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che fanno buono l'uomo e che lo rendono virtuoso. Bene per l'uomo
solo la virt, male il vizio. In breve, la virt di ciascuna cosa consiste
nell'essere perfetta in ci che ontologicamente la caratterizza. Va lodato
colui che possiede l'unico vero bene dell'uomo,che la virt morale, e
non chi possiede ricchezza o nobilt di nascita o potere. Fra i beni e i
mali, ossia fra la virt e il vizio, stanno molteplici cose. Tutte le cose che
riguardano
il corpo e la vita fisica e ci che ad essi connesso (vita, salute, piacere,
bellezza, forza, infermit, povert, bruttezza ecc.) non giovano n
nuocciono all'anima razionale e per questo vengono considerate
moralmente indifferenti. Ma evidente che alcune cose moralmente
indifferenti saranno preferibili e altre non preferibili. Il vero bene, ossia la
virt, riguarda ci che sei (la tua essenza di uomo), i preferibili
riguardano invece ci che tu hai(le cose che ti appartengono e chi ti
riguardano solo dal di fuori). Tutti i mali, le angosce e le lotte degli
uomini rientrano sempre e solo nella sfera dei preferibili e mai nella sfera
della virt: ai primi si riferiscono tutte le illusioni di felicit, e quindi
l'infelicit; alla seconda la vera e autentica felicit. I grandi mali non
stanno tanto nelle cose quanto nella valutazione sbagliata che noi diamo
di esse.
Esiste per l'uomo la felicit? S, vivere felici equivale a vivere secondo
natura e vivere secondo natura vivere secondo la verit che la ragione
coglie, e quindi vivere nella dimensione del Logos. La felicit armonia
interiore, armonia dell'uomo con s,con le cose del mondo e col divino.
La felicit non ci che consegue alla virt, ma la virt in s e per s. La
virt autosufficiente in tutti i sensi. L'uomo felice artefice della
propria vita, in quanto non si lascia mai vincere n condizionare dalle
cose esteriori, perch punta su se stesso e sulle proprie capacit, pronto
ad accettare tutti i risultati che conseguono dalle sue azioni. La vera
libert del saggio consiste nell'uniformare i propri voleri con quelli del
Destino, ossia nel volere ci che vuole il Destino stesso. E se il Destino
lo stesso Logos divino, volere ci che vuole la ragione. Tutto come
deve essere e come bene che sia. Tutto ci che esiste, esiste nel
migliore dei modi; in questo senso, il Fato viene a coincidere con la
Provvidenza. Noi non possiamo cambiare la quasi totalit delle cose che
ci circondano; per possiamo cambiare il nostro animo: se noi volessimo,
potremmo sopportare con coraggio tutto ci che ci capita, e questo
significherebbe mettersi in armonia con la natura. "Il fato guida chi
segue, trascina chi recalcitra" (Lettere, 107,8-11).
L'analisi psicologica porta Seneca a dare un rilievo al concetto di
coscienza che non si riscontra in nessuno dei filosofi a lui precedenti, n
greci n romani. L'animo deve essere chiamato quotidianamente a
rendere conto di ci che si fatto nel corso della giornata; cos facendo,
dovendosi presentare tutti i giorni davanti ad un severo giudice, i vizi, se
non cesseranno, per lo meno si modereranno. Dopo che l'animo ha