Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
S s, no no
Sonia si ferma
Mrs Gandhi fiaccata da alleati e
Borsa. La figlia spera ancora, ma c
gi il nome di un altro premier
N ew Delhi. I quar ti di nobilt ce li ha
messi il destino, il r esto stato opera sua,
ma alla favola agr o-dolce di Sonia Gandhi
sfugge ancora una volta il lieto fine. Fune stata dallo scricchiolare delle alleanze, dalla reazione dei mercati alla sua investitura
e della virulenta campagna denigratoria dei
nazionalisti hindu, la corsa dellitaliana
per ora si fer ma, anche se la figlia consi gliere Priyanka spera ancora che ci ripensi.
Per tutto il giorno si rincorrono le indiscrezioni, Sonia appare provata. I contatti
con il presidente Abdul Kalam non lascia no presagire niente di buono. Dal Congresso fioccano le smentite e il suo entourage fa
sapere che il giuramento avr luogo mer coled 19, come pr evisto. Ma davanti alla
residenza della first family a N ew Delhi
latmosfera grave. I sostenitori lattendo no e le voci sono di ora in ora pi fosche.
Dopo un colloquio con il presidente Abdul
Kalam, Sonia esce senza mandato. Ci in contreremo ancora domani e presenter le
lettere di sostegno di tutti i par tner della
coalizione. Accanto a lei c Manmohan
Singh, esponente del Congr esso ed ex ministro delle Finanze. Un segnale, dicono in
molti, che la candidatura di Sonia salta e
che linvestitura di Kalam ricadr su Singh.
Di ritorno al suo quartier generale Sonia
appare: Devo rinuciare allincarico, an nuncia con voce piana. Poche par ole per
arginare la delusione dei fedelissimi e non
lasciar trapelare la propria. Del r esto non
la prima volta che Sonia var ca la porta
del palazzo pr esidenziale di Rashtrapati
Bhavan a un passo dalla premiership. Era
gi accaduto nel 99: il gover no di Atal
Bihari Vajpayee aveva perso la maggioranza e la vedova di Rajiv si candid a for mare un nuovo esecutivo for te delle rassicurazioni del leader comunista mar
xista
Harkishan Singh Surjeet. Fu il suo battesimo politico e si rivel amar o. I conti non
tornarono e il Congresso incass la sconfitta. Ma stavolta la sof ferenza di Sonia sar
pi cocente.
La bahu (nuora in hindi) ideale di Indira
non pi la leader per caso degli esor di e
la vittoria a sorpr esa del Congr esso deve
molto alla capacit della straniera di sa per leggere gli umori della
pi popolosa democrazia
del mondo. Lo sconfitto
Bjp e il par tito nazionalista hindu avevano con lar go anticipo annunciato
lintenzione di disertare la
sua cerimonia di insedia mento. Solo il premer Atal
Bihari Vajpayee ha evitato
gli anatemi e confer mato
SONIA GANDHI
la propria presenza. La
gioiosa macchina da guerra orchestrata dal Bjp per scr editarla si
rimessa in moto. Non ha convinto la mag gioranza degli indiani, ma aveva qualche
chance di intimidire la premiership di So nia, chiamando a raccolta tutti i puristi dellhindutva. Rahul e Priyanka Gandhi ave vano espresso riserve allincarico della madre, preoccupati che potesse trasformarsi
in un bersaglio. Ma sulla decisione di Sonia
e di Abdul Kalam pesano anche le defezioni degli alleati del Congresso.
La rete dei partiti ha maglie tr oppo larghe
La rete di accordi tessuta da Sonia in
questi mesi stata il principale atout della
sua presidenza, il cavallo di T roia che ha
permesso di espugnare il fortino splendente del Bjp. Per conquistarsi il rispetto degli
alleati, Sonia ha molto concesso, in termini
di numero di candidature per i partiti locali. Il Congresso aveva bisogno degli al leati per vincere e non lo ha nascosto. Ma
non sempre la lealt paga. Le stesse al leanze che hanno determinato la vittoria
del Congresso mettono adesso in dubbio la
leadership di Sonia. Il partito dei Gandhi
poteva contare su 220 voti dei 543 della Lok
Sabha, la Camera bassa indiana. Gli altri 62
seggi dovevano essere garantiti da due partiti di sinistra: il parito comunista e il par tito comunista marxista indiano. Ma allimprovviso lintesa mostra crepe vistose. I
partiti comunisti sono stati dapprima sibillini, poi hanno detto che appoggeranno il
nuovo esecutivo ma non ne faranno parte.
Stavolta per Sonia Gandhi non pi la
novellina di cinque anni fa, sa che il bal letto degli alleati potrebbe tradirla in qualunque momento alla Lok Sabha. E poi non
sono solo i nazionalisti hindu a pensar e
che Sonia is unfit to lead. La bufera dei
mercati non un buon viatico per il gover no del Congresso. Meglio una cr escita pi
lenta per tutti che unavventuristica scala ta di pochi, ha ripetuto Sonia su e gi per il
paese. Ma gli slogan che hanno convinto
lIndia profonda e rurale non commuovono
gli investitori. Che ne sar dei pr ogrammi
di liberalizzazione e della privatizzazione
delle grandi aziende di Stato si chiesto il
big business? La paura si abbattuta sul
Bombay Stock Exchange colpito dal peg giore calo dallinizio della sua storia nel
1875. E a questo punto che Sonia Gandhi
ha manifestato i primi segni di incertezza
sulla sua premiership. Mentre un impressionante e repentino capovolgimento fa registrare alla Borsa indiana una cr escita
dell8,3 per cento, il risultato pi alto rag giunto in una giornata dal 1999, circola gi
il nome di Singh, ar tefice negli anni 90 di
un primo ambizioso progetto di riforme.
quotidiano
TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO
La Giornata
* * *
In Italia
BERLUSCON I: VOGLIAMO ESSERE
CERTI CHE IN IRAQ ci sia una svolta net ta. Secondo il premier, che ieri sera giunto a New York, la sovranit deve passar e a
un governo nominato dal r esponsabile dellOnu per indire le elezioni il pi presto possibile. Berlusconi ha aggiunto che le regole dingaggio dei nostri soldati garantiscono
la sicurezza loro e dei civili, ma se neces sario hanno la possibilit di sparare per primi. Il ministro Martino alle commissioni Difesa delle Camere (assenti le opposizioni per
protesta contro il mancato dibattito parla mentare): Non una rivolta generalizzata
ma lazione di gruppi minoritari.
* * *
* * *
APPUNTI PER
UN INTERVENTO
CHE COSA DOVREBBE DIRE Ber-
Helprin che sul WSJ critica la con duzione della guerra in Iraq: ora ci
si preoccupi di vincere (pagina tre)
AL CAPEZZALE delluniversit.
Dialogare con la Moratti? For um
con Galli della Loggia, Schiavone,
De Maio e Mancini
(inserto II)
* * *
* * *
gli Esteri Franco Frattini, il consigliere diplomatico del premier Gianni Castellaneta,
lambasciatore a Washington Sergio Vento e
lo staff di Palazzo Chigi, in primis il sottosegretario Paolo Bonaiuti. Da parte americana lambasciatore a Roma Mel Sembler , il
segretario di Stato Colin Powell, il Consi gliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice. Vento ha tenuto i contatti con la
Casa Bianca per definire con precisione la
tabella della giornata washingtoniana di
Berlusconi (che dopo lincontro con Bush
non dormir a Washington ma torner subito in Italia, per rispondere in Senato alle interrogazioni sullIraq). Vento ha avuto molto da fare in questi giorni. Soprattutto fra
domenica e luned, quando ha dovuto spie gare agli americani la decisione del primo
ministro italiano di incontrare prima di Bush il segretario generale dellOnu Kofi Annan. La decisione, pr esa nel week-end, ha
suscitato qualche sorpresa sul Potomac.
Foggy Bottom ha compilato per il consigliere per la Sicurezza nazionale un denso memo sullItalia, lIraq, le elezioni, il ter rorismo, lopinione pubblica, lopposizione in
Parlamento e nel paese. V i hanno lavorato
a Roma lo stesso Sembler e il consiglier e
per gli Affari politici Thomas M. Countryman, un diplomatico di grande esperienza.
Il dossier venuto da Foggy Bottom stato filtrato alla Sicurezza nazionale, sotto il controllo diretto di Rice e trasformato in un memo, molto schematico e veloce, per il presidente. Gli americani, ovviamente, vogliono
che lItalia resti in Iraq. E il gover no italiano appare daccordo. Nei colloqui, prevedono gli americani, salter fuori qualche se e
qualche ma, si parler di qualche data. A
Foggy Bottom sanno che Berlusconi, ma Bush si trova nella stessa situazione, deve po ter delineare qualcosa di molto concreto sul
futuro dellimpegno in Iraq. In modo da
spiazzare lopposizione. Lattenzione concentrata sul processo di formazione del
prossimo governo iracheno. L Italia sta facendo un ottimo lavoro sugli sciiti moderati
come Sistani e al Hakim. La nostra diplo mazia, e soprattutto il Sismi, si sono mossi
sul terreno iracheno con notevole bravura.
A Foggy Bottom e alla Casa Bianca si analizzato il ruolo dellopposizione. E stata
messa a fuoco la figura di Romano Prodi, visto ormai con molta diffidenza, dato che propugna, seppure con gesuitiche cautele, il ritiro dallIraq. E proprio mentre un altro organo dellUnione, il consiglio dei ministri
degli Esteri, invoca linter vento dellOnu.
Dallincontro Bush-Berlusconi ci si attendono chiarimenti e decisioni. LItalia un alleato sicuro e indispensabile. E importante,
secondo Foggy Bottom, che la Chiesa di Roma sia orientata ad appoggiare la permanenza degli alleati in Iraq, pur sotto intesa
Onu, e non la grande fuga che i pacifisti propongono. Bush e Berlusconi parleranno anche della visita del pr esidente a Roma.
Lambasciatore in Vaticano, Jim Nicholson,
ha avuto un grande ruolo nel trattare con la
Santa Sede i dettagli anche pi spinosi dellagenda Bush-Giovanni Paolo II. Al dipartimento di Stato e al Metropolitan Club qualche vecchio diplomatico ricor da la controversa visita di Richard Nixon a Roma, nel
72. I dimostranti anti V ietnam arrivarono
fin sotto le finestre del Quirinale. Le urla fecero tintinnare i bicchieri di cristallo nella
sala da pranzo. Si spera che i facinorosi siano bloccati dalla polizia italiana in aree ben
distanti dai palazzi degli incontri di Bush.
* * *
* * *
* * *
Nel mondo
INCURSIONE ISRAELIANA A RAFAH:
19 I PALESTINESI MORTI, tra cui sei civili. Iniziato nella notte di luned, il raid del le truppe di Gerusalemme ha lobiettivo di
bonificare il sud della Striscia di Gaza per
impedire ai terroristi di contrabbandar e
armi dallEgitto. Il pr esidente Bush: Si tuazione inquietante.
Arafat dovrebbe farsi un pr ofondo esame di coscienza e decider e se mettersi da
parte. Lo ha detto al New Y ork Times re
Abdullah di Giordania.
* * *
Quattro arresti per la decapitazione di Nicholas Berg (tra lor o non ci sar ebbero gli
autori materiali del delitto). Ancora scontri
a Kerbala e N ajaf. Layatollah Sistani ha
chiesto ad americani e ribelli di lasciar e i
luoghi santi. A Mosul uccisi due civili sta tunitensi e una guar dia privata, due mari ne morti nella zona di al Anbar.
* * *
* * *
* * *
Imboscata dei ribelli nel sud della Cece nia: almeno dodici militari russi sono rimasti uccisi.
