagli uomini per cotanto strazio.
Ci che per il Rensi dunque e solamente
il fardello della gestazione dolor osa, visto di
spalle, diviene lir raggiungibile potere di
creare e distruggere la vita entr di s: ci
che negato a ogni uomo quandanche fos se, di una donna, signore a padrone.
Il genio profetico di Friedrich Nietzsche,
per quanto ingenuamente citato da Rensi,
aveva gi compreso tutto. Nellinsultarla di
continuo gatto, uccello, nel miglior caso
vacca la donna di Nietzsche s eter ea e
soave: ma conserva le sue grazie solo per ch la virilit degli uomini la tengono al lordine. La donna di Nietzsche vive s di
ninnoli e sciocchezze , ma anche ver o lo
scrive in Al di l del bene e del male che la
medesima stata veramente trattenuta e
dominata fin qui dalla paura delluomo. Il
quale uomo, libero suo malgrado da impe gni biologici, frattanto, non ha mai avuto di
meglio da far e che badar e ai ninnoli pr opri: il teatrino della Storia e del poter e, la
rappresentazione di un gioco di vita e di
morte che in realt gli precluso, fisiologicamente. La donna invece della Storia se
ne frega, cancella il passato ed capace di
tagli netti che lasciano basita la controparte, ha cose pi importanti da fare: vive e conosce il linguaggio del corpo assai meglio
delluomo, questultimo appeso nullaltr o

Mentre luomo impegnato nel


teatrino della Storia e del potere,
la donna conosce il linguaggio del
corpo ed capace di ogni cosa
che alla propria protuberanza. Partendo da
tale consapevolezza infine capace dogni
cosa: non del genio, forse, ma ugualmente
di una determinazione e di una consapevolezza e di un odio (amor e) che un gior no ci
spazzeranno via tutti. Inchinati come siamo
al totem tecnologico, e da tempo celebrate
le esequie divine checch se ne dica gli
uomini-femmina gi cari allera pagana andranno infine a ricomporsi: e saranno ter ribili per forza e per vigore. Due sessi furono, ne rester uno solo.
Filippo Facci
Prefazione al libro di Giuseppe Rensi
Critica dellamore - Breve saggio sulle
disarmonie naturali Biblioteca di V ia
Senato Edizioni, 144 pagine, 14 euro

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