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METTI IL DITO NEL SEGNO DEI CHIODI

Non essere pi incredulo ma credente (Gv 20, 26-29)


p. Salvatore Franco omi
Tommaso cerca lautenticit come fa un giovane alle prese con le domande della vita. Egli
non si accontenta di quanto gli raccontano i sui compagni, ha bisogno di fare esperienza
diretta. Molto tempo prima altre persone avevano espresso questa idea quando alla
samaritana, che aveva incontrato Ges al pozzo, dissero: Non per la tua parola che
crediamo, ma perch noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi veramente il salvatore
del mondo (Gv 4,42).
Anche noi vogliamo fare esperienza diretta per credere e le parole che ascoltiamo su Ges
spesso ci possono apparire solo parole. Lesperienza che per immaginiamo di dover fare
spesso ancora secondo il nostro schema mentale, secondo il nostro modo di pensare la vita e
la realt delle cose. Forse proprio per questo in molti tale esperienza che la chiesa propone
non risulta nemmeno attraente in quanto ci che si pensa debba essere il credere appare molto
lontano dalla realt e dai bisogni di ogni giorno.
Tommaso allinizio pensa che credere significhi tutto ci che pu conseguire alla
constatazione della realt della resurrezione: i segni tangibili della passione di Ges saranno la
testimonianza che colui che stato crocefisso lo stesso che ora i suoi compagni dicono farsi
presente in mezzo a loro.
Lesperienza che Ges fa fare a Tommaso per molto pi profonda di quanto questi pensava
e di quanto avvenuto nel proprio intimo ci resta la testimonianza della sua esclamazione :
Mio Signore e mio Dio!.
Che cosa ha fatto crollare lincredulit di Tommaso?
Per capirlo possiamo riferirci alla esperienza che ci racconta Santa Teresa Benedetta della
Croce, Edith Stein, riguardo linizio della sua conversione: ella era sta aiutata e introdotta
nellambiente filosofico del suo maestro Edmund Husserl dal suo assistente Adolf Reinach.
Questi era da poco sposato molto felicemente con la moglie Anne, essi erano entrambe
cristiani e insieme accoglievano volentieri Edith Stein nella loro casa per cui nacque una
profonda amicizia tra loro. Durante la prima guerra mondiale Reinach decise di partire per il
fronte ed Edith sent lispirazione a partire anche lei per essere vicina alla sua gente come
crocerossina. Quando torn ricevette insieme alla notizia della morte dellamico anche
linvito da parte della moglie ad andare da lei per riordinare le opere postume del marito
caduto in guerra. Edith accett prontamente, ma entr in quella casa non senza una certa
apprensione : colui che cos pieno di bont ne era stato il centro vitale, non era pi presente,
ed ella temeva di rivedere la signora, che aveva conosciuto compagna felice di quelluomo, e
che ora immaginava, vedova comera, affranta dal dolore e dalla disperazione. Tutto invece si
present in modo assai diverso: ci che latea Edith Stein vedeva come una sventura
angosciante, la cristiana Reinach laveva accolto come una parte della Croce di Ges. Il volto
della vedova apparve a Edith s segnato dal dolore ma anche trasfigurato da una luce
misteriosa. Di questa esperienza inaspettata Edith Stein ci ha lasciato una testimonianza
personale:
Fu il mio primo incontro con la Croce, la mia prima esperienza della forza divina che dalla
Croce emana e si comunica a quelli che labbracciano. Per la prima volta mi fu dato di
contemplare in tutta la sua luminosa realt la Chiesa nata dalla Passione salvifica di Cristo,
nella sua vittoria sulla morte. Fu quello il momento in cui la mia incredulit croll...
Non importante solo sapere che Ges veramente risorto, ma soprattutto fondamentale
credere che tutto quanto Egli ha preso su di s e dentro se stesso di ci che umano stato da
Lui trasformato: tutto ha acquistato un significato diventando qualcosa che bisognava che
accadesse (Cfr Lc 24,26) e, allo stesso tempo, che anche per noi tutto pu acquistare

significato. I segni dei chiodi sono lultima traccia lasciata sul corpo di Cristo del suo essere
uomo tra gli uomini, il segno indelebile del suo donarsi eterno alluomo di ogni tempo.
Per i discepoli di Ges fondamentale rapportarsi con questi segni in quanto rappresentano il
confronto con tutto ci che nella vita fonte di dolore.
Cosa vuol dire dunque credere, che cos in definitiva la fede? Edith Stein afferma che la fede
una luce oscura. Il cammino della fede un cammino oscuro ed proprio quanto ci
comunica la stessa parola di Ges: Beati quelli che pur non avendo visto crederanno (Cfr
Gv 20,29): La fede la via che attraversa la notte per condurre al traguardo dellunione
con Dio: in essa si opera la dolorosa rinascita dello spirito, la sua trasformazione da essere
naturale in essere soprannaturale.
Per Edith Stein lincontro con il Cristo crocefisso e risorto fonte di un nuovo modo di
esistere e di guardare la vita e tutto ci che ci circonda, lei chiama questa novit Scienza
della Croce.
Non si tratta di vedere ci che vorremmo vedere noi per poter essere convinti di qualcosa, ma
di entrare per Grazia nel cammino oscuro della fede e di vedere con la luce oscura della
fede ci che non ci aspetteremmo di vedere: linedito che ci parla del significato della nostra
vita - di quanto abbiamo vissuto e di quanto vivremo - e dello stesso Dio per come Egli si
rivela a noi e non per come ce lo immaginiamo noi.
Tommaso non avrebbe mai pensato che quei segni sulle mani e nel costato di Ges risorto
avrebbero avuto un significato anche per lui: egli ha finalmente capito che quel Ges che
aveva conosciuto era il vero Signore della sua vita: Mio Signore e mio Dio, vale a dire: Tu
sei colui che d senso al mio esistere e solo in te ritrovo me stesso e il mio compito
nellumanit e nel mondo, Tu sei il Dio che ho cercato da sempre.
Da quel giorno Tommaso ha iniziato ad essere realmente credente e ad intraprendere in modo
del tutto nuovo il percorso che lo ha condotto al compimento della sua missione.
Chi di noi potrebbe mai immaginare che dalle nostre esperienze di dolore possa nascere un
nuovo senso della vita, un nuovo incontro con la realt profonda di noi stessi, degli altri e di
Dio? Eppure ci che i discepoli vedono Ges con i segni del suo dolore e della sua morte.
Sono felici, gioiscono, perch vedono che Egli veramente andato oltre quel patire. Ges ha
lasciato che quei segni restassero sul suo corpo come una porta aperta attraverso la quale Egli
passato e dalla quale invita a passare anche i futuri credenti in Lui.
Diventare credente partire da questi segni lasciati per noi perch possiamo iniziare il
cammino della fede e scoprire cos il senso del nostro vivere e il compito che ci attende.
In questo modo anche noi possiamo essere per gli altri quellinedito che porta significato e
gioia al proprio vivere.
La stessa Edith Stein diceva a questo proposito: Si deve accogliere la propria missione,
giorno per giorno, attraverso il contatto con Dio, non sceglierla...... Ci che non era nel mio
progetto, era nel piano di Dio.

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