La Giornata realizzata in collaborazione con Dir e
Questo numero stato chiuso in r edazione alle 20,15
Ai generali pacifisti ci
abbiamo fatto labitudine. Per chi se lo ricorda,
era pacifista il generale
Nino Pasti, divent pa cifista il generale Cali garis, si avvicin al pa cifismo lammiraglio Falco Accame e non
parliamo del glorioso generale Angioni. Si
trova qualche belligerante tra i giornalisti,
ma gli alti gradi pr eposti alle ostilit uf ficiali sono quasi sempre per la pace, miti,
pacati, mansueti, bonari, non parlategli di
guerra perch si infastidiscono. Il genera le Carlo Cabigiosu, invece, un tipo che
non si tira indietro. Intervistato sullIraq,
ha detto che guai a ritirarsi, che il gover natore va difeso, che al Sadr a Najaf ri dotto nellangolo, e che gli sciiti di qua, e i
sunniti di l, insomma, che un po si spa racchia ma un altro po si tratta. Com ra gionevole, dopo tutto, ma Cabigiosu lha
spiegato in un modo intelligente. E in ma niera altrettanto disincantata ha aggiunto,
alla fine, che con i guer riglieri di al Sadr
si pu anche pensare, senza scandalo, alla via del denaro, perch meglio spendere
qualche cifra in pi che spender e vite
umane. N essuno scandalo, generale, al
contrario: compreremo le reni alla Grecia.
FOGGY BOTTOM
Sostiene lo Sciri
La coalizione deve restare in Iraq
Brahimi? Un aiuto, non un piano.
Moqtada? Il suo seguito esiguo
Roma. Se ci chiederanno di andar cene,
lo faremo. Il futuro della presenza militare
della coalizione oltre il 30 giugno, ha chia rito il segretario di Stato Colin Powell nelle mani del governo provvisorio. Ma per ora
la possibilit del ritiro non conquista proseliti tra le forze politiche irachene. Non ci
sar un ritiro in tempi brevi e nessuno lo invocher, ha affermato il portavoce del Consiglio di governo Hamid Kifai. Una posizione che prevale anche tra i partiti islamici
meno morbidi nei confronti degli Stati Uniti, come il Dawa e lo Sciri (Consiglio supr emo per la rivoluzione in Iraq). La nostra capacit difensiva si sta raf forzando, ma la
possibilit di un deterioramento della sicurezza dice il portavoce dello Sciri Hamid
al Bayati r ende necessaria la pr esenza di
una forza di sostegno. Il ritiro ci causerebbe
gravi problemi. Concorda, con venature
critiche, Abdolkarim Hashim, rappresentante dello Sciri in Francia. La questione
della sicurezza e della sovranit era stata
posta alle autorit americane prima della
caduta di Saddam, ma non siamo stati
ascoltati. Ora dice al Foglio Hashim troppo tardi, da soli non
ce la possiamo fare.
Per lo Sciri la coalizione non
pu detenere il monopolio della
sicurezza: Dopo il 30 giugno, con il
rafforzamento delle autorit irachene, ci aspettiamo un atteggiamento
pi collaborativo in merito a tutte le
questioni relative alla sicurezza.
Hashim auspica un allargamento della coalizione e guar da
allOnu e allipotesi di una
nuova risoluzione per la
formazione di una forza in
cui la predominanza del
contingente anglo-americano sia meno smaccata. Ma
per il rappresentante dello
Sciri lOnu lungi dallesser e
una panacea. Il piano dellin viato dellOnu? Non c nessun
piano Brahimi, lunico piano per lIraq
quello contenuto nella legge fondamentale
(la Costituzione provvisoria, ndr) che precisa i tempi e i modi per ar rivare alle elezioni. I responsabili del processo di transizione sottolinea Hashim sono il Consiglio di
governo iracheno e la Coalition Provisional
Authority guidata da Paul Bremer. Il ruolo
di Brahimi solo quello di un consulente,
non c niente di cogente o definitivo nei
suoi suggerimenti, si tratta di semplici pr oposte e lOnu ne sempre stata consapevole. Lo stesso ayatollah Sistani, dice Ha shim, anche quando ha manifestato per plessit, ha ribadito che liniziativa politica
spetta al Consiglio di governo. Forte di questa attribuzione, il rappresentante dello Sciri risponde a chi attende dalla missione
Brahimi linvestitura di un nuovo esecutivo
pi rappresentativo: Lamministrazione ad
interim non sconta un deficit di legittimit
ma di potere. Questo governo espressione
di tutte le tendenze e le componenti politi che e confessionali del paese. Hanno da ri dire sulla presenza di molti esuli nellese cutivo, ma unaccusa pr etestuosa, tutti
sanno che sotto Saddam gli oppositori del
regime avevano due alternative, lesilio o la
morte.
I guerriglieri stranieri
Come si fa a dire che non sono rappresentativi i partiti curdi di Talabani e Barzani, i comunisti, il Dawa o lo Sciri?, si chiede
Hashim. Ci detto, il rappr esentante dello
Sciri non nega che il Consiglio sia immune
dal malcontento popolare. Gli iracheni sono esasperati e questo un sentimento
strettamente legato allincertezza, alla mancanza di sicurezza. E naturale che la po polazione si lamenti, anche se bisogna sottolineare che il Consiglio di governo non ha
lautorit per af frontare i problemi, ha le
mani legate. Dove ha potuto dice Hashim
ha concentrato i suoi sforzi per pacificare
il paese. Lo Sciri si impegnato per ripor tare a pi saggi consigli il riottoso Moqtada
al Sadr. Laccordo era vicino spiega poi
allimprovviso ha denunciato gli americani
e mandato tutto allaria. Al Sadr non esprime rivendicazioni logiche, ha una persona lit labile facilmente manipolabile, racconta. LIran potrebbe giocare un ruolo, ma larmata di al Mahdi anche massicciamente
infiltrata da ex agenti del Baath e dai fed dayn di Saddam. Per Hashim, il seguito di al
Sadr presso gli sciiti esiguo, come dimo strano le manifestazioni di pr otesta: Sono
un pugno di uomini che da soli tengono in
ostaggio Kerbala e Najaf. Gli eventi degli
ultimi due mesi testimoniano per una co munanza di obiettivi tra lestremismo sunnita e quello sciita, riconosce Hashim. La simultaneit dei disor dini a Fallujah e a
Najaf, le espressioni di solidariet del Consiglio degli ulema verso Moqtada, la r ecente visita di esponenti sunniti al capo delle
milizie al Mahdi testimoniano lesistenza di
una comunanza dintenti. Ma la violenza
non trionfer in Iraq dice Hashim la lo gica barbara delle bombe suicide non ci appartiene. Lontana appar e al rappresentante dello Sciri lipotesi di una guerra civile tra sunniti e sciiti: Lo dicevano anche
dopo la caduta di Saddam, ma non acca duto. Il problema per Hashim non sono
tanto gli iracheni, ma gli stranieri che per
fare guerra allAmerica hanno eletto come
terreno di scontro lIraq.
Leterosocialista
Jospin torna e si separa dal suo
partito piuttosto che celebrare
matrimoni omosessuali
n paio danni dopo il suo ritiro dalla viU
ta politica attiva, lex premier socialista Lionel Jospin torna alla carica e crea
IL FOGLIO QUOTIDIANO
CANNES
IL CREDO DI SARKO: IN POLITICA IL PEGGIOR RISCHIO NON PRENDERNE ALCUNO E NON SEI NESSUNO FINCH NON TRADISCI
venne il gior no del gran per dono, sar rischi. E chiese apertamente al presidente
di essere il numero 1. No, ho bisogno di te
allInterno, sarai il numer o 2. Aiutami e ti
prometto che non te ne pentirai, rispose
Jacques Chirac che scelse come primo mi nistro il signor Raf farin. Agli amici che si
domandavano perch avesse accettato il ministero della sicurezza e della matraque,
dellimmigrazione e della liber t di culto,
insomma il minister o delle grane, rispose
che era diventato numero 2 proprio perch
aveva chiesto di essere il numero 1. Lossessione per le classifiche lavora ai fianchi, se
vero che ancora nel gennaio scorso chie deva al presidente cinese in visita a Parigi:
Lei che stato tanto tempo numer o 2, che
effetto fa essere ora il numero 1?.
A marzo del 2004, per, dopo la W aterloo
delle regionali, non chiede nulla: si vede gi
a Matignon per la for za delle cose. No, ho
bisogno di te alle Finanze, sarai numer o 2.
Aiutami e ti prometto che non te ne pentirai, risponde Chirac che riconferma alla testa del governo un Raffarin sempre pi trasparente. Ma questa volta gli amici non borbottano: sanno che luomo che stato sindaco a 28 anni, deputato a 34, ministro a 38,
ormai al posto giusto, in imboscata, pr on-
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri
Senza di lei, lui saffloscia, dicono gli amici. Non sopporta di non averla vicino nem meno per un gior no. E un amor e fusionale.
Siamo una sola persona, dice lei.
Gli fa da addetto stampa e da consulente
immagine, gli sbriga le richieste delle asso ciazioni e della clientela. Una volta a setti mana partecipa al consiglio municipale di
N euilly, il ricchissimo Comune nella ban lieue chic di Parigi di cui Nicolas sindaco
dal lontano 1983 e in cui stato rieletto lul tima volta con quasi il 75 per cento dei voti.
Nicolas vorrebbe che si lanciasse a sua
volta nella politica, la spinge a pr esentarsi
alle cantonali e magari a succederle come
sindaco nel 2007. E se in quellanno lui sar
primo ministro o presidente? Non fa niente,
risponde lei: faremo fronte, basta essere mobili e organizzati. Intanto lo segue passo passo: quando il marito era allInter no stava
nellanticamera del suo ufficio bench non
avesse alcun incarico uf ficiale. Per i poli ziotti era Madame. Ma per il minister o
delle Finanze il marito ha ben pensato di
darle un posto e un incarico nel gabinetto. A
Bercy, nel cuore dello Stato colbertista, tutti quegli snob con i nasi allins
Quando viene nominato ministro di Stato
dellEconomia, delle Finanze e dellIndu stria, il barone Seillire, presidente del Medef, lassociazione degli industriali, dice che
finalmente a Bercy arrivato uno Zinedine
Zidane. I sindacati ironizzano su tanto entusiasmo padronale e ricor dano che uno dei
fratelli del ministro vicepresidente dello
stesso Medef nonch assertore convinto delle delocalizzazioni. Un ex di Ber cy, il socialista riformista Dominique Strass-Kahn, dice che a conti fatti Sarkozy solo un Balla dur in short e sandaletti. Ma il neoministr o
sa di essere forte del suo. Ha a suo favor e la
leggera ripresa delleconomia, una cr escita
del 2 per cento: si impegnato a metter e a
dieta tutti i ministeri, difesa compr esa, per
riportare il rapporto tra deficit e Pil sotto il
3 per cento imposto dal patto eur opeo di
stabilit. Se riuscir, potr rivendicar e per
s una parte dei meriti, in caso dinsuccesso
potr sempre dire che la colpa di una po litica che non la sua e che lui ha ser vito
con lealt. I suoi rappor ti con Chirac sono
pi che chiari. Sa che non deve attendersi
nulla, perch come gli disse un giorno un altro grande del gollismo, Charles Pasqua, le
promesse impegnano soltanto quelli che le
ricevono. Cos non sono nemmeno due mesi ed gi partito a razzo. Il 23 aprile approfitta della riunione a Washington dei ministri delle Finanze del G7 per incontrar e
dello Stato, ha ribadito Sarkozy assumen do le Finanze a Bercy. Peccato per che ci
che la Francia si voluta e saputa pr endere in questi anni, con trattative durissime a
Bruxelles presso le direzioni generali del
mercato interno e della concorrenza, esattamente ci che spesso apparso negato in
radice ad altri paesi. Vedi le condizioni giugulatorie sullaumento di capitale Alitalia,
che produssero anni fa conseguenze devastanti su flotta e tratte da coprire prima che
la Corte di giustizia le riconoscesse infondate, a danno ormai fatto. Non si tratta affatto di un pregiudizio favorevole di Monti o
del suo collega Fritz Bolkenstein verso il governo di Parigi, ma innanzitutto della diversa osmosi che questo ha sempre saputo intrattenere con la tecnocrazia di Bruxelles. Ancora una volta Sarkozy sembra por tare a casa la difesa abbastanza integrale
del perimetro di business di almeno due su
tre delle precedenti attivit di Alstom, le nergia e il trasporto. Con impugnative minacciate anche dai tedeschi di Siemens, che
speravano nella nascita di un gigante con giunto nel settore delle turbine, giusta la dichiarazione sui campioni franco-tedeschi
sottoscritta da Jacques Chirac e Gerhard
Schrder la settimana scorsa, appena dopo
AGENDA MIELI
Aracnofobia. Scorpioni in
fuga da magazzini Malpensa. Rass. Berlusc.
Forse Lilli dovrebbe fare incursioni
mirate ai Parioli. Giov. Meland. dovrebbe
accompagnarla. Dirglielo. Coinvolgere anche Giov. Malag. Utile gir etto su Bmw ca briolet. Dirglielo
Pigi. Batt&Ribat. Invitarmi.
EDITORIALI
Razzismo liberal
MARK HELPRIN DURO SULLA CONDUZIONE DELLA GUERRA IN IRAQ: BASTA NATION-BUILDING, PREOCCUPIAMOCI DI VINCERE
proprio ci che hanno fatto la Ger mania e la Francia, ostili alla guerra a
Saddam, e assieme fautrici di leggi
draconiane sul velo. E Zapatero, che
ha richiamato le truppe nel mentre annunciava di voler trasformare gli imam
in dipendenti statali. Il problema chiarito dall11 settembre 2001 semplice
nella sua definizione: c gente aliena
ai nostri costumi che viene da noi per
distruggerci. Per evitarlo, le soluzioni
logicamente possibili sono due, e soltanto due. Primo: portare i valori che
consideriamo universali da loro. Ci
stanno provando il destro Bush e il sinistro Blair. Secondo: dire che ci impossibile o immorale, perch ogni civilt si nutre di valori relativi e autonomi. Ma allora bisogna impedire loro
di venire da noi o cacciare o sottomettere chi c e non accetta le nostr e regole. Da Zapatero-Schroeder a Huntington-Chirac, anche questa dottrina
ha estimatori a sinistra e a destra. Ma
non a caso i pi fervidi sostenitori di
Saddam in Europa sono Jean-Marie Le
Pen e Jrg Haider. Curioso che in quella compagnia adesso si ritrovino le bestioline politicamente corrette che
scrivono sui giornali liberal e si battono il petto contro lo scontro tra le civilt. Molto curioso.
Lo scambio elettrico
Perch lintesa fra Enel ed Edf va oltre i reciproci interessi commerciali
C svolta e svolta
Quella chiesta da Ruini diversa da quella sbandierata dallopposizione
ne non sfugga di mano. Per chi invece vuole il ritiro, la svolta consiste nella cessazione della pr esunta occupazione e il potere in Iraq pu benissi mo essere il palio della lotta tra fazioni armate, che qualcuno definisce ad dirittura resistenza. Non si tratta del la divisione tra chi giustific lintervento armato e chi vi si oppose. Pure
la Chiesa fu contraria, ma ora ricono sce con realismo che lobiettivo fondamentale evitare di fare dellIraq un
focolaio di crisi e di destabilizzazione
dellarea circostante. Questa preoccupazione pacificatrice invece non
tocca i pacifisti. Il che non toglie che
una svolta sia necessaria. Si tratta di
sciogliere la contraddizione tra una
presenza esterna che punta a realizzare le condizioni per lautogoverno dellIraq e la sensazione diffusa dagli agitatori ma penetrata in vasti strati del la popolazione, che questa presenza
esterna impedisca lautogoverno. A
questo punta il piano di Lakhdar
Brahimi, che allopposizione del senza se, senza ma e senza Onu non interessa pi.
Mark Helprin, senior fellow del Clar emont Institute e della American Academy
di Roma, un famoso gior nalista e scrittore, vincitore di diversi premi internazionali.
Nato nel 1947 a New York, cresciuto nella
Hudson River Valley e nelle Indie occidentali britanniche, ha studiato prima allUni versit di Harvard e poi in quella di Oxford.
Ha prestato servizio nella British Mer chant
Navy, nella Israeli Infantr y e nella Israeli
Air Force. Ha collaborato per diversi gior nali e riviste (The Atlantic Monthly , The
New Criterion, National Review, The American Heritage, The New York Times), e attualmente editorialista del W all Street
Journal. Tra i suoi libri pi famosi vi sono
Ellis Island and other Stories (in italiano
Bianchi Pascoli, Frassinelli), Winters Tale (Una citt in inver no, Mondadori),
Swan Lake (Il lago dei cigni, Mondadori), A Soldier of the Gr eat War e Memoir
from Antproof Case.
rifiutandosi di mettersi alla caccia dei terroristi operanti allinterno del territorio liberato. Ma una campagna condotta invece
con un dispiegamento di mezzi appena suf ficiente, che ha avuto dif ficolt a colpir e
persino bande di irregolari disorganizzati,
ha dimostrato agli arabi che si pu combattere con successo contro di noi.
Essendo erroneamente concentrati sul
controllo fisico dellIraq, non siamo riusciti
a capire che, se dovessimo abbandonarlo, la
conseguente anarchia potrebbe trovare una
soluzione molto pi rapida dellagonia in definitamente prolungata a cui la nostra
presenza ha sottoposto il paese. Cer cando
una motivazione post eventum, abbiamo deciso di fare dellIraq una democrazia di sti le occidentale; poi, quando questo piano
deragliato, di farne semplicemente un
esempio per un medio oriente democratico.
Naturalmente, invece di un modello che li
ispiri (di cui ce ne sono a disposizione gi
molti, come la Svizzera, ad esempio), ci di
cui gli arabi hanno bisogno innanzitutto
della volont e poi dei mezzi per rovesciare
gli Stati dittatoriali che li opprimono; ma un
Iraq riformato, anche se fosse possibile, non
fornirebbe nessuna di queste due cose. Il
Giappone e la Ger mania sono spesso citati
come prova della realizzabilit di questo
obiettivo: ma, nella Seconda guer ra mondiale, invece di congelar e i nostri eserciti
sui territori riconquistati obbligandoli a
svolgere compiti di polizia e di amministrazione civile, abbiamo aspettato fino allottenimento della vittoria.
Un soldato ogni 240 abitanti
Avendo deciso di rifar e un paese di 26
milioni di abitanti, diviso in sottoculture in
continua rivalit e con una comune disposizione al martirio e alla conservazione delle
tradizioni, lAmministrazione ha pensato di
poterlo fare con circa 100.000 soldati. Israele, che praticamente circonda la Cisgiordania, capisce perfettamente la lingua parlata nella regione, e ha alle spalle 37 anni di
esperienza di occupazione, tiene grosso modo un soldato in servizio per ogni 40 abitanti, e il rapporto col territorio di un soldato ogni 100 metri quadrati cir ca; e tutti conoscono i miseri risultati ottenuti. In Iraq,
abbiamo un soldato ogni 240 abitanti e su
una superficie di oltre 1.700 metri quadrati.
Per dirlo in termini pi chiari: si tratta del la stessa percentuale di poliziotti in uniforme che pattuglia le strade di New York City.
Ma la polizia di New York non si trova allestremit finale di una linea di rifornimento
lunga 9.000 miglia, non deve pr oteggere le
postazioni, viaggiare in convogli armati, organizzare il servizio ospedaliero, amministrare un servizio civile, riformare il governo, costruire scuole; e, soprattutto, non deve combattere contro una popolazione inferocita che parla una lingua straniera e in comprensibile, vive su un territorio immenso ed armata con mitragliatori, razzi e granate. E che per di pi pu contare su attentatori suicidi. Se volete raf figurarvi lIraq,
immaginatevi la polizia newyorkese in condizioni simili. Poi immaginatevi il sindaco
della citt che proclama: Non abbiamo bi-
LIBRI
Michelangelo Capua
ANTHONY PERKINS,
PRIGIONIERO DELLA PAURA
256 pp. Lindau, euro 22
dio, forse non del tutto vero ma ben ornato Michelangelo Capua costruisce buona
parte di questa biografia. Scritta per ch
molte volte, fin da ragazzo, mi hanno detto che assomigliavo a Anthony Perkins.
Quando Perkins mor, i gior nali titolarono morto Norman Bates. Il fantasma
di Psycho - il film che lo aveva fatto di ventare famoso, inchiodandolo per sem pre al ruolo di psicopatico - continuava a
riapparire. Oggi gli agenti consigliano agli
attori di non accettar e ruoli da gay, pena
il sospetto sulla vita privata, e il rischio
che la scarsa fantasia dei dir ettori di casting rechi in futuro soltanto offerte dello
stesso genere. A Hitchcock Perkins dove va tutto. Forse ne avr ebbe fatto a meno.
Per un po cerc di combattere, di fare altro, di recitare in teatro, provare a dirigere film. Ma i suoi occhi rimasero per sempre gli occhi di Norman Bates (il film era
tratto dallo stesso caso criminale che poi
Sebbene entrambi i partiti si siano dimostrati incompetenti, nullaltro che la politica impedisce loro di rimediare ai propri difetti; e a questo punto, anche se i pr ofessionisti della politica non sono in grado di ca pirlo, rimedi concreti e radicali sarebbero
la politica miglior e. La situazione non ri marr cos critica se si dar nuovamente la
giusta importanza ad alcuni principi fondamentali.
Lesercito deve essere riformato in modo
che abbia un surplus di potenza senza do ver scegliere tra trasformazione e tradizione, tra qualit e quantit, tra ar mamento
pesante e leggero: sono necessarie tutte
queste cose insieme. Sar molto costoso, e
richieder parole chiare e meno tergiversazioni da parte di chi governa, ma consentir un uso rapido e schiacciante della for za, la creazione di un poter e stabile, la so luzione di varie contingenze e, soprattutto,
lefficacia della deterrenza. E sempre meglio spaventare il nemico anzich incoraggiarlo a nuove azioni mostrando debolezza.
Oltre a condurre operazioni non convenzionali di polizia e paramilitari contro le varie frange della legione terrorista, dobbiamo anche rafforzare la difesa civile. Sebbene colpire un migliaio di obiettivi sia pi facile che difenderne un milione, non pos sibile controllare ogni laboratorio e na scondiglio del pianeta. Per quanto i costi sociali ed economici necessari per unef ficace difesa contr o le armi di distruzione di
massa appaiano un onere molto pesante, diventano insignificanti di fr onte alla prospettiva di un epidemia o di una bomba atomica in una grande citt.
Nel medio oriente, il nostro obiettivo originario, travisato da miopia strategica, era
LA DEFICIENTE
a cura di Guia
Froci
Sami, palestinese torturato e
seviziato in patria, fuggito in Italia,
non rivendica il diritto al ritorno
Da Gaza a Milano
Vediamo chi gira la testa dallaltra par te. Vediamo cosa ne dicono i sodali italia ni di Arafat, le comari che inneggiano piene di ammirazione ai resistenti iracheni e
agli eroi delle brigate al Aqsa, i difensori
del relativismo culturale, quelli che ogni
paese ha le sue tradizioni ed esportare democrazia e civilt insensato. Gli stessi
che urlano come galline (e fanno benissi mo, sia inteso) quando un frocio italiano
viene insultato per una strada italiana o
minacciato in un ufficio italiano o preso a
sberloni (e peggio) in una famiglia italiana.
Vediamo se e dove hanno le palle questi
signori. La storia questa. C a Milano un
ragazzo palestinese di ventinove anni che
risponde al nome di Sami Saleh e che ri schia di essere rispedito a casa. Meglio dire: allinferno. Sami Saleh (come si legge
bene nellintervista che Mario Cirrito gli
ha fatto su gay.it e che tutti dovrebbero leggere con la dovuta attenzione) ha avuto il
torto di essere omosessuale in quel bel
paese che molti difendono con lo stesso
amore e la stessa passione che spendono
per un altro campione dellinfernalit terrestre: la Cuba del signor Castr o
che tiene chiusi in galera
centinaia di omosessuali colpevoli di infangare la potente
idea del maschio latino. T orniamo a Sami
Saleh, ventinove anni,
palestinese, omosessuale, giovane che tenta di sottrarsi alla tortura e alla morte. A Gaza, sua citt natale,
aveva un ragazzo. Con lui si vedeva di na scosto grazie alla complicit di un amico.
La sua famiglia di quelle che fanno tr emare il mondo: fondamentalisti duri, un
fratello che si prepara per diventare
imam, leggi dacciaio e scuola per kamikaze. Sami e il suo compagno, ospitati da un
amico e complice che offre loro un rifugio
provvisorio, vengono per scoperti in un
pomeriggio da incubo. Per due ore una
banda di torturatori li picchia, li sevizia, li
bruciacchia con i mozziconi di sigar ette e
dio solo sa come sono riusciti a sopravvi vere. La forza della disperazione e i confini labili della regione rendono impossibile una fuga in Giordania. Da l arrivano a
Milano. Siamo al settembre 2001 quando
vengono bloccati alla Malpensa. Le autorit italiane chiedono ai due ragazzi di dimostrare di essere omosessuali e loro, al
di l delle par ole, non sanno che altr o fare. Quindi, sci. Fuori dai piedi. Ami e il
suo compagno puntano allora verso la Svezia ma la polizia tedesca li blocca a Neumunster e li chiude in un campo di acco glienza dove vengono fatti segno di bef fe,
insulti e umiliazioni da parte degli altri
profughi. Alla fine vengono separati. Sami
deve tornare in Italia. Si taglia i polsi perch lidea di non stare pi con il suo com pagno gli pare insopportabile. Curato viene impacchettato e mandato oltre confine.
Ora Sami se ne sta in Italia terrorizzato allidea di essere messo su un aereo e riportato nella gloriosa terra di Palestina. Se ci
arriva lo massacrano. Vediamo adesso chi
gira la testa dallaltra parte.
Lessico familiare
Flag/flagging (inglese). Letteralmente:
bandiera/sbandieramento. E luso ancora molto in voga in alcune comunit gay
americane di fazzoletti colorati (appunto
flags o hankies) secondo un codice preciso
che esplicita il gusto sessuale di chi li porta. Il fazzoletto viene di solito inserito in
una delle tue tasche posteriori dei panta loni (a destra o a sinistra indica se si at tivi o passivi in quel dato gusto).
Intersessuale. T ermine usato da
Edward Stevenson (alias Xavier Mayne) in
The Intersexes (1908) e diffuso in Italia
negli anni Venti e Trenta.
Unisessuale. Termine che per un breve
periodo fu usato con il significato di omo sessuale (vedi il testo di Marc Andr Raffalovich Uranisme et unisexualit del
1896). E in ef fetti in botanica che si parla
di piante unisessuali (o dioiche) riferendosi a quelle a sessi separati (che hanno
quindi fiori maschili e fiori femminili).
Fashion (anche Dolce & Gabbana, Bim ba). Giovane gay solitamente dai modi ef femminati molto interessato alla moda fatta di abiti aderenti (non a caso Dolce e
Gabbana). Attento molto anche allimmagine del viso non disdegna scolpiture
delle sopracciglia.
Daniele Scalise
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Alta Societ
Sempre ben frequentato dagli italiani
il Caf Costes in r ue Saint-Honor. Ci va
sempre Emanuele Filiberto di Savoia. Ci
sono passati gior ni fa Valentino, Walter
Veltroni. Si vista Monica Bellucci.
Tutti adorano il tonno con mousse
di cetrioli freschi.
lato pi di americani, di occupazione: la mia
amica ha ricordato che sgozzati in quel modo
sono morti tanti musulmani, in Algeria, e ne
continuano a morire. La mia amica mi ha confessato di avere paura di quella gente. Per questo adesso non posso scrivere il suo nome. Ma la
mia amica mi ha anche detto che finch la
maggior parte di loro, musulmani normali (lei
si definisce cos) non parler aper tamente e si
ribeller, saranno sempre pi proprio loro le
principali vittime di tutto questo orrore. Adesso
spedisco il filmato via mail a tutti quelli che me
lo chiedono. Penso possa essere un buon contributo alla relazione di Roberta. Cordialmente
Assuntina Morresi, Perugia
Penso di s.
Al direttore - E se anche il video sullo sgoz zamento di Nick Berg fosse un falso?
Marco Rivalta, Torino
Hanno trovato il cadavere, la testa non
cera.
Al direttore - Secondo Serventi Longhi lei, e
solo lei, non conosce cosa sia la sensibilit. Poi,
sempre per il Servente, lei ha omesso di spiegare la foto della decapitazione prima e dopo
la sua pubblicazione. Impari dai suoi colleghi
dellEspresso che nel pr ossimo numero pubblicheranno il manuale del giovane torturatore.
Francesco Chiappetta, via Internet
La logica di piccola e malmostosa aggres-
sione del dottor Abruzzo e del dottor Serventi Longhi proprio non la capisco. Luned
sera da Socci il presidente dellOrdine
Abruzzo ha assolto Mentana per aver dato il
video alluna di notte e ha ribadito la condanna del Foglio e di Libero in nome della
legge del 48 sulle immagini raccapriccianti. Dovevamo fare unedizione alluna
di notte per essere assolti da Abruzzo? E come mai non censura le immagini raccapriccianti delle torture, vere e false, pubblicate
da tutti i giornali? E la W elt, lautorevole
quotidiano di Amburgo che ha pubblicato
la stessa foto, non gli dice niente? Quanto a
Serventi Longhi, dice che pubblicando
quelle foto abbiamo dato addosso in modo
scorretto alla civilt islamica: e dove mai
abbiamo scritto o significato questo? Come
si permette di tradire il senso esplicito della nostra decisione editoriale? Il nostro scopo era incidere sulla nozione di nemico,
aborrita e negata dalla civilt occidentale
che non vuole vederlo, come ha detto Andr Gluksmann. E il nemico non la civilt
islamica ma il partito del terrore. Perch
non la piantano con le molestie e le delazioni?
Al direttore - Quasi tutti i giornali si sono
stupiti che, secondo una comparazione internazionale, lItalia, abbia il minor numero di casi di mobbing, ovvero di prevaricazioni sui sottoposti nei luoghi di lavoro pur senza avere
una legislazione specifica. Una legislazione che
manca forse perch, aggiungo io, umanamente impossibile mettere nuove norme nel tutelatissimo mondo del lavoro italiano. Forse se
ne potrebbe mettere qualcuna contro il mobbing che le leggi fanno agli imprenditori. Oppure contro le prevaricazioni che i sindacati
con picchetti fanno a imprese ed economia (vedi Melfi). O meglio far rispettare qualche straccio di legge contro gli sgarbi che lavoratori fanno ad altri lavoratori non lasciandoli entrare
nel luogo di lavoro o fotografando chi entra
scortato dalla polizia (vedi Melfi). E magari fi nalmente una legge contro le vessazioni e le assurdit che subiamo noi utenti di enti pubblici
perch molti impiegati pubblici se dovessero lavorare si sentirebbero vittime di mobbing (vedi
tuttItalia).
Jas Gawronski, europarlamentare di FI
Al direttore - In relazione allarticolo di Camillo Langone, divertente, desidero precisare
che in realt Tot chiese alla domestica di disinfettare i punti della sua casa in cui si era seduto Ninetto Davoli e non Pasolini, il quale,
probabilmente ben pulito e profumato, aveva
lunico torto di aver accompagnato in quella
occasione Davoli in casa de Cur tis. Altrimenti
qua finisce sempre in puzza
Rodolfo Lorenzoni, via Internet
Al direttore - Lultima cosa che avrei voluto
in questa mia vita mascalzona essere in disaccordo, seppur parziale, con Camillo Lango ne: ma il suo un errore di metodo. Di Capossela bisogna ammirare i dischi e non cadere
nella tentazione di andarlo ad ascoltare dal vivo, quando troppo ubriaco per ricordare note
e parole, o solo per compitare gli spartiti. Il suo
libro, che rimesta e impiastriccia le canzoni (lo
si sa a priori: folle cercarne conferma), vizio di
vanit e di conto in banca. Del resto, anche il
romanzo di Langone non degno di sciogliere i
lacci dei sandali ai lenzuoli sabatali sul
Foglio.
Ludovico Sforza, via Internet
cetti che fanno a pugni con la logica; quanto deluso dalla sinistra riformista, allinseguimento del modello consumistico. E
unita, aggiunge Manetta, si fa paladina
dellinseminazione eterologa, una autentica mostruosit che pretende di far nascere
gli individui dalle seghe di imbecilli narcisisti in delirio di onnipotenza.
Poi, la guer ra in Iraq.
Meglio: gli Usa. N on
che Manetta sia uno
sfegatato filoameri cano, anzi. Spiega:
Gli americani hanno
il torto di voler dif fondere il loro modello in
tutto il mondo, ma noi non possiamo di menticarci che senza di loro il nazismo probabilmente avrebbe vinto in Eur opa ed
sicuramente grazie alla lor o presenza se
non siamo finiti nel tunnel del socialismo
reale. Nella dura r eplica sul suo gior nale
Curzi parla di manifestazione di odio. E
il titolo a tutta pagina dice: Un vignettista
desolatamente solo.
Fin qui la polemica pubblica. Dice Manetta al Foglio: Io mi ritengo di sinistra, ma
la sinistra che c adesso non mi convince.
Sono daccordo su alcune cose, ma a questo
Scandali
Non solo a Nick Berg, addio anche
allamica della numero 3, quella
che voleva ancoravedere il mare
altra notte morta una delle protagoniL
ste in incognito della saga di Padri e figli. Dico in incognito perch si chiamava
Emanuela ed era unamichetta e compagna
PADRI E FIGLI
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Antitotalitarismo
Antinichilismo
Realismo
Pressing
Leadership
a cosa che Silvio Berlusconi non deve assolutissimamente fare seguire i consigli dei cosiddetti esperti di
geopolitica. Prepari, piuttosto, il suo discorso parlamentare di domani senza
neanche sbirciare le cose che gli suggeriscono ambasciatori e giornalisti.
Sono sofismi, politichese, feluchese,
chiacchiere e distintivi. Faccia di testa
sua, come gi fa le formazioni del Milan, dica quello che un imprenditore farebbe se fosse a capo dellazienda Iraq,
dica quello che chiedono le forze politiche irachene, comprese quelle pi antiamericane, dica quello che ogni per sona di buon senso sa e cio che allIraq servono le truppe occidentali, da
sole o con la Nato non importa, per garantire a) la sicurezza dei cittadini; b) la
transizione a un governo democratico.
Ogni imprenditore, ogni persona di
buon senso, perfino ogni allenatore di
pallone sa e capisce alla perfezione che
in Iraq bisogna restare anche oltre il
primo di luglio, quando gli iracheni,
con legida dellOnu, si autogoverneranno. Signor presidente imprenditore,
spieghi la mission dellimpresa in Iraq:
liberare il paese dalla dittatura (ed
stato fatto) e aiutarlo a costruire un futuro libero, democratico e di benesse re. Per riuscire nellimpresa la miglior
difesa lattacco, come diceva il teorico dellesportazione del bel giuoco, Arrigo Sacchi. In Champions League ser vono due punte e Gattuso su Zidane, in
Iraq servono pi truppe, non di meno, e
la risolutezza di chi sa che sta combat tendo per difendere non solo se stesso
ma anche lIslam dal suo scisma ter rorista.
Dica che al momento della nuova risoluzione Onu e del nuovo governo iracheno, se richiesti, mander altri soldati e altri civili e altri soldi e altri tecnici e altri ingegneri e altri, come can tava Edoardo Bennato, dotti, medici e
sapienti per parlare, giudicare, valutare e provvedere e trovare dei rimedi
per la giovane democrazia in questione. Rivendichi quanto stato gi
ottenuto, non solo la cacciata degli as sassini talebani, ma anche la caduta di
una dittatura imperialista che condivideva il medesimo progetto politico di
Osama bin Laden: conquistar e il mondo arabo e musulmano, colpire gli americani, distruggere Israele.
Le difficolt sono enormi e aumentano. Ed ovvio, visto che per i fascisti di
Osama e di Saddam e di T eheran (la
prego, li chiami per nome in Parlamento: fascisti islamici) con il trenta giugno
e la democrazia si metter male. Intensificheranno gli sforzi, i fascisti. Contro
gli americani, contro gli iracheni democratici e, certo, contro di noi, alleati
pi deboli. E sconfortante, ma non ceda alla sindrome di Caldarola: raddoppi gli sforzi per sconfiggere lultimo totalitarismo del Novecento.
Faccia le corna a Caracciolo
Lesperto Lucio Caracciolo, sullEspresso delle patacche, aveva gi suggerito di esportare in Iraq, testuale, la
democrazia alla beduina. Ieri andato oltre. Su Repubblica le ha fatto un
elenco di tre richieste irrevocabili
(trittico strategico, lo chiama lui) da
rivolgere a Bush, pena il ritiro, senza
sapere, lesperto, che le prime due sono
state gi attuate (copertura Onu per
preparare le elezioni entro i primi mesi del 2005; e nomina da parte di Brahimi di un governo iracheno provvisorio
entro il 30 giugno) mentre la terza (forza militare Onu) gi una richiesta
americana. Caracciolo, di suo, vorrebbe
anche gli eserciti della Lega Araba in
Iraq. Gli risponda in Parlamento che,
altro che democrazia alla beduina, questa esportazione della dittatura. L esperto gliene ha suggerita unaltra geniale: di spiegare a George W . che il
nuovo governo iracheno dovrebbe essere composto anche da irriducibili
baathisti, radicali sciiti, mafiosi curdi.
Gli risponda con le corna, come fece a
quel vertice europeo. E dica, piuttosto,
che si impegner con Bush per far processare e punire i volenterosi torturatori di Abu Ghraib, purch non se ne
parli pi. E si batta, ora che campionato e coppe sono finite, per anticipare le
elezioni irachene, per mostrare come
la battaglia sia per la democrazia. Credo che seguir a pieno il mio consiglio,
cio non mi ascolter affatto e quindi
non dir niente di tutto ci.
Christian Rocca
AL CAPEZZALE DELLUNIVERSIT
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Schiavone - Vogliamo un
sistema che tenga insieme
laumento della competitivit e il
permanere della struttura pubblica
per una privatizzazione del sistema. N oi
proponiamo una strada diversa, che vuole
tenere insieme un aumento della competi tivit e il per manere della struttura pub blica. Come ottenerlo? Una bella osser vazione emersa durante i lavori della com missione: allinterno di una struttura che rimane sostanzialmente pubblica, possiamo
simulare, attraverso meccanismi rigorosi di
valutazione, le dif ferenziazioni che, in un
sistema privatistico, sono indotte dal mer cato. Significa intr odurre meccanismi di
auto ed eterovalutazione, capaci di dar e
premi e penalit. Oggi questo non esiste. In
molte situazioni universitarie esistono gi
meccanismi di valutazione (da par te degli
studenti, da parte di nuclei di valutazione
locali e nazionali). Ma queste valutazioni
quasi sempre non hanno conseguenze. Se
invece intr oduciamo pr emi e penalit,
apriamo delle dif ferenziazioni: nelle uni versit, nelle car riere dei docenti. Cer to,
cos tocchiamo il mostr o sacro del vecchio
sistema, legualitarismo diffuso a tutti i livelli (egualitarismo formale tra universit,
egualitarismo allinterno del corpo docen te e cos via).
Mancini - Sono a mia volta convinto che
lo snodo fondamentale, se vogliamo che ci
sia competizione e al tempo stesso si man tenga lassetto pubblico delluniversit, sia
quello della valutazione. Spesso mal ef fettuata, anche perch sappiamo come vanno
le cose, quando i pr ofessori valutano altri
professori. Lesempio classico quello dei
concorsi, come quelli di straor dinariato, il
in unottica di realismo, di dialogo con lattuale ministro, che ha un orientamento r esponsabile e che pu esser e un vero interfaccia. Basta con lattesa della grande riforma, del grande toccasana che sistemer tutto. Basta con lo scagliar ci contro tutto ci
che non incar na perfettamente i nostri
ideali.
Schiavone - E vero quello che dice De
Maio. Siamo in un sistema iperprotetto e alcune protezioni vanno smantellate. Non totalmente, per, e il punto delicato sapere
dove fermarsi. Perch una parte (magari anche piccola) di queste tocca quello che noi
chiamiamo principio della libert dinsegnamento. La parte dello statuto dei docenti che tocca la lor o inamovibilit politica, e quindi una parte di questo sistema di
protezioni, in un insieme pubblico come il
nostro riguarda alcune garanzie fondamentali e irrinunciabili. Dobbiamo capir e fino
a che punto, su alcune protezioni sacrosante, frutto di grande fatica storica e teorica, si
sono sovrapposte incrostazioni di tutela corporativa, rendite di posizione e parassitismo pubblico. E dobbiamo incidere fin dove non si tocca la carne viva delle libert
fondamentali. Un dubbio su quanto detto
dal professor De Maio a proposito del triennio, e delle lauree che sarebbero in qualche
modo licealizzate, oltre che del tutto sganciate dalle lauree specialistiche, dai dotto rati e dai post dottorati. In linea di massima
sono daccordo sulla distinzione: distinguere i percorsi era, daltra parte, lispirazione
fondamentale della riforma Berlinguer-Zecchino. Ma dobbiamo mantenere dei momenti di unit del sistema. Se questo vuol
dire creare ununiversit in cui il rappor to
tra didattica e ricerca non deve esistere pi,
ho molte perplessit. Il problema di capire fin dove la distinzione sia positiva e vada
accolta. Non possiamo pensare, per il triennio, allo stesso rapporto didattica-ricerca
della missione pubblica delluniversit, peraltro ribadita nei princpi generali del documento della Commissione della Cr ui. La
missione quella di fornire un sapere critico a tutti. In questo senso, nella proposizione del sapere pubblico, un certo egualitarismo ci deve essere.
Galli della Loggia - La commissione parla di capaci e meritevoli, non di un generico tutti.
Mancini - Ma io credo che le universit
debbano essere in grado di fornire, almeno
sul triennio, un sapere con certe caratteristiche. Sono daccordo, devono esserci due
percorsi. Ma per il primo chiedo una garanzia di egualitarismo, almeno in partenza.
Certo, se poi lo studente non n capace n
meritevole, sar penalizzato. Cos come
chiaro che la ricerca un fatto qualitativo,
e che possa e debba comportare differenziazioni, anche sul piano dellincentivazione e anche tra le diverse universit. Sappiamo che i professori non sono tutti in grado di fare ricerca, ed fatale che le universit non siano tutte uguali. Le regole devono essere per abbastanza diffuse tra tutti
gli atenei, e questi devono essere subordinati a una programmazione.
De Maio - Devo aver chiaro lobiettivo a
cui tendere, perch altrimenti non posso
neanche ragionare sui passi immediati. Il
mio obiettivo che non esista pi il valore
legale del titolo di studio, e che ci sia la pi
ampia autonomia effettiva delle universit,
con la possibilit di valutazione dei risultati. Per avere il bollo sul nuovo corso di laurea impieghiamo un anno e mezzo, e dopo
la decisione dellateneo passa al vaglio del
Cun e di altre sigle, e alla fine c limprimatur: guai a non presentare la cosa in termini perfetti, normati, disciplinati. Ma che
ci siano risultati non interessa a nessuno. Si
fa ma non si dice, si dice ma non si fa: il
motto delluniversit italiana. Anchio so
che sarebbe irrealistico, oggi, proporre lattuazione immediata di certe misure radicali, ma se lobiettivo di cui parlavo poco fa
condiviso, possono esserci mille modi di
perseguirlo: la discussione aperta. T ornando alla governance, molti ricevono soldi
dallo Stato e non sono obbligati a sistemi di
governance: pensiamo a come sovvenzionata la cosiddetta ricerca privata. Attualmente la nostra universit tutta incentrata sullautorizzazione a fare. Io vedo piuttosto ununiversit che orientata alla valu tazione dei risultati. Dare la possibilit alle
che, di per s, un maggior poter e del rettore sia la risposta. Perch poi rischiamo di
cadere nellerrore di pensare che il rettore
debba essere un manager e non pi un professore.
che vale per il dottorato, ovvio, ma immaginare che i professori debbano essere buoni ripetitori e divulgatori, mentre la ricerca
si far solo dopo, mi pare una forzatura. Sulle regole: sono daccordo, quando De Maio
dice che dobbiamo guardarci dalla prescrittivit ossessiva, altrimenti lautonomia
va a farsi benedire. Ma credo, visto che ho
firmato il documento da cui abbiamo preso
spunto per questa discussione, che in un sistema in cui il finanziamento pubblico rimane la parte dominante alcune regole bisogna pur darle. Per fare un esempio, non
credo che la Sapienza possa avere un rettore nominato da un board mentre a Firenze
lo elegge lintero corpo docente.
Mancini - Ma noi le regole di governance
ce le avremmo gi. Princpi molto generali
erano gi contenuti nella legge 168. Dobbiamo chiederci se vogliamo cambiar e alcuni
di questi princpi generali. Per esempio la
divisione delle funzioni degli or gani di governo, come Senato accademico e consiglio
damministrazione, una cosa che si pu
tranquillamente realizzare. Ma anchio penMARCO MANCINI ordinario di Glottologia presso la facolt di Lingue e lette rature straniere dellUniversit della Tuscia (Viterbo), di cui rettore dal 1999.
so che vada raccolto il richiamo al realismo,
nel senso che dobbiamo pensare a interventi utili ma chirurgici, che non sconvolgano limpianto generale. Per fare questo ci
vuole consenso, quantomeno maggioritario,
e per ottenerlo bisogna essere gradualisti,
anche se De Maio, che pure si dice tale, non
mi pare lo sia molto. Perch abbiamo avuto
tanti annunci, alcuni passati dal Consiglio
dei ministri, di provvedimenti che sconvolgono la struttura del mondo universitario?
Penso agli annunci sulla governance, e in
particolare a quelli sullo stato giuridico dei
docenti. Annunciare provvedimenti generali che vorrebbero rivedere in toto la struttura del mondo universitario , secondo me,
un errore politico, perch significa scatenare la rivolta (sia essa giustificata o meno).
Dobbiamo allora lavorare sui punti critici e
su quelli cominciare a intervenire. Favoriamo la competizione, ma ricordiamoci
De Maio - Si dice che ne sarebbero penalizzate le universit del sud, perch l non ci
sono ricchi ai quali far pagare di pi e non
si possono aumentare le tasse, neanche allo
scopo di utilizzarle per i pi poveri e meritevoli. Ma anche dando per buona questa
obiezione, non ha senso bloccare il meccanismo per tutti. Si potrebbero, semmai, pensare compensazioni per le universit particolarmente disagiate. Dobbiamo ragionar e
per rimuovere i vincoli, non per vincolare
tutti. So anchio che ora la liberalizzazione
assoluta impossibile, ma nel futuro a quella dobbiamo tendere.
Mancini - La realt che negli ultimi mesi abbiamo avuto segnali contraddittori, e
proprio sullaspetto dellautonomia. Lo stesso disegno sullo stato giuridico contiene elementi pericolosamente centralistici. V ogliamo parlare del fatto che i decr eti sono
fatti dal Miur, sentiti la Funzione pubblica
e il ministero dellEconomia, quando prima
li facevano i rettori? E chi che fa la valu tazione del controllo giuridico dei concorsi?
Il Cun, mentre oggi competenza delle universit. E linfame normativa sulle deroghe?
cosa c di pi centralistico? Oggi facciamo
assunzioni non sulla base dei nostri finan ziamenti ma sulla base di finanziamenti
elargiti dal ministero delle Finanze in quote predeterminate. Quindi faccio un concorso, lo bandisco, emano il decreto, va sulla Gazzetta, si svolge il concorso, vengono
proclamati i vincitori e poi non li assumo io,
che ho i soldi per farlo, nella mia autonomia, ma li assume il minister o dellEconomia, quando lo ritiene opportuno. Questo
non centralismo? Capisco i problemi economici, ma allora bloccate le assunzioni.
Basta dire: assumi se hai i soldi per farlo.
Schiavone - Ancora una notazione sul discorso delleccellenza, che pr eferisco chiamare alta e altissima formazione e sullistituzione dei cosiddetti professori deccellenza, una nostra proposta che stata molto fraintesa. Tutti sostengono di condividere lobiettivo strategico di costruire in Italia
un livello accademico e organizzativo dedicato allalta e altissima formazione. Ma come? Il problema non dare limpressione,
dal punto di vista delle strategie comunicative del Ministero, di legare questa attenzione a una trascuratezza nei confronti delle lauree di base. Il problema quello di far
Germanica
Chi incastr Willy Brandt?
La Cri sinterroga sul suo silenzio
Lultima vittima dei dossier Stasi
Sono stati Wehner e Honecker
Fece un respiro profondo poi disse:
Sono stati Wehner e Honecker. Dopo aver
pronunciato queste parole la sera del 14 luglio del 1978, il suo viso si distese. Final mente me ne sono liberato, cos ricor da
Brigitte Seebacher, la terza moglie di Willy
Brandt nel suo libro/biografia, appena uscito in Germania. Per il fautor e della Ostpolitik e premio Nobel per la pace sono stati
dunque lallora potentissimo capo gruppo
parlamentare Herbert Wehner e il segretario generale del par tito comunista della
DDR Erich Honecker a tramar e contro di
lui. A mettergli la spia della Ddr , Gnter
Guillaume, al seguito, a dipingerlo come
don Giovanni incallito e semialcoolizzato,
costringendolo, infine, il 7 maggio del 1974,
alle dimissioni. Quando due anni dopo la
morte dello statista, la Seebacher parl di
appunti lasciati da Brandt in cui indicava
in Wehner e Honecker i suoi nemici, Der
Spiegel, che non dava cr edito a quanto so steneva, le dedic una coper tina feroce:
La vendetta della vedova. Per il nuovo libro, invece, non solo ha fatto la coper tina,
ma ha deciso di pubblicar e stralci della
biografia in due puntate. La teoria del
complotto non nuova, ma in questo libro
le d atto Hans Joachim Noack, per decenni giornalista al seguito di Brandt, la See bacher racconta la grande congiura di pa lazzo supportandola con una quantit considerevole di nuovi indizi. La Seebacher si
riferisce a documenti che si tr overebbero
nei sotterranei della Lubjanka e in diversi
archivi moscoviti. Costituivano il dossier
che Mosca aveva appr ontato su Brandt.
Nellestate 2003 scrive la vedova mi
stato inviato un elenco di 500 documenti
che si riferiscono agli anni 1969-1974. La
maggior parte riguarda questioni quotidiane, ma una ventina di questi potr ebbero
definitivamente chiarir e perch e come
Wehner tramasse alle sue spalle. Soprat tutto uno, nel quale sarebbero documentati gli incontri tra Wehner e Honecker di cui
Brandt non sapeva niente, ma cer to ne era
al corrente il Cremlino. Alla richiesta di
poterli legger e stato sinora risposto
njet. Dunque, commenta Noack, supposizioni suggestive ancora da pr ovare e nei
fatti fino a oggi smentite dalle ricerche. Ma
chiude Noack se un gior no dovessero
trovare conferma, costringerebbero a riscrivere uno dei capitoli pi bui della Spd.
Parlare o non parlare, questo il problema
Al quartier generale del Comitato internazionale della Croce Rossa di Berna laria
tesa. I capi dellorganizzazione svizzera si
chiedono riporta la Neue Zrcher Zeitung
E corretto di fronte a certe efferatezze e
violenze, continuare a mantenere il silenzio, o sarebbe pi giusto denunciarle subito? Una domanda antica, quanto antica
la Croce rossa inter nazionale, fondata nel
1863. Quanto accaduto in Iraq mette in discussione il suo codice di compor tamento
improntato sulla diplomazia. Rapporti sulle torture, le violazioni dei diritti umani, la
Cri li aveva aveva gi stilati, e dettagliatis simi, nellottobre 2003. Rapporti che, come
spiega alla Zeit la portavoce Antonella Notari, erano ancora pi choccanti delle fo to. Poi vennero fatti avere discretamente
a chi di dovere. Ed proprio la discrezione
a essere messa in discussione. Una condotta rafforzatasi sotto la guida del dir ettore
Jakob Kellenberger, nominato a capo della
Cri nel 99. Cos, negli ultimi tempi, il com pito di informare tempestivamente lopinione pubblica su cosa succede sembra
passato nelle mani di or ganizzazioni come
Amnesty Inter national e Human Rights
Watch. Ma pensar e che alle denunce se guano immediatamente condizioni migliori per le vittime, i prigionieri, una pia illusione, spiega Notari. Anche i rappor ti
sul carcere di Abu Ghraib di Amnesty In ternational e Human Rights Watch ricorda erano stati stilati mesi fa senza aver
sortito effetti. Tra i tanti motivi che sugge riscono la prudenza c quello della pr otezione dei prigionieri. In cer te aree geografiche e condizioni politiche, accuse rese affrettatamente pubbliche potrebbe precludere alla Cri laccesso alle vittime, lasciandole sole senza soccorso. Nessuna poltrona
vacilla, ma il dibattito appena iniziato.
Linformatore ufficioso
Anche se, come scriveva qualche mese fa
Der Spiegel, vittime eccellenti lultimo de gli archivi Stasi consegnato dagli americani non ne doveva pi fare, un pesce, seppur
non grossissimo, nelle maglie della Ro senholz-Datei finito: il capo della CondNast Germania Bernd Runge. Lo scheletro
nellarmadio lhanno svelato Focus e Der
Spiegel, raccontando che, sulla base dei documenti ora accessibili, Runge (che in passato aveva sempre negato qualsiasi colla borazione con il regime della Ddr) si era
iscritto alla Sed nel 1980 e ancora studente
a Mosca era stato ingaggiato in veste di
informatore ufficioso nell81 dalla Stasi.
Come corrispondente ester o dellagenzia
Adn a Budapest avrebbe poi stilato rapporti su politici ungheresi, oppositori della
Ddr, giornasti di El Pas, Les Echos e Reu ters. Runge inizialmente ha taciuto poi, curiosamente nota la Faz ha attaccato solo
Focus, senza dissipar e le accuse. T utti
sanno quanto di parte e manipolati fossero
i rapporti della Stasi. Focus pratica un giornalismo che viola i principi democratici di
questa professione. Lasciando fuori dalla
polemica Spiegel, Runge cer ca forse di
avallare la tesi della faida. Fu proprio il direttore di Focus ad avere avuto riserve sulla nomina di Ruge a uomo delleditoria
dellanno 2003. La Sddeutsche poi aveva
gi dato per certa la sua defenestrazione da
parte del boss della Cond-Nast Inter national, Jonathan Newhouse. Di cer to non
avrebbe voluto un ex informatore comunista a dirigere i suoi giornali. Ma Newhouse
gli ha confermato la fiducia.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
per un periodo transitorio che resta da definire, o sulle nuove pr ocedure per approvare il bilancio, magari da contemperare
tra Consiglio e Parlamento. Di quanto la decisione sia complicata insomma sono consapevoli sia i pragmatici alle prese con le
alchimie del consenso, sia gli idealisti alle
prese con lastrazione. Quello che invece
forse sfugge ai primi e appar e chiaro ai secondi il rischio di irrealt che minaccia
lEuropa e i suoi Stati, rischio legato alleccezionalit della sua stessa ambizione e allincertezza storica in cui questambizione si
dispiega.
Marcel Gauchet, un passato di studi illu -
che fondarsi sul concorso attivo delle nazioni che deve trascendere. Andr avanti
solo attraverso i popoli che la compongono,
o non andr avanti per niente. Altrimenti
sar condannata allinterminabile stallo di
una decostruzione delle sue componenti
sotto la direzione di una burocrazia missionaria miope quanto ambiziosa.
La forza di due correnti
Il problema europeo dunque sta nellarticolazione tra nazione e civilt. E lo stesso
problema formulato centanni fa da Charles
Seignebos: La civilt comune crea una corrente internazionale che spinge i popoli a
sentirsi solidali e vicini, le rivalit e gli odi
creano una corrente nazionale che spinge i
popoli a isolarsi e trattarsi da nemici. Dalle
forze di queste due correnti dipender lavvenire del mondo. Con la differenza che
oggi, frutto di una diversa tensione, d luo go a nuove incertezze. A questo dunque serve la storia: a legare due termini consustanziali allidentit europea, per spiegare come
a una prima fase di armonia reciproca, dove la civilt sesprime attraverso la nazione,
segue una fase di contraddizione tra i termini, dove i nazionalismi simpongono in
nome della civilt o contro la civilt, per arrivare infine, caduto in modo indolore il comunismo, alla forma attuale della civilt
senza nazioni, o del superamento delle na zioni in nome della civilt. La civilt, comune prodotto delle nazioni e loro orizzonte
universale, giustifica il superamento delle
nazioni e fonda il progetto di ununione in
cui si realizza ci che vi di pi puro allopera nelle comunit particolari. Ma la civilt non pu esistere al di l delle nazioni,
che presuppone come agenti e vettori del
suo sviluppo. Da qui la ricerca di un equilibrio tra le nazioni che, prive di prospettiva
comune, rischiano di negar e se stesse, e la
civilt che, per esistere nella sua universalit senza comunit politiche particolari, rischia di autoabolirsi. Una dialettica vertiginosa tra universale e particolare per disegnare il nostro futuro.
Marina Valensise
LETTERA DA LONDRA
ne della middle class negli anni del governo Thatcher , la catena di supermercati
Sainsbury, anche Marks and Sparks sta
perdendo la sua fetta di mercato e il contatto con la nuova e meno raffinata middle
class erede del thatcherismo, e proprio nel
momento in cui la borghesia fiorisce, con
una classe operaia socialmente in ascesa.
Oggi una sterlina su sette spesa nel vistoso supermercato Tesco. M&S ha cercato di
ristabilire il rapporto con lun tempo fedele
middle class lanciando una campagna pubblicitaria incentrata sulla donna comune.
Ma le vendite non sono aumentate.
I leader politici e la crema tonificante
Sono state le donne, e non, come affermato dal Sun, il leader laburista Neil Kin nock, il chiaccherone gallese, a far vincere le elezioni al piccolo e carino John
Major nel 1992. Il piano fiscale 1992 di Gordon Brown non avrebbe aumentato le tasse
per lelettrice media, tassando invece la
sua aspirazione alla ricchezza, proprio come M&S minacciava la sua ambizione di essere una topo model .
Ora arrivata una campagna pubblicitaria per la crema tonificante Dove, con nove sorridenti donne normali in mutandine e reggiseno bianchi anzich magrissime
e abbronzate ragazze distese su una spiaggia tropicale. Le donne compreranno questa crema per diventare come gi in r ealt
sono? Il prodotto pu non avere nessun valore, ma laspirazione che rappr esenta a
non avere prezzo. In politica, esattamente
come nel marketing, ci che la gente dice di
volere veramente ci che desidera? Que sto particolarmente vero per le donne, che
non soltanto superano per numero gli uomini, ma votano anche molto pi regolarmente degli uomini.
Tre gruppi da conquistare
Per nessuno questo pi importante che
per Tony Blair, che ha vinto sia nel 1997 sia
nel 2001 grazie allaccaparramento di una
solida maggioranza del voto femminile.
Blair era un uomo giovane, con una famiglia
giovane e una moglie di grande successo
che guadagnava il doppio del marito. Tuttavia la Fawcett Society ora riferisce che
Blair sta perdendo questo sostegno femminile in tre gruppi cruciali. Come far T ony
Blair a evitare il destino di Marks and Spencer e di Sainsbury?
Il primo gruppo rappresentato da donne ultracinquantacinquenni della middle
class, che indossano senza dubbio biancheria del tutto normale. Sono un gruppo numeroso. Ora sono state influenzate con successo dai Liberal Democrats, che si possono
permettere il lusso di promettere la realizzazione dei loro impegnati sogni, comodi
come una scarpa da passeggio, senza dover
alzare le tasse per farlo. L Iraq costituisce
per loro il principale problema perch queste donne, proprio come le donne del 1914
(che non avevano diritto di voto) e quelle
del 1939 (che invece lo avevano), ritengono
che Saddam Hussein diventer ebbe un bra-
Roma. Ventimila persone, secondo lassociazione Sos Racisme, hanno sfilato sabato scorso nelle strade di Parigi per testi moniare contro la new wave antisemita degli ultimi due anni ed esprimer e solidariet alla comunit ebraica.
Dal 1990 il problema si a dir poco ingi gantito. Eppure furono centomila le perso ne che sfilar ono allora con Francois Mit terrand quando venne distrutta la sinagoga
di Carpentras. L ex ministr o degli Esteri,
Hubert Vdrine, liquid come hooligani sm i quattrocento attacchi dellaprile del
2002. Sabato, come al solito, lunit dei ma nifestanti non c stata. I militanti della
Lega dei diritti delluomo hanno sfilato
in fondo al corteo. Avrebbero voluto che la
piattaforma della manifestazione venisse
allargata ad altr e forme di razzismo. Ri chiesta che non piaciuta agli organizzatori, visto che a Durban i diritti umani furono
un cavallo di Troia contro Israele. Non so lo, ma nel maggio del 2002 numerosi slogan
antisemiti furono scanditi dalle principali
organizzazioni antirazziste francesi. C
quindi bisogno di ricucir e strappi che ri salgono alla primavera di quellanno. An che per questo, oltr e che per i meriti sul
dialogo interreligioso, Nicolas Sarkozy, ha
consegnato al presidente dellesecutivo del
World Jewish Congress, Israel Singer, le insegne della Legion donore francese.
Accanto al presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di
Francia, Roger Cukier man, cerano il sin daco di Parigi, Bertrand Delanoe, il leader
socialista, Francois Hollande, il ministr o
della Sanit, Philippe Douste-Blazy e quello per gli ex-combattenti, Hamlaoui Mekachera.
Giorni fa, tra laltro, stata imbrattata a
Parigi la statua dedicata ai soldati francesi
di origine ebraica caduti durante la prima
guerra mondiale. Stessa sorte per quella di
Verdun. In una sinagoga al nord della citt
tivo sta svolgendo: Dopo cinque anni di governo Jospin si era ar rivati a far cr edere
agli Stati Uniti che la Francia fosse un paese antisemita. Sono stato invitato dalla to talit delle associazioni degli ebr ei americani che hanno ringraziato la Francia per
la lotta decisa da noi condotta contr o lantisemitismo. Il pr oblema per rimane.
Non vuole sentir parlar e di allar me lambasciatore francese in Italia, Loc Hen nekinne, inter vistato dal mensile Sha lom, visto che gli Stati Uniti, a dif ferenza
della Francia, non hanno mai avuto presidenti ebr ei. Cifr e del Jer usalem Post
parlano di pi di ottanta attacchi dallinizio
dellanno. Per Liberation il livello cresce.
Per questo Jacques Tarnero, regista di Dcryptage, ritiene che quello che sta accadendo agli ebrei in questi gior ni un problema della societ francese. Un fenome no che si andato via via globalizzando, aggiunge Charles Krauthammer sul Phila delphia Inquirer. Ovvero allantico pregiudizio della patrie di san Luigi e Giovanna
dArco, la merda falsa, traditrice e rinnegata, Giudea la sver gognata, malvagia e
sleale, che odia il bene e ama il male di
una poesia di Guillaume de Machaut (ana lizzata da Ren Girard ne Il capro espiatorio), si saldano gli ar
gomenti su
lobby&dominio usati dallex primo mini stro malesiano Mahatir. Tesi sostenuta anche da The Nation e che in Russia tr ova
conferma in un saggio che la Russian Re view ha dedicato allera post-comunista, dove lantisemitismo si intr eccia con il nome
di Mikhail Kodorkowsky . Alain Finkielk -
raut parla di una Islamo-pr ogressive alliance. Gli ebrei hanno tutto, noi non ab biamo niente: questo, ha spiegato
Finkielkraut al New York Times, lo slogan
pi in voga tra i maghr ebini delle ban lieues. Lenracinement, il prender radici
dellantisemitismo islamista, il pr oblema che nessun gover no pu eludere. Qualcosa per si muove. Hanno aderito alla manifestazione anche Le Mouvement des musulmans laics de France, i Maghrbins
Laques e Les scouts musulmans de
France.
Cosa succeder con lallargamento a Est?
Il World Jewish Congress, per bocca del
suo presidente, Edgar Br onfman, ha lan ciato anche lallarme sullallargamento della Ue alle nazioni dellEst dove lantisemi tismo pi virulento. Sarkozy rimane il ministro che si mosso con maggior e tempestivit e consapevolezza. Fu lui, nel maggio
del 2002, a lanciar e, nella sinagoga di Cli chy-sous Bois, lo slogan tolleranza zer o
per lantisemitismo. Premiando Singer, ha
ripetuto, dopo Raffarin, che un problema per gli ebr ei ma soprattutto per gli es seri umani. Se diamo ascolto alla cliome trica, lo studio della storia con metodi sta tistici, questa lepoca pi cupa per gli
ebrei europei dalla fine della guerra. Charles Pguy mise gi in guar dia la Francia
dal toccare il rapporto fra razza e nazione,
e fra entrambe e il concetto di fede religiosa. E cos che passiamo dalla politique
alla mystique.
Giulio Meotti
Occidentalia
I co.co.co. del fetish newyorchese
Il fascino degli orrori quotidiani
Polemologia prossima ventura
MALE (E BENE) / 1 - La vita bella
Le cose sono, dovunque, completamen te buone e al tempo stesso completamente
cattive. Cos si bilanciano, dovunque e sempre. Io non ho mai la sensazione che devo
volgere qualcosa in bene, tutto sempre un
bene cos com. Ogni situazione, per quan to penosa, qualcosa di assoluto e contiene
in s il bene come il male. Non voglio es sere cronista di orrori. E neanche di fatti
sensazionali Arrivo sempre alla stessa
conclusione: la vita bella. E cr edo in Dio.
E voglio stare proprio in mezzo ai cosiddet ti orrori e dire ugualmente che la vita bella. Etty Hillesum, Lettere e Diario.
MALE (E BENE) / 2 - Il segr eto di Dio
(Disse Ges): Tutto sar bene, e ogni specie di cosa sar bene. Queste parole mi furono rivelate con grande tenerezza, senza
alcuna ombra di biasimo per me e per tutti
quelli che saranno salvati. Allora sarebbe
davvero innaturale che io biasimassi Dio o
mi stupissi con lui per il mio peccato, dal
momento che egli non mi biasima per il
peccato. E in queste stesse parole io vidi un
profondo e meraviglioso segreto nascosto in
Dio, segreto che egli ci riveler e ci far conoscere in cielo. Quando lo conosceremo
potremo vedere il motivo per cui egli lasci
entrare il peccato nel mondo, e vedendo ci
saremo nella gioia senza fine. Giuliana di
Norwich, Libro delle rivelazioni.
SADOMASO/ 1 - Dominatrix
Fare la dominatrice non poi tanto di verso da fare la giornalista. In entrambi i
casi devi saper ascoltare e devi chiamare la
gente con il nome giusto. Un giornalista deve dire la verit, e una dominatrice deve
raccontare la storia che il suo cliente ha voglia di sentire. Due anni fa facevo la giornalista in un periodico di New York. Ho perso
il posto con la crisi dopo l11 settembr e. Un
anno dopo ero ancora nei guai e mi pagavo
laffitto portando a spasso i cani. Cos sono
diventata dominatrice e manager notturna
di un locale fetish e di giochi di ruolo, conosciuto anche come catacomba. Abbiamo
cinque stanze e 15 donne, e ogni due mesi
arrivano dominatrici da altre parti del paese. Insieme a Elena, che la manager diur na, seleziono le ragazze e le addestro. La padrona del locale una nota dominatrice,
star di film fetish. Cerco di convincermi in
tutti i modi che non c niente di male a fare
questo lavoro. Sono andata a scuola dalle
suore e mia madre era una cattolica irlan dese. Leggo i libri e vedo i film che vedono
tutti, di l che tiro fuori lispirazione per le
perversioni: dalla repressione sessuale del
Cattolicesimo Romano, dal sadomasochismo
latente in James Bond A seconda del tipo
di sessione giochi di ruolo, bondage, punizioni corporali, cross dressing la tariffa varia tra i 150 e i 300 dollari. Ma se si vuole dominare la ragazza o lottare con lei, allora si
spende di pi. Dichiarazioni di una domi natrice allObserver Magazine.
SADOMASO / 2 - Mutande
Qualunque sia luso che si intenda fare di
slip e lingerie, ecco le ultime tendenze in
occidente. Abbinate alla vita bassa del pantalone, che scende fino a bassezze vertiginose, per lei dobbligo tanga o minimi
string, nei classici bianco e nero, in rosa,
difficilissimo colore di stagione, o anche in
un luminoso pistacchio. Pizzo e raso a vista,
ma anche fantasie baby, fiori, farfalle e fruttini per le perverse. Il top non rinuncia al
ferretto e allimbottitura push up, e il corsetto ruggisce ancora. Se si predilige invece
lintimo mare, ecco il classico fazzoletto
alla Saint-Tropez con slip basso annodato,
alternato a costumi olimpionici problematizzati da obl e dettagli asimmetrici. Nel
caso la mutanda servisse invece a mortificare lei, lintimo uomo consente di alter nare al boxer classico uno slippone alto, bianco o nero, con fascia regolamentare che sbuca dalla cintola e logo a vista. D&G, Empo rio Armani, Calvin Klein e Ralph Lauren i
marchi pi up to date.
GUERRA - La tecnologia aiuta
C mai stato un tempo umano senza
guerra? Ve ne sar mai uno? Secondo alcu ne teorie antropologiche si cominci a far
guerra quando i cacciatori-raccoglitori divennero stanziali e diedero vita a forme
complesse di vita politica. A par ere dei polemologi, non detto che in futuro non si
possano trovare modi meno distruttivi di dirimere i conflitti. Una buona notizia che il
tasso di mortalit in guerra diminuisce costantemente, dal 30 per cento e pi delle
guerre tribali al 10 per cento nella Seconda
guerra mondiale, e ancora a scendere. La
tecnologia aiuta.
IL FOGLIO
ORGANO
DELLA
quotidiano
CONVENZIONE
PER LA
GIUSTIZIA
DEL
7/12/1995
TIPOGRAFIE
TELESTAMPA CENTRO ITALIA SRL - LOC. COLLE MARCANGELI - ORICOLA (AQ)
TELESTAMPA NORD SRL - VIALE RISORGIMENTO 12BIS - SENAGO (MI)
S.T.S. SPA V STRADA 35 - P IANO DARCI (CT)
CENTRO STAMPA LUNIONE SARDA - VIA OMODEO - ELMAS (CA)
DISTRIBUZIONE SO.DI.P. SPA VIA BETTOLA 18
20092 CINISELLO BALSAMO TEL. 02.660301
PUBBLICIT: P.R.S. STAMPA SRL
VIA B. QUARANTA 29 MILANO, TEL 02.5737171
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Secondo Stratfor Bush per vincere deve fare almeno finta di ritirarsi dalle citt
Per il sito di strategie militari sono allo studio diverse ipotesi per uscire dalla situazione irachena Il ritiro completo escluso perch considerato irrealistico La concentrazione delle truppe in basi sparse
allesterno dei grandi centri abitati non eviterebbe gli scontri che rischiano di coinvolgere la popolazione Il ridispiegamento in basi a ridosso dei confini equivarrebbe a rinunciare a portare ordine nel resto
del paese Il fondatore di Stratfor, George Friedman, scrive che tempi straordinari richiedono misure straordinarie Riplasmare la societ irachena fuori dalla portata degli Stati Uniti
lora delle scelte strategiche. In Iraq
le cose non vanno bene. Dietro le reiE
terate affermazioni che si intende ferma-
polazione a essere lequivalente del pantano della giungla e delle risaie). E ridurrebbero il compito logorante di pattugliare
giorno per giorno i centri abitati, quello che
attualmente comporta il maggior aggravio
di uomini e mezzi e produce il grosso dello
stillicidio di attacchi e per dite. La soluzione delle basi ed enclave sparse in prossimit dei centri abitati non eviterebbe gli
scontri che rischiano di coinvolgere la popolazione e rischierebbe di rivelarsi un incubo logistico per il rifornimento degli
avamposti e non risolverebbe il problema
dei costanti attacchi notturni con mortai e
lanciarazzi (uno dei principali problemi
costituito dalla difficolt a controllare le
principali arterie di comunicazione, strade,
ponti, laddove devono passare i convogli).
La terza ipotesi, secondo le fonti militari su
cui si basa Stratfor, avrebbe il vantaggio di
garantire una presenza pi sicura, e di mantenere pienamente uno degli obiettivi strategici originari della guerra, il segnalare la
presenza americana al centro dellintera
area strategica tra il vicino Oriente e lHindu Kush, in particolare ai vicini dellIraq.
Ma equivarrebbe a rinunciare definitivamente a portare ordine nel resto del paese,
alla possibilit di controllare e assicurare
una ricostruzione, e in buona parte anche
ad una rinuncia allattivit anti-insurrezionale estesa a tutto il territorio.
Le idee che circolano su questultimo ti po possibile di ridispiegamento concen trerebbero una massiccia presenza di truppe e basi Usa nel nord curdo, ancora relativamente tranquillo, in funzione di cuscinetto nei confronti della Turchia; a ovest, nella
provincia di Al-anbar, e la grande estensione in gran parte desertica a ridosso dei con-
George Friedman. Largomento che tempi straordinari richiedono misure straordinarie, e che, per quanto estremo, un ripiegamento del genere consentirebbe alle forze Usa di sottrarsi a una missione per cui
non sono preparate (compiti di polizia e ricostruzione) e soprattutto alla trappola della counter-insurgency warfare. Insomma,
gli Stati Uniti dovrebbero rassegnarsi allidea che non possono in alcun modo pacificare lIraq con le forze militari disponibili,
e nemmeno con una forza anche pi ampia, che lobiettivo di riplasmare la societ irachena semplicemente al di fuori
della loro portata. Ricordandosi invece
della loro missione originaria, che era la
guerra contro al Qaida.
Parola di uno come Friedman che si dichiara lungi dallessere neutrale su qual siasi cosa che riguardi gli interessi Usa, ma
sostiene che il compito degli specialisti
avvertire di come stanno le cose. Traduce in
termini di analisi puramente militare un
suggerimento che in America viene da pi
parti a Bush: per vincere deve almeno far
finta di ritirarsi. Le alter native, si osserva,
sarebbero continuare cos (ma non si sa fi no a quando), ritirarsi davvero (prima di essere costretti a farlo), oppur e usare maniere forti, di cui si hanno certo i mezzi, ma che
finirebbero per aggravare la situazione.
Siegmund Ginzberg
Il WSJ ricorda ai demagoghi di Ginevra che la Convenzione non cos buona con i prigionieri
enerale Pace, se lei vedesse il video di
G
un marine degli Stati Uniti o di un cit tadino americano sotto contr ollo di una
specifica restrizione sugli interrogatori, eccetto che le persone protette non debbano
essere soggette a coercizione fisica o morale (articolo 31). Ma nota bene le persone
protette sono definite come persone che
non prendano parte attiva alle ostilit (ar ticolo 3).
Da ci leditoriale deduce che Quaran tacinque minuti di posizione scomoda e
altre tecniche sulla lista del generale Sanchez, se inflitte ai guerriglieri baathisti e
jihadisti, sar ebbero perfettamente in li nea con le Convenzioni di Ginevra (non il
denudare i prigionieri, che non era nella
lista dei metodi da applicar e, e si configura dunque come abuso da punir e).
E chiede anche al senator e Reed di
prendersi tutte le r esponsabilit per
quanto riguarda le vittime americane e ira-
Da Baghdad alle nuove Br, terrorismo e antiterrorismo hanno unarma a doppio taglio, gli sms
Roma. Ci sono milleottocento foto e un
certo numero di video, apparentemente
fatte dagli stessi soldati, che hanno utilizzato le loro macchine fotografiche digitali personali. E lo stesso generale Taguba
a riconoscere il ruolo che nel rivelar e le
torture in Iraq hanno avuto le nuove tecnologie. In particolare quei telefoni cellulari di terza generazione che permettono di scattare foto e trasmetterle allistante in ogni parte del mondo, e di cui sono ormai in giro per il pianeta oltre un miliardo di esemplari. E Rumsfeld conferma: Lavoriamo con considerazioni di pace, esigenze legali, in una situazione di
guerra nellera dellinformazione in cui la
gente va con macchine fotografiche digi tali e prendendo foto incredibili e poi
passandole, contro la legge, ai mass media, per nostra sorpresa, quando neanche
erano arrivate al Pentagono.
E una tappa ulteriore nella lunga rivo-
sivo, stavolta per nella formula satellitare della Cnn, con le ripr ese in diretta dei
bombardamenti dagli alberghi di Baghdad.
Di l al Kosovo fa in tempo a esplodere
il fenomeno Internet, sfruttato per la prima volta in modo massiccio dalla rivolta
zapatista. E infatti da Belgrado il net a
coprire il ruolo che nella Seconda guerra
mondiale era stato svolto dalla radio. Poi
sempre via Internet che al Qaida muove
le sue pedine per lassalto dell11 settem bre, anche se poi nellarretrato Afghanistan collegarsi pr oibitivo. Con un appa rente salto indietro nel tempo si tor na alla guerra televisiva del 1991, salvo che stavolta il monopolio della Cnn vittoriosamente scosso prima dalla qatarina al-Jazeera, poi sulle sue tracce da al-Arabiya,
degli Emirati Arabi Uniti. Ma lultimo conflitto iracheno ha ripercorso tutte le tappe
per saltare infine in avanti: inizia con la
centralit dei corrispondenti tv, continua
Perch Fondo monetario e Banca mondiale tengono in cassaforte 32 miliardi di dollari per lIraq
Washington. La ricostruzione dellIraq
potrebbe ripartire allindomani del passaggio di consegne dalle for ze di occupazione della coalizione al governo interinale, riconosciuto dalle N azioni Unite,
messo in piedi dallinviato speciale di Kofi Annan, Lakhtar Brahimi. La data del 30
giugno diventa quindi cruciale non solo
per motivi di sicurezza ma anche per lo
sblocco dei finanziamenti promessi, e in
parte gi versati, dai donatori che si era no riuniti a Madrid nellottobre del 2003.
Trentadue miliardi di dollari, esclusi i costi legati allassistenza umanitaria, ai crediti sulle esportazioni e altri tipi di supporto alla popolazione. Soldi depositati in
un fondo fiduciario diviso in due parti e
gestito separatamente dalla Banca mondiale e dalle Nazioni Unite. Per i pr ossi-
meridionale del paese. Loro nero presente nel triangolo sunnita del nord del paese, per quanto giudicato ottimo dagli
esperti presenti in Iraq, necessita di un
passaggio di purificazione da acqua e altre impurit che ne fa lievitar e il costo di
estrazione. Ovvero ne diminuisce il valore
sul mercato. I profitti stimati dal gover no
iracheno potrebbero subire una riduzione
per causa di forza maggiore. Questo preoccupa gli uomini del Fondo monetario: co me pu un paese uscito da oltr e ventanni
di dittatura, incapace dinteragire con i
mercati internazionali, trovare nuove fonti di guadagno al di fuori del petrolio? Una
domanda alla quale anche il nuovo numero uno del Fondo Rodrigo Rato deve affrettarsi a trovare una risposta.
Sabrina Cohen
In novantanni i paesi arabi hanno tradotto diecimila libri stranieri, come la Spagna in un anno
Roma. La nascita dellhomo videns arabo, che apprende e conosce lattualit del
mondo attraverso i network indigeni come al Jazeera o al Arabiya, il segno di
una metamorfosi culturale che riguarda i
mezzi ma non i contenuti. Semplicemente
la tradizionale avversione islamica per la
modernit ha cambiato caratter e e da rifiuto pregiudiziale del progresso divenuta accettazione di questo, purch subordinato alla religione. E cos Internet,
le televisioni, gran parte dei giornali sono
strumenti convenzionali in una battaglia
per legemonia culturale contro loccidente. Accanto alle pr ediche degli imam
nelle moschee ed alla lettura dei testi sa cri, la pubblica opinione musulmana pu
ora guardare da lontano (tele-vedere),
senza leggere i suoi libri e avendo in mano il Corano, i mali delloccidente,
deformati dalle telecamere delle tv locali
che alimentano un credo religioso totaliz-
che negli ultimi novantanni il numero delle opere straniere tradotte nei paesi arabi
stato inferiore a 10.000, lequivalente, in
difetto, delle traduzioni che avvengono
ogni anno in Spagna. Tra questi circa il 20
per cento sono libri monografici dedicati
alla religione. Oltre a questo i pochi testi
accettati devono subire il vaglio di commissione censorie e, in alcuni casi, tr ovare editori non istituzionali disposti a pub blicarli. Un caso per tutti: nel giugno scorso un tribunale di Ankara, nella T urchia
laica e kemalista, ordin la confisca e la
distruzione di tutte le copie esistenti nel
paese de La filosofia nel boudoir, del
Marchese De Sade, perch contrarie alla
morale religiosa.
I giornali. Un discorso legger mente diverso investe, invece, i quotidiani. L avvento della tecnologia e dellinnovazione,
seppur ancora limitato, sta aumentando la
diffusione (parliamo sempre di un pubbli-
co elitario) di quotidiani, ora anche onli ne. Ma i contenuti, spesso vagliati da au torit di controllo, restano vincolati allunanimismo culturale e fortemente censu-